Alvaro Piccardi: Sono convinto che una scuola non può
limitarsi a fornire al mercato dei buoni attori, anche se è il
suo compito primario, ma di creare personalità in grado
di avere funzioni importanti nell’ambito del
18/03/2015
Al Teatro Quirinetta, in via Minghetti a Roma, si è svolta alla presenza di diverse personalità del mondo del teatro, la
conferenza stampa di presentazione delle attività formative della Q Academy - Nuova Accademia Internazionale d'Arte
Drammatica.<o:p />
La storia del Quirinetta è fatta di alti e bassi: inizia la sua avventura negli anni Trenta con una programmazione di
spettacoli musicali e durante gli anni della guerra inizia la sua attività di sala cinematografica. E proprio alla proiezione di
film sarà dedito fino alla fine degli anni Novanta. Nel Duemila chiude definitivamente le porte per riaprirle poi nel 2011,
grazie all’impegno della nuova proprietà. Oggi questo Teatro è location non solo di rappresentazioni ma anche di corsi
tenuti appunto dall’Accademia.<o:p />
Unfolding Roma ha il piacere di ospitare il Direttore della Q Academy, Alvaro Piccardi.<o:p />
Le chiedo subito Direttore qual è l’obiettivo che si pone l’Accademia?
Fin dall’inizio di questa esperienza mi sono posto il problema di quale spazio la nuova scuola avrebbe dovuto occupare di fronte al
proliferarsi a Roma di scuole di teatro. Per me si è trattato di definire la necessità oggettiva del progetto formativo e della sua
articolazione didattica. Il teatro italiano infatti è l’inventore delle migliori tradizioni espressive che spesso proprio da noi non sono
valutate e comprese. Mi sono quindi rifatto a queste tradizioni come fonti di ispirazione per una didattica. 1) La maschera: la
commedia antica, la commedia dell'arte, il varietà, i luoghi dei grandi segni della comunicazione e degli archetipi 2) La lingua: il
teatro colto come tensione per la creazione di una lingua. Il teatro in versi e la tensione al tragico. 3) Goldoni e il realismo:
l'irruzione del linguaggio del mondo nella lingua teatrale. 4) Pirandello: indagine sul confine fra attore e personaggio, arte e vita,
verità e finzione. Ma il rapporto con la tradizione non può essere solo recupero della nostra esperienza e della nostra storia, è
necessario un ripensamento e un confronto con quanto di meglio è stato fatto in questi anni, nel campo della ricerca di nuove
metodologie di lavoro. L'ipotesi è stata quella di una didattica che si nutra del rapporto fecondo fra tradizione e ricerca, fra
improvvisazione e tecnica, del legame che unisce la verità misteriosa dell'interprete e l'acquisizione delle tecniche, la costruzione
dello stile e degli stili. Una scuola quindi che dia grande spazio al lavoro di laboratorio, favorendo la presenza fra i docenti dei
grandi maestri della scena europea e di attori e registi in attività per permettere l’acquisizione di esperienze con chi il teatro lo fa
concretamente nel rapporto diretto con la scena e le sue leggi. Non posso non sottolineare il ruolo fondamentale della Fondazione
Roma-arte- musei perché questi discorsi potessero divenire realtà.
Ci parli del percorso didattico che affronteranno gli studenti..
Quest’anno in particolare, oltre a ripercorrere il piano didattico di cui parlavo prima, gli allievi-attori saranno impegnati nello studio
di Ludovico Ariosto e Torquato Tasso con le lezioni tenute da Sergio Basile, dalle preziose lezioni di Antonio Calenda sul
linguaggio teatrale e lo studio di alcuni testi di Achille Campanile e il monologo di Jacques, “Il mondo è tutto un palcoscenico” tratto
dall’opera A piacer vostro di William Shakespeare, e si concluderà su una presentazione di un lavoro su Marat-Sade di Peter
Weiss. Il professore Ruffini ha aperto le lezioni del 3° anno con una introduzione sul teatro del novecento, visto e analizzato sia dal
punto di vista delle sue caratteristiche strutturali, sia mettendo in rilievo i grandi protagonisti del teatro del novecento come
Stanislavskij e Mejerchol’d. Ivan Truoll, Nicoletta Toschi, Maria Letizia Compatangelo svolgeranno le loro lezioni permettendo agli
allievi di riprendere il contatto con il proprio strumento di lavoro e di approfondimento con questo contatto. Il Corso di Storia del
Teatro condotto da Giancarlo Sammartano proseguirà l’analisi e lo studio dei temi e delle problematiche della drammaturgia e
della messa in scena, svolti nei precedenti anni di corso, con una ulteriore monografia di approfondimento dedicata alla ricerca sul
lavoro dell’attore di Stanislavskji e di Bertol Brecht, Giuseppe Rocca continuerà il suo itinerario sul teatro barocco, Alessandro
Fabrizi il lavoro fondamentale di impostazione della voce, Graziano Piazza oltre ai normali esercizi di preparazione alla recitazione
lavorerà su La Calandria del Bibbiena. Fondamentale anche lo studio della storia del teatro, per questo Giancarlo Guercio curerà
aspetti di storia del teatro italiano, partendo da La mandragola di Niccolò Macchiavelli. Piccardi lavorerà su I malcontenti di Carlo
Goldoni per arrivare a Perelà uomo di fumo il capolavoro di Aldo Palazzeschi che diventerà lo spettacolo-saggio previsto per la
conclusione del corso.
Se non erro, da questo anno accademico c’è un indirizzo specifico rivolto al Teatro sociale..
Il progetto di teatro sociale intende far lavorare insieme i giovani allievi con ragazzi portatori di handicap di tipo psicologico e
comportamentale. I laboratori di teatro sociale e patologico creano percorsi infatti verso il miglioramento individuale e collettivo, sia
a livello psicofisico che etico e morale, grazie ai quali ogni partecipante può fare esperienza di se stesso e dell’altro in modo
originale e libero, acquisendo o potenziando la capacità di abbattere le barriere mentali e fisiche e avviando un interessante
quanto utile accrescimento del proprio patrimonio esistenziale ed artistico. L’obiettivo finale è quello di utilizzare le dinamiche
sceniche per creare un prodotto artistico teatrale quanto più ampiamente condiviso. Il corso di Teatro Sociale si svilupperà in 150
ore di Teatro Patologico suddivise in diversi incontri settimanali. Un corso di più di cento ore sarà tenuto da Dario D’Ambrosi il
prestigioso direttore del teatro Patologico, corso che vedrà impegnati i nostri allievi con ragazzi con problemi di handicap. Le
lezioni si terranno al Teatro Quirinetta nella sede della scuola e nella sede del Teatro Patologico situata all’inizio della via Cassia.
Accanto alle attività del Teatro Patologico il percorso nel Teatro Sociale sarà realizzato anche attraverso un corso di Danza
Movimento Terapia durante il quale gli allievi saranno guidati nella sperimentazione del corpo in movimento dalla coreografa
Jaqueline Bulnes già prima ballerina della Scuola Martha Graham. Il corso avrà una durata di più di 50 ore con cadenza
settimanale A completamento delle iniziative didattiche verrà organizzata una Settimana del Teatro Sociale con la
rappresentazione dei saggi-spettacolo preparati durante i laboratori interni dell’Accademia, dedicati appunto al Teatro Sociale e
diretti da Jacqueline Bulnes, Dario D’Ambrosi e Antonio Calenda.
Quando si svolgerà la settimana del Teatro Sociale?<o:p />
La settimana del Teatro Sociale si svolgerà tra il 20 e il 24 aprile 2015 con la rappresentazione dei saggi-spettacolo e altresì si
terranno alcuni incontri seminariali, convegni e conferenze con qualificati e prestigiosi esponenti del settore, tra cui: Peppe
Dell’Acqua, Dacia Maraini, Michele Cavallo, Antonio Calenda, Alvaro Piccardi, Sergio Basile, Camillo Loriedo. Andranno in scena
anche in scena spettacoli imperniati sul tema della settimana sociale, cioè quello della malattia mentale. Si tratterrà di uno
spettacolo di Sergio Basile tratto dall’Aminta di Tasso, La sonata a Kreutzer di Tolstoi da me diretta e interpretata, e un testo di
Dacia Maraini. Per riassumere la Settimana del Teatro Sociale a cura di Q ACADEMY si svolgerà dal 18 aprile fin quasi alla fine di
aprile presso Il TEATRO QUIRINETTA e si articolerà nei seguenti spettacoli: La Divina Malattia – saggio spettacolo di Dario
D’Ambrosi, Aminta di T. Tasso, adattamento e regia di Sergio Basile, La sonata a Kreutzer di L. Tolstoj, adattamento, regia e
interpretazione di Alvaro Piccardi, I pazzi (da E. A. Poe) – saggio spettacolo di Jacqueline Bulnes, Stravaganza di D. Maraini,
Accademia della Follia. Regia di Claudio Misculin. Infine con il Convegno: Il teatro della diversità. Tra i partecipanti: Peppe
Dell’Acqua, Dacia Maraini, Michele Cavallo, Antonio Calenda, Alvaro Piccardi, Sergio Basile, Dario D’Ambrosi, Camillo Loriedo.
Il Teatro Quirinetta quindi non è solo Accademia ma anche sede di rassegne teatrali… <o:p />
Posso dire che sono convinto che una scuola non può limitarsi a fornire al mercato dei buoni attori, anche se è il suo compito
primario, ma di creare personalità in grado di avere funzioni importanti nell’ambito della macchina teatrale. Non solo degli attori
quindi, ma anche quelli che una volta si definivano operatori teatrali entusiasti e competenti.
Il mestiere di attore non si improvvisa. Quanto è importante la formazione?
Ci sono opinioni molto diverse su questo punto. Alcuni ritengono che il mestiere dell’attore non si possa insegnare. O si possiede il
talento oppure no. Non sono d’accordo. Dipende dal tipo di scuola che si prefigura. Non si tratta di insegnare tecniche neutre, ma il
modo per arrivare a scoprire la propria personalità e le proprie doti creative ed espressive, che sono uniche. In questo senso la
scuola può aiutare molto, anche a far emergere un talento altrimenti sconosciuto..
Il Teatro è Cultura. Eppure due realtà importanti come il Teatro Eliseo ed il Teatro Valle, hanno chiuso. Ritiene che le
Istituzioni romane avrebbero potuto evitarne la chiusura?<o:p />
Non sono proprio in grado di rispondere.
Lei ha iniziato la sua carriera come attore, successivamente si è dedicato alla regia ma da diversi anni si dedica
all'insegnamento ed ha curato la direzione artistica di diversi teatri in Italia. Cosa consiglierebbe ad un giovane che
voglia intraprendere questa carriera?<o:p />
Studiare, impegnarsi molto e avere una passione incrollabile.
Sara Grillo