sulla vetta del cuore

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Dario Marelli
SULLA VETTA DEL CUORE
Prefazione di
Antonio Colandrea
Postfazione di
Rodolfo Vettorello
Edizioni Helicon
Torno spesso
Torno spesso
sulla pietra tornita
ove tramonta il mio cuore di vetro.
Torno spesso
a rubacchiarti un sorriso
raggrumato fra le brume serali.
Torno spesso
a recuperare il ricordo
che mi punge fra le viole del campo.
Torno spesso
a ravvivare il calore
raggelatosi una notte d’inverno.
A rifiorire rose rosse recise
e cullarmi
sul tuo cuore fanciullo
torno spesso
sulla tua pietra,
papà….
19
Con le ali di un bambino
In fondo al pozzo cieco dei miei sogni
taccio anche l’ultimo singhiozzo
in dissolvenza e per penitenza amara
esalo il mio silenzio.
In fine pesco secchi di sorrisi e di carezze
da fuoriuscire al sole
nella primavera che ricambia il mio colore
e buca il ghiaccio
e scioglie il gelo.
Lascio indietro inquietudini lontane
e trovo il passo del ritorno
mentre fisso fra le mani
l’orologio del buongiorno.
E via scorrono frammenti di un film muto,
se mi scruto nel contorno indefinito
dello sguardo di un bambino,
smarrito a immaginarsi grande
dentro un campo da pallone.
Ma di tutte le menzogne
tu sei il solo e vero
punto limite infinito
convergente
di due vite in parallelo.
E laggiù in fondo al pozzo
verso il cielo
mi riscopro il tuo sorriso.
Sei per me tornare a casa
e rincorrere un pallone.
Con le ali di un bambino.
Son volate le stagioni
del cuore mio in affitto,
ma mi volto
e tu mi dormi ancora accanto
e vivi il cielo fitto
che ti incolla al mio destino
e me ne regali il canto.
Mi perdòno il non fatto e il tempo andato,
chiudo a chiave nella mente
gli ossimori rimossi dal pensiero.
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Alba di primavera
Il cuore del mare
Alba rosa scarlatta
nuvole di vetro nel cielo di marzo
sogni anticipati garriscono al sole
nel vento
mi chiudo grondante dietro persiane attonite
la mano appoggiata alla mente
il vuoto dentro
la luce intermittente filtra su un tavolo
apparecchiato di carte non scritte
il vuoto davanti
il nulla sovrasta regna riempie rovina
e annuisce
la luna eclissata glissa e sorride
beffarda
altre linee spezzate di cielo
a fiorire cupidigia d’amore accattone
a mattoni
la primavera è già qui
ditemi dove.
Quando ti nuoto sfidando l’onda
con braccio goffo e irriverente
mi pare di violare
la quiete del tuo cuore.
Mi inviti a te
con la prima brezza del mattino
mi seduci
con dolce vento di bonaccia.
Mi abbandono all’armonia del tuo respiro
sciabordare muto dentro l’anima in deriva.
Così ascolto il soffio della vita che si ostina.
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E quando m’immergo nel tuo immenso
mi cullo di te e mi allago di pace.
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Lamento per Iñaki Ochoa de Olza
Il volo dell’airone
Canta con me, Signore delle Cime,
finché ci sia fiato nel mio cuore ferito
bianche stelle accorrete a scaldare la notte
sono mute comete a intrecciare una croce
sia cembalo il vento fra foglie di pino
e acqua di fonte nei boschi di muschio.
Non ho più lacrime per far piovere ancora
il gelo sul viso non conosce speranza
qui l’alba è più buia, mi manca il sorriso
il rampone d’acciaio morde solo dolore.
Siano scorta al tuo viaggio
aquile e corvi in cordata,
si inventi una festa fra muri di ghiaccio
il sole che cade fa posto alla neve
e la luna risale a vegliare il silenzio.
Non ho più forza per giocare il destino
che ti leva la vita e mi spezza il respiro
non c’è più voce per fiorire la luce
che dava colore ai tuoi riccioli d’oro.
Riposa felice fra le vette immortali
della dura Annapurna più alta del cielo
sorridi per sempre, mio candido Iñaki,
eroe della pace e di mille montagne.
Verranno giorni di lago in questa vita
ove i pensieri saranno umidi di pioggia
e le tenebre un’alba arrugginita
così ci troveremo mano nella mano
a raccontarci chi eravamo
scopriremo che ciò che abbiamo vissuto
è stato solo l’illusione di un momento
perduto
la stagione del perdono
mi coglierà impreparato
dovrò di nuovo domandarmi chi sono
prima di ricominciare a camminarti
nel fondo
seguiremo il volo dell’airone
a luci spente sopra lo stagno del cuore
fino a carpire i segreti del mare.
Omaggio a Iñaki Ochoa de Olza, alpinista scomparso nel tentativo di ascesa al
monte Annapurna in Nepal il 23 maggio 2008
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