ACCESSO LAPAROSCOPICO: ANALISI DI DATI MULTICENTRICI RIGUARDANTI PIU’ DI 65.000 PROCEDURE Eugenio Martorana, Ahmed Ghaith, Matteo Rani, Marco Rosa, Salvatore Micali, Giampaolo Bianchi U.O di Urologia, Policlinico di Modena – Dir. Prof. Giampaolo Bianchi Gruppo di lavoro SIU in Laparoscopia e Robotica SCOPO DEL LAVORO: Analizzare le tecniche utilizzate in urologia per realizzare l’accesso laparoscopico, valutare le relative complicanze e identificare il tipo di accesso teoricamente più sicuro. MATERIALI E METODI: Abbiamo condotto una overview inviando un questionario a 80 noti urologi laparoscopisti tra il Giugno e il Dicembre 2013. Il questionario era articolato in 12 domande divise in 2 parti: la prima parte indagava il numero di procedure eseguite e il tipo di accesso utilizzato; la seconda parte del questionario quantificava le complicanze intra e post-operatorie e indagava il tipo di gestione adottata. RISULTATI: La response rate è stata del 51, 25 % per un totale di 65.636 procedure (56.236 transperitoneali e 9.400 retroperitoneali). Due questionari sono stati esclusi per incompletezza dei dati. L’accesso trans-peritoneale più utilizzato è stato il blind trocar (38,5% dei chirurghi) seguito dall’accesso open (33,3% dei chirurghi) e dall’accesso con trocar ottico (17,9% dei chirurghi). Il 10.3% dei chirurghi ha dichiarato di utilizzare più di un tipo di accesso. Il 61% dei chirurghi utilizza l’ago di Veress per creare lo pneumoperitoneo. Il 76,9% dei chirurghi esegue anche accessi retroperitoneali: il 90% di questi esegue l’accesso con tecnica open e il 10% con l’ausilio del trocar ottico. Il 79.5% e l’89,7% dei chirurghi ha riportato complicanze intra- e post-operatorie rispettivamente. La complicatio rate intra-operatoria è stata del 3,3% quella post operatoria del 9,6%. La tabella 1 riassume e quantifica le complicanze pre- e postoperatorie in relazione al tipo di accesso utilizzato. Gran parte delle complicanze ha avuto gestione conservativa o laparoscopica. La conversion rate è stata dell’ 0.33% (53,8 % dei chirurghi), la trasfusion rate è stata del’1.13% (56.4% dei chirurghi) e il tasso di re-intervento perioperatorio è stato dello 0,3%. DISCUSSIONE: Il nostro studio ha mostrato che l’accesso trans-peritoneale è più diffuso in USA che in Europa e che, al contrario, l’accesso retroperitoneale è più utilizzato in Europa. Sfortunatamente non esistono dati in letteratura per confrontare questi risultati. Nel nostro studio non sono state riportate motivazioni specifiche per la scelta di un tipo di accesso rispetto a un altro. Tale scelta potrebbe essere in relazione con l’esperienza del chirurgo e/o le caratteristiche del paziente. I nostri dati hanno però dimostrato che la scelta del tipo di accesso potrebbe riflettersi sul tipo e sulla quantità di complicanze intra e post-operatorie. CONCLUSIONI: L’accesso laparoscopico è un approccio sicuro. Gran parte delle complicanze possono essere gestite laparoscopicamente e non richiedono la conversione a cielo aperto. Non sono state trovate conclusioni definitive riguardo la scelta del tipo di accesso ma le complicanze relative all’accesso laparoscopico sembrano dipendere dalla scelta del tipo di accesso più sicuro. In accordo con i nostri dati l’accesso più sicuro è quello con trocar ottico.