scienza/biologia l’origine della vita di Simone Angioni* Acidi nucleici, proteine e lipidi sono alla base dell’esistenza, ma in che modo si sono combinati? E quale di questi elementi è nato per primo? Una recente scoperta avvicina la soluzione di misteri vecchi quattro miliardi di anni. Illustrazione: Luca varaschini D a dove veniamo? Come siamo arrivati su questo pianeta? Domande importanti che spesso vengono dimenticate tra tutti gli impegni che affrontiamo quotidianamente. Ci sono però persone che se ne preoccupano, ricercatori che studiano come la vita sia nata sulla Terra, indagando i meccanismi di un metabolismo primitivo cominciato circa quattro miliardi di anni fa. A oggi l’origine della vita sul nostro pianeta è ancora avvolta da molti misteri, ma sembra che un’importante svolta sia stata fatta pochi mesi fa nell’Università di Cambridge, in Inghilterra. Un gruppo di ricercatori, capitanato dal prof. John Sutherland, ha pubblicato un importante lavoro su Nature Chemistry che sembra svelare uno dei più oscuri enigmi relativi all’argomento. Nel mondo, oggi, si stima ci siano tra dieci e 12 milioni di specie viventi di cui solo poco più di un milione è conosciuto dall’uomo. Tutte queste forme di vita, dal minuscolo batterio alle balene negli oceani, sono frutto di una lunghissima evoluzione che ha avuto origine da molecole semplicissime che fluttuavano nelle pozze d’acqua di una Terra appena nata. L’uomo per molti anni ha cercato di scoprire come fosse possibile che molecole elementari si combinassero tra di loro formando le sostanze che tutt’oggi, miliardi di anni dopo, sono fondamentali per la nostra esistenza. Uno dei primi, e forse più famoso esperimento è quello di Stanley Miller. Lo scienziato statunitense, nel 1952, riprodusse in laboratorio l’atmosfera della Terra primordiale. La miscela di acido solfidrico, ammoniaca, anidride carbonica e anidride solforosa fu bersagliata con numerose scariche elettriche per diversi giorni. Al termine dell’esperimento Miller trovò diversi amminoacidi, ovvero i mattoni delle proteine senza le quali la vita non esisterebbe. Successivi esperimenti dimostrarono che, dall’atmosfera primordiale, era possibile ottenere tutte le molecole fondamentali per la vita: acidi nucleici, proteine e lipidi. I motori di queste reazioni erano i raggi UV del Sole, i fulmini e il calore sprigionato dai vulcani, in particolare quelli sottomarini. Prima del lavoro pub- s t y l e m ag a z i n e 67 uno sguardo nell’universo americana senza scopo di lucro per la ricerca di Intelligenza Extraterrestre. lo sviluppo della vita. Il pianeta Kepler-452 b, che potrebbe essere il più simile alla Terra, dista 1.400 anni luce. L’ stimato di stelle nella nostra galassia. Il dieci per cento di queste ha caratteristiche simili al Sole e potrebbe ospitare un sistema in grado di supportare la vita. anni luce è la distanza tra noi e Proxima Centauri, la stella più vicina. Solo la nostra galassia ha un diametro di 100 mila anni luce. 300 miliardi è il numero uomo è l’unica specie, sulla Terra, a interrogarsi su come la vita abbia fatto la sua comparsa sul pianeta. Tuttavia l’universo è enorme e tre branche della biologia, la eso-, la exoe la astrobiologia studiano la possibilità di sviluppo di altre forme di vita: diamo un po’ di numeri. 1974 l’anno di nascita del Seti Institute, istituzione scientifica 100 e oltre sono i miliardi di galassie nell’universo osservabile, ognuna contenente a sua volta centinaia di miliardi di stelle. 17.000 sono i sistemi selezionati come interessanti per 4,2 47 miliardi di anni luce è la dimensione dell’universo osservabile: servirebbero cioè 47 miliardi di anni di viaggio alla velocità della luce per attraversarlo tutto. La nostra civiltà esiste da circa sei mila anni e da solo un centinaio siamo in grado di inviare segnali fuori dal nostro pianeta. La vita sulla Terra è nata da composti tossici. Le stesse condizioni che l’hanno generata potrebbero essersi sviluppate altrove blicato su Nature Chemistry la domanda per i ricercatori era: quali tra questi mattoni è comparso per primo? E come ha potuto interagire con altre molecole portando alla formazione delle prime forme di vita? I l problema nel rispondere a questa domande è che i mattoni di base della vita sono tutti complementari. Gli acidi nucleici (in particolare l’RNA) sono in grado di fare da stampo per delle proteine, ma per agire necessitano loro stessi di proteine e di una zona, «isolata» dall’esterno, che può essere fornita dai lipidi. Ci troviamo di fronte quindi a un paradosso simile a quello dell’uovo e della gallina: sono nati prima gli acidi nucleici (RNA), le proteine o i lipidi? Chi e come ha originato gli altri componenti se gli uni necessitano degli altri per svolgere la loro funzione? La recente scoperta, pubblicata su Nature Chemistry, fornisce finalmente una risposta. I ricercatori hanno dimostrato come da composti tossici presenti sulla Terra primordiale, quali l’acido cianidrico e quello 68 solfidrico, sia possibile ottenere contemporaneamente tutti i composti fondamentali per lo sviluppo della vita, ovvero: RNA, amminoacidi e lipidi. Per la prima volta è stato assodato che tutti i componenti della vita possono generarsi all’interno di uno stesso scenario geochimico. Esiste quindi un solo modo per sviluppare la vita? A oggi non abbiamo una risposta, ma indagare il nostro passato può darci importanti indizi sull’universo che ci circonda e su come, tra milioni di stelle, da qualche altra parte possa esserci una pozza d’acqua esposta alla luce di un Sole che un giorno darà origine a nuove forme di vita. s t y l e m ag a z i n e * Chimico fisico presso l’Università di Pavia, divulgatore scientifico e segretario nazionale dell’associazione culturale Scientificast.