FEDERAZIONE ORDINI DEI
FARMACISTI
Rassegna Stampa del 01/02/2015
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INDICE
IN PRIMO PIANO
Il capitolo non contiene articoli
SANITÀ NAZIONALE
01/02/2015 Corriere della Sera - Nazionale
Il record negativo della sanità italiana Debito di oltre 24 miliardi con i fornitori
7
01/02/2015 Corriere della Sera - Nazionale
Eterologa, delibera del Careggi sui gameti È il primo ospedale a comprarli all'estero
8
01/02/2015 Corriere della Sera - Nazionale
Forse si potranno curare così anche i cuori che a causa dello stress battono troppo
rapidamente
9
01/02/2015 Corriere della Sera - Nazionale
Il prezzo (giusto?) della terapia genica
10
01/02/2015 Corriere della Sera - Nazionale
Diminuiscono i bambini sovrappeso, ma ancora uno su tre ha addosso parecchi chili
da smaltire
11
01/02/2015 Corriere della Sera - Nazionale
La «mappa» per curare meglio tutti i malati reumatici gravi
13
01/02/2015 Corriere della Sera - Nazionale
L'impegno degli italiani e i tagli alla sanità
15
01/02/2015 Corriere della Sera - Nazionale
Diagnosi e terapie tempestive ridurrebbero disabilità e costi
16
01/02/2015 Il Sole 24 Ore
Leggere prima dell'uso
17
01/02/2015 Il Messaggero - Nazionale
Sanità, 24 miliardi di debiti con i fornitori
18
01/02/2015 Il Fatto Quotidiano
Il cartello del collirio non molla mai: nuova bacchettata
19
01/02/2015 Il Gazzettino
Risparmi per duecento milioni, ma non basta
20
01/02/2015 Il Gazzettino
La sanità riparte dall'Azienda zero
21
01/02/2015 Libero - Nazionale
Igiene a rischio nelle scuole di Roma: la Lorenzin manda i Nas
22
01/02/2015 Libero - Nazionale
Roche, fatturato 2014 -3% per il payback ospedaliero
23
01/02/2015 Libero - Nazionale
AIFa: dal rapporto OsMed la 'foto' della farmaceutica
24
VITA IN FARMACIA
01/02/2015 La Repubblica - Bologna
Negozianti divisi tra rabbia e timore di nuove figuracce
26
01/02/2015 La Repubblica - Roma
Scuola, Lorenzin manda i Nas Marino: pensi agli ospedali La replica: l'igiene è del
Comune
28
01/02/2015 La Repubblica - Roma
Cure veloci e integrate nasce il polo regionale per i tumori al seno
30
01/02/2015 La Repubblica - Roma
"San Filippo Neri, 18 milioni per il rilancio"
31
01/02/2015 La Repubblica - Roma
Emergenza San Camillo D'Amato: "Dopo anni bui la luce in fondo al tunnel"
32
01/02/2015 La Repubblica - Torino
Chiamparino è commissario straordinario
33
01/02/2015 La Stampa - Torino
Gli infermieri contro i turni da 12 ore
34
01/02/2015 La Stampa - Torino
Tbc, lite sulla chiusura del reparto al San Luigi
35
01/02/2015 La Stampa - Savona
Il Comune con cento proprietà incassa 669 mila euro di affitti
36
01/02/2015 Il Messaggero - Roma
Nas anti-degrado nelle scuole di Roma botta e risposta tra sindaco e Lorenzin
37
01/02/2015 Il Messaggero - Umbria
Pianeta sanita'
38
01/02/2015 Il Messaggero - Ancona
Soccorsi in ritardo, Volpini:spero sia un caso isolato
39
01/02/2015 Il Messaggero - Pesaro
Cna, via alla campagna informativasui farmaci generico-equivalenti
40
01/02/2015 Il Messaggero - Ostia
Cerenova, assaltodi notte in farmacia
41
01/02/2015 QN - Il Resto del Carlino - Ancona
Torrette, Trignani responsabile di Neurochirurgia e Grechi di Ostetricia
42
01/02/2015 QN - Il Resto del Carlino - Ascoli
«Vogliamo incontrare il presidente D'Erasmo»
43
01/02/2015 QN - Il Resto del Carlino - Imola
Le farmacie comunali di Sferasi allargano nella Bassa
44
01/02/2015 QN - Il Resto del Carlino - Rovigo
PINCARALa salute dalla partedelle donne
45
01/02/2015 Il Gazzettino - Padova
Mezzavia, numero di residenti idoneo alla nuova farmacia
46
01/02/2015 Il Gazzettino - Belluno
inbreve
47
01/02/2015 Il Gazzettino - Padova
Armati in farmacia ma la rapina fallisce
48
01/02/2015 QN - Il Giorno - Milano
Medici di base e specialistiin tour nel nuovo «Salvini»
49
01/02/2015 QN - Il Giorno - Milano
Punto nascite appeso a un filoTutti in piazza per l'Uboldo
50
01/02/2015 QN - Il Giorno - Brianza
Invasione rom postata sui social
51
01/02/2015 Il Secolo XIX - Genova
Riciclato nello staff della Regione l'ex primario sospeso e condannato
52
01/02/2015 QN - La Nazione - Pistoia Montecatini
Nonni e nipoti hannoricevuto i riconoscimentinella sala Maggiore
53
01/02/2015 QN - La Nazione - Pisa Pontedera
Pannoloni: «Consegna a domicilio: un caos»La Lega consumatori Acli scrive al
direttore Damone
54
01/02/2015 QN - La Nazione - Viareggio
Il bandito solitario in farmaciaUn colpo da 400 euro
55
PROFESSIONI
31/01/2015 Tema Farmacia
Aggiornamenti di oculistica per il farmacista"
57
31/01/2015 Tema Farmacia
Piccole patologie dell'occhio / 1
58
31/01/2015 Tema Farmacia
Piccole patologie dell'occhio / 2
66
PERSONAGGI
01/02/2015 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Nazionale
«Quando lo Stato ha bisogno è ai vecchi Dc che si ricorre»
73
SANITÀ NAZIONALE
16 articoli
01/02/2015
Corriere della Sera
Pag. 21
(diffusione:619980, tiratura:779916)
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La ricerca
Il record negativo della sanità italiana Debito di oltre 24 miliardi con i
fornitori
La sanità italiana ha accumulato con i propri fornitori un debito di almeno 24,4 miliardi di euro. Il dato emerge
da una ricerca della Cgia, l'associazione dei piccoli artigiani di Mestre,
realizzata con i dati disponibili fino al 2013. La sanità regionale più indebitata, fino al 2013, era quella del
Lazio: 5,9 miliardi di euro. Ma la Regione Lazio ha replicato a questi dati, definendoli «parziali», perché non
tengono conto dello sforzo compiuto nel 2014 «per dimezzare lo stock di debito e pagare i fornitori
allineandosi alla media
europea». Nel 2014, precisa il Lazio, è attesa una riduzione del debito pregresso di circa il 50% rispetto al
2013. Tornado alla classifica delle Regioni più ritardatarie, al
secondo posto la Cgia pone la Campania (3,8 miliardi), poi insieme
Lombardia e Piemonte (entrambe con 2,2 miliardi), quindi il Veneto (2
miliardi). Se il debito viene rapportato alla popolazione residente, invece, il primato negativo spetta al Molise,
con 1.416 euro pro capite, seguito dal Lazio (1.017 euro pro capite), dalla Campania (660 euro) e dal
Piemonte (510 euro). La maglia nera dei tempi medi di pagamento delle fatture riferiti al 2014 per le forniture
di dispositivi medici (fonte Assobiomedica) spetta alla Calabria: 794 giorni. A seguire il Molise, 790, e la
Campania. Nessun valore rispetta il termine dei 60 giorni previsto dalla legge in vigore.
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Le cifre
Il debito sanitario più alto spetta al Lazio che però ha contestato le cifre della ricerca In rapporto agli abitanti
la «maglia nera» spetta al Molise
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/02/2015
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Corriere della Sera
Pag. 21
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Firenze
Eterologa, delibera del Careggi sui gameti È il primo ospedale a comprarli
all'estero
Margherita De Bac
Era l'unico modo di assicurarsi ovociti e spermatozoi da utilizzare nei trattamenti di fecondazione eterologa:
comprarli all'estero da banche organizzate per congelare gameti di donatori. Lo ha fatto il Careggi di Firenze,
primo ospedale pubblico, con un bando che fissava certi requisiti tra i quali l'età dei «fornitori»: tra 20 e 35 la
donna, 18 e 24 gli uomini. Inoltre non devono essere vendute cellule riproduttive che abbiano prodotto più di
10 nascite. Stanziato un fondo di 650 mila euro per l'acquisto e il trasporto dei kit stranieri, con spese a carico
dei pazienti. Sono stati stretti accordi di collaborazione per due anni con la Nordic Cryobank e la Cryos
Internationale danesi, la Imer e la Ovobank spagnole. Da quando a giugno l'eterologa è diventata una pratica
lecita (sentenza della Corte Costituzionale) i centri pubblici si sono trovati improvvisamente di fronte alla
mancanza di materia prima. Da noi la donazione deve essere gratuita. L'unica strada era dunque avvalersi
degli ovociti di donne già in cura per infertilità disposte a regalare parte del loro patrimonio (una pratica
denominata egg sharing). Una fonte di approvvigionamento limitata. Il ricorso al mercato estero sembra una
contraddizione. In molti Paesi i donatori ricevono un rimborso spese di 800-1000 euro.
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I dati
Per acquisire gameti esteri l'Ospedale di Careggi si affida a 4 centri Il gamete deve provenire da donatrici di
età tra i 20 e 35 e donatori tra i 18 e 40 anni
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/02/2015
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01/02/2015
Corriere della Sera
Pag. 48
(diffusione:619980, tiratura:779916)
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Forse si potranno curare così anche i cuori che a causa dello stress
battono troppo rapidamente
Nei bambini È una condizione che si manifesta quasi sempre nell'infanzia, però non è facilissima da scoprire
perché, a riposo, gli esami sono normali La diagnosi La patologia è rara, ma molto seria. Il dubbio può venire
se un bimbo sviene quando corre. La può svelare un'elettrocardiogramma sotto sforzo
E. M.
Anche il cuore si potrà forse curare con la terapia genica, grazie a ricercatori italiani. Alla Fondazione Maugeri
di Pavia si è scoperto che la tachicardia ventricolare da stress (Cpvt) risponde bene alla terapia genica e non
solo quando è presente nei neonati, ma anche da adulti. Lo studio, che ha avuto il supporto di Telethon, per
ora è stato condotto sui topi, ma la possibilità di ottenere buoni risultati quando la malattia si è già manifestata
con sintomi lo rende assai promettente.
«La Cpvt nella sua forma più grave, in cui entrambe le copie del gene per la proteina calsequestrina sono
mutate, si manifesta quasi sempre nei bambini ed è difficile da diagnosticare perché l'elettrocardiogramma a
riposo e l'ecografia cardiaca sono normali: occorrerebbe un elettrocardiogramma da sforzo se ci sono dubbi,
ad esempio se un bimbo sviene quando corre - spiega Silvia Priori, ordinario di cardiologia dell'Università di
Pavia, responsabile dell'Unità di cardiologia molecolare dell'Istituto di Pavia e coordinatrice della
sperimentazione -. La malattia è rara ma ha un'alta mortalità; siccome è provocata dal malfunzionamento di
un solo gene, secondo noi era una candidata per la terapia genica. Inserire un gene normale, in grado di
produrre buone quantità della proteina mancante, poteva funzionare».
Nel topo, iniettando nelle cellule cardiache un virus modificato e reso inoffensivo, «caricato» con il gene
giusto, i livelli di calsequestrina tornano normali e il cuore non ha più anomalie elettriche. Accade negli
animali neonati, ma anche in quelli adulti: sei settimane dopo l'iniezione le aritmie sono quasi azzerate.
«Gli effetti negli animali restano per l'equivalente di una vita intera: un solo trattamento potrebbe perciò
bastare - dice Priori -. Abbiamo chiesto all'European Medicines Agency che la terapia venga considerata
farmaco orfano per accelerare le sperimentazioni nell'uomo: i virus usati come vettori si sono già dimostrati
sicuri ed efficienti in clinica, per cui i primi trial potrebbero iniziare entro 3-4 anni».
Il punto nevralgico della terapia genica è infatti la scelta di un virus-vettore adatto: la «navetta di trasporto»
deve essere efficiente e innocua, ad esempio non deve provocare reazioni immunitarie di alcun genere.
«Esistono due gruppi di vettori, i retrovirus e gli adenovirus/adenoassociati - interviene Luigi Naldini, direttore
dell'Istituto San Raffaele Telethon per la terapia genica di Milano -. I primi si integrano nel genoma e sono
indispensabili per trattare cellule che si riproducono, come i linfociti del sistema immunitario o le cellule
staminali: in questi casi serve che la cellula tramandi il gene giusto alle sue "figlie" e per farlo il pezzetto di
Dna va inserito nel genoma. I lentivirus, un sottogruppo di retrovirus, sembrano oggi molto adatti a questo
scopo. Gli adenovirus e gli adenoassociati invece sono vettori che restano nel nucleo senza però integrarsi
nel genoma. Fanno produrre la proteina del gene che trasportano, ma l'effetto non passa alle cellule figlie:
sono perciò utili per trattare tessuti che non si riproducono come i neuroni, le cellule del fegato, della retina o,
appunto, del cuore». «La terapia genica in futuro potrebbe essere utile per altre aritmie su base genetica,
come la sindrome di Brugada o del QT lungo - riprende Priori -. Se invece la struttura cardiaca è già alterata,
come nel caso della cardiomiopatia ipertrofica ereditaria, non è detto che sia possibile far regredire i danni già
presenti».
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/02/2015
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01/02/2015
Corriere della Sera
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Il prezzo (giusto?) della terapia genica
Il costo di un singolo trattamento ha ormai raggiunto il milione di euro Ma è una volta per tutte e può essere
ammortizzato in una decina d'anni Limiti L'esborso è molto alto perché gli studi sono impegnativi per ogni
malattia Vantaggi Con questa tecnica però i pazienti guariscono per sempre
Elena Meli
Nel 2012 l'European Medicines Agency e la Food and Drug Administration hanno autorizzato per la prima
volta l'immissione in commercio di una terapia genica, l' alipogene tiparvovec , contro il deficit di lipoproteina
lipasi, rarissima malattia genetica nella quale manca la capacità di metabolizzare i trigliceridi.
A fine 2014 la Germania ha pubblicato il «listino prezzi» della cura e da allora si è tornati a discutere su questi
trattamenti innovativi: nel caso specifico una sola iniezione sembra risolutiva, ma costa circa un milione di
euro.
Un prezzo analogo a quello che potranno avere in futuro altre terapie simili ora in sperimentazione. Costi
esagerati per sistemi sanitari a corto di risorse? «L'arrivo sul mercato della prima terapia genica è molto
positivo: finalmente l'industria investe nel settore, l'unico modo per rendere prescrivibili e disponibili queste
cure - risponde Luigi Naldini, direttore dell'Istituto San Raffaele Telethon per la terapia genica (Tiget) di
Milano, dove sono allo studio trattamenti per sette patologie, di cui tre in fase di sperimentazione clinica
avanzata -. Il costo è alto perché sviluppare una terapia genica richiede anni di studi dispendiosi, ma occorre
valutarlo in un'ottica più ampia: molte delle malattie trattate comportano spese enormi per i sistemi sanitari,
risolverle con un grosso esborso una tantum può essere vantaggioso. Ad esempio, per la profilassi
dell'emofilia con il fattore ricombinante si spendono 50-100 mila euro l'anno a paziente, senza contare ricoveri
e altri costi; potrebbero bastare pochi anni per ammortizzare un'eventuale terapia genica anche
dispendiosa».
Oggi sono oltre 1800 le sperimentazioni cliniche completate, in corso o approvate per più di un centinaio di
malattie. Gli intoppi, in passato, non sono mancati: i primi trial clinici risalgono al 1989-90 ma gli entusiasmi si
raffreddarono dopo alcuni casi di leucemia a seguito dei trattamenti, per «congelarsi» del tutto nel 1999,
quando il diciottenne Jessy Gelsinger fu il primo paziente a morire a causa di una terapia genica. Poi, con le
prime prove concrete di efficacia e i nuovi vettori usati per portare il materiale genetico all'interno delle cellule,
più sicuri ed efficienti, si è tornati a sperare.
E nella «rinascita» delle terapie geniche l'Italia è in prima fila: sono stati i ricercatori del Tiget ad aver
dimostrato nel 2002 la possibilità di curare in questo modo una grave forma di immunodeficienza, l'Ada-Scid,
dando nuovo impulso agli studi.
E proprio Telethon e l'Istituto San Raffaele hanno siglato accordi con aziende farmaceutiche per sviluppare e
rendere disponibili le terapie geniche in sperimentazione per 7 malattie: in cambio dei fondi per completare gli
studi necessari alla commercializzazione, le industrie esercitano un'opzione per mettere in futuro in
commercio la terapia eventualmente approvata. «Senza l'industria sarebbe impossibile far arrivare ai pazienti
queste cure, costosissime da mettere a punto. Purtroppo le terapie geniche hanno anche un altro punto
debole - aggiunge Naldini -. Se una patologia può essere curata somministrando il gene giusto, non è detto
che questo si applichi automaticamente ad altre malattie anche molto simili: per ognuna bisogna ripartire
daccapo, costruire il vettore più adatto per il gene da modificare e ripercorrere tutta la sperimentazione. Non
dobbiamo alimentare speranze infondate nei pazienti con patologie teoricamente curabili con la terapia
genica: i tempi per arrivare al "farmaco" sono sempre molto lunghi».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Foto: sulla ricerca per le terapie geniche www.telethon.it
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/02/2015
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Medicina
01/02/2015
Corriere della Sera
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(diffusione:619980, tiratura:779916)
Conseguenze A causa del dilagare del grasso in eccesso l'aspettativa di vita dei giovani potrebbe essere
inferiore a quella dei loro padri
Elena Meli
f
inalmente una buona notizia: dopo anni in cui il numero di bambini e adolescenti obesi e sovrappeso è
sempre stato in continua crescita, gli ultimi dati del Sistema di sorveglianza «Okkio alla salute» indicano che
c'è una prima, lieve flessione dei piccoli italiani con problemi di bilancia. Vietato abbassare la guardia, però,
perché tuttora il 30% dei ragazzini ha addosso chili di troppo e se si sconfina nell'obesità i guai sono davvero
tanti.
Stando agli studi presentati all'ultimo congresso internazionale Excellence in Pediatrics di Dubai, infatti,
l'eccesso di peso quasi raddoppia la probabilità di avere la pressione alta già alle elementari e spiana la
strada al fegato grasso, un problema che riguarderebbe quasi la metà dei ragazzini obesi.
E non basta: una ricerca dell'ospedale Bambino Gesù di Roma ha da poco dimostrato che il 9% dei bimbi
sovrappeso ha alterazioni alla retina, assenti nei coetanei normopeso.
«Chi è obeso da piccolo lo sarà quasi certamente da adulto, con serie conseguenze mediche e
socioeconomiche: l'aspettativa di vita dei giovani, oggi, è inferiore a quella dei loro padri proprio per il dilagare
del grasso in eccesso - osserva Maria Rosaria Filograna, referente per gli stili di vita dell'Osservatorio
nazionale sulla salute dell'infanzia e dell'adolescenza Paidòss -. L'obesità infantile, oltre ad aumentare il
rischio cardiovascolare e favorire la comparsa del diabete fin da giovanissimi, facilita lo sviluppo di malattie
ortopediche e crea grossi disagi psicologici. Un bimbo obeso deve essere controllato con bilanci di salute
dedicati in cui misurare pressione, colesterolo, trigliceridi, glicemia, indice di massa corporea e funzionalità
epatica; se si sospetta una steatosi al fegato, servono anche ecografie periodiche all'addome; tornare
normopeso riporta talvolta nella norma pressione e funzionalità epatica, ma il vero obiettivo è impedire ai
bambini di accumulare troppi chili, grazie a una dieta corretta, un'adeguata attività fisica e un'opportuna
educazione alimentare in ambiente familiare e scolastico».
Contro l'epidemia di obesità infantile si può agire, come hanno spiegato gli esperti Paidòss: rendendo le città
«amiche» di pedoni e ciclisti per favorire il movimento, adottando etichette nutrizionali più chiare, prestando
attenzione ai menu delle mense scolastiche, mettendo un freno alla pubblicità del «cibo spazzatura».
Nella vita quotidiana, poi, i genitori possono fare tantissimo, ad esempio seguendo le «Dieci azioni»
antiobesità del progetto MiVoglioBene della Società italiana di pediatria preventiva e sociale (www.sipps.it).
«La prevenzione inizia in gravidanza, con un'alimentazione sana e varia; nei primi mesi di vita il pilastro per la
salute futura dei bambini è l'allattamento al seno, perché riduce il rischio di obesità e altre malattie - spiega
Giuseppe Di Mauro, presidente Sipps -. Lo svezzamento, poi, deve essere una "educazione al gusto": pappe
colorate, ricche di frutta e verdura senza troppo zucchero o sale abituano ad apprezzare i vegetali. No alle
bevande zuccherate, che siano tè o camomilla o bibite gassate».
Le regole stilate dai pediatri ricordano l'importanza di consumare porzioni non troppo abbondanti e di
abbandonare il biberon entro i due anni, perché porta a introdurre più latte (e calorie) del necessario senza
che il bimbo se ne renda conto, visto il piacere che prova nella suzione. Da «vietare» i cibi ricchi di grassi e
troppo calorici, che stando a un'indagine presentata al congresso di Dubai, oltre a favorire l'accumulo di chili,
aumentano il rischio di colesterolo alto, stitichezza cronica, deficit di vitamine e minerali, e riducono le
capacità di attenzione e concentrazione. «E mai rinunciare alla prima colazione - conclude Di Mauro pensando di "tagliare" calorie: quelle introdotte al mattino vengono bruciate nella giornata, mentre saltare il
primo pasto aumenta il pericolo di obesità».
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/02/2015
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Diminuiscono i bambini sovrappeso, ma ancora uno su tre ha addosso
parecchi chili da smaltire
01/02/2015
Corriere della Sera
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(diffusione:619980, tiratura:779916)
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01/02/2015
Corriere della Sera
Pag. 51
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La «mappa» per curare meglio tutti i malati reumatici gravi
Conoscere le specifiche necessità consentirà di ottimizzare i servizi Dati certi Censite in 150 Asl le situazioni
di esenzioni dai ticket per sette patologie croniche invalidanti
Maria Giovanna Faiella
Soffrono di malattie reumatiche croniche e fortemente invalidanti, che non guariscono, anzi: possono
provocare col passare degli anni gravi disabilità. A fine 2013 erano oltre 370 mila gli italiani con esenzione dai
ticket per artrite reumatoide, psoriasi artropatica, lupus eritematoso sistemico, malattia di Sjogren, morbo di
Paget, Sclerosi sistemica progressiva (o sclerodermia), spondilite anchilosante.
Sono i dati rilevati dalla prima indagine a livello nazionale, realizzata da Amrer-Associazione malati reumatici
Emilia Romagna, basata sulle certificazioni rilasciate da 150 Aziende sanitarie locali.
Secondo studi epidemiologici, si stima che di queste sette malattie reumatiche soffrano circa un milione di
italiani. Come si spiega, allora, che a usufruire dell'esenzione specifica sia solo un malato su tre?
«Non è uno studio sull'incidenza di queste malattie, ma un censimento per singola patologia sul territorio, per
capire i bisogni dei pazienti - chiarisce subito il coordinatore Daniele Conti, responsabile dell'area progetti di
Amrer -. Una mappa così per le malattie reumatiche non esisteva».
I numeri emersi sono ancor più rilevanti proprio se si considera che l'indagine non censisce il «sommerso»,
ovvero tutti quei pazienti che non hanno utilità a farsi riconoscere l'esenzione specifica, perché già esentiticket per altri motivi, magari per età, o perché già con il riconoscimento di invalidità. Perché, allora, utilizzare i
codici di esenzione come parametro per fare la «mappa» dei malati e dei loro bisogni? «Le esenzioni
forniscono dati certi dati dalle Asl, che ne tengono traccia per la rimborsabilità delle prestazioni - dice Conti -.
Permettono così di sapere quanti pazienti soffrono di una determinata malattia reumatica nei singoli Comuni,
quali sono i bisogni di assistenza, nonché le esigenze legate all'età, al sesso, all'attività lavorativa. Per
esempio, è emerso che oltre 5.600 bambini e ragazzi sotto i 18 anni usufruiscono dell'esenzione per una di
queste patologie, ma i reparti pediatrici reumatologici sono pochi, 4-5 a livello nazionale, per lo più al Nord. La
maggior parte di questi bambini, quindi, riceve cure lontano da casa. Capita anche agli adulti: se nel luogo di
residenza non c'è il centro reumatologico, sono costretti a spostarsi per determinate terapie, con enormi
disagi, giornate di lavoro perse, costi privati e a carico del Servizio sanitario». Risorse che, se investite sul
territorio, permetterebbero ai pazienti di curarsi vicino casa, oltre a far risparmiare.
Insomma, il codice di esenzione è uno strumento che dà informazioni precise per interventi mirati sul
territorio. «La programmazione di percorsi specifici per i pazienti che hanno una determinata esenzione ricorda Conti - ha permesso, per esempio, in Emilia Romagna di anticipare i tempi della diagnosi per il lupus
eritematoso, come pure di garantire cure omogenee a chi soffre di sclerosi sistemica». E l'indagine rivela
anche un trend di costante aumento delle esenzioni per le patologie reumatiche: dal 2009 al 2013 circa 2 mila
in più all'anno in ciascuna delle 4 regioni prese come campione: vuol dire che nel nostro Paese per patologie
reumatiche si avranno oltre 40 mila esenzioni in più ogni anno.
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L'indagine Fonte: Amrer onlus (dati dicembre 2013) Corriere della Sera La stima degli italiani che soffrono di
malattie reumatiche croniche invalidanti (vedi sotto) Per quale malattia 1 milione I malati con esenzione dai
ticket (dati su 150 Asl) 371.586 5.670 hanno meno di 18 anni 241.530 hanno fra 18 e 65 anni (età lavorativa)
68% sono donne Artrite Reumatoide Malattia di Sjogren Morbo di Paget Psoriasi (Artropatica-pustolosa
grave) Sclerosi Sistemica Progressiva Spondilite Anchilosante Lupus Eritematoso Sistemico 154.607 31.009
28.108 5.194 118.244 16.566 17.858 di questi
L'esperto risponde
Foto: Indagine sulle esenzioni per malattie reumatiche croniche invalidanti www.amrer.it
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/02/2015
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01/02/2015
Corriere della Sera
Pag. 51
(diffusione:619980, tiratura:779916)
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Foto: alle domande dei lettori sulle malattie reumatiche all'indirizzo http://forum.
corriere.it/reumatologia/
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/02/2015
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01/02/2015
Corriere della Sera
Pag. 51
(diffusione:619980, tiratura:779916)
L'impegno degli italiani e i tagli alla sanità
Riccardo Renzi
Gli italiani sono salutisti? Forse definirli salutisti è un po' eccessivo, ma a ben guardare sembra che si stiano
comportando abbastanza bene in questo campo. Osserva l'epidemiologo Carlo La Vecchia, dell'Istituto Mario
Negri: «Se si guarda alla tendenza degli ultimi decenni, gli italiani fumano di meno, bevono molto meno
alcolici e sono meno obesi della popolazione di molti altri Paesi europei». Conferma questa tesi il rapporto
2014 dell'Ocse, appena presentato: secondo questi dati in Italia i fumatori sono in lenta ma costante
diminuzione da un decennio, siamo sotto la media dei Paesi sviluppati per il consumo di alcolici e aumenta
meno che altrove la percentuale di adulti obesi. I risultati: siamo quinti al mondo per aspettativa di vita (dopo
Giappone, Islanda, Svizzera e Spagna), un paio di anni in più della media, anche perché siamo sotto la
media per le due principali cause di morte, tumori e malattie cardiovascolari.
L'aspetto strano di questi dati è che siamo sotto la media anche per la spesa pro capite in sanità, molto al di
sotto di Germania, Francia, Stati Uniti. Insomma, viviamo di più e spendiamo meno. Per capire questo
«miracolo» non basterebbe un giorno di convegno. Ma una cosa comincia ad apparire chiara: secondo
l'analisi di molti esperti (e anche secondo l'ultimo parere della Corte dei conti sulla spesa sanitaria), siamo
arrivati al limite di questo miracoloso equilibrio, un limite oltre il quale se non si immettono risorse nel Sistema
sanitario, che finora ha retto ai tagli relativamente bene, rischiamo di perdere terreno in salute. Perché
comunque non basta certo la buona volontà salutista.
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/02/2015
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Pensa la salute
01/02/2015
Corriere della Sera
Pag. 51
(diffusione:619980, tiratura:779916)
Impatto pesante Artrite reumatoide e spondilite anchilosante colpiscono persone tra i 20 e i 40 anni Carenze
Molti pazienti sono ancora costretti a lunghe attese per visite ed esami
M. G. F.
artrite reumatoide e psoriasi artropatica sono, secondo l'indagine di Amrer, le malattie reumatiche invalidanti
che fanno registrare il più alto numero di esenzioni rilasciate dalle Asl (rispettivamente il 41,6% e il 31,82%);
la sclerosi sistemica progressiva e il lupus eritematoso, malattie con minore incidenza numerica ma
altrettanto severe, riguardano insieme il 12,8% delle esenzioni. «Sono condizioni che rendono complicati
anche i più semplici gesti quotidiani - dice Antonella Celano, presidente di Apmar, Associazione persone con
malattie reumatiche -. E poi c'è il dolore, spesso lancinante. Ricevere cure tempestive permetterebbe di
vivere meglio e di essere più autonomi». «L'impatto sulla qualità della vita è notevole, se si considera che
alcune malattie, come artrite reumatoide e spondilite anchilosante, colpiscono persone tra i 20 e i 40 anni aggiunge Carlo Salvarani, direttore della reumatologia dell'Azienda ospedaliera Irccs di Reggio Emilia -.
Spesso la diagnosi arriva dopo anni, il che non permette interventi tempestivi che potrebbero ridurre anche la
disabilità. Prima di andare dal reumatologo, i malati passano da uno specialista all'altro, sottoponendosi a
esami a volte non appropriati. Il reumatologo è la figura chiave per coordinare le diverse fasi diagnostiche e
terapeutiche col medico di famiglia e gli specialisti, dato che queste malattie possono colpire vari organi».
I dati dell'indagine forniscono indicazioni per riconsiderare l'intera «filiera» della presa in carico dei malati, con
Percorsi diagnostico-terapeutici-assistenziali (Pdta) legati alle singole realtà regionali.
«I Pdta sono il punto di partenza - sottolinea Carlo Maurizio Montecucco, direttore del reparto di
Reumatologia del Policlinico S. Matteo di Pavia -. Molti malati sono costretti a lunghe attese per visite ed
esami, o a spostarsi perché mancano servizi di reumatologia nella zona di residenza. Servono percorsi
organizzati, dalla diagnosi precoce fino al follow-up e alla riabilitazione, dai medici di famiglia ai centri
reumatologici, ai reparti». Sono obiettivi anche del Pdta realizzato da Anmar, l'Associazione nazionale malati
reumatici. «Lo stiamo presentando in diverse Regioni per spiegare che un percorso ben strutturato significa
risparmiare - riferisce il presidente Renato Giannelli -. Certo, nel momento in cui lo si programma, non si
possono ridurre i centri o gli ambulatori di reumatologia, che sono già scarsi».
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/02/2015
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Diagnosi e terapie tempestive ridurrebbero disabilità e costi
01/02/2015
Il Sole 24 Ore - Ed. domenica
Pag. 29
(diffusione:334076, tiratura:405061)
Leggere prima dell'uso
Silvio Garattini
È molto importante sapere che, se aumenta la cultura medica della popolazione e in particolare degli
ammalati, si ha un vantaggio generale: il paziente diverrà più conscio dei suoi diritti e partecipe delle decisioni
che riguardano la propria salute; il medico avrà la capacità di dialogare e la possibilità di meglio capire i
desideri del suo ammalato; il Servizio Sanitario Nazionale si gioverà di un clima più sereno e alla fine potrà
realizzare i suoi interventi con più razionalità.
Tuttavia questa è oggi una situazione da conquistare, perché spesso la cultura medica del cittadino è frutto di
letture su internet, dove si può trovare di tutto, compresi gli interessi di chi vuol vendere nuovi e vecchi
prodotti. Inoltre le informazioni si calano in una formazione scolastica che non aiuta a capirne il significato e il
contesto.
Per questo è molto importante avere a disposizione documenti pensati per aiutare a capire, da parte di chi
opera con spirito di indipendenza nella medicina.
Il libro di Maurizio D'Incalci e Lisa Vozza, dal titolo Come nascono le medicine, ha tutte le caratteristiche per
essere un elemento di cultura per quanto riguarda i farmaci, che rappresentano oggi un capitolo importante
della terapia e drenano oltre il 15% delle risorse del Servizio Sanitario Nazionale.
Si può dire che gli autori prendano per mano il lettore per fargli percorrere il labirinto delle procedure, dei
problemi e soprattutto della ricerca che determina la nascita di un nuovo farmaco.
La lettura è accattivante, il linguaggio è semplice senza grandi enfasi come d'altra parte nota il sottotitolo, La
scienza imperfetta dei farmaci, una scienza che spesso - per interessi industriali - esagera i benefici e
minimizza i rischi connessi alla somministrazione di qualsiasi farmaco. Una scienza che non riesce ancora a
personalizzare i trattamenti terapeutici, ma deve limitarsi a descrivere solo probabilità di successo.
Una scienza tuttavia che ha il merito di non accontentarsi mai e di continuare a migliorare perfezionando le
proprie conoscenze. D'Incalci e Vozza rappresentano una voce indipendente, equilibrata, attenta a non
creare illusioni e a evidenziare i limiti di qualsiasi trattamento farmacologico.
Auguri quindi a questo volume perché abbia molti lettori, nella speranza che susciti più dubbi che certezze,
più desiderio di sapere che sazietà di conoscenza.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Maurizio D'Incalzi , Lisa Vozza, Come nascono le medicine. La scienza imperfetta dei farmaci , Zanichelli,
Bologna, pagg.224,
€ 12,90.
Il brano qui sopra è la prefazione al libro scritta da Silvio Garattini, direttore dell'Istituto di ricerche
farmacologiche Mario Negri
di Milano
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/02/2015
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la scienza dei farmaci
01/02/2015
Il Messaggero
Pag. 18
(diffusione:210842, tiratura:295190)
Sanità , 24 miliardi di debiti con i fornitori
Lazio maglia nera con 5,9 miliardi Male la Campania TRA LE CAUSE SECONDO LA CGIA I RITARDATI
PAGAMENTI DELLE ASL E I PREZZI SPESSO FUORI MERCATO
R. Amo.
Il conto della Sanità italiana con i fornitori è una montagna da almeno 24,4 miliardi di euro. I dati sono riferiti
al 2013 (ultima rilevazione disponibile). Ma, tiene a precisare la Cgia di Mestre nella sua rilevazione, che si
tratta di numeri sicuramente sottostimati, visto che dal conteggio non sono inclusi i mancati pagamenti
registrati dalle Asl della Toscana e della Calabria. Euro più euro meno, la maglia nera va comunque al Lazio,
che risulta avere la sanità regionale più indebitata, con 5,9 miliardi di euro. Un vero record assoluto. «I dati
diffusi sono parziali», tiene a puntualizzare la Regione Lazio in una nota, «perchè non tengono conto dell'
ulteriore sforzo compiuto nel 2014 per dimezzare lo stock di debito e pagare i fornitori allineandosi alla media
europea». In particolare, «grazie all'anticipazione di liquidità per 2,3 miliardi, nel bilancio consuntivo 2014 è
infatti attesa un'equivalente riduzione del debito pregresso del sistema sanitario del Lazio di circa il 50%
rispetto al 2013». A puntualizzare è anche la Regione Campania, che rinvendica un livello di indebitamento
«dimezzato rispatto al 2010». LA CLASSIFICA Scorrendo la mappa delle più indebitate, si deve fare un bel
salto da oltre 2 miliardi di euro per arrivare al livello della numero due, la Campania, con 3,8 miliardi di euro,
davanti a Lombardia e Piemonte, entrambe con 2,2 miliardi e il Veneto, con 2 miliardi di euro ancora da
onorare. Se, invece, si rapporta il debito alla popolazione residente, il primato spetta al Molise, con 1.416
euro pro capite. Seguono il Lazio, con 1.017 euro pro capite, la Campania con 660 euro pro capite e il
Piemonte, con 510 euro per ogni residente. «Sebbene negli ultimi anni l'andamento dello stock del debito
sanitario risulti in calo - dice Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia - è verosimile ritenere che il dato
riferito al 2014 non si discosti moltissimo da quello fotografato per il 2013. Ovviamente, le politiche messe in
atto dagli ultimi governi attraverso le anticipazioni di liquidità sono proseguite anche l'anno scorso. Tuttavia,
aggiunge, tenendo conto del fatto che nel corso del 2014 dovrebbe essersi accumulata una nuova quota di
debito sanitario e aggiungendo i mancati pagamenti della Toscana e della Calabria, il debito complessivo non
dovrebbe allontanarsi di molto dal risultato emerso nella rilevazione del 2013». BUCO NERO Queste le
cause dell'indebitamento viste da Bortolussi: «Se da un lato le Asl pagano con molto ritardo è anche ormai
noto che in molti casi le forniture vengono acquistate ad importi superiori ai prezzi di mercato e con forti
differenze a livello regionale». Se, poi «come ha avuto modo di denunciare nel novembre scorso il ministro
Beatrice Lorenzin, nella sanità si annidano circa 30 miliardi di euro di sprechi», aggiunge, «è verosimile
ritenere che una parte dei ritardi nei pagamenti sia in qualche modo riconducibile a questa criticità».
Nonostante l'ammontare degli sprechi denunciato dal ministro Lorenzin, la Cgia tiene comunque a
puntualizzare che la spesa sanitaria italiana è inferiore di oltre 1,5 punti percentuali di Pil rispetto a quella
francese o tedesca. Inoltre, la qualità del servizio reso ai cittadini italiani, soprattutto in molte aree del Centro
Nord, non ha eguali nel resto d'Europa.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/02/2015
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IL RAPPORTO
01/02/2015
Il Fatto Quotidiano
Pag. 13
(tiratura:100000)
Il cartello del collirio non molla mai: nuova bacchettata
L ' ANTITRUST A MINISTERO E AIFA : ESTENDERE AI PRIVATI L ' ACCESSO AL FARMACO MENO
CARO / LE VENDITE Piovella, presidente degli oculisti: " Crollato del 90% l'Aventis (30 euro a iniezione),
solo da noi si spende per il Lucentis (1.400) "
Chiara Daina
Il caso dei due farmaci Avastin e Lucentis si arricchisce di un nuovo capitolo. Il Tar del Lazio all ' inizio di
dicembre conferma la multa da 180 milioni di euro dell ' Antitrust alle due aziende produttrici, Roche e
Novartis, per un cartello illecito che favorisce la vendita del farmaco più caro, il Lucentis (1.400 euro per
iniezione), contro quello più economico, l ' Avastin (30 euro per iniezione), per la cura della maculopatia, una
malattia dell ' occhio che porta alla cecità. La vicenda poteva sembrare chiusa. Ma il presidente dell ' Autorità
garante della concorrenza (Agcm) Giovanni Pitruzzella in una lettera del 13 gennaio al ministero della Salute
e all ' Agenzia italiana del farmaco (Aifa) solleva " criti cità concorrenziali " nella determina Aifa del 23 giugno
scorso in cui si riammette Avastin per l ' uso intravitreale off label. Il medicinale, che nel 2012 l ' Aifa esclude
da quelli erogabili a carico del Servizio sanitario nazionale, viene riservato alle strutture pubbliche. Il che "
comporta - scrive l ' Antitrust - , per le strutture ospedaliere private, il necessario ricorso al farmaco Lucentis "
, costosissimo, " attuando una ingiustificata discriminazione " . " L ' U T I L I Z ZO di Avastin in due anni è
crollato del 90%, costringendo lo Stato a spendere oltre un miliardo di euro in più per il Lucentis " denuncia
Matteo Piovella, presidente della Società oftalmologica italiana (Soi). Non solo. In Italia i pazienti affetti da
maculopatia sono 130mila, in un anno richiedono un milione di iniezioni, " ma all ' appello ne mancano
750mila - av verte Piovella -, significa che solo 250mila malati si sono curati, gli altri hanno fatto meno
iniezioni, aggravando il loro stato clinico, o peggio hanno rinunciato alla terapia. Nel pubblico ci sono liste d '
attesa infinite e gli oculisti coinvolti sono solo cento, meno del 2 % " . Al contrario, secondo Ims Health, nel
resto d ' Europa le vendite di Avastin sono cresciute del 3%. " Da noi - spiega il presidente Soi - su cento euro
spesi, 77 sono per il Lucentis, appena 22 centesimi per Avastin " . La vicenda non è chiusa. " L ' Aifa ha
autorizzato Avastin solo per la maculopatia senile e non anche per quella diabetica e per il glaucoma
neovascolare, lasciando fuori una fetta grande di pazienti " dichiara Giorgio Muccio, l ' avvocato dell '
Aiudapds (associazione di medici di day surgery) che per primo nel novembre 2012 ha fatto un esposto all '
Antitrust contro l ' intesa anticoncorrenziale tra Roche e Novartis.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/02/2015
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ROCHE/NOVARTIS
01/02/2015
Il Gazzettino
Pag. 12
(diffusione:86966, tiratura:114104)
Risparmi per duecento milioni, ma non basta
MESTRE - Duecento milioni di spesa farmaceutica tagliati non bastano a rimettere in piedi il settore. Lo
sforzo che il Veneto ha fatto (più che altre regioni) di contrarre la spesa farmaceutica territoriale rischia di non
essere sufficiente. E' scesa la spesa per la convenzionata (quella con ricetta) del 3, 2 per cento, ma è salita
del 7,51 la spesa per la non convenzionata. Di fatto il costo si è spostato dal pubblico all'utente. Ma se per la
spesa territoriale si è riusciti a fare un po' di risparmio (9,4 per cento contro l'11,06 che è la media nazionale),
per quella ospedaliera l'obiettivo imposto dal ministero di scendere sotto il 3,5 per cento rimane un miraggio:
4,60 per il Veneto, 4,53 la media nazionale. Risparmi il Veneto ne ha ottenuti anche nel numero delle ricette,
la "ricetta elettronica" ha consentito una riduzione del 2,70 per cento, contro un aumento medio nazionale
dello 0,4 per cento.
In sintesi per quello che riguarda la spesa farmaceutica convenzionata netta, il Veneto può vantare per il
2014 un decremento del 3,30 per cento, in linea con la media nazionale, questo grazie anche all'uso dei
farmaci generici che permettono un risparmio di spesa.
Quello che preoccupa maggiormente chi gestisce la sanità sono però le prospettive: il 75 per cento delle
risorse farmaceutiche viene consumato dagli over 75, e il trend nella nostra regione è in aumento, a oggi ci
sono 300mila persone sopra gli 80 anni. Essere longevi significa anche necessitare di cure maggiori. E anche
le disabilità sono in aumento.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/02/2015
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SPESA FARMACEUTICA Prospettive preoccupanti dovute all'aumento di longevità e disabilità
01/02/2015
Il Gazzettino
Pag. 12
(diffusione:86966, tiratura:114104)
La sanità riparte dall'Azienda zero
Le grandi scelte a un'agenzia centralizzata, l'organizzazione dei servizi alle Asl che verrebbero dimezzate
MESTRE Daniela Boresi Si chiamerà "Azienda zero", sarà una centrale acquisti, farà sintesi di bilancio,
gestione del personale, supererà le Asl e diventerà la "via veneta" alla riorganizzazione della Sanità, con la
benedizione del Mef e del Ministero della Salute che hanno dato l'ok alla fattibilità. Una rivoluzione che la
gestione Zaia sta studiando da tempo per superare quello che per la sanità sta diventando un vero e proprio
killer: la sostenibilità. Gli ultimi tagli, che per il Veneto dovrebbero pesare per 250 milioni di euro, metteranno
in ginocchio ancor di più un sistema che da un lato cresce nelle richieste dei cittadini e nell'offerta della
sempre crescente tecnologia e dall'altra perde linfa per alimentarsi. Gli "Stati generali della sanità" si sono
chiusi ieri all'ospedale all'Angelo di Mestre con il botto finale: lo ha messo sul tavolo Mauro Borin, direttore
della Programmazione risorse finanziarie del Sistema sanitario regionale. L'"Agenzia zero" o la Holding della
sanità, come viene chiamata, rivoluziona le carte. Fattori produttivi e controllo di gestione saranno così
accentrati e le singole Asl, con un bacino previsto di 400-500mila abitanti, diventano aziende di
organizzazione di servizi. Le cifre della riorganizzazione delle singole aziende sono per ora puramente
ipotetiche, ma dalle 21 attuali potrebbero restarne 10-12, fatte salve le due Aziende ospedaliere e l'Ircss.
Conseguenza: stop ai 21 bilanci diversi che finiscono poi in un consolidato, ma subito un bilancio unico;
acquisti per tutti e servizi unici. Borin è stato chiaro: «Oggi ogni Asl ha uffici legali, acquisti, gestione del
personale. Spese che si moltiplicano e che rischiano di essere diverse da Asl ad Asl. L'Azienda zero renderà
omogeneo tutto questo». Resta naturalmente il nodo dei tempi. E non è questione banale, se si tiene conto
che ci sono voluti 15 anni, e decine di riletture, per avere un Piano socio-sanitario condiviso e che la nascita
di questa nuova realtà non potrà prescindere da un dibattito politico. Il progetto, che lo stesso direttore
generale della Sanità veneta Domenico Mantoan ha detto avere alle spalle un percorso lungo di studi e
condivisioni (ad esempio con i Ministeri competenti per valutarne la fattibilità), avrà non pochi scogli da
superare. Ma qualcosa il Veneto (come altre regioni) si deve inventare con urgenza. L'allarme che ha lanciato
ieri Luca Pani, direttore generale dell'Aifa (Agenzia del farmaco) è pesantissimo: il mercato sta offrendo nuovi
farmaci mirati per patologie molto pesanti, come l'epatite C, ma anche antitumorali, o per la fibrosi cistica con
costi esorbitanti: si parla per quest'ultima patologia ad esempio di cure per 230mila euro a paziente.
Medicinali che un sistema sanitario che da 5 anni non aumenta il budget non potrà permettersi. Non è un
problema solo delle regioni meno virtuose: come ha sottolineato Mantoan anche il Veneto potrà non avere le
risorse necessarie. E' quella che i tecnici chiamano "sostenibilità" di un sistema sanitario che per uscire dal
pantano dei bilanci stretti si deve inventare una strada diversa. Il Veneto, e su questo il presidente Zaia è
stato sempre categorico, non pensa di introdurre nuove tasse, quindi la strada deve essere altra. E il taglio
delle Asl non è un tabù. L'"Agenzia zero" è la nuova carta che viene buttata sul tavolo: Asl snelle, con un
bacino d'utenza contenuto (l'economista Sabina Nuti dell Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa ha messo in
guardia dall'ingovernabilità di Asl troppo estese), ma soprattutto con il compito di gestire l'offerta sanitaria.
Lasciando alla politica le scelte e il resto all'"Agenzia zero". "Fantasanità"? Il progetto è nero su bianco, ha
destato sia interesse sia stupore. Alla politica l'ardua sentenza.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/02/2015
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
VENETO Progetto rivoluzionario: una super-holding per calmierare i costi e unificare i bilanci
01/02/2015
Libero
Pag. 16
(diffusione:125215, tiratura:224026)
Igiene a rischio nelle scuole di Roma: la Lorenzin manda i Nas
BRUNELLA BOLLOLI ROMA
Se non fosse un medico, per giunta uno che ha trascorso anni in prima linea nel settore dei trapianti, si
potrebbe quasi scusare l'ennesima gaffe del sindaco Ignazio Marino. Messo di fronte all'evidente stato di
degrado e incuria delle scuole di Roma e inguaiato prima da un'interrogazione del senatore Ncd Andrea
Augello, poi dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che ha annunciato ispezioni dei Nas nei vari istituti, il
sindaco ha risposto serafico: «Fa bene il ministro a preoccuparsi, mi auguro che lo faccia non solo nelle
scuole, ma anche nei luoghi di cura del nostro paese». Soprattutto nel centrosud, ha aggiunto, la sanità
pubblica appare «drammaticamente abbandonata, a causa di una gestione poco attenta del ministero della
Salute». Peccato che la sanità non sia di competenza del ministero. Marino ha contrattaccato convinto di
colpire il Nuovo centrodestra, partito da cui provengono le bacchettate più dure all'indirizzo del sindaco e di
cui fa parte la Lorenzin. Ma la sanità pubblica è gestita dalle Regioni (quasi tutte in mano alla sinistra) e nel
Lazio risponde al presidente Nicola Zingaretti, esponente del Pd come Marino. Eppure, «il marziano» della
capitale, reduce dal festone per i 25 anni del Muccassassina, storico locale gay della Capitale, non ha esitato
un secondo nel lanciare la sparata, puntando l'indice proprio su Roma: «Bene, brava Lorenzin, ma pensi
anche ai nostri pronto soccorso, dove ci sono tempi di attesa e sofferenze davvero inumane». Insomma, un
vero boomerang, una gaffe di fantozziana memoria. Tutto è partito dall'interrogazione di Augello, un vero
mastino specializzato nel pizzicare le figuracce dell'inquilino del Campidoglio, dallo scandalo delle multe non
pagate con la Panda rossa fino all'esposto sul degrado igienico di almeno 50 scuole, asili nido ed elementari,
tra topi, bagni guasti e tetti crollati. Augello ha raccolto la documentazione fornita da un gruppo di genitori,
Lorenzin è subito intervenuta annunciando l'invio di ispettori e dei carabinieri. «Con il solito fair play, Marino
ha reagito malissimo alla mia interrogazione e alla notizia che il ministero ha disposto accertamenti», ha
commentato Augello. «Inutile provare a ricordargli che mentre le scuole sono sotto la sua responsabilità civile
e penale in caso di infortuni, gli ospedali dipendono invece dal presidente Zingaretti». Anche Lorenzin ha
replicato: «Il sindaco stia tranquillo che Agenas e Nas vigilano sulla sicurezza delle strutture ospedaliere del
centro-sud e non tema: dopo il suo appello, saranno ancora più assidui a Roma».
Foto: Il ministro Beatrice Lorenzin manderà i Nas nelle scuole romane [Ansa]
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/02/2015
22
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Il sindaco Marino: «Pensi agli ospedali»
01/02/2015
Libero
Pag. 22
(diffusione:125215, tiratura:224026)
Roche, fatturato 2014 -3% per il payback ospedaliero
LARA LUCIANO
Un esercizio, quello del 2014, che Roche chiude con un fatturato complessivo di 820,3 milioni Euro, in
flessione del 3,3% rispetto al 2013. «In un contesto normativo ed economico complicato, i risultati di Roche
Italia sono in flessione. - commenta Maurizio de Cicco, Amministratore Delegato di Roche S.p.A. - I risultati
sono stati pesantemente penalizzati dalla nostra contribuzione al payback ospedaliero, un meccanismo
iniquo che colpisce, paradossalmente, le aziende che investono maggiormente in innovazione e che offrono
rivoluzionarie opzioni terapeutiche, cambiando la storia di alcune patologie come il tumore del seno». «Siamo
pienamente consapevoli della difficile situazione economica in cui versa la sanità pubblica nel nostro Paese spiega Maurizio de Cicco - e per questa ragione siamo stati i primi in Europa a concordare con le Autorità
Regolatorie meccanismi di rimborso sulla base dell'efficacia terapeutica dei farmaci innovativi. Anche nel
2014 abbiamo confermato la nostra piena disponibilità nel fare la nostra parte e trovare soluzioni sostenibili
per il sistema salute, negoziando ad esempio la prima combinazione di due farmaci biologici, Perjeta ed
Herceptin. Per la prima volta si è definito un costoterapia', con un risparmio significativo per il Sistema
Sanitario rispetto al costo dei due singoli farmaci. continua Maurizio de Cicco Il vincolo però di un
meccanismo iniquo come quello del payback ospedaliero, che costringe le aziende maggiormente impegnate
in innovazione a risanare lo sfondamento della spesa farmaceutica ospedaliera - peraltro sottostimata e non
adeguatamente finanziata - è ormai diventato insostenibile». Il payback sullo sforamento del tetto della spesa
farmaceutica ospedaliera, sostenuto da Roche in maniera quasi doppia rispetto alla quota del mercato
ospedaliero detenuta, è stato pari a oltre 62 milioni di euro, in pratica uno sconto ulteriore del 10% sui farmaci
Roche. Inoltre, l'Azienda ha finora restituito al Sistema Sanitario Nazionale 40 milioni di Euro come effetto
degli accordi negoziali innovativi conclusi con AIFA. Roche nutre grandi attese per il 2015, confidando che i
percorsi di collaborazione avviati con le Istituzioni, a partire dal Ministro della Salute, si concretizzino in
interventi a favore di un settore indiscutibilmente riconosciuto come strategico per il nostro Paese, anche in
riferimento ai tavoli di lavoro per la governance del Sistema appena annunciati.
Foto: Maurizio de Cicco, Amministratore Delegato di Roche S.p.A.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/02/2015
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De Cicco: «È una vera e propria tassa sull'innovazione»
01/02/2015
Libero
Pag. 22
(diffusione:125215, tiratura:224026)
AIFa : dal rapporto OsMed la 'foto' della farmaceutica
«I dati relativi all'uso dei farmaci in Italia nei primi nove mesi del 2014 confermano la crescita costante, pur se
contenuta, dei consumi e della spesa farmaceutica totale - ha detto il Direttore Generale dell'AIFA, Luca Pani,
presentando i dati dell'Osservatorio sui Medicinali OsMed - Gli italiani hanno acquistato in media, tra gennaio
e settembre dello scorso anno, 23 confezioni di medicinali e i farmaci più utilizzati sono stati, ancora una
volta, quelli del sistema cardiovascolare. La spesa pubblica, invece, vede al primo posto gli antineoplastici e
immunomodulatori. A fronte della riduzione della spesa convenzionata (-2,2%), assistiamo alla crescita della
compartecipazione a carico del cittadino e a un aumento della spesa per i medicinali acquistati dalle strutture
sanitarie pubbliche (+5,6%). L'analisi dei dati OsMed ci consente di riscontrare ancora importanti sacche di
inappropriatezza nell'uso dei farmaci per il trattamento dell'ulcera e dell'esofagite, ma anche nell'uso degli
antidiabetici. Per quanto riguarda l'aderenza ai trattamenti farmacologici, ampi margini di miglioramento
riguardano sia gli antidepressivi che i farmaci per i disturbi ostruttivi delle vie respiratorie. Quasi tutte le
Regioni hanno ridotto la spesa convenzionata e la Sicilia è la Regione che ha maggiormente ridotto consumi
(-3,6%) e spesa pro capite(-12,0%)». Le differenze regionali. Nei primi nove mesi del 2014 le tre regioni che
hanno fatto registrate la spesa convenzionata (classe A) più elevata sono state la Campania con 168,2 euro
pro capite, la Puglia 163,1 euro e la Calabria 160,2 euro; al contrario le Provincie Autonome di Trento e
Bolzano e l'Emilia Romagna hanno mostrato la spesa pro capite più bassa, pari rispettivamente a 108,1 euro,
96,9 euro e 104,1 euro; valori sensibilmente al di sotto della media nazionale di 135,3 euro. In diminuzione la
spesa convenzionata in tutte le Regioni italiane, ad eccezione della Provincia Autonoma di Bolzano e delle
Marche. Le maggiori riduzioni si registrano in Sicilia (-12,0%), in Umbria (-5,5%) e in Lombardia (-5,3%). In
discesa in tutte le regioni la spesa pro capite per i medicinali di classe C con ricetta. Le maggiori riduzioni
nella P.A. di Bolzano (-7,2%), nel Lazio (-7,0%) e in Sicilia (-4,9%). In diminuzione in quasi tutte le Regioni la
spesa per i farmaci per automedicazione, ad eccezione di Molise e Campania.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/02/2015
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I dati sulla spesa per i farmaci nei primi 9 mesi del 2014
VITA IN FARMACIA
28 articoli
01/02/2015
La Repubblica - Ed. bologna
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Negozianti divisi tra rabbia e timore di nuove figuracce
Le preoccupazioni principali riguardano le operazioni di carico delle merci "Problemi ce ne saranno, ma non
fasciamoci la testa prima del necessario"
CATERINA GIUSBERTI
ÈCOME la favola del pastore che gridava "Al lupo": dopo avere pianto per i TDays ed essersi sgolati per la
chiusura di Strada Maggiore, i commercianti ora ci vanno cauti con le lamentele, anche se il cantiere che sta
per cominciare spaccherà in due il cuore del centro storico, sventrando e ricucendo, per dieci mesi, la testa
della T. I più sereni sono quelli che si trovano sul lato sinistro di via Rizzoli, al riparo del portico.
«Meglio non parlare troppo presto - mette le mani avanti la responsabile di Max Mara Weekend, Susanna
Masi - altrimenti diventa come il discorso di Strada Maggiore, all'inizio una gran rivolta poi tutti contenti: è un
cantiere che ha fatto migliorare la città. O anche come i T-Days, all'inizio tutti erano impazziti e ora abbiamo
dei sabati pienissimi di clienti. C'è stato un incremento del turismo straniero, anche importante, andiamo
verso l'Expo, io direi: ragazzi proviamo». Stesso ritornello lì di fronte, da Furla: «Non diciamo di no a priori, se
sono lavori da fare». E alla Cartoleria Felsinea: «Cerchiamo di non fasciarci la testa prima del tempo, sono
lavori da fare e si faranno, se avremo disagi li comunicheremo, altrimenti ci si agita e basta».
Tra i fiori rossi e verdi di Disegual Ruth Bazan azzarda una previsione: «Sarà peggio di un TDay
permanente, perché i negozi saranno coperti dai teloni bianchi, e la gente non potrà camminare per strada. Io
penso che questo almeno in un primo tempo inciderà sulle vendite».
Lei viene da Malaga, in Spagna, e lì di zone pedonali ce ne sono parecchie, «calle Larios è come via
Indipendenza», sospira con una punta di nostalgia. Ne ha parecchia anche Carla Gambini, dell'Erboristeria lì
di fronte: esce in strada in pelliccia e guarda via Ugo Bassi come non la rivedrà per parecchio tempo, senza
auto, festosa, piena di gente.
«Qui per dieci mesi si arriverà solo a piedi e io sono preoccupata seriamente per il personale».
Il comitato, che rappresenta in tutto 150 esercizi della zona, si è riunito anche ieri mattina all'ultimo piano
della Coin, nell'ufficio del direttore Donato Verardi. «Il Comune ancora non ci ha risposto - spiega il
presidente, Giorgio Izzo Gualandi, della farmacia di via Ugo Bassi - abbiamo posto una serie di domande
concrete, non politiche, e speravamo di avere più considerazione». Una delle questioni più sentite è quella
della zona carico e scarico di via Caprarie, stretta tra i dehors, che da lunedì diventerà a doppio senso.
«Vedremo cosa succede lunedì alle sei, questo doppio senso è un controsenso totale, ma se ne
accorgeranno da soli», si lamenta Giovanni Tamburini.
«Ci arriveranno i camion in bocca, altro che smog», sbotta Aldo Felicori, della bottega del Caffé accanto.
Intanto Libero Ananiadis, uno dei due titolari di Altero, guarda già oltre: «Vogliamo chiedere al Comune se è
possibile pedonalizzare la via, dopo la fine del cantiere». Tra le altre richieste del comitato, che dovranno
essere discusse «nel tavolo permanente che istituiremo con l'amministrazione», c'è quella «di un'ambulanza
in piazza Re Enzo» e di «uno scarico merci in via Altabella». Poi c'è la questione dei corrieri di peso superiore
ai 35 quintali, che non potranno più attraversare via Indipendenza. «Li peseranno i vigli urbania occhio?».E
ancora, il tema della sicurezza: «Un bancale della Apple vale 100mila euro». Al gabbiotto della Tper in via
Lame un gruppetto di signore tampina chiunque abbia una divisa blu: nelle mani si rigirano i fogli con le
deviazioni degli autobus. «Lavoro al Maggiore, mi sto attrezzando con le deviazioni del 13», spiega la più
loquace.
Poco più avanti, una coppia di signore scruta un cartello appeso a una fermata: «Ci stiamo attrezzando, ci
sarà da camminare». Sempre meglio dell'autista di City Red Bus, il trenino dei T Days che percorre(va)
l'anello Re Enzo, Rizzoli, Castiglione, Farini, Galvani, Testoni: ancora non sa che strada dovrà fare sabato
prossimo. «Bella domanda, il Comune deve ancora farcelo sapere. Noi non carichiamo solo turisti, ma anche
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/02/2015
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IL RACCONTO
01/02/2015
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/02/2015
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bambini e anziani».
PER SAPERNE DI PIÙ www.cantierebobo.it www.tper.it
LE CIFRE
10 mesi I LAVORI Partiranno domani e finiranno in novembre. Dal 23 febbraio chiusura di via Ugo Bassi fino
a via Cesare Battisti, dal 24 marzo fino a via Testoni, e dall'estate fino a via Marconi
50mila I DEPLIANT Sono i volantini informativi de "La voce di Bobo" distribuiti nei giorni scorsi. Il punto
informativo di Piazza Re Enzo è aperto dal lunedì al sabato dalle 8 alle 20, negli stessi orari è attivo il numero
verde: 800031970.
Su internet: www.cantierebobo.it
16 LE LINEE DI AUTOBUS DEVIATE La linea 13 viene spezzata in due, come nei T Days, con capolinea in
via Lame per chi viene da Borgo Panigale e piazza Cavour per chi arriva dalla zona Murri. Nuova fermata
dell'Aerobus in via dei Mille.
Attive le navette A, in direzione nord-sud e la T1, nell'anello Due Torri-San Vitale. Le rastrelliere per le bici
sono state spostate nelle vie interne
50% SCONTO SULLA TARI I commercianti di Ugo Bassi e Rizzoli avranno l'esenzione totale dell'imposta
sulla pubblicità e della Cosap, la tassa per l'occupazione del suolo pubblico, più lo sconto del 50% sulla Tari
01/02/2015
La Repubblica - Ed. roma
Pag. 2
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Scuola, Lorenzin manda i Nas Marino: pensi agli ospedali La replica:
l'igiene è del Comune
Scontro dopo la decisione di inviare le ispezioni per gli istituti sporchi Il sindaco: "Preoccupa la sanità ".
L'opposizione: "Attacca Zingaretti"
GIOVANNA VITALE
BOTTA e risposta con gaffe tra il sindaco Marino e la ministra Beatrice Lorenzin. Lei, dopo le molteplici
denunce sul degrado in cui versano i nidi e le materne di Roma, ha deciso di inviare gli ispettori, affidando
un'indagine conoscitiva ai Nas. Lui, l'inquilino del Campidoglio, non l'ha presa benee l'ha praticamente
invitataa occuparsi di cose più importanti e urgenti, a partire dal caos nei pronto soccorsi degli ospedali (che
però dipendono dal suo compagno di partito, il governatore pd Nicola Zingaretti) accusandola di non
conoscere i problemi veri.
«Penso che come responsabile della Salute il ministro Lorenzin debba assolutamente svolgere ogni azione
necessaria per garantire la salute di tutti in città. Quindi fa bene a preoccuparsene», ha premesso il chirurgo
dem, «ma mi auguro che lo faccia, oltre che nelle scuole, anche nei luoghi di cura del nostro Paese,
soprattutto del centrosud», ha aggiunto, dicendosi «particolarmente preoccupato per la gestione dei nostri
grandi ospedali», dove, lì sì, «vorrei che un'azione di indagine venisse condotta perché purtroppo nei grandi
pronto soccorso, a causa di una gestione probabilmente poco attenta del ministero della Salute nei confronti
del servizio sanitario nazionale, ci sono tempi di attesa e sofferenze davvero inumane». Calando infine il
carico da novanta: «Purtroppo spesso agli osservatori internazionali con cui io ho la possibilità di confrontarmi
appare una sanità drammaticamente abbandonata». Esplicito il messaggio di Marino: la Lorenzin si
occupasse delle emergenze reali, invece che di quelle amplificate ad arte, magari mediante interrogazioni
parlamentari come quella del senatore del Ncd Andrea Augello, l'ennesima, che in Campidoglio considerano
strumentale. Lo dice chiaro l'assessore alla Scuola, Paolo Masini, dopo aver annunciato per la prossima
settimana incontri con i municipi, cui spetta la puliziae la manutenzione ordinaria, e con l'assessore ai Lavori
pubblici Pucci, titolare dell'edilizia scolastica: «È fondamentale che l'argomento della salubrità dei luoghi della
formazione dei nostri figli non diventi un pretesto per ingenerare allarmismo o peggio ancora speculazioni
politiche». Tranciante la risposta della ministra. «Stia tranquillo Marino che Agenase Nas vigilano sulla
sicurezza delle strutture ospedaliere del centro-sud, come dimostrano le decine di migliaia di ispezioni e
denunce effettuate ogni anno; e non tema che dopo il suo appello saranno ancora più assidui sulle strutture
romane, che ricordo sono sotto la competenza delle Asl e quindi della Regione». Una replica stizzita,
conclusa con una bacchettata: «I temi di igiene pubblica non possono essere sottovalutati da nessun
amministratore», specie «considerando che la pulizia delle scuole e la sicurezza per i bambini, così come le
misure per l'igiene dei luoghi pubblici, sono di competenza dell'ente locale». Marino, però, vuole avere l'ultima
parola: «Certi professionisti della politica dovrebbero guardare agli interessi delle personee non agli zero
virgola in più nei sondaggi elettorali. Nelson Mandela amava dire che se tutti coloro che temporaneamente
ricoprono un ruolo di servizio alla comunità, si occupassero di più dei propri compiti quotidiani, ne
guadagnerebbe tutta la società.
Io mi attengoa questa massima, mi aspetto che lo faccia anche il Ministro Lorenzin senza cadere in facili
strumentalizzazioni politiche». Sarcastico, invece, il commento di Augello: «Inutile ricordare a Marino che
mentre le scuole sono sotto la sua responsabilità civile e penale in caso di infortuni, gli ospedali non
dipendono dal ministro della sanità ma dalla Regione. Oltretutto accusare il povero Zingaretti di procurare
sofferenze inumane è davvero eccessivo, anche per il più agguerrito oppositore». Ancora più duro Alfio
Marchini: «Si parli di mafia o di corruzione, di topi nelle scuole che cadono a pezzi, di bancarelle abusive
oppure di campi rom, Marino non c'entra mai».
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/02/2015
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La polemica
01/02/2015
La Repubblica - Ed. roma
Pag. 2
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/02/2015
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ACCUSA
Mi auguro che il ministro si occupi di ospedali oltre che di scuole IGNAZIO MARINO SINDACO DI
ROMA
REPLICA
La pulizia delle scuole e la sicurezza dei bimbi dipende dagli enti locali BEATRICE LORENZIN
MINISTRO DELLA SANITÀLE TAPPE
LE DENUNCE Nei giorni scorsi sono state numerose le denunce sullo stato di degrado in cui versano le
scuole romane I NAS Per verificare lo stato in cui versano le scuole di Roma, il ministro della Salute Lorenzin
ha annunciato l'invio dei Nas LA POLEMICA Ieri, dopo l'annuncio della Lorenzin, la replica del sindaco
Marino: "Pensi allo stato in cui si trovano gli ospedali"
01/02/2015
La Repubblica - Ed. roma
Pag. 4
(diffusione:556325, tiratura:710716)
Cure veloci e integrate nasce il polo regionale per i tumori al seno
Via al decreto di Zingaretti: una rete di 39 centri sul territorio Nelle Asl le sedi di riferimento. L'iter, dallo
screening agli interventi
ANNA RITA CILLIS
UNA rete capillare, in ogni Asl, per la prevenzione la diagnosi e la cura del tumore alla mammella. A definirla
è il nuovo decreto a firma del commissario ad act per la sanità del Lazio, Nicola Zingaretti. Un documento che
delinea non solo le strutture alle quali potersi rivolgersi sul proprio territorio ma anche i tempi di attesa per
mammografie ed ecografie che andranno dalle 72 ore, per le urgenze, ai 60 giorni per quelle "differibili" fino a
quelle programmate. Obiettivo, spiegano dalla Regione, «è di superare le attuali criticità come la carenza di
coordinamento, frammentazione dei centri, duplicazioni, lunghi tempi di attesa».
Al lavoro ci sarà un gruppo di espertie tecnici, le associazione dei pazienti e il tutto sarà coordinato Regione
così come delineato dal ministero della Salute. Una nuova rete che sarà articolata in 39 centri di screening,
36 strutture di diagnostica clinica e 15 centri di senologia dove saranno effettuati gli interventi chirurgici e di
ricostruzione. L'obiettivo è di fornire alle donne «una risposta ai diversi bisogni assistenziali indicando un
percorso che stabilisce la presa in carico dallo screening, accertamento diagnostico, diagnosi, fino
all'intervento terapeutico riabilitativo». Un percorso che prevede anche, in alcune Asl, il potenziamento, dei
centri esistenti o la nascita di altri ad hoc lì dove dovessero mancare: una mappatura collegata anche al
piano di riordino delle rete ospedaliera programmato dalla Regione nei mesi scori.
Motore del decreto anche la necessità dettata dai numeri: nel 2013 - secondo la Regione - sono stati stimati
nel Lazio circa 3mila casi incidenti e 55mila casi prevalenti di tumore maligno al seno. Patologia oncologica
che rappresenta il 41 per cento delle neoplasie maligne nelle donne nella fascia di età tra 0 e 49 anni, il 35
per cento tra 50 e 69 anni e il 21 per chi ha più di 70 anni ed è tra i decessi legati alle neoplasie prima causa
di morte tra le donne. «Il piano approvato crea una rete diffusa, qualificata, riconoscibile - spiega il presidente
della Regione, Nicola Zingaretti - oggi il sistema assistenziale non è di facile accesso perché disarticolato.
Con la nuova rete puntiamo a dare e delle cure migliori con maggiore tempestività, per creare speranza e
arginare la solitudine nella quale spesso le donne affrontano la malattia».
I PUNTI I CASI Nel 2013 sono stati stimati nel Lazio circa 55mila casi prevalenti di tumore maligno alla
mammella LA NUOVA RETE Prevede 39 centri di screening, 36 strutture di diagnostica clinica e 15 centri di
senologia
Foto: ECOGRAFIE Le Asl stabiliranno a scadenze determinate le ecografie. A sinistra, Nicola Zingaretti
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/02/2015
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Sanità
01/02/2015
La Repubblica - Ed. roma
Pag. 5
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"San Filippo Neri, 18 milioni per il rilancio"
"In due anni ricostruiremo ex novo più della metà dell'immobile con fondi già impegnati. Nei prossimi mesi
riapriremo il centro per la Procreazione assistita"
CARLO PICOZZA
SONO pronti «diciotto milioni» per ristrutturare il complesso edilizio storico del San Filippo Neri, migliorarne
l'accoglienza e il comfort. «In poco più di due anni», annuncia Angelo Tanese, direttore della Asl RmE cui ora
l'ospedale fa capo, «ricostruiremo ex novo più della metà dell'immobile, con fondi già impegnati». «Nei mesi
prossimi», continua, «riapriremo il centro per la Procreazione assistitae potenzieremo il Punto nascita con la
nuova sala parto: faremo del San Filippo Neri un riferimento regionale per la Medicina della riproduzione».
Nel Piano regionale per la riorganizzazione della rete ospedaliera, però, dall'ospedale sparirà la
Cardiochirurgia: armi e bagagli e l'équipe sarà associata a quella del San Camillo. «Resteranno tutte le altre
specialità mediche e chirurgiche», replica Tanese, «e saranno rilanciate grazie all'integrazione con gli altri
ospedali della Asl, il Santo Spirito e l'Oftalmico; il Centro trasfusionale e il Laboratorio analisi diventeranno
centri regionali, i cosiddetti hub, e realizzeremo un polo oncologico con il concorso del San Filippo Neri e del
Santo Spirito».
Dovranno ricredersi, insomma, quanti pensavano che il San Filippo Neri, dopo il declassamento da azienda
ospedaliera (una delle tre del Lazio, con Il San Camillo e il San Giovanni)a presidio della RmE, finisse su un
binario morto? La gran parte dei primari dei reparti di eccellenza, che già stavano pensando di fare le valige
per imprimere una svolta alla loro traiettoria professionale, ora sembrano interessati al rilancio annunciato. Da
Giovanni Battista Grassi (Chirurgia oncologica) a Nicola Mangialardi (Chirurgia cardiovascolare), da Giulio
Speciale (Emodinamica) ad Alessandra Mirri (Radioterapia), da Maurizio Valeriani (Chirurgia plastica) a
Luciano Mastronardi (Neurochirurgia), solo per fare qualche nome, dopo tre anni di incertezze e frustrazioni
stanno ritrovando la fiducia.
Anche se, con il personale al lumicino, senza il turnover necessario,i programmi rischiano di restare al palo.E
resta il dubbio sul ruolo delle Chirurgie specialistiche in un ospedale che non è più azienda: nei Paesi europei
con sistemi sanitari più avanzatie in alcune aree sanitarie italiane si registrano da tempo processi di
accorpamento e centralizzazione. In altre parole, sono i grandi numeri a garantire sicurezza e risultati migliori
per i pazienti. È una sfida. Riuscirà il presidio ospedaliero San Filippo Neri a vincerla? Intanto ci prova, con il
conforto dei numeri, dei risultati e dei "nomi" che l'onda lunga della sua offerta "aziendale" ha lasciato in dote,
«dopo tre anni di incertezza, apprensionee tanta confusione tra il personalee tra i cittadini». PER SAPERNE
DI PIÙ www.regione.lazio.it www.roma.repubblica.it
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/02/2015
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IL CASO / DOPO IL DECLASSAMENTO, IL PROGRAMMA DEL MANAGER DELLA ASL RME
01/02/2015
La Repubblica - Ed. roma
Pag. 5
(diffusione:556325, tiratura:710716)
Emergenza San Camillo D'Amato: "Dopo anni bui la luce in fondo al
tunnel"
IL PRONTO SOCCORSO Ora c'è un primario per il pronto soccorso E adesso quel reparto va riorganizzato
MAURO FAVALE
ALTRO che moribondo, anzi: «Il San Camillo vede la luce in fondo al tunnel», assicura Alessio D'Amato, alla
guida della cabina di regia della sanità laziale. Ammette «le difficoltà e le criticità della struttura» ma rivendica
«le prospettive di rinascita di questo ospedale, uno degli hub più importanti, non solo a livello regionale ma
anche nazionale». È innegabile, però, lo stato di affanno in cui versano diversi reparti.
«I problemi ci sono, certo. Ma sarebbe ingeneroso non dire che, dopo tanti anni bui, oggi possiamo parlare di
rinascita del San Camillo».
Cominciamo col pronto soccorso.
«I reparti di emergenza della nostra regione sono efficaci, nel senso che salvano la vita dei nostri malati. Il
problema è che devono diventare anche efficienti, migliorando i meccanismi organizzativi, dimettendo i
pazienti ogni giorno e non tre volte a settimana». E quello del San Camillo? «Da meno di una settimana
abbiamo finalmente un primario per il Dea. Abbiamo chiesto a lui e al dg D'Urso un progetto di
riorganizzazione di quel reparto costruito male, con locali angusti, corridoi troppo stretti e scarsa privacy».
Basterà per allentare la pressione sul pronto soccorso? Ci sono malati che denunciano di attendere anche 34 giorni lì dentro.
«Saranno codici verdi che in pronto soccorso non devono arrivare perché vanno presi in carico dalla sanità
territoriale. Stiamo lavorando per rafforzare questo settore con accordi coi medici di base che lavorano nei
week end e attraverso le case della salute.
E i risultati si vedono: mentre il 15 gennaio i pazienti in attesa di ricovero al San Camillo erano il 35%,
stamattina (ieri, ndr), quella percentuale era al 25%».
Come si rilancia il San Camillo? «I dati del ministero dimostrano che questa è già una struttura d'eccellenza:
nell'ultimo anno c'è stato un incremento del 13% del trattamento delle fratture al collo del femore entro le 48
ore, il trattamento dell'infarto acuto al miocardio nei primi 90 minuti è salito dal 30 al 38%. E ancora, è
cresciuta del 15% l'attività dei trapianti. Con 8 milioni finanziamo il nuovo reparto di maternità. Questa
struttura non è certo destinata a morire».
I tagli degli anni passati, però, hanno contribuito a metterla in ginocchio.
«Non c'è dubbio, ma nonostante il blocco del turn over stiamo riuscendo a bandire i concorsi per primario:
dopo il Dea toccherà a ginecologia. Questo è il quarto ospedale laziale per parti l'anno, quello che fa meno
ricorso al taglio cesareo. Abbiamo autorizzato il dg D'Urso a prendere un cardiochirurgo e 10 infermieri.
Paghiamo questa situazione, è vero, soprattutto in termini di età media che si alza. Ma siamo in una fase
strategica: nel secondo semestre 2015 apriremo una stagione nuova che ci porterà allo sblocco del turn
over».
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/02/2015
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L'INTERVISTA/ RESPONSABILE CABINA DI REGIA SANITÀ
01/02/2015
La Repubblica - Ed. torino
Pag. 3
(diffusione:556325, tiratura:710716)
Chiamparino è commissario straordinario
(s.str.)
SERGIO Chiamparino da ieri è ufficialmente commissario straordinario con poteri speciali per pagare i
creditori della Regione. Il decreto del ministeroè arrivato, conferma il vicepresidente Aldo Reschignae il
Piemonte, oltre al miliardoe 400 milioni già richiesto per pagare i fornitori (900 per i creditori della sanità e 500
per tutto quello che non è sanità, dai Comuni ai consorzi alle migliaia di fornitori di servizi) ha inviato
un'ulteriore richiesta per 303 milioni che serviranno a pagare debiti che non riguardano la sanità.
Nella lista della Cgia di Mestre, il Piemonte è inserito fra le Regioni "cattive", quelle che hanno uno dei debiti
più alti in Italia con i fornitori della sanità, 2 miliardi e 200 milionia parità con la Lombardia e subito alle spalle
di Lazio e Campania, 3 miliardi e 800 milioni. «Con queste risorse prosegue Reschigna - abbiamo intenzione
di abbattere i tempi di attesa di pagamenti in sanità e ridurli a non più di sei mesi».
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/02/2015
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IN REGIONE
01/02/2015
La Stampa - Ed. torino
Pag. 44
(diffusione:309253, tiratura:418328)
Gli infermieri contro i turni da 12 ore
claudio laugeri
I turni di 12 ore di infermieri e operatori sociosanitari sono «fuorilegge». E sono pericolosi. Per tutti. È questa
la tesi dei trenta dipendenti che hanno sottoscritto il ricorso contro la propria Asl (la To5, Chieri-CarmagnolaMoncalieri-Nichelino), che in questi giorni finirà sul tavolo dei giudici del lavoro al Palagiustizia. Ma questa è
una «bomba» giudiziaria che potrebbe far saltare tutto il sistema messo in piedi da varie Asl a Torino e
provincia. A scatenare la reazione degli infermieri era stato il malore di un caposala del Martini, crollato
proprio dopo un turno di 12 ore al pronto soccorso dell'ospedale in via Tofane. In ordine sparso
Questo tipo di organizzazione del lavoro è ormai diffusa. Gli orari sono stati adottati in tempi diversi e in
modo autonomo da ciascuna Asl. Nella To5, il passaggio dai turni di 6 ore a quelli di 12 è avvenuto nel 2013,
dopo sei mesi di sperimentazione. «Ma senza contrattazione con i sindacati» spiegano gli avvocati Antonella
Delaurenti e Elena Pisani,aiutati dalla consulente Angela Gammino. Sembra, però, che quello sia il futuro.
Questione di costi.
Ma la presentazione pareva allettante: con il sistema delle 12 ore, infermieri e Oss avrebbero lavorato 3
giorni a settimana, con maggiore impegno concentrato, ma anche più tempo da dedicare alle famiglie. La
realtà, però, è un'altra. Con una montagna di problemi snocciolati nel ricorso. Uno suona addirittura come
una beffa. I turni da 12 ore risultano come una sorta di «accorpamento» di due turni da 6. Ma questa
variazione non è stata comunicata all'Inps. Così, nell'eventualità di malattia o infortunio il dipendente è
«coperto» soltanto per 6 ore. Le altre, finiscono in una «banca ore» da recuperare. Nei giorni che in teoria
dovevano rimanere liberi, è ovvio. Così, infermieri e Oss si ritrovano a lavorare per 5-6 giorni di seguito e per
il doppio delle ore. Nelle settimane più intense, qualcuno è arrivato a fare l'«en plein», sette su sette. Lavoro
a nastro
Questo è soltanto un aspetto. Nella Asl 5 (e non solo) esiste il meccanismo della «reperibilità». Applicato a
un turno di 6 ore, lo raddoppia. Ma quando le ore sono 12, il conto sale a 18. Contro ogni logica. E il buon
senso. Storia vissuta in prima persona da qualcuno che ha firmato il ricorso. In questo modo, l'Asl risparmia
molte risorse, in termini di personale e di denaro. Buste leggere
Il passaggio da cinque a tre giorni di lavoro (sulla carta) porta a tagli sulle indennità di turno, sui festivi e sui
notturni. Dai 2 ai 5 mila euro l'anno. Da moltiplicare per tutti gli infermieri e gli Oss. «Per questi motivi,
riteniamo illegittimo il turno di 12 ore così strutturato» ribadiscono gli avvocati Delaurenti e Pisani.
Per non parlare della sicurezza. «L'episodio del collega crollato dopo un turno di pronto soccorso al Martini
mi pare emblematico - sostiene Daniele Baldinu, infermiere alle Molinette e segretario provinciale del Fials -.
Quanto è accaduto a quel caposala è la dimostrazione dei rischi legati ai turni di 12 ore». Da tempo, il
sindacalista studia il fenomeno e ha raccolto le testimonianze di colleghi. «Molti hanno problemi a dormire,
qualcuno è costretto a prendere sonniferi - spiega -. C'è chi è andato in depressione e chi ha avuto la chiara
percezione di un calo di attenzione nelle ultime ore di turno. È un rischio per il lavoratore. Ma anche per il
malato».
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/02/2015
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Sistema sotto accusa
01/02/2015
La Stampa - Ed. torino
Pag. 55
(diffusione:309253, tiratura:418328)
Tbc, lite sulla chiusura del reparto al San Luigi
massimo massenzio
Continua a far discutere la chiusura temporanea del reparto di isolamento per i pazienti affetti da tubercolosi
dell'ospedale San Luigi. Da venerdì i posti letto sono stati definitivamente sgombrati, ma i lavori di
ristrutturazione non inizieranno. Almeno non in quelle camere, diversamente da quanto annunciato in
consiglio regionale.
La direzione sanitaria ha infatti intenzione di ricavare una nuova struttura all'interno di Pneumatologia, ma il
responsabile del reparto Tbc, Maurizio Onoscuri, attacca: «Nessuno ci ha interpellato, così ci vorrà almeno
un anno. E le camere sono già state occupate da due pazienti in arrivo dal pronto soccorso. Mi chiedo come
abbiano fatto a ripulire e sanificare i locali in poche ore». Immediata la replica del direttore sanitario
dell'azienda ospedaliera, Carlo Picco: «Tutte le operazioni si svolgono sempre in completa sicurezza. I tempi
per ristrutturare il vecchio reparto o per allestirne uno nuovo sono gli stessi».
Lo scontro si era aperto alla vigilia di Natale, dopo un controllo che aveva messo in evidenza alcune carenze
delle camere di isolamento. La direzione aveva deciso la sospensione dei nuovi ricoveri e qualcuno aveva
subito pensato a una chiusura definitiva, ma l'assessore regionale alla Sanità, Antonio Saitta, era stato
categorico: «Non appena saranno dimessi tutti i pazienti cominceranno le procedure per i lavori di
ristrutturazione».
Dalla Regione era arrivato addirittura un elenco dettagliato delle opere da eseguire, con la precisazione che
«i lavori potranno iniziare solo quando saranno dimessi tutti i pazienti». Da venerdì il reparto è stato liberato,
ma dalla prossima settimana quei posti letto verranno di nuovo occupati: «Non cambia nulla - assicura Picco In sei mesi, al massimo in autunno il reparto sarà di nuovo operativo».
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/02/2015
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Orbassano
01/02/2015
La Stampa - Ed. savona
Pag. 50
(diffusione:309253, tiratura:418328)
Il Comune con cento proprietà incassa 669 mila euro di affitti
E' di oltre 669 mila 261 euro la somma che Palazzo Sisto prevede di incassare nel 2015 dall'affitto ai privati di
terreno, appartamenti, magazzini o altri tipi di locali. Nello specifico, 514 mila euro saranno proventi da affitti
attivi di fabbricati in genere, 53 mila da canoni per fabbricati di diverso tipo e circa 102 mila dall'affitto di fondi
rustici.
Gli alloggi affittati in città, la maggior parte dei quali sono quelli nell'immobile di via Garroni sono 25, per un
canone mensile che va dai 40 ai 289 euro, a seconda della metratura degli alloggi mentre tra i vari locali
commerciali che il comune affitta a privati ce ne sono alcuni del «salotto buono» del centro cittadino. Tra
questi risultano i negozi in corso Italia di abbigliamento Quinta Avenue, Sisto Quarto, la gelateria Sisto Quarto
o la Farmacia della Ferrera in corso Italia, per un canone mensile che va da mille e 8 euro per la gelateria a 2
mila 981 euro di Quintavenue.
Ci sono poi locali affittati ad associazioni sportive e di volontariato che occupano locali di proprietà del
Comune, ma anche all'Azienda sanitaria del savonese. Molte le porzioni di terreno o orti che
l'amministrazione affitta a privati e non, compresa la parrocchia di San Paolo [e.r.]
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/02/2015
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CASE, TERRENI E NEGOZI FRUTTANO POCO A PALAZZO SISTO IV
01/02/2015
Il Messaggero - Ed. roma
Pag. 41
(diffusione:210842, tiratura:295190)
Marino: «Ora si pensi anche a tutti gli ospedali» La replica: «Vigiliamo già»
Fabio Rossi
LA POLEMICA È scontro tra Ignazio Marino e Beatrice Lorenzin sul dossier-denuncia di alcuni genitori sulla
condizione di molte scuole romane, raccolto dal senatore di Ap Andrea Augello, per il quale il ministro della
Salute ha annunciato l'invio dei Nas e degli ispettori per verificare igieniche e sicurezza. «Fa bene il ministro a
preoccuparsene, mi auguro che lo faccia non solo nelle scuole ma anche nei luoghi di cura del nostro Paese affonda il colpo l'inquilino del Campidoglio - Io sono particolarmente preoccupato per la gestione dei nostri
grandi ospedali, dei nostri pronto soccorso». Marino chiede «un'azione di indagine» alla Lorenzin «perché
purtroppo nei grandi pronto soccorso, a causa di una gestione probabilmente poco attenta del ministero della
Salute nei confronti del servizio sanitario nazionale, ci sono tempi di attesa e sofferenze davvero inumane». I
PRONTO SOCCORSO A stretto giro di posta arriva la replica del ministro della Salute: «Stia tranquillo il
sindaco Marino, che Agenas e Nas vigilano sulla sicurezza delle strutture ospedaliere del centro-sud, e non
tema che dopo il suo appello saranno ancora più assidui sulle strutture romane, che ricordo sono sotto la
competenza delle Asl e quindi della Regione». Secondo la Lorenzin, però, «i temi di igiene pubblica non
possono essere sottovalutati da nessun amministratore, considerando poi che la pulizia delle scuole, così
come le misure per l'igiene dei luoghi pubblici, di competenza dell'ente locale, fanno parte delle politiche di
salute pubblica e necessitano di un coordinamento operativo sicuramente più pragmaticamente risolvibile
rispetto alla riforma del titolo V della Costituzione, che speriamo di portare presto a compimento». A Augello
rincara la dose: «Inutile provare a ricordare a Marino che, mentre le scuole sono sotto la sua responsabilità
civile e penale in caso di infortuni, gli ospedali ed i pronto soccorso dipendono invece dal presidente della
Regione Zingaretti». Marino, per la contro-replica, si affida a una citazione di Nelson Mandela: «Se tutti coloro
che ricoprono un ruolo di servizio alla comunità si occupassero di più dei propri compiti quotidiani, ne
guadagnerebbe tutta la società. Io mi attengo a questa massima, mi aspetto che lo faccia anche il ministro
senza cadere in facili strumentalizzazioni politiche». Dalla maggioranza Fabrizio Panecaldo, capogruppo
capitolino Pd, e Dario Nanni, presidente della commissione lavori pubblici, chiedono invece al ministro
Lorenzin di «rafforzare la richiesta di risorse per la manutenzione delle scuole, oggi bloccate dal patto di
stabilità». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Foto: Polemica tra il sindaco e il ministro sul degrado nelle aule
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/02/2015
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Nas anti-degrado nelle scuole di Roma botta e risposta tra sindaco e
Lorenzin
01/02/2015
Il Messaggero - Ed. umbria
Pag. 37
(diffusione:210842, tiratura:295190)
L'esame per la celiachia? Prego ripassi c'è posto soltanto a metà luglio
FOLIGNO L'esame del sangue per la celiachia? Prego, ripassi a luglio, a metà luglio. È la riposta che si è
sentito dare un utente della sanità pubblica al punto Cup di una farmacia pubblica di Foligno. Gentilissima,
educata, pronta a dare tutte le riposte del caso, l'addetta, una volta letta la ricetta e interrogato il computer, è
rimasta incastra nel calendario. «Mi dispiace, un posto libero c'è solo il 12 luglio».
La richiesta è stata fatta allo sportello mercoledì 28 gennaio. Fatti i conti sono, praticamente, cinque mesi e
mezzo. Il motivo di tanta attesa? Sembra che di prova anti celiachia ne venga fatta solo una al giorno.
Possibile?
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/02/2015
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Pianeta sanita'
01/02/2015
Il Messaggero - Ed. ancona
Pag. 43
(diffusione:210842, tiratura:295190)
SANITÀ
«Mi auguro si tratti di un episodio isolato ascrivibile a contingenze del momento». Non risparmia critiche l'
assessore alla sanità Fabrizio Volpini dopo la vicenda dell'ambulanza arrivata con quasi un'ora di ritardo per
soccorrere un anziano con difficoltà respiratorie. I familiari, accortisi del malore del 75enne, hanno chiesto
telefonicamente l'intervento del 118. La chiamata è stata registrata alle 15,55. Ma l'ambulanza è arrivata
nell'abitazione di borgo Bicchia solo alle 16,40, quasi un'ora dopo. Trequarti d'ora di angoscia e
preoccupazione per i familiari dell'anziano che nel frattempo hanno chiesto l'intervento della Polizia.
Nonostante le ripetute richieste di fare presto arrivate anche dalla Polizia, l'ambulanza è arrivata con un
ritardo. Secondo i parenti del paziente, poi ricoverato in ospedale, i sanitari si sarebbero giustificati spiegando
l'impossibilità di arrivare prima a causa di «carenze di mezzi e personale». «Situazioni di questo tipo non
devono assolutamente ripetersi - commenta Volpini - Il potenziamento dei pronto soccorso è uno dei punti
inseriti nel piano di riorganizzazione sanitaria varata dalla Regione. Un piano che è stato approvato e dunque
la Regione deve mantenere gli impegni. Il documento, tra l'altro, a fronte della riconversioni di ospedali minori
come quello di Sassoferrato e Chiaravalle, prevede il potenziamento proprio dei dipartimenti di emergenza
degli ospedali principali, con un incremento dei mezzi, tra cui le ambulanze, e di personale». Volpini precisa
anche che il sistema del soccorso con l'organizzazione del 118 a Senigallia è stato tra i primi e meglio
strutturati di tutta la regione, tanto da essere preso spesso ad esempio. «Ritardi nei soccorsi, quanto meno di
questa entità, fortunatamente non si sono mai verificati nella nostra zona - conclude - Mi auguro che
l'episodio di Borgo Bicchia sia stato provocato da una carenza di mezzi e personale assolutamente
contingente».
G.Man.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/02/2015
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Soccorsi in ritardo, Volpini:spero sia un caso isolato
01/02/2015
Il Messaggero - Ed. pesaro
Pag. 43
(diffusione:210842, tiratura:295190)
- Parte dalla provincia di Pesaro e Urbino, prima nelle Marche, una campagna di sensibilizzazione sull'uso dei
farmaci equivalenti. Nonostante sia stata comprovata la loro affidabilità e qualità, tanto da essere in tutto e
per tutto uguali ai prodotti titolari del primo brevetto, esiste ancora in molte fasce della popolazione, ed in
particolare nella provincia di Pesaro e Urbino, una certa diffidenza nei confronti degli equivalenti.
Per spiegare quanti e quali vantaggi comporti (anche per il servizio sanitario nazionale), l'uso dei "generici",
Cna Pensionati e Farmacie del territorio - che hanno avviato un nuovo rapporto di collaborazione e
informazione - hanno organizzato un programma di incontri sul tema dell'informazione e dell'educazione
sanitaria. Sarà una sorta di tour informativo che si svilupperà in diversi centri della provincia. La prima tappa è
prevista per questa mattina alle 10 a Urbania sul tema Le opportunità dei medicinali equivalenti in farmaciaQualità e sicurezza risparmiando sui costi.
L'iniziativa che si terrà nella sede della Cma di Urbania in via Roma 75/D è riservata a tutti i cittadini, ed è
nata in collaborazione con le farmacie di Urbania , farmacia Pierini e farmacia Tacchi. Una serie di incontri
che mira a sviluppare una precisa campagna d'informazione sul tema dei farmaci generici o più precisamente
dei farmaci equivalenti.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/02/2015
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Cna, via alla campagna informativasui farmaci generico-equivalenti
01/02/2015
Il Messaggero - Ed. ostia
Pag. 41
(diffusione:210842, tiratura:295190)
Furto con scasso da pochi euro di notte alla farmacia comunale di Cerenova. I soliti ignoti hanno forzato la
saracinesca dei locali di via Oriolo ed infranto la porta d'ingresso, approfittando del fatto che nelle ore
notturne la strada è poco frequentata. I ladri erano forse convinti di mettere a segno un buon colpo, ma hanno
avuto l'amara sorpresa di trovare nel registratore di cassa una manciata di banconote e poche monete. Da un
primo rilievo effettuato dal personale, sembrerebbe che dagli scaffali non siano state sottratte medicine. Il
furto non ha rallentato la normale attività della farmacia, rimasta regolarmente aperta al pubblico. L'episodio
ha riproposto il problema della sicurezza nella frazione di Cerveteri dove da tempo attività commerciali ed
appartamenti sono presi di mira dai ladri soprattutto nelle ore notturne. I dirigenti della Multiservizi caerite,
l'azienda che gestisce le farmacie per conto del comune, hanno annunciato che presto l'ingresso sarà
sostituito con una porta blindata per impedire ulteriori effrazioni. Sul furto stanno indagando i carabinieri di
Campo di Mare.
G.Pal.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/02/2015
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Cerenova, assaltodi notte in farmacia
01/02/2015
QN - Il Resto del Carlino - Ed. ancona
Pag. 9
(diffusione:165207, tiratura:206221)
Torrette, Trignani responsabile di Neurochirurgia e Grechi di Ostetricia
DUE GIOVANI medici alla guida di altrettante strutture operative importanti del policlinico di Torrette,
nonostante il declassamento da complesse a semplici. L'azienda Ospedali Riuniti' di Ancona nei giorni scorsi
ha ufficializzato le due nomine. Si tratta del dottor Roberto Trignani, a cui è stato attribuito l'incarico di
Responsabile della struttura semplice dipartimentale di Neurochirurgia Generale con particolare interesse
pediatrico. La seconda nomina riguarda il dottor Gianluca Grechi, nominato a capo della struttura di identico
valore di Ostetricia e Ginecologia, con particolare interesse oncologico. Due professionisti validissimi, con
una forte esperienza alle spalle, entrambi coetanei (46 anni), cresciuti all'interno dei rispettivi reparti
dell'ospedale di Torrette. Due reparti che, in seguito all'applicazione della riforma delle reti cliniche, sono stati
ridimensionati da struttura complessa a semplice, ma che alla fine opereranno come un normale reparto. I
due nuovi incarichi partono ufficialmente da questa mattina e avranno una durata temporale di tre anni, fino al
primo febbraio del 2018.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/02/2015
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OSPEDALI RIUNITI, NOMINATI DUE GIOVANI SPECIALISTI
01/02/2015
QN - Il Resto del Carlino - Ed. ascoli
Pag. 9
(diffusione:165207, tiratura:206221)
«Vogliamo incontrare il presidente D'Erasmo»
SPINETOLI LA PROTESTA per la riapertura della farmacia di Spinetoli capoluogo sbarca anche in consiglio
comunale. All'assise hanno partecipato alcuni manifestanti con tanto di cartelloni alla mano che sono stati
subito allontanati. Ma non si placano le polemiche sull'annoso problema che sta provocando notevoli disagi ai
residenti. Il presidente del comitato volontario Antonio Vagnoni è categorico: «Il sindaco Alessandro Luciani ci
ha promesso un incontro con il presidente della Provincia Paolo Do Erasmo, a distanza di giorni non abbiamo
ancora la conferma, ma stiamo aspettando. Un problema quello che stiamo affrontando delicato, abbiamo più
volte chiesto un'assemblea pubblica, ma sul problema c'è poca sensibilità. Eppure a Spinetoli ci sono molte
famiglie composte da anziani che stanno subendo notevoli disagi. Procurarsi le medicine quando non si è
automuniti diventa difficile. Secondo gli amministratori il trasferimento a Pagliare è stato necessario per
garantire un capillare servizio alla comunità. Hanno detto che avrebbero riaperto un armadio farmaceutico,
ma a distanza di tempo niente è stato fatto». I CITTADINI di Spinetoli non ci stanno e tornano all'attacco sullo
spostamento che vedrebbe una zona che ha già subito diversi decentramenti nel corso degli anni, perdendo
prima la banca e successivamente anche dei servizi legati alla posta, cadere nell'isolamento. Secondo i
cittadini il vero motivo che ha determinato lo spostamento è ottenere un maggiore profitto nei guadagni.
«L'unico provvedimento preso dall'amministrazione ha dichiarato Vagnoni è che ha provveduto a rimuovere
tutti i cartelloni e gli striscioni di protesta che erano stati sistemati all'inizio del paese e in piazza Leopardi. Il
Comitato non molla, nel frattempo ha raccolto più di 500 firme tra cui quella di un consigliere di maggioranza
dell'amministrazione». m.g.l.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/02/2015
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SPINETOLI LA PROTESTA DELLA FARMACIA SBARCA IN CONSIGLIO
01/02/2015
QN - Il Resto del Carlino - Ed. imola
Pag. 7
(diffusione:165207, tiratura:206221)
Le farmacie comunali di Sferasi allargano nella Bassa
LA SFERA, società che si occupa di gestire le farmacie comunali a Imola, Faenza e Medicina (si parla di dieci
punti vendita) ora punta ad espandersi nella Bassa Bolognese. E' già in fase avanzata, infatti, la trattativa per
gestire altre due farmacie a Budrio e Baricella. Nel giro di qualche settimana Sfera toccherà quindi quota
dodici vetrine. Lo sbarco della società nella Bassa era cosa fatta anche un paio di anni fa quando Sfera fu
molto vicina ad entrare a Molinella. La trattativa però non fu mai portata a termine. I Comuni di Budrio e
Baricella hanno deciso di cedere la gestione dei negozi per affidarla a dei professionisti. SOPRATTUTTO la
farmacia di Budrio negli ultimi tempi pare avere accusato un calo considerevole di clienti e di introiti. Al punto
che la giunta ha deciso di affidare la gestione a Sfera. Quest'ultima avrà l'obiettivo anche di valorizzare il
personale: «A Sfera spiega la società è oggi affidato il compito di portare avanti lo sviluppo non solo della rete
delle farmacie pubbliche nell'ambito del sistema sanitario nazionale, ma anche della professionalità del
personale e del patrimonio locale con una serie di investimenti e interventi». Matteo Radogna
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/02/2015
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LA SOCIETÀ PUNTA A BUDRIO E BARICELLA
01/02/2015
QN - Il Resto del Carlino - Ed. rovigo
Pag. 16
(diffusione:165207, tiratura:206221)
IL GRUPPO La giovane Pincara' ha invitato in paese l'Ape (associazione progetto endometriosi onlus) di
Ferrara e Rovigo con le sue volontarie Rita, Federica, Alessandra e Ingrid (nella foto). In piazza Martiri della
Libertà hanno allestito un tavolo informativo. La farmacia della dottoressa Laura Tamaselli ha lasciato a
disposizione l'ampio spazio esterno della farmacia. L'associazione Ape ha lo scopo primario di informare su
questa patologia di cui, purtroppo, ancora poco è noto e di cui soprattutto si parla di rado. Una malattia che
però colpisce sempre più donne in età fertile. In Italia i casi accertati si aggirano intorno ai tre milioni. Inoltre è
di tipo degenerativo ed invalidante e però non viene ancora riconosciuta come tale e perciò viene
sottovalutata e poco considerata, a volte, anche dagli stessi specialisti ginecologici che in molte circostanze
non la sanno riconoscere. Questo purtroppo porta ad una diagnosi che si rivela in molti casi tardiva. Le
volontarie, interpellate da molte giovani donne, hanno informato sulla prevenzione e soprattutto hanno dato
un supporto a quelle donne che stanno iniziando ad affrontare il percorso doloroso o quello che riconosce i
sintomi. Gianpietro Valarini
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/02/2015
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PINCARALa salute dalla partedelle donne
01/02/2015
Il Gazzettino - Ed. padova
Pag. 16
(diffusione:86966, tiratura:114104)
Mezzavia, numero di residenti idoneo alla nuova farmacia
(L.P.) Il progetto era stato dato per disperso dal Pd. Che dai banchi dell'opposizione aveva liquidato la futura
apertura della farmacia di Mezzavia, come l'ennesima buona intenzione rimasta scritta nell'agenda del
sindaco. È invece lo stesso primo cittadino a smentire gli scettici. E ad affermare che il progetto del presidio
farmaceutico è non solo vivo e vegeto. Ma addirittura imminente. Almeno secondo le recenti assicurazioni
avute dal primo cittadino dalla Regione Veneto.
«I funzionari regionali ci hanno confermato - ha spiegato Massimo Bordin - che il numero di abitanti della
frazione ha consentito l'approvazione della nuova sede nella pianta organica delle farmacie. E che i tempi di
conclusione della gara di affidamento per la gestione della sede da parte dell'Ordine dei Farmacisti sono stati
rispettati. Restiamo quindi in attesa di conoscere il nome dei nuovi titolari dell'esercizio».
Toccherà a loro, quindi trovare una sede idonea per l'attività a Mezzavia. «La sede - ha continuato il sindaco
- non è comunale. Ma l'Amministrazione si rende disponibile a facilitare l'accordo con privati per rendere il
presidio più funzionale possibile».
Tramonta invece l'idea di mettere a disposizione dell'Ulss i locali di un presidio sanitario acquisiti in
convenzione dalla comunità religiosa dei frati minori.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/02/2015
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MONTEGROTTO
01/02/2015
Il Gazzettino - Ed. belluno
Pag. 9
(diffusione:86966, tiratura:114104)
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inbreve
SOVRAMONTE
Passaggio di mano in farmacia
(e.s.) Passaggio di mano per la farmacia rurale di Sovramonte.
SANTA GIUSTINA
Il giorno del ricordo e le foibe
(e.
SANTA GIUSTINA
Biblioteca chiusa per lavori
(e.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/02/2015
47
01/02/2015
Il Gazzettino - Ed. padova
Pag. 19
(diffusione:86966, tiratura:114104)
Armati in farmacia ma la rapina fallisce
Dopo pochi minuti in via Roma sono arrivati i carabinieri della stazione di Agna al comando del maresciallo
Giovanni Patisso. Dai pochi elementi disponibili, è emerso che i banditi sarebbero dell'est europeo. Nessuno
li ha visti fuggire, impossibile al momento rintracciare l'auto utilizzata per la fuga. Le indagini sono in pieno
svolgimento. I carabinieri non escludono che all'esterno della farmacia ci fosse un complice. Saranno ora
analizzati i filmati della videosorveglianza del negozio con la speranza di dare un nome e un cognome ai
malviventi. Banditi improvvisati, secondo le forze dell'ordine, che sono rimasti spiazzati di fronte alla reazione
del titolare e hanno preferito mollare la presa prima di essere scoperti dai carabinieri.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/02/2015
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CANDIANA Alla vista dei duei il titolare si è messo a gridare chiuso in un'altra stanza
01/02/2015
QN - Il Giorno - Ed. milano
Pag. 7
(diffusione:69063, tiratura:107480)
Medici di base e specialistiin tour nel nuovo «Salvini»
di GIULIO DOTTO GARBAGNATE MILANESE UNA STRUTTURA con attrezzature all'avanguardia, un
ospedale da fare invidia anche a quelli americani tanto decantati nelle fiction e nei film. È il commento di
medici di base e specialisti che ieri mattina, per la prima volta hanno potuto visitare in anteprima il nuovo
«Guido Salvini» che da quindici giorni ospita già tutti gli uffici amministrativi dell'azienda ospedaliera. Per gli
ambulatori ed i reparti bisognerà aspettare ancora un paio di mesi quando poco alla volta i servizi saranno
trasferiti dal vecchio al nuovo ospedale. I MEDICI che operano nel territorio del distretto 1 dell'Asl Milano 1 su
invito della direzione generale hanno fatto un giro nel grande edificio che sorge a fianco della storica
costruzione che fra qualche mese rimarrà disabitata. A fare gli onori di casa il direttore generale Ermes
Maltagliati che insieme al personale sanitario, tecnico ed amministrativo sta seguendo costantemente i lavori
di trasferimento nel nuovo plesso. Presenti anche il direttore generale dell'Asl Milano 1 Giorgio Scivoletto,
John Tremamondo responsabile dei sistemi di rete ospedaliera sul territorio e Nicola Orfeo, direttore medico
del presidio di Garbagnate che ha fatto da Cicerone accompagnando i medici nel giro attraverso i
poliambulatori, il cup, il day hospital e surgery, i reparti di degenza, la rianimazione, l'endoscopia le sale parto
e l'area neonatale, il centro dialisi, i laboratori di analisi e trasfusionale. GRANDE attenzione è stata rivolta al
pronto soccorso e al blocco operatorio dove i sanitari del territorio sono rimasti meravigliati per la sofisticate
attrezzature all'avanguardia di cui sono dotati questi servizi. Due sale operatorie «integrate» che durante gli
interventi possono essere collegate in diretta video con tutto il mondo e una certificata «Iso 5» che permette
ai chirurghi di operare in ambiente ad alta sterilità. Le sale operatorie sono 8, una delle quali nell'area parti
dove ci sono altre quattro sale per le nascite. I posti letto sono circa 500 (con quelli di day hospital, surgery e
dialisi), mentre i parcheggi a regime saranno circa 1.100. Alla fine del tour tutti i medici hanno espresso pareri
favorevoli sul nuovo «Salvini».
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/02/2015
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GARBAGNATE TRA DUE MESI L'APERTURA DI SALE E LABORATORI
01/02/2015
QN - Il Giorno - Ed. milano
Pag. 12
(diffusione:69063, tiratura:107480)
Punto nascite appeso a un filoTutti in piazza per l'Uboldo
Le sale parto rischiano di chiudere il primo marzo
di ENRICO DALLERA CERNUSCO HANNO sfilato nel centro di Cernusco con striscioni, palloncini e fiocchi
azzurri e rosa. Perché la battaglia per dare un futuro al punto nascite dell'ospedale Uboldo non si ferma. E
così ieri mattina oltre cento manifestanti sono scesi in piazza per partecipare al corteo organizzato dal
Comitato «Salviamo la Maternità». Mamme e papà con i passeggini, una comunità schierata contro la
delibera regionale dello scorso ottobre che di fatto «condanna» le sale parto della città con l'accorpamento al
Santa Maria delle Stelle di Melzo. La strada è sempre più in salita: per il momento non sono servite le 7.429
firme raccolte in meno di tre mesi, le azioni legali, la mozione al Pirellone presentata dal consigliere Maria
Teresa Baldini e l'interrogazione al ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Eppure nessuno si dà per vinto.
«CONTINUIAMO a protestare - spiega Gaetano Luvaro, ex primario di Ostetricia dell'Uboldo e presidente del
Comitato -. La situazione è molto complicata, il primo marzo potremmo dire addio a un polo d'eccellenza. La
Regione va avanti nonostante l'esposto alla Procura e alla Corte dei Conti. Melzo difficilmente riuscirà a
raggiungere la quota di mille parti nel 2017 perché le famiglie preferiranno far nascere i propri figli al San
Raffaele o a Vimercate. In questo modo anche il centro del Santa Maria delle Stelle verrà cancellato». Il
sindaco Eugenio Comincini, intervenuto alla manifestazione, fatica a nascondere il suo disappunto: «C'è stata
un'accelerazione inspiegabile da parte del Pirellone. Avevamo chiesto un confronto, messo sul tavolo
progetti, ma non abbiamo ricevuto risposte». Secondo il primo cittadino i margini per salvare l'Uboldo sono
davvero risicati: «La speranza è l'ultima a morire, però è stato deciso che il primo marzo il nostro punto
nascite dovrà cessare l'attività. La Regione non ci ha dato neppure la garanzia di un potenziamento del
reparto di Melzo: in particolare uno staff in grado di affrontare le emergenze». E neanche la proposta dei
sindaci del territorio per una riorganizzazione del sistema sanitario della Martesana ha centrato l'obiettivo:
«L'idea era di realizzare una struttura unica con Cernusco e Melzo pronte a dividersi le varie funzioni
principali - conclude Comincini -. Purtroppo non abbiamo avuto riscontri». [email protected]
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/02/2015
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CERNUSCO SINDACO E COMITATO: «LA REGIONE CI ASCOLTI»
01/02/2015
QN - Il Giorno - Ed. brianza
Pag. 13
(diffusione:69063, tiratura:107480)
Invasione rom postata sui social
FABIO LUONGO
- LISSONE - A LAMENTARSENE sono in tanti. E c'è persino chi, forse senza nemmeno rendersi conto del
peso delle parole che usa ma finendo diritto nel peggiore razzismo proprio all'indomani della Giornata della
Memoria, arriva a scrivere, sgrammaticatura compresa, sui social-network: «Non se ne può più. Io davvero mi
munirei di una fiamma ossidrica e, stile Ghostbuster, andare in giro a sterminarli tutti». Monta la protesta antimendicanti a Lissone, con toni in qualche caso agghiaccianti. Troppi, per molti lissonesi, quelli che si
piazzano fuori dai vari supermercati della città, ma pure al mercato settimanale o all'uscita da farmacie,
edicole e sotto i portici dei bar del centro, in molti casi con bambini al seguito, per chiedere con insistenza
l'elemosina, importunando i passanti, soprattutto le donne e gli anziani. Si tratterebbe in particolare di rom,
almeno stando all'apparenza. DA DIVERSE SETTIMANE la questione viene sollevata attraverso le pagine
Facebook che riguardano la città, ma negli ultimi giorni la polemica si è accentuata, anche nelle forme. La
goccia che ha fatto traboccare il vaso sono state le fotografie scattate in stazione e pubblicate sui socialnetwork con intere famiglie di rom scese dal treno arrivato da Milano di prima mattina, verso le 8, e che poi
sono state viste mendicare sparpagliate in varie zone di Lissone. Stando al racconto di alcuni pendolari
sarebbe una scena abituale. «ARRIVANO ALLA MATTINA e se ne vanno con il treno delle 18, scendendo a
Sesto San Giovanni», spiega una viaggiatrice delle FS. «L'altra mattina in piazza davanti all'Oviesse, davanti
alla farmacia, davanti all'edicola, sotto i portici del bar gli zingari con rispettivi bimbi per chiedere l'elemosina
erano talmente tanti che si faceva fatica a contarli», lamenta un residente. «Non si può più andare al mercato
senza essere disturbati», gli fa eco un'altra abitante. «Li si trova a ogni angolo, ti disturbano in continuazione.
Il Comune deve fare qualcosa», protesta un terzo, mentre c'è pure chi, dopo aver visto una rom con un bimbo
di circa 3 anni fuori da una delle chiese cittadine alle 7.50 del mattino con temperature da gelo, chiede se non
sia possibile fare qualcosa per «impedire loro di tenere i bambini in quelle condizioni».
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/02/2015
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LISSONE FRA RABBIA E RAZZISMO
01/02/2015
Il Secolo XIX - Ed. genova
Pag. 19
(diffusione:103223, tiratura:127026)
Riciclato nello staff della Regione l'ex primario sospeso e condannato
Il chirurgo Piccardo sta lavorando come esperto all'Agenzia sanitaria: nel 2011 aveva tolto per errore un rene
a un paziente
GUIDO FILIPPI
TRASFERITO, sospeso, condannato in tribunale. E riciclato dalla Regione che gli ha affidato, senza fare
troppo rumore, un incarico di prestigio come supervisor, all'Ars, l'agenzia regionale sanitaria, braccio
operativo e tecnico dell'assessorato alla Salute. Una poltrona è occupata da Andrea Piccardo, 61 anni da
compiere il primo maggio, residente ad Arenzano, ex primario chirurgo dell'ospedale di Cairo Montenotte.
Negli ultimi anni è finito più volte sui giornali e coinvolto (o toccato) da inchieste giudiziarie per interventi
chirurgici dagli esiti poco fortunati per i pazienti. Nell'estate del 2011 è stato al centro di un caso eclatante: un
contadino albanese, ora cinquantenne, era entrato in sala operatoria per l'asportazione di una ciste alla milza
e gli era stato tolto l'unico rene funzionante, tanto che in seguito è stato prima costretto prima alla dialisi e poi
al trapianto al San Martino. Per quell'operazione Piccardo ha patteggiato una condanna a dieci mesi «per
lesioni gravissime». L'altra settimana la Corte dei Conti lo ha citato per danni (patrimoniali e di immagine) e
chiesto il risarcimento di quasi 300 mila euro. Piccardo, qualche mese dopo quell'intervento, aveva "perso"
dopo dodici anni (dal 25 marzo 1999 al dicembre 2011) il posto da primario a Cairo Montenotte ed era stato
trasferito alla Chirurgia dell'ospedale di Pietra Ligure, dove aveva partecipato al concorso per primario, ma
non era stato nominato dal direttore generale Neirotti, nonostante le amicizie influenti negli ambienti savonesi.
Deve, però, fare i conti con il procedimento disciplinare della Asl 2 e con un'indagine dell'Ordine dei medici di
Genova che si conclude con una sospensione. La Asl 2, dopo la condanna penale e la richiesta danni
milionaria (quasi due milioni di euro) da parte del cinquantenne albanese, non gli ha più affidato incarichi di
responsabilità ma lo ha salvato qualcuno in Regione: nel dicembre 2013 ha preso servizio, in distacco dalla
Asl 2, all'agenzia regionale che per un periodo è stata diretta dall'attuale braccio destro di Montaldo, il
savonese Franco Bonanni, mentre dall'estate 2013 il direttore è Francesco Quaglia. L'incarico? Deve seguire
l'attività dei chirurghi e il suo stipendio è sempre quello da primario. La "nomina" non viene pubblicizzata e i
soliti maligni sostengono che Montaldo non abbia saputo dire no a uno a più richieste provenienti da più
ambienti savonesi. «Non c'erano più le condizioni ambientali- spiega Quaglia - per lasciarlo a lavorare nella
Asl 2». Qualcuno giura che sia andato male il tentativo di trovargli una sistemazione alla Asl 3 per il secco no
del direttore generale Bedogni, [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA
Foto: L'ex primario Andrea Piccardo mentre aspetta di essere interrogato, in una foto d'archivio
Foto: L'assessore Claudio Montaldo
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/02/2015
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LA CORTE DEI CONTI HA CHIESTO OLTRE 200 MILA EURO DI DANNI AL MEDICO IL CASO
01/02/2015
QN - La Nazione - Ed. pistoia montecatini
Pag. 10
(diffusione:136993, tiratura:176177)
Nonni e nipoti hannoricevuto i riconoscimentinella sala Maggiore
NONNI e «nipoti» ancora protagonisti per l'iniziativa del club «Amici della Giostra». Anche quest'anno, infatti,
è stato organizzato un nuovo concorso scolastico dedicato alle scuole del territorio e completamente dedicato
ai nonni. Trentatre gli alunni che hanno partecipato, quasi 200 gli elaborati presentati. Scegliere i lavori delle
sette classi e quelli dei sette alunni singoli non è stato semplice per gli organizzatori. «Non pensavamo di
ottenere l'attenzione di così tanti dicono , il tema dedicato ai nonni ha sicuramente invitato a lavorare bene
coinvolgendo tutti i partecipanti in una simpatica gara». Lo scorso giovedì la sala Maggiore di palazzo di
Giano ha visto circa duecento ragazzi ed una miriade di nonni e personale docente festeggiare i vincitori di
questo concorso. La vincitrice deldella sezione «Classi» è stata la prima E della scuola media «G. Marconi»,
docenti Sara Izzo e Giorvanna Mancini dell'istituto comprensivo Marconi-Frosini. GLI ALUNNI hanno
presentato il Dvd accompagnato da un testo «Io e i miei nonni». Seconda la sezione dei cinque anni della
scuola dell'infanzia di Campiglio con «Girotondo senza fine». Docenti Antonella Tosi e Valentina Spinicci.
Terzi la terza classe della scuola primaria di Capostrada- con «Attimi di vita con i nonni...» docenti: Ilaria
Aiazzi e Lara Spadi. A seguire la quarta classe della primaria G. Galilei con il giornalino «Succo di Limone»,
docenti: Debora Meoni e Antonella Ramovecchi. Poi la quinta classe della primaria G. Rodari con
«Componimento Grafico», docenti: Liviana Mucci e Raffaella Di Cosmo. Le ultime due sono la classe quinta
A e quinta B della primaria di Bonelle con «Confezione scatola» docenti: Lorenza Salvadeo e Annunziata
Troise e infine la quinta classe della scuola Ilaria Alpi di Casalguidi con «Viaggio nel mondo dei nonni». La
vincitrice del concorso scolastico 2014 nella sezione « Alunni/e» è Era Metani della seconda F della scuola
media Bonaccorso da Montemagno di Quarrata. L'alunna ha vinto con l'elaborato «lettera ai miei nonni». E'
stata premiata per la chiarezza di idee espresse con disinvoltura espositiva, composizione eseguita da una
bambina di origini albanesi che dimostra di essere ben inserita nel nostro paese. Secondo Giulio Benelli della
terza media Marconi con «cara nonna». Segue Mattia Bini della seconda media Bonaccorso da Montemagno
di Quarrata con «racconto». Premiato anche Fabio Chitidella seconda media dell'istituto Fermi di Casalguidi
con «poesia». Poi è stata la volta di Tommaso Grieco della prima media Cino da Pistoia con «racconto».
ULTIME due Martina Scandagli della seconda B della scuola media Marconi con «racconto», Rachele Sciatti
della quarta elementare dell'istituto S. Cipriano. Gli organizzatori ringraziano le Bcc di Pistoia e Vignole, le
aziende Mister Wizard, Librolandia, Garden Ferretti, Wonder Park, Le Dolcezze, Acqua & Sapone e la
Farmacia di Pontelungo che, insieme al Comune di Pistoia hanno reso possibile l'evento.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/02/2015
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CERIMONIA
01/02/2015
QN - La Nazione - Ed. pisa pontedera
Pag. 10
(diffusione:136993, tiratura:176177)
Pannoloni: «Consegna a domicilio: un caos»La Lega consumatori Acli
scrive al direttore Damone
CONSEGNA A DOMICILIO e non più ritiro in farmacia. La nuova procedura prevista dall'Asl 5, per il rilascio
dei pannoloni ai pazienti affetti da incontinenza, continua a far discutere. L'azienda sanitaria ha inviato oltre 7
mila lettere agli interessati, fornendo tutte le informazioni sui prodotti e sul numero verde della ditta fornitrice,
ma il cambiamento ha da subito generato delle perplessità. Dopo la protesta dei farmacisti e di Federfarma,
sono iniziate infatti le prime problematiche del servizio. Il nostro giornale aveva già documentato la
variazione, testando il numero verde e parlando direttamente con gli operatori. Le risposte e le premesse
sembravano promettenti, ma numerosi lettori ci segnalano evidenti complessità sin dalla prima fornitura. Nelle
scorse settimane una madre di un utente gravemente disabile lamentava la continua inaccessibilità del
centralino (il servizio dedicato agli assistiti per la consegna è disponibile telefonando, dal lunedì al venerdì
dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18, al numero gratuito 800.989877). LE DIFFICOLTÀ maggiori riguardano, però,
proprio la distribuzione (che avviene con cadenza trimestrale): grande confusione ha distratto la semplice
procedura di consegna. Un lettore ci ha segnalato di aver atteso inutilmente, per due giorni, il ricevimento dei
pannoloni per la moglie gravemente incontinente. Inutili sono stati i solleciti e le richieste di prenotazione del
servizio in un determinato momento della giornata. Gli addetti, invero, comunicano l'arrivo del fattorino il
giorno prima della consegna, ma non specificano una fascia oraria indicativa. «In questo modo è impossibile
muoversi da casa per sbrigare qualsiasi impegno lamentano gli utenti perché in ogni momento, dalle 8 alle
20, può avvenire la consegna». Altri utenti, infine, ci segnalano la farraginosità della procedura e la difficoltà
di comunicazione per calibrare la fornitura alle diverse esigenze. Anche il presidente di Lega Consumatori,
Mario Frangioli, ha detto la sua scrivendo al direttore della Usl 5, Rocco Damone. «La fornitura dei pannoloni
è cambiata senza che venisse comunicato nulla (ho ricevuto la lettera e non raccomandata solo dopo giorni),
si deve indicare al corriere la data della prossima consegna ed i consumi, che non possiamo dare per certi
perché solo supposti, e i fattorini non sanno dare risposte afferma Frangioli attualnmente ci sono troppe
incognite senza soluzioni certe ed immediate». Michele Bulzomì
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/02/2015
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IL DIS-SERVIZIO DA INIZIO ANNO SONO CAMBIATE LE REGOLE: «HO ATTESO PER DUE GIORNI
INUTILMENTE»
01/02/2015
QN - La Nazione - Ed. viareggio
Pag. 16
(diffusione:136993, tiratura:176177)
Il bandito solitario in farmaciaUn colpo da 400 euro
ARMATO con un fucile forse ad aria compressa un bandito solitario, con il volto scoperto, ha compiuto una
rapina intorno alle 18 alla farmacia comunale di Vittoria Apuana. «L'uomo ha raccontato il farmacista parlava
italiano: le mie colleghe che erano nel retro della farmacia non si sono accorte di niente». Insomma il
farmacista si è trovato vivo a viso con il bandito che puntandogli l'arma l'ha invitato ad allontanarsi dalla casa.
Dove, poi con un gesto fulmineo, ha allungato le mani arraffando le banconote nel cassetto. In tutto, stando
ad una prima stima, non meno di quattrocento euro. Non c'erano clienti. Dopo avere preso i soldi, il bandito è
fuggito: c'è un testimone che sostiene di averlo visto allontanare su un'auto scura, guidata da un complice,
parcheggiata a poche decine di metri dalla farmacia. Sull'episodio sono in corso le indagini da parte degli
agenti del commissariato di Forte dei Marmi, guidati dal dirigente Enrico Parrini.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/02/2015
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VITTORIA APUANA
PROFESSIONI
3 articoli
31/01/2015
Tema Farmacia - Ed. n.1 - gennaio 2015
Pag. 23
responsabili scientifici: Dott. Alessandro Bianchi Medico Chirurgo, Specialista in Oftalmologia, Dirigente
Medico di I livello Clinica Oculistica Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia Dott. Francesco Carlo
Gamaleri Farmacista territoriale, Corso di Perfezionamento in Farmacovigilanza, Medico Chirurgo,
Specialista in Pediatria Preventiva e Puericultura (Esercizio esclusivo della professione medica dal 1991 al
2001; esercizio esclusivo della professione di farmacista dal 2002)
httpy/vvww.tecnichenuovexom/argornenti/fermacia/aggiornamenti-di-oculistica-per-il-farmacista.htrnl Modulo
didattico 1 Piccole patologie oculari nel bambino Dott. Alessandro Bianchi Dott. Francesco Carlo Gamaleri
Informazioni utili Novità 2015 - nuova piattaforma multimediale http://corsiecm.tecnichenuove.com •
Ottimizzata per dispositivi Mobile • Facile utilizzo con procedure auto esplicative che agevolano la fruizione
dei corsi • Manuale d'utilizzo a disposizione dell'utente http://corsi.tecnichenuove.com/index.php/
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Registrarsi inserendo e-mail (username), scegliere la password e completare la scheda anagrafìca 3.
Confermare la registrazione tramite l'e-mail ricevuta al proprio indirizzo 4. Accedere di nuovo alla piattaforma
con username e password scelti nella fase di registrazione 5. Scegliere nel catalogo il pacchetto 2015 TEF2015, riservato agli abbonati, cliccare sul tasto "Iscriviti" 6. Effettuare l'acquisto seguendo le indicazioni
(Carta di credito, Paypal, Bonifico Bancario) 7. Entrare nel corso e svolgere le attività previste Nota: chi
acquista attraverso altri siti, contatto telefonico, e-mail, otterrà automaticamente l'accesso al corso nelle ore
successive all'ordine. Appositi messaggi e-mail avviseranno dell'attivazione del corso.
Requisiti tecnici per la fruizione dei corsi online - PC con connessione Internet - Software di navigazione
consigliati (Browser): Internet Explorer 8.0 (o superiori); Firefox 4 (o superiori); Chrome - Stampante per
stampare gli attestati Per ottenere i crediti è necessario completare il percorso formativo di ogni corso e
scaricare l'attestato entro e non oltre il 31/12/2015
tecniche nuove
.Formazione Tecniche Nuove Spa. è provider n. 1585 accreditalo per la formazione nell'ambito del
programma ECM del Ministero della Salute Tecniche Nuove S.p.A. si assume la responsabilità per i
contenuti, la qualità e la correttezza etica di questa attività formativa ECM. ID 114716 - Aggiornamenti di
oculistica per il farmacista 15 crediti - Inizio: 15/01/2015 - Fine: 31/12/2015 ID 114721 - Integrazione e
consigli nutrizionali in farmacia 20 crediti - Inizio: 01/05/2015 - Fine: 31/12/2015
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 01/02/2015
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Aggiornamenti di oculistica per il farmacista "
31/01/2015
Tema Farmacia - Ed. n.1 - gennaio 2015
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Piccole patologie dell'occhio / 1
Introduzione Cenni di anatomia della superfìcie oculare L'occhio rosso Congiuntiviti Emorragia
sottocongiuntivale Blefariti Iridociclite acuta Attacco acuto di glaucoma Piccole patologie delle palpebre
Orzaiolo Calazio Fascicolazione (mioclonia) palpebrale Piccoli traumi dell'occhio Abrasione corneale Corpo
estraneo corneale o congiuntivale Cheratite attinica Causticazione chimica Trauma contusivo Casi clinici
Conclusioni TEMA FARMACIA - Gennaio 2015 1. Introduzione Le occasioni per le quali un paziente richiede
il sostegno del farmacista di comunità per affrontare problemi di salute dell'occhio sono molteplici. Acquisire
la conoscenza delle basi fisio-patologiche delle problematiche sanitarie di pertinenza oftalmologica, orienta
sia alla corretta valutazione della condizione di normalità, sia alla eventuale prevenzione delle conseguenze
evolutive e subdole di alcune patologie oculari in pazienti adulti. Attraverso il colloquio mirato con il paziente,
sforzarsi di riconoscere i sintomi più importanti di alcune frequenti problematiche sanitarie, può fornire utili
indicazioni per consigliare i supporti appropriati (terapeutici, educazionali, comportamentali e di integrazione
nutrizionale) ed a sapere definire le opportunità ed i limiti dell'intervento del farmacista territoriale. Inoltre, in
questo ambito, il farmacista di comunità può fornire utili ed efficaci indicazioni per la gestione delle
problematiche inerenti la salute degli occhi, a livello domiciliare, oppure indirizzare il paziente ai servizi di
medicina generale, specialistica ed eventualmente direttamente a struttura ospedaliera.
2. Cenni di anatomia della superfìcie oculare
3. L'occhio rosso La superficie oculare (Figurai) è costituita dall'epitelio della congiuntiva e della cornea,
dalla loro giunzione a livello del limbus (zona di passaggio tra la sclera e la cornea) e dalla giunzione tra la
congiuntiva e la cute del margine palpebrale, oltreché dal film lacrimale. Questa struttura presenta due
funzioni principali: • ottica, garantendo il corretto passaggio dei raggi luminosi grazie alla sua trasparenza; •
protettiva, sia come barriera fisica al contatto tra agenti esterni e le strutture oculari, sia grazie alla sua
funzione immunologica verso antigeni di varia natura. La congiuntiva è una sottile membrana mucosa che
ricopre la superficie anteriore del bulbo (congiuntiva buibare) fino al limbus sclero-corneale e la faccia
posteriore delle palpebre (congiuntiva tarsale); il punto dove il foglietto bulbare si ribalta a ricoprire la parte
interna della palpebra è detto fornice congiuntivale. (Figura 2) La sua funzione è di garantire lo scorrimento
della palpebra sul bulbo oculare e di partecipare alla costituzione della parte mucosa del film lacrimale.
Inoltre, la congiuntiva possiede cellule speciali coinvolte nelle reazioni immunologiche come linfociti T e B e
cellule di Langerhans. È riccamente vascolarizzata e viene innervata dalla branca oftalmica del nervo
Trigemino. La cornea è un tessuto trasparente e privo di vasi sanguigni che costituisce la porzione anteriore
del bulbo oculare con funzioni sia protettive nei confronti delle strutture interne, sia ottiche partecipando
attivamente al meccanismo della visione. Ha la forma di una calotta sferica dello spessore di circa 0,5-0,6
mm ed è formata da uno stroma di fibre collagene intrecciate e mucopolisaccaridi, rivestito verso l'esterno da
cellule epiteliali e verso l'interno da cellule endoteliali. La sua trasparenza è garantita dall'omogeneità
dell'intreccio delle fibre collagene e dalla sua disidratazione a cui provvede l'endotelio grazie a meccanismi di
pompa sodio potassio. Essendo avascolare, riceve nutrimento dai piccoli vasi limbari (che originano
dall'arteria oftalmica, ramo della arteria carotide interna), dalla lacrima esternamente e dall'umore acqueo
internamente. E' ricca di terminazioni nervose dolorifiche che provengono, anche in questa struttura, dalla
branca oftalmica del nervo Trigemino. L'occhio rosso rappresenta il sintomo che più di frequente spinge il
paziente a rivolgersi al pronto soccorso oculistico, a volte non prima di aver consultato il proprio medico
curante o il farmacista di comunità. Fortunatamente, in gran parte dei casi, l'iperemia congiuntivale riconosce
una causa benigna ed a risoluzione spontanea. Ciononostante esistono condizioni che possono essere
legate a patologie più gravi e che possono portare anche al deficit visivo permanente. Per tale motivo, prima
dell'esame obiettivo, lo specialista deve raccogliere un'anamnesi accurata, non solo oculare, ma anche volta
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 01/02/2015
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CORSO ECM A DISTANZA
31/01/2015
Tema Farmacia - Ed. n.1 - gennaio 2015
Pag. 24
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alla ricerca di eventuali concomitanti patologie sistemiche conosciute, allergie a tarmaci, assunzione di
terapie croniche o saltuarie, l'esito di traumi o di interventi chirurgici, l'insorgenza dell'iperemia e la sua
durata. Inoltre devono essere possibilmente ricercati quei segni e sintomi che spesso si accompagnano
all'occhio rosso: la presenza o meno di dolore, prurito, sensazione di corpo estraneo, fotofobia, deficit visivi,
tumefazioni linfonodali preauricolari, febbre, nausea e mal di gola (Tabella 1 ). L'esame oftalmoscopico da
parte dello specialista deve essere accurato ed a volte è utile completarlo con indagini radiologiche,
neurologiche, vascolari ed il monitoraggio della pressione arteriosa. CONGIUNTIVITI La congiuntivite
rappresenta in assoluto la causa più frequente di occhio rosso. L'iperemia, legata alla dilatazione dei vasi
congiuntivali posteriori, è in genere più marcata nei fornici congiuntivali e degrada man mano che ci si
avvicina al limbus sclero-corneale. Ad essa si associano frequentemente lacrimazione e sensazione di corpo
estraneo, normalmente descritto dal paziente come percezione della presenza di "sabbia" nell'occhio durante
i movimenti palpebrali. Non possedendo molte terminazioni dolorifiche, di norma la congiuntivite non si
accompagna ad un dolore molto accentuato, salvo nei casi in cui sia coinvolta anche la cornea. La
secrezione mucosa o muco-purulenta accompagna frequentemente la congiuntivite e spesso aiuta
nell'orientamento diagnostico. Tipicamente, l'essudazione è molto più importante e densa nelle forme
batteriche rispetto alle forme virali e quasi assente in quelle allergiche. Al contrario il prurito e l'ipertrofia della
congiuntiva sono molto più marcati nelle forme primaverili e reattive, ove si riscontra la presenza di grosse
papille congiuntivali, rispetto alle forme infettive nelle quali sono presenti di norma piccoli follicoli localizzati
nella congiuntiva tarsale. L'edema della congiuntiva bulbare (chemosi) è spesso presente nelle congiuntiviti
allergiche e da contatto. Le forme più comuni di congiuntivite acuta riconoscono un'eziologia virale, batterica
od allergica. • Congiuntivite virale La famiglia degli Adenovirus rappresenta il responsabile della maggior
parte delle congiuntiviti virali; la sua virulenza è tale da creare delle vere e proprie epidemie che si traducono
nel rischio di contagio di interi nuclei familiari, di luoghi di istruzione o di lavoro e non ultimo di operatori
sanitari. L'insorgenza è di solito acuta monolaterale e si bilateralizza in pochi giorni. I sintomi vanno
dall'occhio rosso con bruciore e fotofobia, fino all'annebbiamento visivo ed alla comparsa di sintomi
parainfluenzali come febbre e mal di gola. All'esame obiettivo spesso si riscontra un'iperemia congiuntivale
dei fornici (ovvero localizzata prevalentemente a livello della congiuntiva che ricopre la superficie interna della
palpebra superiore e inferiore, (Figura 3) con modesta secrezione e presenza di follicoli della congiuntiva
tarsale; se vi è interessamento corneale si riscontrano piccoli infiltrati tondeggianti, che si rilevano alla
lampada a fessura come piccole opacità grigiastre sotto l'epitelio corneale; tali infiltrati sono segno di una
risposta immunitaria ad un processo infettivo e sono i responsabili dell'eventuale calo visivo. Di frequente
riscontro, si apprezza la presenza di ipertrofia linfonodale preauricolare. Non esiste una terapia specifica di
questa forma di congiuntivite che di solito si risolve spontaneamente nel giro di 2-3 settimane; in caso di
infiltrati corneali possono essere necessari anche diversi mesi per riacquistare la completa trasparenza
corneale. Di norma, si ricorre a terapie sintomatiche con sostituti lacrimali ed antiinfiammatori non steroidei; in
associazione viene generalmente somministrato un antibiotico topico a largo spettro per la possibilità di sovra
infezione batterica. L'instillazione di cortisonici può essere di ausilio nella terapia degli infiltrati corneali in caso
di dolore, e deve essere comunque eseguita dopo attento esame oculistico per escludere un'eziologia
erpetica. Data l'elevata contagiosità, è necessario spiegare al paziente la necessità di attenersi a
comportamenti igienici scrupolosi (lavare spesso le mani, mantenere asciugamani separati, fare attenzione
quando si viene in contatto con i bambini); particolare cura deve essere posta alla disinfezione degli strumenti
oculistici che sono entrati in contatto con i pazienti affetti da Adenovirus, nonché delle maniglie delle porte,
della sala visita e della sala d'attesa. Altri agenti eziologici delle congiuntiviti virali sono l'Herpes Simplex e
l'Herpes Zoster. • Congiuntivite batterica Solitamente è causata da batteri Gram-positivi; i più comuni sono lo
Streptococco penumoniae e lo Stafilococco aureus nei bambini; l'Haemophilus influenzae è responsabile di
infezione oculare più frequentemente negli adulti. L'esordio è di solito repentino con la comparsa di marcata
iperemia dei fornici o di tutta la congiuntiva bulbare con abbondante secrezione muco-purulenta (Figura 4),
31/01/2015
Tema Farmacia - Ed. n.1 - gennaio 2015
Pag. 24
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 01/02/2015
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tanto che il paziente può fare fatica ad aprire le palpebre al mattino. La terapia si avvale di antibiotici topici a
largo spettro per uso topico. • Congiuntiviti allergiche Le congiuntiviti allergiche costituiscono la forma più
frequente di allergia oculare. Colpiscono il 15-25% della popolazione in forma ricorrente e talvolta solo in
modo occasionale. La sintomatologia è scatenata da una reazione anti-corpo IgE mediata; in una buona
percentuale dei casi si associa a rinite allergica ed in genere l'anamnesi è positiva per allergia a pollini, a peli
di animale, ad acari della polvere e talvolta anche ad inquinanti ambientali o di ambito lavorativo e
professionale. L'occhio si presenta meno rosso rispetto alle forme infettive, con una congiuntiva color
salmone e solitamente con poca secrezione (Figura 5 a pag. 28). Il sintomo predominante è il prurito a cui si
associa un edema delle palpebre; spesso sono anche rilevabili delle abrasioni da sfregamento della cute
palpebrale. La lacrimazione e la fotofobia completano il quadro sintomatologico. La terapia delle forme
allergiche consiste in prima istanza nell'istruire il paziente ad evitare il contatto diretto con l'allergene, a ciò si
associa l'instillazione di colliri antistaminici di recente formulazione (epinastina, olopatadina, ketotifene) che
presentano un meccanismo di azione multiplo: agendo sia come antagonisti del recettore H1 dell'istamina, sia
come stabilizzatori di membrana. Queste molecole, classificate come tarmaci senza obbligo di prescrizione (
Sop), possono essere utilizzate per l'intera durata del periodo allergico; in caso di trattamenti prolungati è
consigliabile l'uso di colliri privi di conservanti. Nei casi di oculorinite allergica, alla terapia topica è utile
associare una terapia antistaminica sistemica. L'uso di steroidi per uso topico può aiutare ad alleviare più
rapidamente il prurito e l'edema; tale terapia deve essere di breve durata e sotto stretto controllo da parte
dello Specialista per gli effetti collaterali (glaucoma e cataratta) legati alla penetrazione dei corticosteroidi
nella camera anteriore dell'occhio. La cheratocongiuntivite primaverile, denominata anche vernai in ambito
professionale specialistico, è una forma allergica bilaterale più rara, ma più invalidante. Colpisce
prevalentemente bambini in età scolare con un andamento stagionale per diversi anni e presenta segni e
sintomi simili a quelli della congiuntivite allergica, ma molto più accentuati: si manifesta in primavera con una
spiccata iperemia congiuntivale associata a forte prurito e lacrimazione seguita da intensa fotofobia e dolore; i
sintomi aumentano durante l'estate e si risolvono in autunno. All'esame obiettivo si evidenzia la presenza di
gigantopapille a livello della congiuntiva tarsale di entrambi gli occhi e la comparsa di piccole formazioni
tondeggianti a livello del limbus sclerocomeale (noduli di Trantas). La terapia antistaminica topica e sistemica
risulta spesso inefficace se non nelle forme lievi ed i piccoli pazienti trovano giovamento solo dalla terapia
cortisonica topica. Tuttavia, durando la sintomatologia per diversi mesi, è impossibile proseguire la terapia
steroidea per via degli effetti collaterali che produce un suo utilizzo prolungato. Nelle farmacie ospedaliere di
centri oculistici specializzati, vengono preparati colliri galenici magistrali a base di ciclosporina, previo
consenso informato dei genitori, con buoni risultati sia nel controllo immunologico della malattia sia nella
riduzione della sintomatologìa. Quali fermaci antistaminici sono consigliati in caso di congiuntivite Sono
consigliati colliri antistaminici a meccanismo di azione multiplo, sia antagonisti H1 sia stabilizzatori di
membrana, da utilizzarsi per il periodo allergico e meglio se in formulazione senza conservanti. ,m
Congiuntiviti croniche Esistono casi di congiuntivite cronica le cui cause sono molteplici e vanno dall'uso
prolungato di lenti a contatto, a terapie topiche prolungate (per esempio i colliri per la terapia del glaucoma o
lacrime artificiali con conservanti), dall'esposizione ad agenti irritanti, all'occhio secco fino all'infezione da
clamidia o da mollusco contagioso. La ricerca eziopatogenetica e la terapia di queste forme rappresentano
una vera sfida per lo specialista, che spesso si trova di fronte ad un paziente molto infastidito che, nella
maggior parte dei casi, ha già consultato altri professionisti e ha già instillato diversi colliri con scarsi risultati.
EMORRAGIA SOTTOCONGIUNTIVALE È legata al sanguinamento di un vaso congiuntivale o episclerale
nello spazio sottocongiuntivale bulbare o dei fornici. Si presenta come una laccatura ematica, di solito ben
delimitata, che copre i vasi congiuntivali (Figura 6). Il paziente non lamenta dolore né calo visivo, ma è
spesso molto preoccupato dal colore rosso vivo del sangue e dall'esordio improvviso. Di per sé non
rappresenta un problema per l'occhio e si risolve nel giro di 10-15 giorni senza terapia; tuttavia, soprattutto
nelle forme recidivanti, può essere un campanello d'allarme per alcune patologie sistemiche quali rialzi della
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pressione arteriosa e/o disordini della coagulazione. E' quindi importante tranquillizzare il paziente circa le
condizioni dell'occhio e indirizzarlo al proprio medico curante per accertamenti di carattere internistico.
BLEFARITI Chiudono la trattazione del capitolo dell'occhio rosso non dolente. Sono forme spesso croniche e
ricorrenti; si associano anche a problematiche dermatologiche come la dermatite seborroica, forfora, acne e
rosacea. Si presentano come degli arrossamenti localizzati al bordo ciliare delle palpebre, tanto che gli occhi
appaiono "cerchiati di rosso"; spesso è presente una secrezione schiumosa o squamosa espressione di una
disfunzione a carico delle ghiandole di Meibomio (ghiandole della porzione tarsale delle palpebre che hanno
la funzione di secernere la parte lipidica del film lacrimale) (Figura 7). I sintomi principali sono il prurito ed il
bruciore del bordo palpebrale; non di rado si evidenzia anche un lieve interessamento della congiuntiva
tarsale e dei fornici (blefarocongiuntivite). I pazienti con blefariti recidivanti vanno incontro più di frequente alla
formazione di calazi e orzaroli ed a volte tendono a perdere le ciglia. Non esiste una terapia specifica della
blefarite: nei casi in cui si sospetti un'infezione stafilococcica possono essere usati colliri od unguenti
antibiotici; gli sferoidi topici possono aiutare a ridurre il prurito ed il rossore, ma non possono essere utilizzati
per tempi eccessivamente lunghi. Dal punto di vista generale, di norma, è consigliabile effettuare una pulizia
quotidiana con apposito shampoo e salviettine umidificate. Tali procedure effettuate regolarmente, possono
alleviare il fastidio e ridurre le recidive; a tale proposito può risultare utile l'instillazione di sostituti lacrimali
specifici per i pazienti con blefarite cronica che integrano e stabilizzano lo strato lipidico del film lacrimale.
Accanto a queste forme più frequenti ma benigne di occhio rosso, esistono condizioni più gravi che devono
essere riconosciute e trattate tempestivamente, poiché possono portare a danni oculari permanenti.
Solitamente sono caratterizzate da dolore, intensa fotofobia, calo visivo ed in taluni casi anche nausea e
vomito. Il paziente che presenta questi sintomi deve essere sollecitato a sottoporsi a visita specialistica con
urgenza. In caso d'intervento chirurgico, un occhio rosso, dolente e con calo del visus, deve subito far
sospettare una profonda infiammazione (panuveite) o, peggio ancora, un'infezione (endoftalmite); tali
condizioni costituiscono vere e proprie emergenze sanitarie. IRIDOCICLITE ACUTA E' la forma più frequente
di uveite, un'infiammazione profonda dello strato vascolare dell'occhio (uvea), e ne rappresenta il
coinvolgimento anteriore cioè dell'iride e del corpo ciliare. Le cause possono essere molteplici, riscontrandosi
anche in caso di trauma od infezioni. Nella maggior parte dei casi, è legata a disordini del sistema
immunitario, tanto che è associata spesso alla presenza degli antigeni di istocompatibilità HLA B-27, compare
spesso in soggetti affetti da spondilite anchilosante, morbo di Behget (patologia autoimmune caratterizzata
dalla comparsa di iridociclite, tromboflebite e afte del cavo orale ed ai genitali), sarcoidosi, forme artritiche
giovanili e patologie infiammatorie sistemiche. In genere è unilaterale, ad esordio acuto ed è caratterizzata da
dolore, arrossamento oculare circolare attorno a limbus (cerchio pericheratico), miosi ed offuscamento del
visus; di norma non si riscontra secrezione e la pupilla è spesso miotica (Figura 8). La diagnosi di iridociclite
viene confermata alla lampada a fessura dalla presenza di numerose cellule infiammatorie che si muovono
nell'umore acqueo (effetto Tyndall). La terapia deve essere intrapresa al più presto con colliri cortisonici e
terapia midriatica/cicloplegica, al fine di ridurre l'infiammazione del corpo ciliare e prevenire la formazione di
aderenze tra la faccia posteriore dell'iride e la superficie anteriore del cristallino. Nelle forme di media gravita
è utile associare uno sferoide per os; invece nei quadri clinici più complessi si consiglia il ricovero ospedaliere
durante il quale si procede a terapia steroidea endovena. La guarigione avviene generalmente in pochi giorni,
ma è frequente la recidiva, soprattutto in caso di processi infiammatoli sistemici; per tale motivo il paziente
dovrebbe essere indagato dal punto di vista immunologico. ATTACCO ACUTO DI GLAUCOMA È una
condizione che si sviluppa quando la porzione periferica dell'iride ostruisce il deflusso dell'umore acqueo
dall'angolo della camera anteriore, causando un repentino aumento della pressione intraoculare. Si verifica
solo in soggetti anatomicamente predisposti in cui l'angolo della camera anteriore si presenta molto ristretto.
In questi pazienti, l'attacco acuto può essere scatenato dalla midriasi serale e dall'instillazione di colini
midriatici; inoltre, particolari tipi di cataratta intumescente in cui il cristallino è particolarmente rigonfio possono
favorirne l'insorgenza. È caratterizzato da improvviso e violento dolore che si accompagna ad annebbiamento
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visivo con aloni colorati attorno alle luci e, spesso, nausea e vomito. All'esame obiettivo si riscontra
congestione bulbare con marcata iperemia diffusa a tutta la congiuntiva, edema corneale, pupilla in media
midriasi a reagente allo stimolo luminoso e una pressione intraoculare molto elevata che, alla digitopressione
del bulbo, lo fa apparire di consistenza lapidea. (Figura 9) Costituisce una vera urgenza per l'occhio, poiché
una pressione intraoculare così elevata può portare a danni irreversibili a carico del nervo ottico. Il paziente
con un sospetto attacco acuto di glaucoma deve essere immediatamente inviato dallo specialista che
somministrerà colliri ipotonizzanti e pilocarpina, associati a terapia endovenosa con fluidi iperosmolari
(mannitolo) e acetazolamide. In genere, la sintomatologia dolorosa cessa non appena sia ripristinata la
normale pressione intraoculare e la vista si recupera nel giro di poche ore quando non sia danneggiato
irreparabilmente il nervo ottico. D'indubbia utilità l'esecuzione di un'iridotomia laser sia nell'occhio affetto sia
in quello sano a scopo preventivo. Nei pazienti con cataratta intumescente (cristallino particolarmente
rigonfio) è indicato l'intervento chirurgico per la sua rimozione. 4. Piccole patologie delle palpebre Le palpebre
sono pieghe muscolo-cutanee che hanno la funzione di proteggere il bulbo oculare e di distribuire il film
lacrimale. Sono formate da uno strato di cute, da uno scheletro fibro-cartilagineo (tarso) e da uno strato
muscolare costituito dal muscolo orbicolare, innervato dal neivo faciale ed adibito alla chiusura, dall'elevatore
della palpebra superiore, innervato dal nervo oculomotore per l'apertura (Figura 10). A livello della rima
palpebrale trovano impianto le ciglia, tranne che nella parte più nasale, dove si trovano i puntini lacrimali che
rappresentano l'inizio delle vie lacrimali di deflusso. Nelle palpebre trovano anche sede diversi tipi di
ghiandole che hanno la funzione di contribuire alla formazione della componente lipidica della lacrima
(ghiandole di Meibomio) e della parte acquosa. Le piccole patologie delle palpebre sono molto comuni e
spesso spingono il paziente a rivolgersi al pronto soccorso. Tra le più frequenti ricordiamo l'orzatolo, il calazio
e le fascicolazioni, oltre alla blefarite di cui si è già trattato nel capitolo riguardante l'occhio rosso. ORZAIOLO
È un'infezione stafilococcica delle ghiandole palpebrali, caratterizzata da un rigonfiamento e da un
arrossamento localizzati, che generalmente si accompagnano a dolore e sensazione di corpo estraneo. La
terapia si avvale di colliri o unguenti antibiotici per uso oftalmico, nei casi più importanti può essere utile il
drenaggio del materiale purulento. dall'angolo della camera anteriore, causando un repentino aumento della
pressione intraoculare. Si verifica solo in soggetti anatomicamente predisposti in cui l'angolo della camera
anteriore si presenta molto ristretto. In questi pazienti, l'attacco acuto può essere scatenato dalla midriasi
serale e dall'instillazione di colini midriatici; inoltre, particolari tipi di cataratta intumescente in cui il cristallino è
particolarmente rigonfio possono favorirne l'insorgenza. È caratterizzato da improvviso e violento dolore che
si accompagna ad annebbiamento visivo con aloni colorati attorno alle luci e, spesso, nausea e vomito.
All'esame obiettivo si riscontra congestione bulbare con marcata iperemia diffusa a tutta la congiuntiva,
edema corneale, pupilla in media midriasi a reagente allo stimolo luminoso e una pressione intraoculare
molto elevata che, alla digitopressione del bulbo, lo fa apparire di consistenza lapidea. (Figura 9) Costituisce
una vera urgenza per l'occhio, poiché una pressione intraoculare così elevata può portare a danni irreversibili
a carico del nervo ottico. Il paziente con un sospetto attacco acuto di glaucoma deve essere immediatamente
inviato dallo specialista che somministrerà colliri ipotonizzanti e pilocarpina, associati a terapia endovenosa
con fluidi iperosmolari (mannitolo) e acetazolamide. In genere, la sintomatologia dolorosa cessa non appena
sia ripristinata la normale pressione intraoculare e la vista si recupera nel giro di poche ore quando non sia
danneggiato irreparabilmente il nervo ottico. D'indubbia utilità l'esecuzione di un'iridotomia laser sia
nell'occhio affetto sia in quello sano a scopo preventivo. Nei pazienti con cataratta intumescente (cristallino
particolarmente rigonfio) è indicato l'intervento chirurgico per la sua rimozione. 4. Piccole patologie delle
palpebre Le palpebre sono pieghe muscolo-cutanee che hanno la funzione di proteggere il bulbo oculare e di
distribuire il film lacrimale. Sono formate da uno strato di cute, da uno scheletro fibro-cartilagineo (tarso) e da
uno strato muscolare costituito dal muscolo orbicolare, innervato dal neivo faciale ed adibito alla chiusura,
dall'elevatore della palpebra superiore, innervato dal nervo oculomotore per l'apertura (Figura 10). A livello
della rima palpebrale trovano impianto le ciglia, tranne che nella parte più nasale, dove si trovano i puntini
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lacrimali che rappresentano l'inizio delle vie lacrimali di deflusso. Nelle palpebre trovano anche sede diversi
tipi di ghiandole che hanno la funzione di contribuire alla formazione della componente lipidica della lacrima
(ghiandole di Meibomio) e della parte acquosa. Le piccole patologie delle palpebre sono molto comuni e
spesso spingono il paziente a rivolgersi al pronto soccorso. Tra le più frequenti ricordiamo l'orzatolo, il calazio
e le fascicolazioni, oltre alla blefarite di cui si è già trattato nel capitolo riguardante l'occhio rosso. ORZAIOLO
È un'infezione stafilococcica delle ghiandole palpebrali, caratterizzata da un rigonfiamento e da un
arrossamento localizzati, che generalmente si accompagnano a dolore e sensazione di corpo estraneo. La
terapia si avvale di colliri o unguenti antibiotici per uso oftalmico, nei casi più importanti può essere utile il
drenaggio del materiale purulento. ABRASIONE CORNEALE È la più comune affezione traumatica del globo
oculare. È legata alla perdita di parte dello strato epiteliale che ricopre la superficie corneale con esposizione
delle fibre nervose dolorifiche del plesso sub-epiteliale. Ne consegue che i pazienti che presentano
un'abrasione corneale accusino immediatamente un vivo dolore, a volte sproporzionato rispetto all'entità del
danno, fotofobia intensa e lacrimazione abbondante. L'esame può essere difficoltoso proprio per
l'impossibilità del paziente a mantenere l'occhio aperto; alla lampada a fessura si osserva la classica perdita
di cellule epiteliali, più o meno importante a seconda dell'evento traumatico, evidenziata dall'instillazione di
fluoresceina, che colora la lesione di un verde brillante quando illuminata da luce blu. L'epitelio rappresenta la
prima linea di difesa della cornea contro gli agenti patogeni infettivi; pertanto risulta estremamente importante
ripristinare la sua integrità il più rapidamente possibile. La riparazione spontanea avviene in 48-72 ore,
mediante la migrazione di cellule epiteliali dalla periferia (limbus) verso il centro della cornea. Di norma
dovrebbe essere sufficiente una buona lubrificazione con lacrime artificiali a duplice funzione; da un lato
lubrificante e protettiva (a base di ialuronato di sodio, carbossimetilcellulosa, etc.) e dall'altro con funzioni
riepitelizzanti (a base di dexpantenolo, trealosio, etc...). Tuttavia, proprio per il rischio infettivo ed il vivo dolore
accusato dal paziente, si preferisce prescrivere una terapia antibiotica topica in collirio o pomata associata o
meno ad un bendaggio oculare per qualche giorno. Gli anestetici topici sono fortemente controindicati poiché,
nonostante diano un sollievo temporaneo, ritardano il processo cicatriziale e, dopo ripetute instillazioni,
possono portare alla perforazione corneale. Nell'8-10% delle abrasioni corneali, tipicamente dopo microtraumi
lineari come da colpo d'unghia o da foglio di carta, si possono verificare delle riaperture della linea di ferita
corneale anche dopo mesi dall'evento traumatico. Questo fenomeno, che prende il nome di erosione posttraumatica recidivante, è legato ad una cicatrizzazione incompleta per difetto di adesione delle cellule
epiteliali nella sede della precedente lesione. Il paziente accusa nuovamente un vivo dolore e abbondante
lacrimazione subito dopo il risveglio, allorquando, con l'apertura delle palpebre, viene asportato parte
dell'epitelio. Al fine di favorire la corretta riepitelizzazione corneale, viene consigliato alle persone affette da
erosioni recidivanti di aiutare la lubrificazione della superficie oculare con sostituti lacrimali a duplice funzione
lubrificante e riepitelizzante anche per diversi mesi. I portatori di lenti a contatto possono andare incontro con
una certa frequenza alle epiteliopatie corneali, che consistono in semplici lesioni di tipo puntiformi, a più
estese aree di erosione, dovute sia a fattori predisponenti (alterazioni del film lacrimale, blefariti, allergie,
alterazioni corneali, ecc.) sia a cattiva manutenzione od abuso delle stesse. In genere questi pazienti vanno
invitati a sospenderne immediatamente l'utilizzo delle lenti e instillare lacrime artificiali anche per lunghi
periodi. Una volta guarito, il paziente deve essere istruito sul corretto uso delle lenti a contatto al fine di
evitare complicanze più gravi come ulcere, ascessi e la terribile cheratite da Acanthamoeba (che presenta
intensa fotofobia e dolore ed è caratterizzata dallo sviluppo rapido e ingravescente di un'ulcera corneale
profonda che, se non riconosciuta e trattata tempestivamente, può portare alla perforazione della cornea).
CORPO ESTRANEO CORNEALE 0 CONGIUNTIVALE Piccoli corpi estranei adesi alla superficie corneale o
congiuntivale costituiscono una causa frequente di accesso al pronto soccorso. Di norma conseguono ad un
infortunio sul lavoro o nel "fai da te" domestico e sono perlopiù schegge di materiale ferroso, quasi tutte
evitabili indossando gli appositi occhiali di protezione. La sintomatologia ricalca quella dell'abrasione con
dolore, sensazione di corpo estraneo e lacrimazione; la sensazione dolorosa ed il fastidio che vengono riferiti
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sono inversamente proporzionali all'entità della lesione. Le piccole schegge superficiali sono spesso molto più
fastidiose di quelle profonde o di quelle che addirittura hanno perforato il bulbo oculare. Il corpo estraneo può
essere facilmente identificato anche con una piletta ed appare come un piccolo punto scuro sulla superficie
corneale o su quella della congiuntiva bulbare (Figura 12). Anche se spesso sono solo superficiali e non si
approfondano nello stroma corneale, è consigliabile non tentare di rimuoverli Dott. Alessandro Bianchi
Medico Chirurgo Specialista in Oftalmologia Dirigente Medico di I livello Cllnica Oculistica Fondazione IRCCS
Policlinico San Matteo - Pavia Dott. Francesco Carlo Gamaleri Farmacista territoriale Corso di
Perfezionamento in Farmacovigilanza Medico Chirurgo Specialista in Pediatria Preventiva e Puericultura
(Esercizio esclusivo della professione medica dal 1991 al 2001; esercizio esclusivo della professione di
farmacista dal 2002) Dott. Alessandro Bianchi Dott. Francesco Carlo Gamaleri Responsabili scientifici del
corso
Figurai. La superficie oculare (Immagine di proprietà della Clinica Oculistica di Pavia) Figura 2. La
congiuntivite Immagine modificata (tratta da: Scullica L e Bisantis C "Le congiuntiviti", Simposi ISF
Italseber/lscar Leo)
TEMA FARMACIA - Gennaio 2015
Tabella 1. PAZIENTE CON OCCHIO ROSSO Algoritmo diagnostico per ia diagnosi differenziale delle cause
di occhio rosso Figura 3 - Congiuntivite virale Si noti l'iperemia più marcata a livello del fornice congiuntivale,
dove sono presenti anche formazione pseudomembranose, rispetto alla congiuntiva bulbare. (Immagine tratta
da: Parrìsh RK "Atlante di oftalmologia", Piccin) f Dolore ì ( A s s e n t e ^ o moderato Calo visivo, importante
fotofobia ( Possibile indocilite attacco^ acuto di glaucoma o ^ patologie corneali J Emorragia j I
sottocongiuntivale I Scarso - .- ' .-~^ Congiuntivite | virale J
Quali sono le ulteriori cautele per i portatori di lenti a contatto in caso di congiuntivite infettiva? In tutte le
forme di congiuntivite infettiva si consiglia la sospensione, fino alla risoluzione completa della sintomatologia,
dell'uso delle lenti a contatto e la loro sterilizzazione qualora non fossero "usa e getta". Figura 4. Congiuntivite
batterica Si noti l'iperemia più marcata a livello del fornice congiuntivale, e la secrezione muco purulenta
tipica di queste forme. (Immagine tratta da: Kanski JJ "Clinical Opththalmology, a systematic approach",
Saunders Elsevier)
Figura 5. Congiuntivite allergica La congiuntivite appare meno iperemica, color salmone, è evidente
un'ipertrofia gigantopapillare a livello della congiuntiva tarsale superiore. (Immagine di proprietà dell'archivio
della Clinica Oculistica di Pavia) Figura 6. Emorragia sottocongiuntivale Si noti la laccatura ematica del colore
rosso vivo, a margini ben definiti e che copre i sottostanti vasi congiuntivali ed episclerali, localizzata al livello
della congiuntiva bulbare nasale (Immagine di proprietà della Clinica Oculistica di Pavia)
Figura 7. Blefarite Figura 7 a. Iperemia del bordo palpebrale che conferisce al paziente gli "occhi cerchiati di
rosso" (Immagine tratta da: Parrish RK "Atlante di oftalmologia" Piccin) Figura 7 b. Si noti la secrezione
schiumosa a livello della rima palpebrale (Immagine tratta da: Scullica L e Bisantis C "Le congiuntiviti",
SUnoisu USF Utaksever/lcar Leo) Figura 8. Iridociclite acuta Ben evidente il cerchio pericheratico (iperemia
più intensa attorno al limbus sclero-corneale), la cornea è strasparente, la pupilla è iporeagente. (Immagine
tratta da: Spalton DJ et al "Atlas of clinical ophthalmoiogy" Gower)
Figura 9. Attacco acuto di glaucoma L'iperemia è diffusa, la cornea è meno trasparente (edematosa), la
pupilla è fissa (areagente al foto stimolo) in media midriasi. (Immagine tratta da: Spalton DJ et al "Atlas of
clinical ophyhalmology", Gower) In caso ci si trovi di fronte a un paziente con un occhio rosso molto dolente e
che presenta un calo del visus come ci si deve comportare? e necessario inviare immediatamente il paziente
presso il pronto soccorso oculistico nell'eventualità che si tratti di un'infezione profonda dell'occhio, di
un'uveite oppure di un attacco acuto di glaucoma Figura 10. Anatomia delle palpebre
Figura 9. Attacco acuto di glaucoma L'iperemia è diffusa, la cornea è meno trasparente (edematosa), la
pupilla è fissa (areagente al foto stimolo) in media midriasi. (Immagine tratta da: Spalton DJ et al "Atlas of
clinical ophyhalmology", Gower) In caso ci si trovi di fronte a un paziente con un occhio rosso molto dolente e
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che presenta un calo del visus come ci si deve comportare? e necessario inviare immediatamente il paziente
presso il pronto soccorso oculistico nell'eventualità che si tratti di un'infezione profonda dell'occhio, di
un'uveite oppure di un attacco acuto di glaucoma Figura 10. Anatomia delle palpebre
Per quale motivo è sconsigliabile utilizzare anestetici topici per uso oftamico in corso di abrasione come
Nonostante diano un sollievo temporaneo, ritardano il processo cicatriziale e, dopo ripetute instillazioni,
possono portare alla perforazione corneale. Figura 12. Piccola scheggia metallica corneale, si noti l'assenza
di iperemia congiuntivale e la trasparenza corneale (segni di un evento traumatico accaduto solo da qualche
ora). (Immagine di proprietà della Clinica Oculistica di Pavia)
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Piccole patologie dell'occhio / 2
ed irrigare l'occhio con una soluzione salina sterile; se questa manovra non fosse sufficiente, bisogna inviare
il paziente presso il pronto soccorso oculistico dove il medico asporterà la scheggia con appositi strumenti e
verificherà l'assenza di perforazioni bulbari con eventuali corpi estranei endobulbari. La terapia ricalca quella
dell'abrasione con unguenti o colliri antibiotici per 5-6gg e bendaggio per 24-48 ore. Può capitare, soprattutto
in giornate ventose, che piccoli residui di terra od ali di insetto vengano a contatto con la superficie oculare e
si infilino sotto la palpebra superiore a contatto con la congiuntiva tarsale. Questo evento provoca un enorme
fastidio al paziente che, con lo sfregamento dell'occhio, abrade la superficie corneale e peggiora la
sintomatologia. Basta evertere la palpebra superiore e rimuovere il piccolo corpo estraneo per avere un
immediato beneficio e di norma, se non vi sono erosioni corneali importanti, è sufficiente somministrare una
lacrima artificiale per avere una risoluzione completa in poche ore. CHERATITE ATTINICA La cheratite
attinica è caratterizzata dalla sofferenza dell'epitelio corneale in soggetti sottoposti a radiazioni UV. L'esempio
più classico è quello del saldatore che non indossa gli idonei dispositivi di protezione o di chi si sottopone ad
una lampada abbronzante senza adeguata protezione. Di solito è bilaterale ed insorge nelle ore serali o
notturne come un forte bruciore con sensazione di corpo estraneo, lacrimazione profusa e difficoltà a
mantenere gli occhi aperti. All'esame obiettivo si evidenzia un'iperemia congiuntivale più accentuata attorno
alla cornea (cerchio pericheratico) con un'epiteliopatia punctata (caratterizzata da opacità puntiformi che
compaiono sulla superficie corneale) diffusa ben evidenziabile con la colorazione con fluoresceina. La terapia
si avvale di colliri midriatici-cicloplegici ed unguento antibiotico con bendaggio per 24-48 ore. Spesso il dolore
è tale che si consiglia l'assunzione di un FANS anche per via orale. CAUSTICAZIONE CHIMICA
Costituiscono vere e proprie emergenze oculistiche e pertanto richiedono l'invio presso la struttura di pronto
soccorso nel più breve tempo possibile. L'unica procedura che viene consigliata prima dell'invio in ospedale è
l'immediata l'irrigazione dell'occhio per rimuovere la maggior parte delle sostanze chimiche. Il danno oculare
può essere solo di superficie, oppure anche molto profondo e coinvolgere l'intera cornea, l'iride, il cristallino e
la retina; questo dipende per larga parte dalla natura dell'agente chimico coinvolto. In genere le basi
penetrano velocemente in profondità, mentre gli acidi permangono sulla superficie; acidi forti come l'acido
cloridrico tendono a penetrare quanto le sostanze alcaline. Le basi che più di frequente entrano in contatto
accidentale con gli occhi sono: • l'idrossido di calcio Ca[OH] 2 , chiamata anche calce spenta, rappresenta
una delle cause più frequenti essendo utilizzata sia nell'industria chimica e petrolchimica sia nell'edilizia come
componente di intonaci, malte e pitture. Fortunatamente penetra poco e i suoi danni sono limitati; •
l'ammoniaca NH 3 , molto frequente poiché presente in molte sostanze per la pulizia, nei fertilizzanti e nei
refrigeranti. E' causa di lesioni anche molto profonde avendo una penetrabilità molto alta; • l'idrossido di sodio
NaOH, meglio noto come soda caustica; usato nell'industria chimica, causa danni simili a quelli
dell'ammoniaca. Gli acidi che più comunemente causano lesioni oculari sono: • acido solforico H 2 SO 4 ,
contenuto nelle batterie delle automobili ed avendo numerose applicazioni nell'industria chimica, rappresenta
la causa più frequente di contatto accidentale con l'occhio. Causa danni perlopiù superficiali alla cornea e alla
congiuntiva, poiché l'epitelio risulta resistente alla sua penetrazione; • l'acido acetico CH 3 COOH, produce
causticazioni di superficie); • l'acido fluoridrico HF; • l'acido cloridrico HCI che, penetrando facilmente,
causano i maggiori danni alle strutture oculari interne. Oltre alla natura dell'agente chimico che viene a
contatto con l'occhio, altri fattori che influenzano la gravita della lesione, come la sua concentrazione, la
superficie di contatto ed il tempo di esposizione. Valutazioni statistiche dimostrano che questi incidenti
coinvolgono nel 65% dei casi i lavoratori dell'industria chimica e dell'edilizia, nel 33% dei casi si tratta di
incidenti domestici; più del 70% dei casi coinvolge maschi adulti e nel 7% circa sono interessati dei bambini.
Fortunatamente nella maggior parte dei casi i danni oculari sono da lievi a moderati; purtroppo però nei casi
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più gravi, la funzionalità visiva può essere totalmente compromessa. Come già indicato, la prima misura
terapeutica, ancora prima dell'esame obiettivo, consiste nell'allontanamento del composto chimico mediante
lavaggi oculari prolungati (per 15-30 minuti), anche con acqua corrente se non si dispone di soluzione salina
sterile. Il paziente deve essere inviato presso il pronto soccorso oculistico dell'ospedale di riferimento il più
presto possibile portando, qualora fosse a disposizione, copia della scheda del prodotto con il quale è venuto
in contatto oppure la confezione stessa dell'agente che ha provocato la lesione oculare. La terapia vera e
propria si avvale della rimozione dell'epitelio necrotico e di eventuali residui chimici, instillazione di unguenti
antibiotici e colliri cicloplegici. Nei casi più gravi il paziente viene ospedalizzato e sottoposto a terapia
steroidea e antibiotica topica e sistemica per qualche settimana; in casi particolari può rendersi necessario
anche un intervento chirurgico. TRAUMA CONTUSIVO Per contusivo si intende un evento traumatico nel
quale non vi sia lacerazione dei tessuti del bulbo, né penetrazione di corpi estranei al suo interno. Consegue
perlopiù a contatti accidentali, sportivi o domestici, ma anche ad infortuni sul lavoro, risse ed incidenti stradali;
sono colpiti più frequentemente i maschi con un rapporto maschio - femmina di circa 4,5:1. La gravita del
danno oculare è direttamente proporzionale all'entità del colpo e viene accentuata dalla presenza di
concomitanti patologie oculari o pregressi interventi chirurgici come quello della cataratta. I sintomi vanno dal
semplice dolore oculare e perioculare con lacrimazione, fino alla perdita momentanea o permanente della
vista. I pazienti che presentano un trauma bulbare contusivo devono sempre essere inviati dallo Specialista
Oculista in regime di urgenza. Infatti, l'occhio, essendo un sistema chiuso, viene dapprima sottoposto ad una
forza antera-posteriore che schiaccia la cornea ed il cristallino verso il vitreo e la retina; successivamente si
verifica un contraccolpo che sposta il cristallino e il corpo ciliare verso la superficie anteriore dell'occhio. Ne
consegue che le strutture che maggiormente possono subire danni da contusione sono il cristallino, il corpo
ciliare e la retina. Nei traumi lievi spesso si reperta solo una chiazza biancastra più o meno estesa sulla retina
(edema commotivo di Berlin), non vi sono alterazione visive e la guarigione avviene spontaneamente nel giro
di qualche giorno; è comunque utile rivalutare questi pazienti dopo 7-14 giorni per assicurarsi che non vi
siano alterazioni retiniche residue. Nei traumi più importanti, si può evidenziare sangue in camera anteriore
(ipoema), lussazione del cristallino, distacco della retina o della coroide, edema del nervo ottico fino allo
scoppio bulbare. Nei casi più lievi, la terapia si avvale di colliri midriatici/cicloplegici associati a terapia
steroidea topica e/o sistemica; nei casi più gravi si procede all'ospedalizzazione e, se necessario,
all'intervento chirurgico. 6. Casi clinici Si tratta di due pazienti che si sono presentati presso il Pronto
Soccorso della Clinica Oculistica della Fondazione Policlinico San Matteo di Pavia. Questi due casi,
purtroppo tutt'altro che isolati, si accomunano per l'uso improprio e protratto di tarmaci di comune impiego
nella pratica clinica o nella terapia delle affezioni oculari. PRIMO CASO Nome: M. D. Età: 28 anni Sesso:
Maschio Professione: Medico Chirurgo, specializzando Anamnesi: gode di buona salute, allergia stagionale a
graminacee, betullacee, ambrosia e parietaria Anamnesi oculare: Non porta occhiali. Da qualche settimana
lamenta sensazione di pesantezza agli occhi e calo visivo soprattutto nell'occhio sinistro con visione di aloni
attorno alle luci e aumento della fotofobia. Riferisce di aver instillato in passato colliri antistaminici con poco
beneficio, soprattutto per scarsa aderenza alla terapia (instillava il collirio antistaminico solamente quando
avvertiva prurito). Da 3-4 mesi instilla desametasone collirio almeno 2 volte al giorno con notevole riduzione
del fastidio e delParrossamento oculare. Esame obiettivo: OD Visus: 7-8/10 naturali, non miglioraci con lenti
OS Visus: 2-3/10 naturali, non miglioraci con lenti OD oftalmotono: 25 mmHg OS oftalmotono: 35 mmHg OD
segmento anteriore: bulbo calmo, congiuntiva rosea con piccoli follicoli della congiuntiva tarsale, cornea
trasparente, pupilla centrata e reagente al fotostimolo, iniziale cataratta sottocapsulare posteriore OS
segmento anteriore: bulbo calmo, congiuntiva rosea con piccoli follicoli della congiuntiva tarsale, cornea
trasparente, pupilla centrata e reagente al fotostimolo, cataratta sottocapsulare posteriore quasi completa 0 0
Fundus Oculi: nella norma Terapia: Si sospende immediatamente la terapia cortisonica e si ricontrolla il
paziente dopo 10 giorni Primo controllo: II paziente riferisce ridotta sensazione di pesantezza oculare
All'esame obiettivo si riscontra: ODV: 7-8/10 naturali, non migliorabili con lenti OS Visus: 2-3/10 naturali, non
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migliorabili con lenti OD oftalmotono: 15 mmHg OS oftalmotono: 23 mmHg Restanti reperti invariati. Visto il
miglioramento della pressione intraoculare si decide di lasciare il paziente senza terapia e di ricontrollarlo a
distanza di un mese Secondo controllo: OD oftalmotono: 15 mmHg OS oftalmotono: 16 mmHg Restanti
reperti invariati. Poiché il paziente lamenta grosse limitazioni visive nell'attività lavorativa e nella guida, si
propone intervento di cataratta nell'occhio sinistro. Controllo post intervento di cataratta in OS: ODV: 8/10
naturali, non migliorabili con lenti (visione per vicino conservata) OSV: 10/10 naturali (necessità di correzione
con occhiali per vicino a causa della perdita dell'accomodazione da parte del cristallino) 0 0 oftalmotono: 15
mmHg Restanti reperti nella norma. Visto il visus elevato, si decide di soprassedere all'intervento di cataratta
nell'occhio destro. Conclusioni del caso: II paziente è probabilmente un "responder" al cortisone e
l'instillazione prolungata e non controllata dello sferoide ha provocato una cataratta corticale posteriore (tipica
delle cataraffe secondarie a terapia cortisonica) ed un glaucoma secondario. Di norma la pressione
intraoculare si normalizza nel giro di breve tempo dopo la sospensione dello sferoide e senza terapia
antipertensiva oculare; viceversa la cataratta non regredisce e, nella maggior parte dei casi, necessita di una
chirurgia. Nei soggetti giovani questo comporta la perdita della capacità accomodativa e li obbliga a portare
occhiali per vicino come avviene a causa della presbiopia. SECONDO CASO Nome: F.G. Età: 42 anni Sesso:
Maschio Professione: Operaio Anamnesi: gode di buona salute e non assume terapia Anamnesi oculare: Non
porta occhiali. Rferisce pregressi e ripetuti microtraumi in entrambi gli occhi (schegge di materiale ferroso e
cheratiti da saldatura). Si presenta presso il Pronto Soccorso Oculistico per improvviso dolore nell'occhio
destro con perdita della vista. Riferisce di essersi recato presso altro Pronto Soccorso circa 20 giorni fa per
asportare un corpo estraneo corneale nell'occhio destro, per motivi di lavoro non ha medicato correttamente
l'occhio (con pomata e bendaggio) e, persistendo la sintomatologia dolorosa soprattutto notturna, da allora
instilla Oxibuprocaina Cloridrato (che ha trovato nell'armadietto dei tarmaci della ditta per la quale lavora)
anche più volte al giorno. Esame obiettivo: OD Visus: percezione della luce con intensa fotofobia OS Visus:
10/10 con + 0,75 sf OD oftalmotono: digitalemente buono OS oftalmotono: 14 mmHg OD segmento anteriore:
bulbo molto congesto, iperemia congiuntivale e marcato cerchio pericheratico, estesa ulcera centro corneale
che si approfonda nello stroma senza perforazione, pupilla centrata e reagente al fotostimolo, cristallino
trasparente. OS segmento anteriore: bulbo calmo, congiuntiva rosea, piccoli leucomi (cicatrici) corneali segno
di pregressi corpi estranei, pupilla centrata e reagente al fotostimolo, cristallino trasparente. OD Fundus
Oculi: non valutabile OS Fundus Oculi: nella norma Terapia: Si ricovera il paziente, si inizia terapia topica con
collirio fluorochinolonico, atropina collirio e lacrima artificiale riepitelizzante, si applica lente a contatto
protettiva e si instaura, in via preventiva, anche terapia antibiotica sistemica. Per i primi due giorni è stato
necessario somministrare al paziente dei FANS per os per ridurre la sintomatologia dolorosa. Dopo 5 giorni di
ricovero, alla riduzione dell'ulcera, il paziente viene dimesso con terapia topica antibiotica e
lubrificante/riepitelizzante e lente a contatto protettiva. Ai successivi controlli si procede alla rimozione della
lente a contatto, una volta completato il processo di riepitelizzazione corneale, e alla sospensione della
terapia antibiotica topica, si lascia la lacrima artificiale riepitelizzante ancora per almeno un mese. Dopo 2
mesi il visus dell'occhio sinistro si è attestato sugli 8/10 con una correzione astigmatica indotta dalla cicatrice
corneale residua. Conclusioni del caso: L'abuso di anestetici topici è causa di ulcerazioni corneali che
possono portare, anche in breve tempo, alla perforazione del bulbo. Purtroppo, in alcune officine, è prassi
comune tenere di scorta un flacone di collirio anestetico per ridurre il dolore oculare e, magari, permettere
all'operaio di terminare il proprio turno di lavoro. In caso di infortunio sul lavoro, il consiglio è quello di inviare il
paziente presso il Pronto Soccorso Oculistico di riferimento per le cure del caso. Unguenti oftalmici e
bendaggi possono essere d'aiuto nel lenire il dolore in attesa di una visita specialistica, eventualmente
associati ad un FANS per bocca, ma in nessun caso si dovrebbe consigliare una terapia anestetica topica. 7.
Conclusioni Da quanto descritto appare chiaro che, quando ci si trovi di fronte ad un paziente con un occhio
rosso, sia importante raccogliere la maggior parte delle informazioni possibili circa la modalità ed il tempo
d'insorgenza, l'associazione con sintomi oculari (dolore, fotofobia, lacrimazione, prurito, calo del visus, etc...)
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ed extraoculari (vomito, nausea, cefalea, vertigini, rialzi pressori, etc...), la relazione con traumi o pregressi
interventi chirurgici, la presenza o meno di allergie e l'eventuale ricorrenza di tale sintomatologia. Trovandosi
in una posizione privilegiata e grazie anche al grado di confidenza professionale e comunicativa che il
farmacista di comunità da sempre mantiene con i propri pazienti o famigliali degli stessi, è possibile quindi
attraverso un colloquio efficace, cercare di desumere le diverse informazioni utili per ben consigliare ed
attivare un percorso di assistenza sanitaria idoneo. Pertanto, in base ai dati raccolti, non dovrebbe essere
difficile capire se ci si trovi davanti ad un caso urgente e che richiede un immediato consulto specialistico
oppure se si possa gestire il problema, almeno nella fase acuta, con un farmaco da auto-medicazione e
magari rimandare la visita specialistica di qualche giorno. In tema di terapia oftalmica per uso topico, risulta
oltremodo rilevante l'intervento del farmacista per dissuadere l'uso talvolta disinvolto di colliri antibiotici in
corso di lievi infezioni transitorie da parte di alcuni pazienti. La relativa benignità della patologia infettiva
comeo-congiuntivale rende per lo più superfluo ed antieconomico il tentare di individuare l'agente patogeno
responsabile e stabilirne la sensibilità agli antibiotici. È preferibile in tali casi affidarsi a terapie antibiotìche
topiche a largo spettro prescritte dallo Specialista, possibilmente spiegando al paziente che la storia naturale
della congiuntivite prevede una guarigione piuttosto lenta (anche 10-15 giorni) e che quindi è inutile e
controproducente cambiare la terapia antibiotica ogni 48-72 ore, nell'ipotesi che questa sia del tutto
inefficace. In generale i sostituti lacrimali, soprattutto quelli senza conservante, sono prodotti che si possono
instillare senza problemi anche per lunghi periodi ed il paziente può trarre un beneficio nella riduzione della
sensazione di corpo estraneo tipica degli stati flogistici della superficie oculare. A questo proposito, si
rimanda la trattazione più specifica delle diverse molecole presenti nelle lacrime artificiali ed il loro utilizzo in
corso di specifiche alterazioni della superficie oculare all'apposito modulo successivo. Di norma, è preferibile
evitare l'instillazione di colliri vasocostrittori se non per brevissimi periodi e mai devono essere utilizzati al
posto di un sostituto lacrimale: queste sostanze infatti, "sbiancano" immediatamente l'occhio costringendo i
vasi congiuntivali. La vasocostrizione prolungata nel tempo, induce un mancato apporto di nutrienti ed
ossigeno ai tessuti del bulbo oculare tanto da poterlo descrivere come bulbo "asciutto"; conseguenza è
un'irritazione della superficie oculare che, provoca nuova iperemia, a cui il paziente risponde con ulteriore
instillazione di collirio decongestionante (in una spirale di incremento del danno), creando una sorta di
"dipendenza" dal vasocostrittore che, in tempi lunghi porta, all'instaurarsi di congiuntiviti croniche difficili da
eradicare. Diverso è il caso dei colliri antistaminici, soprattutto i più recenti a meccanismo d'azione multiplo;
essi possono essere consigliati (se classificati come Sop) o prescritti del medico curante 0 dallo specialista,
senza particolari controindicazioni e per lunghi periodi, soprattutto se paragonati agli steroidi topici, di cui si fa
un notevole abuso nelle forme allergiche, che possono portare all'insorgenza di patologie oculari importanti
come il glaucoma secondario e la cataratta. 1 colliri steroidei che, come è noto, richiedono tutti prescrizione
medica, dovrebbero essere altresì evitati in tutti gli stati in cui vi sia una soluzione di continuo dell'epitelio
corneale, poiché ne ritardano la cicatrizzazione ed in caso di infezioni corneali da virus erpetici. Particolare è
invece il caso dell'addo borico (acqua borica) che purtroppo viene ancora diffusamente utilizzato come bagno
oculare disinfettante: si tratta di un rimedio un po' vetusto e di scarsa efficacia. Infatti, accentua l'irritazione
congiuntivale e non protegge dalle infezioni; inoltre provoca bruciore ali'instillazione, soprattutto in caso di
abrasioni corneo-congiuntivali. Ad esso è sicuramente preferibile un buon sostituto lacrimale o lavaggi oculari
con blando disinfettante/lenitivo oculare. In caso di blefariti croniche, nelle quali la terapia steroidea non può
essere protratta per quanto indicato in precedenza, nelle fasi intercritiche, può essere di giovamento la
detersione delle palpebre con salviettine sterili e l'utilizzo di shampoo dedicati che facilitano la rimozione delle
scaglie di cute depositata tra le ciglia e della secrezione schiumosa delle ghiandole di Meibomio. Nel caso
specifico, sono disponibili in commercio delle salviette che presentano una confezione monodose particolare
che può essere riscaldata (per favorire l'escrezione del secreto meibomiano) o raffreddata (per lenire la
sensazione di fastidio e prurito specialmente dopo procedura chirurgica) prima dell'applicazione. Di dubbia
utilità invece, sono i colliri che promettono una protezione dalle radiazioni ultraviolette, da instillarsi prima di
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iniziare il lavoro di saldatura; molto più importante sarebbe svolgere un ruolo di prevenzione convincendo gli
operatori ad indossare gli idonei dispositivi di protezione (per tutto il tempo necessario) ed a mettere in pratica
tutte le misure volte ad evitare causticazioni e microtraumi della superficie oculare. In conclusione, si coglie
nuovamente occasione per sottolineare l'importanza dell'attività di farmacosorveglianza da parte del
farmacista di comunità e di monitoraggio dell'aderenza terapeutica allo schema posologico prescritto a
ciascun paziente. Aggiornamenti di oculistica per il farmacista Scegliere una sola risposta esatta per ogni
domanda. Per il superamento del test di valutazione dell'apprendimento è necessario rispondere
correttamente all'75% delle domande proposte. Informiamo i lettori che nei questionar'! online, le domande e
le risposte saranno pubblicate in ordine casuale (diverso ad ogni accesso al sito), come definito nella nuova
normativa ECM dalla Commissione Nazionale Formazione Continua del Ministero della Salute. B M
L'iperemia in caso di congiuntivite è: • Più intensa ai fornici e degrada man mano che ci si sposta verso il
limbus • Circolare attorno alla cornea (cerchio pericheratico) • Centro-corneale • In caso di congiuntivite non
vi è iperemia WM Oual è la terapia della congiuntivite da adenovirus? • Antibiotici topici a largo spettro •
Steroidi topici • Sostituti lacrimali • Non esiste una terapia specifica per la congiuntivite da adenovirus, una
terapia topica con antibiotici.steroidi e sostituti lacrimali può aiutare ad evitare sovra infezioni batteriche e
ridurre La sintomatologia | Qual è la terapia della congiuntivite allergica? • Ridurre il contatto con l'allergene e
instillare colliri antistaminici a doppia azione • Steroidi topici e/o sistemici • Colliri beta-bloccanti • Colliri
midriatici-cicloplegici I La cornea è vascolarizzata da: • Arterie ciliari lunghe • Arterie ciliari brevi • È priva di
vasi sanguigni • Arteria oftalmica In caso di congiuntivite, un portatore di lente a contatto deve: • Togliere il
prima possibile le lenti a contatto e sottoporsi a visita specialistica,dopo la terapia e con la regressione della
sintomatologia può riprenderne gradualmente l'uso avendole cambiate o sterilizzate • Non è importante
togliere la lente a contatto, basta iniziare subito la terapia antibiotica topica • Mantenere la lente a contatto
indossata al fine di proteggere l'epitelio corneale da eventuali sovrainfezioni batteriche • Togliere le lenti a
contatto e instillare un collirio vasocostrittore per ridurre l'iperemia congiuntivale In caso di emorragia
sottocongiuntivale si deve: • Inviare il paziente in pronto soccorso il più rapidamente possibile per scongiurare
il pericolo di emorragie intraoculari • Tranquillizzare il paziente, misurare la pressione arteriosa, non instillare
terapie topiche, consigliare al paziente uno screening della PA e della coagulazione presso il proprio medico
di base • Instillare colliri vasocostrittori • Consigliare al paziente di sospendere immediatamente una
eventuale terapia anticoagulante orale WA Le blefariti possono causare spesso: • Calazi multipli • Glaucoma •
Iridociditi • Cali di vista transitori della durata di qualche minuto (amaurosi) • Un miglioramento della
sintomatologia in caso di blefarite cronica • Cataratta F I In corso di terapia corticosteroidea oftalmica pervia
topica, quali possono essere gli eventi avversi in caso di trattamento eccessivamente prolungato e/o non
aderente allo schema terapeutico prescritto da specialista oculista? • Insorgenza di Herpes oftalmico •
Sviluppo di patologia glaucomatosa e di cataratta • Alterazione glicemiche in pazienti affetto da diabete di tipo
1 • Blefarite cronica | Una comparsa di occhio molto rosso e dolente, associato a calo del visus con nausea e
vomito può far pensare a: • Attacco acuto di glaucoma • Cataratta • Congiuntivite allergica Q Cheratite attinica
Mi Un'abrasione corneale: D Di solito passa inosservata non generando dolore né iperemia • Causa vivo
dolore,fotofobia e lacrimazione • È causa di occhio rosso non dolente • Migliora l'acuità visiva nei soggetti
miopi mn Instillare colliri anestetici per lunghi periodi può comportare: • Secchezza oculare • Perforazione
corneale In caso di corpo estraneo corneale: • Di solito la sensazione dolorosa è proporzionale all'entità della
lesione • Di solito la sensazione dolorosa è inversamente proporzionale all'entità della lesione • Non vi è
sensazione dolorosa se il corpo estraneo è superficiale • Vi è sensazione dolorosa solo se il corpo estraneo
ha perforato la cornea a tutto spessore M%H La cheratite attinica nei saldatori insorge: • Durante la saldatura
• Appena finito di saldare • Nelle ore serali o notturne dopo una giornata di saldatura • Diversi giorni dopo la
saldatura MLH In caso di contatto accidentale oculare con una sostanza chimica si deve: • Irrigare
abbondantemente l'occhio e inviare il paziente in Pronto Soccorso Oculistico • Instillare anestetici topici •
Medicare l'occhio con vasocostrittori e con colliri steroidei • Instillare sostituti lacrimali riepitelizzanti • H Oual è
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la terapia dell'iridociclite acuta? • Colliri antibiotici a largo spettro e steroidi sistemici • Colliri ipotonizzanti e
steroidi per os • Colliri midriatici-cicloplegici e ipotonizzanti, associati sempre a steroidi per os • ColLiri
midriatici-cicloplegici e steroidi, associati o meno a terapia steroidea sistemica Come viene percepito il dolore
dal paziente in caso di corpo estraneo corneale? Di solito la sensazione dolorosa è inversamente
proporzionale all'entità della lesione ed alla sua profondità. Nell'8-10% delle abrasioni corneali, tipicamente
dopo microtraumi lineari come da colpo d'unghia o da foglio di carta, si possono verificare delle riaperture
della linea di ferita corneale anche dopo mesi dall'evento traumatico.
Come comportarsi in caso di causticazii chimica ocuL Irrigare immediatamente e abbondantemente l'occhio
con soluzione salina sterile oppure con acqua corrente per rimuovere la maggior parte della sostanza chimica
(almeno per 15-30 minuti) ed inviare il paziente presso il pronto soccorso oculistico.
Nei traumi lievi spesso si reperta soLo una chiazza biancastra più o meno estesa sulla retina (edema
commotivo di Berlin), non vi sono alterazione visive e la guarigione avviene spontaneamente nel giro di
qualche giorno; è comunque utile rivalutare questi pazienti dopo 7-14 giorni per assicurarsi che non vi siano
alterazioni retiniche residue
L'abuso di anestetici topici è causa di ulcerazioni corneali che possono portare, anche in breve tempo, alla
perforazione del bulbo
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PERSONAGGI
1 articolo
01/02/2015
La Gazzetta Del Mezzogiorno
Pag. 7
(diffusione:48275, tiratura:63756)
«Quando lo Stato ha bisogno è ai vecchi Dc che si ricorre»
Sisto: «Ogni questione antecedente all'elezione lasci il passo all'azione di un uomo di qualità e naturale
equilibrio» D'Ambrosio Lettieri: «Ora va mutato l'atteggiamento nei confronti di un premier che ha dimostrato
inaffidabilità» Palese (Forza Italia): «È stato scelto l'ultimo moroteo rimasto in giro»
GIUSEPPE ARMENISE PA L E S E L'onorevole di Forza Italia non si limita ai complimenti a Mattarella, ma
interpreta la scelta del parlamento come un naturale riconoscimento per la Democrazia cristiana, uno dei
partiti storici italiani, naufragata con la Prima repubblica, ma persistente tra gli uomini della classe dirigente l
«Sono anni che cercano di ammazzare quelli della Democrazia cristiana, ma quando lo Stato ha più bisogno,
il soccorso viene sempre fuori dagli uomini migliori della vecchia Dc. E Mattarella è sicuramente tra questi».
Parole dell'onorevole di Forza Italia, Rocco Palese . «Non c'è dubbio - dice ancora - che il neopresidente sia
una figura di altissimo profilo, l'ultimo moroteo rimasto in giro. Non c'è dubbio che sia una persona di garanzia
assoluta sia per la maggioranza che per l'opposizione». Quindi una sottolineatura: «È significativo che questa
elezione sia avvenuta nel giorno della ricorrenza di San Giovanni Bosco perché è proprio sui problemi dei
giovani che bisogna cercare di intervenire». E poi, quando lo si solletica sulla questione politica che potrebbe
creare nuovi equilibri tra Forza Italia e Renzi e all'interno di Forza Italia, dribbla. «Il presidente Berlusconi ha
più volte dichiarato che non c'era a non c'è alcuna prevenzione nei confronti della persona. Certo, se il
metodo seguito da Renzi fosse stato migliore, il consenso a Mattarella sarebbe stato anche più ampio.
Tranne i grillini l'avrebbero votato tutti». Sul dato politico, dopo gli auguri di protocollo, si sofferma la
riflessione del senatore Luigi D'Ambrosio Lettieri . «Le prime parole del neo presidente della Repubblica sono
state rivolte alle difficoltà e alle speranze dei nostri concittadini. Mi sembra un buon punto di partenza. Altra
cosa è il dato politico su cui va aperta una seria riflessione, agendo da subito e cambiando totalmente
atteggiamento nei confronti di un premier che ha dimostrato tutta la sua inaffidabilità politica, per lavorare alla
ricostruzione del centrodestra. Abbiamo il dovere di offrire agli italiani u n'alternativa credibile al governo delle
tasse di Renzi e della sinistra. Ora che il re è nudo, mi auguro che sia chiaro tutto a tutti e che non si
commettano più gli stessi errori». Il presidente della Commissione Affari costituzionali, Francesco Paolo Sisto
, da parte sua chiarisce: «L'articolo 87 della Costituzione stabilisce che il Presidente della Repubblica
rappresenta l'unità nazionale. Perciò, in un momento così difficile per il Paese, è bene che ogni questione
antecedente all'ele zione lasci il passo all'azione, costituzionalmente orientata, di un uomo di sicura qualità, di
naturale equilibrio e di provata esperienza istituzionale come Sergio Mattarella, al quale vanno i miei migliori
auguri di buon lavoro». Torna invece sul tasto del dato politico il senatore Francesco Amoruso, coordinatore
regionale pugliese di Forza Italia: «Sergio Mattarella è una personalità autorevole, moderata, vicina ai valori
cattolici e con un passato importante alle spalle. Ho votato seguendo le indicazioni del mio partito, ovvero
scheda bianca. Ma tra tutti i nomi che circolavano, saluto l'elezione di un uomo che aveva ottimi rapporti con
Pinuccio Tatarella, il quale nutriva stima e rispetto per lui. Ancora una volta, però, l'elezione parlamentare del
Capo dello Stato ha rivelato il suo aspetto obsoleto, antico e sordo alla richiesta dei cittadini di eleggere
direttamente il Presidente della Repubblica. Oggi, il dibattito sulle riforme costituzionali è aperto e ritengo che
non si possa prescindere dall'affrontare il tema delle modalità di elezione del Capo dello Stato, se si vuole
realmente modernizzare il nostro Paese». L'e u ro p a rl a m e n t a re Barbara Matera si dice infine: «certa
che il presidente Mattarella saprà essere all'altezza del delicato compito a cui è stato chiamato e operare con
il dovuto equilibrio nell'interesse di tutto il Paese. A lui vanno i miei migliori auguri di buon lavoro».
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D'Ambrosio Lettieri: «Ora va mutato l'atteggiamento nei confronti di un premier che ha dimostrato
inaffidabilità»