COMUNICATO STAMPA Caso Tbc al Gemelli: aumentare i controlli sul personale in corsia Il contagio da tubercolosi non significa malattia. L’Associazione Culturale Pediatri ribadisce l’importanza di tranquillizzare i genitori sul tema contagio da Tbc, ma anche di sollecitare le istituzioni verso una più efficace ed estesa politica di controllo sul personale impegnato nell’assistenza in tutte le unità ospedaliere. Non basta applicare i controlli soltanto sui reparti che la legislazione definisce “a rischio”. Va ripensata la tutela dei lavoratori per difendere pienamente la salute dei pazienti, a partire da quelli più fragili. 15 settembre 2011. Il caso dell’infermiera del Policlinico Gemelli di Roma che si è ammalata di tubercolosi, contagiando molti neonati ha fatto emergere il problema della tutela della salute dei cittadini ricoverati presso strutture sanitarie. Una domanda su tutte: quali controlli sanitari vengono effettuati sugli operatori impegnati nell’assistenza? Occorre ricordare che la legislazione italiana tutela la salute del lavoratore, ma nulla impone circa il controllo delle condizioni di salute del lavoratore stesso rispetto al rischio di trasmissione di malattie infettive. I controlli periodici sono perciò indirizzati verso lavoratori che operano in ambienti considerati “a rischio” dalla legge stessa, perché esposti a contaminazioni che possono dare luogo a malattie infettive. Riguardo alla tubercolosi negli ospedali sono individuati: - i reparti di malattie infettive; - i pronto soccorsi; - i reparti di geriatria; - le unità di lungodegenza. Tutti luoghi in cui è più alto il rischio di entrare in contatto con malati TBC e quindi di essere contagiati. Naturalmente, qualora in questi controlli si evidenzi un sospetto di infezione o addirittura una malattia tubercolare, scattano le prescrizioni per il lavoratore e gli eventuali controlli dei contatti (pazienti inclusi). Il Contagio da Tbc Da quello che si appreso dalla stampa, nel caso dell’infermiera romana impiegata al Gemelli, era ben difficile mettere in evidenza il problema poiché lavorava in un reparto non considerato “a rischio” dalla legge e dunque, non sottoposto a controlli specifici per la TBC. L’Associazione Culturale Pediatri si augura che questo caso possa essere l’occasione per aprire un dibattito sulla opportunità di affiancare alle norme di tutela del lavoratore, anche quelle per la tutela dei soggetti più fragili ricoverati Soggetti a rischio possono essere considerati. • I neonati, specie se ricoverati in terapie intensive; • i pazienti oncologici; • le persone immuno-depresse. Un’altra categoria di persone fragili meriterebbe un’attenzione particolare: i detenuti ristretti in carcere e chi vi lavora a stretto contatto. I pazienti fragili e le categorie a rischio hanno il diritto di essere assistiti da lavoratori sicuramente immuni dalle principali malattie infettive. Basti l’esempio della pericolosità della varicella per una persona affetta da leucemia. I lavoratori a contatto con i pazienti più fragili vanno controllati periodicamente per le malattie infettive di cui non esiste vaccino o il cui vaccino è scarsamente efficace come nel caso della TBC. Nel caso specifico del contagio da Tbc, in qualità di pediatri in prima linea nei presidi territoriali di tutto il Paese, precisiamo che essere venuti in contatto con il battere della tubercolosi ed essersi infettato non vuol dire essere ammalati di TBC. Fortunatamente la maggior parte dei soggetti infettati non svilupperà mai la malattia, nel caso dei neonati romani fino ad oggi pare proprio che ci sia infezione senza malattia. Per abbassare il rischio che dall’infezione si passi alla malattia, rischio più alto nei bambini rispetto agli adulti, è quanto mai opportuna la “chemioprofilassi” cioè l’assunzione per alcuni mesi di un farmaco antitubercolare (isoniazide) che riduce drasticamente la probabilità di sviluppare la malattia. I Test A Roma, i sanitari stanno contattando i genitori dei neonati per sottoporre i piccoli al test e verificare la presenza di un’infezione da Tbc e, nel caso, prescrivere la chemioprofilassi. Anche se il test Quantiferon (Igra) attualmente usato per individuare il contagio, non sembra superiore al test Mantoux nei bambini al di sotto di 2 anni, va detto che presenta alcuni vantaggi, come quello di richiedere una sola seduta, invece delle 2-3, che richiede il test di intradermoreazione alla Mantoux. Va specificato che comunque tutti i positivi al test IGRA vengono poi anche sottoposti al test di Mantoux e, se positivo anche questo, alla Rx torace. L’Acp ribadisce l’opportunità di aprire un dibattito per rivedere le norme di tutela in materia di TBC, malattia subdola e, in ripresa, per i soggetti più fragili e non solo per i lavoratori. Paolo Siani, presidente nazionale Acp ([email protected]) Massimo Farneti, pediatra di comunità AUSL Cesena ([email protected]) Laura Reali, redazione quaderni acp: ([email protected]) PER INFORMAZIONI: Ufficio stampa, Lucilla Vazza: 338.1823193 ([email protected]) www.acp.it Associazione Culturale Pediatri (ACP) L’ACP (www.acp.it) è un’associazione libera che raccoglie 2.500 pediatri italiani in 38 gruppi locali, finalizzata allo sviluppo della cultura pediatrica e alla promozione della salute del bambino. Quattro le priorità dell’Associazione nel percorso intrapreso per la tutela dei bambini e dei genitori: 1. le disuguaglianze nella salute dei bambini e degli adolescenti dipendenti da condizioni territoriali economiche e culturali; 2. la salute mentale dei bambini e degli adolescenti; 3. le conseguenze dei problemi dell’inquinamento dell’ambiente sulla salute dei bambini (rapporto fra qualità dell’ambiente e salute dei bambini - inquinamento, alimentazione e Ogm); 4. l’aiuto alle famiglie perché cresca la capacità di essere genitori. La mission principale dell’ACP riguarda la formazione e l’aggiornamento dei pediatri. L’Associazione è inoltre impegnata in attività di ricerca nell’ambito delle cure primarie e del settore ospedaliero e in aree ancora poco esplorate del mondo dell’infanzia (le humanities). L’ACP collabora con il Centro Nazionale di Documentazione sull’Infanzia e l’Adolescenza della Presidenza del Consiglio e ha contribuito alla formulazione del Piano Sanitario Nazionale e alla Commissione Nazionale sull’Abuso e il Maltrattamento.