Lo scenario In crescita i casi di affetti da tubercolosi: 60 quelli registrati nel 2016, la metà circa sono italiani
Malattie infettive, pochi medici
Solo 5 camici bianchi nel reparto. E manca il riconoscimento a centro di coordinamento regionale
I DATI
Appena cinque medici, di cui
uno universitario. Un precario
in via di uscita e 12 infermieri.
Questo il numero non certo trascendentale di sanitari in servizio presso il reparto di Malattie
Infettive, che paga come tante
altre discipline dell’ospedale la
carenza di personale. La rete regionale ha assegnato 18 posti letto ad un reparto diventato un
punto di riferimento innanzitutto per l’assistenza territoriale e
domiciliare dei malati di Hiv, insieme allo Spallanzani di Roma e
al Belcolle di Viterbo. L’obiettivo
sarebbe quello di diventare un
centro di coordinamento regionale. Il reparto di Malattie Infettive (diretto dal professor Claudio Mastroianni) resta funzionale e all’avanguardia nel Lazio
meridionale. La necessità di potenziare l’organico sarebbe anche legata alla diffusione dei casi
di tbc. Durante il corso dell’ultimo anno si è verificato il ricovero
contemporaneo di ben dieci pazienti. Il rischio legato a contagi
da tubercolosi è tenuto sotto osservazione al Goretti.
Utili per comprendere le dimensioni del problema sono come sempre i numeri. Sono stati
60 i casi registrati nell’ultimo
anno, a conferma di un trend significativo. Il tetto è stato raggiunto nel 2014 con oltre 70 contagi nel territorio pontino.
Un’impennata vera e propria.
Basti pensare che nel biennio
2010-2011 venivano segnalati solo 40 casi. Da evidenziare il caso
recente di un paziente sottoposto ad intervento e che aveva
contratto l’infezione, facendo
scattare un piccolo allarme. A dir
la verità la crescita dei casi di tubercolosi in provincia di Latina
non trova impreparata l’Asl, che
ha deciso di introdurre un sistema di diagnosi rapida della tbc
nel reparto di Patologia clinica.
E’ già stato deliberato un progetto con ben 600 test annui. Inoltre l’azienda sanitaria ha messo
a disposizione screening per pazienti sottoposti a farmaci.
Lunedì
6 marzo 2017
Lo scorso
anno
si è arrivati
al ricovero
contemporaneo
di ben 10
persone
Il notevole incremento di malati sarebbe dovuto principalmente all’avvento di giovani
stranieri, specialmente dal continente asiatico. Va detto che circa la metà degli affetti da tbc sarebbero italiani, il resto proviene
dall’estero. Il fattore di rischio
più comune è l’immigrazione,
soprattutto da zone ad alta endemia, presente o molto frequente
in una popolazione o territorio
(principalmente per la tbc sono
monitorate l’Asia, l’Africa ed il
Sud-America).
Può anche accadere che gli immigrati possano ammalarsi dopo 5-10 anni dal loro arrivo in
Italia. Come è noto, la tubercolosi è una malattia contagiosa che
si trasmette per via aerea mediante un batterio, denominato
In alto
l’ospedale
Santa Maria
Goretti
di Latina
“Mycobacterium tuberculosis”;
nonostante sia una malattia prevenibile e curabile, costituisce
oggi una delle emergenze sanitarie più drammatiche. Insieme alla malaria è la malattia più diffusa. L'infezione tubercolare può
restare silente oppure sviluppare la malattia in soggetti con riduzione immunitaria, stress di
convivenza in forte degrado sociale. Se non viene diagnosticata
in tempo può dare luogo al rischio di contagio soprattutto in
comunità chiuse. Se il soggetto
viene isolato e sottoposto a trattamento il rischio s'azzera. Sintomi incoercibili sono febbre anche alta e tosse. Allora si può fare
subito un esame del sangue per
vedere se c'è positività o meno. l
T.O.
EDITORIALE
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