Malattie articolari, il Dr. Bonomi: “Con crioterapia sistemica possibile remissione dei dolori fino a un anno” Dettagli Autore: Francesco Fuggetta , 25 Novembre 2015 Il trattamento viene usato anche per gli attacchi di panico, gli stati d’ansia e la depressione. In corso una valutazione del suo effetto sui pazienti obesi ORZINUOVI (BRESCIA) – Seimila trattamenti nell’arco di cinque anni: il Poliambulatorio e centro crioterapico Bongi di Orzinuovi, in provincia di Brescia, è dal 2010 il primo e unico centro medico italiano in possesso di una criocamera, oltre alla criosauna. Il Dr. Felice Giulio Bonomi, cardiologo e Coordinatore Medico del centro, è ovviamente convinto dei benefici offerti dalla crioterapia sistemica, ma solo se si rispettano delle regole ben precise. “Le criosaune sono più diffuse, ma i vantaggi clinici e di sicurezza della criocamera sono maggiori, e a parte la nazionale di rugby, che ne ha una portatile in via sperimentale, noi siamo gli unici ad averla. Ma la cosa più importante è che qui al Bongi rispettiamo un protocollo clinico rigido di selezione e controllo dei pazienti da sottoporre a crioterapia sistemica; a tutt’oggi è anche l’unico con certificazione di qualità rilasciato dall’ente internazionale RINA: proprio il prossimo 22 novembre presenteremo in anteprima mondiale a Pechino i nostri dati sulla sicurezza di questa terapia (oltre quattromila trattamenti in criocamera)”. Anche la temperatura raggiunta è essenziale: “Gli atleti possono arrivare anche a -160 gradi, ma in generale il range entro il quale si ha un effetto benefico è fra i -120 e i -140 gradi, per un massimo di tre minuti”. I clienti del centro Bongi sono per metà sportivi e per metà pazienti: le patologie per cui richiedono il trattamento sono quelle osteomuscolari come l’artrite, l’artrosi, l’ernia del disco, l’osteoporosi, la tendinite, la fibromialgia, la sclerosi multipla e il Parkinson. “I pazienti sono la parte più gratificante”, dice il Dr. Bonomi. “Il freddo secco intenso è indicato negli stati infiammatori cronici con diversa eziologia: le patologie osteomuscolari acute migliorano tantissimo in 4-5 sedute, ma spesso si arriva a 10 per consolidare il risultato; per quelle croniche si arriva a 15 sedute. L’ideale è una al giorno, e non meno di tre alla settimana”. Prima del trattamento il team del Dr. Bonomi esegue una visita generale di idoneità e un elettrocardiogramma, sia per scongiurare le uniche controindicazioni (ovvero le malattie cardiovascolari gravi come le cardiopatie ischemiche instabili o valvolari, il fenomeno di Raynaud, il morbo di Buerger, le crioagglutinine e le patologie tumorali), sia per convalidare le indicazioni alla terapia stessa. Il tutto viene registrato su una cartellina clinica che contiene anche il diario delle varie applicazioni con le osservazioni del paziente, del personale medico o del fisioterapista dedicato, al fine di ottimizzare sia il trattamento crioterapico (modalità temporale personalizzata) sia l’attività riabilitativo/fisioterapica specifica eseguita in coda alla crioterapia stessa. La procedura in criocamera permette infatti di variare il tempo oltre alla temperatura a cui si è sottoposti, dapprima in pre-camera (per una fase di adattamento che in molti casi condiziona anche il risultato) sia nella camera vera e propria: questa versatilità non è possibile nelle criosaune, in cui si è sottoposti ad un temperatura costante per tutta la seduta e dove, peraltro, sono contenuti vapori di azoto assolutamente assenti nella criocamera. Ma alcuni disturbi possono essere curati – come qualcuno sostiene – esclusivamente con la crioterapia sistemica? “Dobbiamo fare una distinzione”, chiarisce Bonomi. “Nelle malattie articolari si usa come coadiuvante della terapia tradizionale, può favorire la sua diminuzione e in alcuni casi sostituirla. Ad esempio, nello studio che abbiamo condotto anche in collaborazione con l’Univeristà di Milano su 100 pazienti fibromialgici (età 17-70 anni), tutti i soggetti hanno seguito la terapia farmacologica prescritta, a base di analgesici e antiossidanti, e 50 di loro, in aggiunta, sono stati sottoposti a 15 sessioni di crioterapia. Questi ultimi hanno riportato un miglioramento più marcato nella qualità di vita”. “Nel 70% dei casi – continua Bonomi – si ha una remissione dei dolori per 7 mesi fino a un anno, unita a un miglioramento clinico e della qualità di vita che è indipendente dalle altre terapie. Questo non può chiaramente avvenire nelle malattie neurologiche come la sclerosi multipla o il Parkinson, nelle quali la crioterapia è comunque efficace come metodica di facilitazione fisioterapica, migliorando nettamente e in tempi abbastanza rapidi (in genere dalla quarta seduta) l’acinesia (la notevole diminuzione dei movimenti, di un muscolo o dell’intero corpo) grazie al suo effetto miorilassante, utile anche negli altri stati di spasticità”. Gli studi scientifici sulla crioterapia sono tanti: il problema, per il Dr. Bonomi, è che i campioni utilizzati sono troppo piccoli. A colmare questa lacuna sarà proprio il Poliambulatorio Bongi, che può contare su una grande mole di dati e che punta anche sugli effetti psicologici di questa terapia, che causando un aumento delle endorfine eleva il tono dell’umore, e può perciò essere applicata anche agli attacchi di panico, agli stati d’ansia e alla depressione. Un ulteriore utilizzo si ha nella medicina estetica, ad esempio per combattere la cellulite. “Sembra che la crioterapia possa anche diminuire il grasso corporeo”, conclude il Dr. Bonomi, “perciò stiamo effettuando una valutazione del suo effetto sui pazienti obesi”.