Nuova Zelanda 57 Procedimenti per concia con prodotti organici esente da cromo e comprensione a livello molecolare del processo di concia per la produzione di pelli ad alta stabilità idrotermica Samir DasGupta, Nuova Zelanda - Associazione di ricerca Pelli e Scarpe Santanu Deb Choudhury, Università di Massey 1.0 Introduzione Può apparire strano che oggi io parli della concia priva di cromo quando ho dedicato tutta la mia vita al miglioramento del procedimento di concia al cromo. Quando ero ancora studente, mi chiedevo perché la pelle conciata al cromo fosse in grado di sopportare la bollitura per non oltre 1 o 2 minuti. La mia ambizione era scoprire il modo per poter trattare la pelle come un prodotto tessile; scoprimmo e brevettammo un prodotto ed una lavorazione per migliorare la stabilità idrotermica della pelle conciata al cromo1. Questo brevetto definiva come la pelle conciata al cromo potesse essere bollita come un prodotto tessile per un’ora, senza perdita di superficie. Al LASRA abbiamo inoltre sviluppato “LASRA ThruBlu” e modificato i processi ThruBlu al fine di minimizzare l’impatto ambientale della concia al cromo 2-4. Non riteniamo ci sia nulla di sbagliato nella concia al cromo, e neppure dobbiamo ricordarvi come la concia al cromo sia stata impiegata per almeno 100 anni, e che circa il 90% della pelle venga prodotta con agenti concianti al cromo, senza alcun grave problema di salute per gli utilizzatori. Siamo tutti consapevoli delle preoccupazioni date dalla presenza del Cr(VI), ma io credo fermamente che il suo impatto possa essere tenuto sotto controllo con adeguata attenzione e gestione. Infatti, i nostri studi col “Nuova Zelanda wet blue” hanno evidenziato che in tutti i prodotti “wet blue” testati il Cr(VI) era sotto il livello di rilevamento. Nonostante i risultati derivanti dalla pelle tinta non siano molto affidabili, si è potuta osservare una tendenza all’aumento della generazione di Cr(VI) in campioni esposti per 144 ore al calore di 100°C ed alla luce ultravioletta, con un aumento del pH di neutralizzazione5. La maggior parte della presenza del Cr(VI) nella pelle potrebbe essere conseguenza del metodo di prova (IUC:18) 6, e Pastore ed altri7 hanno inoltre mostrato che il livello di Cr(VI) nella pelle irradiata contenente 12.2 mgKg-1 Cr(VI) quando riposta al buio per 6 mesi si era ridotto al di sotto del limite di rilevamento. Inoltre, la concia al cromo è il metodo di concia più economico e privo di inconvenienti che si sia sviluppato in molti anni di sperimentazione, ed i suoi scarti non richiedono trattamenti sofisticati. In ogni caso, i conciatori devono produrre pellami in grado di soddisfare le richieste dei consumatori, e se questi chiedono pelle priva di metalli, noi dobbiamo produrla. Per assurdo, sono la prima persona nell' industria in grado di produrre pelle priva di metallo in grado di resistere alla bollitura. Molti di voi sapranno che ho introdotto le ossazolidine come una nuova classe di agenti concianti per l’industria della pelle nel 1973 (brevetto inglese 1481508). In quel periodo si notò come le ossazolidine (vedi Figura 1) reagissero fortemente con i tannini vegetali come la polvere di estratto di mimosa; le ossazolidine A (4,4-dimetil-1,3- ossazolidina) reagenti più rapidi della ossazolidina E [1-aza-3,7-dioxabicyclo-5etil (3,3,0) ottano]. 1 Nuova Zelanda 57 Come con le pelli in trippa, le ossazolidina A reagivano più velocemente e indipendentemente dal pH, e davano una temperatura di contrazione (Ts) di circa 84-86°C, mentre le ossazolidine E reagivano più lentamente e un aumento di pH dava un temperatura di contrazione di circa 82-84°C al un pH di 7.5 – 8.0. Combinati, si comportavano in modo piuttosto differente nel conferire caratteristiche alla pelle. In combinazione agli agenti concianti vegetali, le ossazolidine E davano una temperatura di contrazione facilmente superiore a 100°C, mentre la troppo reattiva ossazolidina A sui 96 – 97°C. La qualità della pelle risultava inoltre differente: le ossazolidine E davano un fiore più morbido e fine, ed una pelle di colore più pallido rispetto alle ossazolidine A. Fino a circa il 10% di estratto mimosa, la differenza in termini di qualità non risultava significativa. Per la concia mista al cromo, le ossazolidine E davano nuovamente una pelle di buona qualità, con un eccellente consumo del cromo, un fiore più fine ed una pelle molto morbida. Perciò l’ossazolidina A veniva raccomandata come agentei pre-concianti per pelli in trippa piclate per scopi di sgrassaggio, mentre l’ossazolidina E era raccomandata per le conce miste al cromo o con agenti vegetali, e per la concia lana su pelle8. La maggior parte dell’attuale cosiddetta concia “wet white” è basata sulla chimica dell’aldeide (anche ossazolidina o glutaraldeide) e in minor parte del solfato di tetrakis-idrossi-metil-fosfonio (tetrakis hydrossi metil phosphonium sulphate – THPS) e, siccome il brevetto riguardante le ossazolidine è scaduto, molte aziende stanno commercializzando le ossazolidine sotto diverse denominazioni commerciali. La pelle, però, prodotta da questi sistemi di combinazione mimosa/ossazolidina appare e si comporta come la pelle conciata al vegetale. Noi avevamo già sintetizzato un composto derivato da polifenolo vegetale e da THPS. Le ossazolidine risultavano troppo reattive impiegando i polifenoli, e il prodotto della reazione non poteva essere impiegato. Questo nuovo composto dava una temperatura di contrazione di circa 93°C, ed era necessario un piccolo quantitativo di sali di alluminio per produrre pelle con proprietà simili alle pelle conciata al cromo. Questi studi del LASRA sono stati coperti da brevetto 9. Perciò noi del LASRA stiamo cercando di creare un nuovo tipo di pelle intermedia tra la pelle conciata al cromo e conciata al vegetale, incorporando resina sintetica e riducendo al minimo l’impiego di mimosa. 2 Nuova Zelanda 57 Detto questo, vorrei ora discutere il nostro ultimo studio riguardante la produzione di pelle d’agnello priva di cromo e con alta temperatura di contrazione. Materiali Gli agenti sgrassanti e la polvere di estratto di mimosa, i tannini sintetici e le ossazolidine (sia ossazolidina A che E) sono stati reperiti da fornitori commerciali. La resina amminica usata per questi studi è stata sintetizzata nel nostro laboratorio come descritto: Si prenda in un vaso a tre aperture il 71.6% di formaldeide (37%) con una piccola quantità di idrossido di sodio (soluzione al 50%), pH regolato a 8.0. Poi si aggiunga melammina (18,6%), e si scaldi ad 80°C per un’ora, mantenendo il pH ad 8.0 versando gradualmente idrossido di sodio (soluzione al 50%). Quando l’aggiunta di idrossido di sodio è completa, si interrompa il riscaldamento e si raffreddi il prodotto a 55°C. Alla fine del processo, si aggiungano 41 grammi di soluzione Na2S2O5, e si scaldi nuovamente la miscela reagente fino a 80°C. La resina ha un 50% di contenuto solido. Pelli di agnello piclate Per gli studi iniziali di concia, pelli di agnello piclate sono state reperite dalla conceria locale, tagliate in quattro parti e segnate. Per ciascun trattamento, sono stati presi 6 quarti a caso dallo stesso lotto di pelli. Per prove con metà materiale, sono state scelte 12 pelli a caso per ogni trattamento. Tutte le pelli di agnello piclate sono state simultaneamente sgrassate e preconciate in bottali a quantità programmabile a velocità di 12 giri/minuto, con l’aggiunta di un 4% di agente sgrassante non ionico etossilato e di un 2% di 1-azo-3,7-dioxabiciclo-5-etil (3,3,0) ottano (ossazolidina E o II) o 4,4 –dimetil-1,3- ossazolidina (ossazolidina A or I). Il pH è stato gradualmente aumentato con formiato di sodio fino a 7.5 – 8.0 in tre ore, e le pelli lasciate nel bottale con una rotazione di 5 min ogni ora per tutta la notte. Il giorno successivo, queste pelli sono state lavate tre volte con acqua a 45-50°C per rimuovere il grasso emulsionato. Le pelli preconciate con ossazolidina sono state trattate prima con 1-2% di ossazolidina e con resina 3% poi, dopo aver abbassato il pH a 4.5-5.0, conciate con mimosa o castagno o Tara, o trattate prima con mimosa e poi con 1-2% di ossazolidina e resina 3%, ed il pH abbassato a 4.5-5.0. La temperatura di contrazione della pelle è stata misurata seguendo il metodo IULTCS (IUP:16). Quindi le pelli conciate sono state colorate, ingrassate e portate fino al crust secondo i normali processi di riconcia. Test chimici e fisici Tutti i test e tutte le analisi sono stati eseguiti prendendo campioni dalla posizione di campionatura “ufficiale”, e tutti i test sono stati condotti seguendo i relativi metodi IULTCS. Studi al calorimetro a scansione differenziale La denaturazione termica del collagene è stata studiata usando un calorimetro a scansione differenziale (DSC 7, Perkin-Elmyer). I campioni sono stati fusi in una cella DSC, la temperatura è stata calibrata usando l’indio come standard. Il gradiente di riscaldamento è stato mantenuto costante a 5°C/minuto. Sono stati determinati la temperatura di picco TD (in °C) ed i cambiamenti di entalpia ?H (in J/g), associati con il cambiamento di fase del processo di contrazione per trippe 3 Nuova Zelanda 57 piclate, preconciate con ossazolidina, conciate miste di ossazolidina e mimosa, e per pelli conciate con ossazolidina, mimosa e resina. Studi allo spettropolarimetro a dicroismo circolare L’introduzione dei legami chimici reticolanti nelle molecole di collagene stabilizza la struttura della proteina. Per spiegare gli effetti delle ossazolidine sui legami reticolanti intramolecolari delle molecole del collagene, il comportamento del collagene in soluzione è stato esaminato usando il dicroismo circolare (CD). E’ stato impiegato uno spettrometro a dicroismo circolare Jasco 715 con cella al quarzo e una banda spettrale di 1mm ad intervalli di 0,2nm, a 25°C, con 10 scansioni medie su ciascun campione. Gli spettri CD sono stati registrati nella regione dell’infrarosso lontano (190250nm) sotto azoto, per stimare i cambiamenti di conformazione dei campioni trattati col collagene, tenendo la concentrazione di collagene costante a 10.0x 10-6M. La concentrazione di ossazolidina variava da 0,5% a 2%. Studi al microscopio a forza atomica Per provare ed operare il fatto con forze e grandezze tipiche di un controllo per strutture ed interazioni molecolari, sono stati impiegati un microscopio a forza atomica (MSP-3D Asylum Research) e un sistema flessibile a sbalzo (NT-MDT, Zelenograd, Moscow). Questo sistema lavora con una sonda a punta sottile montata all’estremità di uno sbalzo flessibile, in leggero contatto con la superficie (vedere figura 2). Questo sistema viene traslato lungo il campione con scansione di risoluzione pari al raggio della punta (10 micrometri) alla velocità di 40 micrometri, impostata da un computer controllato con uno scanner a tubo piezo-ceramico, rilevando le differenti proprietà del materiale in 3 dimensioni a risoluzione quasi atomica. Le flessioni dello sbalzo indotte dalla topografia della superficie sono misurate dal sistema lettore ed usate per determinare il profilo superficiale del campione. Per compensare le variazioni di rilievo del campione, viene usato un sistema di feedback elettronico in grado di regolare lo spostamento su Z dello scanner in modo da mantenere costante la flessione della sonda 10,11 Studi al microscopio a scansione elettronica Per analizzare gli effetti dell’ossazolidina sulle fibrille collageniche, sono stati condotti studi con un microscopio a scansione elettronica su pelli a differenti stadi della lavorazione. Per predisporre il mezzo di conduzione, i campioni sono stati preparati in dischetti (10mm) e sottoposti a rivestimento con spray di ioni d’oro (Balzars SD050). 4 Nuova Zelanda 57 2.0 Risultati e discussioni degli esperimenti di concia 2.1 Esperimenti su conce miste I quarti di pelli conciate al vegetale, quando trattati a 0,5 fino a 2,5% di THPS (sostanza attiva) o ossazolidina E a 45°C danno le temperature di contrazione come illustrate nelle tabelle 1 e 2. !" #$ %&#'( ) " #* $ * + ,#" #$ * " #* * " #* . %&#'( $ ,* " #* Questi risultati mostrano che temperature di contrazione superiori a 100°C possono essere ottenute su pelli conciate al vegetale con ossazolidina E, e che la temperatura di contrazione ottimale è stata ottenuta con circa l’ 1.5 – 2% di ossazolidina E. La forza media di lacerazione per queste pelli è data in tabella 3. /+ ,-0 1 ,- + 2 $ 3 ,- *valori distinti da lettere diverse per ciascun livello di confronto sono significativi (p < 0.05) 5 Nuova Zelanda 57 / + ,-0 1 + 2 1 30 ,- 2 ,- *valori distinti da lettere diverse per ciascun livello di confronto sono significativi (p < 0.05) La morbidezza media di queste pelli come misurata con lo strumento BLC è riportata in tabella 4. & + ,-0 $ + 45( ,- *valori distinti da lettere diverse per ciascun livello di confronto sono significativi (p < 0.05) Questi risultati mostrano che l’ossazolidina E e gli agenti per concia al vegetale possono essere usati con successo per conferire alla pelle un’alta temperatura di contrazione. Il THPS dà alla pelle resistenza e morbidezza leggermente migliori dell’ossazolidina, ma le temperature di contrazione sono ben inferiori a 100°C. I contenuti di questi studi sono coperti da un brevetto inglese 12 del 1973. E’ interessante come questo sistema sia completamente organico e senza impatto ambientale. Basandosi su questo concetto, Siegler 13,14 ha introdotto un processo commerciale per pelli wet white e prive di cromo. Covington ed altri15-18 hanno confermato ed esteso questo concetto. Hanno notato che la temperatura di contrazione aumentava considerevolmente con l’aumento della temperatura, ma Ioannidis e Siena19 hanno appurato che è il pH, come fu originariamente mostrato da DasGupta 8, piuttosto che la temperatura, ad avere un significativo effetto sulla reazione con le pelli grezze. 2.2 Effetto della concentrazione di mimosa Nel tentativo di ridurre il quantitativo di riconcia al vegetale, delle pelli di agnello, preconciate e sgrassate20 al contempo con il 2% di ossazolidina E e con il 4% di agente sgrassante non ionico, sono state trattate con diversi quantitativi di mimosa. I risultati forniti in tabella 5 mostrano che l’8 – 10% di mimosa darebbero una temperatura di contrazione di 90-92°C. 6 Nuova Zelanda 57 #+ +" '( I valori distinti da lettere diverse sono significativi (p < 0,05) 2.3 Effetto del pretrattamento con tannino sintetico Pelli di agnello preconciate e sgrassate al contempo con 2% di THPS e 4% di agente sgrassante non ionico, sono state trattate con differenti quantitativi di mimosa o tara con e senza pretrattamento con tannino sintetico ausiliario21 per una migliore penetrazione e distribuzione. Si è scoperto che la temperatura di contrazione è stata condizionata in modo diverso dal tannino sintetico ausiliario, in particolare ai più alti livelli di concia vegetale. I risultati esposti in figura 3 mostrano questo effetto sia per gli estratti di mimosa che di tara. Questo effetto contrastante non era quello significativo nel momento in cui un simile esperimento era condotto con ossazolidina E e mimosa, tara e castagno, come mostrato nelle figure da 4 a 6. 7 Nuova Zelanda 57 8 Nuova Zelanda 57 Questi risultati mostrano che, quando viene richiesta un’alta temperatura di contrazione, si deve preferire la mimosa; ad un esame visivo, però, si osserva che la tara dà la pelle più chiara. 2.4 Effetto dei polimeri (a) Acrilico Le trippe sono state egualmente preconciate o riconciate con resine acriliche in combinazione alla mimosa, nel tentativo di migliorare la temperatura di contrazione. Comunque, in nessun caso si è riscontrato alcun miglioramento significativo, anche se il pretrattamento antecedente l’aggiunta di mimosa poteva avere un leggero beneficio, essendo il 3% la percentuale ottimale. Tabella 6: Effetto di una tipica resina acrilica22 sulla temperatura di contrazione ( '( Quando un polimero ad alto peso molecolare (sopra 100.000)23 viene usato prima del conciante vegetale, questo non fornisce alcun miglioramento significativo alla temperature di contrazione, come mostrato dai risultati in tabella 7. Comunque, si riscontrano significativi miglioramenti al tatto della pelle, come si può valutare organoletticamente. Le proprietà fisiche di queste pelli sono date in tabella 8. 9 Nuova Zelanda 57 6 + '( 7+ 8 $ $ 1 30 1 30 2 45( 2 I valori nelle colonne distinti con lettere diverse sono significativi (p < 0,05) (b) Resine amminiche Le trippe sono state dapprima conciate con ossazolidina, successivamente trattate con melammina e alla fine riconciate con mimosa, ma la temperatura di contrazione ne è stata influenzata negativamente. Quando le resine di melammina-formaldeide sono state impiegate in presenza di ossazolidina, si è potuto riscontrare un miglioramento significativo nella stabilità termica con un 8% di mimosa. 9 : $ '( , - ; ! ! ! ! I valori distinti con lettere diverse sono significativi (p < 0,05) (c) Tannini sintetici Similmente, quando i tannini sintetici venivano usati dopo l’applicazione della resina ma prima della mimosa, sono stati ottenuti i risultati mostrati in tabella 10 10 Nuova Zelanda 57 <+ : $ '( , - ; " # " $ " I valori distinti con lettere diverse sono significativi (p < 0,05) Inoltre, si è notato un lieve miglioramento nella temperatura di contrazione con tutti questi tannini sintetici: tannino sintetico B ha fornito la pelle più chiara e con buone caratteristiche del fiore. Oltre a ciò, quando le pelli di agnello preconciate con ossazolidina E sono state trattate con un crescente quantitativo di tannino sintetico A dopo un trattamento con 5% di resina e prima della concia con 8% di mimosa, né la penetrazione né la temperatura di contrazione del pellame sono migliorate in modo significativo. Con un 2% di tannino sintetico A si è potuto notare un aumento della temperatura di contrazione, che si è andata riducendo con l’aumentare del tannino sintetico (come si può vedere in tabella 11 e figura 7) + 0 " '( 11 Nuova Zelanda 57 Sulla base di questi risultati, tutti i test successivi sono stati eseguiti con un 2% di tannino sintetico. Nel proseguo dello studio sono state fatte reagire varie resine o monomeri, per vedere come queste potessero influenzare la temperatura di contrazione del pellame risultante. Si è scoperto che impiegando una resina specifica dopo la preconcia con ossazolidina ma prima delle riconcia con mimosa, si poteva ottenere una pelle eccellente, con temperatura di contrazione di 98 – 100°C. (tabella 12) + ( * = /* : ( /* : ( 97" # 97" ( = * 4= 7* /* : / ( 9!" 6 9!" # ( 9#" < = /* = 7* ( 9&" 7 %& Queste variazioni di temperatura di contrazione intorno ai 100°C possono essere riscontrate con i nostri studi DSC (vedi figura 9). La caratteristica della pelle prodotta era simile alla pelle conciata al cromo, e risultava significativamente diversa dalla pelle ottenuta con la concia al vegetale e riconciata con ossazolidina E. Se si modificava la sequenza di questi processi, si otteneva comunque una pelle eccellente, ma la temperatura di contrazione era più uniforme, come si può vedere dai risultati riportati in tabella 13. Nessuno di questi procedimenti ha richiesto un quantitativo di agenti concianti così elevato come suggerito in molte recenti pubblicazioni 33-35. 12 Nuova Zelanda 57 / + " ( 7* /* : = * = /* <* : ( ( 9/" 9/" / ( : ( << = * = /* ( << ( <<" < <<" # %& 3.0 Risultati e discussioni sul meccanismo della concia organica Al tempo dell’introduzione commerciale36 dell’ossazolidina E nel 1973, si sono presupposte le seguenti possibili reazioni per la concia mista con ossazolidina/mimosa: 1. l’ossazolidina reagisce direttamente con il reticolamento dei gruppi basici di collagene 2. l’ossazolidina reagisce da un lato con il collagene e si aggancia alla mimosa dall’altro, senza formare un reticolamento, e 3. l’ossazolidina reagisce con i gruppi basici di collagene attraverso la mimosa, formando un reticolamento. Si pensava inoltre che i tannini vegetali si sarebbero legati con la pelle attraverso i normali legami ad H, ma nessun dato fondamentalmente strutturale o analitico è stato presentato per provare questa idea. Venticinque anni dopo l’introduzione commerciale dell’ossazolidina, Covington (e altri15-17) hanno studiato il meccanismo della reazione conciante tra l’ossazolidina e la proteina della pelle. Covington e Song Ma16 usarono GC-MS per misurare l’ossazolidina nei bagni esausti e la loro teoria proposta si basava parzialmente su questa analisi. Sappiamo che i residui galleggianti della fase di piclaggio contengono sempre azoto. L’accuratezza della determinazione dell’azoto attraverso il GC-MS dai residui galleggianti, effettuata come misura dell’azoto nell’ossazolidina per 13 Nuova Zelanda 57 differenza, è discutibile, in particolare quando viene impiegato un eccesso di ossazolidina (10%) e mimosa (20%). Covington e Song Ma16 hanno riscontrato inoltre che i tannini vegetali non interferiscono con l’ossazolidina, e l’ossazolidina “riesce a trovare le locazioni reattive sia nelle molecole del collagene che in quelle concianti”. In quel caso la sequenza del conciante non dovrebbe agire sul reticolazione, mentre in realtà questo avviene. La pelle preconciata con un 1.5 – 2.0% di ossazolidina e in seguito riconciata con la mimosa non raggiunge una temperatura di contrazione di 100°C, mentre la pelle preconciata con la mimosa e successivamente riconciata ossazolidina sì. Abbiamo inoltre notato che quando le trippe vengono dapprima trattate con ossazolidina, successivamente trattate con resina ed infine conciate con mimosa, la temperatura di contrazione viene negativamente influenzata. Ulteriori riduzioni della temperatura di contrazione si riscontrano quando un polimero con alto peso molecolare (oltre 100.000)23 viene utilizzato prima della mimosa. Lu Liao e Shi nelle loro più recenti pubblicazioni18 hanno ammesso l’influenza della sequenza di conciante vegetale e ossazolidina, suggerendo pertanto una teoria modificata della concia con ossazolidina. Questo documento ha permesso di fare passi avanti spiegando il meccanismo della concia con ossazolidina, ma purtroppo con dati non ancora sufficienti per stabilire la teoria. Studi con il calorimetro a scansione differenziale La denaturazione termica del collagene è stata studiata con l’impiego di un calorimetro a scansione differenziale (DSC 7, Perkin-Elmer) perché la posizione, larghezza, altezza e simmetria del picco del termogramma hanno fornito una valida informazione circa il processo di denaturazione per differenti livelli di idratazione. 9 .-( '( ' (( ' ' ' ) ) ) & & & * * * + ) & + ) & '( '( * * Le variazioni nella temperatura di contrazione della pelle nel caso in cui la resina sia stata aggiunta prima della riconcia con mimosa, sono mostrate in figura 9. La temperatura di contrazione è 14 Nuova Zelanda 57 aumentata in modo significativo quando la resina è stata aggiunta dopo la mimosa, come mostrato dal termogramma DSC, indicato in figura 10. < .-( '( ' (( ' ' ' ' ) & ) & ) & ) & * * * * ) '( '( & * ) & * Studi allo spettropolarimetro a dicroismo circolare Caratteristica del collagene è la tripla elica formata da tre catene polipetidiche intrecciate. Queste triplette ripetute nella forma di (Gly-X-Y) sono la base della conformazione ad elica tripla. Gli spettri CD (dicroismo circolare) del collagene trattato con ossazolidina sono mostrati in figura 10. Al di sotto di 200 nm non potrebbe essere ottenuto uno spettro completo per il collagene in presenza dell’agente di preconcia a causa di un rilevante aumento dell’assorbimento. L’ellitticità molare a 220nm diminuisce, mentre è stato osservato un aumento a circa 200nm, con l’aumento della concentrazione dell’ossazolidina. E’ ben dimostrato che una completa alterazione del collagene è accompagnata dalla scomparsa totale del picco a 220nm, con uno spostamento sul rosso (red shift) nella banda negativa. Sebbene si sia riscontrato un decremento nella banda positiva all’aumentare della concentrazione di ossazolidina, il collagene non scompare completamente ma rimane con l’elica tripla srotolata oppure randomizzata. 15 Nuova Zelanda 57 " Questi indicano cambiamenti nella struttura secondaria del collagene, calcolati mediante il programma CONTINLL mostrato sotto, evidenziano una caduta nei valori di poliprolina ed un aumento del contenuto disordinato di proteine. Questo può essere spiegato dal legame reticolante del collagene con l’ossazolidina. ( - ( + ( - ( + =<" #* ) ( - ( + = * ) , ( , ( , ( , ' ' , ' ' , ' ' Studi al microscopio a forza atomica Gli effetti dell’ossazolidina sui reticolamenti delle molecole del collagene sono stati ulteriormente studiati approfonditamente attraverso lo studio della rigenerazione delle fibrille di collagene dai monomeri con o senza l’ossazolidina, mediante un microscopio a forza atomica. Questi microtracciati, mostrati in figura 11, descrivono chiaramente l’effetto dell’ossazolidina nell’apertura della struttura a livello molecolare. Si può inoltre vedere come il collagene in soluzione con l’ossazolidina reagisca fortemente, fino a formare un gel impossibile da ricomporre in fibre. 16 Nuova Zelanda 57 0 " Studi al microscopio a scansione elettronica L’effetto dell’ossazolidina sulle fibrille di collagene è stato esaminato con un microscopio a scansione elettronica. La figura 12 mostra le strutture del collagene, trattate prima con ossazolidina e dopo con mimosa. Dopo il trattamento si è ottenuta una miglior stabilità strutturale, rilevata anche dagli studi DSC: la resina tendeva a legarsi alle fibrille di collagene. Questo indicava che sarebbero state necessarie modifiche sia nel processo di applicazione, sia nella struttura della resina al fine di migliorare ulteriormente la temperatura di contrazione della pelle. La figura 13 riflette questi cambiamenti ed i relativi miglioramenti nella definizione della struttura delle fibre del collagene, che diventano più pronunciate ed evidenti quando la resina viene aggiunta prima della concia con mimosa, garantendo una concia migliore. 17 Nuova Zelanda 57 -+ $ $ " 18 Nuova Zelanda 57 / -+ $ $ 19 Nuova Zelanda 57 Queste immagini hanno mostrato che, a livello molecolare, l’ossazolidina ha reagito con le proteine della pelle per modificare la struttura secondaria del collagene. Inoltre hanno fornito ulteriori prove per la conferma del meccanismo di reazione come proposto da Lu, Liao and Shi18 e Vitolo ed altri 34 . Conclusioni • • E’ stata ottenuta pelle conciata con prodotti organici e caratterizzata da un’alta temperatura di contrazione (circa 100°C) con 8-10% di mimosa e 1-2% di ossazolidina. I risultati dei cambiamenti nei livelli molecolari nella struttura del collagene sono stati presentati per migliorare la nostra comprensione del processo di concia della pelle, risultati che potrebbero confermare il meccanismo di concia all’ossazolidina come presupposto da DasGupta, e recentemente proposto dagli studi di Lu, Liao e Shi, supportati anche da Vitolo ed altri 34. Ringraziamenti Gli autori ringraziano per l’aiuto e l’assistenza ricevuta dai vari dipartimenti dell’Università di Massey durante le analisi strumentali sulla pelle, finalizzate alla comprensione del meccanismo di concia, e il Sig. Murray Shaw per l’esecuzione dei test di concia alla “Conceria Pilota” di LASRA. Gli autori ringraziano inoltre il sig. Tony Passman, Direttore, LASRA, per il consenso alla pubblicazione di questo articolo. Gli autori ringraziano inoltre la Fondazione di Ricerca, Scienza e Tecnologia (Nuova Zelanda) per l’assistenza finanziaria prestata a questo progetto di ricerca. Bibliografia 1. DasGupta, S – British Patent 1591403 (1981) – Process for improvement of hydrothermal stability of chrome tanned leather. Brevetto inglese – processi per il miglioramento della stabilità idrotermica della concia al cromo 2. DasGupta, S – Minimising the environmental impact of chrome tanning with LASRA ThruBlu process, Proceedings of the XXIV International Union of Leather Technologists and Chemists Societies Congress, London, 1997, pp 157-174. 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Covington, A.D and Song, Ma – New insight into combination tanning, Leather 21 Nuova Zelanda 57 International, September 2003, p38. Novità della concia a combinazione – Internazionale Cuoio, settembre 2003 18. Lu, Z, Liao, X and Shi, B – The reaction of vegetable tannin-aldehyde-collagen : A further understanding of vegetable tannin-aldehyde combination tannage, Journal of the Society of Leather Technologists & Chemists,, 2003, 87, 173, 17 La reazione di tannino vegatale-aldeide-collagene: un approfondimento della concia combinata tannino-aldeide - Giornale dell’associazione dei chimici e tecnologi del cuoio 19. Ioannidis, I A and Siena, A – Picle-free high dyeability organic tanning for the production of high-tech speciality leather, XXVI Congress, International Union of Leather Technologists and Chemists Societies, Cape Town, South Africa (2001). Concia organica ad alta tingibilità senza piclaggio per la produzione di pellame hi-tech – XXVI congresso – unione internazionale dei chimici e tecnologi del cuoio, Cape Town – SudAfrica 20. Tetrapol LTN (TFL) 21. Batannino sintetico RS3 (BASF) 22. Relugan SE (BASF) 23. Densotan A,(BASF) 24. Ecotan MFN (Lab preparation) 25. Trupotan MAU (Trumpler) 26. Relugan DLF Liq (BASF) 27. Granofin DP (Clariant) 28. Tanigan CK (BAYER) 29. Paralene PWG (Clariant) 30. Neosyn RD48 liq (Clariant) 31. Harlow, E L, Boast, D A and Shuttleworth, S G – The effect of polymeric phosphate chain length on the shrinkage temperature and vegetable tannin penetration rate, J. American Leather Chemists Association, 81,197 (1986). Effetti della lunghezza della catena polimerica fosfata sulla temperatura di ritiro, e tasso di penetrazione del tannnino vegetale 32. Calgon T (Albert & Wilson) 33. Palop, R – New options for chrome- free leather, Leather International, May 2003, p29-34. Nuove possibilità per il cuoio privo di cromo 34. D’Aquino, A, Barbani, N, D’Elia, G, Lupinacci, D, Naviglio,B, Seggiani, M, Tomaselli, M and Vitolo, S – Combined organic tanning based on mimosa and oxazolidine: Development of a semi- industrial scale process for high quality bovine upper leather, 22 Nuova Zelanda 57 Journal of the Society of Leather Technologists & Chemists, 2004, 88, 47. Concia organica combinata con mimosa ed ossazolidina: sviluppo di un processo su scala semiindustriale per il cuoio bovino di alta qualità 35. Madhan, B, Jayakumar, R and Muralidharan, C – Improvement in vegetable tanning – Can acrylic be co-tanning agents?, J. American Leather Chemists Association, 2001, 96, 120. Miglioramenti nel processo di concia vegetale – i composti acrilici possono essere impiegati come agenti di co-conciatura 36. Paramel 373 (Yorkshire Chemicals PLC, England) 23