sabato 21 marzo 2009 TEATRO 15 SPETTACOLI L’ATTORE SIRACUSANO FINO A DOMANI IN SCENA AL “BRACCO” NELL’ESILARANTE “A ME GN’OCCHI PLEASE 2” Il Varietà “elegante” di Antonello Costa di Rosaria Morra NAPOLI. L’ambizione di sfondare nel mondo dello spettacolo con un contratto importante è l’aspettativa del protagonista di “A me gn’occhi please 2”, lo spettacolo di Antonello Costa in scena al teatro Bracco fino a domani. L’artista siracusano si cimenta con uno show complesso e completo, ricco di spunti brillanti, un varietà elegante, di quello d’altri tempi, con la “v” maiuscola. L’attore, da molti ricordato per aver partecipato al programma di cabaret “Seven Show” insieme al conduttore televisivo Teo Mammucari, interpreta se stesso, nella più celebre rivisitazione del “teatro nel teatro”; emozionato per la presenza in sala di un famoso agente, stretto collaboratore di Pippo Baudo, Antonello dà il meglio di sé, cimentandosi in numeri eterogenei; ma una visita inaspettata lo sconvolge, arriva infatti uno strampalato giornalista, collaboratore di una rivista di cucina che, interpretato da Gianluca Giugliarelli, vuole assolutamente fargli un’intervista. La scena, grazie alle luci di Martin Taurisano, gli effetti audio di Mario Orsini, e le scenografie di Maurizio Stanco, è un piccolo gioiello; l’apporto coreografico di quattro bravissime ballerine, Ales- Antonello Costa in una scena dello spettacolo al teatro Bracco sia Di Maio, Adele Vitale, Fabiana Moscarella e Annalisa Costa, che è anche interprete, completa l’insieme. Dopo i successi di critica e di pubblico ottenuti con “Costa crociera” nel 2006 e “Un comico sotto stress” nel 2008, l’eclettico artista, al cinema al fianco di Diego Abatantuono in “2061 un anno eccezionale” con la regia di Carlo Vanzina, nonché ospite a “Buona Domenica” su Canale 5, ritorna al suo amore per la rivista e il varietà del passato, riproponendo DUE SPETTACOLI NELLA SALA DI FUORIGROTTA “Dracula” in lingua inglese la mattina al teatro Le Nuvole NAPOLI. Per tutte le mattine, fino a sabato prossimo, in due repliche giornaliere alle ore 9.30 e alle ore 11.30, e la sera di venerdì alle ore 20.45, il teatro Le Nuvole di Fuorigrotta ospita la compagnia “The Play Group” dalla Gran Bretagna con lo spettacolo in lingua inglese “Dracula” (nella foto la locandina). Basato sull’originale romanzo “Dracula” di Bram Stoker, scritto nel 1897, la versione di questa horror story portata in scena da “The Play Group” risulterà per tutti i suoi spettatori spaventosamente... comica! Il racconto prende spunto dalla storia del guerriero Vlad III, impegnato a vendicare la moglie Elisabetta morta suicida perché convinta di aver perso il marito in battaglia. Il condottiero, folle d’ira e di dolore, attraversa i secoli fino alla Londra vittoriana, alla ricerca di vittime finché incontra la bella Mina Murray, moglie del suo agente immobiliare Jonathan Harker. Complice una straordinaria somiglianza con la sua prima moglie Elisabetta, il conte Dracula dapprima “seduce” Lucy, la migliore amica di Mina, e poi Mina medesima. Da quel momento la sua vita cambia, mentre sulle sue tracce inizierà a muoversi il dottor Van Helsing. Una scia di uccisioni sanguinolente che farà letteralmente morir dal ridere! Questa terrificante favola del terrore è il “diabolico” esito dell’incontro, ancora una volta, dello humor inglese di Simon Edmonds e Eddie Roberts, con la veracità napoletana di Francesco Di Gennaro. AL “BELLINI” macchiette rivisitate e omaggi a grandi interpreti come Charlie Chaplin, Fred Buscaglione, Renato Carosone e Totò. Costa sorprende e imbriglia nello spettacolo, sospeso tra finzione e realtà, grazie anche ai continui coinvolgimenti dell’entusiasta pubblico in sala. «Mi piacerebbe che questo spettacolo fosse un gol da incorniciare come quelli che fa Totti, di cui porto il numero 10 nella nazionale cabarettisti», ha dichiarato l’artista che, nelle due ore sul palco, fa emergere tutti quei TEATRO personaggi diventati un punto fermo del suo repertorio: da Sergio il re degli esauriti, a Don Antonino lo zio mafioso, passando per Tony Fasano fissato con gli anni ’70, senza dimenticare Raffaello Piombo il cugino povero di Tiziano Ferro e tanti altri. Parafrasando il titolo del capolavoro comico di Gigi Proietti, Antonello tira fuori dal suo baule, cui tiene come ad una reliquia, i numeri che gli hanno permesso, in pochi anni, di crearsi uno spazio importante nel mondo dello spettacolo. Il tempo scorre via veloce, tra battute intelligenti, scarsa volgarità e oculato uso dei siparietti. Da apprezzare le prove dei due interpreti che accompagnano il celebre attore durante quest’avventura, sua sorella Annalisa e Giugliarelli. Lei, pregevole danzatrice, si rivela cantante e anche attrice di finissima levatura; lui è strepitoso, una spalla eccezionale che, armata di sarcasmo e autoironia, riesce a far perdere il controllo anche all’istrionico siciliano. Un tetris perfetto che convince e impatta grazie anche ai numerosi brani musicali che costituiscono la colonna sonora dello show, da “Rumba Kugghiù” a “’O suspiro”, fino alla sua meravigliosa “L’amore per me”. SUL PALCOSCENICO DEL “SALVO D’ACQUISTO” “Una mano dal cielo”, una comicità garbata NAPOLI. Sesto spettacolo del cartellone 2009 presentato dal teatro “Binariodue”. Stasera (ore 21) e domani (ore 18.30) sul palco del teatro Salvo D’Acquisto (Istituto Salesiani-via Morghen) la “Compagnia Il Guazzabuglio” mette in scena “Una mano dal cielo” (nella foto una scena), una commedia di Colomba Rosaria Anfolfi, per la regia di Maria Teresa Sisto. Lavoro originale, attuale e divertente che torna in scena dopo sei anni. Inserita nel cartellone 2003 “Gemme della Risata” del teatro Il Primo, “Una mano dal cielo” ottenne favorevoli consensi di pubblico e di stampa. La trama del lavoro si sviluppa attraverso una pluralità di tematiche e di personaggi, funzionali ad una storia dove la comicità, l’ironia e una garbata satira di costume caratterizzano, come sempre, lo stile dell’autrice. Una commedia esilarante e geniale che fa presa sullo spettatore, coinvolgendolo nella storia, fino a proiettarlo in una dimensione che ha dell’incredibile, perché l’intervento di una mano dal cielo rimane sempre il desiderio di noi mortali.Colomba Rosaria Andolfi propone un teatro contemporaneo dove la risata non rimane fine a se stessa, ma diventa efficace strumento di riflessione. Nutrito il cast degli attori: Annamaria Pagano, Paolo Battimiello, Maria Teresa Sisto, Linda Paolocci, Simona De Rosa, Gabriella Manfredi, Maria Rosaria Miniero, Pino Orizzonte, Adilè Kececi Zadè, Castrese Amoroso, Loredana della Rossa, Gennaro Agostinelli, Alessandro Massimino, Francesca Attianese ed Enzo Pisano. NELLA “CANTATA PER LA FESTA DEI BAMBINI MORTI DI MAFIA” Celebrate le vittime di malavita di Ilaria Caruso NAPOLI. Prosegue la rassegna “Nuovi Sentieri 8-Sguardo Contemporaneo”, all’Auditorium del teatro Bellini, diretta da Daniele Russo con lo spettacolo teatrale “Cantata per la festa dei bambini morti di mafia” (nella foto una scena) di Luciano Violante e la regia di Gigi Di Luca. La rappresentazione teatrale assume il punto di vista delle vittime della malavita organizzata, che osservano le vicende terrene, contaminate dal crimine, dall’omertà e dall’inerzia morale, da un loro “aldilà”. Lo sfondo rosso, che introduce lo spettacolo, simboleggia proprio il sangue versato da questa folla di uccisi, i cui protagonisti principali sono proprio i bambini, vittime anch’essi della mafia. È la pietà e la tenerezza degli adulti a dar vita ad una festa in cui sostegno e speranza rappresentano la vita, con il gioco, il ballo e la festa popolare, simboli di un’infanzia negata. Nella “Cantata” l’aspetto politico e l’indignazione civile ritrovano le loro radici profonde nei sentimenti più elementari: l’amore, la sofferenza, la rabbia, la solidarietà, il bisogno di giustizia. Questo cancro della nostra società, che prende il nome di mafia, si rivela nella sua essenza di offesa all’umanità. L’attrice Gaia Bassi, attraverso le sue abili doti canore, entra in scena attraverso una coinvolgente melodia, per poi sussurrare, come sottofondo in tutta l’opera, i nomi delle vittime da ricordare. L’umanità decide di farsi ascoltare alzando la voce in un corteo che parte dalla Sicilia e riesce a coinvolgere l’intero Sud-Italia: la forza della rettitudine umana, rispetto alla vigliaccheria della criminalità, si manifesta nella rinascita della natura, nel rifiorire degli alberi. La società civile delle vittime di mafia, degli eroi condannati a morte e dei caduti dimenticati, tenta di risvegliare la coscienza morale, e vi riesce con un grido di protesta, che rialza i volti impauriti, riapre a forza gli occhi chiusi, illumina le menti spegnendo l’indifferenza. Le musiche di scena pongono l’accento sui momenti del dramma, della festa e del rituale in cui ci si LA COMMEDIA DI ANNA VINCI NELL’AMBITO DI “NUOVI SENTIERI” ritrova ad essere uniti. La messinscena con i volti, le voci, i suoni e le musiche composte ed, eseguite dal vivo, dai famosi fratelli Enzo e Lorenzo Mancuso, originari di Caltanissetta, evoca sensazioni di un tempo non morto, ma attuale e soffocato sotto un cumulo di macerie fatte di violenza, corruzione, degrado, omertà, sangue criminale e sangue innocente. Nella “Cantata per la festa dei bambini morti di mafia” sembra quasi che al sistema malavitoso si oppone un “Controsistema”, che scopre una terra in- AL “TRIP” contaminata, nonostante il marchio di ferocia che la contrassegna. Una Madre Terra finalmente libera, fatta di tradizioni, parole, suoni. Il testo duro e struggente, presentato dalla compagnia teatrale “La Bazzarra”, ha come obiettivo quello di ricordare i piccoli innocenti e rendere omaggio, non solo a loro, ma a tutte le vittime dellamalavita organizzata, risvegliando le coscienze dei vivi. Uno spettacolo di notevole qualità, eseguito da una brillate ed originale interpretazione degli attori. “RADIO OPERA” “Terra senza” mostra una Calabria priva di veli Un viaggio sensoriale di Francesca Saccenti NAPOLI. Gomorra sembra non essere il solo a raccontare l’illegalità o meglio ad averne il primato, e Napoli non sembra essere l’unica città dove vengano compiute ingiustizie. Nella “Terra senza” di Anna Vinci, in scena all’Auditorium del teatro Bellini fino a venerdì prossimo (oggi lo spettacolo è ad ingresso gratuito in occasione della giornata celebrativa delle vittime della mafia) la protagonista è la Calabria, una terra che si mostra senza veli, che analizza se stessa abbandonandosi ad un cupo pessimismo. Lo spazio perde i suoi confini geografici e la terra diventa “matrigna, senza memoria, senza futuro”, dove i protagonisti si muovono alla ricerca di sicurezza. Ludovico (Carlo Greco) è tornato per vendere la sua casa, non vuole fare i conti con il suo passato, eppure sembra essere inevitabile, nella vecchia casa si nascondono ricordi di cui non può fare a meno. Gli oggetti diventano un feticcio che il protagonista ha bisogno di toccare, di abbracciare, di annusare per congelare il tempo che viene scandito in scena dal ticchettio dell’orologio. Una valigetta rossa sotto la scrivania riaccende la sua memoria, nonostante le parole smentiscano l’amore per la sua terra. Il rapporto con Rosa (Gianna Paola Scaffidi le conseguenze dell’amore - incantesimo), orfana allevata dalla famiglia e del figlio Giacomo ( Massimo Avella don Matteo - un posto al sole) il cui padre è stato ammazzato, è difficile, nervoso, con- flittuale, è un gioco di sguardi, di silenzi, di parole piene di rabbia. Nessun tema viene trattato in superficie, in questo modo il racconto porta avanti problematiche profondamente attuali, come il precariato, la fuga dal Sud, l’impotenza di non poter cambiare il mondo. Giacomo impasta il pane, ma da laureato in biologia con ottimi voti vuole diventare ricercatore nonostante sembra essere solo un sogno, nello scontro generazionale dichiara che gli ideali dei giovani d’oggi siano “gli ideali del fare”. Nella “Terra senza”, dove il tempo si è fermato, la speranza sembra essere già morta, ha dimenticato quel vecchio proverbio da un pezzo, e lo scenario ignora il concetto di happy end, a favore di una visione forse in parte apocalittica. “Tu sei tornato per ripartire e non tornare mai più” in questo modo Rosa lo accusa, non riesce a perdonare la sua assenza, o meglio la sua fuga, ma lei è sempre lì ad aspettarlo ricordando il passato, mentre lui si giustifica dicendo che se fosse rimasto sarebbe diventato “una iena tra sciacalli” in “un mondo ridotto ad una macchia per strada ad un telo su un corpo”. Lo spettacolo fa parte della rassegna “Nuovi Sentieri 8-Sguardo contemporaneo” diretta da Daniele Russo e presentato da “Artisticamente” e fondazione Teatro Politeama, la regia, la scena ed i costumi sono curati da Ivan Stefanutti che dirige con passione i suoi attori, contribuendo ad una resa realistica dei personaggi, nonostante il ritmo della Storia non sembra essere rispettato pienamente. NAPOLI. Questo pomeriggio, alle ore 18, nell’auditorium multimediale del “Trip” si parte per un viaggio sensoriale, tutti rigorosamente al buio. Arriva “Radio Opera Prima-Le immagini senza”, il “radio film” ideato da Roberto Barone, presentato da “Radio Capri” e “Radio Art” in collaborazione con “Freepass”. Un cinema senza schermo, il pubblico in sala bendato. Lo spazio si ridefinisce e trasforma in un luogo personale dove i differenti stimoli sonori, musicali, ritmici si incrociano trovando nella creatività del singolo spettatore una multipla risposta. “L’amore periodico” è il titolo della storia d’amore scritta da Maria Grazia Carulli, intima, forte, personale e rigorosamente, senza immagini. L’udito e l’anima sono protagonisti indiscussi del progetto e dell’esperimento di Roberto Barone, volto a favorire una personale visualizzazione della trama, privando il pubblico proprio della vista e lasciando spazio all’immaginazione personale. “Radio Opera Prima” è un processo comunicativo aperto, in fieri, dove il prodotto artistico non è chiuso in se stesso, ma si ridefinisce ogni volta diventando processo, azione, improvvisazione ed evento. Seguirà l’aperitivo con dj set di Alessandra Argentino, a cura di Roberto Barone e “Freepass”. Come ogni sabato al “Trip”, dalle ore 13 alle ore 16, il brunch per grandi e piccini cullati dalle selezioni musicali di Fulvia Irace per “Freepass”.