Le BRIOFITE sono le piante terrestri più semplici. Dette “non

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Le BRIOFITE
sono le piante terrestri
più semplici.
Dette non vascolari
(Tallofite).
Non hanno veri tessuti,
neanche vascolari;
un unico tipo cellulare si
differenzia di volta in
volta a seconda delle
funzioni svolte dalla
parte della pianta in cui
si trova.
Le Briofite sono APLODIPLONTI.
Ogni gametofito si origina da una meiospora
che, germinando, da origine al
PROTONEMA.
Aplodiplonte è il ciclo vitale, si riferisce all alternarsi
delle fasi , sempre presenti per tutti gli organismi
eucarioti.
Vi è una fase APLOIDE (1 copia del corredo
cromosomico: 1n)
Ed una fase DIPLOIDE (2 copie del corredo
cromosomico: 2n)
Ciclo APLODIPLONTE o APLODIPLOBIONTE
Caratterizzato dall alternanza di generazioni antitetiche, tra gametofito o diplofito.
Gamia --->> Zigote --->> Mitosi --->> DIPLOFITO --->> MEIOSI --->> MEIOSPORE --->> Mitosi -->> APLOFITO.
In questo ciclo la meiosi è dunque intermedia tra la generazione n e quella 2n.
APLOFITO O
GAMETOFITO (n)
MITOSI
GAMETI (n)
MEIOSPOR
E (n)
GAMIA
ZIGOTE (2n)
MEIOSI
MITOSI
DIPLOFITO O
SPOROFITO (2n)
Ogni gametofito si origina da una meiospora. Germinando da origine
al PROTONEMA. Questo è verde (fotosintetizzante) e può essere
filamentoso, laminare o molto piccolo (epatiche). L adesione al
substrato è assicurata da RIZOIDI.
Da alcune cellule si
possono sviluppare i
GAMETOFORI con
forme molto varie, dal
millimetro
(Buxbaumia) a diversi
centimetri (Dawsonia
superba, Polytrichum
strictum).
Nei muschi ed in
poche epatiche, il
gametoforo ha
apparenza
CORMOIDE con un
fusticino e foglioline.
Le briofite si possono riprodurre asessualmente per propaguli e gemme o
sessualmente per OOGAMIA. Gli SPERMATOZOIDI sono mobili,
biflagellati. Per permettere lo spostamento dei gameti maschili la
fecondazione esige la presenza di acqua.
Alla fecondazione segue la formazione dell embrione (Tutte le piante
terrestri formano un embrione. A differenza delle piante vascolari, qui
l embrione germina immediatamente rimanendo attaccato al corpo
aploide. Esso forma lo SPOROFITO che produce le spore, vero
strumento di propagazione della specie.
In sintesi si tratta sempre di organismi apodiplonti con alternanza di
generazioni eteromorfiche con netta prevalenza del GAMETOFITO
APLOIDE sullo SPOROFITO DIPLOIDE che dipende nutrizionalmente
dal primo.
Sono capaci di sopravvivere alla siccità in uno stato di vita latente (mesi e
anni) e riprendere il normale metabolismo nel giro di poche ore.
Resistono a temperature estreme (da -196 C a 100 C)
Muschi – 700 generi e10000 specie
Epatiche – 350 generi e 8000 specie, il gametofito è di solito ridotto o
molto specializzato.
Antocerote – hanno talli dorso-ventrali lobati, stomi funzionanti, cellule
con un unico grosso cloroplasto. La loro vera classificazione non è ancora
definita.
Le briofite sono organismi PIONIERI.
Influenzano idrologia e clima riuscendo a trattenere grandi quantità d acqua,
rilasciandola lentamente.
Gli sfagni hanno il maggiore impatto ambientale (sono i maggiori costituenti delle
torbiere). Assorbono grandi quantità di ioni basici rilasciando protoni acidificando il
substrato sino a pH inferiori a 4. Non gradiscono l abbondante presenza di Calcio
ionico. Producono (come anche le altre briofite) SFAGNOLO, un composto
fenolico antisettico.
Proteggono il substrato dall erosione ma la loro presenza avvia presto la
colonizzazione di piante vascolari.
Molte briofite sono ANTRICOLE, ovvero vivono nell ombra di grotte e
anfratti. Le cellule dei talli sono rigonfie e traslucide, concentrando la luce
sui pochi cloroplasti come dei catarifrangenti. Nessuna si è però adattata al
buio totale.
Ioni di Metalli pesanti ed altri inquinanti vengono rapidamente accumulati
dalle briofite, provocandone poi l ingresso nella catena alimentare.
Muschi ed epatiche scompaiono presto in aree troppo inquinate e vengono
quindi utilizzati come Indicatori ambientali.
Un modello sperimentale può facilmente divenire una
risorsa biotecnologica.
P. patens per esempio ha mostrato di avere tutte le
potenzialità biochimiche delle piante superiori
(processamento delle proteine e glicosilazioni) ma può
essere coltivato in modo semplice ed efficiente anche in
laboratorio, bypassando i problemi di coltivazione in campo
pur senza richiedere l alta tecnologia dei fermentatori.
Può essere coltivato in forma aploide.
Può attuare in modo controllato la ricombinazione omologa!
VANTAGGI
Mezzo di coltura molto semplice:Sali inorganici, luce e CO2 non
sono necessari ormoni o additivi complessi, inoltre la rottura
meccanica dei filamenti previene la formazione di protonema
ingombrante.
Le cellule del protonema sono completamente differenziate
quindi non si sono osservati problemi di instabilità genetica
Semplicità dei bioreattori e parametri ottimali di crescita già
determinati, è possibile una coltivazione in semi-continuo
con un ricambio giornaliero del 20%
Condizioni di coltura facili da adattare ai bisogni delle proteine
ricombinanti secrete nel mezzo
Basso costo dei bioreattori da 20 litri, facile scaling up
operando con più unità in parallelo
Vengono trasformati i protoplasti i modo molto facile.
Si possono generare mutanti (specifici) nel modo desiderato.
Physcomitrella patens offre un sistema unico di
produzione biofarmaceutica:
• Economica crescita fotoautotrofica in un sistema
chiuso
• Semplici processi downstream di purificazione della
proteina da un semplice mezzo minerale
• manipolazione genetica unica attraverso
ricombinazione omologa
• Espressione di una proteina complessa e
umanizzata in un ambiente sicuro e controllato
Nel corso dei vostri studi sarà ricorrente la presenza di alcune
specie considerate MODELLO, oltre che strumento di
“bioproduzione” di macromolecole.
Un certo organismo si impone come MODELLO per la
comodità e versatilità nel disegnare per esso i più diversi
sistemi sperimentali.
Acquisita una certa quantità di informazioni, esse diventano
preziose per chi intraprende la ricerca da zero e consolidano
l importanza dei diversi sistemi MODELLO.
Vi sono molte piante MODELLO:
Arabidopsis thaliana
(per le ridotte dimensioni del genoma ed il ciclo vitale breve)
Riso (Oryza sativa)
(importanza economica e ridotte dimensioni del genoma tra i cereali)
Nicotiana Tabacum
(perché per prima utilizzata nella micropropagazione - per riprodurre la varietà habana in USA)
Nicotiana Benthamiana
(perché più piccola e veloce di N. tabacum)
Vicia Faba
(come modello delle leguminose e dell accumulo delle proteine)
Petunia hybrida
(per la facilità di identificare mutanti nello sviluppo del fiore)
Pioppo (Populus trichocarpa)
(importanza economica e ridotte dimensioni del genoma tra i cereali)
Physcomitrella Patens
(perché capace di ricombinazione omologa)
etc
Le ALGHE
• Fotoautotrofe
• Tallofite
• Unicellulari o Pluricellulari
Organismi per la maggior parte legati all ambiente
acquatico; hanno cloroplasti che contengono oltre ai
pigmenti fotosintetici anche pigmenti accessori
(carotenoidi comprendenti anche le xantofille; in
qualche gruppo ficobiline).
I plastidi di tutte le alghe contengono sempre
CLOROFILLA A, e quasi sempre un altro tipo di
clorofilla.
Il processo fotosintetico nelle alghe è analogo a quello delle piante
superiori.
Il carbonio per la fotosintesi può essere ottenuto sia dall anidride
carbonica disciolta nell acqua sia dai carbonati e dai bicarbonati
del substrato. Si conoscono persino alghe capaci di utilzzare sostanze
organiche in modo simile a batteri.
Grande importanza ha il pH. A pH inferiori a 5 le alghe assorbono
esclusivamente CO2 disciolta. A pH sopra 9,5 utilizzano in modo
preponderante i carbonati.
Alcune alghe sono prive di pigmenti e devono quindi assorbire sostanze
organiche, altre mediano tra i due sistemi (fotochemio-organotropismo).
Molte, pur essendo fotosintetizzanti, sono eterotrofe per alcune
vitamine.
Non possono utilizzare l azoto in forma elementare e lo ricavano da
composti azotati organici (inquinanti). Una grande quantità di sali di
ammonio e nitrati, vengono accumulate nei vacuoli.
Euglenoidi
Dinoficee (Alveolata)
Stramenopili (xantoficee,
Alghe brune, Diatomee etc)
Alghe rosse
Alghe verdi
(tra cui anche le clorofite
come Dunaliella)
Ecologia: sono presenti pressocchè dappertutto
nell ambiente. Sulle terre emerse alghe piccole si
accrescono sul terreno umido, sulle rocce, sulle superfici
del legno, sulla corteccia degli alberi. Nell ambiente
acquatico le alghe di piccole dimensioni, generalmente
unicellulari, costituiscono il fitoplancton. Le alghe che si
accrescono ancorate alle rocce e ad altri substrati sono
invece dette bentoniche e sono generalmente
filamentose o macroscopiche.
Molte di esse sono degli organismi pionieri : si
trovano in ambienti inidonei per qualunque altra
specie vivente, quali le distese di neve e di ghiaccio
dell'Antartide o le acque caldissime delle sorgenti
geotermiche.
La parete cellulare non è presente in tutte le alghe
unicellulari.
E per l enorme varietà morfologica dei diversi gruppi
di alghe la parete cellulare presenta una differente
composizione.
E generalmente formata da una
porzione fibrillare (costituita da cellulosa, mannani
e xilani) e da una
porzione amorfa (proteine e pectine).
Non vi è lignina. La sua consistenza può essere
aumentata dalla presenza di deposizioni di CaCO3 o
di silice.
Nelle alghe vi è una enorme variabilità morfologica: si ritiene che la
forma più primitiva sia quella unicellulare flagellata.
Nelle forme unicellulari è l intero organismo che si comporta da
gamete o da sporangio al momento della riproduzione (OLOCARPIA).
Nelle alghe pluricellulari gli organi sessuali (GAMETOCISTI) e gli
sporangi sia meiotici che mitotici (SPOROCISTI) si formano per
trasformazione di cellule marginali, localizzate cioè sulla superficie del
tallo.
Þ
Spermatogoni (spermatozoidi flagellati)
Spermatangi (spermazi senza flagelli)
Oogoni (ovocellula) oppure Carpogoni.
I gameti o le spore, in gran parte dei gruppi delle alghe, sono flagellati.
Tali flagelli possono essere in parte rivolti in avanti (trainanti) ed in
parte rivolti all indietro (propulsori). Possono essere lisci e sottili
(flagelli a sferza) oppure provvisti di peli vibratili (flagelli a piuma).
A volte i cloroplasti
possiedono i pirenoidi:
masse proteiche circondate
da amido all’interno dei
plastidi, molto rifrangenti.
altre strutture particolari :
aptonema
tricocisti
eiectosoma
euglena
stigma: aggregato di
fotorecettori e pigmenti che
stimolano la pulsazione del
flagello
ALGHE UNICELLULARI
struttura procariotica
Cyanophyceae
struttura eucariotica
Euglenophyta
Cryptophyta
Dynophyta
Chrysophyta
Xantophyta
Bacillariophyta
Cyanophyceae o Cianobatteri o
Alghe azzurre
Organismi autotrofi che rientrano
nella categoria delle ALGHE, ma che
per la struttura cellulare procariotica
costituiscono assieme ai Batteri un
proprio TIPO di organizzazione.
Filogeneticamente sono molto più
vicine agli Eubatteri che non alle
altre alghe eucariotiche per la
presenza di mureina nella parete
cellulare, oltre che per la loro struttura
procariotica cellulare. Ma si
distinguono dagli Eubatteri fototrofi
per possedere come pigmento
fotosintetico la clorifilla al posto della
batterioclorofilla e per la liberazione di
O2 durante la fotosintesi.
Cianobatteri
Euglenoidi
Dinoficee (Alveolata)
Stramenopili (xantoficee,
Diatomee etc)
Tali organismi si possono trovare
a) Isolati
b) Colonie, dall aspetto
filamentoso o rotendeggiante
(sarcine)
Nelle colonie filamentose vi sono spesso individui morfologicamente
diversi e con diversa funzione. Una serie di cellule vegetative in
successione costituisce il TRICOMA o filamento, che può essere
libero oppure aderente al substrato. Le cellule del tricoma possono
essere tutte uguali o differenziate in:
individui basali più grandi per il fissaggio
individui apicali più piccoli
Gli individui della colonia sono in comunicazione plasmatica tra loro
attraverso MICROPLASMODESMI ed una fitta rete di pori che
punteggiano le pareti in contatto tra loro.
Il sistema fotosintetico
è costituito da:
invaginazioni della mem. citoplasmatica che
nell insieme costituiscono i TILACOIDI;
granuli, detti FICOBILISOMI, presenti sulla superficie
dei tilacoidi e che hanno il compito di raccogliere
l energia luminosa;
cromofori quali FICOBILINE idrosolubili contenuti nei
ficobilisomi;
CLOROFILLA A, liposolubile, che rappresenta il vero
pigmento fotosintetico.
Sono presenti anche Carotenoidi e Xantofille
particolari.
Ecologia
COSMOPOLITE.
Vivono generalmente in ambienti difficili dal punto di vista
termico od edafico.
CRIOTERME che vivono sulle nevi.
MEGATERME, unica forma di vita nelle acque termali (ad
Abano +83C ).
Vivono in acque dolci, salate, salmastre, ed in ogni tipo di
ambiente umido anche solo per un periodo dell anno:
terreno, cortecce, rocce, vetri e piastrelle.
EUGLENOPHYTA
Organismi unicellulari con organizzazione
monadale.
Euglena viridis, priva di parete, è provvista di 2
flagelli (di cui uno molto corto) inseriti
anteriormente.
Alla base dei flagelli si trovano uno o due vacuoli
pulsatili con funzione osmoregolatrice.
Talora è presente la macchia oculare (stigma),
colorata di rosso per la presenza di caroteni, che
svolge funzioni di fotorecettore.
Sistema fotosintetico
clorofilla a e b, β-carotene e xantofille varie
Habitat: vivono in acque dolce. Le specie di
Euglena sono particolarmente diffuse in acque
stagnanti ricche di sostanze nutrienti.
Xanthophyta
Alghe unicellulari libere o formanti
filamenti, provviste o meno di parete.
La parete cellulare è prevalentemente di
cellulosa, ed in parecchie forme è formata
da due metà inserite l una nell altra.
Spesso, soprattutto nelle spore, è
impregnata di silice; le cisti assumono la
forma di una scatola composta da un
coperchio e da un contenitore.
Le cellule flagellate sono caratterizzate da
due flagelli inseriti lateralmente di
lunghezza diversa e del tipo eteroconte.
Sistema fotosintetico
clorofilla a e c, come pigmenti
accessori eteroxantina e vaucheriaxantina,
(xantofille che conferiscono loro
colore verde)
Habitat : prevalentemente di acqua dolce,
raramente salmastra, frequenti in terreni
umidi, anche se solo stagionalmente.
ALGHE PLURICELLULARI
Il tallo, anche se pluricellulare, conserva comunque
una struttura abbastanza semplice, privo di veri
tessuti ed organi, ma che raggiunge nelle forme più
evolute una differenziazione morfologica simile a
quella delle piante superiori.
Diffusione
clorofille
altri pigmenti molecole di riserva
Rhodophyta 4000
Alghe rosse specie
ca.
Clorofilla a e ficobiline
d
caroteni
xantofille
Phaeophyta
Alghe
brune
Clorofilla a e β-carotene Laminarina
c
fucoxanti
na
2000
specie
ca.
Amido delle floridee
Chlorophyta 6700
Alghe verdi specie
ca.
Clorofilla a e caroteni
b
xantofille
Charophyta
Alghe a
candelabro
Clorofilla a e β-carotene Amido
b
xantofille
300
specie
ca.
Amido
Rhodophyta
Alghe rosse
Chlorophyta
Alghe verdi
Phaeophyta
Alghe brune
Charophyta
Alghe a candelabro
Gran parte dei pigmenti
accessori assorbe la luce avente
lunghezze d onda diverse da
quelle della luce assorbita dalla
clorofilla a. L assorbimento del
più ampio intervallo di lunghezze
d onda è importante per le alghe
che vivono in acque profonde,
che si accrescono dove
l intensità luminosa è bassa.
Le Alghe Brune (che possiedono
la fucoxantina) si estendono a
profondità maggiori rispetto alle
Alghe Verdi, e le Alghe Rosse
(che possiedono la ficoeritrina)
crescono fino alle massime
profondità raggiunte da qualsiasi
alga.
Alghe raccolte nel 19
secolo come fertilizzante
Kelp bruciato per produrre soda, potassio e iodina
FITO-COLLOIDI
AGAR = 7500 tonnellate
(250mln$)
ALGINATI = mecato da 120mln$
esclusa Cina
CARRAGENINE = 50000 ton
nel 2007
(600mln$ esclusa Cina)
Dessert, gelato, crema, frappè, gel per incrementare la viscosità
Birra: chiarificatore per rimuovere le proteine che causano la
scurezza
Pâté e carne lavorata (prosciutto, e.g.): aumenta il volume,
Dentifricio: stabilizzante
Shampoo e creme cosmetiche: addensante
Marmorizzazione
Biotecnologia: gel per immobilizzare cellule e enzimi
Farmaci: usato come eccipiente inattivo in pillole
latte di soia e altro latte derivato da piante: usato come addensante,
per emulare il latte vaccino
Bibite gassate dietetiche: per migliorare la consistenza
Cibo per animali
lubrificanti
Usato in test analgesici in modelli di animali per le infiammazioni
NORI
Alghe rosse di uso alimentare =
più di 1000 mln$
PALMARIA PALMATA
MICROALGHE!
Spirulina (Arthrospira platensis)
è un cianobatterio!
Alghe e biodiesel
Stramenopili
Botryococcus braunii
Tossica
Alta percentuale di lipidi contenuti nel biofilm
Scale-up
Ora!
Neochloris oleoabundans (Chlorophyta) has a capability to accumulate lipids, in
particular triacylglycerols (TAG), useful for biodiesel production; furthermore, it can
grow mixotrophically.
The present work deals with two fundamental steps of mixotrophic cultivation with
glucose (late exponential – 6 days – and late stationary – 14 days – phases of
growth), focusing on the relationship between photosynthesis and lipid production.
Le colture microalgali possono avere diversi tipi di metabolismo per la crescita:
autotrofo, eterotrofo, mixotrofo e foto eterotrofo.
La crescita mixotrofica è definita come un regime di crescita durante il quale la CO2
e il carbonio organico vengono assimilati simultaneamente, operando quindi sia il
metabolismo fotosintetico che la respirazione cellulare.
Di norma, la velocità di crescita di cellule cresciute in mixotrofia è
approssimativamente la somma delle velocità di crescita delle colture eterotrofe e
autotrofe.
I vantaggi dell’eterotrofia, come l’alta concentrazione e produttività, sono applicabili
anche alla mixotrofia. Inoltre la capacità delle microalghe di crescere utilizzando le
due vie metaboliche è unica, e fornisce numerosi vantaggi.
Non soltanto il carbonio (sotto forma di CO2 oppure come carbonio organico) è
necessario per il metabolismo delle microalghe: anche vitamine, sale e altri nutrienti
(azoto e fosforo) sono fondamentali per la crescita algale, cosi come risulta
importante l’equilibrio tra i seguenti parametri:
ossigeno, anidride carbonica, pH, temperatura, e l’intensità luminosa
two growth points were highlighted: the 6th day, corresponding to the late
exponential phase, and the 14th day, corresponding to the late stationary phase.
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C. Baldisserotto et al. / Algal Research 16 (2016) 255–265
mixotrophic cultures
reached a cell density of
about 35 and 50
106 cells
mL− 1 at the 6th and 7th
days of cultivation,
respectively, and then
yielded almost stable cell
density values, with a small
decrease only at the end of
experiment. In spite of
being characterised by a
similar growth curve in
terms of general features,
the control samples yielded
lower cell densities (about 3
and 8
106 cell mL−1 after
6 and 14 days of cultivation,
respectively) MA CELLULE
PIU’ GRANDI.
Quali differenze?
Fig. 1. Growth parameters of N. oleoabundans cultivated under autotrophic and mixotrophic (glucose-induced) conditions for 14 days. A) Growth kinetics plotted using a logarithmic scale.
B) Biomass yield expressed as grams of algal dry weight per litre. C) Single cell biomass expressed as micrograms of algal dry weight per one million cells. D) Biomass productivity, as grams
of algal dry weight per litre per day, during the 0–6 days and 6–14 days of cultivation intervals. In A, solid black line = autotrophic cultures; dash black line = mixotrophic cultures. In B–D,
black histograms = autotrophic cultures; white histograms = mixotrophic cultures. Data refer to means ± standard deviations (n ≥ 3). Asterisks identify significant differences between
control and mixotrophic samples: *, p ≤ 0.05; **, p ≤ 0.01; ***, p ≤ 0.001.
3.2. Morphology: cell ultrastructure
Fig. 2 reports images of ultrastructural aspects of N. oleoabundans
cells after 6 (Fig. 2A–D) and 14 (Fig. 2E–H) days of cultivation under autotrophic (Fig. 2A, E) and mixotrophic conditions (Fig. 2B–D, F–H). In
detail, TEM analyses showed that 6-day-grown control cells were typically characterised by a big cup-shaped chloroplast containing a large
pyrenoid surrounded by a starch shell and crossed by one–two thylakoids (Fig. 2A). Inside the cytoplasm, the nucleus and mitochondria
were also observable (Fig. 2A). After 14 days, controls maintained similar features, but cells were sometimes vacuolated (Fig. 2E). In both
cases, thylakoids were elongated and only locally appressed (Fig. 2A,
E). Different aspects were observed for treated cells (Fig. 2B–D, F–H).
In fact, after 6 days of cultivation, the mixotrophic populations were
generally characterised by smaller cells than in the controls (about
28% in volume; p b 0.05) and by morphologically different cells according to a kind of gradient (Fig. 2B–D). In fact, some cells showed an overall morphology similar to that of controls, but with an evident increase
in stromatic starch and more extensive thylakoid appression (Fig. 2B),
while other cells contained plastids very enriched in starch, which occurred both as stromatic and as a shell surrounding the pyrenoid that
had assumed an altered feature (Fig. 2C, D). Only sometimes cells with
the latter feature contained small cytoplasmic lipid globules (Fig. 2C,
D). Also in these cells, thylakoid membranes appeared to be more appressed than in controls (Fig. 2A, C, D). Sporadic sporocysts, which
had not yet released the young cells, were still observable in glucose-
treated samples (Fig. S1). At the 14th day of cultivation, glucosetreated cells became larger than at day 6 (about 50% in volume;
p b 0.001) and reached, sometimes slightly exceeding, the dimensions
of the control cells (p N 0.05) (Fig. 2E–H). As for cells at the previous
step of cultivation, a morphological gradient was observable. Some
cells, in fact, contained a chloroplast with large stromatic starch grains
and a still identifiable pyrenoid surrounded by an evident starch shell;
lipid globules increased in number and size (Fig. 2F, G). Other cells
contained a few small starch grains, but very large lipid droplets
(Fig. 2H). As regards thylakoids, they were reduced in number and extension as compared to those contained in treated samples at the previous time of experiment (Fig. 2B–D) and to those hosted in controls
(Fig. 2E); however, these few thylakoids were less appressed than at
the previous time of experiment, but similar to those in controls
(Fig. 2F, G).
3.3. Photosynthetic aspects
3.3.1. Photosynthetic pigments
Photosynthetic pigment content was expressed both as a fraction of
total biomass and in terms of quantity of pigment inside cells (Fig. 3). It
was noted that, during the time interval 0–6 days of cultivation, the
concentrations of all pigments inside autotrophic control samples
tended to decrease (ca. 25 to 60% depending on the pigment), while
from 6 to 14 days of cultivation their pigments tended instead to increase independent of the unit of measure employed (ca. 1.5 to 2
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Fig. 3. Photosynthetic pigments content and their molar ratios in control and glucose-cultivated N. oleoabundans cells at the inoculum time (0 days), the late exponential (6 days) and late
stationary (14 days) phases of growth. Pigment concentrations are reported both as percentage of dry weight (% DW) (A, C, E) and as nanomoles per million of cells (nmolpigment 10−6
cells) (B, D, F). Black histograms = autotrophic cultures; white histograms = mixotrophic cultures. Data refer to means ± standard deviations (n ≥ 3). Asterisks identify significant
differences between control and mixotrophic samples: **, p ≤ 0.01; ***, p ≤ 0.001.
light-dependent dissipation mechanisms for energy dissipation as heat,
were substantially the same in control and mixotrophic cells at the 6th
day of cultivation, but were significantly higher (p = 0.041) in treated
cells vs controls at the 14th day (Fig. 4G). Interestingly, the
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261
corresponding kinetics maintained quite similar features in both controls and in 6-day mixotrophic cells, reaching a plateau during the
light exposure, which conversely did not characterise the glucosetreated cells after 14 days of cultivation (Fig. 4H).
Fotosistemi e capacità
fotosintetica cambiano e
influenzano il ciclo biologico.
Le cellule in coltura
MIXOTROFICA proliferano
inizialmente con piccola massa
perché originatesi dallo
sporofito
Fig. 4. Chlorophyll fluorescence parameters of control and glucose-cultivated N. oleoabundans cells at the inoculum time (0 days), the late exponential (6 days) and late stationary
(14 days) phases of growth. A) PSII maximum quantum yield (FV/FM). B) Photoinhibition values. C, D) Actual yield of PSII, Y(PSII); E, F) yield of constitutive thermal dissipation and
fluorescence emission, Y(NO); and G, H) yield of non-photochemical quenching, Y(NPQ). In C, E and G yields are expressed, while D, F and H report the corresponding induction/
relaxation kinetics. In A–C, E and G, black histograms = autotrophic cultures; white histograms = mixotrophic cultures. In D, F and H, solid black line = autotrophic cultures at 6
(black squares) and 14 days (black circles) of cultivation; dash black line = mixotrophic cultures at 6 (open squares) and 14 days (open circles) of cultivation; white rectangle on the
top = 5 min high light exposure (induction phase); black rectangle on the top = 5 min dark exposure (relaxation phase). Data refer to means ± standard deviations (n ≥ 5). Data
refer to means ± standard deviations (n ≥ 5). Asterisks identify significant differences between control and mixotrophic samples: *, p ≤ 0.05; ***, p ≤ 0.001.
3.4. Biochemical properties of algae useful for biotechnological application
3.4.1. Total proteins
With an initial total protein content of about 13% DW (corresponding to 7.5 μg 10− 6 cells), at the 6th day of cultivation, in the whole
mixotrophic population proteins, expressed as percentage on DW,
was about 3 times higher than in controls (p b 0.001) (Fig. 5A).
However, at the same cultivation time, the amount of proteins accumulated inside cells of control and glucose-treated samples was not
significantly different (Fig. 5B) (p = 0.49). Conversely, at the late stationary phase of growth, i.e. at the 14th day, total proteins were unequivocally lower in treated samples as compared to controls, both
considering the single cells and the biomass (43–60% depending on
the considered parameter) (p b 0.05) (Fig. 5). An evident decrease in
261
id globules (Fig. 2F–H). For
of N. oleoabundans under
d and thoroughly analysed
sing both glucose-treated
ervations described in this
ated in the presence of an
to a previous work [14].
) of N. oleoabundans under
al lipid content under coned significantly (p b 0.05)
grown with glucose and
increased significantly in
% and ca. 71% of total lipids
ively, TAGs being the only
ols nor monoacylglycerols
and to 9% in AWP medium (Table S1; Fig. 6B).
4. Discussion
N. oleoabundans is widely considered an important microalga to be
potentially used as a green feedstock of lipids for biofuel production
[8,10,23,24,36,37]. An interesting opportunity is given by the
mixotrophic behaviour of the alga, which both promotes biomass
Palmitic
Oleic
Linoleic
Linolenic acid
s grown under control and
e S1. The most important
C. Baldisserotto et al. / Algal Research 16 (2016) 255–265
6:0), the monounsaturated
d linoleic (C18:2n-6c) and
. However, the lipid classes
le S1; Fig. 6B), especially in
turated fatty acids (SFAs)
n with glucose (ca. 27.6%)
ntrol conditions (ca. 22%).
were the major class under
(p b 0.05) than in controls,
a. 55.5%) in the glucose-
and phospholipids – (in percents growing under different culture
± standard deviations of two or
0.05) for groups with the same
vated N. oleoabundans cells at the late exponential (6 days) and late stationary (14 days) phases of growth. Protein concentrations
Glycolipids
Phospholipids
(A) and as micrograms per million of cells (μg 10−6 cells) (B). Black histograms = autotrophic cultures; white histograms =
(% DW)
(% DW)
Fig. 6. Data on lipid analyses on control and mixotrophic cultures (glucose- and AWPdeviations (n ≥ 3). Asterisks identify significant differences between control and mixotrophic samples: *, p ≤ 0.05; ***, p ≤ 0.001.
cultured cells) of N. oleoabundans at the late stationary phase of growth. A) Major fatty
7.13e ± 0.33
2.55g ± 0.21
acids (in percentage of total fatty acids = %) in the TAG fraction. B) Relative proportions
4.04f ± 0.85
2.47g ± 0.55
of
fatty acid
classes
(SFA, of
MUFA
and content
PUFA in %)
the TAG
In A while
and B, for
the
e
h
aring±treated
samples
after
treated
cells
because
a high
of in
oleic
acidfraction.
(ca. 53%),
6.86
1.06
1.44 ± 0.43
values presented are means ± standard deviations of 4 replicates.
parameter through which
n
total lipid content of about
d at the 14th day of cultivaid globules (Fig. 2F–H). For
of N. oleoabundans under
d and thoroughly analysed
sing both glucose-treated
ervations described in this
ated in the presence of an
to a previous work [14].
) of N. oleoabundans under
al lipid content under coned significantly (p b 0.05)
grown with glucose and
increased significantly in
% and ca. 71% of total lipids
ively, TAGs being the only
ols nor monoacylglycerols
7.13e ± 0.33
4.04f ± 0.85
6.86e ± 1.06
2.55g ± 0.21
2.47g ± 0.55
1.44h ± 0.43
MUFA (acido oleico)
fino al 53%
SFA = Saturated fatty acids
MUFA = Monunsaturated fatty acids
PUFA = Polyunsaturated fatty acids
4. Discussion
N. oleoabundans is widely considered an important microalga to be
potentially used as a green feedstock of lipids for biofuel production
[8,10,23,24,36,37]. An interesting opportunity is given by the
mixotrophic behaviour of the alga, which both promotes biomass
Palmitic
Oleic
Linoleic
Linolenic acid
Oltre ad essere rinnovabile e di origine
“locale”, i vantaggi del biodiesel
includono biodegradabilità, più alto punto
di infiammabilità, riduzione della maggior
parte delle emissioni tossiche, miscibilità
in tutti i rapporti con petrodiesel,
compatibilità con l'esistente infrastruttura
di distribuzione di carburante e untuosità
inerente.
Problemi tecnici del biodiesel:
stabilità ossidativa, scorrimento a freddo.
Soluzioni sono offerte da additivi che
riducono gli altri vantaggi.
L’acido oleico ha una migliore stabilità
ossidativa ed un miglior scorrimento a
freddo.
and phospholipids – (in percents growing under different culture
± standard deviations of two or
0.05) for groups with the same
Phospholipids
(% DW)
SFAs (ca. 22%)
+ glucose (ca. 27.6%)
+ AWP (ca. 33.6%).
the AWP-cultured algae they remained at slightly lower values
(MUFA, 36.7%; oleic acid, 32%). Regarding polyunsaturated fatty acids
(PUFAs), there was a significant decrease in the mixotrophic condition
as compared with the control one (Table S1; Fig. 6B). In particular,
PUFA levels decreased significantly owing to a decline in the proportion
of linolenic acid, from ca. 19% in controls to ca. 2% in glucose medium
and to 9% in AWP medium (Table S1; Fig. 6B).
s grown under control and
e S1. The most important
6:0), the monounsaturated
d linoleic (C18:2n-6c) and
. However, the lipid classes
le S1; Fig. 6B), especially in
turated fatty acids (SFAs)
n with glucose (ca. 27.6%)
ntrol conditions (ca. 22%).
were the major class under
(p b 0.05) than in controls,
a. 55.5%) in the glucose-
Glycolipids
(% DW)
AWP:Apple Waste Product
Fig. 6. Data on lipid analyses on control and mixotrophic cultures (glucose- and AWPcultured cells) of N. oleoabundans at the late stationary phase of growth. A) Major fatty
acids (in percentage of total fatty acids = %) in the TAG fraction. B) Relative proportions
of fatty acid classes (SFA, MUFA and PUFA in %) in the TAG fraction. In A and B, the
values presented are means ± standard deviations of 4 replicates.
L’acido oleico è ugualmente preferito a
livello alimentare, riproponendo in alcuni
casi la competizione tra i due utilizzi
(vedi bioetanolo)
Dal punto di vista strutturale gli organismi vegetali possono essere suddivisi in due
grandi gruppi : le TALLOFITE e le CORMOFITE.
Tallofite
Alghe
Licheni
Procormofite
Briofite
FUNGHI
ETEROTROFI
Cormofite
Pteridofite
Spermatofite
Colors highlight major systematic
groups of the fungi (Ascomycota: red;
Basidiomycota: blue; Mucoromycotina:
magenta; Glomeromycota: purple;
Entomophthoromycotina: yellow;
Blastocladiomycota: marine;
Chytriodiomycota/Neocallimastigomycot
a: green).
Ascomycota: red; ASCOMICETI
Basidiomycota: blue; BASIDIOMICETI
Chytriodiomycota/Neocallimastigomycota: green;
Entomophthoromycotina: yellow;
Mucoromycotina: magenta; FUNGHI MUCILLAGINOSI
Glomeromycota: purple;
Blastocladiomycota: marine;
I funghi o miceti sono organismi saprofiti o parassiti.
Unicellulari (meno evoluti) e pluricellulari, organizzati in ife. Le ife, che
possono presentarsi asettate o settate con segmenti uni-, bi- o multinucleati,
sono organizzate in un micelio. Nella formazione dei corpi fruttiferi le ife
possono addensarsi in masse di pseudoparenchima (pseudotessuto).
Presentano una parete cellulare costituita di β-glucani e chitina (polimero
della N-acetilglucosammina).
Origine polifiletica: gli Oomiceti hanno avuto origine da un progenitore algale
eteroconte (provvisto di un flagello liscio ed uno piumoso) per perdita della
funzione fotosintetica.
Plasmodio
Eucarioti Eterotrofi : i FUNGHI o
MYCOTA
Sono organismi privi di pigmenti fotosintetici Æ saprofiti, parassiti o simbionti.
Appartengono alle tallofite, ed in base alla organizzazione del corpo si dividono
Funghi mucillaginosi (Myxomycota)
Divisione
Funghi veri e propri (Eumycota)
Myxomycota
Considerati per molto tempo degli organismi
animali, Micetozoi, cioè animali a forma di fungo.
Unicellulari, liberi durante una fase del loro ciclo,
per poi riunirsi in masse gelatinose di struttura
plasmodiale, cioè formate da una massa
protoplasmatica senza una forma ben definita,
priva di pareti e con molti nuclei.
Il ciclo è caratterizzato dall alternarsi di masse di
plasma plurinucleate (PLASMODI) o non
(PSEUDOPLASMODI) con forme ameboidi prive
di pareti (MIXOAMEBE).
Il plasmodio è dotato di movimento ameboide, si nutre per pinocitosi
inglobando particelle solide. Quando fruttifica elabora una parete, peridio,
spesso calcificata.
• Riproduzione sessuale : Gametogamia isogama.
• Moltiplicazione vegetativa : Scissione degli individui unicellulari (mixoamebe).
Habitat : luoghi umidi ed ombreggiati, ricchi di materiali organici in
decomposizione, soprattutto vegetali (legno e cortecce).
Divisione
EUMYCOTA
Tutti organismi eterotrofi, quindi senza plastidi.
Hanno come sostanze di riserva principalmente
GLICOGENO come negli animali.
La parete cellulare è principalmente di MICOSINA,
una chitina vegetale simile alla chitina animale
dell esoscheletro degli Artropodi.
Alcuni sono organismi semplici, unicellulari o
costituiti da poche cellule.
La maggior parte presenta, invece, un tallo
pluricellulare, formato da unità funzionali dette IFE,
dotate di accrescimento apicale ed in grado di
ramificarsi lateralmente.
Morfologia del Tallo
Flagellata e rizopodiale
Coccale
Sifonale
Tricale
OLPIDIACEAE e SYNCHYTRIACEAE
Lieviti
CHYTHRIDIALES, OOMYCETES, ZYGOMYCETES
Basidiomiceti
La foma “coccale” e i saccharomiceti
S.Cerevisiae può essere preso ad esempio
La sua importanza come modello è stata consacrata negli
anni ‘80 (Botstein and Fink, Science 1988) ed è diventato
anche un organismo pioniere per gli studi di biologia
funzionale e dei sistemi. Genoma nel 1996 (primo eucariota)
- La formazione di pseudo-ife non è esclusa.
- S. Cerevisiae si divide per gemmazione
(budding yeast)
Ha una “vita” di 30-40 divisioni
-Altri come lo Schizosaccharomices pombe
invece per fissione
-Hanno una parete di glucani, mannani e
proteine.
La foma “coccale” e i saccharomiceti
In natura si trovano sempre
in forma diploide ma le spore
aploidi sono più resistenti e si
generano
in
condizioni
estreme.
La forma aploide diventa
estremamente interessante in
laboratorio dove possono
essere
mantenute
linee
aploidi.
Ogni aploide è però di due
possibili tipi sessuali: a e
alpha (a)
Solo un MATa & un MATa
possono fondersi in uno
zigote.
Può avvenire il cambio di
“classe di coniugazione” ma
in laboratorio si usano ceppi
mutati incapaci di farlo.
Resiste al disseccamento (trasporto, conservazione)
E al 20% di alcool!
(fermentazione alcolica/induzione promotori)
Su uve e mosti troviamo lieviti di diversi generi e nel
loro insieme caratterizzano in modo importante le
caratteristiche del vino (terroir).
Saccharomyces, Hanseniaspora, Pichia, Candida,
Metschnikowia, Kluyveromyces, Zygosaccharomyces,
Torulaspora, Dekkera and Schizosaccharomyces.
Nei laboratori CNR-ISPA (Istituto di Scienze delle
Produzioni Alimentari, Consiglio Nazionale delle
Ricerche) si lavora lla loro caratterizzazione per farne
una risorsa biotecnologica.
Dr Francesco Grieco a Lecce.
Fig. 1. Yeast frequency of non-Saccharomyces strains collected from several different terroir. (A) Chile Maule region, grape juice
and wine ( Ganga and Martínez, 2004); (B) Spain Serranía de Ronda region, grape juice and wine (Clavijo et al., 2010); (C) Argent...
Vittorio Capozzi, Carmela Garofalo, Maria Assunta Chiriatti, Francesco Grieco, Giuseppe Spano
Microbial terroir and food innovation: The case of yeast biodiversity in wine
Microbiological Research, Volume 181, 2015, 75–83
http://dx.doi.org/10.1016/j.micres.2015.10.005
Principali caratteri enologici e problemi dei lieviti non-Saccharomyces nel vino.
Yeast genera
Torulaspora
Metchinkowia
Hanseniaspora
Candida
Kluyveromyces
Issatchekia
Pichia
Oenological propertie
negative effects
Slower fermentation rate
Production of sulphur
compounds
High concentration of esters Increase wine flavor and aroma
Delays in fermentation due to
Antimicrobial activity (pulcherrimin)
antimicrobial activity
Negative compounds (volatile
Increased amounts of 2-phenyl-ethyl acetate, higher alcohols,
acidity, sulphur compounds,
acetate, ethyl esters and medium-chain fatty acids Reduced level etc.)
ocratoxine A
Biogenic amine production
Production of acetoin
High glycerol producer (up to 14 gl-1), low acetic acid
Sluggish or stuck fermentation
concentration Increased concentrations of terpenol Decreased
Production of sulphur
concentrations of aldehydes and acetate esters
compounds
Low concentration of acetic acid
Enhancement of aroma and flavor Increased concentrations of
lactic acid, glycerol and 2-phenylethanol
Increase the amount of free monoterpenes and non-isoprenoids
Reduction of malic acid content
Increased concentrations of volatile compounds (acetaldehyde,
ethyl acetate, 1-propanol, n-butanol, 1-hexanol, ethyl octanoate,
2,3-butanediol and glycerol) Iincreased concentration of
polysaccharides
Low concentration of acetic acid, H2S, SO2, malic acid
Zygosaccharomyces degradation, high fermentative power
Schizosaccharomyces Increased concentration of polysaccharides
Degradation of malic and gluconic acid
59
L’inoculo di mix di lieviti può
servire da starter per cartterizzare
o salvaguardare la
caratterizzazione del “terroir”.
Page 8 of 10
Fig. 2 Cluster analysis of the
profiles obtained by PCR interdelta region from 146
Saccharomyces cerevisiae
strains (92 % of similarity)
Anche tra i lieviti di genere
Saccharomyces si riscontra molta
variabilità.
Nuovamente si presenta come una
grande ricchezza per il mercato
biotecnologico.
World J Microbiol Biotechnol (2016) 32:59
DOI 10.1007/s11274-016-2017-4
ORIGINAL PAPER
123
Slower kinetics rate (low ethanol
concentration)
Higher “spicy” and “acidity”
attributes Production of biogenic
amines
Antimicrobial activity against S.
cerevisiae
High amount of acetic acid
Increased concentration of
acetaldehyde, propanol and 2,3butandiol
Low concentration of esters
World J Microbiol Biotechnol (2016) 32:59
La foma “sifonale e tricale”
Il
tallo
a
struttura
tricale
rappresenta l organizzazione più
complessa e diffusa nel regno dei
funghi, costituita da IFE, tra loro
comunicanti attraverso un poro
(DOLIPORO)
Setto con poro
(Ascomiceti)
Setto con doliporo
(Basidiomiceti)
Corpo vegetativo del fungo -> intreccio di ife, MICELIO.
Il micelio è localizzato nel substrato, se il fungo è saprofita; all interno
dell ospite se è parassita. Nel caso che sia simbionte la sua struttura e
posizione cambia in funzione della natura del simbionte.
Il micelio può organizzare alcune ife strutturandole in modo da renderle idonee
a svolgere alcune funzioni:
•fissazione del micelio al substrato (RIZOIDI),
•assorbimento di sostanze organiche da cellule o da organismi ospiti
(AUSTORI; alcuni dei quali provvedono alla cattura di prede nei funghi
predatori (ife ipogee)).
Modificazioni del micelio: formazione di strutture di resistenza del micelio stesso
dette SCLEROZI e nei CORPI FRUTTIFERI o CARPOFORI.
In entrambe le strutture le ife sono strettamente accostate a formare uno
pseudotessuto detto PLECTENCHIMA o IFENCHIMA.
Non vi è alcuna modificazione della struttura della parete !!!!
Cambia solo l attività delle cellule che non produrranno più esoenzimi:
gli sclerozi
® funzione protettiva
i corpi fruttiferi ® protettiva e riproduttiva
Riproduzione dei Funghi
In quasi tutti i funghi è nota la riproduzione sessuale che avviene principalmente
per GAMETANGIOGAMIA (unione degli organi sessuali = gametangi)
(Ascomiceti, Zigomiceti) anche se in quelli acquatici è frequente la gametogamia
(isogama, anisogama od oogama) (Mastigomiceti).
Nei Basidiomiceti gli organi sessuali non si sviluppano e la gamia avviene tra due
ife somatiche = SOMATOGAMIA.
Se presenti gli organi sessuali sono sempre unicellulari ® GAMETANGI,
chiamati SPERMOGONI o spermatangi se maschili, ed OOGONI od ASCOGONI
(nel caso di ascomiceti) se femminili.
Diffusa è la moltiplicazione vegetativa che avviene per mezzo di:
• SPORE ENDOGENE = trattasi di vere e proprie mitospore
• „
ESOGENE
= cellule germinative (conidi) che a volte sono
formate dalle singole cellule di un ifa che si
disgrega (OIDIOSPORE)
Classe Zygomycetes 600 specie ca.
Note anche come MUFFE BIANCHE
Il tallo è generalmente formato da miceli di ife
non settate (cenocitici = sifonali), le quali si
moltiplicano vegetativamente con mitospore
endogene od esogene (CONIDI).
La moltiplicazione vegetativa è molto diffusa ed importante: prevale per tutta la
durata della vita del fungo ed è effettuata solo se le condizioni ambientali od
edafiche risultano essere sfavorevoli alla vita del micelio.
Le spore sono APLANOSPORE, si formano su ife particolari, divise dal resto del
micelio da un setto, e si definiscono:
• sporangiofore se all
apice formano uno sporangio unicellulare
(SPOROCISTI) che per mitosi produrrà numerose endospore;
• conidiofore se si formano esospore per semplice divisione dell ifa (CONIDI).
La riproduzione sessuata, attivata da condizioni edafiche o ambientali difficili, è
GAMETANGIOGAMIA ISOGAMA, raramente ETEROGAMA (Mucorales).
Formazione di uno zigote durevole, CISTOZIGOTE.
Il ciclo metagenetico è APLONTE.
Le spore n germinano emettendo
un ifa g diventa plurinucleata e si
ramifica g contatto con il substrato
mediante piccoli rizoidi g sviluppo
di ife ed espansione del micelio g
ife sporangiofore crescono verso
l
alto
e
formano
spore.
La riproduzione sessuale avviene
quando le ife di un individuo si
avvicinano a quelle di un altro
compatibile.
Lo zigosporangio, con molti nuclei
appaiati, può rimanere inattivo per
molti mesi. I nuclei subiscono la
meiosi alla sua germinazione g
sporangioforo, non un micelio g
spore n volano per continuare il
ciclo.
Ordine
Aspergillales
Muffe verdi
Tallo miceliare superficiale, corpi fruttiferi
detti CLEISTOTECI, gli aschi non sono
organizzati in imenio, l apertura del
cleistotecio avviene per marcescenza.
Famiglia
Aspergillaceae
Cosmopolite, agenti di alterazioni di ogni
tipo di material organico, patogeni per
animali o per l uomo.
Classe Basidiomycetes
2530.000 specie ca.
Tallo caratterizzato da un micelio di ife
dicariotiche che si allungano con un
processo di DIVISIONE detto A
FIBBIA. Il micelio dura parecchi anni e
può raggiungere dimensioni enormi (anche
qualche chilometro), e forma un corpo
fruttifero particolare (BASIDIOCARPO)
completamente costituito da ife n+n.
La riproduzione vegetativa avviene nel corpo fruttifero, nel
tessuto fertile detto imenio, all interno di particolari cellule
terminali dette BASIDI si formano per meiosi 4 meiospore che
poi usciranno all esterno del basidio attraverso dei brevi
peduncoli detti STERIGMI. Si tratta di spore endogene che a
maturità diventano esogene.
La riproduzione sessuata è per SOMATOGAMIA. Non si
sviluppano organi sessuali e le cellule apicali di 2 ife aplonti si
uniscono.
In Ustilaginales si ha, invece, SPERMATIZZAZIONE di un ifa
somatica aplonte.
Il ciclo metagenetico è aplodicarionte con predominanza della fase dicarionte. Spore
meiotiche (BASIDIOSPORE) ® micelio n (MICELIO PRIMARIO), dalla vita
brevissima ® unione per somatogamia con un micelio di segno opposto ®
generazione dicariofitica e dalla iniziale cellula dicariotica in seguito a successive
divisioni a fibbia ® micelio dicariotico detto MICELIO SECONDARIO.
Glomeromycota (circa 150 specie note)
Spore multinucleate (2-3000 nuclei!)
Fondamentali nella rizosfera
BIOTROFI obbligati
Formano le MICORRIZE
Dette Micorrize Arbuscomari (AM)
Colors highlight major systematic groups of the fungi (Ascomycota: red; Basidiomycota: blue;
Mucoromycotina: magenta; Glomeromycota: purple; Entomophthoromycotina: yellow; Blastocladiomycota:
marine; Chytriodiomycota/Neocallimastigomycota: green).
Le AM interessano oltre 240.000 specie vegetali
e sono molto antiche
Le AM interessano oltre 240.000 specie vegetali
e sono molto antiche
Un metabolita secondario (sesquiterpene) della pianta è
responsabile dei primi segnali (ramificazione): lo
STRIGOLATTONE
Un metabolita secondario (sesquiterpene) della pianta è
responsabile dei primi segnali (ramificazione): lo
STRIGOLATTONE
È un ormone che
controlla le
ramificazioni ma
funge anche da
segnale per AM e
semi di piante
parassite!
Somiglia al
meccanismo di
segnalazione dei
rizobi ma evoluto in
modo indipendente
L’interazione con la
cellula vegetale è
molto complessa e
ancora oggetto di
studio
L’ifa viene circondata da una membrana vegetale, la
membrana periarbuscolare
L’elemento scambiato dal fungo alla pianta è il fosforo e
servono almeno 3 trasportatori diversi di fosfati:
In/out fungo e in pianta
Servono poi pompe protoniche e …
There are at the time of writing 384 complete fungal genomes at
http://genome.jgi.doe.gov/fungi/fungi.info.html webcite, increasing almost by
the hour.
Penicillia
Aspergillus
A. Nidulans
A. niger
A.oryzae
Zygosaccharomyces rouxii
Pediococcus halophilus
fondamentali per l’industria i generale… perché?
Alcuni prodotti industriali dei funghi:
STATINE anticolesterolo
ANTIBIOTICI
(penicilline, cefalosporine)
IMMUNOSOPPRESSORI (ciclosporina A)
vari ALCALOIDI
AROMI ALIMENTARI (terpeni e lactoni)
acido citrico per bibite,
salsa di soia
Coloranti
additivi per la carta
Amorphotheca (Hormoconis, Cladosporium) sono stati isolati dal carburante
aereo… degrada (e produce) idrocarburi
Molti degli organismi descritti non li troviamo da soli
ma in consorzi nella forma di un biofilm che ricopre il
substrato (specie se lapideo).
Polisaccaridi igroscopici secreti dalle alghe
Prima Alghe azzurre (Cianobatteri)
Alghe: euglenophyta, xanthophyta, diatomee
Poi Ascomiceti (+ mixomiceti)
Molti degli organismi descritti non li troviamo da soli
ma in consorzi nella forma di un biofilm che ricopre il
substrato (specie se lapideo).
Funghi basidiomiceti, licheni, muschi, cormofite
Alghe endolitiche
Gruppo Mycophycophyta (Licheni)
20.000 specie ca.
Ritenuti sino al 1867 organismi intermedi tra le alghe ed i funghi, solo allora è
stata riconosciuta la loro natura di SIMBIONTI.
Le alghe (FICOBIONTI) unicellulari, coloniali in filamenti o filamentose
(Cianobatteri degli ordini Chroococcales e Nostocales; Chlorophyta, degli ordini
Volvocales, Chlorococcales, Chaetophorales) formano assieme a funghI
(MICOBIONTE)
principalmente
Ascomycetes,
ma
anche
qualche
Basidiomycetes, degli organismi che hanno caratteristiche sia morfologiche che
chimiche peculiari e diverse da quelle dei singoli costituenti la simbiosi.
Il tallo nei licheni filamentosi
è organizzato con il micelio
che si avvolge attorno ad una
colonia filamentosa di alghe.
Negli altri licheni, invece,
morfologicamente dipende dal
tipo di fungo e non dal tipo di
alga.
1.Tallo foglioso
2. Tallo crostoso
1
2
TALLO OMOMERO Quando il tallo non presenta una differenziazione in strati
più o meno organizzati e si ha un miscuglio di ife e di alghe tenute assieme dalla
mucillagine prodotta dalle pareti delle alghe (licheni gelatinosi).
TALLO ETEROMERO Quando il tallo presenta una struttura con:
strati corticali di ife dense prive di alghe
strato intermedio con ife lasse ed alghe
strati midollari con ife a funzione di struttura di riserva e privi di alghe.
Diversi sono i rapporti di interfaccia tra fungo ed alga
• semplice contatto spaziale
• invio di ife austrici all interno della ficobionte.
In alcuni licheni vi è la presenza di un secondo ficobionte che però viene isolato
in una determinata parte del tallo o in appositi tubercoli detti CEFALODI. Questi
contengono colonie di alghe azzurre azotofissatrici e necessitano solo ai licheni
che vivono su substrati poveri di azoto ed i cui ficobionti non siano in grado di
fissare quello atmosferico.
Nutrizione: il micobionte dipende per i carboidrati completamente dall alga che
fornisce zuccheri e polialcooli; l alga prende dal fungo H2O e sostanze minerali.
Entrambi utilizzano delle sostanze licheniche che solo il simbionte è in grado di
sintetizzare (acidi alifatici, depsidi, chinoni, ecc.) che legano strettamente mico e
ficobionte tra loro a livello di clone.
Moltiplicazione: formazione in particolari
parti del tallo dette SORALI, di gruppi di
alghe avvolte da ife fungine, dette
SOREDI, che dispersi dal vento riformano
su substrato adatto il tallo.
Strutture più complesse ma simili e
prodotte in altre specie sulla superficie del
tallo sono gli ISIDI. In ogni caso ogni
frammento di tallo è in grado di riformare,
nei luoghi adatti, il tallo completo.
Riproduzione sessuale: Solo il fungo è in
grado di chiudere completamente il suo
ciclo vitale con la riproduzione sessuata,
formando
corpi
fruttiferi
(apoteci,
pseudoteci o periteci), nel cui imenio però,
salvo alcune eccezioni non è mai presente
l alga, per cui il tallo può formarsi solo
quando il micobionte incontra un alga
opportuna. Le alghe si possono moltiplicare
solo vegetativamente.
distacco
Ecologia: su substrati diversi (roccia, terreno, cortecce, legno morto, foglie) e
negli ambienti più disparati dai deserti caldi a quelli freddi anche se il loro
optimum è rappresentato dai boschi umidi delle zone temperate.
Tollerano temperature di +70 , e –196 , e riescono a fissare CO2 anche a –
24 .
Quelli epilitici sono specie pioniere che riescono a sciogliere il calcare ed
iniziare la colonizzazione del substrato (anche i monumenti).
Sono specie peciloidre: si dissecano e si reidratano velocissimamente.
La durata della loro vita va da un anno per quelli epifilli tropicali, a millenni per
quelli crostosi epilitici artico alpini: in base alla loro crescita (0,5 mm/anno)
sono stati utilizzati per datare le morene glaciali.
Importanti sono i licheni nel Bioma tundra in cui costituiscono assieme ad alcuni
muschi gli unici produttori primari: Cladonia rangiferina il lichene delle renne è
assieme ad alcuni altri licheni fruticosi il principale nutrimento di questi animali.
Lecanora esculenta, il lichene della manna è tipico delle steppe dell Africa
settentrionale ed è edule. Cetraria islandica, lichene diffuso in tutta Europa ed
utilizzato come pianta medicinale. Attualmente da molti licheni sono stati ricavati
antibiotici.
Cladonia
Cetraria
Ottimi indicatori bio-ecologici.
Physconia grisea
(Lam.) Poelt
epilitica se è
presente accumulo
di nitrati, rara sopra
i 1000 m, presente
anche all'interno di
aree urbanizzate.
Lecanora
conizaeoides Nyl.
ex Crombie
Comune su cortecce,
legno e muri, e di
solito assente nelle
zone montane non
inquinate.
Xanthoria parietina (L.)
Th. Fr.Comunissima
specialmente sotto i 1000
m. Su alberi ma anche su
rocce ( specialmente nei
punti arricchiti di nitrati per
gli escrementi di uccelli od
altri animali, e vicino al
mare).
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