posto in data 17 maggio 2012

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OGGETTO
TUTELA DELLA MATERNITÀ E TURNI DIURNI DI PRONTA
DISPONIBILITÀ
QUESITO
(posto in data 17 maggio 2012)
Nell’azienda per la quale lavoro si sta decidendo di far svolgere ad una
collega che ha un figlio di meno di tre anni le reperibilità con il seguente
escamotage: poiché le madri con figli minori di tre anni non possono
essere obbligate al lavoro notturno alla collega verrebbero assegnati
turni di pronta disponibilità sino alla mezzanotte e dalle 6 del mattino
in poi .
Questa proposta può essere contestata dalla collega ?
RISPOSTA
(inviata in data 25 maggio 2012)
Purtroppo la proposta aziendale non è di per sé contestabile, perché
non viola i vincoli che vengono posti dalla normativa generale.
L’articolo 11 del decreto legislativo 8 aprile 2003, n. 66 (attuazione
delle direttive dell’Unione Europea in materia di orario di lavoro),
riproponendo quanto già esplicitato dall’articolo 53 del decreto
legislativo 26 marzo 2001, n. 151 (Testo unico delle disposizioni
legislative in materia di tutela e sostegno della maternità) parla infatti
esplicitamente di divieto di adibire la lavoratrice madre al lavoro
notturno nel primo anno di vita del bambino, e della possibilità
della stessa lavoratrice madre di rifiutarsi di effettuare turni notturni
fino al compimento di tre anni di vita del bambino, ma lo stesso
decreto 66 precisa, all’articolo 1, comma 2 lettera d) che per "periodo
notturno": si intende un periodo di almeno sette ore consecutive
comprendenti l'intervallo tra la mezzanotte e le cinque del mattino;
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RIFERIMENTI NORMATIVI
DECRETO LEGISLATIVO 8 aprile 2003, n. 66
Articolo 11
Limitazioni al lavoro notturno
1. L'inidoneità al lavoro notturno può essere accertata attraverso
le competenti strutture sanitarie pubbliche.
2. I contratti collettivi stabiliscono i requisiti dei lavoratori che
possono essere esclusi dall'obbligo di effettuare lavoro notturno.
È in ogni caso vietato adibire le donne al lavoro dalle ore 24 alle ore
6, dall'accertamento dello stato di gravidanza fino al compimento
di un anno di età del bambino. Non sono inoltre obbligati
a prestare lavoro notturno:
a) la lavoratrice madre di un figlio di età inferiore a tre anni o,
in alternativa, il lavoratore padre convivente con la stessa;
b) la lavoratrice o il lavoratore che sia l'unico genitore affidatario
di un figlio convivente di età inferiore a dodici anni;
c) la lavoratrice o il lavoratore che abbia a proprio carico un
soggetto disabile
CCNL 2002_2005
ARTICOLO 17
Pronta disponibilità
1. Il servizio di pronta disponibilità è caratterizzato dalla immediata
reperibilità del dirigente e dall'obbligo per lo stesso di raggiungere
il presidio nel tempo stabilito, previa concertazione con le organizzazioni sindacali nell'ambito del piano annuale adottato dall'azienda
per affrontare le situazioni di emergenza in relazione alla dotazione
organica ed agli aspetti organizzativi delle strutture.
2. Sulla base del piano annuale per le emergenze, sono tenuti
al servizio di pronta disponibilità i dirigenti esclusi quelli di struttura
complessa in servizio presso unità operative con attività continua
nel numero strettamente necessario a soddisfare le esigenze
funzionali. Sempre previa concertazione con le organizzazioni
sindacali aziendali, possono essere individuate altre unità operative
per le quali, sulla base dei piani per le emergenze, sia opportuno
prevedere il servizio di pronta disponibilità.
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3. Il servizio di pronta disponibilità è limitato ai soli periodi notturni
e festivi, può essere sostitutivo ed integrativo dei servizi di guardia
ed è organizzato utilizzando dirigenti appartenenti alla medesima
disciplina. Nei servizi di anestesia, rianimazione e terapia intensiva
può prevedersi esclusivamente la pronta disponibilità integrativa.
Il servizio di pronta disponibilità integrativo dei servizi di guardia
è di norma di competenza di tutti i dirigenti, compresi quelli
di struttura complessa. Il servizio sostitutivo coinvolge a turno
individuale, solo i dirigenti che non siano titolari di incarico
di struttura complessa.
4. Il servizio di pronta disponibilità ha durata di dodici ore. Due turni
di pronta disponibilità sono prevedibili solo per le giornate festive.
Di regola non potranno essere previste per ciascun dirigente più
di dieci turni di pronta disponibilità nel mese.
5. La pronta disponibilità dà diritto ad una indennità per ogni dodici
ore. Qualora il turno sia articolato in orari di minore durata che
comunque non possono essere inferiori a quattro ore l'indennità
è corrisposta proporzionalmente alla durata stessa, maggiorata
del 10%. In caso di chiamata, l'attività prestata viene computata
come lavoro straordinario o compensata come recupero orario.
6. Nel caso in cui la pronta disponibilità cada in un giorno festivo spetta
un giorno di riposo compensativo senza riduzione del debito orario
settimanale.
7. Ai compensi di cui al presente articolo si provvede con il fondo
per il trattamento accessorio legato a particolari condizioni di lavoro.
8. Le parti concordano che, attenendosi ai criteri generali definiti
dalle Regioni nell’ambito linee di indirizzo che esse possono emanare
per uniformare i comportamenti delle diverse aziende, sono
individuate le modalità per il graduale superamento della pronta
disponibilità sostitutiva, allo scopo di garantire mediante turni
di guardia una più ampia tutela assistenziale nei reparti di degenza.
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INDICAZIONI OPERATIVE
Anche se il comportamento aziendale appare opinabile, perché
contrario allo spirito generale delle norme che tutelano la lavoratrice
madre, non appare possibile una posizione di rifiuto unilaterale
di svolgere turni di reperibilità che fossero assegnati secondo la logica
proposta. Questo soprattutto in un momento come l’attuale nel quale
le Aziende sanitarie in conseguenza dei vincoli finanziari ai quali sono
sottoposte si trovano di fatto ad affrontare situazioni di oggettiva
carenza di organico.
L’atteggiamento che appare opportuno è quello di negoziare in modo
flessibile la propria disponibilità, articolando la propria presenza
in servizio in modo tale che, fermo restando l'impegno complessivo
di 38 ore settimanali, sia possibile alla dirigente la migliore gestione
possibile dei suoi impegni familiari.
Questo fermo restando il rispetto delle norme di carattere generale
che disciplinano l’istituto della pronta disponibilità, che prevedono tra
l’altro che essa possa essere effettuata solo nei periodi notturni e
festivi, e che in caso di turni festivi debba essere concesso un riposo
compensativo, senza riduzione del debito orario settimanale.
Opportuno appare peraltro verificare se le linee guida che la Regione
deve avere emanato in materia di continuità assistenziale prevedono
indicazioni specifiche in materia di tutela delle lavoratrici madri per
quanto concerne la regolamentazione degli istituti della guardia e
della pronta disponibilità, che devono essere disciplinati in sede
aziendale da un apposito regolamento approvato previa concertazione
con le organizzazioni sindacali. In tale regolamento possono essere
inserite norme aziendali che offrano una tutela maggiore di quella
assicurata dalle norme generali.
La lavoratrice madre che abbia oggettive difficoltà a rendere piena ed
incondizionata la propria disponibilità può infine avvalersi di istituti
quali l’aspettativa per motivi familiari o l’impegno orario ridotto, (che
prevedono peraltro una discrezionalità da parte dell’Azienda nel
concederne la fruizione), o l’utilizzo del congedo parentale (sul quale
l’Azienda non ha discrezionalità), istituti che comportano comunque
una penalizzazione economica.
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