COMUNICATO STAMPA - Mcl: Pacem in terris, 50 anni di vita ma sempre attuale” Si è tenuto nei giorni scorsi a Bergamo, per iniziativa della Dirigenza Nazionale Mcl e dell’ufficio Diocesano della Pastorale sociale e lavoro della città bergamasca, un importante convegno a ricordo del cinquantesimo anniversario dalla promulgazione dell’Enciclica “Pacem in terris” del Beato Papa Giovanni XXIII, originario della città orobica. Hanno portato le loro riflessioni il Cardinal Peter Kodwo Appiah Turkson, Presidente del Pontificio Consiglio per la giustizia e la pace che, nel suo intervento, ha evidenziato come il contenuto della “Pacem in terris” sia ancora oggi di estrema attualità e evidenzia come oggi non sia cambiato la pace, ma la storia ha prodotto nuove forme di guerra come la guerra sociale, la guerra finanziaria, la guerra sui beni, la guerra sulla mobilità e sull’emigrazione. Molto importante anche la riflessione sempre del succitato Presidente posta dalla “Pacem in terris” sulla guerra interiore in ciascun uomo. Il Cardinal Turkson ha proseguito il suo lungo e ricco intervento esaminando i fondamentali testamentari dell’Enciclica di Giovanni XXIII, sottolineando a più riprese “lo sguardo sociale”, mettendo in relazione l’antropologia umanistica sulla quale premeva anche il Concilio. Continua ancora il Cardinale: “secondo gli insegnamenti di Papa Giovanni XXIII il raggiungimento della pace non è compito solo di qualche organizzazione Istituzionale, la pace in terra è raggiunta in relazione alla verità di Dio e nel rispetto dell’ordine da Lui stabilito che comprende l’uomo, la donna e tutta l’umanità. Concludendo il Cardinal Turkson ha confermato la “Pacem in terris” riguardo alla sfera sociale e lo fa cambiando il concetto stesso di guerra, da quella atomica degli anni 70 a quelle attuali innescate dalla crescente indipendenza tra i popoli che determina un facile terreno di conflitto sul piano economico e finanziario. A seguire è stato l’intervento del Vescovo della locale Diocesi S.E. Mons. Francesco Beschi, che ha ricordato il ruolo dell’illustre Pontefice quale il Papa Buono, nel risolvere la crisi di Cuba e ha evidenziato il link tra il Ministero Giovaneo e quelli dei successori al Soglio Petrino arrivando fino a Papa Francesco del quale ha citato una frase del 2009: “I diritti umani si violano non solo per il terrorismo, la repressione, gli assassini bensì anche l’esistenza di condizioni di estrema povertà e di condizioni economiche ingiuste originano grandi disuguaglianze”. “L’errore più grave in cui incorriamo – prosegue il Vescovo orobico – è di assistere a innumerevoli conflitti del nostro tempo avendo la presunzione che una guerra Mondiale sia ormai un rischio lontano nel tempo”. Mentre “della Pace non possiamo mai presumere nulla perché è un dono di Dio, ma anche un’opera quotidiana degli uomini”. E’ intervenuto poi il Presidente Nazionale Mcl Dott. Carlo Costalli che ha ricordato come la “Pacem in terris” - “è una lettura istruttiva per chi è ancora convinto che il necessario risanamento dei conti pubblici e crescita debbano avvenire con il sacrificio dei diritti sociali” anche se sempre più spesso non vengono più rivendicate come diritti e il dogma del mercato affare dominante e inattaccabile. Nel suo intervento l’economista dell’Università Cattolica Simone Beretta ha ricordato come 50 anni fa si sono accorciate le distanze tra i paesi poveri e quelli ricchi ma dentro a tutti i Paesi dell’umanità sono cresciute le divergenze sociali. Don Francesco Poli, Direttore dell’ufficio Pastorale Sociale e del lavoro della Diocesi Bergamasca, ha evidenziato come l’accentuazione degli squilibri era già messa a tema dalla “Pacem in terris”, evidenziando inoltre come la pace è costruita su un valore dinamico perché interpella la libertà. Una libertà che Mons. Loris Capovilla, vivificatore di pace e che fu il segretario particolare di Giovanni XXIII, ha dichiarato in un video messaggio ai presenti per cui ogni credente deve essere scintilla di luce e fermento vivificatore di Pace. Un’ importante giornata di riflessione che, non casualmente per volontà del Mcl, si è voluta celebrare in questo importante anniversario, a pochi giorni dal 1° maggio, festa di S. Giuseppe lavoratore: con tale iniziativa si è voluto riflettere soprattutto sul ruolo del tema del lavoro nella “Pacem in terris” che lo considera un diritto – dovere da svolgersi in condizioni dignitose, con equa retribuzione e necessario riposo, conciliando le esigenze della famiglia. Un’impostazione che il Mcl ha difeso in questi anni promuovendo la campagna sul riposo domenicale che, personalmente e a livello associativo locale, ho ripreso in questi giorni, manifestando solidarietà ai lavoratori del commercio locale in occasione della loro astensione lavorativa nelle giornate festive del 25 aprile e 1° maggio Il Presidente Prov.le Mcl Piacenza Umberto Morelli