America Latina

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Una storia globale della contemporaneità
L’America Latina
• Le guerre napoleoniche indeboliscono le potenze coloniali storiche
(Spagna e Portogallo) favorendo la ribellione delle Colonie
• Conquista pacifica dell’indipendenza: Paraguay (1811),
Argentina (1816), Cile (1818), Stati Uniti di Colombia (1819:
Venezuela, Colombia ed Ecuador), Perù (1824), Bolivia (1825),
Uruguay (1828).
• Conquista contrastata: Messico, Guatemala, Salvador, Honduras,
Nicaragua (1821)
• Caratteristica: all’indipendenza non seguì un consolidamento
istituzionale e sociale
• Rivolte guidate dai creoli: bianchi discendenti dei colonizzatori,
elite locale rispetto agli indios, meticci e schiavi neri. Senza
conflitti sociali ad eccezione di:
• Ruolo degli USA : Dottrina Monroe (1823): non interferenza in
Europa purché gli stati europei rimanessero fuori dalle vicende
americane
Una storia globale della contemporaneità
L’America Latina
• Problema di base = costruzione degli stati nazionali
Due soluzioni:
Conservatori: stato legittimato dai valori ispanici e
cattolici e forma di governo = regime centralizzato e
monarchico
Liberali: ordine repubblicano, federalismo, libero
mercato, estensione della cittadinanza
Situazione post coloniale: potere frammentato,
violenta diffusa e ruolo dei caudillos (coloro che
detenevano il potere in una comunità locale)
Prima metà dell’800 caratterizzata dalle lotte di potere
fra caudillos e dal clientelismo
Una storia globale della contemporaneità
L’America Latina
• Problema di base = costruzione degli stati nazionali
• 1850-1870: prevalenza dei liberali con
promulgazione delle costituzioni volte a costruire un
nuovo ordine politico = porre fine al sistema
corporativo basato sui privilegi di Chiesa, militari,
comunità locali
• Caratteristiche: prevalenza del sistema federale e
presidenziale (Messico, Brasile, Argentina,
Venezuela)
• Problemi: tensioni fra centro e periferie; spinte del
regionalismo; prevalenza di oligarchie ristrette
(grandi latifondisti, industriali, ricchi esponenti del
commercio e della finanza); economia fragile basata
sulle esportazioni in assenza di un mercato interno
•
•
•
•
Una storia globale della contemporaneità
L’America Latina
1900-1920: crisi dello stato liberale
Pessimismo razziale = razza latinoamericana
disprezzata in quanto impura, risultato di
mescolanza fra etnie inferiori giudicata la causa
dei difetti nazionali. Società ibeamericana =
arrogante (spagnola), triste (india), pigra
(creola). Conseguenze:
1) base etnica come elemento essenziale
dell’identità nazionale
2) immigrazione bianca per rimediare alla
degenerazione della razza
Una storia globale della contemporaneità
L’America Latina
• 1900-1920: crisi dello stato liberale
• Anti-positivismo = razza identificata con la
comunità di origine (spagnola o portoghese) per
esaltare la latinità in opposizione al ruolo
crescente degli Stati Uniti
• I GUERRA MONDIALE: punto di svolta con
inizio della decadenza delle oligarchie,
indebolite dalla crisi economica conseguente alla
guerra
Una storia globale della contemporaneità
L’America Latina
• 1900-1920: crisi dello stato liberale
• Avanguardie
• Indigenismo = critica verso la civiltà europea e
difesa degli indigeni. Rivalutazione delle culture
autoctone per rigenerare il processo di costruzione
dello stato nazionale. Influenza dell’anarchismo e
del sindacalismo = problema indigeno considerato
strettamente legato al regime di proprietà della terra.
Introduzione del classismo di derivazione marxista.
• Movimenti populisti radicali: multiclassisti. Identità
basata non sull’indigenismo, ma sull’antiimperialismo delle classi oppresse. Caratteristiche:
centralismo, visione autoritaria del partito,
paternalismo verso le classi popolari
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• La crisi del 1929 e l’era dei populismi
• Effetti della crisi:
1) crisi delle esportazioni (superata con controllo dei cambi e
restrizione delle importazioni)
2) crisi interna (Industrializzazione di sostituzioni delle
importazioni, ISI)
ISI: nazionalismo economico, ruolo dello stato
3 fasi:
1) 1933-1950: sostituzione dei beni di consumo non durevoli
2) 1950-1970: sostituzione dei beni di consumo durevoli
3) 1970-1982: creazione dei beni di capitale necessari per
avviare l’industria tecnologicamente avanzata
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L’America Latina
• La crisi del 1929 e l’era dei populismi
ISI: problemi
1) Eccessiva attenzione all’industria, spesso di tipo
monopolistico = alti costi di produzione = merci non
competitive sui mercati internazionali
2) Settore delle esportazioni trascurato per favorire il
mercato interno
3) Crisi dell’agricoltura a causa del sistema latifondista
4) Mercati interni troppo ristretti e quindi non in grado
di sostenere la crescita dell’industria avanzata
Una storia globale della contemporaneità
L’America Latina
• La crisi del 1929 e l’era dei populismi
ISI: problemi
1) Urbanizzazione ed esplosione demografica =
disoccupazione, povertà, emarginazione, assenza
di servizi
2) Profonda trasformazione sociale: ceti medi;
proletariato industriale; sottoproletariato
3) Scontro fra classe dirigente e proletariato
industriale (movimento operaio)
4) Emersione di una nuova classe media urbana,
beneficiata dalle politiche di redistribuzione
Una storia globale della contemporaneità
L’America Latina
• La crisi del 1929 e l’era dei populismi
• Declino delle vecchie classi medie e conseguente
tramonto del liberalismo
• Affermazione dei populismi
1) Concetto di popolo = comunità organica fondata
su legami culturali, religiosi ed etnici
2) Relazione fra il leader populista e le masse = la
comunità finisce per identificarsi nel leader
3) Contraddizioni: presenza contemporanea di
elementi democratici (elezioni) e autoritari
(leaderismo)
Una storia globale della contemporaneità
L’America Latina
• L’era dei populismi
• Estado Novo, Getulio Vargas (Brasile): stato fascista,
personalista, corporativo, militarista
• Soppressione dei partiti, abolizione delle autonomie locali e
regionali
• Militari = attori politici impegnati a tutelare gli interessi delle
élite tradizionali e dell’emergente borghesia industriale
• Basi di sostegno: classi urbane, per politica redistributiva in loro
favore
• Contadini esclusi dalle politiche redistributive
• Idea di civilizzazione e di progresso = prodotto del lavoro e
dell’uomo brasiliano
• Mutazioni culturali = samba elevata a musica ufficiale;
abbandono della tematica del vago (chi rifiuta il lavoro
considerato una sofferenza) sostituita con quella del lavoratore
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L’America Latina
• L’era dei populismi
• Il populismo messicano del Partito nazionale
rivoluzionario/Partito rivoluzionario istituzionale
• Riforma agraria (per quanto non incisiva)
• PNR come cardine della società, organizzato in 4
settori (contadino, operaio, militare, popolare).
• Nazionalizzazione dell’industria (ferrovie,
petrolio)
• Democrazia funzionale = regime di tipo
corporativo in cui al Partito spettava la
composizione dei conflitti
Una storia globale della contemporaneità
L’America Latina
• L’era dei populismi
• Il populismo messicano del Partito nazionale
rivoluzionario/Partito rivoluzionario istituzionale
• Riforma agraria (per quanto non incisiva)
• PNR come cardine della società, organizzato in 4
settori (contadino, operaio, militare, popolare).
• Nazionalizzazione dell’industria (ferrovie,
petrolio)
• Democrazia funzionale = regime di tipo
corporativo in cui al Partito spettava la
composizione dei conflitti
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L’America Latina
• L’era dei populismi
• Il peronismo argentino
• Legittimità del potere = vincolo diretto con il
popolo
• I 3 pilastri corporativi = sindacati, Chiesa
cattolica, forze armate
• Consenso fondato sulle politiche sociali in favore
dei descamisados (i lavoratori più poveri)
• Justicialismo = ideologia dogmatica in cui il
principio della giustizia sociale veniva considerato
lo strumento per perseguire l’unità degli argentini
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L’America Latina
• I regimi militari del II dopoguerra
• Caratteristiche comuni:
• Cultura autoritaria e gerarchica,
antidemocratica e antiliberale.
• Libertà interpretata come causa della crisi
degli stati-nazione
• Intervento militare = necessario per
correggere gli errori della democrazia e dei
sistemi rappresentativi = eliminazione della
politica
•
•
•
•
MESSICO
Peculiarità in America
Latina: sostanziale
stabilità politica
Dal 1946: Partito
rivoluzionario
istituzionale:
1) riformismo dall’alto,
2) repressione del
dissenso (in occasione dei
moti studenteschi del
1968: 3 ottobre 1968
uccisione di decine di
persone)
•
•
•
•
•
ARGENTINA
1943: colpo di stato filofascita
1946-1955: Juan Domingo
Peron 1) GIUSTIZIALISMO
a)collaborazione fra le classi, 2)
regime poggiante sull’esercito e
sull’appoggio della Chiesa
cattolica, 3) azione
demagogico-paternalistica
verso gli operai (ruolo della
moglie, Evita Peron),4)
economia sotto uno stretto
dirigismo statale.
CRISI DEL PERONISMO:
1)crisi economica, 2) contrasto
con Chiesa cattolica per
controllo sulla gioventù.
1955: colpo di Stato ed esilio di
Peron.
1966-1973: nuovo colpo di
Stato
•
•
•
•
•
BRASILE
1937-1945: regime filofascista di
Getulio Vargas
1945: colpo di stato militare 1)
autonomia degli stati federati, 2)
favore all’oligarchia rurale
1950-1954: ritorno di Vargas.
1955- 1960: governo di Juscelino
Kubitschek, erede politico di
Vargas. Forte tensione sociale.
Marzo 1964: colpo di stato
militare. 1) Soppressione libertà
civili, 2) politiche liberiste, 3)
intensa industrializzazione basata
sui capitali stranieri, 4) ricchezza
canalizzata verso una ristretta
oligarchia, 5) popolazione ai
limiti della sussistenza
CILE
1942-1952: governi dei radicali.
Forte dipendenza dagli Usa
1952-1958: governo col. Carlo
Ibanez. Rame e capitali stranieri
1958: dura competizione elettorale
fra conservatori, sinistre
(Salvador Allende) e Partito
democristiano. Vittoria dei
conservatori.
1964: il Partito democristiano vince
le elezioni (prima volta in
America Latina). RIFORME: 1)
cilenizzazione delle miniere di
rame, 2) riforma agraria, 3)
edilizia popolare. Crisi sociale e
politica dovuta alla riforma
agraria che causò difficoltà di
approvvigionamento alle aree
urbane.
BOLIVIA
•
• 1943-1964: alternanza di
governi espressione
dell’oligarchia e
dell’esercito.
• 1964-1969: esercito al
potere con generale
Barrientos.
• Dura repressione iniziale
(uccisione Che Guevara nel
1967)
•
•
•
GUATEMALA
1931-1944: dittatura di
Jorge Ubico, sostenuto dalla
United Fruit.
1944-1954: rivoluzione e
instaurazione di governi
progressisti sostenuto dalla
componente progressista
dell’esercito
1954: invasione del
Guatemala da parte di
truppe guidate dal
colonnello Carlos Castillo
Armas e dittatura
controrivoluzionaria basata
su un regime terroristico
1957: uccisione di Armas e
periodo di forte instabilità
politica.
•
•
•
•
•
PERÙ
Movimento APRISTA
(Alianza popular
revolucionaria americana) fin
dagli anni ’20.
1945: vittoria elettorale
aprista (Partito del popolo).
1950-1956: colpo di stato del
generale Manuel Odria
1956-1963: governo del
Partito di azione popolare,
sostenuto dal movimento
aprista che aveva compiuto
una svolta moderata
1968: colpo di stato dei
militari con generale Alvarado
1)nazionalizzazione delle
industrie, 2) riforme agrarie,
3) accordo commerciale con
Urss
URUGUAY
• Governo del Partito colorado
(liberale) fino al 1958.
• Vittoria del Partito blanco
(conservatore) nel 1958 e
svolta a destra. Crisi
economica affrontata con
misure di austerità con deciso
impoverimento dei ceti medi
• 1966: Presidente Pacheco
Areco ha assunto poteri
dittariali per contrastare il
movimento dei
TUPAMAROS.
PARAGUAY
• 1947: governi conservatori
appoggiati dai militari
• 1954: dittatura del generale
Alfredo Stroessner
•
•
•
•
•
COLOMBIA
1950: dittatura di Lauretano
Gomez
1953-1957: inasprimento
della dittatura ad opera del
generale Gustavo Pinilla
1958-1966: alternanza di
governi deboli
VENEZUELA
1952-1958: dittatura di
Marcos Jimenez
1958-1964: alternanza di
governi moderati e lenta
diffusione di una sinistra
rivoluzionaria
HAITI e REP.DOMINICANA
• Dominate rispettivamente
dalla famiglia Duvalier e dalla
famiglia Trujillo
ECUADOR
• 1944-1947: dittatura di
Velasco Ibarra
• 1948-1952: dittatura di Galo
Plaza
• Negli anni successivi
alternanza di governi
presieduti da Ibarra con altri
sempre di ispirazione
conservatrice
GIAMAICA
• Indipendente da GB nel 1962
• 1972-1980: governo di
orientamento socialista
guidato da Maichel Manley
EL SALVADOR, HONDURAS,
PANAMA
• Guidati da governi fantocci
appoggiati dalla United Fruit e
dalla Standard Fruit
• Nel 1969, conflitto fra El
Salvador e Honduras a causa
dell’emigrazione salvadoregna
verso l’Honduras
• Clima interna del Salvador
caratterizzato dall’alternanza
di governi autoritari e da una
diffusa violenza.
• A Panama del 1986 si è
affermata la dittatura del
generale Manuel Noriega
sostenuto fino al 1989 dagli
USA. Nel 1989 l’esercito
statunitense invase Panama e
destituì Noriega.
GRENADA
• A Grenada (indipendente da
GB dal 1974) governo
autoritario guidato da Maurice
Bishop di orientamento
filocubano. Nel 1983,
approfittando dell’assassinio
di Bishop, gli USA invasero
l’isola e vi instaurarono un
governo filostatunitense
NICARAGUA
• Dittatura della famiglia
Somoza
COSTA RICA
• 1948-1958: governi del
democratico di sinistra José
Ferrer. Economia controllata
dagli interessi statunitensi.
La rivoluzione Cubana
• Regime di Fulgencio Batista. United Fruit Company
aveva il 70% della produzione cubana di zucchero.
• 26 luglio 1953: assalto alla caserma Moncada guidato da
Fidel Castro. Arrestato e poi esiliato in Messico.
• Dicembre 1956: rientro a Cuba e nuovo attacco fallito.
Rifugio nella Sierra Maestra e avvio della guerriglia.
• 1958 Eisenhower sospese gli aiuti a Batista in quanto
considerava Castro un rivoluzionario nazionalista borghese.
• 1 gennaio 1959: vittoria della rivoluzione e fuga di Batista.
• Privo di una struttura politica, legalizzò il Partito comunista
e si appoggiò ad esso per nazionalizzare l’industria cubana.
• USA contrari a nazionalizzazione industria e quindi Castro
si rivolge all’Urss per trovare appoggio economico. Nel
1960, inizia embargo USA a Cuba.
MESSICO
• Periodo di riforme dal 1970
al 1976: 1) riforma agraria, 2)
perequazione fiscale,
3)nazionalizzazioni nel settore
minerario. Scoperta del
petrolio e Messico fra i
maggiori produttori mondiali
• Nella seconda metà degli
anni ’80 si allenta il potere del
PRI e nasce il PARTITO
DELLA RIVOLUZIONE
DEMOCRATICA.
• Nel 1989 riforma elettorale
che consente a chi ottiene il
35% dei voti la maggioranza
assoluta dei seggi alla Camera
dei deputati (251 su 500)
•
•
•
•
•
ARGENTINA
1973: vittoria dei peronisti alle
elezioni e ritorno in patria di
Peron
1974-1976: seconda moglie di
Peron, Isabella, succede a
Peron deceduto nel 1974.
1976: nuovo colpo di stato dei
militari con presidente Jorge
Vidal. Periodo di forte
repressione (desaparecidos).
Forte crisi economica e guerra
delle Falkland-Malvinas
(1982). Sconfitta militare
causò la fine della dittatura.
1983: presidenza di Raul
Alfonsin (Union civica
radical).
1989: vittoria del peronista
Carlos Menem
BRASILE
• 1985: ritorno al governo civile
• 1988: nuova Costituzione 1)
riduzione dei poteri presidenziali,
2) diritto di sciopero, 3) limiti
alla penetrazione del capitale
straniero. Problema
dell’eccessivo sfruttamento delle
risorse. Uccisione di Chico
Mendes, segretario generale dei
lavoratori rurali.
• 1989: governo del centrista
Fernando Collor de Mello (suo
avversario era il socialista Luis
Ignacio da Silva).
CILE
1970:vittoria delle sinistre con
Salvador Allende.
SOCIALISMO nella libertà:
mutamento socialista della
società ma nel quadro della
costituzione democraticoparlamentare.
Debolezze di Allende: 1)
profonde divisioni fra socialisti,
comunisti e radicali, 2) forte
opposizione delle oligarchie
appoggiate da conservatori e
democristiani, 3) conservatori
pronti ad un’opposizione
extralegale, 4) presenza di un
sinistra estrema organizzata nel
MOVIMENTO DELLA
SINISTRA RIVOLUZIONARIA
(MIR), 5) diffidenza
dell’esercito, 6) ostilità degli
USA.
Il Cile
• RIFORME DI ALLENDE: 1)aumento del minimo
salariale, 2) nazionalizzazione delle miniere e delle
industrie, 3) potenziamento del ruolo dello Stato
nell’economia.
• CRISI POLITICA E SOCIALE: 1) boicottaggio degli
Usa dei prodotti cileni, 2) crescita dell’inflazione, 3)
occupazioni di fabbriche e terre che contribuirono ad
inasprire il clima sociale. Allende contrario ma incapace di
arrestare le occupazioni, 4) forte ondata di scioperi nel
1972, 5)militari entrano nel Governo su richiesta di Allende
convinto in questo modo di difendere il suo governo
• 1973: alle elezioni netta vittoria di Allende (Unidad
Popular). Crescita delle opposizioni che iniziarono ad
organizzare attività sovversive.
Il Cile
• CRISI POLITICA DEL 1973: 1) sciopero dei camionisti
ostili a Allende che causò il blocco del paese, 2) Pinochet,
un generale ostile a Allende, ministro della Difesa.
Risultato: colpo di stato di Pinochet (11 settembre 1973).
• 1973-1989: DITTATURA DI PINOCHET. Soppressione
delle garanzie costituzionali, soppressione dei partiti,
repressione violenta, liberismo economico volto a favorire i
capitali esteri. Nel 1981, Pinochet si fece eleggere
presidente.
• 1989-1990: vittoria alle elezioni del democristiano Patricio
Aylwin a capo di una coalizione delle forze di opposizione.
• 1990: Pinochet si dimise da Presidente della repubblica.
BOLIVIA
1985: ritorno al governo
dei civili.
Scena politica dominata
da Movimento
Nazionalista
Rivoluzionario (populista)
e da Azione Democratica
Nazionalista (destra).
GUATEMALA
• 1970-1985: potere del
generale Osorio con
brutale opera di
repressione dei movimenti
dei contadini
• 1985: ritorno dei civili
con democratico cristiano
Marco Arevalo che avviò
un programma
blandamente riformista
PERÙ
• 1968: colpo di stato dei
militari con generale Alvarado
1)nazionalizzazione delle
industrie, 2) riforme agrarie, 3)
accordo commerciale con Urss
• 1968-1980: governi militari
orientati a sinistra
• 1980: governo conservatore di
Belaunde Terry. Forte crisi
sociale con nascita del
movimento maoista
SENDERO LUMINOSO
• 1985: governo dell’aprista
Alan Garcia Perez e profonda
crisi economica con inflazione
al 1700%
URUGUAY
• 1973: governo dei militari fino
al 1985.
• 1985: vittoria dell’esponente
del Partito colorado Julio
Sanguinetti con moderato
riformismo.
• 1989: vittoria del conservatore
Luis Alberto Lacalle
PARAGUAY
• 1989: fine della dittatura di
Stroessner e passaggio dei
poteri al generale Rodriguez.
COLOMBIA
• 1966-1990: alternanza di
governi deboli. Maggiori
problemi: 1) movimento di
guerriglia urbana “19 aprile”,
2) forza crescente dei cartelli
della droga (narcos).
VENEZUELA
• 1966-1989: alternanza di
governi guidati dal Partito
cattolico (conservatore) e dal
Partito socialdemocratico
(Accion democratica)
GIAMAICA
• 1980: governo moderato
di Seaga
• 1989: ritorno di Manley
con un programma più
moderato
MESSICO
• Dualismo fra Partito
azione nazionale (centro
destra) e Partito
rivoluzionario
istituzionale
• Principali problemi
sociali: 1) Movimento
zapatista in Chiapas; 2)
cartelli della droga
ARGENTINA
• Crisi economica del 1998
causata dalla parità
monetaria col dollaro
• Presidenze dei coniugi
Kirchner e ripresa
economica fino al 2013,
seguita da una nuova crisi
di liquidità
BRASILE
1989: prime elezioni libere e
vittoria partito liberalconservatore
2003: vittoria presidenziale di
Luiz Inacio Lula da Silva e
governo del Partito dei
lavoratori
Politiche: equilibrismo fra
interessi del capitale e dei
lavoratori
Avvio di politiche di welfare:
riforma delle pensioni, Fame
zero
CILE
1998: arresto di Pinochet
2006: vittoria della
socialista Michelle
Bachelet
2010: vittoria del
centrodestra. Nuove
tensioni sociali. Proteste
degli studenti
I neopopulismi
• Le politiche economiche: crisi economica degli anni ‘80 e
politiche di aggiustamento degli anni ’90 = privatizzazione,
liberalizzazione, stabilità macroeconomica, riduzione del
welfare state
• Conseguenze: aumento della povertà, dei divari sociali ed
esplosione dell’emigrazione
• I neopopulismi neoliberali (Fujimori in Perù, Menem in
Argentina, Salinas de Gortari): mix di statalismo e
liberismo; politiche espansive e di redistribuzione
• Il neopopulismo neostatalista (Hugo Chavez, Venezuela):
leaderismo carismatico, democrazia partecipativa,
militarizzazione del regime, “missioni” (meccanismo
istituzionale per raggiungere la democrazia sociale; progetti
di sviluppo economico e sociale)
I nuovi movimenti sociali
• I 4 assi tematici dei movimenti
1) Democratizzazione politica: difesa della
democrazia
2) Democratizzazione sociale: ridefinizione della
cittadinanza e superamento dell’esclusione
3) Opposizione al modello di sviluppo neoliberista:
riduzione degli effetti di disintegrazione sociale
causati dalla politica economica
4) Lotta contro il modello di modernità: visioni della
modernità alternative a quelle proposte dai
populismi e dal neoliberalismo
I nuovi movimenti sociali
La questione indigena:
1) Richiesta di autodeterminazione
2) Ridefinizione degli stati nazionali in stati
multietnici
Atteggiamenti dei Paesi
1) Riconoscimento del multiculturalismo (Argentina,
Bolivia, Brasile, Ecuador, Guatemala, Messico,
Nicaragua, Panama, Perù, Venezuela)
2) Timido riconoscimento (Costa Rica, El Salvador,
Guayana, Honduras)
3) Non considerazione costituzionale delle
minoranze (Cile, Belize, Guayana Francese,
Suriname, Uruguay)
I problemi sociali endemici
1)
•
•
•
La violenza
70-90.000 omicidi/anno (27% del totale globale)
ruolo del crimine organizzato, violenza radicata
Assenza di uno stato di diritto effettivo =
repressione del crimine utilizzata per affermare
politiche repressive
2) Il narcotraffico
• ruolo crescente in Messico, dove è in atto una vera e
propria guerra fra i cartelli e il Governo (100.000
morti?)
3) Il linciaggio (linchamiento)
• Punizione collettiva spontanea od organizzata = in
relazione alla disgregazione delle comunità
Le nuove sinistre del XXI secolo
• La “socialdemocrazia” brasiliana (PT, Lula): mix di
privatizzazioni e di protezione sociale (Fame Zero,
Bolsa Familia); incoraggiamento della democrazia
partecipativa
• Gli etnopopulismi
• Evo Morales (Bolivia): eletto presidente nel 2006
• Rafael Correa (Ecuador): eletto presidente nel 2007.
Socialismo nel XXI Secolo (anti-stalinista, antiimperialista, uso della democrazia diretta)
Regimi su base etnica (india) ma non escludenti
Alleanza fra movimenti indigeni e urbani
Mix di indigenismo, nazionalismo rivoluzionario,
populismo, marxismo
I problemi del XXI secolo
• Mantenimento di una democrazia che finalmente
appare stabile
• Assicurare una piena cittadinanza = riduzione
della povertà e della disuguaglianza
• Problemi del welfare a cui non si accede
principalmente attraverso il mercato del lavoro
• Problema dei partiti politici, attualmente in crisi e
delegittimati
• Gestione delle forme di democrazia diretta, fino
ad oggi promossa essenzialmente dall’alto
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