Corso preparazione Matrimonio 1

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Forania di Ghilarza
Corso di preparazione al Matrimonio
Sessualità e amore. Valori umani e cristiani
di Stefano Mele
Perché esistono norme morali?
SCIENZE UMANE
Biologia, psicologia, antropologia, sociologia…
RIVELAZIONE BIBLICA
VALORI UMANI
Ciò che è degno dell’uomo, che è proprio della sua natura e lo realizza oggettivamente come tale.
VALORI MORALI
“Qualità inerente all’atto umano (interno o esterno) allorché esso si manifesta come autenticamente
umano, vale a dire conforme alla dignità della persona e corrispondente quindi al senso più
profondo della sua esistenza” (P. Valori).
NORME MORALI
Indicazioni generali e oggettive con cui confrontarsi, nella situazione concreta, in vista della
realizzazione dei valori umani e quindi di se stessi come uomini. Sono come i paletti e i cartelli
stradali che permettono di dirigersi verso la meta, cioè i valori.
Quali valori umani sono presenti nella dimensione sessuale?
La sessualità è un insieme di elementi fisici, psichici e morali propri di un individuo, che lo
differenziano da altri individui dello stesso sesso e da quelli di sesso opposto. È una caratteristica
strutturale dell’essere umano che si esprime in tutte le sue manifestazioni, in ogni suo
comportamento.
La genitalità è un aspetto della sessualità, significa il suo esercizio fisiologico. Tale esercizio, per
assumere carattere specificamente umano deve essere libero e ragionevole, non necessitante e
compulsivo.
Poiché il senso profondo della sessualità è quello dell’apertura all’altro è necessario che essa,
maturando in base ai suoi dinamismi ed evolvendo secondo i suoi stadi, si innesti nell’affettività, ne
sostenga la dimensione oblativa, orientandola verso un dono di sé sempre più qualificato.1
La dimensione corporale è stata riconosciuta come elemento costitutivo della definizione integrale
dell’uomo. Il corpo non è solo qualcosa che possiedo, ma è parte di me; non ho un corpo, ma sono
1
“L’amore non è la conseguenza di un’adeguata soddisfazione sessuale, ma la felicità sessuale – e la conoscenza della
cosiddetta tecnica sessuale – è una conseguenza dell’amore. Lo attesta un ampio materiale di carattere psicoanalitico”
(E. FROMM, L’arte di amare, Oscar Mondadori, Milano 1996, 96).
Stefano Mele
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anche corpo, questo corpo concreto e individuato che vivo. Così il corpo partecipa pienamente alla
realizzazione della persona. “La corporeità è il modo specifico di esistere e di operare proprio dello
spirito umano. Questo significato è anzitutto di natura antropologica: «il corpo rivela l’uomo»,
«esprime la persona» ed è perciò il primo messaggio di Dio all’uomo stesso”. Così si esprime la
Congregazione per l’Educazione Cattolica. E dice ancora: “Il corpo, in quanto sessuato, esprime la
vocazione dell’uomo alla reciprocità, cioè all’amore e al mutuo dono di sé. Il corpo, infine,
richiama l’uomo e la donna alla costitutiva vocazione alla fecondità, come a uno dei significati
fondamentali del loro essere sessuato”.2
Parlare di sessualità significa riferirsi al fatto che l’essere umano si differenzia in maschile e
femminile. Proprio dalla realtà di questa fondamentale separazione deriva il termine sesso. Tale
distinzione fondamentale dell’essere umano caratterizza la persona nella sua struttura biologica,
psichica, spirituale, relazionale, trascendentale. La conoscenza delle differenze psico-sessuali è
necessaria per valutare il comportamento dei due sessi; sull’accettazione di tali differenze si basa
pure l’armonia coniugale. “Femminilità e mascolinità sono doni complementari, per cui la
sessualità umana è parte integrante della concreta capacità di amore che Dio ha iscritto nell’uomo e
nella donna… «Il corpo umano, con il suo sesso, e la sua mascolinità e femminilità, visto nel
mistero stesso della creazione… racchiude fin ‘dal principio’ l’attributo ‘sponsale’, cioè la capacità
di esprimere l’amore…». Ogni forma di amore sarà connotata da questa caratterizzazione maschile
e femminile”.3
L’amore è qualcosa di attivo. Il termine che lo esprime meglio è “dare”. Dare non significa
impoverirsi, ma è la più alta espressione di potere. L’amore è un sentimento forte che dà calore,
gioia e significato all’esistenza. Ma “amare qualcuno - dice E. Fromm - non è solamente un
sentimento potente. È una scelta, una promessa, un impegno. Se l’amore fosse solo una sensazione,
non vi sarebbero i presupposti per un amore duraturo. Una sensazione viene e va. Come posso
sapere che durerà sempre, se non sono cosciente e responsabile della mia scelta?”.4 Ci si innamora
spontaneamente, ma non si rimane nell’amore per spontaneità. L’amore è anche un atto della
volontà, un farsi condizionare per il futuro.
La fedeltà è la scelta di dare la propria fiducia ad un altro, che non potrà comunque colmare il
desiderio e rispondere sempre a tutte le mie aspettative. Nell’amore maturo l’altro viene colto nella
sua unicità. Amore vuol dire preoccupazione attiva per la vita e la crescita di colui/colei che
amiamo, significa vivere per e insieme con l’altro, camminare insieme nella realizzazione di un
progetto comune. L’amore chiede perseveranza, attesa, fantasia e umiltà; chiede ascolto, rispetto,
intimità e distanza (appartenenza e separazione), fiducia e rischio, sacrificio e perdono.
L’amore è l’atteggiamento di chi, liberato dal suo egocentrismo, diviene capace di essere contento
del vero bene di un altro, della gioia di un altro, gioia di cui egli è l’occasione o l’oggetto. L’amore
è in se stesso dono gratuito, ma contemporaneamente spera nella completezza della reciprocità, del
dia-logo, della comunione. L’amore significa pure accettare e accogliere il dono dell’altro, con
gratitudine.
2
CONGRGAZIONE PER L’EDUCAZIONE CATTOLICA, Orientamenti educativi sull’amore umano. Lineamenti di
educazione sessuale, 1983, 22; 24.
3
PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA FAMIGLIA, Sessualità umana: verità e significato. Orientamenti educativi in famiglia,
1995, 10.
4
E. FROMM, L’arte di amare, cit., 65. Nel suo libro La coppia amorosa, La sfida delle relazioni umane (Oscar
Mondadori, Milano 1990), Leo Buscaglia parla di alcuni ingredienti essenziali nella relazione d’amore: la
comunicazione, l’onestà, l’indulgenza, la gioia, la libertà, la tenerezza. Ne mostra i risvolti nelle concrete pieghe della
vita quotidiana, utilizzando, com’è nel suo stile, un linguaggio semplice e profondo, coinvolgente e incisivo. Ne
consiglio la lettura!
Stefano Mele
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Ci si può chiedere: “L’amore è una fortuna che capita ad alcuni, oppure è un’arte che si impara?”.
La capacità di amare non è il frutto maturo dello sviluppo umano, che giunge spontaneamente
quando si giunge ad una certa età. Occorre invece imparare ad amare!5
Sul piano affettivo normalmente due persone o più comunicano la loro interiorità, il loro affetto e la
tenerezza attraverso il corpo. Ci si esprime dunque attraverso la parola, lo sguardo, il sorriso, il
saluto, la stretta di mano, un dono, la carezza, il bacio, l’abbraccio, il rapporto sessuale, le attenzioni
e le premure reciproche... Per essere veri questi segni devono essere proporzionati al grado di
impegno reciproco. Perché il dono di sé sia autentico bisogna che lo scambio dei segni corporei non
sia la soddisfazione di bisogni, di istinti, ma la manifestazione dell’amore. Perché il linguaggio
genitale non sia falso, insincero, ingannatore deve esprimere l’incontro personale e profondo tra
un uomo e una donna, deve essere l’espressione dell’amore e del dono totale di ciascuno all’altro.
Il linguaggio genitale si distingue dagli altri anche per la dimensione procreativa o di apertura alla
vita. Non si esaurisce nel dialogo a due, ma, per virtù intrinseca al linguaggio stesso, si apre ad un
ipotetico terzo, il figlio. “La genitalità, orientata alla procreazione, è l’espressione massima, sul
piano fisico, della comunione d’amore dei coniugi. Avulsa da questo contesto di reciproco dono realtà che il cristiano vive sostenuto e arricchito in modo particolare dalla grazia di Dio - essa perde
il suo significato, cede all’egoismo del singolo ed è un disordine morale”.6
“In sintesi, la sessualità è chiamata ad esprimere valori diversi a cui corrispondono esigenze morali
specifiche. Orientata verso il dialogo interpersonale, contribuisce alla maturazione integrale
dell’uomo, aprendolo al dono di sé nell’amore. Legata, inoltre, nell’ordine della creazione, alla
fecondità e alla trasmissione della vita, è chiamata ad essere fedele anche in questa sua interna
finalità. Amore e fecondità sono comunque significati e valori della sessualità, che si includono e
richiamano a vicenda e non possono quindi essere considerati né alternativi né opposti”.7
La castità è la virtù fondamentale della vita sessuale. Non è un monopolio della vita consacrata, che
applica questa virtù nella continenza volontaria. È una virtù che infatti riguarda pure la vita
coniugale. Non è legata a priori alla presenza o meno di una relazione carnale, ma al senso che la
sessualità assume nella ricerca e nell’espressione dell’amore. L’esercizio della genitalità può essere
casto come può non esserlo una continenza volontaria o subita.
La castità non significa affatto rifiuto né disistima della sessualità umana, “consiste nella
padronanza di sé, nella capacità di orientare l’istinto sessuale al servizio dell’amore e di integrarlo
nello sviluppo della persona”. È una virtù che non si potrà mai ritenere acquisita una volta per
tutte; è sottoposta infatti alle leggi della crescita, segnata dall’imperfezione e dal peccato.8
5
Cfr E. FROMM, L’arte di amare, cit., 13-17. “Imparare ad amare e a dividere la propria vita con gli altri è un’arte,
frutto di studio e applicazione, come quella del chirurgo, del costruttore o del grande cuoco, nessuno dei quali si
sognerebbe di praticare la sua professione senza prima acquisire le conoscenze necessarie. Eppure, noi esseri umani
fragili e male equipaggiati tiriamo avanti, facciamo amicizia, ci sposiamo, creiamo una famiglia con nessuna o poche
risorse per aiutarci a risolvere problemi più grandi di noi. Non deve sorprenderci che relazioni intraprese con gioiosa
ingenuità finiscano spesso in delusione, amarezza e sconforto” (L. BUSCAGLIA, La coppia amorosa, La sfida delle
relazioni umane, cit., 16-17).
6
CONGRGAZIONE PER L’EDUCAZIONE CATTOLICA, cit., 5.
7
CONGRGAZIONE PER L’EDUCAZIONE CATTOLICA, cit., 32.
8
Cfr CONGRGAZIONE PER L’EDUCAZIONE CATTOLICA, cit., 18; 61; PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA FAMIGLIA, cit., 4. 1625. 55-58.
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Quali valori cristiani sono presenti nella relazione matrimoniale?
La realtà sessuale rientra nel progetto originario di Dio sull’uomo;
L’uomo e la donna sono uguali, hanno la stessa natura e la stessa dignità (cfr Gen 2,21-24).
È la coppia la vera immagine di Dio in quanto è centro di amore e dono reciproco.
La somiglianza con Dio è espressa oltre che dalla comunione di amore tra l’uomo e la donna anche
dalla capacità procreativa, che è oggetto di una speciale benedizione(cfr Gen 1,28).
Il male non è nelle cose e neppure nel sesso, ma nasce dalle scelte libere dell’uomo. Anche il
rapporto coniugale, con il peccato, non è più di comunione, di dono reciproco, ma di sopraffazione
e strumentalizzazione (cfr Gen 3,16).
I Profeti usano il simbolo sponsale per parlare dell’alleanza tra Dio e Israele. Come nelle nozze
due persone costituiscono una nuova e intima parentela, così da diventare “una sola carne”, così
nell’alleanza salvifica Dio si unisce intimamente e per sempre al suo popolo (cfr Is 54,5-7; 62,5; cfr
5,1-7; Ez 16).
Nel richiamo costante del monoteismo, i Profeti saranno i difensori della monogamia, criticando
l’uso del ripudio, perché la coppia deve realizzarsi sul modello dell’alleanza di Dio con il suo
popolo (cfr Ml 2,15-16).
Nel Cantico dei Cantici il mistero dell’attrazione dei sessi viene cantato con esuberanza e realismo;
l’aspetto sensuale dell’amore è armoniosamente integrato con quello spirituale. Alcuni passi fanno
emergere, attraverso un linguaggio allusivo, la simbologia sessuale e un erotismo che non conosce
volgarità o malizia, ma neppure ipocrisia (cfr 1,6; 1,9-2,7; 2,17; 4,6; 7,3).
Nel Nuovo Testamento il primo fatto molto significativo è che Gesù accetti di nascere e vivere in
una famiglia. Gesù si presenta come lo Sposo che i credenti, nell’immagine delle dieci vergini,
aspettano vigilanti (cfr Mt 25,1-13).
Il regno stesso è presentato come un banchetto di nozze al quale sono invitati i miseri e gli
emarginati (cfr Mt 22,1-14).
Sul divorzio Gesù invita a fare riferimento al progetto originario di Dio che non prevede alcuna
eccezione all’indissolubilità (cfr Mt 19).
Anche per S. Paolo nella coppia cristiana ci deve essere perfetta reciprocità, non uno stato di
privilegio per l’uomo (cfr 1Cor 7,3-4; Ef 5,22-28). Nel matrimonio i due coniugi continueranno a
testimoniare e svelare l’amore di Dio che si è manifestato in Cristo. Essi sono segno dell’amore di
Cristo per la Chiesa. Il matrimonio cristiano è ‘mistero grande’, sacramento, perché partecipa
della realtà a cui rimanda! (cfr Ef 5,31-32).
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