Mario Aldighieri Segretariato Migrantes - Ufficio Ricerca sulle forme religiose Diocesi di Cremona A- Alcune premesse …..………………….………….pag. 1 B - L’Islam e la sua storia …………………………...pag. 3 1. Muhammad………………………………...….…pag. 3 2. Dopo Muhammad: Successione e divisione…..…pag.. 8 3. La umma si rompe nei contenuti della fede…..….pag. 13 4. Il Corano ………………………………….……..pag. 21 5. Le colonne dell’islam e la società………….…. ...pag. 25 6. Islam e occidente?………………………….….. ..pag. 31 7. Fondamentalismo e terrorismo islamico……..… .pag. 36 8. Situazioni e problemi attuali dell’islam……… . pag. 42 9. La presenza musulmana nel mondo e in Italia…. .pag. 48 10. Superamento dei pregiudizi e proposte in ambito politico e civile…………………………..pag 51 11. Confronto tra due fedi: islam e cristianesim.o…...pag. 53 12 Atteggiamenti pastorali …………….……………pag.61 C – Bibliografia…..…………………………..…….. .pag. 67 N.E.C. 2005 76 Mailing list Centro Pastorale Diocesano a cura del Centro Pastorale Diocesano Sedes Sapientiae e M.E.I.C. via S. Antonio del Fuoco, 9/A - 26100 Cremona Tel. 0372 28647 - fax. 0372 25628 E - mail [email protected] http://www.centropastorale.e-cremona.it Per ricevere ínformazíoní sulle iniziative del Centro Pastorale è stata realizzata una mailing list mono-direzionale (si ricevono solo le informazioni mandate, in modo discreto, dal Centro Pastorale stesso) E’ possibile solo autoiscriversi: basta spedire una e- maíl a: [email protected] 2 75 Il presente lavoro non ha la pretesa di presentare in maniera esaustiva la dottrina, la storia, le correnti e la variegata realtà dell’Islâm. E’ un tentativo di sintesi, nato da alcune lezioni in Seminario e da alcune conferenze e dalla preoccupazione di far conoscere, sia pure parzialmente, una realtà con la quale dovremo sempre più confrontarci e, offrire alcuni suggerimenti pastorali per l’accoglienza e il dialogo con le persone che professano tale fede. Anzitutto alcune precisazioni sull’uso dei termini • • • • • • • • 74 E’ meglio sempre dire musulmani e non maomettani E’ meglio usare il nome Muhammad invece che Maometto Parlando delle persone è bene usare la parole musulmani e non islamici, aggettivo che si applica a arte, legge, cultura. Parlando della religione, è meglio dire Islâm e non Islamismo, che indica movimenti radicali E’ preferibile non usare il termine Fratelli Musulmani per non confonderli con il Movimento Fondamentalista che porta questo nome. E’ preferibile usare: Paesi a maggioranza musulmana che paesi islamici, in tutti, infatti esistono minoranze che non appartengono all’islâm Non dobbiamo identificare Arabi con musulmani perché ci sono Arabi cristiani, non credenti e altro. Così pure non tutti i musulmani sono arabi, vi sono musulmani indiani, pakistani, cinesi, nigeriani, europei, italiani, americani, indiani, ecc. 3 • E’ purtroppo comune porre in contrapposizione Islâm e Occidente. Le due realtà non sono parallele e contrapposte. L’espressione è frutto di una riduzione ideologica. Quale Islâm? Quale Occidente? La confusione, usata da ambo le parti, sia europei, americani che arabi e musulmani in genere, coinvolge il Cristianesimo, ridotto ad essere sinonimo di Occidente !" # 1. MUHAMMAD Muhammad (570 – 632) Abûl Kâsim ibn ’Abd-Allâh detto Muhammad (il Glorificato o il Lodevole). Nasce il 20 aprile del 570, “anno dell’elefante” (sfortunata spedizione di elefanti del re dello Yemen contro La Mecca. Gli elefanti si sarebbero inginocchiati davanti alla ka‘ba).. Il padre Abd-Allâh, commerciante, della stirpe degli Hashimiti della tribù dei Qurâysh e la madre Amîna muoiono presto, il padre prima della sua nascita e la madre quando lui compie 6 anni. Cresciuto dal nonno ‘Abd al-Muttalib che, però, muore quando lui ha 8 anni. E’ allevato dallo zio Abû Tâlib. A 12 anni avviene l’episodio della profezia di un monaco nestoriano, Bahîra che gli predice un futuro importante. A 25 anni diventa capo carovaniere della vedova Hadîja, ricca commerciante. La sposa nel 595. Nascono 4 figlie e due o tre figli che muoiono presto tranne Fâtima che sposa Alì figlio dello zio Abû Tâlib e adottato da Muhammad come figlio. Adotta anche uno schiavo riscattato Zayd bin Hâritha. La tradizione islamica, soprattutto trasmessa dalle Cronache 4 73 Riviste Editoriale, Dio nel Corano, La Civiltà Cattolica, Roma, 1996, III, 345-358 Simone Michele S.I. L’Islam e i diritti umani, La Civiltà Cattolica, Roma, 2001,IV, novembre, 396-404 De Rosa Giuseppe S.I., L’Islam in fermento tra fondamentalismo e radicalismo, La Civiltà Cattolica, Roma, 2002, II, aprile, 124137 De Rosa Giuseppe S.I., Il Sufismo, La Civiltà Cattolica, Roma, 2003, III, settembre, 454-466 De Rosa Giuseppe S.I., Gli sciiti oggi, La Civiltà Cattolica, Roma, 2004, IV, novembre, 240-253 Centro Federico Peirone, Fondamentalismo, Il Dialogo, Torino, n.5/2001 Centro Federico Peirone, Chiesa e Islam, alcuni nodi concreti, Il Dialogo, Torino, n.2/2002, p.9-13 Centro Federico Peirone, Speciale conversioni, Il Dialogo, Torino, n.6/2002 Centro Federico Peirone, Speciale sufismo, Il Dialogo, Torino, n.2/2003 Centro Federico Peirone, Dossier coppie miste, Il Dialogo, Torino, n.6/2003 Centro Federico Peirone, Dossier sciiti, Il Dialogo, Torino, Anno VI, n.3/2004 Centro Federico Peirone, Riflessioni di un imam italiano, Il Dialogo, Torino, Anno VI, n.4/2004 72 di Muhammad Ibn Garir Gaafar Al-Tabari (+923), ha rivestito di prodigi e di meraviglie la nascita del profeta. Un stella l’annunziò agli ebrei di Yathrib; lontano i magi seguaci di Zarathustra videro misteriosamente estinguersi il Sacro Fuoco, che nel loro tempio ardeva da secoli; la madre durante la gravidanza ebbe una visione che diceva che il bimbo sarebbe stato il più grande tra gli uomini, alla sua nascita attorno alla sacra ka‘ba un volo d’angeli scacciò i jin, tre angeli scesi dal cielo gli lavarono gli intestini e lo resero puro, gli tolsero dal cuore il sangue nero collocato da satana in ogni uomo, il suo piedino lasciò sulla Pietra Nera la medesima impronta del piede di Abramo, dal quale discenderebbe per genealogia, la sua crescita era strepitosa più che ogni altro bambino. La Penisola Arabica, allora, era abitata da tribù, povere e seminomadi, legate da consanguineità che formavano delle confederazioni. La tribù più importante nel commercio alla Mecca era quella dei Qurâysh. La Mecca era centro commerciale e religioso creatosi attorno alla pietra nera nella Ka’ba, santuario eretto. secondo la tradizione, da Abramo, che attirava pellegrinaggi con innumerevoli riti di tipo politeista. C’è tensione tra la religione della triade divina dei nomadi del sud: Almaqah che indica lo stato e la luna, Attar che indica la guerra e venere e dâtHimyân o dât- Badân che indica la divinità e il sole, e la triade araba della Mecca, formata dalle tre figlie di Allâh, il dio altissimo (banat Allah):‘Uzza la potente, Manât, la dea del destino, Allât la dea per eccellenza). Un gruppo di hanîf, onesti cercatori del Dio unico, di cui fa parte la famiglia di Muhammad, vive una fede più pura e meno superstiziosa, a partire dagli influssi esercitati dalla presenza di giudei dediti al commercio e di cristiani, soprattutto monofisiti e nestoriani, tra cui alcuni monaci, che sostengono solo la natura umana in Gesù Cristo o ne riduco- 5 no fortemente la natura divina. Muhammad si dedica spesso alla preghiera. Si raccoglie soprattutto nella grotta di Hirâ sul “monte della luce”. Nel 610, nella “Notte del Destino” gli appare l’arcangelo Gabriele e gli presenta il libro, il Corano, testo sacro da recitare. Lo chiama “profeta di Dio”. Dubita e pensa di essere un visionario e fuori di mente, pensa perfino di suicidarsi. Dopo la prima rivelazione intercorrono circa due anni senza segnali, è il fatrah. 612/13 Rivede l’arcangelo, fugge e si nasconde. Dio, attraverso l’Arcangelo, lo chiama “Sorgi e predica”. Nuove visioni e sofferenze. Ormai è il rasûl , l’inviato. Nasce la prima comunità dei fedeli, i “muslim”, formata dalla moglie Hadîja, da Waraqa ibn Naufal, l’ex schiavo Zayd, Alì figlio adottivo e il commerciante Abû Bakr. Riconosce e onora la Bibbia soprattutto Abramo e i profeti, Mosè e Gesù, ma sceglie un monoteismo indipendente e si considera il più grande tra i 124.000 profeti di Allâh. COMITATO ISLAM IN EUROPA DELLE CCEE e KEK, Incontrare i musulmani, Pregare insieme? Il Regno Documenti, EDB, XLIX n.938, 1/01/2004CONFERENZA EPISCOPALE SICILIANA e FACOLTA’ TEOLOGICA DI SICILIA, Discernimento cristiano sull’Islam, in Il Regno Documenti, Bologna, EDB, XLIX n.946, 1/05/2004 CARDINI FRANCO, Noi e l’Islam, un incontro possibile?, Edizioni Laterza, Bari, 2001, 2° Edizione CROLLIUS ARIJ A. ROEST SJ Introduzione allo studio dell’Islam, Ediz. Pontificia Università Gregoriana, Roma, 1993 FARAHIAN EDMOND SJ Breve introduzione all’Islam, Editrice Pontificia Università Gregoriana, Roma,1994 PONTIFICIO CONSIGLIO PER IL DIALOGO RELIGIOSO, Dialogo e annuncio, Supplemento all’Osservatore Romano n.141, Città del Vaticano, 21/06/1991 Nel 610 inizia la predicazione alla Mecca annunciando le parti (sûre) che gli vengono di volta in volta rivelate: Dio è unico, occorre cambiare vita in vista del giudizio finale. Predica contro i vizi della società. I meccani, timorosi di perdere i loro guadagni con il commercio degli idoli e dei sacrifici, reagiscono contro la sua predicazione. M. predica la sottomissione (islâm) a Dio. Prega nella Ka‘ba con il volto rivolto a Gerusalemme. Espulso dal suo gruppo, i Qurâysh, che gli bloccano anche il commercio. Alcuni seguaci su invito di M. emigrano in Abissinia (piccola higra). Ha varie visioni e miracoli, soprattutto il viaggio sul suo cavallo dalla Mecca al Tempio di Gerusalemme seguito dall’estasi mistica nel 620 (isra). Dopo PONTIFICIO CONSIGLIO PER IL DIALOGO RELIGIOSO, Camminare insieme, La Chiesa cattolica in dialogo con le altre religioni del mondo, Lib. Edit. Vaticana, Città del Vaticano, 1999 6 71 SALMI SUFI, canti della spiritualità musulmana raccolti da Emilio Galindo Aghilar e Sigrid fon Minnel, CIPAX - ICONI, Roma, 2004. SERVIZIO NAZIONALE DEL CATECUMENATO FRANCESE, Catecumeni provenienti dall’Islam, Edizione Italiana a cura di Walther Ruspi, Paoline, Roma, 2000. BIBLIOGRAFIA Il Corano, Introduzione e commento di Federico Peirone, Milano, A. Modadori, 1979, 2 volumi AGUILAR EMILIO GALINDO e THIMMEL SIGRID VON (cura) Salmi sufi, Icone, Roma, 2004 ALLIEVI STEFANO, Islam italiano, Viaggio nella seconda religione del paese, Einaudi, Torino, 2003 ANAWATI G,C. E GARDET LOUIS, Mistica islamica, SEI, Torino, 1960 AUTORI VARI, Cristiani e Musulmani in Europa, GRIS, Religioni e sette nel mondo, Anno 6, Numero 1 – 2001-2002 BASETTI SANI GIULIO, Husayn Ibn Mansur al-Hallaj, martire mistico dell’Islam, Il Segno dei Gabrielli, San Pietro in Cariano, 1994 BASETTI SANI GIULIO, Gesù Cristo nascosto nel Corano, Il Segno dei Gabrielli, San Pietro in Cariano 1994 BASETTI SANI GIULIO e VERDERIO MATTEO, Musulmano e cristiano, l’impossibile vicenda del francescano GiovanniMaometto, Ancora, Milano, 1998 70 la morte della moglie Hadîja e dello zio, è rapito al settimo cielo (mi’râj) dove incontra Adamo, Giovanni e Gesù, Idris, Aronne , Mosè e Abramo e ottiene da Allâh che i cinquanta doveri originali siano ridotti a 5. 620 Sposa la vedova Sawda e A’isha, che sarà la prediletta. 622 E’ l’higra o égira (emigrazione). Emigra a Yathrib poi chiamata Medina (Medînat -an–Nabî =Città del Profeta) con la sua comunità su invito degli abitanti e per sfuggire dall’attentato preparato dai meccani. Nel 638 il califfo Omar stabilisce questa data come inizio del calendario musulmano. Alcune conversioni a Medina lo inducono ad assumerne la guida sociale e politica. Nelle rivelazioni aggiunge insegnamenti politici e etici. Nel 623 il primo statuto che fonda la comunità musulmana, la umma. 624 Gli ebrei non lo considerano né discendente di Abramo né veritiero. Prende le distanze da loro e afferma che viene da Abramo, il vero hanîf che è prima di Mosè e di Gesù, afferma inoltre che gli ebrei e i cristiani hanno alterato la Bibbia. E’ profeta arabo, non si prega più rivolti a Gerusalemme ma alla Ka’ba della Mecca. Organizza alcune spedizioni armate contro le carovane della Mecca e entra in conflitto con i meccani nella Battaglia di Badr. La vittoria dei musulmani, li convince che Allâh è il loro difensore, nasce il concetto di jihâd (C. 2). Stabilisce il mese del digiuno, ramadân e il venerdì come giorno del servizio divino. Inizia a Medina la costruzione di 2 Moschee. Ritiene di avere il permesso da Allâh di avere più mogli. 625 - Ripresa dei meccani che a Uhud sconfiggono i musulmani. Sposa Hafsa. Sposa Zaynab ben Hazayma, che muore pochi mesi dopo ed è considerata santa dai musulmani per la sua carità verso i poveri. 626 – Sposa Zaynab ben Gahsh 7 627 - Nuova avanzata dei meccani con l’appoggio degli ebrei. “Battaglia della fossa” vinta senza colpo ferire; i meccani divisi e sconcertati si ritirano. Massacro a Medina di 900 ebrei, accusati di appoggiare al nemico, le mogli e i figli ridotti in schiavitù. M. riceve l’alleanza delle tribù beduine. 628 - Pellegrinaggio di M. alla Mecca; non vi giunge ma ottiene un armistizio con i meccani. Sposa Safiya, ebrea e una abissina Umm-Habiba. 629 Raggiunge la Mecca e compie il pellegrinaggio pacificamente alla ka’ba 630 Con 10.000 uomini entra nella Mecca trionfalmente, distrugge i simulacri delle divinità attorno alla ka’ba, proclama la Mecca città santa. Ritorna a Medina. I cristiani stabiliscono un patto con M. e accettano la protezione (dhimma) dei musulmani con pagamento di tributo. I vescovi dello Yemen, in ambasciata, rifiutano la mubahala, rito arabo che stabilisce il giudizio di Dio contro i mendaci. E’ dichiarato illegale il politeismo. Nasce il figlio Ibrahim da Marya (o Myriam), data in moglie come dono dal patriarca copto d’Egitto. 632 Ultimo pellegrinaggio alla Mecca con 90.000 pellegrini Ritornato a Medîna si ammala. Nella stanza di Â’isha, la moglie prediletta che secondo la tradizione lo avrebbe classificato come “un Corano che cammina”. Giunge l’Angelo e muore pronunciando le parole “L’amico, l’Altissimo, dal paradiso”. Viene sepolto in fretta nella Moschea di Medina dai parenti prossimi per paura che il corpo venga rubato. Lascia un harem di nove mogli e tre concubine “madri dei fedeli” che non possono risposarsi. nità a Cremona ha trovato uno stabile in affitto in via Bibaculo e il nuovo responsabile Hassan Reddadi e la comunità hanno fatto revisione del passato proponendosi assoluta trasparenza nei rapporti con la città. E’ assolutamente fuori luogo partire da questi avvenimenti per accusare tutta la comunità musulmana di terrorismo e creare una atmosfera di tensione nella cittadinanza. L’unico cammino per evitare situazioni di tensione e di possibili conflitti è solo quello del rispetto reciproco e della convivenza offrendo cammini di integrazione e risolvendo di volta in volta i problemi che possono presentarsi. Questo è stato l’atteggiamento delle autorità civili e degli incontri di preghiera per la pace organizzati dalla Diocesi di Cremona e da alcune Parrocchie. Muhammad è senza dubbio un grande riformatore religioso e politico ma è difficile classificarlo come “capo di stato” peggio 8 69 Luoghi di culto. Non si devono offrire luoghi di culto cristiani, anche se in disuso, perché creerebbe confusione nei cristiani e indurrebbe i musulmani a classificare il dono come un cedimento del cristianesimo. Si possono invece concedere, in uso temporaneo, ambienti di proprietà della Chiesa non di culto, dopo un serio discernimento. (vedi : Lettera ai vescovi del Card. Arinze 26/02/1992) La situazione cremonese Nella Provincia di Cremona, secondo l’ultima statistica pubblicata dall’Osservatorio Regionale immigrazione della Fondazione Cariplo-Ismu, sono musulmani il 48,3 % degli immigrati, percentuale che supera di gran lunga quella dei cattolici che arriva solo al 17,4%. La religione musulmana, per numero di aderenti, che non corrisponde perfettamente al numero dei provenienti dai paesi di maggioranza musulmana, è la seconda religione dopo quella cattolica. I Centri religiosi, classificati dalla stampa erroneamente come moschee, sono quattro: il Centro Culturale Islamico di Cremona, frequentato in prevalenza da marocchini, tunisini e egiziani, quello di Crema e di Casalmaggiore e quello di Piadena, frequentato in prevalenza da Senegalesi. Il Centro Culturale Islamico di Cremona che era in via Massarotti è stato coinvolto in una serie di tensioni e denunce contro alcuni imam e dirigenti, che hanno aiutato a far crescere atteggiamenti di rigetto nella cittadinanza e di chiusura da parte dei musulmani. Alcuni imam e responsabili del centro di Cremona sono stati incarcerati accusati di sostegno al terrorismo, ed è, fino ad oggi (gennaio 2005), in andamento il processo. Tale situazione ha creato difficoltà nel trovare sia a Cremona, dove la comunità è stata sfrattata dallo stabile di via Massarotti, che a Crema uno spazio per la preghiera. Attualmente la comu- 68 ancora come un monarca, capo politico della comunità musulmana. Secondo Massimo Campanini era più simile ad uno shaykh di tribù, secondo la cultura della sua terra e lo stile del governo tramite consulta dei capi, come appare nel Corano, 42,38 “ coloro che obbediscono al loro Signore e compiono la preghiera e delle loro faccende decidono consultandosi tra loro” (cfr. M. Campanini, La Consultazione.., Il dialogo, Torino, 5, 2004) 2 - DOPO MUHAMMAD, SUCCESSIONE E DIVISIONE L’islâm si divide in 4 gruppi che ambiscono alla successione del profeta • I discepoli della prima ora =muhagirûn (migranti), i compagni della prima ora • I medinesi che hanno accolto il profeta • Le gente del testo e della indicazione data dal M. a Alì, i seguaci (shì‘a) • La tribù dei Qurâysh Prende il potere il primo gruppo. Il successore è il califfo = luogotenente, Abû Bakr, padre di Â’isha, la sposa preferita, che inizia l’espansione nella Penisola Arabica sottomettendo alcune tribù beduine e suscitando entusiasmo popolare. Gli succede Omar Ibn al-Khattâb (634-644), padre di Hafsa pure moglie di M., che estende il dominio musulmano alla Persia, occupando la capitale dell’impero Sassanide, Ctesifonte, e conquistando all’Impero Bizantino l’Egitto, la Siria, la Palestina. E’ ucciso da un suo schiavo persiano. Gli succede Uthmân ibn Affan (644-656), che estende il dominio all’Adzerbaijian e Armenia, conquista la Libia e la Nubia, attacca Bisanzio, distrugge la flotta bizantina. Con lui inizia la dinastia degli U- 9 mayyadi. Muore ucciso da un gruppo di egiziani pare su ordine di Alì. Rivolta di Alì, sposo di Fâtima, figlia del profeta. Denuncia il nepotismo e viene eletto califfo dai suoi seguaci. Nasce la Shì‘at‘Alì, gli shiiti. Alì si dichiara unico successore di M. Â’isha, la giovane vedova del Profeta, non accetta. Scontro tra i due partiti nella Battaglia del cammello. Â’isha è imprigionata. 657 – Mu‘âwiya, signore di Damasco dichiara guerra a Alì, per vendicare la morte di ‘Uthmân, addebitata a Alì. Battaglia di Siffin con testi del Corano sulle lance così nessuno combatte. Alì è dichiarato califfo in Oriente – 660 – Mu‘àwiya si auto nomina califfo a Damasco della dinastia Umayyadi, appoggiato dai Khârigiti, gruppo fanatico e crudele. 661 - Uccisione di Alì a Kufa da parte di un khârigita. Viene venerato come “Amico di Allâh”. Gli succedono i figli Hàsan e Huséyn. Hàsan è il nuovo califfo ma muore avvelenato. Assume il potere il fratello. 680 - Muore Mu’âwiya. Gli succede il figlio Yazîd non riconosciuto da Huséyn che, tradito dal governatore di Kufa, è ucciso nella battaglia di Karbalâ (680). Secondo gli shiiti M. avrebbe insegnato ad Alì i segreti della sapienza. I suoi discendenti, gli imâm continuano a custodire la sapienza segreta. Huséyn è venerato come “principe dei martiri” e il 10 di muhârram (ottobre) gli shiiti si recano in pellegrinaggio alla sua tomba. Il califfato passa di dinastia in dinastia fino a scomparire Gli Umayyadi con Abd-al-Maliq (685-705) unificano l’Impero, sconfiggono gli shiiti e i khârigiti, annettono l’Africa set- 10 affrontare con fede e rispetto reciproco, le difficoltà che appariranno lungo il cammino. Richieste di conversione e sacramenti Occorre valutare volta per volta le richieste e sondare le motivazioni. Diversa la situazione a partire dalla nazionalità o dal legame con la propria tradizione. Occorre tener presenti anche le reazioni dei parenti e rendere consapevoli i richiedenti dei rischi che corrono, della rottura con la famiglia e il problema nei ritorni al loro paese. Da evitare l’atteggiamento di battezzare con facilità bambini o minori, di dare i sacramenti dell’iniziazione a ragazzi musulmani solo perché hanno frequentato il catechismo senza chiarimenti con la famiglia, senza un percorso di approfondimento nella fede, la responsabilizzazione e il permesso esplicito e scritto da parte dei genitori e se entrambi sono musulmani e lo permettono senza che vi sia un accompagnamento di padrini di profonda fede cristiana. Non si può mai accettare di dare un sacramento “segreto” anche se è la madre cristiana che lo chiede. Un caso a parte sono i provenienti dall’Albania, dove la distruzione di qualsiasi espressione religiosa durante la dittatura di Enver Hocha, ha reso l’appartenenza di fede molto labile, se non nulla. Le persone richiedono spesso i sacramenti per i figli solo per un desiderio di uguaglianza con gli altri compagni di scuola, mettendo sullo stesso piano tutte le espressioni religiose e considerando il sacramento come espressione sociale dovuta. Non così per gli adulti albanesi che in genere hanno fatto un percorso di approfondimento della fede. 67 parrocchiale e le famiglie sul territorio, capace di educazione all’umanità e alla fede. Matrimoni misti – E’ necessario che i richiedenti cattolici vengano a conoscenza dei limiti e dei condizionamenti imposti dalla legge islamica, nella quale è molto facile e per motivi a volte futili, il ripudio o il divorzio, è permessa la poligamia (anche se in ribasso per problemi economici). Per legge è permesso che un cristiano sposi una donna musulmana ma in genere gli viene richiesta la formula di fede musulmana, anche se per la legge Italiana può sposarsi senza il nulla osta del Consolato del paese della donna, che però considererà i due come concubini. Nel caso sia invece un donna cristiana che va sposa a un musulmano, la donna deve sottostare alle norme e al fatto che l’uomo ha diritti maggiori e assoluti su di lei. La donna è sottomessa totalmente al marito, non ha il diritto sui figli che appartengono alla famiglia del marito e devono seguire la religione del marito. In caso di divorzio ne perde la tutela. Non ha diritto all’eredità. Deve essere chiarito in entrambi i casi il valore dell’indissolubilità e dell’educazione dei figli, difficile da capire da parte di un musulmano. Occorre conoscere, inoltre, le diversità legali dei vari paesi che hanno fatto alcune modifiche alla shari’a, per quanto riguarda il matrimonio, come la Tunisia, che ha proibito la poligamia, il Marocco, che ha posto restrizioni legali alla stessa, la Siria e l’Algeria. Fino ad oggi però l’unico paese laico anche in questione matrimoniale è la Turchia e il Libano che rispetta le diverse forme di matrimonio religioso. Occorre dunque molta delicatezza e avvedutezza pastorale e molto accompagnamento nel caso i nubendi persistano nella richiesta di celebrare un matrimonio cattolico con i dovuti permessi per disparità di culto, perché sappiano 66 tentrionale e stabiliscono la capitale a Damasco. Nel 732 A Poitiers l’avanzata degli Umayyadi verso il Nord Europa è fermata da Carlo Martello re dei Franchi. Inizia il predominio persiano degli Abassidi. Nel 747 Rivolta contro gli Umayyadi. Damasco cade sotto i colpi di al-Abbâs. Sconfitto e ucciso l’ultimo califfo Marwan II da Abul-Abbâs. Abd-ar-Rahman e i sopravvissuti si ritirano e fondano il califfato di Cordova in Spagna nel 756. Al-Mansur (754-775), il vittorioso, con l’aiuto dei Persiani, fonda il nuovo impero con capitale Baghdad (dono di Dio), nel 762. Baghdad (Medinat al- Shalam = città della pace) guidata da un nuovo personaggio: il visir, governatore, di provenienza sassanide. Fioritura di una nuova civiltà a Bagdad soprattutto sotto Harun-al Rashid (786-809). 756- 788 L’Emirato indipendente di Cordova, al -Andalus (Andalusia) in Spagna è governato da Abd al Rahman I Umayyade che vince i Franchi a Roncisvalle. L’emirato si trasforma in califfato contro il califfato di Baghdad. L’impero Abasside si sgretola. Nel 788, Il Marocco si rende indipendente con la dinastia degli Idrisidi. Nel 801, in Tunisia dominano gli Aghlabiti che occupano la Sicilia tra il 827 e il 902. Alcuni Corsari raggiungono le coste pugliesi e fondano gli emirati di Bari e Taranto. Nell’Africa Nord i Fatimiti, shiiti, discendenti di Fâtima, affermano la loro supremazia e conquistano l’Egitto nel 969 e non riconoscono il califfo di Baghdad. 825 - 902 - I Saraceni occupano Creta, Palermo e Siracusa nella Sicilia e fanno scorribande fino in Provenza. Roma è saccheggiata nel 846. 1171-1250 – Nella crisi del califfato di Baghdad e nelle lotte interne tra i vari partiti, il potere nell’area di Damasco e dell’- 11 Egitto, passa alla dinastia Ayubbita, il cui capo è Salâh adDin (Saladino), curdo che entra in conflitto con i cristiani latini delle “Crociate”. Dall’800 fino al 1100 anche dagli shiiti nascono una serie di gruppi separati tra cui gli Assassini o hashishiyya ( fumatori di hashish) dello shaikh Hassan-al-Sabbah ismailita esoterico denominato poi Il Vecchio della Montagna, in lotta sia con il califfo di Baghdad, con Damasco e l’Egitto. Dall’Est una nuova ondata di conquistatori- I turchi e i mongoli. I califfi diventano tre. Nel Turkestan conquistato dai turchi, il primo sultano è Muhamud il Grande (999-1030) che inizia la conquista del Punjab nell’India. Nel 1055 i Seljuchidi (discendenti del Khan Seljuq) occupano Bagdhad e si convertono all’Islâm e trasformano il califfo in Sultano e assumono la difesa dell’Islâm orientale. In Egitto domina il califfo sciita e a Cordova il califfo sunnita. Nel 1071 con la vittoria di Manzikert dei turchi contro Bisanzio si prepara la nascita del sultanato dei Rum. I turchi Mameluk insediano a Delhi un sultano che inizia la Dinastia Mameluk in India, 1206, con Alâ –id-Din. 1258 Hulagu, nipote di Gengis Khan invade e distrugge Bagdhad, pone termine al sultanato seljuchida di Bagdhad e al califfato Abasside. Nel 1484 Baber, sultano di Kabul crea L’Impero di Moghul dall’Afghanistan all’India. Nel 1502 Ismail I coronato primo sha dell’Impero Persiano schiita e inizia la dinastia Safe’vida. 12 scoprirne i valori e a metterli in rapporto con la fede in Gesù Cristo che ha rivelato la Paternità e l’Amore di Dio per ogni persona. Nel dialogo della vita si possono approfondire le visite reciproche, inviare messaggi augurali per le diverse festività, condividerne alcuna, valorizzare i momenti forti delle due tradizioni in uno scambio di doni e di amicizia e perfino giungere a incontri di preghiera, rispettando la diversità e non ingenerando relativismi e confusioni. Nel dialogo della fede è necessario conoscere come il Corano e la tradizione musulmana considerano Gesù e da lì partire per approfondire con chiarezza la figura del Salvatore, le novità rivelate e il nucleo della fede cristiana. Un caso particolare sono i ragazzi musulmani che frequentano l’oratorio e partecipano a iniziative come il grest, gli scout e perfino gli incontri di catechesi. E’ necessaria una chiarezza di posizione con la famiglia (anche le famiglie miste) e definire ciò che la famiglia permette e ciò che è assolutamente inderogabile da parte dell’Oratorio, come parte integrante di una comunità cristiana che educa alla fede e non semplicemente un centro di aggregazione e di gioco. E’ sempre bene presentare un documento scritto ai genitori, per essere conosciuto e da loro firmato, con gli impegni che il ragazzo musulmano deve rispettare e le attività e le espressioni che la famiglia non desidera siano da lui usate e partecipate. Ma occorre altresì che i preti e gli animatori conoscano l’islam e sappiano di conseguenza trattare i problemi con cognizione di causa, aprano un dialogo tra le culture e le religioni in modo che gli stessi ragazzi acquisiscano uno stile di conoscenza dell’altro, di relazione di amicizia e dialogo, di approfondimento della propria fede per saperla vivere e presentare all’amico. Dunque un Oratorio aperto a tutti, attento alle diversità, coinvolgente la comunità 65 Yahya Sergio Yahe Pallavicini, autore di L’islam in EuropaRiflessioni di un imân italiano, Il Saggiatore: “Su quali basi costruire il dialogo?” - “Sulla base comune di un riconoscimento della validità salvifica di tutte le religioni ortodosse, con l’intenzione di ridimensionare le rispettive dottrine sociali o tentativi di evangelizzazione del passato, per lavorare insieme con la finalità di ritrovare una fratellanza spirituale, non buonista, ma che sappia garantire a tutti i fedeli un argine intellettuale nei confronti del materialismo e una vita nel rispetto del sacro e nell’adorazione del Dio Unico. Unità nella molteplicità delle provvidenziali differenze, senza sincretismo e con fede nel mistero della Verità”. (Intervista a Sandro Minetti in Il Dialogon.4/2004 p.14) Dunque: Il dialogo esige un approfondimento della propria fede e un cambiamento nella pastorale parrocchiale, meno accentrata sulle strutture e tradizioni interne e più missionaria verso le persone e i gruppi. Il dialogo esige maggiore conoscenza delle differenti forme religiose e una correzione nella catechesi, nella predicazione e in altre attività, delle affermazioni frutto di pregiudizi, di ignoranza retaggio di una visione superata. 12 - ATTEGGIAMENTI PASTORALI Oltre all’accoglienza, all’amicizia, alla disponibilità ad aiutare gratuitamente, senza, in incontri personali, a rivelare la nostra fede, senza mai classificare come negativa la loro fede, né esprimere giudizi negativi o affrettati sul profeta Muhammad, sul Corano, sui personaggi della storia dell’islam. Essere disposti a 64 Le Crociate L’anno 1000 segna il risveglio dell’Europa, dovuto ad un miglioramento del clima, alla rinascita dei commerci, l’aumento demografico, al rinnovamento spirituale monastico. Alcuni fattori come la centralizzazione del potere ecclesiastico e politico del Papato, la rottura con la Chiesa di Oriente (1054), la crescita dei pellegrinaggi in Terra Santa e il bisogno di mettere pace tra le varie fazioni cristiane, uniti alla richiesta di aiuto di Bisanzio contro i turchi, fanno crescere la voglia bellica contro il “nemico musulmano”. 1095-99 – La 1° Crociata. Papa Urbano II la indice su richiesta di aiuto da parte dell’Imperatore di Bisanzio. L’esercito cristiano conquista Gerusalemme. Inizia così lo spirito della riconquista delle Terra Santa e delle altre terre, che assumerà più tardi, il titolo di crociata, applicato poi a qualsiasi guerra contro i nemici della fedenon solo musulmani ma anche cristiani. Nel 1187 il sultano Ysûf ibn-Ayyub, chiamato Salâh ad-Din (Integrità della religione) riconquista Gerusalemme dopo aver sconfitto i cristiani a Hattin. La Spagna 912-961 Ad-al-Rahman III si dichiara, a Cordova, Califfo dei credenti, ma il Regno entra in crisi e si divide per riunificarsi nel 1086 sotto gli Almoravidi. Nel 1147 si impone la dinastia Almohade che estende il potere da Tripoli fino a Castiglia, riunifica il califfato nel 1172. Nel 1212, la vittoria cristiana a Las Navas di Tolosa, segna la decadenza del califfato. Nel 1236 cade Cordova e poi Siviglia. Ri- 13 mane solo il Regno di Granada che nel 1492 si arrende all’esercito di Castilla e Aragon. L’Impero Ottomano. Con la crisi dell’Impero Seljuchida i turchi nomadi del Turkestan sono spinti verso l’Anatolia e iniziano la conquista nel 1281 con Osman I emiro di Senyut. Mohammed II (1451-1481) nel 1453 entra in Costantinopoli, pone fine così all’Impero Cristiano di Oriente. Selim I ( 1482 – 1520) giunge alla Mecca e si definisce califfo. Solimân il Magnifico nel 1529 assedia Vienna. Amplia l’impero fino all’India. Il figlio Selim II affronta la Lega convocata da Pio V ed è vinto a Lepanto nel 1571. 1683 - Alla Montagna Bianca Kahlenberg, Sobieski ferma l’armata Turca che è giunta alle porte di Vienna. Un serie di sconfitte riduce sempre più l’impero ottomano, mentre cresce l’Impero Austro ungarico e l’impero russo. 1918 – La I Guerra Mondiale segna la sconfitta dei turchi e la fine dell’Impero Ottomano. Kemal Ataturk depone il Sultano, dichiara la Turchia Repubblica e nel 1924 Il Parlamento turco abolisce il califfato, un governo laico che però si rende responsabile di uno dei maggiori genocidi, quello del popolo Armeno. Il califfo non esiste più, non c’è più un legittimo successore di M., l’unione del mondo musulmano se mai è esistita, ora è più frazionata che mai. Ogni popolo si organizzerà per conto proprio attorno ad una propria nazionalità. Si succederanno dei tentativi per assumere la guida della umma senza aver più il titolo né di califfo né di sultano. Tentativi di Abdel Nasser e Anuar El Sadat d’Egitto, di Muammar al-Gheddafi della Libia, saranno senza risultato fino all’organizzazione di una rete terrorista, guidata da Ossama Bin Laden che non riconosce più a nessun capo di stato 14 e religioni simili alla nostra per la tranquillità del vivere civile, che pare andar contro il diritto universale di migrare e il diritto di asilo. • Il documento della Conferenza Episcopale Siciliana Discernimento cristiano sull’islam, (2004), considera l’islam come un “segno dei tempi” ma mette in guardia di fronte ad un dialogo troppo semplicistico. Invita alla prudenza e chiede un maggior approfondimento della propria fede cristiana e una formazione adeguata del clero, dei religiosi e dei laici. • I documenti del Comitato Islam-Europa del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee (CCEE) e della Conferenza delle Chiese Europee (KEK). Incontrare i musulmani? -.Il documento invita a guardare l’altro con gli occhi di Dio e amarlo con il cuore di Dio. “L’amore di Dio ci spinge (2 Cor 5,14). Dio non ci chiederà se siamo riusciti a fare miracoli o a battezzare le masse , ma guarderà se l’amore che lui ha deposto in noi ci ha spinti ogni volta che era possibile a proclamare la verità sui tetti…. Se avessimo meno paura gli uni degli altri, faremmo grandi cose…il rispetto reciproco condurrà alla creazione di uno spazio in cui tutti si sentiranno uguali davanti a Dio e agli uomini.” Il secondo documento Pregare insieme? Mette in luce la complessità del pregare insieme anche se ormai in molte occasioni pubbliche (un evento, una tragedia, un seminario o un dibattito) e private (un matrimonio misto, un incontro) e chiede discernimento e rispetto reciproco offrendo poi una serie di modelli di preghiera per un matrimonio, per una scuola di bambini, di adolescenti, per un incontro, per una manifestazione per la pace ecc. ( Il Regno Doc. n.938, 1/01/2004) Dalla parte musulmana 63 • • • • La Charta oecumenica di Strasburgo del 2001 “ Vogliamo intensificare a tutti livelli l’incontro tra cristiani e musulmani così come il dialogo islamo-cristiano: raccomandiamo, in particolare di parlare insieme della fede nell’unico Dio e di approfondire la comprensione dei diritti dell’uomo.” Il Cardinale Carlo Maria Martini alla fine del Ramadan del 2000: “ Vorrei che incontrandosi cristiani e musulmani si scoprissero anzitutto come persone innamorate di Dio. Allora, senza invidie né gelosie, ma con gioia reciproca, sarà possibile stimare e amare anche la religione dell’altro”. E in “Verso Gerusalemme”, Milano, 2002, 163: “Se esistono dei settori, delle aree e delle persone che si lasciano prendere dalla furia del terrorismo, occorre isolarle, non allargarle, accomunandole in un giudizio globale …Bisognerebbe far comprendere come esiste in tutte le tradizioni religiose, in particolare nell’Islam, un fondamento di rapporti umani autentici, compassionevoli, misericordiosi, tolleranti, capace di entrare in dialogo con le nostre realtà e le nostre tradizioni.” La giornata del dialogo tra musulmani e cristiani – Nell’ultimo venerdì del Ramadan su invito di un gruppo di teologi e pastoralisti è ormai abitudine in molte diocesi l’incontro. Nasce così la proposta di una giornata di incontro islamo-cristiano sull’esempio della giornata ebraico-cristiana del 17 gennaio. La lettera pastorale del cardinale Giacomo Biffi (1999) e il successivo Documento dell’Episcopato dell’Emilia e Romagna non annulla la possibilità di dialogo, anche se parte, soprattutto, dalla preoccupazione della crisi di identità cristiana di fronte ad un islam che sembra più convinto e compatto. Una nota discutibile: la richiesta al Governo di dare la precedenza, nei flussi di immigrati, a chi proviene da culture 62 “arabo” se non a sée stesso, la leadership della umma. 3. LA UMMA SI ROMPE ANCHE NEGLI STESSI CONTENUTI DELLA FEDE Siamo di fronte in maniera paradossale ad un Islâm e a molti Islâm I Sunniti – da Sunna, Sunnat al Nabî: la legge e il modo di vivere del Profeta. Per i sunniti, il Corano è eterno e non è creato. L’unica mediazione con Dio è il Corano attraverso il Profeta M. Il rappresentante di M. è il califfo=khalifah, che governa e protegge la umma, senza un magistero religioso. La religione è visibile, esterna. La mediazione oltre che dal Corano e esercitata dagli hadît che uniscono il Libro ai Comportamenti del Profeta. L’ordine pubblico è la shari‘a. L’ordine interiore è lasciato al sufismo che va dalla religiosità popolare alla mistica. Il Pellegrinaggio alla Mecca è fondamentale, accompagnato da quello alla tomba del profeta a Medina. I sunniti tendono a superare nella pratica il concetto teocratico di governo. La religiosità popolare permette visite alle tombe dei marabut, saggi, e richiedono grazie e favori. Tolleranti verso la “gente del Libro” cioè gli ebrei e i cristiani, cui concedono il permesso, a volte, di visitare le moschee. Sono presenti nella maggior parte dell’Africa mediterranea e centrale, in Turchia, nel Corno d’Africa, nel Medio Oriente, in Transgiordania, Arabia Saudita, Iraq, Kazakhstan, Kirghyzstan, Indonesia e Balcani. Si dividono nelle seguenti correnti giuridiche: Sâfiiti, Hanafiti, Hanbaliti-Wahabiti, Malikiti 15 Gli Shiiti –da Shi’a = partito. Il Corano è creato e mediato dall’imâm, guida, inviato di Allâh come capo temporale e religioso, che conosce la isma (scienza perfetta) ed è infallibile, esente da peccato e errore. Il rappresentante è il discendente della famiglia di M., Alì. Rigettano la sunna perché, affermano, il Corano organizzato da Uthmân è stato alterato e ha eliminato le parti che si riferivano a Alì. La capacità di mediazione (tawassul) è esercitata dall’imâm e l’intercessore principale è Husséyn, martire volontario con valore redentore. Dopo l’imâm vengono i mugiahidin (i combattenti)e gli âyatollâh (i sapienti, le guide), specie di clero che con gli ‘ulemâ, dirigono in nome di Dio (teocrazia assoluta) lo Stato. La religione esteriore e interiore sono unite attraverso l’imâm. Praticano la taqìyya (dissimulazione) che diventa obbligatoria nelle persecuzioni. I pellegrinaggi non si fanno solo alla Mecca ma anche a Najaf e Karbalâ, mausoleo e tomba di Huséyn. Rifiutano i sufi che pretendono un rapporto diretto con Allâh. Intolleranti verso le “genti del Libro”, dichiarate impure e è loro assolutamente proibita la visita alle moschee. Hanno un senso pessimista della vita e del dolore. Le feste maggiori sono legate alla morte di Huséyn. Nella tradizione shiita entrano, poco a poco, elementi gnostici e manichei, propri della cultura persiana. Attendono il ritorno dell’ultimo imâm il mahdî per i giudizio finale. Sono presenti in Iran, Iraq, Azerbaigian, Sudan e in parte in Libano, Siria e Pakistan Gli Zayditi – da Zaid ibn Alì nipote di Huséyn, da loro considerato il 5° e ultimo imâm – Presenti nello Yemen. Gli Ismailiti – da Ismail figlio di Giafar as-Sadik, considerato una religione non cristiana. Il Documento dei Vescovi Francesi 1999 “Il dialogo non è facile.. E’ il tempo della pazienza e della preghiera” Il simposio dei vescovi Europei e Africani 2004. Mons Amedée Grab presidente della CCEE: “Non possiamo reagire al fondamentalismo con altro fondamentalismo.. e nonostante l’apparente debolezza della nostra posizione, è importante che noi ci dedichiamo all’impegno cristiano e questo comporta anche il rispetto di chi non ci rispetta…. anche se la reciprocità non ci fosse in alcun modo, ciò non può essere motivo per negare la libertà religiosa di chi vive in mezzo a noi”. (S. Mazza, Avvenire 13/11/04) Giovanni Paolo II – La preghiera per la pace, Assisi 27 ottobre 1986 – Le tre religioni monoteiste unite per la pace, L’invito ai cristiani a fare digiuno nell’ultimo venerdì del ramadan del 2001 - La strenua denuncia profetica contro la guerra classificata come fosse “di religione” da ambo le parti- La visita alla Moschea di Damasco - La preghiera per la pace di tutte le religioni tra le quali l’islam ad Assisi nel 2002. Il messaggio per la fine del ramadan 2004, dell’arcivescovo M. Fitzgerald del Pontificio Consiglio per il Dialogo Intereligioso: “In questo mese di Ramadan possano i vostri figli essere fortificati nel compimento delle opere di bene! Possano anche resistere alle felicità illusorie ed ai piaceri effimeri per conquistare una libertà interiore ed essere più sottomessi a Dio… Ancora una volta vi assicuro la mia preghiera a Dio onnipotente e misericordioso per voi e per i vostri figli in particolare. Che Egli faccia scendere su di voi le sue benedizioni, renda le vostre famiglie forti e generose nel Suo servizio e conceda a ciascuno di voi la sua pace.” (Osserv. Romano 12/11/04) 16 61 Dagli shiiti nascono ed si staccano vari gruppi: • • • • • • islamico, eroe della Patria algerina per aver denunciato le violenze e le torture dell’esercito francese, la testimonianza di Annalena Tonelli (+2003) che si dedica ai musulmani nonostante le reazioni e persecuzioni subite e ringrazia i suoi nomadi di averle insegnato la preghiera e la fede intensa; i martiri Mons. Claverie e i monaci di Tiberine (+ 1996)che hanno perdonato agli uccisori e sono venerati dalla popolazione musulmana accorsa al loro funerale. Cardinale Etiènne Duval “ C’è un dialogo teologico che è realizzato soprattutto dagli specialisti in teologia o nelle scienze sociali. Ma esiste un dialogo cui tutti gli uomini sono chiamati a realizzare, senza distinzioni, è il dialogo dei cuori e della vita: dialogo dei cuori per lo sforzo per un’amicizia vera nelle circostanze più differenti e da realizzare pure nelle circostanze più comuni di ogni giorno. Dialogo della vita per gli impegni assunti insieme alla ricerca della promozione di quei valori sui quali riposa l’avvenire di un mondo migliore”. (15/11/1988 intervista a Il Regno) Mons. Henri Teissier, arcivescovo di Algeri: “Il nostro popolo è il popolo algerino intero… Noi siamo qui per vivere il sacramento dell’incontro e l’incontro è vero quando si può scambiare qualcosa nel nome di Dio” Il documento del Concilio Vaticano II – Nostra Aetate: “ La chiesa guarda con stima anche ai musulmani che adorano il Dio uno, Vivente e Sussistente, Misericordioso e Onnipotente, Creatore del cielo e della terra , che ha parlato agli uomini. ….Il Sacrosanto Concilio esorta tutti a dimenticare il passato e ad esercitare sinceramente la mutua comprensione, nonché a difendere e a promuovere insieme, per tutti gli uomini, la giustizia sociale, i valori umani, la pace e la libertà ” (NA 3) Per la prima volta nella storia delle Chiesa si pronuncia una valutazione positiva su 60 il 7° imâm. Sono in Siria, Iran Afghanistan e Pakistan Gli Imamiti Duodecimani –Riconoscono 12 imâm. Il primo è Alì, il terzo è Huséyn. Il 12° è il Muhammad al-Mahdî (il guidato) che non è morto, vive nascosto ed è signore del tempo e farà ritorno per fondare il Regno di giustizia. Durante la sua assenza sono i mullâh a prendere le decisioni. Presenti in Iran, Iraq, Libano. I Qarmati, sorti nel 870, guidati da Hmdan Qarmat. il Regno di Dio è dei poveri. Esigono la comunione dei beni. Nel 930 si impossessarono della Pietra nera che nascosero in Persia per 20 anni. Oggi sono praticamente scomparsi. I Fatimidi fondati nel X secolo da ‘Ubaidallâh che si dichiara discendente di Alì e Fâtima. Creano il califfato egiziano e regnano in Egitto per 2 secoli. Da loro i Nizariti, in Persia e India, il cui capo è l' aga-khan, detentore della sapienza divina e continuatore della rivelazione iniziata con M. I Nusairiti, dal teologo Muhammad ibn Nusair (IX secolo). Alì, Muhammad e Salman al-Farisi formano una triade, emanazione di una forma divina superiore, con funzione mediatrice. Ammettono la trasmigrazione dell’anima. Presenti in Libano e Siria Correnti scismatiche I Kârijiti – Considerato Alì indegno del califfato affermano che l’imâm deve essere integro, fedele a norme etiche rigide e scelto dalla comunità. Presenti in Africa, Tunisia, Oman. Gli Ibaditi – Ramo moderato dei Kârijiti a Zanzibar e Oman – Da loro i Wahâbiti movimento di riforma fondato da Abd alWahhâb (1703-1792). Si considerano sunniti. Predicano il ritorno alle origini. La conversione della famiglia dei Saud impose il credo a tutta l’Arabia Saudita. 17 I Drusi – Credono che la divinità si incarni progressivamente in uomini perfetti l’ultimo dei quali sarebbe il califfo fatimide al-Hakim (+1021). Credono nella trasmigrazione delle anime, si dividono in iniziati e non, hanno influssi gnostici. Non riconoscono come precetti il digiuno e il pellegrinaggio alla Mecca. Possiedono 111 testi canonici che prendono il nome da Hamzas che li ha organizzati. Presenti in Libano e Siria. Gli Yazidi, Kurdi. “Timorosi di Satana”. Dio avrebbe lasciato il governo del mondo all’Angelo dei Pavoni con una forte presenza di satana. Si dividono in laici e religiosi. Hanno influssi di Zoroastro e del Cristianesimo, venerano Mosè e Gesù insieme al loro santo, lo sceicco Adi ibn Musafiv (+1262). Presenti nel Kurdistan L’Ah’madîya, movimento nato nel Punjab nel 1836-1908 da Mirza Ghulam Ahmad che si riteneva il mahdî, Gesù Cristo e l’incarnazione di Krishna. Il movimento, continuato dal figlio, si è diviso in due correnti. Rifiutano la guerra santa, permettono la traduzione del Corano. Gesù è stato crocefisso, morto solo apparentemente si è ritirato nel Kashmir, dove ha predicato ed è morto con 120 anni. E’ sepolto a Srinagar. Presenti in Europa e India. Gli Alawiti forse un gruppo gnostico-ellenistico islamizzato, in Siria. I Blak Muslims, musulmani neri negli USA, discendenti da musulmani schiavi dell’Africa e da immigrati che hanno assunto la protesta degli afro americani contro l’ingiustizia e l’apartheid del governo dei bianchi. a buone relazioni per un quieto vivere civile, ma si tratta di vero e proprio dialogo. Qualcuno si chiede se è mai possibile un dialogo con i musulmani e sfodera tutti gli argomenti per affermare l’assurdità o l’inutilità dell’impresa. Il DNA dell’islam non è la violenza e l’idea di conquista del mondo degli “infedeli”? Anche l’islam così detto moderato, non ha come intenzione nascosta quella di prendere il potere e islamizzare il mondo? Non c’è il pericolo di distruggere l’identità cristiana del popolo italiano, la sua cultura, la sua libertà? A questi interrogativi rispondono persone, fatti e documenti, che sottolineano la possibilità del dialogo che nasce dalla vita, dall’accoglienza, dalla valutazione positiva delle tradizioni, dall’amicizia con le persone e che può giungere per gradi alle varie forme di dialogo come ha segnalato il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, dal dialogo della vita, al dialogo delle opere, al dialogo degli scambi, al dialogo dell’esperienza religiosa fino al dialogo dei contenuti teologici. • La corrente sufi (tasawwuf – da cui sûf = lana) si rifà all’insegnamento di Muhammad nel periodo meccano. Pone al centro Precedenti figure di dialogo: Charles de Foucauld (+1916) marabutto cristiano, che sceglie di vivere nel deserto algerino tra i musulmani e i tuareg, e coloro che ne hanno seguito il carisma: Albert Peyriguère, Padre René Voillaume (+2003), fondatore dei piccoli fratelli di Gesù e del Vangelo, Piccola sorella Magdaleine di Gesù (+1989) che pone la sua prima tenda tra i nomadi del deserto, Louis Massignon (+1962) che ricupera la fede cristiana attraverso lo studio dell’islam e fonda la Badaliyya, sodalizio che si dedica alla conversione dei musulmani con la preghiera e il digiuno. Nel 1941 al Cairo nasce la Ikhwân al-Safâ (i fratelli sinceri) una associazione islamo-cristiana cui partecipano docenti della Università al-Azhar e Massignon. Il Cardinale Etiènne Duval (+1996) proclamato dal governo 18 59 Il Sufismo Per chi è cristiano il rapporto con l’islam non si riduce solo l’esaltazione dell’amore, una ascetica severa (zuhd) di rinuncia e distacco dal mondo, fino a giungere all’esaltazione dell’amore mistico e alla unione mistica con Allâh (tawhîd) realizzata attraverso metodi o vie (tariqa) che devono essere bene usati, per non correre il rischio di annullare l’io (al-fana’). La parola hulul indica l’inabitazione della vita divina nella persona umana. Per questo la corrente è avversata da tutte le linee teologiche e soprattutto dai rappresentanti della legge. I sufi vivono in gruppi e venerano il capo dell’ordine, lo sceicco (shaikh) e hanno venerazione per le persone spirituali vive o morte (marabut). Il capo storico della mistica musulmana è Hasan Basrî, morto nel 728. Grandi sufi-mistici: la poetessa Râbi’a al-‘Adawîyya (714801) che predica solo l’amore puro e gratuito, Abû Mansur Ibn–Husayn al-Hallay (858-922) della scuola mistica di Baghdad che professa la perfetta unione con Dio e si identifica con Cristo crocifisso. “Va a dire ai miei amici che io sono imbarcato per l’alto mare e che la mia barca si spezza… La Mecca e Medina non sono per me più nulla. …Uccidetemi, compagni miei, per me il morire è vivere”. (in Basetti Sani, 1994, 114) Abû Hamid al- Ghazzâlî (1058-1111) tenta conciliare la mistica con l’ortodossia sunnita, appoggiandosi alla filosofia neoplatonica e a elementi cristiani. Più un tentativo di teologia spirituale che mistica. Raccoglie attorno a sé vari discepoli nella madrasa (scuola) Muhyî al-Din Ibn ‘Arabi (1165-1240) di Murcia e finito a Damasco. Parte dal Logos giovanneo come “prima epifania di Dio” per giungere ad un amore universale in cui ogni distinzione scompare. “Il mio cuore è capace di divenire tutte le forme distinte: esso è il chiostro del monaco cristiano, un tempio per 58 19 • • • • • “hanif” il fedele. Gesù Cristo profeta, servo di Dio, puro. Maria vergine e madre, la donna pura. La fedeltà alla legge e la retribuzione. Il giudizio personale e universale. Il Paradiso e l’inferno, gli angeli e il demonio. Elementi comuni nella vita morale • • • • • • • • • I giusti erediteranno la terra (21.105) – Beati i miti (Mt 5,5) Chi perdona, Dio lo ricompensa (42,20) – Se voi perdonate …(Mt 6, 14) Rispondete al male con il bene (13,22; 23,96) Pregate per chi vi perseguita (Mt 5,38 ss.) (Rom 12,21) Non fate Dio oggetto dei vostri giuramenti (2,224) Non giurate (Mt 5,34) L’elemosina sia fatta in segreto (2,270) (Mt 6,1-4) Non pregate come gli ipocriti per farvi vedere (4,142 e 107,4-7) (Mt 6,5) La provvidenza di Dio sostenta gli esseri viventi (29,60) (Mt 6,25) Le due vie, quella comoda porta alla perdizione (90,810) (Mt 7,24-27) Fondate l’edificio sul timore di Dio non sull’orlo di un banco di terra (9,109) (Mt 7,13) Dialogo possibile? gli idoli, una prateria per la gazzella, la ka’ba del pellegrino, le tavole della Legge mosaica, il Corano… Amore è il mio credo, da qualunque parte si volgano le sue cammelle…” (Anavati-Gardet, 1960,58) Jalâl al-Dîn Rumî, persiano (1207-1273), inizia la corrente poetico-mistica che fonda la Confraternita dei Mawlawiya, designata come Confraternita di Nostro Signore, chiamata comunemente dei Dervisci ( darwish = poveri, mendicanti) danzanti (o giranti). Il sufismo si dirige a partire dal XII secolo, da un lato verso l’esoterismo e, dall’altro, verso il neo-platonismo. Il maggior rappresentante è l’andaluso Ibn Arabi (1165-1240) con la teoria del Monismo esistenziale che ha avuto e continua ad avere molto influsso tra gli intellettuali musulmani e cristiani, anche odierni. Le Confraternite conquistano il popolo e si sviluppano in vari paesi. La prima, la Rifâ‘îya da Ahmad al-Rifâ’i (1106-1183) chiamata del Dervisci urlanti per l’uso del dhîkr, preghiera ripetuta fino al raggiungimento dell’estasi, nasce in Iraq. Le Confraternite (tarîqa) crescono e inculturano l’Islâm nelle religioni e tradizioni africane e asiatiche. Il marabut e lo shaykh sono le guide spirituali, i capi religiosi, con radici nella tradizione dei saggi africani, persiani e indiani. Soprattutto lo shaykh ha il carisma di dirigere gli adepti e possiede per questo la benedizione (barakah). La Tarîqa Tijanyya che risale allo shaykh Abu-Abbas Ahmad at-Tijani (1737-1815). Nata in Algeria e sviluppatasi poi in tutto il Maghreb, predica il “ritorno alle origini”. Da questa nasce la Jammat al-Fayda al-Tijanyya (Comunità della grazia e dell’effusione tjiani) esperienza mistica popolare molto diffusa in tutta l’Africa del nord e centro, nata in Senegal nel 1931. La Tarîqa Shadiliyya-‘Alawiyya-Ismailîya si allaccia a una 20 • • • • • La morte di Gesù in croce (4,157-158), perché Dio non può abbandonare un profeta nelle mani degli infedeli. Sulla croce è morto uno al suo posto. Di conseguenza non si accetta la Risurrezione di Gesù se non alla fine con tutti i morti. Qualcuno ha affermato che l’Islam su Gesù Cristo si ferma prima della Pasqua. La visione beatifica. Il Paradiso è un paradiso terrestre. E’ molto incerta la possibile visione di Dio. Che l’uomo sia figlio di Dio, amato e salvato da Lui. L’uomo è solo sottomesso alla divinità. Il vero fedele è segnato dal “destino” e dalla fedeltà ai precetti. Gli uomini non necessitano di salvezza ma solo di misericordia. L’esegesi del Corano perché è lo specchio del Corano celeste, dettato da Dio a Muhammad. Solo recentemente esiste qualche tentativo, come abbiamo visto, di esegesi e ermeneutica coranica. La Bibbia è invece rivelazione di Dio attraverso la storia di un popolo, Parola di Dio attraverso la parola e la cultura umana nella storia, anche se per molti secoli anche nel mondo cristiano la Bibbia è stata letta in senso letterale con conseguenti tensioni. L’incarnazione del Verbo è Gesù e Gesù è l’immagine del Padre. Per cui è falso da parte mussulmana classificare il cristianesimo come “religione del Libro”. I sacramenti come segni dell’amore di Dio e doni di Grazia perché ridurrebbero l’assoluto di Dio e lo coinvolgerebbero con la materia. Elementi comuni nella fede • • Dio unico e creatore, clemente, misericordioso. L’unico capostipite: Adamo come “uomo” e Abramo come 57 • to alla fede della maggioranza. Il vero insegnante presenta con cognizione i significati delle feste cristiane, il loro contenuto e anche fa conoscere quelle dei non cristiani presenti in classe o presenti sul territorio. Rimane difficile l”intesa” con lo Stato per la divisione tra i vari gruppi e una mancanza di rappresentanza centrale riconosciuta da tutti. L’UCOII che avrebbe rappresentanza maggiore, si trova però su una linea di reislamizzazione, di ritorno all’Islam integrale, che lo porrebbe in opposizione alla Stato democratico e laico. Il mistero Trinitario dell’unico Dio in tre Persone Padre, Figli e Spirito Santo (4,171-172), che il Corano classifica come idolatria trasformandolo in Padre, Gesù Figlio e Maria (5,116). La figliolanza del Verbo, perché ridurrebbe Dio a genitore fisico (5,73) La divinità di Gesù Cristo (5,75 -77), anche se il Profeta Gesù (‘Îsâ)ha un ruolo importante, è servo di Dio (43,59), nasce da una Vergine (3,47 e 21,91 e 66,12 a), sarà lui il segnale dell’Ora, alla fine dei tempi (43,61). Maria è santa e senza peccato anche nel Corano (5,75 e 3,42-48). Muhammad rimane però il sigillo dei profeti e il Corano è la rivelazione definitiva”. In linea generale i musulmani si rifanno al Vangelo di Barnaba, un apocrifo del secolo XVI, dove Gesù annuncia la venuta di M. dopo di lui. catena di maestri spirituali, tra i quali i più importanti sono: Abu Hasan.Shadhili (1196-1258) marocchino, Ahamad alAlawi algerino e il tunisino Ismail al-Hadifi (1916-1994). La Tarîqa Naqshbandiyya-Mujaddidîyya, fondata da Baha ad-Din conosciuto come Naqshband di Bukara (1318-1389) e si è diffusa dai Balcani alla Cina. La Tarîqa Naqshbandiyya-Haqqanîyya al-Aliyya che prende il nome dalla precedente e si sviluppa nel Daghestan– Kurdistan iracheno. L’ultimo shaykh, Muhammad Nazim alHaqqani è membro onorario del comitato inter-religioso presso l’ONU e ha incontrato il Papa nel 1996. La Tarîqa Ahmadîyya- Idrisiyya-Shadhilîyya, fondata da Ahmad ibn Idris (1750-1837) che si è diffusa in tutto il nord Africa e ha conquistato molti fedeli in Occidente e in Oriente. Il milanese Abd al Wahid Pallavicini del COREIS (vedi “Islâm in Italia”), convertitosi nel 1951 all’Islâm ha ricevuto il permesso di dirigere come maestro un ramo indipendente di questa Tarîqa in Europa. In Senegal le 4 confraternite più diffuse sono: Qadrîyya, Tijanîyya, Layenne, movimento, quest’ultimo, ai margini dell’Islâm, nato nell’isola di Capo Verde, che ritorna alla ortodossia coranica alla fine degli anni ’80 e si unisce alla quarta confraternita, la Muridîyya, (del popolo murìd=discepolo) fondata da Ahmadu Bamba M’Backe (1852-1927) nella città santa di Touba. E’ diretta attualmente dal leader religioso, il “califfo” Saliou M’Bake. Raccoglie il 94% dei senegalesi ed è diffusa in tutto il mondo dagli Stati Uniti al Giappone. In Italia è presente a Pontevico, Bovezzo e Zingonia. La loro festa più importante è il Maggal di Touba che ricorda la partenza dello shaykh per l’esilio nel Gabon. Jerrahi –Halveti è un ordine nato a Istanbul da Nur al-Din Jerrhai (+1733) e organizzato in confraternita in Italia da Gabriele 56 21 11 - CONFRONTO TRA DUE FEDI: ISLAM E CRISTIANESIMO L’assolutezza monoteistica dell’Islam non gli permette di accettare: • • Mandel di Milano. Nel 1923 a Ginevra nasce l’Ordine Sufi internazionale fondato da Hazrat Inayat Khan, indiano. Si sviluppa in varie branche in molti paesi tra cui anche l’Italia. Una preghiera e poesia di Rabi’a asl-Adawiyya, di alta spiritualità sufi: Tu mi basti Dio mio, tutti i beni che mi hai riservato sulla terra donali ai tuoi nemici; e tutto ciò che mi hai riservato nell’altro mondo donalo ai tuoi amici; perché tu mi basti. Dio mio, se ti adoro per paura dell’inferno, bruciami nell’inferno; e se ti adoro per speranza del paradiso, escludimi dal paradiso. Ma se ti adoro unicamente per te stesso, non privarmi della tua eterna bellezza. • • • • Dio mio, la mia sola occupazione e tutto ciò che desidero in questo mondo di tutte le cose create, è ricordarmi di te; e nel mondo a venire, di tutte le cose del mondo a venire, • 22 dialogo per una convivenza internazionale pacifica Aiutare la crescita culturale e appoggiare i gruppi che all’interno del loro paese rivendicano i diritti umani, i diritti sociali e la libertà. Lo stato italiano, laico, permetta tutto ciò che non è contrario alle leggi del paese e alla convivenza civile e dia a tutti gli stessi diritti previsti dalla Costituzione tra cui la libertà religiosa, di culto, di spazi, di annuncio, di cura degli aderenti, di libertà di cambiare religione. Lo stato italiano proibisca ciò che è contrario: mutilazioni femminili, uso della violenza contro i familiari, moglie e figli, poligamia, violenze psicologiche e proibizioni da parte dei capi religiosi e dei familiari contro la libertà di coscienza. L’ultima legge francese che proibisce iil velo e altri segni religiosi ostensivi nelle scuole pubbliche non è da imitare. Legiferare su ciò che è conflittuale ma possibile di soluzione: mense con cibi secondo la tradizione religiosa, insegnamento della lingua araba e della religione nelle scuole statali, macellazione della carne halal, sepolture e spazi cimiteriali, momenti di preghiera sul lavoro, riposo e ferie. Il tema più grave è quello dei diritti e assistenza delle mogli e dei figli di immigrati che hanno contratto matrimoni poligamici nei paesi di origine. In questo e altri casi occorre una maggior relazione tra Italia e gli altri paesi. Nella scuola occorre rivedere alcuni programmi, soprattutto la storia generalmente letta a partire dall’Europa, ma anche la cultura, l’arte, la letteratura. Nell’insegnamento della religione soprattutto si deve presentare la fede degli altri con rispetto accanto alla propria. Togliere i segni religiosi e culturali presenti in classe, non parlare delle feste cristiane è pessima pedagogia oltre che mancanza di rispet- 55 mente i casi negativi e da alcuni scritti, come quelli più conosciuti di Oriana Fallaci, che vedono nel fenomeno la distruzione della nostra civiltà , l’inizio dell’Apocalisse e incitano alla difesa ad oltranza. 10 - SUPERAMENTO DEI PREGIUDIZI E PROPOSTE IN AMBITO POLITICO E CIVILE • • • • • • Non identificare occidente con cristianesimo. Il cristianesimo anche se si è sviluppato maggiormente in Europa, si è propagato nel mondo e non si identifica con una sola cultura. Non identificare l’islam con il mondo arabo. Non accettare la propaganda di alcuni politici che usando l’idea di “identità cristiana” incitano ad atteggiamenti di xenofobia e “razzismo”. Non identificare islam con terrorismo. Occorre una lettura dei conflitti a partire dalle realtà storiche locali. E’ necessario distinguere tra fondamentalismo, rigorismo e terrorismo e separare le tensioni politiche (guerre di indipendenza, di liberazione dall’occupazione straniera, lotte per i diritti di minoranze) dalle ideologie e dalle espressioni religiose. Per evitare le tensioni, valorizzare la cooperazione internazionale, evitare interventi bellici come quello dell’Iraq. Evitare classificazioni negative come: “regni del male” e generiche contro i paesi a maggioranza musulmana Svolgere da parte dell’Europa una politica alternativa a quella degli USA, verso i paesi arabi e i paesi in situazione di povertà nel mondo. Sviluppare trattati economici e politici e scambi culturali che permettano la reciproca conoscenza, il rispetto e il 54 solo aspiro a incontrarti. Così è per me, ma Tu fa secondo la tua volontà. ( da Salmi Sufi, Roma, 2004) 4. IL CORANO ( AL – QUR‘ÂN) Testo dettato da Dio attraverso l’arcangelo Gabriele a M. copia del testo che è in Paradiso. E’ sceso dal cielo il giorno 12 del mese di ramadân, “L’abbiamo rivelato in una notte benedetta… in quella notte fu decretata ogni legge che inculca saggezza..” (44,3-4). “E’ disceso in una volta sola fino al cielo inferiore per poi essere rivelato in fasi successive all’inviato di Allâh” (da: Considerazioni di uno Shaikh marocchino sul ramadan, 2004). La prima stesura del testo è fatta da Zayn ibn Tabît su richiesta di Abû Bakr scegliendo la lingua della tribù dei Qurâys. Ne sono inviate copie alle città conquistate. Difficili le interpretazioni del testo perché la lingua araba manca di maiuscole e vocali. Nel 657, vent’anni dopo, nasce il testo ufficiale e nel 685 il testo con la scrittura piena perfezionata poi nel IX secolo. Il Corano è considerato come la rivelazione ultima e definitiva che conferma le precedenti, la Torâh e il Vangelo, che avrebbero preannunciato la venuta del profeta M. (7,157). Tra l’essere umano e Allâh la mediazione è il Corano rivelazione della volontà di Dio e risposta-preghiera dell’uomo ad Allâh. Possiamo dire che Dio si è incarnato nel Libro ed è per questo che lingua e scrittura sono di Dio e il fedele non può che recitarlo in arabo, anche se non lo capisce e può essere letto solo per fini pratici e culturali 23 Questa situazione di gruppi divisi tra loro, rende quasi impossibile una intesa tra il governo italiano e i responsabili dell’Islam in Italia, L’intesa è un contratto per il riconoscimento dei matrimoni, dell’insegnamento religioso nelle scuole, l’assistenza nelle carceri e negli ospedali e altro, come già avviene per altre espressioni religiose. Nonostante alcune tensioni create più da soggetti che da comunità, come il caso del crocifisso tolto e rimesso nella scuola di Ofena per la causa presentata dall’italiano musulmano Adel Smith, che per altro rappresenta solo se stesso ed è in cerca di popolarità e il caso dell’imâm di Carmagnola, Abdul Qadir Fadlallah Mamour, espulso dal paese con l’accusa di propaganda al terrorismo appena prima della strage dei soldati a Nasiriyah, assolto, poi, dal Tar del Lazio nel 2004, la maggior parte degli immigrati musulmani ritiene l’Italia un paese accogliente che non ha creato nei loro confronti gravi manifestazioni xenofobe. Così pure non si notano prese di posizione da parte delle comunità musulmane in genere che indichino una volontà di distruzione dei valori di libertà e di democrazia nel nostro paese. Alcune accuse ai Centri Culturali Islamici di Varese, Torino, Viale Jenner a Milano e di Cremona di partecipazione, appoggio o propaganda del terrorismo islamico internazionale con relazioni con Osama Bin Laden , al-Qaeda, l’arresto di alcuni imâm e dirigenti con processi in andamento e/o assoluzioni contestate da politici e dall’opinione pubblica, hanno acceso il dibattito della presenza mussulmana in Italia. La lingua del Corano è l’arabo dell’epoca, un assieme dei dialetti parlati nella Penisola Arabica in quel periodo. Il testo contiene solo 275 termini non arabi. Si tratta di prosa ritmica che permette la memorizzazione e la recitazione. E’ composto di 114 sûre, numerate da noi, i musulmani, invece, le conoscono per il nome proprio: La Vacca, La gente di ’Imrân, Donne, La Mensa, Maryam, I profeti ecc.. La più lunga è di 286 versi e la più corta di 3. In tutto sono 6.236 versetti. La prima sûra è la Fathia (aprente) che viene usata come preghiera in molti momenti. Ogni sûra, tranne la 9°, inizia con la formula: “Nel nome di Allâh clemente e misericordioso”, in abbreviazione: besmallãh. Le sûre meccane, rivelate nel periodo della residenza di M. alla Mecca, sono più immaginifiche, mentre quelle medinesi più distaccate. Le meccane più accondiscendenti verso la gente del Libro, le medinesi più dure. Il testo coranico è stato organizzato nel 650 da Abû Bakr aiutato dal figlio adottivo di M., Zayd ibn Haritha e redatto definitivamente dal califfo Uthmân, che non ha seguito la divisione storica ma la lunghezza delle sûre, dalla più lunga alla più breve e che ha tagliato varie parti poi sparite. Il fatto ha suscitato la reazione del gruppo di Alì che ha considerato questa redazione come spuria e falsificata. Non esiste una ermeneutica né una esegesi del testo. Solo l’interpretazione letterale, il tasfir, mentre il tawil è il commento fatto dai mistici. Al Corano, a partire dal secolo VIII, si aggiungono gli hadîth, i detti del profeta, attraverso una catena di testimoni, il primo dei quali deve essere dell’epoca di M..Raccolti e uniti agli esempi dei primi compagni del Profeta, formano la Sunnah. I versetti satanici – Nella sûra 53, versetti 21-23, si parla delle tre dee presenti nella tradizione della Mecca pre-islâm: “non sono che nomi dati da voi”. Ci sarebbe stato invece il seguente testo: “Sono dee sublimi e la loro intercessione è augurabile La popolazione italiana è condizionata dalla reazione viscerale e spesso volgare della Lega Lombarda che vede in ogni musulmano un pericolo per la sicurezza del paese e un distruttore della identità “cristiana” e, anche, dalla propaganda dei Mezzi di Comunicazione Sociale che sottolineano maggior- 24 53 tuariamente e il 36% di non andarvi mai. ( S.Allievi, Islam Italiano, Torino, 2003) Sono quasi tutti di tradizione sunnita, poche migliaia di sciiti e un numero significativo di senegalesi e altri che appartengono alle Confraternite.. I centri di appartenenza sono fondamentalmente quattro: l’Unione delle Comunità e delle Organizzazioni Islamiche in Italia (UCOII) una rete di associazioni che riunisce i Centri Islamici Regionali come quello di Milano e Lombardia (CIML) e l’Unione degli studenti Musulmani in Italia (USMI) e ritiene di rappresentare tutto l’Islam in Italia, governata da un Consiglio Generale dei Centri Islamici; Il Centro Islamico Culturale d’Italia (CICI) che fa capo alla moschea di Roma, sostenuto e gestito dagli ambasciatori dei governi dei paesi arabi con a capo l’Arabia Saudita, rappresenta l’Islam ufficiale degli stati cui appartiene anche la Lega Mondiale Islamica, il cui responsabile per l’Italia è Mario Scialoja ex ambasciatore d’Italia in Arabia Saudita. Al CICI si è unita anche la Associazione Musulmani d’Italia (AMI) nata a Napoli; La Comunità Religiosa Islamica Italiana (COREIS) e l’Associazione Italiana per l’informazione sull’Islam (AIII) con a capo lo sceicco Abd al-Wahid Felice Pallavicini, vicina al CICI e al wahabismo, cui aderisce un gruppo di convertiti italiani di ispirazione sufi, legati al Centro di studi metafisici di René Guénon. L’Associazione dei Giovani Musulmani è la più disponibile alla dialogo con la cultura moderna e la democrazia anche se il rappresentante dell’Associazione in Francia Tariq Ramadan, figlio di Hassan Banna fondatore dei Fratelli Musulmani, docente di filosofia, letteratura francese e islamologia nell’Università di Ginevra sembra tendere non tanto a “modernizzare l’Islam quanto a islamizzare la modernità” (Olivier Clement in Avvenire 28/12/2003) 52 certo” tolto in seguito, perché secondo una seconda interpretazione sarebbero stati ispirati da satana in odio al Profeta. Per sé il Corano è intraducibile essendo dettato da Allâh in arabo, nonostante questo nel XII a Cordoba nasce la prima traduzione in castigliano e latino, dovuta a Pietro il Venerabile abate di Cluny che riunì un gruppo di studiosi musulmani, ebrei e cristiani per la traduzione di vari testi presenti nella ricchissima biblioteca del califfo. Contenuti teologici, religiosi, morali, sociali, politici Allâh, Dio, è unico, eterno, creatore, giudice, clemente (alRahmân), misericordioso (al-Rahim). Gli angeli sono i suoi messaggeri. Il demonio, satana è un angelo decaduto perché ha disobbedito, rifiutando di riverire Abramo. L’uomo è il fedele sottomesso, servo (‘abd) di Allâh. Deve cercare il bene e fuggire il male. Sarà giudicato sulle sue azioni nel Giudizio Universale (57,12-14). I fedeli, muslimûna e muslimât, saranno salvi, mentre gli altri i miscredenti soprattutto i cristiani e gli ebrei, i kâfirûna, saranno condannati (2,80-81. 57,18-19). C’è un Paradiso “naturale” con vita bella (18,3031. 36,55-58) e sembra che per qualche gruppo vi sia una certa visione di Allâh. Per gli infedeli, l’inferno (74,41-49). Non esiste conversione. Ogni uomo deve essere muslim. La terra si divide in dar al-Islâm (terra dell’Islâm) e dar al-harb (terra della disobbedienza e guerra). Tutte le religioni precedenti sono abrogate (3,13). La difesa della fede (imân da non confondere con imam) ammette la lotta e la guerra ma si preferisce la vittoria della bontà sul nemico: “uccidete i fabbricanti di divinità…Se si pentono, però..lasciateli liberi. Dio perdona”(9,5). Ogni musulmano ha l’obbligo del proselitismo (dawa) anche con le armi, sono esclusi i credenti cioè la “gente del Libro” (ahl al-Kitâb), ebrei, 25 1. La Professione di fede con il cuore e con la testimonianza (sahâda) pronunciando la formula: “Non c’è Dio se non Allâh e Muhammad è il profeta di Allâh”, 5 volte al In Italia, da 800.000 a un milione nel 2004 tra immigrati e italiani “convertiti”. L’1,4% sulla popolazione. Il 36,6% sul totale immigrati nella statistica delle appartenenze religiose nel 2003, pone l’Islam al secondo posto, se si classificano i cristiani, uniti tra loro, che raggiungono il 45,7% del totale, ma al primo se si dividono i cristiani nelle loro appartenenze, tra cattolici, ortodossi, evangelici e pentecostali. Scende la percentuale nel 2004 al 33,0 %. Il totale dell’islâm in Italia è dato dalla somma dei marocchini, degli albanesi e kosovari, tunisini, egiziani, senegalesi, somali, e numeri poco significativi di altri paesi. La presenza maggioritaria segue relativamente i numeri dei flussi della massa immigratoria che tende verso il Nord. Sono il 40,2% sulla popolazione immigrata nel Nord ovest, il 40,1% nel Nordest e il 27,7 % al Centro, ma cresce invece verso il Sud con il 38,7 % e con il 41,9 % nelle isole, infatti i picchi più alti di presenza musulmana sono in Calabria, Puglia, Basilicata accanto a Valle D’Aosta, Emilia Romagna, Marche e Sicilia. I musulmani con cittadinanza italiana sono 30.000 (dati: Avvenire 2/11/2003) Si aggiungono agli immigrati gli italiani “convertiti”, secondo noi, o “ritrovati” secondo loro, fino ad un totale tra immigrati e italiani di circa un milione di persone. La partecipazione effettiva varia tra i fedelissimi che frequentano i Centri culturali islamici o le moschee (il 10/20 % nelle 216 moschee, tra cui spicca quella di Roma e la pleiade di tante altre minori, e anche storiche, soprattutto in Sicilia e nei 117 Centri Culturali, secondo La Civiltà Cattolica (2003, IV, 15/11, 382-391. Secondo Avvenire 11/06/04 Centri e Mosche sarebbero solo 170) e i fedeli che mantengono le loro pratiche religiose in famiglia, fino a coloro che rimangono legati solo ad alcune tradizioni o che le hanno lasciate completamente. Da un’inchiesta: il 23% afferma, pur aumentando il dato, di frequenta settimanalmente la moschea, il 41% di andarvi sal- 26 51 cristiani, ma anche mandei, mazdei, buddhisti e induisti che sono comunità protette (dhimmi) e pagano una tassa (regime della dhimma) (9,29) anche se nella storia vi furono periodi in cui il sistema fu applicato con durezza e rigore con l’obbligo della conversione, pena la morte. La famiglia è fondamentale. E’ ammessa la poligamia con cautela (4,3). Il Profeta però riceve da Dio il permesso di avere più mogli (33,50). Gli Abassidi introdurranno l’harem, che significa “luogo interdetto”. L’uomo musulmano può sposare una donna dei credenti, ebrei e cristiani, la donna musulmana non può sposare un uomo non musulmano, lo può solo se questi pronuncia l’atto di fede . Numerose le norme morali e rituali: la circoncisione, proibizione del vino e bevande alcoliche della carne di maiale, proibizione dei prestiti a interesse, norme circa gli abiti soprattutto delle donne, le regole del matrimonio, la dote, il diritto del marito sui figli, il testamento e l’eredità, i castighi e le pene contro i trasgressori, i ladri, gli assassini, i bestemmiatori, le donne adultere, chi abbandona la fede. Vi sono nella storia diverse tendenze di lettura del Corano: la lettura classica dei diversi commenti e spiegazioni, quella socialista delle riforme sociali del mondo arabo, quella fondamentalista e legalista che sfocia nel radicalismo, quella mistica del sufismo che cerca il senso nascosto (batin) del testo. 5. LE COLONNE DELL’ISLÂM e LA SOCIETÂ Le colonne della fede sono 5. Naghib Mahafuz, egiziano, Nobel della Letteratura nel 1988 “L’estremismo non ha nulla a che vedere con la religione. La storia dimostra che è stato possibile in alcune epoche, per ebrei, cristiani e musulmani convivere insieme in pace e sicurezza” (Intervista a El Pais 01/2001) Salman Rushdie, anglo-indiano, autore del famoso “I versi satanici” condannato dalla fatwâh di Komeini e poi ritirata dal Governo dell’Iran. “ Osama Bin Laden è la prima vittima di un mito, il mito di quell’unità islamica che, di fatto, non esiste… l’ingresso dell’islâm sulla scena internazionale costringe tutti noi a rivedere le categorie di pensiero alle quali siamo abituati…in ciascuno di noi ci sono le tenebre, ma anche la capacità di irradiare luce” (Intervista a Alessandro Zuccari, Avvenire, 12/04/2002) Tahar Ben Jelloun, marocchino, “la violenza cieca, i crimini, gli attentati incoraggiano il fanatismo religioso. L’intolleranza guadagna terreno. Ma qui dobbiamo fermarci e chiederci: quando un adolescente ha perduto tutto….in queste disperate condizioni , che interessi, che seduzioni può avere la vita? Preferisce morire piuttosto che vivere in queste condizioni. E’ così che nascono gli attentati suicidi.” (Intervista a Pietro Del Giudice, Avvenire 12/5/2002) 9 - LA PRESENZA MUSULMANA NEL MONDO E IN ITALIA Nel mondo, secondo le statistiche dell’ONU, sono 1.190.114.111 musulmani residenti in 114 paesi, il 20% della popolazione mondiale. La maggior parte in Asia il 64,7%, poi in Africa il 26,7% e in Europa l’8,1%. Nelle Americhe solo lo 0,4% e in Oceania lo 0,01% 50 giorno. Gli shiiti aggiungono: “e credo che Alì è il prediletto di Allâh”. 2. La Preghiera rituale: (al salat) 5 volte al giorno: alba, mezzogiorno, pomeriggio, tramonto e notte con prostrazione. (50,39-40) verso la Mecca. La chiamata (idhân) alla preghiera è realizzata dal muezzim dal minareto della moschea. Non è necessaria una preghiera personale perché Allâh conosce le necessità di ognuno. Per permettere la recitazione mnemonica del Corano, il testo è diviso in 30 parti (guz), mentre per la recita individuale il testo è diviso in 60 (hizb) E’ d’uso comune però la preghiera ripetitiva del nome di Dio (dhikr) i dei 99 nomi di Allâh. La preghiera comunitaria è al venerdì (yawm al giumu’âh): a mezzogiorno con un responsabile che dà il ritmo. La parte centrale è la recita del Corano con la sûra aprente (1) e alcune sûre a scelta, seguito dal discorso o proclamazione (khutbah), dalla preghiera sul Profeta e dal saluto finale, preceduta dalla purificazione, takbir = Allâh è grande, e dalla piccola preghiera (61,9-11). Non si tratta di una semplice adunanza ma ha in sé la completezza, perché Allâh ha completato la creazione. La moschea (giâmi o masgid) è il centro della preghiera comunitaria e della umma, con il minareto (manarah da minar= faro), la sala della preghiera (harâm) la madrasa, scuola coranica di lettura e l’hammam per i bagni rituali, perché per iniziare la preghiera occorre essere purificati. All’interno della moschea il mihrab indica la direzione della Mecca. Essendo il centro della comunità ha un significato globale, vi si discutono le questioni culturali, sociali, politiche. Le feste - 2 sono le grandi feste canoniche: Il Piccolo Bayram, festa della fine del digiuno aid al-Fitr e 70 giorni dopo il Grande Bayram o festa del Sacrificio (îd al-Adha o îid 27 al-Kebir) dove si compie il sacrifico dell’agnello in ricordo del sacrificio di Abramo verso il figlio Ismaele (Isacco per gli ebrei e cristiani). Da aggiungere tra le feste importanti, la festa della ricorrenza della nascita di M. (Mawlid-al-Nabî) e per gli schiiti l’ashurà, anniversario della morte di Husèyn. 3 L’elemosina legale (zakât) (9,60) ha una dimensione religiosa e sociale (70, 19-25),; la si compie per evitare il giudizio di Dio (70,7-10) per i poveri nascosti (2,274), una parola gentile vale di più (2,265) in segreto (2,273) dare il meglio (2,269), dare ciò che si ama di più (3,92). 4 Il digiuno nel mese di ramadân, 9° mese secondo il calendario lunare ( 2, 183-188). Ha significato religioso e sociale. M. avrebbe avuto nelle ultime notti del ramadân, la visione del Corano al completo e il digiuno è segno di ringraziamento. Nello stesso tempo serve per la costruzione della umma, espressa con la cena alla fine di ogni giorno e la grande festa alla fine del digiuno (îd al-Fitr). Il digiuno del mese sostituisce il primitivo digiuno di un giorno per la riconciliazione (ashurâ) che veniva dalla tradizione ebraica e che rimane importante per gli shiiti. La notte tra il 26-27° giorno del ramadân è chiamata del destino (layat al-qadr) perché segna l’invio del Profeta. Durante il digiuno è proibito mangiare e bere qualsiasi cosa e avere rapporti sessuali. 5 Il pellegrinaggio (hajj) alla Mecca, dovere degli adulti unvolta nella vita (2, 196-197). I pellegrini pronunciano l’“eccomi”, pre-islamico (abbayka), si purificano con abluzioni e preghiere e entrano nello stato di consacrazione (ihrâm). Giunti nel territorio sacro (harâm) si dirigono alla Moschea e nel cortile della Ka’ba realizzano la cerimonia (tawwag) dei 7 giri attorno al santuario e baciano la pietra nera. Dopo aver bevuto 7 volte alla sorgente i pellegrini si recano due volte sui monti vicini in ricordo di Agar nel de- 28 • • to letterale del Corano ma comprendere la finalità del messaggio… Dio parla agli uomini nella maniera più comprensibile per loro. Nasr Hamid Abû Zayd, egiziano in esilio, distingue tra la natura divina del Corano e la natura umana, culturale e storica e critica la cristalizzazione della religione dell’islâm a servizio del potere politico assoluto. La distinzione tra tribunale islamico e tribunale civile per tutti i cittadini con uguali diritti esige che si distingua tra religione, shari’a e stato, legge pubblica e società civile. Da qui il problema del Matrimonio e di diritti della donna, della poligamia, dei matrimoni misti, dei diritti della coppia e dei singoli, dei diritti dei figli. In alcuni paesi: Marocco, Senegal, Tunisia sono state introdotte delle novità nella legge: uguaglianza tra uomo e donna, dichiarati crimini le mutilazioni genitali femminili e le violenze domestiche, ridotta o abolita la poligamia, ma si è ancora lontani da una vera libertà della persona senza distinzione di sesso e di credo. L’ islâm in minoranza come in Europa, India, Filippine, Brasile, Argentina, Venezuela, Guyana e Suriname, Etiopia, Camerun, Tanzania, Mozambico che deve adattarsi e trovare i suoi spazi, con il problema dell’integrazione e della difesa della propria tradizione e fede, la costruzione di moschee, il diritto di mantenere o adattare usi come la carne halal, il higiab (velo che copre bocca e capelli) lo chador (velo che copre solo la testa) il burka (copertura totale anche del viso), gli orari della preghiera, le feste, l’insegnamento dell’arabo e del Corano nelle scuole…Come superare le tensioni con la società e la cultura di un paese diverso? Come vivere una umma non politica ma solo spirituale? Una serie di intellettuali e religiosi si pongono sulla linea del rispetto dell’altro e della convivenza civile: 49 • • no incontrarsi nelle proprie case per incontri di preghiera o portare semplici segni della propria fede. L’accettazione del cambiamento interno e esterno del proprio mondo frutto del fenomeno migratorio di subsahariani che giungono nel Magreb o filippini che arrivano in Arabia Saudita, con una propria cultura e religione diversa da quella del paese. Il fenomeno relativizza il concetto di territorio “canonico” (termine proprio del mondo cristiano: ogni paese ammette solo la religione della sua tradizione, le altre sono al massimo sopportate e limitate). Se la paura di perdere o inquinare l’identità religiosa è presente nella maggior parte dei paesi europei, è molto più forte nei paesi a maggioranza musulmana. La difesa della propria identità legata alla lettura fondamentalista e letterale del Corano. Nasce il bisogno considerato eretico dall’ufficialità, dell’ermeneutica e dell’esegesi storica del Corano. Appaiono nuove posizioni riformiste: Mohammed Talbi pone al centro la libertà di coscienza e una esegesi del Corano partendo dal concetto di libertà e lettura nel contesto storico; Muhammad AlAsmawi propone di ritornare al significato etimologico della shari’a come via, allontanandosi dall’apparato giuridico medioevale; Abdullahi an-Na‘îm rilegge le fonti dividendole nei periodi di Mecca e Medina, per scoprire la rivelazione nel suo contesto e selezionare i versetti più aperti, capovolgendo la lettura tradizionale che di fronte a due versetti in contraddizione tra loro, sceglieva sempre il successivo; Abdul Karim Soroush, esiliato iraniano, ripercorre la storia tornando al Corano nel suo contesto storico…La religione dell’islâm non è fissità…è una serie di interpretazioni dell’islâm nella storia; Abdelamid Charfi, tunisino, afferma che non dobbiamo fermarci al significa- serto (gen 16,7-15 e 21,14-21). Seguono per 4 giorni i riti, il primo giorno nella moschea, il secondo dalla Mecca a Arafat, dove, il giorno seguente, celebrano il wukuf, in piedi, da mezzogiorno al calar del sole pregando e cantando, il quarto giorno, in un villaggio vicino, scacciano il demonio lanciando sassi contro tre cumuli di pietra, che lo rappresentano. Alla fine è la festa del sacrificio di Abramo verso Ismaele (37,99-113) contrariamente a quanto racconta la Bibbia, anche se poi, nel Corano, come nella Bibbia, i due fratelli Isacco e Ismaele, insieme seppelliscono il padre Abramo. Vi sono altri pellegrinaggi ma che non sono considerati dall’islâm ufficiale sunnita come a Karbalâ e Najaf in Iraq per gli schiiti, a Mosul per i kurdi Yazîdi, a Touba nel Senegal per la confraternita dei Murid. Ci sarebbe una sesta colonna, il jihâd, che però non è essenziale ed è pilastro solo per i Kârijiti e gli Ismailiti. Nalla dottrina classica si tratta dello sforzo a 4 livelli: 1 Del cuore – contro satana e le passioni interiori (3,133) 2 Della lingua – cercare ciò che è buono e proibire ciò che è male. Correzione fraterna (3, 98-110) 3 Con la mano – i governanti devono punire i trasgressori (3,110) 4 Con la spada – contro i non credenti quando si è minacciati per far trionfare la causa di Dio. Non prevede la guerra di conquista. E’ possibile come difesa, solo quando c’è un numero sufficiente nella comunità che può reagire. E’ prevista come difesa contro l’ingiustizia fatta anche a cristiani e ebrei. Implica anche una testimonianza davanti al giudice (2, 191195). 48 29 Non esiste il termine di “guerra santa”, che nasce in conseguenza alle Crociate, che pure non hanno usato questo termine coniato più tardi nella cristianità. Una minoranza che si rifà alle tesi di militanza bellica di Ibn Taymyya (1263-1328) riprese da Abul A’la al Mawdudi (1903-1979) e Sayyed Qutb (1906-1966) considera la jihâd come una vera guerra contro i miscredenti, anche musulmani scomunicati perché si sono sottomessi a governi considerati empi. Diventa, così, bandiera dei fondamentalisti, atteggiamento e propaganda che muove le masse nell’attuale situazione di tensione presente in vari punti del globo, fino a sfociare nel terrorismo. In questo caso si assolutizzano alcuni brani del Corano, per esempio 4, 74-77) contro i malvagi nemici di Allâh, contro gli idolatri (9, 4-5). Brani che messi in rapporto con altri testi indicano come la guerra, per l’Islâm in genere, sia considerata un male necessario per mantenere il bene della fede, come purtroppo è stata considerata per molti secoli anche in ambito cristiano, concetto ancora non del tutto superato. Nell’Islam classico, l’ordine civile fa parte della Rivelazione: Islâm è Religione e Stato integrati. La legge (sharî‘a), è l’asse portante che regola la relazione con Dio e le relazioni sociali immediate. Per l’Islâm è più importante la Legge della Teologia: possiamo sapere ciò che Dio vuole non ciò che Dio è. La teologia, ilm al- kalâm è apologetica e tratta il senso della Parola rivelata (kalâm Allâh), se è eterna o è stata creata. Oggi non è più attuale nelle Università dove, invece, si studia e si approfondisce la Legge. La legge religiosa, la sharî‘a, non è per sé rivelata e si basa su 4 fonti, due della scienza =ilm e due del ragionamento = fiqh: stesso tempo, dalla televisione, da internet, dai modi di vita occidentali, con crisi nella frequenza alla preghiera comune e una transculturazione che rende flessibili le tradizioni oppure le annulla. La lingua araba ridotta a lingua giornalistica che ignora la propria cultura (Fuad Allam 16/11/04) “positivamente morta per il pensiero” (Abdelssalam Cheddadi) Giudizi forse eccessivi anche se è vero che si scrive e si pensa sempre più condizionati dalle lingue europee. Pochi sono i libri tradotti e conosciuti della cultura universale. La difficile coniugazione dei Diritti umani firmati nel 1981 nella sede dell’Unesco, ribaditi dalla Dichiarazione del Cairo del 1990 e dalla Carta Araba dei diritti dell’uomo del 15 settembre 1994, con la legge della shari’a che li condiziona, limita la libertà di pensiero, di coscienza, di critica, la libertà della persona in genere, soprattutto della donna, e i diritti delle minoranze. La libertà religiosa. Anche se la Dichiarazione Islamica Universale dei Diritti Umani firmata il 19 settembre 1981 dal Segretario Generale del Consiglio Islamico per l’Europa difende “un ordine islamico nel quale tutti gli esseri umani siano uguali e nessuno goda di alcun privilegio né soffra uno svantaggio e una discriminazione per il solo motivo della razza, del sesso, della propria origine e della propria lingua” è difficile o molto limitata la libertà degli arabi cristiani e dei non musulmani in genere, anche in paesi dove non vige una severa applicazione della shari’a, come Algeria, Marocco, Egitto, Libia, Turchia. Ovunque è condannato il proselitismo, o l’annuncio pubblico della propria fede, la conversione, la propaganda e vendita di materiale religioso, con pene più o meno pesanti fino alla pena di morte per l’apostasia. In certi casi è proibito perfi- 30 47 Ordine sociale e società • • • L’Islâm popolare, fedele alle tradizioni e ai riti senza una forte appartenenza alle strutture (moschea) con forme di sincretismo (devozioni) e di superstizione. Con pregiudizi verso gli altri non musulmani ma anche con una certa tolleranza. Facile ad essere conquistato dai conservatori in momenti di tensione politica. Presente un po’ ovunque tra le famiglie rurali e urbane tradizionali, in India e Indonesia, Magreb, in paesi dove è in minoranza. 4 L’Islâm ufficiale dei capi politici, delle gerarchie religiose, dell’identità religioso-politica, delle moschee, dell’Università Al-Azhar del Cairo. Presente nel mondo arabo in genere con, al centro, l’Arabia Saudita. 5 L’Islâm politico fondamentalista, che vuole islamizzare lo stato attraverso i partiti, l’esercito, i sindacati, riducendo le libertà degli altri gruppi e imponendo poco a poco la shari’a e sottomettendo o riducendo la libertà alle minoranze. In Arabia Saudita, Iran, Sudan, Pakistan, Nord Nigeria. 6 L’Islâm radicale e terrorista che vuole imporre lo stato islamico attraverso la violenza e la guerra, dove ogni mezzo è valido anche il massacro di innocenti tra gli stessi musulmani. Tutti i gruppi fondamentalisti e terroristi tendono verso la guerra ad oltranza. 3 I problemi • • Identità tra stato e religione, politica e fede, e nello stesso tempo crisi tra tradizione e modernità, ma anche tra governi formalmente democratici e tensioni radicali sostenute dalle moschee in genere o dalle “gerarchie” in ambito sciita. Crisi dello sviluppo scientifico e culturale. Un islâm fermo ai fasti del passato storico, incapace a confrontarsi con la modernizzazione e secolarizzazione. Tentato, nello 46 Ilm – viene dal Qur’ân e dagli Hadît – Indica cosa dice esattamente il testo e cosa dicono le tradizioni 2 Fiqh – E’ lo studio dei giuristi, i saggi (ulema) per trovare un consenso (ijima), attraverso il ragionamento sulla base delle analogie (qiyas). I mufti consigliano i fedeli e emettono pareri giuridici e sentenze vincolanti (fatwa) Le guide religiose e sociali possono essere: ulema, teologi giuristi, faghih, giureconsulti, shaykh, saggi, mujtahid, interpreti della legge divina. 1 Dagli hadît viene la Sunna = corda che dà la direzione basata su: 1 Ciò che ha fatto M. - Ciò che ha proibito M. - Ciò che altri hanno fatto in sua presenza e M. non ha proibito - Parole e atti dei primi compagni di M. Un hadît consiste della catena della tradizione e del suo contenuto Il consenso della comunità tiene conto di molti influssi esterni per la libertà dell’applicazione. E’ questo l’esercizio di tutta la giurisprudenza, dove la umma è considerata infallibile. Esiste un hadît che per analogia giustifica l’uso della ragione, dopo aver cercato sia nel Corano che nella Sunna e negli altri hadît. Consenso e analogia sono, dunque, la fatica dei Dottori della Legge che si dividono in 4 scuole: 1 Hânafiti fondati da Hânafi o Abû Hânifa (+767), imâm iracheno. Punto di riferimento è il Corano accompagnato dal ragionamento e dalla analogia. E’ la scuola più liberale seguita dagli Abassidi poi dai Turchi e oggi dalla maggior parte dei sunniti di Turchia, Siria e Asia Centrale. 31 Malikiti da Malik Ben Anâs (+795). Segue la tradizione di M. a Medina. Ha raccolto la maggior parte dei testi giuridici preoccupato della difesa e del bene della umma. Oggi più comune nel Magreb, Sudan, Egitto e Balcani e con largo seguito in tutto l’islâm sunnita 3 Shâfiiti da Shâfi’î Abû ’Abd Allâh (+ 820), Riprende le scelte delle scuole precedenti e stabilisce il legame tra il Corano e la Sunna, ponendo il fondamento del fiqh per la sharî’a. Seguita dal 20% dei musulmani soprattutto in Egitto, Asia e Africa Orientale. 4 Hambaliti da Ahmad ibn Hanbali (+ 855). Scuola conservatrice e rigorista. Le uniche fonti valide sono il Corano e la Sunna. Rifiuta il ragionamento e il sufismo. Vi aderiscono i Wahâbiti dell’Arabia Saudita. 2 Essendo la lettera del Corano intoccabile, l’elaborazione degli altri dati è stata chiusa presto e per i sunniti solo nel X secolo, per cui la regola di vita della umma è disciplinata fondamentalmente dal fiqh, cioè dallo studio dei giuristi. La consultazione (shurâ) “abitudine costante della società beduina, dove il capo tribù lo shaykh era essenzialmente un primus inter pares …e si consultava con i maggiorenti della sua comunità” (Massimo Campanini – La consultazione come democrazia islamica- Il dibattito, Torino Anno VI n.% 2004, p.18) e messo in atto anche da Muhammad, permetterebbe di aprire uno spiraglio democratico circa la conduzione dello stato a maggioranza musulmana, per renderlo più costituzionale e meno centralizzato e teocratico. 32 dell’esercito e dal partito Baath, che governava con mano di ferro, massacrando kurdi e schiiti. La guerra ha rinfocolato le reazioni dei vari gruppi contro gli occupanti e tra loro stessi per la conquista del potere, con la partecipazione del terrorismo di Bin Laden. E il suo luogotenente Zarkawi. Azioni di terrorismo, sequestri, banditismo e errori da parte degli occupanti con continui massacri di civili innocenti hanno coinvolto tutti in una spirale assurda e bestiale, anche se le ultime elezioni e la partecipazione popolare aprono uno spiragli di speranza. 8 -SITUAZIONE E PROBLEMI ATTUALI DELL’ISLAM Se dovessimo classificare non solo dal punto di vista delle radici storiche e dagli atteggiamenti politici ma anche dalle scelte personali quali e quanti islâm esistono oggi, potremmo seguire questa classificazione, tenendo conto che ogni realtà classificata si incrocia con le altre e non si identifica mai perfettamente in un’area sola. (libera riorganizzazione dello schema su Avvenire 20/03/2004) L’Islâm laico che separa la politica dalla religione e tenta una relazione tra tradizione e modernità, presente soprattutto in intellettuali, docenti di università, giornalisti, scrittori, soprattutto in Europa e USA, ma anche in paesi più democratici come Libano, Turchia, Albania, Mali, Senegal, Sierra Leone. 2 L’Islâm mistico che vive una religione personale o di gruppo senza interessarsi di politica in confraternite sufi, rifacendosi a pensatori classici a maestri spirituali attuali, con espressioni di fedeltà più o meno forti alla tradizione. Presente in Europa tra intellettuali “convertiti”, in gruppi del Senegal, Marocco e Asia in genere. 1 45 Somalia – Al-Itihaad Al-islamya. Guerra civile e legami con Al Qaeda. Afghanistan i Talebani nati dalla Guerra di liberazione, appoggiati e armati degli Stati Uniti, contro il regime marxista e l’occupazione sovietica, prendono il potere guidati dal mullah Mohammed Omar contro gli antitalebani (Hizb-e Islami) guidati da Abdul Rashid Dustum e dal generale Massud. E’ presente Al Quaeda diretto da Bin Laden. Guerra civile e terrorismo contro le popolazioni civili. Dopo l’11 settembre l’intervento dell’esercito americano in appoggio agli anti-talebani pone termine al regime. Occupazione e imposizione del nuovo governo. Pakistan – Harakat ul-Mujaheddin nato nel 1979, durante l’invasione sovietica dell’Afghanistan. Il leader è Rehman Khalil che ha diretto il movimento a favore dei talebani, organizza campi di addestramento anche per kamikaze e è accusato di aver partecipato con Bin Laden agli attentati contro le ambasciate americane di Kenya e Tanzania nel 1998. Jammat ul-Fuora guidato dallo shaikh Alì Gilani e altri gruppi con cellule presenti in vari paesi. Filippine – Milf (Fronte islamico di liberazione Moro) gruppo estremista che non ha accettato il trattato di pace tra il governo e il Moro National Liberation Front e al-Haraka alislamiya, noto come Gruppo Abu Sayyaf, per l’indipendenza dello Stato Islamico di Mindanao, con legami con Bin Laden. Responsabile di vari sequestri e di azioni di terrorismo. Bangladesh – Harakatul-Jihad al-islami fondata nel 1992 con sostegno di Bin Laden Iraq – Difficile la classificazione dei movimenti che interagiscono a causa dell’intervento degli Stati Uniti e Inghilterra con l’appoggio di alcuni paesi tra cui l’Italia. Si trattava di uno stato laico con un dittatore Saddam Hussein appoggiato 44 6. ISLÂM E OCCIDENTE? L’Islâm e l’Occidente vengono presentati come due assoluti che si incontrano e si scontrano. Risulta difficile, però, classificare quale Islâm e quale Occidente. I due termini contrapposti sono più frutto di eccessiva semplificazione ideologica moderna che una vera realtà. Non indicano la stessa cosa: l’Islâm è una fede con ramificazioni diverse, presente in maniera differente nei vari paesi; in alcuni come religione e stato o religione di stato, in altri no, in alcuni maggioranza e in altri come minoranza. Non c’è, per quanto si tenti provarlo, una unità tra i gruppi religiosi o tra i paesi a maggioranza musulmana per una conquista del mondo o una guerra contro un Occidente che pure è diversificato e può essere classificato secondo la cultura o secondo l’economia o le mire politiche o il modo di vivere della maggioranza. Spesso, oggi, si identifica l’“occidente” con gli Stati Uniti, l’Europa, ma anche con la Russia, con il Giappone, a volte con la cultura del mondo industriale, secolarizzato e liberale, a volte perfino con il cristianesimo. Dal punto di vista religioso islâm e cristianesimo partono dallo stesso principio della missione nel mondo intero per l’unificazione dei credenti e quindi si sono confrontati e si confrontano più che ogni altre espressione religiosa, nell’assoluta certezza di essere inviati da Dio per sottomettere tutti alla sua Legge. Le diverse e opposte metodologie attuali portate avanti dalle due comunità religiose: sottomissione e libera adesione, imposizione della legge e adesione d’amore, e i diversi contenuti di fede: l’incarnazione e la sottomissione, la redenzione e la fedeltà alla legge, la Parola incarnata nella storia dell’umani- 33 tà e la Parola-Libro copia di quella eterna in cielo, la chiesa e i sacramenti e la umma identificata con un popolo e una struttura politica, rendono la relazione complessa e difficile. Per avere un’idea della relazione tra due mondi è meglio rimanere fedeli agli avvenimenti che segnano nella storia gli incontri e scontri tra cristianesimo e islâm, Regni Cristiani e Musulmani nell’area mediterranea e europea. L’islâm è appena nato e già le due realtà si scontrano, in accuse reciproche. A Damasco nell’VIII secolo, Giovanni Damasceno scrive e pubblica liberamente un forte critica contro l’islâm nel suo libro Fonte della Conoscenza e nel IX secolo lo scrittore musulmano al-Jahz descrive il cristianesimo come semi ateo. Lo scontro si fa bellico tra il Regno dei Franchi e l’avanzata araba degli Umayyadi, con lo strascico della divisione e poi riconquista cristiana della Spagna, trasformato in saga dai cantastorie e dai poemi epici cavallereschi, le chansons de geste che hanno dato aria alle crociate, fino a poemi del rinascimento italiano: L’Orlando furioso di Lodovico Ariosto e la Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso. Molto la cultura occidentale deve alla ricchezza culturale e scientifica creatasi a Bagdad sotto gli Abassidi di Harun al-Rasîd e i suoi successori dal IX al X secolo. Eben Sina (+1037- Avicenna) insegna medicina e filosofia, Rhazes (+925) scrive un libro fondamentale di medicina. Di là giungeranno in Occidente traduzioni di algebra, matematica, astronomia, etica e testi di letteratura tra cui le “Mille e una notte”. Un rapporto felice invece nel 1076 quando il prete Servandus, eletto dai cristiani vescovo di Ippona si presenta a papa Gregorio VII con le credenziali dell’emiro Hammadid an-Nasir, al 34 mica, alcuni guidati da arabi cristiani con azioni di guerriglia e non di carattere terrorista, per la liberazione e autonomia della Palestina. Algeria - Il Gia (Gruppo Islamico armato) fondato da Mohamed Allal, nato dopo l’annullamento delle elezioni vinte dal FIS (Fronte Islamico di Salvezza) e divenuto nel 1992 formazione armata. Il Gruppo salafita per la predicazione e il combattimento fondato da Hassan Hattab nel 1998. L’Ais (Armata Islamica di salvezza) ex braccio militare del Fis. Colpevoli dell’uccisione di vari occidentali tra cui i monaci di Thibirine e il vescovo Mons. Claverie. La confusione della Guerra sporca, della violenza e dei giochi di potere coinvolgevan nei massacri dei civili, anche le alte sfere militari. Ultimamente i capi sono stato uccisi o imprigionati, rimangono ancora alcune frange che realizzano azioni terroriste contro connazionali. Tunisia – Il Mti (Movimento della tendenza islamica) di Rashîd Ghannushi e il Partito della Nahda (Rinascita) che predicano la dawa contro l’Occidente, più fondamentalismo che terrorismo vero e proprio. Marocco – Tensioni e attentati da parte di alcuni gruppi (Casablanca maggio 2003) tenuti però sotto controllo. Egitto – Jihâd islamico fondato da Ayman al-Zawahiri collaboratore di Bin Laden dopo essere stato imprigionato, liberato e uscito dall’Egitto per l’Afghanistan e Gama’ a islamiya guidato dallo sheikh Omar Abdel Rahman, gruppo accusato della strage dei turisti di Luxor nel 1997 Yemen – Esercito Islamico di Aden legato a Bin Laden. Sudan – Stato islamico dal 1989 finanziatore del terrorismo, colpevole del massacro del Darfur che non è ancora terminato nonostante i patti. Presenza dell’ideologo Hassan el Turabi fondatore del Fronte Nazionale Islamico. 43 cidentale, fino all’ideologia della Guerra totale contro il male esterno (Occidente in genere ma identificato soprattutto con gli Stati Uniti e con l’Europa e spesso confuso con il cristianesimo) e interno, cioè contro coloro che aderiscono o sostengono partiti e gruppi o semplici scelte di vita filo occidentali, fino alla rete internazionale del terrore guidata da Osama Bin Laden, alla follia dei Talebani, al suicidio dei Kamikaze, assassini per scelta o vocazione, considerati “eroi” da chi identifica fede e distruzione del nemico e assassini da chi, pure musulmano, considera che la fede non conduce mai all’uccisione propria e degli innocenti, come insegna il Corano (4, 32). Ecco un elenco dei movimenti più significativi: Palestina. Nel 1964 nasce l’OLP di Arafat con la finalità di distruggere Israele, vi rinuncia ufficialmente nel 1988. Da un movimento di difesa della propria terra e della libertà si passa poco per volta a fenomeni di terrorismo in risposta alla dura repressione israeliana. Dall’OLP nasce Al Fatâh di Marwan Barghouti che coalizza il fanatismo. Nel 1987 nasce Hamas (Movimento della resistenza islamica) guidata dallo Sceicco Ahmad Yassin ucciso da Israele nel 2004 e il Jihâd islamico fondato da Fathî Shkaki, il leader è Ramadân Abdallâh Shallah che guida le Brigate Al Quds e incita i giovani a diventare kamikaze. Le Brigate dei martiri di Al-Aqsa è una milizia paramilitare vicina a Al-Fatâh. Libano – 1982 Hezbollâh (Partito di Dio) shiita con appoggio dell’Iran, fondato dall’imâm Musa Sadr, scomparso, e guidato da Hassan Nasrallâh. Al Ansar e Jamaa al-islamîya, sunnita e altri gruppi che nascono dalle file dell’OLP, come il Fronte per la Liberazione della Palestina, Il fronte democratico per la Liberazione della Palestina, il FplP( Fronte Popolare di liberazione della Palestina) di Abû Abbâs, non tutti però di matrice isla- quale il papa risponde: “tu e noi crediamo in un solo Dio…” e gli augura “dopo lunga e felice esistenza” di riposare nel “seno di Abramo”. Alla fine del XII nel califfato di Granada in decadenza, Pietro Il Venerabile abate di Cluny riesce a portare a termine un grande lavoro di traduzione, insieme a studiosi ebrei e musulmani, di vari testi presenti nella Biblioteca del califfo tra cui il Corano. Lo scontro ritorna violento con le Crociate nel XII e XIII secolo. Motivi politici, economici e religiosi, muovono masse popolari e eserciti organizzati alla conquista della Terra Santa, ma anche per fondare regni per principi europei senza terra. Violenze e massacri si alternano ad alleanze tra gruppi cristiani e musulmani contro altri altrettanti gruppi. Risalta la politica anomala di Federico II di Sicilia e l’universalismo della sua corte a Palermo, con rapporti di buon vicinato con il sultano d’Egitto. Atteggiamento opposto quello vissuto da due santi: Luigi IX re di Francia che inutilmente tenta risuscitare con le armi l’ideale della conquista della Terra Santa e muore durante l’ultima Crociata a Tunisi e di Francesco di Assisi che visita, solitario e senza difese, il Sultano d’Egitto al-Malik al-Kamil, nell’intento di convertirlo. Pagine di cronaca ci raccontano di fraternizzazioni tra guerrieri franchi e turchi e perfino del permesso concesso dagli “amici Templari” all’emiro di Shaizar: Usama ibn Munqidh in visita Gerusalemme occupata da cristiani, di pregare in un angolo, nella Moschea al-Aqsa trasformata in chiesa. Nascono leggende attorno al Vecchio della Montagna non più il vero Hassan as Sabbâh, ma Rashid al-Din Sinan, come attorno al Saladino (Yusuf ibn-Din) il sultano vincitore collocato come il “saggio” dal Boccaccio nella Storia delle tre anella e che pure Dante colloca tra gli spiriti magni del limbo mentre colloca “Maometto” tra gli eretici nell’Inferno. Se da un lato il nome di Muhammad viene storpiato in Malcometto 42 35 (Male commetto) dall’altro la stessa idea della Divina Commedia giunge all’Alighieri dalla traduzione fatta da Brunetto Latini del Libro de Scala, trattato mistico musulmano da lui letto alla corte di Alfonso X dove pure intellettuali di varie religioni si incontravano per riflettere. Frutto delle crociate e dei rapporti tra le due culture è la conoscenza dell’arabo e dei testi tradotti a partire da Cluny, tra cui la traduzione del Corano da parte di Roberto di Chester. Da questi scambi culturali parte lo studio filosofico di Pietro Abelardo e quello religioso, molto critico, da parte di Burgundio di Pisa. Fa eccezione l’opera di Raimundo Lullo. primo instancabile cultore del dialogo tra le due fedi, con due opere: Liber del Gentil e Liber de quinque sapientibus. La lettura negativa dell’Islâm come religione corrotta e perfino diabolica la troviamo nella trasformazione ideologica del testo di Ibn Ishaq del VII secolo, Sirat ar-rasul, che racconta il colloquio del profeta con il monaco Bahira, trasformato, in ambito cristiano, in un conciliabolo tra eretici; così pure nell’Epistola a Maometto II del Papa Pio II che aumentava le tinte fosche per spingere i principi cristiani alla crociata. A livello popolare, poi, nel Medioevo, circolava il libello dei Tre impostori ( Mosè, Gesù, Maometto) in opposizione alla favola dei Tre anelli. Nella diatriba tra riformatori luterani e calvinisti e cattolici romani, nel 1500, si usava con facilità l’accusa reciproca di aver falsificato la Verità e gli uni accusavano gli altri di essere eretici peggiori dei turchi, anche se ormai era comune tra i cristiani distinguere l’eresia della dottrina dell’islâm dai musulmani onesti e fedeli. Una pagina storica importante del rapporto tra musulmani e cristiani è scritta nel Califfato di Cordova dove si conviveva a un livello di alta civiltà. I cristiani usavano l’arabo nella litur- nella guerra dei sei giorni, da parte di Israele e l’occupazione della penisola del Sinai e delle colline di Golan, fa crescere nei movimenti fondamentalisti e nelle masse popolari l’odio verso l”occidente”. Il neo colonialismo economico, soprattutto degli Stati Uniti, e dei paesi ex-coloniali per l’egemonia energetica (petrolio) e di mercato, classificato come causa della situazione di miseria e di sfruttamento dei loro paesi, insieme alla rivolta contro i governi che patteggiano con loro, fa sì che nasca sempre più la reazione ideologica e patriottica dei gruppi dell’identità musulmana della umma contro la cultura, lo stile di vita e la politica filo-occidentale. La caduta dello scià e la rivoluzione iraniana con il rientro dell’ayatollâh Rûhullâh Khomeini nel 1979 e la nascita della Repubblica Teocratica Islamica shiita di Persia, segna una vittoria importante della restaurazione islamica. Si possono oggi classificare due tipi di conduzione degli stati “islamici”: quelli Teocratici diretti da una casta sacerdotale o intellettuale come l’Iran e come lo è stato l’Afaghanistan, o Confessionali, dove l’islâm è religione e legge dello stato, più o meno severa (Tunisia, Algeria, Siria) e dove la Costituzione prevede che il capo di stato debba essere musulmano. Fino qui il fondamentalismo come ideologia a sostegno di una maggior fedeltà ai principi religiosi e molla per le lotte di indipendenza. 36 41 E’ soprattutto negli anni ’80 che una schiera di movimenti fondamentalisti prendono la via del terrorismo, in vari paesi per motivi politici differenti, ma con un elemento comune: la lotta contro il mondo occidentale e la sua politica, con ogni mezzo, anche con i mezzi condannati dallo stesso Corano. Alcuni spinti dalla lotta per la difesa della propria terra contro chi è ritenuto invasore (Palestina-Israele) altri più condizionati dalla paura di perdere la propria identità soffocata dalla cultura oc- La crisi dell’impero ottomano e la sconfitta nella Prima Guerra mondiale fa scoppiare in Turchia, alla Rivoluzione dei Giovani turchi guidati da Kemal Ataturk (1922-24). La Repubblica turca separa lo Stato laico dalla struttura religiosa. Kemal abolisce il sultanato e l’ex sultano Muhammad II rinuncia al titolo di califfo. E’ abolita la shari’a come legge dello stato. Contro questa scelta considerata eretica, nel mondo arabo, nel 1928 a Ismailia, nasce la Confraternita Musulmana e la corrente dell’Islamismo. In Egitto nel 1928 nascono i Fratelli Musulmani ( al-Ikhwan al-Muslium) fondati da Rashid Rida e riorganizzato da Hasan al-Banna, il cui ideologo è Sayyid Qutb: “Allah è il nostro capo. Il Corano è la nostra Costituzione. L’Islàm è la religione universale, integrante tutti gli aspetti della vita di tutte le popolazioni e nazioni di tutte le epoche e di tutti i tempi. Il Jihad è la nostra vita. La morte nel cammino di Allah è il nostro desiderio supremo.”. ( De Rosa, Civiltà Cattolica,2002). Contro la tentazione di uno stato egiziano socialista e laico alzano la bandiera della fedeltà alla fede e tentano di assassinare Nasser, uccidono Sadât nel 1981 e organizzano attentati contro Mubarak. Altri paesi dichiarano l’indipendenza: nel 1945 l’Indonesia, nel 1947 il Pakistan, come stato islamico il cui padre è Abu IA’la al-Mawdudi, nel 1951 la Libia. Negli anni ’60 sarà la volta della Algeria e della Tunisia. Cresce la crisi interna nel mondo arabo contro gli Stati “laici” guidati praticamente da governi centrali, sostenuti dall’esercito, dopo la Turchia di Kemal Ataturk, la Persia di Reza Palhavi, l’Egitto di Nasser, la Giordania, e altri, molti dei quali si sono richiamati alla ideologia socialista. La sfiducia cresce con la nascita nel 1948, dello Stato di Israele, sostenuto dalle potenze che hanno vinto la guerra, soprattutto della Gran Bretagna. La questione Palestinese e la sconfitta degli arabi guidati dall’Egitto, subita nel 1967 gia mozarabica e avevano libertà di culto, la colonia ebraica dei Sefarditi brillava per attività culturale e commerciale e già nel IX secolo il califfo Al Rahman II aveva come vizir l’ebreo Hasdai Ibn Shaprut. L’Andalusia (al-Andalus) diventa per vari secoli il crogiolo di incontri culturali che permettono la scoperta e l’approfondimento della filosofia, della mistica e dell’arte con i nomi dell’ebreo Mosè Maimonide (+1204), dei musulmani Ibn –Rushd (Averroè +1198) e Ibn Bajja (Avenpace + 1138). Molte opere del mondo musulmano, vennero tradotte del cremonese Gherardo (1114-1187) che si era trasferito a Toledo. Tutto purtroppo, cambierà con la Riconquista spagnola conclusa nel 1492. Una dura persecuzione cadrà su ebrei e musulmani da parte dei Re di Spagna fino ad obbligarli alla conversione e, infine, alla loro definitiva espulsione. L’arrivo dei mongoli, prima convertiti al cristianesimo nestoriano e poi all’islâm, la creazione di nuovi imperi, ultimo quello ottomano fino alla caduta di Costantinopoli nel 1453, spostano dagli arabi ai turchi le paure dell’Europa. Istambul diventa la sede del califfo e del sultano. Le potenze europee nello stesso tempo che temono l’avanzata dei turchi stipulano con loro rapporti di carattere commerciale e politico. Perfino un principe turco, Dchem, in lotta con il fratello Bajazed, per la successione al padre Mohammed II sul trono di Istambul, fatto prigioniero, fu tenuto in custodia in Vaticano sotto papa Sisto IV, vivendo da buon musulmano fino alla sua morte (1495) con un salario pagato dal fratello divenuto Sultano, ai pontefici. Nell’immaginario popolare, la realtà e il ricordo delle razzie dei pirati saraceni e berberi nel Mediterraneo perpetuarono la paura, espressa perfettamente nel detto: “mamma li turchi!” 40 37 L’espansione dell’impero Ottomano contro l’impero AustroHungarico rinnova nella mentalità europea l’idea di un islâm unito che cerca di conquistare l’Europa e fa risorgere l’idea della Crociata. Nasce, così, la Santa Alleanza nel 1684. Sull’invito del papa, Austria, Polonia e la Repubblica di Venezia si uniscono per far breccia contro gli ottomani. Nello stesso periodo, però, dal 1600 fino al 1800 le relazioni diplomatiche e commerciali tra i vari Stati “cristiani” e La Sublime Porta fioriscono. Nascono alleanze secondo i vari interessi politico economici. I rappresentanti diplomatici della Sublime Porta si adattano allo stile di vita delle corti europee e in Europa dilaga il fascino del mondo arabo, turco e orientale. Permane però nella mentalità, non solo popolare, l’idea di un islâm corrotto anche se le nuove relazioni permettono di sottolineare la presenza di musulmani onesti e profondamente religiosi. La cultura del 1700 e del 1800 riprende i personaggi dell’islâm in uno stile nuovo, nello spirito della tolleranza, proprio del tempo. Saladino diventa il saggio in Nathan der Weise di Lessing, e nella letteratura dell’800 diventa il sapiente sultano ne: Il Talismano di Walter Scott, mentre Muhammad assumerà i toni eroici nella poetica di Carlyle. Strano a dirsi, ma comprensibile, l’opera di Voltaire. per nulla tollerante, contro l’islâm, classificato come setta perniciosa, nel suo testo Le Fanatisme ou Mahomet le Prophete, inviato al papa Benedetto XIV, riconosciuto dallo spietato critico della Chiesa, come il detentore della vera fede.. La colonizzazione dei paesi arabi e musulmani da parte della Francia, Inghilterra, Olanda e la caduta dell’Impero Ottomano segnano la rottura totale tra Europa e paesi a maggioranza musulmana e fa nascere, in uno slancio di ricuperata identità islamica, a partire dal 1880, la corrente Panislamica nel desiderio di ricompattare la umma e di ritornare alla libertà, ai fasti e alle grandezze del passato. Il primo grande promotore dell’ideale 38 dell’unità di tutti gli stati islamici in un solo grande Impero sarà lo scrittore afghano Jamal ad-Din Afghani (+1897). 7. FONDAMENTALISMO E TERRORISMO ISLAMICO Premettiamo che fondamentalismo non è sinonimo di terrorismo, ma che può spingere alla difesa bellica fino a trasformarsi in terrorismo. Ogni forma religiosa e ogni espressione politica ha in sé la possibilità di creare gruppi più o meno numerosi di fondamentalisti, legati alla lettera del credo, della legge o del programma, senza flessibilità né tolleranza. Il punto di partenza del fondamentalismo islamico organizzato lo troviamo nei Wahabiti, organizzati da Muhammad ibn alWahhab (1703-1787 o 92) a Baghdad. Partono dall’esigenza di ritornare alle origini, alla unità perfetta, contro gli schiiti e conquistano alla loro posizione la famiglia di Ibn Saud, emiro del Neged. Diventa religione di Stato dell’Arabia Saudita, Regno dal 1932. Dalla’Arabia Saudita, infatti, parte tutta una serie di radicalismi che si trasformano più tardi in organizzazioni belliche fino a trasformarsi in terrorismo, termine che indica la violenza come ideale massimo per raggiungere lo scopo senza rispettare la vita di nessuno, nemmeno la propria, anzi trasformando in eroe chi si dedica all’assassinio programmato. Il primo movimento armato è la Rivolta del Mahdî, nel Sudan, condotta da Mohammed Ahmad nel 1881. Nel 1906 nasce la Lega Musulmana a Dakka e dopo la prima guerra mondiale, che colloca i musulmani arabi dalla parte degli inglesi e francesi contro i musulmani turchi dell’Impero Ottomano alleato della Germania, cresce il forte movimento indipendentista contro le potenze coloniali. 39