Educazione all’investimento Le aspettative di rendimento L’attività di investimento tra razionalità ed emotività Talvolta i comportamenti umani non sono razionali, soprattutto quando entra in gioco la componente emotiva. Le decisioni finanziarie ne sono un tipico esempio. L’attività di investimento è complessa di per sé. Alla complessità si aggiunge l’avere a che fare con i mercati borsistici che generano spesso nell’investitore condizioni di forte stress. Al contrario di quello che si potrebbe pensare, quindi, le decisioni di investimento non sono sempre razionali, diventando così non coerenti con l’obiettivo di massimizzazione della redditività di lungo termine. I bias comportamentali1 che caratterizzano l’azione degli investitori sono numerosi. Uno dei più rilevanti ai fini delle decisioni su come investire il proprio denaro consiste nell’aspettativa di rendimenti non ragionevoli, sia in assoluto, sia rispetto al rischio2 associato all’asset class o allo strumento d’investimento scelto. In generale i risparmiatori desiderano guadagnare molto, in poco tempo e senza correre rischi significativi. Questi obiettivi, tuttavia, non possono essere raggiunti contemporaneamente. L’investimento in azioni, ad esempio, può generare guadagni significativi. Ma è tipicamente 1 Tendenze sistematiche che spesso guidano le scelte degli investitori. Sono determinate da fattori psicologici, in contrasto con la razionalità, e compromettono il raggiungimento di adeguati rendimenti di portafoglio. Si veda Jeremy Siegel. Stocks for the long run. 2002 2 Il rischio può essere inteso come la possibilità di subire una perdita o di non ottenere i rendimenti attesi nella misura o nell’arco dell’orizzonte temporale previsto. accompagnato da livelli di rischio elevati. E, soprattutto, richiede un orizzonte temporale sufficientemente ampio affinché i rendimenti attesi si possano verificare. Di converso, investimenti a brevissimo termine, di tipo monetario, presentano generalmente un profilo di rischio basso e maggiore liquidità, ma generano guadagni contenuti. In sintesi, rendimenti potenziali elevati richiedono pazienza ed elevata propensione al rischio. Viceversa, l’avversione al rischio e la liquidità dell’investimento si associano generalmente a un basso rendimento. Comprendere questi principi è fondamentale per investire i risparmi nella giusta prospettiva, potendo così correlare efficacemente i bisogni da soddisfare nel corso della propria vita con il tipo di strumento finanziario più adatto. Le variabili che influenzano le aspettative di rendimento Le aspettative di rendimenti non ragionevoli sono determinate da diversi fattori. Si va dall’eccesso di fiducia, tipicamente nei confronti dell’attività finanziaria che meglio si conosce o per il mercato del proprio Paese, alle decisioni di investimento assunte in base alle performance passate o per imitazione di comportamenti di moda e fatti propri dalla massa, fino all’idea che esistano strumenti finanziari sistematicamente in grado di generare ritorni superiori, con una relazione estremamente favorevole con il rischio. PAG. 1 DI 3 Educazione all’investimento In realtà, non esistono stili o strategie d’investimento in grado di ottenere risultati soddisfacenti su tutti gli orizzonti temporali o in ogni contesto di mercato. Ad esempio, acquistare titoli caratterizzati da valutazioni inferiori alla media di mercato può essere una buona strategia per avere performance migliori del mercato. Ma i risultati possono essere colti solo nel medio periodo e quindi avendo a disposizione un orizzonte temporale almeno di 5 anni. L’analisi della storia In periodi normalmente considerati lunghi, come ad esempio il decennio, le asset class che hanno storicamente dimostrato di essere maggiormente redditizie non hanno dato rendimenti positivi con regolarità. Prendendo in considerazione il rendimento dell’investimento azionario3 negli ultimi 110 anni si rilevano numerosi casi in cui il decennio non è stato sufficiente a raggiungere rendimenti reali4 positivi. Ciò si è verificato circa 1 volta su 4. L’osservazione dei rendimenti storici è utile per stabilire alcuni punti fermi, collocando le attese di rendimento nell’ambito dei risultati che le diverse asset class hanno fatto registrare nel lungo termine. Su orizzonti temporali ampi, è evidente che le azioni hanno offerto risultati migliori rispetto alle obbligazioni e che queste, a loro volta, si sono comportate meglio degli investimenti a breve termine. Ma è altrettanto evidente che i rendimenti più elevati sono accompagnati da una più marcata volatilità. Rendimento percentuale medio annuallizato (*) Fonte: Elaborazione di Eurizon Capital SGR su dati Ibbotson (*) periodo di riferimento: Gennaio 1926-Febbraio 2011 Il confronto tra gli anni “migliori” e quelli “peggiori” Il modo più efficace per comprendere la variabilità dei rendimenti delle diverse attività è quello di osservare la migliore e la peggiore performance annuale per ogni asset class, confrontandole poi tra loro. L’investimento in azioni oppure in obbligazioni ad alto rendimento ha offerto anni con rendimenti elevati, ma anche periodi caratterizzati da perdite severe. Decisamente più basso il miglior rendimento di periodo delle obbligazioni governative a breve termine. Ma in questo caso neppure il più sfavorevole degli anni ha restituito un rendimento negativo. Migliori e peggiori rendimenti annuali (*) 3 Paniere composto per il 50% da azioni di paesi anglosassoni (USA e UK) e per il 50% di Paesi Europei (Germania, Francia e Italia), equipesati tra loro. Elaborazione Eurizon Capital SGR su dati Bloomberg. 4 Al netto dell’inflazione. Fonte: Elaborazione di Eurizon Capital SGR su dati Ibbotson. (*) periodo di riferimento: Gennaio 1926-Febbraio 2011. PAG. 2 DI 3 Educazione all’investimento Conclusioni L’analisi dei rendimenti di lungo periodo aiuta a creare consapevolezza e ad assumere le scelte di pianificazione finanziaria più corrette. Ma i rendimenti di lungo periodo non possono mai essere considerati come approssimazione per l’andamento dei mercati nel breve termine. La performance di medio-lungo termine di un’attività finanziaria dipende innanzitutto da quanto il prezzo d’acquisto dell’attività stessa si discosta dal suo valore intrinseco, calcolato sulla base dei fondamentali5. Il rendimento di lungo periodo sarà allora tanto maggiore quanto più il prezzo di mercato sarà inferiore a quello intrinseco, rendendo l’attività finanziaria sottovalutata. E viceversa. Il rendimento di lungo termine è però determinato anche da shock esogeni, di natura economica, finanziaria o socio politica, che modificano le aspettative degli investitori e, di conseguenza, la loro percezione dei livelli di sotto/sopra valutazione dell’attività. Tali fattori, peraltro, hanno a maggior ragione un impatto ancora più significativo nel breve periodo, rendendo potenzialmente più incerto e volatile il percorso di apprezzamento delle valutazioni espresse dal mercato. E di conseguenza abbreviandolo oppure allungandolo. 5 Nel caso di un’azione, per esempio, i fondamentali esprimeranno lo stato di salute della società emittente e quindi la sua capacità di generare utili, di distribuire dividendi o, ancora, la solidità della sua situazione patrimoniale e finanziaria. PAG. 3 DI 3