L`attualità della coscienza secondo Rosmini

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Mercoledì 29 agosto 2012
EDITORIALE
L’attualità della coscienza secondo Rosmini
ANDREA VACCARO
«Nel mondo della coscienza: verità, libertà, santità» è il titolo del tredicesimo
corso dei Simposi rosminiani che si terrà nel Collegio Rosmini di Stresa da oggi
a sabato primo settembre. Nel corso dell’incontro (organizzato dall’Istituto della carità, la congregazione religiosa fondata da Antonio Rosmini), la riflessione
rosminiana sulla coscienza, audace e lungimirante sarà occasione preziosa per
approfondire, tra i molti interventi, il tema dell’origine della coscienza nella
tragedia greca (Riccardo Di Giuseppe); della libertà di coscienza in Manzoni e
in Martha C. Nussbaum (Luca Badini Confalonieri e Antonio Delogu); del rapporto tra coscienza cristiana e politica, economia e società (Dario Antiseri, Luciano Malusa e Francesco Miano); del legame tra Rosmini e il concilio Vaticano II (Giuseppe Lorizio).
Rosmini, in effetti, può essere studiato anche come un lucido precursore della visione antropologica dell’ultimo concilio ecumenico, con particolare riferimento alla questione, molto cara al filosofo, del rapporto coscienza-libertà. Senza dubbio in sintonia con la concezione rosminiana è la
formula della “Gaudium et Spes” (n. 16): «La coscienza è il nucleo più segreto e il sacrario
dell’uomo, dove egli è solo con Dio, la cui voce risuona nell’intimità». E con pari facilità può risaltare l’associazione tra Rosmini e l’impianto generale della dichiarazione conciliare “Dignitatis humanae” sulla libertà religiosa, ove si ribadisce con forza che, in materia religiosa, nessuno deve essere costretto ad agire contro la propria coscienza, e a nessuno deve essere impedito di agire in
conformità a essa, privatamente o pubblicamente.
Per Rosmini, infatti, la coscienza morale non è propriamente la scelta pratica che l’individuo
compie tra il bene e il male e che può anche essere influenzata da una volontà inclinata a propensioni egoistiche e obnubilata da circostanze equivoche. La coscienza, piuttosto, è la consapevolezza, certa e pura, della legge morale insita in ciascun essere umano che, purtroppo, talvolta entra in
contraddizione, con le motivazioni della “ragion pratica”, del desiderio immediato e della voglie
contingenti. Una risposta, dunque, quella offerta da Rosmini, in nome della verità forte, contro un
relativismo che, nelle sue forme contemporanee, sembra non riuscire più a riconoscere l’assoluto e
i valori permanenti della natura umana.
Durante la prima giornata del convegno sarà presentata da Samuele Francesco Tadini l’edizione
critica dell’opera di Rosmini “Trattato della coscienza morale”. Vi si legge: «La dottrina intorno al1
la coscienza morale, benché per se stessa appartenente alla filosofia, ha qualche cosa in sé di divino. Ha divina l’origine, divino lo scopo: perché lo scopo è di rendere moralmente buoni tutti gli
uomini, scopo a cui non pensavano i filosofi mai. Vi pensò solo Iddio».
I Simposi nascono nel 2000 come continuazione della “Cattedra Rosmini”, fondata da Michele
F. Sciacca nel 1967 per riportare all’attenzione della cultura l’opera del pensatore beatificato il 18
novembre 2007. Il tema della coscienza, con quello dell’anima dello scorso anno (“Felicità e cultura
dell’anima”), rendono evidente l’attualità della riflessione rosminiana. Dopo il saluto di Vittorio
Sozzi, in rappresentanza del Servizio nazionale della Cei per il progetto culturale che collabora all’organizzazione, prenderanno parte ai lavori anche Franco Cassano, Giuseppe Cantillo, Ivan Salvadori. Sotto la regia di padre Umberto Muratore, direttore del Centro di studi rosminiani di Stresa.
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Testo pubblicato anche in:
centri culturali, fede e ragione, fede e società, questione antropologica
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