introduzione ad Da est la via della rosa.

FRANCO NAPOLETANO
DA EST LA VIA DELLA ROSA
Vetrata istoriata dell’occhio di facciata del Duomo di Arezzo: discesa dello Spirito
Santo sulla Madonna e sugli Apostoli. Opera di Guglielmo di Marcillat, eseguita
nel 1518. Per commenti su Guglielmo di Marcillat, si rimanda al lavoro di FN
“Capacità d’Amore”.
Se il sole sorge ad est, ad est bisogna guardare, se cerchi la luce!
In mezzo a tanta oscura confusione perché non parlare di luce?
La Luce è veramente buona, in tutti i sensi e derivati. E la luce si diffonde con l'amore,
generando e trasformando. E la memoria rimane nel mandorlo, la traccia resta
nell’osso.
” Torniamo alla parola ebraica "luz", i cui diversi significati vanno esaminati con
la massima attenzione: la parola ha comunemente il significato di «mandorla» (e
anche di «mandorlo», poiché designa, per estensione, sia l'albero sia il frutto) o
di «nocciolo»; ora il nocciolo è quanto vi è di più interiore e di più nascosto, ed
è completamente chiuso, dal che deriva l'idea di «inviolabilità» (che si ritrova nel
nome dell'"Agarttha").
La parola "luz", inoltre, è il nome che viene dato a una particella corporea
indistruttibile, rappresentata simbolicamente come un osso durissimo, particella alla
quale l'anima rimarrebbe legata dopo la morte e fino alla resurrezione.
Come il nocciolo contiene il germe, e come l'osso contiene il midollo, questo "luz"
contiene gli elementi virtuali necessari alla restaurazione dell'essere; essa si
opererà sotto l'influsso della «rugiada celeste», rivivificando le ossa disseccate; a
questo alludono le parole di san Paolo: «Seminato nella corruzione, risusciterà nella
gloria».
Anche qui, come sempre, la «gloria» si riferisce alla "Shekinah", considerata nel
mondo superiore. La «rugiada celeste» è in stretta relazione con essa, come si è
potuto vedere prima.
Essendo imperituro, il "Luz" è nell'essere umano il «nocciolo d'immortalità»,
così come il luogo designato con lo stesso nome è il «soggiorno d'immortalità»: là si
arresta, in entrambi i casi, il potere dell'«Angelo della Morte».
E' in certo senso l'uovo o l'embrione dell'Immortale; può essere paragonato
anche alla crisalide da cui deve uscire la farfalla; tale paragone traduce
esattamente il suo ruolo in rapporto alla resurrezione.”1
“ E Dio disse: Sia la luce. E la luce fu.”2
Prima di iniziare qualunque cosa, soprattutto dal punto di vista cristiano, è necessario
fare uno sforzo personale, per esprimere luce, che illumina e genera a vita rinnovata.
1
Il Re del Mondo,Rene Guenon, Ed.Adelphi Mi 1974, pag.74-75
2
Gen. 1,2
“ Voi siete la luce del mondo!” Per far comprendere meglio, si parla anche di sale:
“ Voi siete il sale della terra; ora, se il sale diviene insipido, con che lo si salerà?
Non è più buono a nulla se non ad esser gettato via e calpestato dagli uomini.
Voi siete la luce del mondo; una città, posta sopra un monte, non può rimaner
nascosta;
e non si accende una lampada per metterla sotto il moggio; anzi la si mette sul
candeliere ed ella fa lume a tutti quelli che sono in casa.
Così risplenda la vostra luce nel cospetto degli uomini, affinché vedendo le vostre
buone opere, glorifichino il Padre vostro che è nei cieli”.3
La conseguenza di questa condizione di essere luce fra gli uomini, è la realizzazione
immediata delle buone opere personali, il cui fine è fare sì che gli uomini glorifichino
il Padre di tutti.
Non si è buoni solo per se stessi o per gli altri, ma si è buoni per Dio, che di tutti è
Padre, e tutti unisce in Uno, qualunque siano la razza, la religione, il sesso di
appartenenza.
Occorre produrre luce, in semplicità, proprio come fanno i bambini, i cui angeli
vedono continuamente il volto del Padre (Matt. 18,10.)
Vale sempre il comando a diventare bambini di cuore (Matt.18, 3-4).
“ In quel mentre i discepoli si accostarono a Gesù, dicendo: Chi è dunque il maggiore
nel regno de’ cieli?
Ed egli, chiamato a sé un piccolo fanciullo, lo pose in mezzo a loro e disse: In verità io
vi dico: Se non mutate e non diventate come i piccoli fanciulli, non entrerete punto
nel regno dei cieli.”
Questo processo, di tornare alla semplicità dei bambini, diventa completo se vissuto
alla luce di: ” Gesù gli rispose dicendo:
In verità, in verità io ti dico che se uno non è nato di nuovo, non può vedere il regno di
Dio.
Nicodemo gli disse: Come può un uomo nascere quand’è vecchio? Può egli entrare
una seconda volta nel seno di sua madre e nascere?
Gesù rispose: In verità, in verità io ti dico che se uno non è nato d’acqua e di Spirito,
non può entrare nel regno di Dio. Quel che è nato dalla carne, è carne; e quel che è
nato dallo Spirito, è spirito.
Non ti meravigliare se t’ho detto: Bisogna che nasciate di nuovo. Il vento soffia dove
vuole, e tu ne odi il rumore, ma non sai né d’onde viene né dove va; così è di
chiunque è nato dallo Spirito.” 4
3
Matt.5,13-16
4
Giov.3, 3-8
La nascita di spirito è della stessa qualità, di quella avutasi alla Pentecoste, descritta in
Atti 2, 1-4 e riproposta da Guglielmo De Marcillat nel rosone del Duomo in Arezzo.
Il Maestro vetraio francese propone un percorso sapienziale, in cui suoi contemporanei
come Piero della Francesca, Leonardo da Vinci, Raffaello vengono presentati come
testimoni e trasmettitori di fatti formidabili.
La nascita in spirito è la chiave necessaria per comprendere la qualità della dignità del
Cristiano, che svela la sua magnificenza nell'umiltà dell'Ancella Domini (mi sia fatto,
secondo la Tua volontà). Questo aspetto maestoso della vita va riportato, con tutta la
Sua grazia, nella nostra vita quotidiana.
La povertà di spirito e la mansuetudine danno maggiore materiale per fare ardere a
questa luce. La povertà dello spirito - la madonna povertà di San Francesco o il faqr
divino per altri - è tale solo se la candela della vita si fa accendere dall’ Io sono la
Luce del mondo, di Giov.9, 5.
E' con questa Luce, che l'innamorato Paolo di Tarso illuminò e illumina le genti nel
Nome dello Sposo.
Nella vita quotidiana, prima di operare qualunque cosa, sia minima sia grande, è
necessario operare uno sforzo personale di luce; non si può procedere al buio; se vedo
con attenzione, so dove metto il piede: La tua parola è una lampada al mio piede ed
una luce sul mio sentiero.5La trasfigurazione personale porta come conseguenza la
rigenerazione del proprio mondo.
Se io faccio la mia parte, col cuore puro di Abele, il Padre fa la sua e nessuno può
superare la generosità della Divinità. Se do 1 ricevo 100, se do 10 ricevo 1.000:
l'abbondanza aumenta in modo esponenziale e la benedizione d'amore si propaga,
come una reazione nucleare a catena. Al chiarore dell'aurora, in modo dolce, si hanno
esplosioni di luce increata.
E tutto questo avviene nel silenzio della prima luce del mattino; è per questo che Maria
è anche la Vergine attenta della Porta dell'Aurora.
Luce! Anche una piccola fiammella si vede da grandi distanze; mai sottovalutare il
giorno delle piccole cose; è per questo che occorre fare luce nel proprio quotidiano,
partendo dalla quiete della propria stanzetta.
Ci si siede con calma e, accesa la candela, si lascia che i brontolii della carne e del
sangue si ammansiscano, fino a tacere completamente; ci si apre alla presenza divina
in piena fiduciosa attesa, mentre la debole luce illumina a poco a poco l'intera stanza e
coloro, che sono lì presenti.
Un piccolo momento di presenza produrrà un sano ristoro, capace di infondere
maggiore chiarezza d'idea, per lo svolgimento dell'attività quotidiana.
5
Salmo 119,
Se Maria è la Regina del Rosario dei Crociati6, Lei è anche la Signora delle rose.
Alcuni dicono che bisogna " passare per la croce, se si vuole giungere alla rosa ", ad
rosam per crucem.
Ma di quale qualità di rosa e di croce si vuole parlare?
Un amico, ad esempio, dice che non si può trovare una rosa senza spine. Non si
possono raccogliere le rose, senza versare sangue 7.
“ Secondo una leggenda, narrata da P.Giacomo Oddi nel volume La Franceschina,
l’Indulgenza del perdono d’Assisi, concessa nel 1216 per richiesta di Francesco per la
chiesetta di Santa Maria degli Angeli da Papa Onorio III, per il giorno 2 agosto d’ogni
anno, deve la sua origine proprio alla fioritura di quelle rose benedette.
San Francesco la notte del primo gennaio per vincere una tentazione si gettò nudo in
una macchia di rovi, ricoperti di neve. La leggenda afferma che quei rovi fiorirono di
rose bianche e vermiglie.
Francesco colse alcune di quelle rose e le portò in chiesa, dove trovò Gesù e sua Madre
ad attenderlo.
Ci fu un colloquio paradisiaco e come memoria di quella visita il Santo chiese
l’Indulgenza per coloro che, pentiti dei peccati, entrassero a pregare nella piccola
chiesa.
Per l’intercessione di Maria, Gesù accondiscese alla richiesta di Francesco, ponendo
come condizione l’approvazione del Papa: perché è lui che lega e scioglie in terra.
A questa condizione, il Santo chiese quali argomenti avrebbe portato al Papa per
convincerlo a rendere esecutivo il dono. E Gesù: ” tolle de le rose rosce e bianche,
nate nel mese di ienario, le quali tu ‘ ai colte nella disciplina del tuo corpo, portane
quante te né pare...”8
8
6
Leggenda medioevale della diffusione del sacro rosario in Europa dal ritorno dei crociati dalla Terra Santa.
7
Abd Al Kadir Jilani.
“Piero della Francesca, Pittore teologo” di P. Giulio Renzi, Rettore della Basilica di S. Francesco d’Arezzo.
Particolare del rosone di facciata della Basilica di San Francesco, in Arezzo.
Opera di mirabile fattura, realizzata dal Maestro vetraio francese Guglielmo di Pietro
De Marcillat nel 1524.
Accanto al Francese, con collegamenti più o meno palesi, operava un particolare
gruppo di persone, che Guglielmo di Marcillat ha presentato nelle sue opere, non
ultimo e non senza giustificato motivo, lo stesso Leonardo da Vinci: col volto di
questo Maestro, e non certo a caso, il Raffaello, anch’egli presentato da Guglielmo in
questa vetrata, darà l’aspetto fisico al suo Platone nella Scuola d’Atene.
Penso che l'esempio di vita cristiana dato da San Francesco sia molto importante, in un
momento delicato come questo attuale, dove l’umanità è stata marchiata, dalla
diffidenza della separazione, prodotta dall’odio socio-politico- religioso-razzialeeconomico.
Occorre costruire una vera cultura planetaria, fondata sulla nobiltà umana, propria
della razza umana, comprensiva dell’intera specie di tutte le età. Tutti uguali e figli a
pieno titolo dello stesso Padre, se sappiamo guardarci con gli occhi dell'amore del
Cristo.
L'Amore non è un sentimento, ma è l'Energia del Padre da trasmettere, tramite la
Chiesa a tutti, senza tribunali e inquisizioni, ma col candore umile di Maria, la Madre
di tutti i viventi.
Occorrerebbe trasformare ogni atto della vita in una Pasqua permanente: chi dice rose,
dice pasqua, chi dice pasqua, dice resurrezione.
Ma resurrezione di che, di chi o di che cosa?
Di Dio? La Divinità di Dio ha bisogno di risorgere?
Di Cristo? Ma Cristo, che è uno da sempre col Padre, non è forse già Dio?
Ma allora chi o cosa deve risorgere?
Qualche cosa o qualcuno che ha in sé, in modo evidente, la traccia divina: l'umanità
forse?
E se fosse proprio l’Umanità, nella figura dell’Uomo Universale, cioè la Chiesa,
guidata dal Paraclito, quella che deve, nei confronti di tutti gli esseri sistema solare,
”… manifestare a tutti quale sia il piano seguito da Dio riguardo al mistero che è
stato fin dalle più remote età nascosto in Dio, il Creatore di tutte le cose, affinché nel
tempo presente, ai principati ed alle potestà, ne’ luoghi celesti, sia data a conoscere,
per mezzo della Chiesa, la infinitamente varia sapienza di Dio, conforme al
proponimento eterno, ch’Egli ha mandato ad effetto nel nostro Signore, Cristo Gesù;
nel quale abbiamo la libertà d’accostarci a Dio, con piena fiducia, mediante la fede in
lui.
Perciò io vi chiedo che non veniate meno nell’animo a motivo delle tribolazioni ch’io
patisco per voi, poiché esse sono la vostra gloria ... Per questa cagione, dico, io piego
le ginocchia dinanzi al Padre, dal quale ogni famiglia ne’ cieli e sulla terra prende
nome, perché Egli vi dia, secondo le ricchezze della sua gloria, d’esser potentemente
fortificati mediante lo Spirito suo, nell’uomo interiore, e faccia sì che Cristo abiti per
mezzo della fede nei vostri cuori, affinché, essendo radicati e fondati nell’amore, siate
resi capaci di abbracciare con tutti i santi quale sia la larghezza, la lunghezza,
l’altezza e la profondità di dell’amore di Cristo, e di conoscere questo amore che
sorpassa ogni conoscenza, affinché giungiate ad esser ripieni di tutta la pienezza di
Dio. Or a Colui che può, mediante la potenza che opera in noi, fare infinitamente al di
là di quel che domandiamo o pensiamo, a Lui sia la gloria nella Chiesa e in Cristo
Gesù, per tutte le età, nei secoli dei secoli. Amen.“ 9
Re-surgere, ri-alzare, ma si alza di nuovo solo chi è disteso o chi è caduto...
E se ci fosse allora chi cade apposta per risorgere"?
“L'alma alla sua stella riede” dice Padre Dante, terziario francescano, indicando con
questo il lignaggio della fratellanza, in cui l’Alighieri dimorava, oltre al suo essere
Fedele d’Amore.
Sempre Dante parlando del transito di Francesco dice con la sua consueta autorità: ” E
del suo grembo l’anima preclara, mover si volle, tornando al suo regno”.
Ci s’incarna con lo scopo di trasfigurare in amore la Terra, che attende la carezza del
Cielo. Le galassie attendono con brama immensa la manifestazione dei figli di reDio,
che come Chiesa ha il compito di svelare ai principati e alle potestà dei luoghi celesti
la infinitamente varia sapienza di Dio, che si svela in tutta la sua maestà in Cristo
Gesù, il Signore:Efesini3,9-21
99
Efesini 3, 9-21.
Francesco, creatura divina, può predicare agli uccelli perché conosce la lingua degli
angeli. Ha un culto particolare per San Michele Arcangelo, perché l’Arcangelo è un
Ponte speciale per l’Umanità, che sta attraversando un baratro particolare, in questo
inizio di millennio. Non dimenticare che gli angeli non sono oggetto di adorazione,
ma ministri al servizio dell’uomo, che ha il cuore secondo Dio(Marco 1,13).
C’era nella cappella della Verna (quella vicina a dove Francesco rivelò, sia in Lui che
fuori di Lui, in una notte di fuoco, il sigillo di Michele, che già portava dentro
vivente) un crocefisso brunito, dove la Croce è avvolta dalle Sei Ali dell’Arcangelo.
Dopo la visita di Giovanni Paolo II alla Verna, 17 settembre 1993, quel crocifisso è
stato sostituito con un altro, bello da vedere, ma materiale, con valenza energetica
rovesciata.
Come san Bonaventura da Bagnoregio ha cercato di occultare la verità di Francesco
d’Assisi, facendo chiamare quel Sacro Posto, “cappella di san bonaventura” allo
stesso modo la profanazione è continuata anche al tempo di Giovanni Paolo II. In
quel calice brunito sostituito è condensata la potenzialità della realtà della stirpe
umana, che come anima collettiva angelicata deve fiorire nel cosmo, che trepidante
attende.
Bonaventura, col suo gruppo di potere, cercò di insabbiare la missione di Francesco,
ma non potendolo fare bruciare come eretico, si accanì contro Elia d’Assisi/Cortona,
perché, come Francesco, era amico, diplomatico e consigliere di Federico II
Hoenstaufen.
Elia ha edificato la basilica di Assisi, come architetto e da progettatore ha fatto
realizzare Castel Del Monte, monumento sapienziale e centrale energetica
federiciana, che ancor oggi svolge un’opera particolare, per il quadrante occidentale.
Tutti i documenti del tempo, relativi ai rapporti fra Imperatore e Primi francescani,
sono stati o contraffatti o bruciati. Tutto per nascondere la grande Verità che
Francesco, nuovo Cristo, ha riportato agli uomini immemori, e quindi bisognosi di
risorgere, che l’uomo, biologicamente, è l’olio della natura e che come tale,
immergendosi nella linfa vitale della terra, torna a galla, informando di sé tutta la
sfera della vita evolutiva e compendiando in se stesso l’intero iter evolutivo della
creazione: tale è la dignità nell’intero creato dell’Uomo Universale.
Nel salire a galla, l’Umanità come specie, porta nel proprio DNA l’intera creazione,
dove cielo e terra, con tutti i loro abitanti, sono Uno.
Non abbiamo bisogno di parassiti, che sotto le spoglie ladronesche di falsi pastori,
vogliono succhiare il nostro spirito vitale. Nella nostra costruzione fisica c’è il
propellente che permette all’anima di fare questo viaggio cosmico.
Il mio amico Arthur Rimbaud aveva intuito questo, quando scriveva: “ ho teso corde
da campanile a campanile, ghirlande da finestra a finestra, catene d’oro da stella a
stella, e danzo”.10 Questo Viaggiatore galattico, nel momento del suo transito, tra i
10
Opere,Arthur Rimbaud,Ed. Feltrinelli,1969 Mi,Frasi pag.271
deliri della cancrena, dove la morfina nulla più poteva, seppe invocare Allah, il più
misericordioso, il più compassionevole e su Lui immediatamente scese l’agognata
pace.
Resurrezione, rotolare la pietra,11 quella del vitriolvm, punto di passo, tanto ricercato
da chi ama l’osso della mandorla, Luz o il soggiorno d’immortalità.12 Eppure la via da
percorrere passa diritta nello sguardo illuminato del bimbo, che ama per amare e non
sente il bisogno di spiegare cosa sia l’amore. Il bimbo e gli angeli cantano, così le
galassie gioiscono. Tutto questo avviene nella frazione del battito di ciglio.13
11
Inf.XXXIV,131
12
Il Re del Mondo, Adelphi 1977 Mi, cap.VII.
13
Capacità d’amore,Franco Napoletano,Ed.La Riflessione,2012,pag18 e segg.