Comunicato stampa Presentata oggi, alla Camera dei Deputati, la

Comunicato stampa
Presentata oggi, alla Camera dei Deputati, la seconda edizione del Rapporto sul Neo-Welfare del
Gruppo Assimoco “Un Neo-Welfare per la famiglia 2.0. Cooperare e proteggere i bisogni della
società reale”. Attraverso un'approfondita analisi sociologica dei dati degli ultimi mesi, il
Rapporto fa il punto della situazione e di racconta di casi virtuosi di Welfare familiare integrato e
innovativo esistenti nel mondo della Cooperazione Italiana.
Roma, 27 maggio 2015. E’ stato presentato questa mattina, presso la Camera dei Deputati, a
Palazzo San Macuto a Roma, la seconda edizione del Rapporto “Un Neo-Welfare per la famiglia
2.0. Cooperare e proteggere i bisogni della società reale”, promosso da Assimoco, da oltre 35
anni Gruppo Assicurativo di riferimento del Movimento Cooperativo Italiano.
Alla mattinata sono intervenuti rappresentanti delle Istituzioni, della società civile e dell’economia,
tra questi: Giuliano Poletti Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali e Maurizio Gardini
Presidente di Confcooperative. Ha chiuso i lavori Monsignor Paolo Gentili, Direttore Ufficio per la
Famiglia della Cei, Conferenza episcopale italiana. “Abbiamo deciso di focalizzare la seconda
edizione del Rapporto sulla famiglia”, ha detto Ruggero Frecchiami, Direttore Generale di
Assimoco.
“Un Neo-Welfare per la famiglia 2.0. Cooperare e proteggere i bisogni della società reale” è infatti
il titolo dell’edizione 2015 i cui motivi ispiratori sono i medesimi dello scorso anno: contribuire alla
costruzione di un sistema di protezione sociale che possa incorporare la copertura pubblica e
privata individuale e mutualistico­assicurativa”, ha proseguito il Direttore Generale del Gruppo
Assimoco.
Dal Rapporto è emerso che sono ben 21 le tipologie di famiglia italiane con esigenze di welfare
molto diverse tra loro. Si tratta di famiglie che hanno mostrato una maggiore sensibilità rispetto
alla percezione dei grandi rischi e che, nonostante una situazione economica complessa, hanno
metabolizzato la crisi e imparato a reagire.
Dati alla mano l’88,3% delle famiglie ha cercato di fare il meglio che poteva col reddito
complessivo a disposizione e il 43,9% ha svolto lavori e lavoretti aggiuntivi per incrementare le
disponibilità familiari. L’87,2% delle famiglie ha imparato a consumare, il 51,1% ha risparmiato per
poter restare “liquido” in vista di possibili imprevisti o per l’incertezza circa eventuali investimenti
da fare e l’80,2% ammette di essersi abituata a vivere in maniera più sobria.
“Questa seconda edizione del Rapporto si muove sulla base degli stessi motivi ispiratori dello
scorso anno, cioè sulla necessità di ripensare il nostro sistema di welfare che deve affrontare un
processo di revisione/riduzione della spesa pubblica, mentre si è in presenza di ulteriori e più
articolati bisogni sociali, resi più evidenti dall’impatto che ha avuto la crisi, sull’esigenza di
trovare soluzioni appropriate rispetto alla tutela dei propri bisogni sociali anche attraverso una
maggiore responsabilizzazione in tema di protezione e autoprotezione e, infine, su una
rivisitazione dei sistemi di protezione sociale in una logica di Neo-Welfare.
Questi sono i temi su cui dovranno convergere e integrarsi una molteplicità di soggetti e di risorse:
di tipo pubblico, privato-aziendale e interaziendale, mutualistico-cooperativo, privato individuale e
familiare”, ha spiegato Nadio Delai, Presidente di Ermeneia Studi e Strategie di Sistema, società
capitolina che, come lo scorso anno ha curato il Rapporto.
Nel Rapporto (che ha preso in esame un campione di 1500 capifamiglia) è emerso che il processo
di metabolizzazione positiva della crisi sta inducendo anche una maggiore sensibilità verso i
grandi rischi che possono investire la famiglia, tanto più che la protezione del sistema pubblico e
quella derivante dalla tradizionale solidarietà familiare, non forniscono ormai più un livello di
sicurezza sufficiente.
L’esigenza percepita di una maggiore copertura dei grandi rischi per la famiglia riguarda più di
metà degli intervistati: il 55,9% per una grave malattia del capofamiglia, il 53,9% per gli infortuni
del medesimo, il 53,3% per l’invalidità/non autosufficienza permanente sempre di quest’ultimo.
Visto la quota relativamente limitata dei già assicurati (tra il 18 e il 23%), è interessante verificare
come la consapevolezza di doversi assicurare ex-novo, o di doversi assicurare di più rispetto a oggi,
tocchi complessivamente percentuali che si aggirano attorno all’80% degli intervistati.
Come lo scorso anno il Rapporto, oltre ad analizzare i dati della popolazione italiana, intende dare
un contributo concreto e fattivo in materia di welfare, raccontando casi virtuosi a livello nazionale
e internazionale. Una sezione del Rapporto analizza e confronta la situazione italiana con quella
danese. La Danimarca, infatti, è indicata dall’Onu come uno degli Stati più felici al mondo (il terzo
dopo Svizzera e Islanda secondo il World Happiness Report appena pubblicato) cui prendere
spunto sia per superare la crisi economica, sia per pianificare sistemi di welfare che possano
favorire un equilibrio e un benessere diffuso. Il Gruppo Assimoco ha quindi chiesto a Meik Wiking,
CEO di “Happiness Research Institute” di Copenhagen di collaborare alla stesura del Rapporto
2015 fornendo spunti di riflessione e suggerimenti pratici per migliorare la situazione italiana
(Paese che quest’anno si colloca al 50esimo posto su 158 Paesi nella classifica World Happiness
Report).
Una delle principali ragioni per cui la Danimarca risulta spesso ai primi posti tra i diversi Paesi è
costituita da un senso condiviso di sicurezza. Servizi come la sanità pubblica gratuita e il sussidio di
disoccupazione (sempre pubblico) riducono incertezze e preoccupazioni, e, in tal senso, si può
affermare che i vantaggi del modello di welfare nazionale contribuiscono di molto a prevenire
l’infelicità.
“È anche necessario ricordare che il raggiungimento di un buon livello di benessere si ottiene
anche attraverso la cooperazione che si instaura tra il pubblico e il privato, il tutto
accompagnato dal ruolo svolto dal sistema assicurativo”, ha spiegato il direttore di The
Happiness Research Institute.
In Danimarca tutti i cittadini hanno accesso a un’assistenza sanitaria di qualità, esistono istituzioni
pubbliche per la tutela delle fasce più deboli e risulta praticato il diritto all’assistenza economica
nei confronti dell’eventuale disoccupazione nell’ambito del mercato del lavoro flessibile e pur
tuttavia sicuro. “Perciò i danesi hanno meno preoccupazioni nella vita quotidiana rispetto alla gran
parte dei cittadini di altri Paesi, con il vantaggio dunque di disporre di una solida premessa per
raggiungere un elevato indice di felicità”, ha spiegato Wiking nel Rapporto Assimoco “Un Neo­Welfare per la famiglia 2.0. Cooperare e proteggere i bisogni della società reale”.
La mattinata si è conclusa con una tavola rotonda, dal titolo “Esperienze di multiservice per le
famiglie”, in cui sono stati illustrati alcuni casi di cooperazione più virtuosi selezionati dal Gruppo
Assimoco. Si tratta di esperienze concrete, nate per lo più all’interno di specifiche realtà locali, che
hanno cercato di rispondere alle necessità della famiglia attraverso una “logica di filiera”,
combinando cioè più servizi contemporaneamente, in sintonia con i bisogni di protezione e di
promozione di una famiglia che cresce, si sviluppa oppure si rompe e magari successivamente si
ricompone con altri partner.
Alla tavola rotonda, moderata dal giornalista del Corriere della Sera, Stefano Righi, hanno
partecipato Elisa Cappello, Presidente della Cooperativa Sociale Sumo, Graziella Vavassori,
Presidente dell’Associazione L’Arcobaleno Onlus, Carlo Giuseppe Ramondetti, Direttore
Generale della Banca Alpi Marittime di Credito Cooperativo, Fabrizio Tagliabue, Presidente della
Cooperativa Famiglie e Dintorni, Pino Bruno, Presidente Cooperativa del Consorzio La Città
Essenziale.
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Gruppo Assimoco
Fondata nel 1978, Assimoco è costituita da un patrimonio di storia e valori in costante movimento,
quelli del Movimento Cooperativo Italiano.
L’offerta di Assimoco è in grado di soddisfare i fabbisogni assicurativi delle persone e delle imprese
attraverso una gamma caratterizzata da un’ampia copertura di rischi.
Gli azionisti sono R+V Versicherung AG, che è il secondo gruppo assicurativo in Germania ed è la
compagnia di bandiera del Mondo Cooperativo tedesco; Federazione delle Cooperative Raiffeisen;
Fondosviluppo; Confcooperative (Confederazione Cooperative Italiane); il Credito Cooperativo
(BCC).
I numeri del Gruppo Assimoco
I partner intermediari: 358 Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali; 14 Agenzie di
Riferimento Territoriale (ART); 92 Agenzie tradizionali e di Cooperazione.
Al 31 dicembre 2014, il Gruppo Assimoco ha conseguito una raccolta totale, premi emessi danni e
vita, pari a 1,011 miliardi di euro (la raccolta totale al 30 giugno 2014 ammontava a 639,8 milioni
di euro).
Le attività finanziarie gestite al 31 dicembre 2014 ammontano a 2,72 miliardi di euro.
L'utile del ramo danni al 31 dicembre 2014 è pari a 12,03 milioni di euro (era pari a 7,1 milioni di
euro a fine 2013).
L'utile del ramo vita relativo al 31 dicembre 2014 è pari a 5,5 milioni (era a quota 3,7 milioni a fine
2013).