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Cari Amici,
il Diavolo fa le pentole ma non i coperchi. Questo antichissimo proverbio di saggezza popolare, in
poche parole significa che le astuzie e le malvagità degli uomini possono fornire il recipiente per
contenere i tradimenti, i rinnegamenti, ma non il coperchio per tenerli nascosti, perché poi… tutto
viene a galla! In altre parole, il Diavolo è il simbolo di un cattivo consigliere e la decisione delle
nostre autoritá europee di togliere dalla Costituzione Europea la radici “cristiane”, non è una
operazione completa ed é drasticamente imperfetta. Il proverbio in questione quindi, significa che è
meglio non organizzare azioni false, cattive e disoneste, perché è facile che si ripercuotano contro
chi le ha pianificate e commesse. E coloro che le fanno ne pagano prima o poi le conseguenze.
Applicato all’Europa, il proverbio in questione vuol dire che, avendo l’Europa rinnegato le sue
radici cristiane, sta diventando piano piano un continente privo della propria identitá, corrotto, alla
deriva, vittima dell’Islam. Inoltre, il cristianesimo, cacciato dalle porta, in Europa, è rientrato dalla
finestra e nessuno se ne è accorto. In che modo? Continuate a leggere!
Che sia una di quelle “furbizie della Storia”? Certamente il caso è curioso. Giovedì 10 luglio, 2004
a Bruxelles, con solenne cerimonia è stata presentata la bozza definitiva della Costituzione d'
Europa. E' quella, nella cui introduzione, di proposito, non si è fatto il nome del Cristianesimo, che
sta alle radici dell’Europa, provocando le polemiche e la protesta della Santa Sede. Ma questa stessa
Costituzione, nel definire i propri simboli, dice solennemente che la bandiera europea è azzurra con
dodici stelle disposte a cerchio. Ebbene: sia i colori, sia le stelle, e sia la loro disposizione a cerchio,
vengono direttamente dalla devozione mariana; sono un segno chiaro di omaggio alla Madonna. Le
stelle, in effetti, sono quelle di cui parla l’Apocalisse al dodicesimo capitolo: «Nel cielo apparve poi
un segno grandioso: una Donna vestita di sole con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una
corona di dodici stelle». Quella Donna misteriosa, per la tradizione cristiana, è la madre di Gesù.
Anche i colori derivano da quel culto: l’azzurro del cielo e il bianco segno della purezza, della
verginitá; (all’inizio il colore delle stelle era bianco, poi cambiato in oro; ma anche l’oro è il colore
della divinitá). Pochi lo sanno (neppure i nostri grandi governanti dell’Europa lo sanno), ma la
bandiera che sventola su tutti gli edifici pubblici dell’Europa (e il cerchio di stelle che è sulle targhe
di ogni automobile europea) sono l’invenzione di un pittore, molto devoto della Madonna che nel
presentare il progetto di bandiera, si ispirò alla sua grande devozione mariana. La storia inizia nel
1949 quando, Strasburgo, bandì un concorso
d'idee, aperto a tutti gli artisti europei, per una bandiera europea. Alla gara partecipò pure Arsène
Heitz, un giovane e poco conosciuto disegnatore. Heitz, come moltissimi cattolici, portava al collo
la cosiddetta «Medaglia Miracolosa», diffusa in seguito alle visioni, nel 1830, a Parigi, di santa
Catherine Labouré. Questa religiosa rivelò di avere avuto incarico dalla Madonna stessa di far
preparare e di diffondere una medaglia dove ci fossero le dodici stelle dell’Apocalisse e
l’invocazione: «Maria, concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a te».
La devozione si diffuse nel mondo cattolico intero e quella «Medaglia Miracolosa» diventó uno
degli oggetti più diffusi, con molte centinaia di milioni di esemplari. Ne aveva al collo una di stagno
e legata con uno spago anche santa Bernadette Soubirous quando, l’11 febbraio del 1858, ebbe la
prima apparizione della Signora, che apparve vestita proprio di bianco e di azzurro. Ebbene, Arsène
Heitz non era soltanto uno degli innumerevoli cattolici ad avere su di sé quella Medaglia nata da
un’apparizione, ma aveva anche una speciale devozione all' Immacolata. Dunque, pensò di ideare il
suo disegno con le stelle disposte in circolo, come nella Medaglia, su uno sfondo di azzurro
mariano. Il bozzetto di Heitz con sua sorpresa, vinse il concorso, e nel 1955, fu adottato
ufficialmente come bandiera della nuova Europa. Provvidenza volle che la commissione che
esaminava i bozzetti era presieduta da un belga di origine ebraica, che non conosceva le origini del
simbolo, ma fu profondamente colpito dai colori, che erano quelli dello Stato d’Israele, blu e bianco
(all’inizio le 12 stelle erano bianche). Inoltre egli vide nelle 12 stelle i dodici figli di Giacobbe e le
tribù di Israele e, cristianamente parlando, i 12 Apostoli di Gesù. Dunque, c’era l’ebraismo e il
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cristianesimo, che ha costruito il l’Europa, uniti in un’unica bandiera. Nel 1955 il bozzetto fu
accettato definitivamente come bandiera della nuova Europa. Ci furono critiche: perché 12 stelle,
dal momento che gli Stati Europei, allora, erano soltanto 6? Arsène Heitz, pur non rivelando la
fonte religiosa della sua ispirazione per non creare contrasti, riuscì a convincere gli esaminatori dei
bozzetti, affermando che il dodici era, per la sapienza antica, «un simbolo di pienezza» e non
doveva essere cambiato neanche se le Nazioni aderenti all’Europa avessero superato quel numero.
Come infatti avvenne e cosí ora è stato stabilito definitivamente dalla nuova Costituzione. Quel
numero di stelle profetizzato dall’Apocalisse, che fanno corona sul capo della «Donna vestita di
sole» non sarà piú cambiato. E per finire, un ultimo particolare che può essere motivo di riflessione
per noi credenti: la riunione solenne, durante la quale la bandiera dell’Europa fu adottata, si tenne
nel 1955. E indovinate in quale giorno? L’8 dicembre, quando cioè la Chiesa celebra la festa della
Immacolata Concezione. E attenzione, quel giorno non fu un giorno scelto appositamente dai capi
di Stato, ma fu deciso solo sulla base degli impegni politici dei capi di Stato. Per molti, certamente
fu un caso. Ma forse, per altri, fu un segno umile ma preciso di un’ “altra” realtà, e cioé che per
almeno altri mille anni, sino alla fine dell’Europa, proprio Maria sia la protettrice di tutto il
Continente come «Regina d' Europa».
I nostri “cari” governanti dell’Europa hanno cacciato Cristo dalla porta dell’Europa, ma non si sono
accorti, che sua Madre, la Vergine Maria è entrata dalla finestra.
Un caro saluto
Medaglia miracolosa
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GESÙ TRA I DOTTORI DEL TEMPIO
Nel tempio di Gerusalemme spesso si riunivano i vari gruppi dei Dottori della Legge di Mosé, di
diversa opinione e di diversa interpretazione della legge di Dio, per discutere su un argomento
religioso (una specie di moderno “talk show” che significa “spettacolo di conversazione” o
“programma di parole”; il “talk show” è un genere di programmi televisivi di stampo giornalistico
basato su interviste e dialoghi tra un giornalista o presentatore e uno o più intervistati o ospiti del
programma, invitati a parlare di qualsiasi argomento). Gesú è in mezzo alla folla che si era riunita
per ascoltare quella disputa.
Fra i “dottori” c’era un gruppo guidato formato da Gamaliele, e da Hillel, molto vecchio e quasi
cieco.
Il gruppo di Gamaliele-Hillel ha vedute più larghe, mentre un secondo gruppo, che è il più
numeroso, è guidato da uno che si chiama Sciammai, ed è dotato di una durezza e intransigenza
piena di rabbia e di livido contro chi non la pensa come lui. Gamaliele, circondato da un folto
gruppo di discepoli, parla della venuta del Messia e, appoggiandosi alla profezia di Daniele,
sostiene che il Messia deve ormai essere nato, perché il Tempio ormai è stato costruito e poi, da
una decina d’anni circa, le settanta settimane profetizzate da Daniele per la nascita del Messia,
sono giá finite. Sciammai, invece lo combatte affermando che, se è vero che il Tempio è stato
riedificato, è anche vero che la schiavitù di Israele è aumentata, e la pace, che avrebbe dovuto
portare il Messia, che i Profeti chiamavano «Principe della Pace», è ben lontana dall’esserci nel
mondo e specialmente a Gerusalemme, oppressa da un nemico, i Romani, che osano spingere la
loro dominazione fin dentro il recinto del Tempio, dominato dalla torre Antonia, piena di legionari
romani, pronti ad allontanare con la spada ogni tumulto di indipendenza ebraica.
La disputa, piena di cavilli, va per le lunghe. Ogni maestro fa sfoggio di erudizione, non tanto per
vincere il rivale, quanto per imporsi all’ammirazione degli ascoltatori.
Sul piú bello, dal folto del gruppo degli ascoltatori esce una fresca voce di fanciullo, che grida:
«Gamaliele ha ragione».
La folla, e tutti i dottori, si girano dalla parte della voce. Si cerca colui che aveva parlato. Ma non
occorre cercarlo. Non si nasconde. Quel fanciullo si fa largo da sé e si avvicina al gruppo dei
“dottori”.
È Gesu, adolescente. È sicuro e chiaro, con due sfavillanti occhi pieni di intelligenza.
«Chi sei?» gli chiedono.
«Sono un figlio di Israele venuto in pellegrinaggio a compiere ciò che la Legge di Dio ordina».
La risposta ardita e sicura piace e ottiene sorrisi di approvazione e benevolenza. I dottori
continuano ad interessarsi del piccolo israelita.
«Come ti chiami?».
«Gesù di Nazareth».
Nel gruppo di Sciammai, cresce l’agitazione e la rabbia. Ma Gamaliele, più benigno, prosegue il
dialogo insieme ad Hillel. Anzi è proprio Gamaliele che con rispetto dice al vecchio Hillel: «Chiedi al
fanciullo qualcosa».
«Su cosa fondi la tua sicurezza?» chiede Hillel.
Gesù: «Sulla profezia che non può sbagliare circa il tempo e sui segni che l’hanno accompagnata
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quando fu il tempo del suo avverarsi. È vero che Cesare ci domina. Ma il mondo era tanto in pace e
la Palestina tanto in calma quando si compirono le settanta settimane; e per questo fu possibile a
Cesare di ordinare il censimento nei suoi territori. Non lo avrebbe potuto fare se ci fosse stata la
guerra nell’Impero e le sommosse in Palestina. Potete avere dubbi? Non ricordate che la stella fu
vista dai Sapienti d’Oriente e che andò a posarsi proprio sul cielo di Betlemme di Giuda e che le
profezie e le visioni, da Giacobbe in poi, indicano quel luogo come quello destinato ad accogliere la
nascita del Messia, figlio del figlio del figlio di Giacobbe, attraverso Davide che era di Betlemme?
Non ricordate Balaam? “Una stella nascerà da Giacobbe”. I Sapienti d’Oriente, che la purezza e la
fede rendevano occhi e orecchi aperti, hanno visto la stella e compreso il suo nome: “Messia”, e
sono venuti ad adorare la Luce scesa nel mondo».
Sciammai, con sguardo livido: «Tu dici che il Messia nacque nel tempo della stella a BetlemmeEfrata?».
Gesù: «Io lo dico».
Sciammai: «Allora non c’è più. Non sai, fanciullo, che Erode fece uccidere tutti i nati di donna, da un
giorno a due anni d’età, di Betlemme e dintorni? Tu, tanto sapiente nella Scrittura, devi sapere anche
questo: “Un grido s’è sentito nell’alto… È Rachele che piange i suoi figli”. Le valli e le montagne di
Betlemme, che hanno raccolto il pianto di Rachele morente, sono rimaste piene di pianto, e le madri
l’hanno ripetuto sui figli uccisi, ai tempi di Erode. Fra esse c’era certo anche la Madre del Messia».
Gesù «Ti sbagli, o vecchio. Il pianto di Rachele si è cambiato in osanna, perché là dove essa ha dato
alla luce il “figlio del suo dolore”, la nuova Rachele, cioè la Madre del Messia, ha dato al mondo il
Beniamino del Padre celeste, il Figlio della sua destra, Colui che è destinato a riunire il popolo di
Dio sotto il suo scettro e a liberarlo dalla più tremenda schiavitù».
Sciammai: «E come, se Egli fu ucciso?».
Gesù: «Non hai letto di Elia? Egli fu rapito dal cocchio di fuoco. E non potrà il Signore Iddio aver
salvato il suo Emmanuele perché fosse Messia del suo popolo? Egli, che ha aperto il mare davanti
a Mosè perché Israele passasse a piede asciutto verso la sua terra, non avrà potuto mandare i suoi
angeli a salvare il Figlio suo, il suo Cristo, dalla ferocia dell’uomo? In verità vi dico: il Cristo vive ed è
fra voi, e quando sarà la sua ora si manifesterà nella sua potenza».
Hillel: «Fanciullo, chi ti ha insegnato queste parole?»
Gesù: «Lo Spirito di Dio. Non ho maestro umano. Questa è la Parola del Signore che vi parla
attraverso le mie labbra».
Hillel: «Vieni fra noi, che io ti veda da vicino, o fanciullo, e la mia speranza si ravvivi a contatto
della tua fede e la mia anima si illumini al sole della tua».
E fanno sedere Gesù su un alto sgabello fra Gamaliele e Hillel, e gli vengono dati dei rotoli perché li
legga e spieghi. È un esame in piena regola. La folla si accalca e ascolta.
La voce fanciulla di Gesù legge: «“Consolati, o mio popolo. Parlate al cuore di Gerusalemme,
consolatela perché la sua schiavitù è finita.. Voce di uno che grida nel deserto: preparate le vie del
Signore… Allora apparirà la gloria del Signore.”».
Sciammai: «Lo vedi, o nazareno! Qui si parla di schiavitù finita. Mai come ora siamo schiavi. Qui si
parla di un precursore. Dove è egli? Tu farnetichi ».
Gesù: «Sciammai, io ti dico che a te, più che agli altri, va fatto l’invito del Precursore. A te e ai tuoi
simili. Altrimenti non vedrai la gloria del Signore, né comprenderai la parola di Dio, perché le tue
bassezze, le tue superbie, le tue doppiezze ti saranno di ostacolo a vedere ed udire».
Sciammai: «Così parli ad un maestro?».
Gesù: «Così parlo. E così parlerò sino alla morte. Poiché sopra il mio utile sta l’interesse del Signore
e l’amore alla Verità di cui sono Figlio. E ti aggiungo, o Rabbi Sciammai, che la schiavitù di cui parla
il Profeta, e di cui Io parlo, non è quella che credi, come la regalità del Messia non sarà quella che
pensi. Ció nonostante per merito del Messia verrà reso libero l’uomo dalla schiavitù del Male che
lo separa da Dio, e il segno del Cristo sarà sugli spiriti liberati da ogni oppressione e fatti sudditi
dell’eterno Regno. Tutte le nazioni curveranno il capo, o stirpe di Davide, davanti al Germoglio
nato da te e divenuto albero che copre tutta la terra e si alza al Cielo. E in Cielo e in terra ogni
bocca loderà il suo Nome e piegherà il ginocchio davanti all’Unto di Dio, al Principe della Pace, al
Condottiero, e per i meriti di Lui, del Redentore, tutti i buoni conosceranno il Signore e il Santuario
di Dio non sarà più abbattuto e distrutto».
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Sciammai: «Ma non bestemmiare, fanciullo! Ricorda Daniele. Egli dice che, dopo l’uccisione del
Cristo, il Tempio e la Città saranno distrutti da un popolo e da un condottiero che verrà. E Tu
sostieni che il Santuario di Dio non sarà più abbattuto! Rispetta i Profeti!».
Gesù: «In verità ti dico che vi è Qualcuno che è da più dei Profeti, e tu non lo conosci e non lo
conoscerai mai, perché te ne manca la voglia. E ti dico che quanto ho detto è vero. Non conoscerà
più morte il Santuario vero. Ma, come il suo Santificatore, risorgerà a vita eterna e alla fine dei
giorni del mondo vivrà in Cielo».
Hillel: «Ascolta me, fanciullo. Aggeo dice: “…Verrà il Desiderato delle genti… Grande sarà allora la
gloria di questa casa, e di quest’ultima più della prima”. Vuol forse parlare del Santuario di cui Tu
parli?».
Gesù: «Si, maestro. Questo vuol dire. La tua rettitudine e onestá ti porta verso la Luce ed Io te lo
dico: quando il Sacrificio del Cristo sarà compiuto, a te verrà pace, poiché sei un israelita senza
malizia».
Gamaliele: «Dimmi, Gesù. La pace di cui parlano i Profeti come può sperarsi se a questo popolo
verrà distruzione di guerra? Parla e da’ luce anche a me».
Gesù: «Non ricordi, maestro, cosa dissero coloro che furono presenti la notte della nascita del
Cristo? Che le schiere angeliche cantarono: “Pace agli uomini di buona volontà”. Ma questo
popolo non ha buona volontà e non avrà pace. Esso non riconoscerà il suo Re, il Giusto, il
Salvatore, perché pensa che sia un re di umana potenza, mentre Egli è Re dello spirito. Esso non lo
amerà, dato che il Cristo predicherà ciò che a questo popolo non piace. Il Cristo non sconfiggerá i
nemici coi loro cocchi e i loro cavalli, ma i nemici dell’anima, che spingono verso l’inferno il cuore
dell’uomo creato per il Signore. E questa non è la vittoria che Israele si aspetta da Lui. Egli verrà, o
Gerusalemme; il tuo Re, cavalcherá “l’asina e l’asinello”, ossia i giusti di Israele e i gentili pagani.
Ma l’asinello, Io ve lo dico, sarà a Lui più fedele e lo seguirà precedendo l’asina e crescerà nella via
della Verità e della Vita. Israele per la sua mala volontà perderà la pace e soffrirà in sé, per dei
secoli, ciò che farà soffrire al suo Re, che sarà da esso ridotto al Re di dolore di cui parla Isaia».
Sciammai «La tua boca sa insieme di latte e di bestemmia, nazareno. Rispondi: e dove è il
Precursore? Quando lo avemmo?».
Gesù: «Egli è. Non dice Malachia: “Ecco, io mando il mio angelo a preparare davanti a Me la
strada; e subito verrà al suo Tempio il Dominatore da voi cercato e l’Angelo del Testamento, da voi
atteso”? Dunque il Precursore precede immediatamente il Cristo. Egli già è, come è il Cristo. Se
anni passassero fra colui che prepara le vie al Signore e il Cristo, tutte le vie tornerebbero
ingombre e contorte. Dio lo sa e predispone che il Precursore anticipi di un’ora sola il Maestro.
Quando vedrete questo Precursore, potrete dire: “La missione del Cristo ha inizio”. A te dico: il
Cristo aprirà molti occhi e molti orecchi quando verrà a queste vie. Ma non le tue e quelle dei tuoi
pari, o Sciammai; voi gli darete morte per la Vita che vi porta; perché Egli, o maestro che non sai,
non è, lo ripeto, Re di un regno umano, ma di un Regno spirituale, e suoi sudditi saranno
unicamente coloro che per suo amore sapranno rigenerarsi nello spirito.
Sciammai ai suoi seguaci: «Questo nazareno è Satana!».
Hillel e i suoi: «No. Questo fanciullo è Profeta di Dio. Resta con me, Bambino. La mia vecchiezza
trasfonderà quanto sa al tuo sapere, e Tu sarai Maestro del popolo di Dio».
Gesù: « In verità ti dico che, se molti fossero come tu sei, salute verrebbe ad Israele. Ma la mia ora
non è venuta. A Me parlano le voci del Cielo e nella solitudine le devo raccogliere finché non sarà
la mia ora. Allora con le labbra e col sangue parlerò a Gerusalemme, e sarà mia la sorte dei Profeti
lapidati e uccisi da essa. Ma sopra il mio essere è quello del Signore Iddio, al quale Io sottometto
Me stesso come servo fedele per fare di Me sgabello alla sua gloria, in attesa che Egli faccia del
mondo sgabello ai piedi del Cristo. Attendetemi nella mia ora. Queste pietre riudranno la mia voce
e fremeranno alla mia ultima parola. Beati quelli che in quella voce avranno udito Iddio e
crederanno in Lui attraverso ad essa. A questi il Cristo darà quel Regno che il vostro egoismo pensa
sia umano, mentre è celeste, e per il quale Io dico: “Ecco il tuo servo, Signore, venuto a fare la tua
volontà. Consumala, perché di compierla Io ardo”.
Dicendo queste parole l’adolescente Gesú aveva il volto infiammato rivolto al cielo, le braccia
spalancate ed era in piedi fra i dottori sbigottiti e spiazzati, alcuni ammirati, altri arrabbiati.
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“Stai allegro, fai del bene e lascia che
gli altri dicano quello che vogliono” D. Bosco
“Il Signore benedica
i nostri cari collaboratori”
Don Bosco
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1. Vanno a dormire alla stessa ora.
Ricordate quando avete iniziato a frequentarvi? Non vedevate l'ora di coccolarvi e dormire l'uno
accanto all'altro. Non dimenticatelo! Andare a dormire insieme è necessario e fa bene alla salute
della relazione.
2. Hanno interessi comuni.
È importante trascorrere del tempo insieme. Non è
necessario che lui condivida la vostra passione per “Beautiful”; non è neppure necessario che voi
condividiate la sua dipendenza dalle partite, ma dovreste avere delle attività che non vedete l'ora di
fare insieme. Per esempio, scegliere una nuova ricetta da provare in cucina ogni fine settimana,
andare a correre, o semplicemente guardare qualche programma insieme: insomma cercate di
trovare sempre qualcosa da fare in coppia.
3. Mantengono il contatto fisico.
I piccoli gesti, come tenersi per mano o abbracciarsi aumentano la vicinanza, un fattore che
caratterizza una coppia serena. Quando vi tenete per mano, state ricordando a voi stessi che ci tenete
l'uno all'altra.
4. Non si lamentano inutilmente.
In una coppia felice, i partner danno valore alle cose positive. Significa che, se qualcosa vi
infastidisce, dovete subito affrontare la questione. Essere arrabbiati, lamentosi, critici o tenere il
muso, non vi farà conquistare il cuore del vostro coniuge.
5. Accolgono i gesti d'affetto, si baciano per salutarsi e dicono "Ti amo".
Al mattino, prima di andare a lavoro, salutate il vostro coniuge con un vero bacio, ricordandogli che
l'amate. Quando rientrate dopo una lunga giornata, fate lo stesso. Non vedrete l'ora che arrivi il
momento dei saluti. Una volta abituati a salutarvi con un bacio e a condividere i vostri sentimenti,
vi apprezzerete di più. Le persone dimenticano che le piccole cose fanno la differenza. Iniziare la
giornata con un gesto d'amore significa partire con il piede giusto.
6. Tengono viva l'intimità.
Non c'è niente di meglio della "luna di miele", in cui gli sposi non riuscono a smettere di toccarsi. È
fantastico quanto tutta l’attenzione si concentra sul coniuge e si vuole passare ogni momento
insieme. Purtroppo la luna di miele è destinata a finire, ma questo non vuol dire che debba spegnersi
anche la passione. Le coppie felici mantengono viva la passione e il romanticismo della relazione.
7. Escono insieme.
Dedicarsi una serata esclusiva è fondamentale. Proprio come quando avete iniziato a frequentarvi,
dovete corteggiarvi. Fatelo a turno e pianificate l'intera serata. Potrà sembrare stupido ma vestirsi
bene e uscire insieme, da soli, serve a tenere acceso l'amore e il desiderio.
8 Si godono davvero la compagnia reciproca.
Quando apprezzate la compagnia l'uno dell'altra, la relazione progredisce. La vostra metà è
qualcuno con cui potete parlare di tutto, sempre e comunque. Assicuratevi di farlo al meglio. Dopo
una brutta giornata, anche solo vedere il vostro partner vi farà stare meglio.
9. Spezzano la routine.
La vita di coppia non dovrebbe essere caratterizzata dalla routine, ma dall' imprevedibilità, dalla
sorpresa. Dovete essere spontanei e sorprendervi a vicenda con delle attività divertenti.
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10. Mettono via il telefono.
Quando siete insieme, dovreste concentrarvi solo sul vostro coniuge e dedicargli la vostra
attenzione al 100%. Prendetevi una pausa dalla tecnologia, Facebook, Twitter, WhatsApp,
FaceTime possono aspettare fino al giorno dopo.
L’amore si nutre di semplicità. Piccole attenzioni, frasi dolci, gesti teneri sono il sale quotidiano di
ogni relazione, sia nei primi mesi di innamoramento sia dopo dieci anni di vita insieme. Troppo
spesso ci dimentichiamo che sono proprio i piccoli gesti quelli che rafforzano il legame giorno
dopo giorno.
1. Dille quanto è bella
A volte i gesti più semplici sono anche i più significativi. Non scordarti mai di dirle quanto è bella.
Anche appena sveglia, struccata e con i capelli spettinati, la tua donna rimane l’essere più
splendido che ci sia.
2. Lasciale un bigliettino quando esci presto la mattina
Un impegno di lavoro, un treno da prendere, una corsetta all’alba: quando esci presto di casa la
mattina, lasciale un bigliettino carino sul frigo o sulla porta per dimostrarle che è la prima cosa a
cui pensi quando ti alzi dal letto.
3. Baciala sulla fronte
Uno dei baci più dolci e teneri che ci siano.
4. Dille quanto è importante per te
Se la ami davvero e non riusciresti a fare a meno di lei, fai la cosa più semplice: diglielo. Non
vergognarti di esprimere i sentimenti che provi per lei e non aver paura di costruire una relazione
duratura insieme.
5. Perdonala sempre
Conservare rancore uccide l’amore, e anche se sembra di una banalità assoluta, devi sapere che
pochi sono disposti a perdonare. Anzi spesso capita che gli errori passati del partner vengano
utilizzati come arma per i litigi futuri. Per cui, impara a dare il tuo perdono reale. Se vuoi che la tua
vita di coppia sia sempre fresca, bella e piacevole perdona sempre, perdona tutto…, ma proprio
tutto.
6. Falle piccoli regali quando non vi vedete per un po’
Per via di qualche impegno non vi siete visti per un paio settimane e non aspetti che il momento di
andarla a prendere in aeroporto o raggiungerla in treno. Un piccolo regalo come un mazzo di fiori
o una scatola di cioccolatini renderà l’incontro un momento speciale per tutti e due.
7. Raccontale storie della tua infanzia
Ascoltare storie del tuo passato e della tua infanzia la farà sentire parte di una ristretta cerchia di
persone a cui pochi hanno accesso. Il vostro legame sarà rafforzato perché significa che ti fidi di lei.
8. Preparale la colazione
Un modo semplice e dolce per dimostrarle il tuo amore sin dai primi attimi della giornata. Alzati
cinque minuti prima di lei e falle trovare una bella colazione pronta per due.
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9. Dille quanto è sexy
Capitano giornate in cui le donne si sentono inguardabili. Naturalmente è solo una loro
impressione, ma tu non dimenticarti di dire alla tua moglie quanto la trovi sexy. A volte ha
semplicemente bisogno di sentirselo dire.
10. Non vergognarti di mostrare il tuo lato emotivo
Un vero uomo sa anche quando è il momento di mettere da parte l’orgoglio ed esprimere
apertamente le proprie emozioni. Se vuoi urlare di rabbia, se vuoi confessare un segreto, se vuoi
piangere, fallo: lei sarà lì apposta per ascoltarti.

Nessuna profezia preannunciò la venuta di Maometto.
* Numerose, precise e antiche profezie si sono avverate con la nascita di Gesù.
* Il concepimento di Maometto fu umano e naturale.
* Gesù fu concepito in modo soprannaturale e nacque da una vergine.
* Numerose “rivelazioni” di Maometto servivano a soddisfare i suoi interessi personali,
come ad esempio la legalizzazione del matrimonio con la sua nuora.
* Le rivelazioni e la vita di Gesù, come la sua crocifissione erano per la salvezza del mondo.
* Maometto non ha fatto alcun miracolo.
* Gesù ha guarito lebbrosi, dato la vista ai ciechi, camminato sulle acque, risuscitato i
morti.
* Maometto ha instaurato un regno terreno.
* Gesù ha detto «il mio regno non è di questo mondo».
* Maometto ha ammesso che le sue più grandi passioni erano le donne, i profumi e il cibo.
* La passione principale di Gesù era di glorificare il nome del suo Padre celeste.
* Maometto era un re terreno che accumulava ricchezze, tanto è vero che diventó il più
ricco possidente in Arabia.
* Gesù non aveva un posto dove appoggiare il suo capo.
* La vita di Maometto era contrassegnata dalla spada.
* La vita di Gesù era contrassegnata da misericordia e amore.
Maometto incitava alla jihad, la guerra santa.
* Gesù ha detto che «coloro che feriscono di spada, periscono di spada». Uno dei suoi titoli
è «Principe della pace».
*
* Se una carovana era debole, Maometto l’attaccava, la saccheggiava e la massacrava; se
era forte, fuggiva.
* Gesù disse: «Splenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone
opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli.» «Amate i vostri nemici e benedite
coloro che vi odiano.»
* Maometto fece lapidare un’adultera.
* Gesù perdonò un’adultera.
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* Maometto sposò quattordici donne, compresa una bambina di sei o sette anni.
* Gesù non ebbe relazioni sessuali.
* Maometto riconosceva di essere un peccatore.
* Gesù fu senza peccato, perfino secondo il Cora-o, il libro sacro di Maometto.
* Maometto non predisse la sua morte.
* Gesù predisse esattamente la sua crocifissione, morte e risurrezione.
* Maometto non nominò, né istruì un successore.
* Gesù nominò, istruì e preparò i suoi successori.
* Maometto era così incerto riguardo alla sua salvezza che pregava settanta volte al giorno
per ricevere perdono.
* Gesù era LA salvezza, egli disse: «Io sono la via, la verità e la vita! Nessuno viene al Padre
(si salva) se non per mezzo di me.»
* Maometto massacrò i suoi nemici.
* Gesù perdonò i suoi nemici.
* Maometto morì e le sue spoglie sono sepolte sulla Terra.
* Gesù risuscitò dai morti e salì al Cielo!
E ancora:
* Gesù è stato un leader religioso
* Maometto è stato un leader religioso e militare
* Gesù non ha mai ucciso nessuno
* Maometto si stima abbia ucciso 3 mila persone, compresi 700 ebrei a Medina nel 627.
* Gesù non ha mai posseduto schiavi
* Maometto ne riceveva un quinto dei prigionieri catturati in battaglia, comprese le donne
(Sura 8,41)
* Gesù non ha mai forzato i suoi discepoli a continuare a credere in Lui
* Maometto ha forzato i suoi discepoli a continuare a credere in lui (pena la morte)
* Gesù ha insegnato a perdonare le offese ricevute
* Maometto ha insegnato a vendicare le offese contro l’onore, la famiglia o la religione
* Gesù non ha mai torturato nessuno
* Maometto ha torturato il capo di una tribù ebrea
* Gesù non ha vendicato la violenza contro di lui, affermando addirittura “Padre, perdona
loro” (Lc 23,24)
* Maometto ha vendicato le violenze contro di lui ordinando la morte dei suoi nemici
* Per cristiani e per gli ebrei martire è colui che muore per la propria fede, senza usare
violenza contro nessuno
* Per l’islam martire è chi muore per la propria fede mentre usa violenza, combatte e
uccide gli infedeli
* Nessuno dei discepoli di Gesù ha mai guidato eserciti
* Tutti i califfi, discepoli di Maometto, sono stati anche generali di eserciti
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* Nei primi 300 anni di cristianesimo ci sono state 10 importanti persecuzioni contro i
cristiani (senza che ci fossero resistenze armate)
* Nei primi 300 anni di islam, gli eserciti islamici hanno conquistato Arabia, Persia, la Terra
Santa, Nord Africa, Africa centrale, Spagna, Francia meridionale e vaste aree di Asia minore
e Asia
* Maometto: uccise donne a pietrate per adulterio (Muslim 4206).
* Gesù: “chi è senza peccato scagli per primo una pietra contro di lei” (Giovanni 8,7).
* Maometto: rubò egli stesso agli infedeli e saccheggió molte carovane (Bukhari 44:668;
ibn ishaq 764)
* Gesù: “non ruberai mai” (Matteo 19,18).
* Maometto: chi fa la guerra per Allah è elevato 100 volte in paradiso (Muslim 4645).
* Gesù: se uno ti da uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgi anche l’altra (Matteo 5,39 ).
* Maometto: guidò lui stesso 65 guerre e saccheggi; negli ultimi 10 anni di vita conquistó
l’intera Arabia (Ibn Ishaq).
* Gesù: non fece guerre, né approvò le guerre o la violenza, anzi fu umiliato e maltrattato;
come un agnello fu condotto al macello e non aprì bocca (Isaia 53;7 ).
* Maometto: incoraggió i suoi uomini a stuprare e schiavizzare le donne (Corano 4:24, Abu
Dawood 2150).
* Gesù: non incoraggió mai lo stupro delle donne né tantomeno le schiavizzò.
* Maometto: “combatti finché non ci sia più politeismo e la religione sia tutta per Allah”
(Corano 8;39).
* Gesù: “ama il tuo prossimo e prega per coloro che ti perseguitano” (Matteo 5:44).
* Maometto: benedisse il feroce assassino di un mezzo cieco (al Tabari 1140).
* Gesù: curò molti ciechi (Marco 8,28).
* Maometto: comandó ad uno schiavo di costruirgli il pulpito dal quale predicò l’islam
(Bukhari 47: 743)
* Gesù: lavò i piedi dei suoi discepoli (Giovanni 13,5).
* Maometto: “credi in Allah e partecipa alla guerra per la sua causa” (Muslim 1: 149).
* Gesù: “ama Dio e ama il tuo prossimo come te stesso” (Matteo 23: 34,40).
* Maometto: chiese di avere guardie del corpo armate, persino durante la preghiera
(Corano 4:102).
* Gesù: rimproveró chiunque tentò di difenderlo con forza (Giovanni 18: 10-12).
* Maometto: morì ricco di ciò che aveva rubato agli altri durante le guerre, o dalle tasse
che impose alle tribù conquistate.
* Gesù: non ebbe mai ricchezze e mori senza avere niente .
* Maometto: ordinò di crocifiggere gli altri (Corano 5: 33).
* Gesù: morì crocifisso lui stesso (Giovanni 19,18).
Conclusione
Le differenze sono quindi abissali, Maometto fu un signore della guerra che si servì del suo
dio per conquistare l’Arabia del settimo secolo, e che impose la sua religione con la guerra,
e così ordinó di fare. Da Maometto fino ad oggi gli atti di guerra dei musulmani contro tutti
i non musulmani non si sono mai fermati, né possono fermarsi, poiché cosi gli ordina il loro
dio.
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Gesù invece disse: Conoscerete la verità e la verità vi renderà liberi. Ecco il nostro
desiderio, è quello di conoscere, scoprire, studiare e meditare la Parola di Dio affinché il
suo messaggio, la sua Parola, e la sua potenza d’amore, possa arrivare in ogni luogo e in
ogni dove, qui su questa terra, e unire tutti gli esseri umani a lodare e benedire l’unico vero
Dio-Trinitá, il Dio d’amore Padre-Figlio-Spirito Santo che ci ha rivelato Gesú Cristo.
Non saranno golosi e gustosi come la cioccolata e neanche come il salame, ma esistono
alimenti che hanno pur sempre il pregio di far bene e addirittura di aiutare a perdere peso.
La mela. Non a caso il proverbio la celebra come un alimento talmente miracoloso da
tenere a distanza il medico, compreso il dietologo. Ma attenzione, per essere efficace deve
essere verde. Il valore di questo frutto sta nell’abbondanza di fibre alimentari, che regalano
un senso di sazietà e bruciano i grassi. Insomma, quelle 52 calorie che ci lasciano 100
grammi di mele non ci devono far sentire per nulla in colpa. Anzi.
Il cetriolo. Permette di bruciare molto velocemente le riserve di grasso in eccesso nel
corpo. Questa verdura non ha il solo pregio di contenere 16 calorie per 100 grammi. Fa
molto di più: riduce i livelli di infiammazione, è ricco di vitamina C e acido caffeico, che
aiuta a liberare acqua dal corpo.
Gli asparagi. Godono di proprietà disintossicanti grazie alle loro conosciute proprietà
diuretiche e sono una vera fortuna per la gravidanza. Inoltre hanno potere
antinfiammatorio e antiossidante. E vale la pena rimarcare che 100 grammi di asparagi
contengono a malapena a 20 calorie.
Il cavolfiore bianco. Certo cucinarlo non giova al profumo della casa, ma ne vale la pena:
con le sue “magre” 25 calorie ogni 100 grammi, il cavolfiore è ricco di vitamina C e vitamina
K, non ha grassi, è un’eccellente fonte di fibre e ha anche il pregio di essere
sufficientemente gustoso da poter essere consumato da solo. Infine aumenta il ritmo del
metabolismo. Infine, il corpo per estrarre quelle pochissime calorie dal cavolfiore deve
lavorare di più, e quindi consuma molto piú calorie.
Il sedano. È talmente ricco di benefici da non crederci. Innanzitutto per 100 grammi di
sedano le calorie ingerite sono appena 16. Ma quel 75 per cento di acqua da cui è
composta questa verdura significa che a mangiarla se ne bruciano molte di più di quelle
che si ingeriscono. Senza contare che il sedano è fatto anche da un restante 25 per cento di
fibre e che è ricco di sodio e potassio.
Il tacchino e il pollo. Per dimagrire, mangiando, non occorre semplicemente rivolgersi a
cibi acquosi. Anche certe carni hanno le proprietà sufficienti per entrare nella lista dei cibi
con poche calorie. Il tacchino contiene 145 calorie ogni 100 grammi e un petto di pollo
contiene 172 calorie ogni 100 grammi, ma la loro migliore qualità è data dal fatto che,
essendo fonti di proteine, costringono il sistema digestivo a lavorare più duro,
consumando molte ma molte di piú calorie.
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I pomodori. Diciotto calorie ogni 100 grammi di pomodori, vitamina C e licopene
(antiossidante) a volontà ne fanno un prezioso amico della salute, prima ancora che della
dieta. Il pomodoro viene considerato importante nella prevenzione di ictus e attacchi
cardiaci grazie alla sua efficacia contro il colesterolo e la pressione alta. L’acido citrico
infine stimola la produzione di succhi gastrici e aiuta il metabolismo. Ricco d’acqua, povero
di grassi, è saziante e nutriente. E non a caso lo si trova in quasi tutte le diete.
La papaya. Per 100 grammi di papaya si acquistano 43 calorie, ma soprattutto la papaya
combatte la stitichezza e aiuta a mantenere il colesterolo sotto controllo. Ricca di fibre e di
sostanze antiossidanti contiene grandi quantità di vitamina A, C ed E , che, rinforzando le
pareti arteriose, sono preziose per la circolazione del sangue. Gli zuccheri contenuti in
questo frutto velocizzano il metabolismo favorendo la bruciatura delle calorie.
Il peperoncino. Vanta un apporto calorico di circa 40 calorie per ogni 100 grammi, ma
soprattutto brucia, in tutti i sensi. I peperoncini hanno la capacità di aumentare il
metabolismo, che a sua volta porta il corpo a bruciare più calorie, subito dopo che
vengono ingeriti.
La tazzina di caffè. Ogni tazzina di caffè senza zucchero contiene soltanto 2 calorie. A dosi
eccessive può essere nocivo al cuore. Ma preso così, senza aggiunto di zucchero o di altro,
ha uno straordinario potere nel bruciare i grassi.
LA SOLITUDINE, spesso considerata positiva per la riflessione, la creatività, la
concentrazione, ha effetti deleteri sulla salute. Indebolisce le difese immunitarie
modificando l'attività di geni importanti per il corretto funzionamento delle cellule di
difesa. In questo modo le cellule hanno più difficoltà a fronteggiare le infezioni e causano
processi infiammatori. E si diventa piú esposti alle malattie infettive. Essere soli, specie
dopo i 50 anni, aumenta dunque il rischio di morte. Isolarsi dalla societá, quindi, ha un
effetto dannoso sulla salute. I geni delle persone sole sono meno attivi, piú pigri nel
combattere i virus. In conclusione lo stato di solitudine ha un effetto negativo
sull'organismo. Quindi uscire dai propri pensieri, dalle proprie emozioni e dal proprio
guscio e partecipare alla vita comunitaria in modo attivo e costante.
Servizio Pastorale
a cura della Missione Cattolica
Italiana Villingen
n. 65*
Febbraio 2016