le produzioni ert in scena - Emilia Romagna Teatro Fondazione

n.98
dicembre-gennaio
2009
rotopalco
STAGIONE
2009/2010
LE PRODUZIONI ERT IN SCENA
Direttore responsabile
Eduardo Sammartino
Redazione Emilia Romagna Teatro
Anna Bergamin, Giovanna Botti, Silvia Pacciarini,
Marisa Tucci
Redazione Fondazione Teatro Comunale di Modena
Lorena Loschi, Fabio Ceppelli
Impaginazione e stampa Edicta
IL VAUDEVILLE VISTO DA MASSIMO CASTRI
IN PRIMA ASSOLUTA LE SIGNORINE DI WILKO
DI ALVIS HERMANIS
TEATRO COMUNALE LUCIANO PAVAROTTI
Progetto OPERAFUTURA: De l’Ombre Eterne
Da La signora delle camelie al duo Bostridge/Drake
Teatro Storchi
Largo Garibaldi, 15 - 41124 Modena
Tel. (059) 2136011 - Fax (059) 234.979
email: [email protected]
http://www.emiliaromagnateatro.com
Teatro Storchi – pubblicazione bimestrale – Largo Garibaldi, 15 – 41100 Modena
Poste Italiane s.p.a. – spedizione in abbonamento postale 70%
Iscrizione Tribubale di Modena n. 1158/1993.
STAGIONE 2009/2010 CALENDARIO DICEMBRE/GENNAIO
RIDOTTO TEATRO STORCHI
fino al 13 dicembre
SOGNI DI UNA TEMPESTA
Immaginazioni shakespeariane di
Arthur Rackham
e Edmund Dulac
a cura di METACULTURA
Teatro Comunale
Luciano Pavarotti
Giovedì 3 dicembre ore 21.00
BALLETTO DEL TEATRO
DELL’OPERA DI PRAGA
La signora delle camelie
TEATRO STORCHI
dal 3 al 5 dicembre ore 21.00
6 dicembre ore 15.30
PLATONOV
di Anton Cechov
regia NANNI GARELLA
FOYER DEL TEATRO STORCHI
5 dicembre ore 17.30
CONVERSANDO DI TEATRO
Incontro con
Nanni Garella, Alessandro Haber
e la compagnia di Platonov
Teatro Comunale
Luciano Pavarotti
Sabato 5 dicembre ore 21.00
ROYAL PHILHARMONIC
ORCHESTRA
Pinchas Zukerman violino e direttore
TEATRO STORCHI
8 dicembre ore 16.00
LA DOMENICA NON SI VA A SCUOLA
Rassegna di Teatro per famiglie
CLOWN IN LIBERTÀ
BIBLIOTECA DELFINI
SHAKESPEARE È COME
UN PEZZO DI CARBONE?
12 dicembre ore 17.00
VITTORIO FRANCESCHI
Letture attorno a La Tempesta
2
TEATRO STORCHI
12 dicembre ore 21.00
13 dicembre ore 15.30
MY FAIR LADY
di Frederick Loewe
regia CORRADO ABBATI
Teatro Comunale
Luciano Pavarotti
Domenica 13 dicembre ore 16.00
DE L’OMBRE ETERNE
Musiche di Bruno Moretti
da Claudio Monteverdi
TEATRO STORCHI
dal 16 al 19 dicembre ore 21.00
20 dicembre ore 15.30
LA PRESIDENTESSA
di Maurice Hennequin e Pierre Veber
regia MASSIMO CASTRI
TEATRO DELLE PASSIONI
dal 27 al 30 dicembre
e 1/2/3/5/6 gennaio
ore 16.00
LA DOMENICA NON SI VA A SCUOLA
Rassegna di Teatro per famiglie
RANOCCHIO
TEATRO DELLE PASSIONI
9, 12, 13, 15, 16, 19, 20,
22, 23 gennaio ore 21.00
10, 17, 24 gennaio ore 15.30
AMLETO A PRANZO E A CENA
da Amleto di William Shakespeare
ideazione e regia
OSCAR DE SUMMA
Teatro Comunale
Luciano Pavarotti
Domenica 17 gennaio ore 21.00
COMPAGNIA ATERBALLETTO
Certe notti
Teatro Comunale
Luciano Pavarotti
Martedì 19 gennaio ore 21.00
FAZIL SAY pianoforte
Teatro Comunale
Luciano Pavarotti
Sabato 23 gennaio ore 17.00
Elektra
Invito all’opera
Incontro con
Manfred Schweigkofler
FOYER DEL TEATRO STORCHI
CONVERSANDO DI TEATRO
22 gennaio ore 17.30
Conferenza – conversazione con
Alberto Bertoni
su Le signorine di Wilko
Teatro Comunale
Luciano Pavarotti
Sabato 23 gennaio ore 20,30
Domenica 24 gennaio ore 15,30
ELEKTRA
Musica di Richard Strauss
Teatro Comunale
Luciano Pavarotti
Martedì 26 gennaio ore 21.00
SPIRA MIRABILIS
Concerto della Memoria e del Dialogo
TEATRO STORCHI
dal 27 al 30 gennaio ore 21.00
31 gennaio ore 15.30
LE SIGNORINE DI WILKO
da Jaroslaw Iwaszkiewicz
adattamento e regia
ALVIS HERMANIS
Teatro Comunale
Luciano Pavarotti
Venerdì 29 gennaio ore 21.00
IAN BOSTRIDGE tenore
JULIUS DRAKE pianoforte
BIBLIOTECA DELFINI
SHAKESPEARE È COME
UN PEZZO DI CARBONE?
30 gennaio ore 17.00
FERDINANDO BRUNI
Letture attorno a Amleto
platonov (foto raffaella cavalieri)
PLATONOV
DAL 3 AL 5 DICEMBRE ORE 21.00 – 6 DICEMBRE ORE 15.30
TEATRO STORCHI
platonov (foto raffaella cavalieri)
di Anton Cechov
versione italiana di Nanni Garella e Nina Tchechovskaja
regia Nanni Garella
scene Antonio Fiorentino
luci Gigi Saccomandi
costumi Claudia Pernigotti
con Alessandro Haber, Susanna Marcomeni, Nanni Garella, Franco Sangermano,
Marco Cavicchioli, Claudio Saponi, Silvia Giulia Mendola, Rosario Lisma,
Linda Gennari, Matteo Alì, Pamela Giannasi, Vladimiro Cantaluppi
produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione,
Nuova Scena / Arena del Sole – Teatro Stabile di Bologna
Platonov si inserisce in un percorso di rivisitazione dell’opera cechoviana iniziato
dal regista Nanni Garella nel 2004 con la messa in scena di Zio Vanja. Sull’onda
del successo riscosso la stagione scorsa lo spettacolo arriva a Modena al
Teatro Storchi sempre con Alessandro Haber in veste di protagonista.
«Il quadro sociale descritto in Platonov - afferma Haber - non è lontano dal
nostro in decadenza, dove i rapporti sociali si disgregano. I personaggi hanno
perso i punti di riferimento sociali, economici, non hanno un progetto di vita e
pensano solo a sopravvivere. Niente di più contemporaneo…».
MY FAIR LADY
12 DICEMBRE ORE 21.00 - 13 DICEMBRE ORE 15.30
TEATRO STORCHI
testi e liriche Alan Jay Lerner
musiche Frederick Loewe
traduzione e adattamento Corrado Abbati
coreografie Giada Bardelli
direzione musicale Marco Fiorini
con Antonella Degasperi, Fabrizio Macciantelli, Carlo Monopoli,
Raffaella Montini, Francesca Dulio
produzione InScena
My Fair Lady
My Fair Lady, tratto da Pigmalione di George Bernard Shaw, è un musical di
Alan Jay Lerner su musiche di Frederic Loewe.
La storia è nota, anche per la versione cinematografica realizzata da Cukor
con Audrey Hepburn e Rex Harrison, e racconta del professor Higgins,
studioso di fonetica che, colpito dai modi rozzi e dall’eloquio senza grazia
della fioraia Eliza Doolittle, scommette con un amico che riuscirà in sei mesi a
trasformarla in una donna raffinata.
«Sognare, amare, cantare, danzare: ecco gli elementi distintivi che diventano
linea guida di questa nuova edizione di My Fair Lady» afferma Corrado Abbati.
«Pigmalione, è parola, My Fair Lady è musica: l’attenzione quindi si sposta e
si interessa non ai conflitti dialettici, bensì a quelli dei personaggi. Si prende
atto di far parlare una fioraia come una gran dama, ma per dimenticarsene
ben presto e potersi abbandonare alla “favola possibile” di Eliza. Il ritmo si
fa serrato, il dialogo brillante e ricco di battute spiritose, i costumi eleganti,
raffinati, i movimenti coreografici energici e corali, capaci di amplificare ora
i momenti burleschi ora i momenti romantici. Su tutto la musica di Loewe,
che sa essere sentimentale e romantica, briosa e trascinante, sempre vitale.
A lei spetta una buona parte di quel miracolo che è My Fair Lady, uno dei più
famosi e popolari “classici” del teatro musicale che ha la fortuna di essere
sempre giovane».
3
la domenica non si va a scuola
rassegna di teatro per famiglie
8 DICEMBRE ORE 16.00
TEATRO STORCHI
clown in libertà
CLOWN IN LIBERTÀ
- Spettacolo di clown e musica di e con Leonardo Adorni, Jacopo Maria Bianchini, Alessandro Mori
produzione Teatro Necessario
Divertimento, risate, e allegria sono assicurati con Teatro Necessario, una giovane
formazione di Parma già premiata con numerosi e importanti riconoscimenti, che
saprà affascinare il pubblico di ogni età con la sua carica di simpatia. Clown in
libertà è uno spettacolo in cui le più disparate arti circensi si sovrappongono e
si integrano nel segno della clownerie e dell’improvvisazione tipica del teatro di
strada. I tre musicisti dalle poche parole - ma armati dei loro strumenti - sono
pronti a divertire, meravigliare e abbracciare i loro piccoli spettatori. Senza un
racconto enunciato e senza alcuno scambio di battute, Clown in libertà racconta il
pomeriggio un po’ anomalo di tre clown che vogliono allestire uno spettacolo per
stupire e infine conquistare il pubblico di passanti. Cercando con ogni mezzo di
sorprenderlo, a costo di prevaricarsi gli uni con gli altri, di farsi vicendevoli dispetti,
finiranno con il rubarsi ripetutamente di mano gli attrezzi compiendo ripetute
evoluzioni. La musica è la vera colonna portante dell’azione e dello sviluppo
narrativo; accompagna e scandisce ogni segmento ed ogni azione.
RANOCCHIO
DAL 27 AL 30 DICEMBRE E 1/2/3/5/6 GENNAIO ORE 16.00
Ranocchio
TEATRO DELLE PASSIONI
- Teatro d’ombre e attori dall’opera di Max Velthuijs
adattamento Nicola Lusuardi, Fabrizio Montecchi
regia Fabrizio Montecchi
scene Nicoletta Garioni
sagome Federica Ferrari (tratte dai disegni di Max Velthuijs)
musiche Michele Fedrigotti
costumi Sara Bartesaghi Gallo
luci Maddalena Maj
con Laura Dell’Albani, Domenico Sannino
Teatro Gioco Vita
in collaborazione con
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ranocchio
Lo spettacolo è tratto dalle opere omonime di Max Velthuijs, uno dei più celebrati
autori e illustratori per l’infanzia al mondo, le quali raccontano, con parole e
immagini di grande forza ed essenzialità, le vicende di Ranocchio e dei suoi
amici. Le figure e le parole di Velthuijs vengono fatte rivivere sullo schermo del
teatro d’ombre, trasformate con leggerezza e poesia in delicate storie animate:
raccontano le avventure di Ranocchio, e lo fanno affrontando le grandi domande
e i piccoli drammi di ogni giorno, quelli dei grandi ma, anche e soprattutto, di chi
grande lo deve diventare e si misura ogni giorno con i problemi che il proprio
crescere nel mondo comporta. «Gli animali illustrati nei miei libri - ha detto Velthuijs
- sono una sorta di me bambino, hanno la loro propria personalità, in cui vi è, però,
sempre una parte di me stesso».
la presidentessa (foto marco caselli nirmal)
LA PRESIDENTESSA
DAL 16 AL 19 DICEMBRE ORE 21.00 – 20 DICEMBRE ORE 15.30
TEATRO STORCHI
di Maurice Hennequin e Pierre Veber
regia Massimo Castri
scene e costumi Claudia Calvaresi
musiche originali Arturo Annecchino
luci Robert John Resteghini
suono Franco Visioli
regista assistente Marco Plini
assistente alla regia Thea Dellavalle
con Marco Brinzi, Giorgia Coco, Francesca Debri, Michele Di Giacomo, Federica
Fabiani, Alessandro Federico, Vincenzo Giordano, Diana Hobel, Alessandro
Lussiana, Davide Lorenzo Palla, Antonio Giuseppe Peligra
produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione, Teatro Stabile dell’Umbria
La presidentessa di Maurice Hennequin e Pierre Veber, scritta nel 1912, appartiene
al genere vaudeville, un genere molto popolare e amatissimo dal pubblico,
nato inizialmente con accompagnamento musicale e poi affidato solamente al
divertimento delle battute e al ritmo farsesco dell’intreccio. Interessante e rivelatore
è l’aspetto della scrittura a quattro mani, una collaborazione utile alla rapidità di
composizione e al confronto sulle possibili soluzioni che si rivelano indicatori
di un gusto e di una forma. Ciò che è chiaro è quanto l’obiettivo sia la scena, la
praticabilità teatrale, perché è in palcoscenico che si risolve tutto quindi non è lo
spessore letterario delle battute, né l’introspezione del personaggio, né in fondo la
singolarità di un mondo d’autore trasferita sul dramma, è al contrario la creazione
di un congegno scenico, per il quale essere in due aiuta, si fa prima e si fa meglio,
e si contemplano più punti di vista, per raggiungere un pubblico più largo.
Questa “tecnicità artigianale”, questo “fare teatro” sono alla base della scelta
del testo.
La giovane compagnia d’attori è costituita dagli allievi del Corso di Alta Formazione
per Attori di Emilia Romagna Teatro Fondazione, al loro secondo anno, diretti da
Massimo Castri, tra i registi di riferimento dell’ente e eccellente maestro. Per questa
sessione di lavoro, costituita da un anno di attività, per un totale di 650 ore, il fine
didattico era l’autonomia interpretativa dell’attore e Castri e i suoi collaboratori
hanno lavorato sull’invenzione del personaggio. Partendo da differenti metodologie
e angolazioni, centralità è stata data al corpo dell’attore, fascio di fisicità, voce e
ritmo, per puntare all’autonomia creativa, in cui è l’attore a enucleare tutti gli aspetti
costruttivi del personaggio e se ne appropria utilizzando i suoi strumenti. In questo
senso il vaudeville è esemplare, perché è congegnato come un perfetto orologio
scenico in cui sono importanti doti attorali fondanti, come la caratterizzazione, la
comicità verbale, il tempo interno, l’ascolto relazionale. Perché, come riportano
le Note di lavoro di Thea Dellavalle, assistente di Massimo Castri dal 2001, “sulla
scena deve prendere vita una sorta di orchestra composta da diversi strumenti ma
accomunata da uno stesso registro di leggerezza: una recitazione d’insieme che sia
cioè la somma dell’azione di personaggi singoli molto disegnati e individualmente
caratterizzati. Ne La presidentessa non si tratta più di recitare come in un vaudeville,
ma di recitare il vaudeville come struttura pura, di mettere in atto la grammatica di
linguaggio in tutta la sua complessità, non attraverso la sua citazione.”
La storia è ‘piccante’. Un severo Presidente di Tribunale riceve la visita inaspettata di
una seducente soubrette, proprio quando la moglie è lontana, insieme all’altrettanto
inaspettata visita del Guardasigilli. Per decoro la soubrette viene presentata come
la padrona di casa, ma finisce nel letto dell’ospite e l’equivoco sarà portatore di
successi per il Presidente.
De La presidentessa forse qualcuno ricorderà il bianco e nero della versione
cinematografica firmata da Pietro Germi, nel 1952, con Carlo Dapporto, Silvana
Pampanini soubrette e Ave Ninchi vera moglie, o la versione attualizzata nel film di
Luciano Salce con Gianrico Tedeschi e Mariangela Melato.
Precedenti illustri, senza contare le innumerevoli versioni teatrali, precedenti di
buon auspicio per i giovani interpreti di questa Presidentessa, alle prese con un
terreno a ostacoli dove la perizia e la compiuta appropriazione del mestiere darà
ottime prove d’attore.
SUGGERIMENTI DI LETTURA
Sandro Bajini (a cura di), I capolavori del vaudeville, Mondadori 1988
Georges Feydeau, Occupati d’Amelia, Einaudi 1972
5
DAL 27 AL 30 GENNAIO ORE 21.00 – 31 GENNAIO ORE 15.30
TEATRO STORCHI
dall’omonimo romanzo di Jaroslaw Iwaszkiewicz
adattamento e regia Alvis Hermanis
traduzione adattamento Carla Pollastrelli
coreografia Alla Sigalova
scene Andris Freibergs
luci Paolo Pollo Rodighiero
costumi Gianluca Sbicca
assistente alla regia Thea Dellavalle
assistente scenografa Elena Zykova
con Sergio Romano, Laura Marinoni, Patrizia Punzo, Elena Arvigo, Irene Petris,
Fabrizia Sacchi, Alice Torriani
produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione, Unione Europea nell’ambito del
progetto Prospero, Teatro Stabile di Napoli, Nuova Scena - Arena del Sole-Teatro
Stabile di Bologna
Il romanzo breve di Iwaszkiewicz è un piccolo capolavoro di scrittura e
introspezione focalizzato sul tempo, costruito sull’alternanza tra passato e
presente, tra realtà, ricordo, percezione e ascolto interiore. La storia racconta di
Wiktor, un uomo di 37 anni, che dopo 15 anni di assenza e di sostanziale silenzio,
ritorna a Wilko, dove aveva passato due vacanze estive dagli zii frequentando
la casa di sei sorelle, preso in una rete tutta femminile di passatempi, idee
sul futuro, seduzioni, amore. Wiktor aveva avuto una relazione con Fela, che
è morta di spagnola, parlava di futuro e cose importanti con Kazia, andava a
cavallo e giocava a tennis con Julcia, civettava con Jola, che gli piaceva più di
tutte, dava ripetizioni alle piccole Zosia e Tunia, un tempo troppo giovani per
risvegliare il suo interesse e oggi invece donne, Zosia bella e carnale, Tunia che
assomiglia alla sua Fela giovanile.
Alvis Hermanis aveva già allestito Le signorine di Wilko nel 2000 per il Teatro
di Riga.
“Ho deciso di riallestirlo perché è un testo che mi piace molto, anche se questa
versione sarà completamente diversa dalla precedente, perché grande spazio
verrà dedicato alla creazione coreografica. È per questo che ho deciso di
lavorare con Anna Sigalova, coreografa con la quale collaboro per la prima
volta.” Per ‘coreografico’ Hermanis non intende la danza ma piuttosto l’armonia
e la relazione in costante ascolto e attenzione reciproca che deve legare gli
attori tra loro e la collaborazione con Anna Sigalova, importante artista russa,
nasce proprio dal suo talento duttile e dalla sua esperienza allargata, che va
dal balletto alla prosa. “È una delle coreografe più stimate oggi in Russia ed io
amo molto le sue creazioni. È un lavoro che sorprenderà chi ha già visto i miei
spettacoli precedenti. In questo allestimento sarà centrale l’elemento visivo,
estetico, le attrici si cambieranno d’abito molte volte, come in un continuo, e la
musica sarà un momento importante del lavoro scenico.” La scena è concepita
da Andris Freibergs, lettone, capo scenografo del teatro dell’Opera nazionale,
mentre i costumi sono italiani, affidati a Gianluca Sbicca, che dopo esperienze
nell’alta moda ha trovato nel teatro il suo terreno creativo.
Hermanis, che è nato in Lettonia nel 1965 e dirige il New Riga Theatre dal 1997, è
la nuova “rivelazione” che viene dall’ex impero sovietico, così prodigo di talenti.
La sua cifra stilistica è la commistione di estetiche differenti, un incrocio di
riferimenti e di immagini che fonde Stanislavskij con Brecht, il teatro di marionette
con l’iperrealismo. Vincitore di numerosi premi prestigiosi, ospite acclamato dei
festival internazionali, è anche attore, autore dei testi e scenografo. Ha diretto
spettacoli in Europa ma è alla sua prima esperienza italiana.
«Intendo creare il mio lavoro insieme agli attori, come peraltro è mia abitudine
fare. Sono molto aperto al loro contributo. Io rispetto molto il lavoro degli
attori e mi piacerebbe creare con loro quello che mi piace definire un lavoro
collettivo».
Unico protagonista maschile è Sergio Romano, che è Wiktor, circondato da sei
protagoniste femminili, un universo, Laura Marinoni, che è Jola, Alice Torriani,
che è Tunia, Fabrizia Sacchi, che è Zosia, Patrizia Punzo, che è Julcia, Elena
Arvigo, che è Kazia e Irene Petris, che è Fela.
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bozzetti dei costumi de le signorine di wilko
LE SIGNORINE DI WILKO
E così si trovò in viaggio. Già da molto tempo pensava di visitare quei luoghi, ma
non era che un vago desiderio, come il proposito d’intraprendere grandi viaggi
quando guardiamo le belle fotografie esposte nelle vetrine dei negozi. No, non
rammentava mai il passato, né intendeva realizzare un determinato proposito;
non aveva più incontrato nessuno, nessuno dai tempi di quelle lontane vacanze,
e non sapeva più niente del luogo verso il quale ora si dirigeva. (pag. 9)
Tutti gli avvenimenti di allora erano stati anticipazioni inconsce di esperienze
mai compiute. Ma lui ora ha gettato un ponte, ha fatto retrocedere il tempo, ora
può essere attuato tutto ciò che allora era stato preannunciato. Aveva goduto
una felicità sciocca, da bambini, ma adesso, da uomo maturo, saprà condurre
a termine ciò che era rimasto un abbozzo, un disegno maldestro. Sì, senz’altro.
Finora ha ben poco realizzato, ma ciò è dipeso da cause di forza maggiore,
dalle circostanze. Del resto, se finora ha sempre rimandato tutto, è stato, non vi
è dubbio, perché nel subcosciente sentiva che sarebbe ritornato, che avrebbe
ancora fatto merenda a Wilko, e il trovarsi qui adesso è diverso, tanto diverso
da tutto quello che è stato. (pag. 28)
In verità non aveva bisogno di raccogliere le idee, ma i sentimenti. Si
aggrovigliavano dentro di lui, era pronto a ripudiare tutto ciò che era stato fino
allora e ad accogliere qualcosa di nuovo. Ma cos’era quel qualcosa di nuovo?
Sì, lo sapeva: l’amore. Nasceva in lui nonostante tutto ciò che ne aveva pensato
fino a quel momento: cominciava a dominare le sue azioni. Ma la cosa più buffa
era l’inutilità di quel sentimento che non sapeva dove indirizzarsi, che rimaneva
sospeso nel vuoto; insomma, tutto ciò che Wiktor aveva goduto dalla vita e che
era appassito, schiacciato sotto i detriti e le pietre del deprimente corso degli
avvenimenti quotidiani, ora spuntava fuori come le ortiche da sotto le macerie.
(pag.45)
«La morte di Jurek ha scompaginato tutto,» pensò, «se n’è andato prima di
apprendere l’infimo valore di quanto ci proponiamo e compiamo coscientemente,
mentre le cose importanti compiute involontariamente restano da qualche parte
dietro a noi e poi ci rincorrono, o peggio, siamo noi a rincorrerle».
No! No! Non intendeva rincorrerle: per la prima volta da quando era qui, tornò
a pensare al suo lavoro di Stokroc. Un lavoro duro, ma gli sembrò un porto di
cose difficili deliberatamente scelte e ben definite. Ciò che qui lo circondava,
invece, si trasformava d’un tratto da un mondo di possibilità gioiose in fantasmi
di torti non commessi. (pag. 61)
Ricordò che doveva partire l’indomani e fu preso da un immenso indescrivibile
rammarico. Gli sembrò per un attimo che tutto quanto era reale si fosse confuso
allora, quindici anni prima, a sua insaputa. Tanti sforzi, tanta sollecitudine gli
erano costati gli anni successivi, e tanto lo avevano sfinito, ed ora si accorgeva
che erano polvere. Non gli rimaneva nulla di quegli anni, persino i ricordi della
felicità di allora se li era conquistati solo ultimamente. Vide con chiarezza di
essere, come si usa dire nelle famiglie borghesi, un fallito. È un gran peccato
non sapersi accorgere della propria felicità.
E neppure era vero che lo avessero rovinato gli anni della guerra, abbattutisi su di
lui come una grandine di avvenimenti grigi che spianano ogni cosa; no, era lui a
invocare quegli avvenimenti, voleva esserne dominato. Gli aveva semplicemente
fatto paura il pensiero che si potesse vivere altrimenti, e così per quindici anni
aveva scacciato l’idea di recarsi a Wilko. Non aveva mai amato nessuno, non
perché gli fossero mancate le occasioni, ma solo per vigliaccheria. (pag. 87)
Se ne andò senza voltarsi, dapprima con passi piccoli e incerti. Jola si alzò e rimase
immobile a guardarlo con le braccia aperte. Si sforzava la debole vista, poi i contorni
dell’uomo che si allontanava cominciarono a svanire. Allora diede una scrollatina al
vestito bianco e si avviò verso casa, ma no, si voltò ancora.
Il passo di Wiktor diventava sempre più saldo e sicuro, la testa sempre più eretta, e
quando entrò nella stazione egli dondolava allegramente la cartella pensando che
cosa poteva aver fatto Janek a Stokroc durante quelle tre settimane. (pag. 90)
da Le signorine di Wilko di Jaroslaw Jwaszkiewicz,
Garzanti 1961, traduzione di Franca Wars
SUGGERIMENTI DI LETTURA
Jaroslaw Iwaszkiewicz, Madre giovanna degli angeli e altri romanzi
Brevi, Mursia 1979
Witald Gombrowicz, Ferdydurke, Feltrinelli 1991
7
9/12/13/15/16/19/20/22/23 GENNAIO ORE 21.00 – 10/17/24 GENNAIO ORE 15.30
TEATRO DELLE PASSIONI
da Amleto di William Shakespeare
ideazione e regia Oscar De Summa
costumi Stefania Cempini
con Oscar De Summa, Armando Iovino, Roberto Rustioni, Angelo Romagnoli
produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione, Compagnia De Summa
Torna Amleto a pranzo e a cena di Oscar De Summa, che come una tradizionale
compagnia di giro riparte da casa per affrontare altri palcoscenici. Nella
passata stagione il progetto era nato all’interno di Teatro Errante, il tendone
da circo con cui Emilia Romagna Teatro Fondazione ha portato in regione
spettacoli dove mancano sale teatrali, ma il successo di questo Amleto
è andato oltre e ha conquistato molto pubblico, molto interesse, insieme
a un unanime apprezzamento della critica e in questa stagione avrà una
circuitazione nazionale.
Una piccola compagnia di comici, sono solo in quattro, mette in scena
Amleto adattandolo e riducendolo, mescolando tra loro dinamiche private
e regole teatrali. A monte c’è un grande amore per il Bardo, un profondo e
sacro rispetto, si “scherza” per raggiungere un obiettivo semplice e molto
difficile: “riportare a un livello popolare la tragedia di Shakespeare scritta
allora pensando al popolo, tragedia che nel corso dei secoli ha acquisito
una serie di letture possibili e di significati intellettuali” dice De Summa.
Dell’Amleto non manca nulla, più o meno, neanche nella struttura: la scena
si costruisce lì per lì, i costumi sono stati presi in prestito (da Nekrosius,
dicono gli attori, e la battuta regala il ricordo, per chi l’ha visto, di un
grande Amleto cantante rock), le parti da donna le fa De Summa, Armando
Iovino è Amleto, Roberto Rustioni e Angelo Romagnoli fanno gli altri.
E Amleto è generoso, anche smontato riesce a dare e il pubblico si diverte,
con la risata oppure con il rimando colto.
Perché Amleto di Shakespeare rappresenta il Teatro, è una sorta di totem
per gli attori che lo devono interpretare e per i registi che lo dirigono, è
diventato un’icona il teschio in mano e “essere o non essere” è stato preso
in prestito dalle pubblicità. Se tutta l’opera shakespeariana ha ancora vita
ed è ancora intenso il significato che trasmette e la logica teatrale che la
governa, è indubbio che Amleto è passato nel mito.
Con Amleto a pranzo e a cena il mito si rafforza per opposizione, perché
il divertimento lo scardina ma lo reinventa, divertendo finisce per fare sul
serio e si arriva a toccare un altro aspetto del lavoro molto interessante,
quello dell’utilità di Shakespeare, del suo esserci necessario. Scrive De
Summa “Nella vicenda, apparentemente lontana, del principe danese
emergono così questioni semplici, che riguardano il comune animo umano,
e che mettono in luce quanto nulla sia cambiato dentro di noi, quanto quel
dentro di noi sia possibile nominarlo anche grazie a Shakespeare, quanto
Amleto abiti il nostro quotidiano, costantemente presente a pranzo e a
cena”.
Bella l’idea di pranzare con Amleto parlando di noi, soprattutto
completamente teatrale, perché il Teatro è proprio quello, è la capacità
di dar voce a quello che siamo, di rappresentarci, e l’idea di poterlo fare
ancora oggi con le parole e le trame di Shakespeare conferma la sua
grandezza ma anche il Teatro stesso: se Shakespeare ci è necessario, se
lo sentiamo vicino, allora vuol dire che il Teatro ha ancora un senso, che è
un linguaggio che possiamo ancora spendere per necessità, non solo per
divertimento.
Il bello è che lo si capisce ridendo, che è sempre un bel modo di arrivare alle
cose.
SUGGERIMENTI DI LETTURA
Aldo Carotenuto, L’ombra del dubbio. Amleto nostro
contemporaneo, Bompiani 2003
William Shakespeare, Il dramma della libertà, Rizzoli 2003
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amleto a pranzo e a cena (foto rolando paolo guerzoni)
AMLETO A PRANZO E A CENA
frankenstein (foto marcello norberth)
FRANKENSTEIN
OSSIA IL PROMETEO MODERNO
DAL 4 AL 6 FEBBRAIO ORE 21.00 – 7 FEBBRAIO ORE 17.00
TEATRO DELLE PASSIONI
liberamente ispirato a Frankenstein di Mary Shelley
scritto e diretto da Stefano Massini
scene Laura Benzi
costumi Micol Medda, Caterina Bottai
proiezioni Maddalena Ammannati, Cristina Andolcetti
luci Roberto Innocenti
con Sandro Lombardi viso e voce della Creatura
e con Luisa Cattaneo, Silvia Frasson, Amerigo Fontani, Alessio Nieddu,
Daniele Bonaiuti, Simone Martini, Antonio Fazzini, Roberto Posse
produzione Teatro Metastasio Stabile della Toscana, Teatro delle Donne - Centro
Nazionale di Drammaturgia
in collaborazione con Festival della Creatività 2008
Mary Shelley ha 21 anni quando scrive Frankenstein o il moderno Prometeo
nel 1817, il romanzo esce con uno pseudonimo e non raccoglie buone critiche
ma diventa comunque un successo e l’identità dell’autrice viene fuori solo
alla seconda edizione generando molto stupore, perché “per un uomo era
eccellente, ma per una donna è straordinario”. Il romanzo ha origine da un
incubo e davvero non si può immaginare una genesi più pertinente.
Mary sogna uno studente che si inginocchia di fianco alla creatura che ha
assemblato e che dà segni di vita, a quel punto scrive il suo racconto e cerca
di trasferirvi tutta la paura provata nel sonno. Tornata a Londra il racconto
diventa romanzo ma continua a mantenere lo stesso terrore misto a poesia
di quell’incubo notturno che l’ha generato, molto lontano da quello che poi
è diventato lo stereotipo. Nel romanzo il protagonista Victor Frankenstein,
primogenito di un potente politico, è distrutto dall’improvvisa morte della madre
e poiché è sempre stato affascinato dalla medicina e dalle scienze naturali, si
avvicina a Paracelso e all’alchimia perché ha un desiderio irrealizzabile, quello
della creazione di un essere umano perfetto, intelligente e longevo. Studiando
medicina e frequentando i cimiteri dove analizza i cadaveri Frankenstein riesce
a dare vita a una Creatura che però non è come aveva immaginato, almeno
nell’aspetto esteriore, perché è deforme e senza grazia, con una forza mostruosa
e con un’anima che riserva altrettante sorprese. Frankenstein lo rifiuta e lo
abbandona ma la Creatura lo ritroverà e le loro vite saranno intrecciate in quel
nodo che non si scioglie, costituito dal rapporto padre/figlio.
Il Frankenstein di Stefano Massini salta le caricature horror e va alla fonte, a
quell’incubo poetico e visionario di Mary Shelley e pone l’accento sull’idea di
creazione, sul moderno Prometeo appunto, sul desiderio eterno di allontanare
la morte.
«La lettura del materiale originale è in questo senso sorprendente» scrive
Massini «in primo piano non c’è la ricerca gotica della paura a tutti i costi, bensì
la sconcertante umanità della Creatura, scaraventata al mondo con un fardello
inestricabile di domande». E la Creatura infatti non ha niente di mostruoso,
né di spaventoso, ma piuttosto di estraneo, fuori scala, perché sono il volto
gigantesco proiettato sul fondo e la voce di Sandro Lombardi.
“Non ti ho chiesto io di farmi vivere” è l’obiezione, disperata e profonda della
Creatura, che ci costringe tutti a interrogarci sul significato della vita aprendo
fondamentali interrogativi sulla morte. In primo piano non è il mostruoso ma
piuttosto l’umano, Victor si fa Creatore per amore della vita, per sconfiggere la
morte e il dolore che la accompagna, non c’è morbosità né scienza impazzita
ma una poetica e dolente solitudine alla fine di una ricerca di vita.
SUGGERIMENTI DI LETTURA
Mary Shelley, Maurice, e la capanna del pescatore, Mondadori
2003
Mary Shelley, Metamorfosi:racconti gotici, La tartaruga 2006
9
“THE TABLE OF MY MEMORY”
viaggio nelle biblioteche d’occidente
in compagnia di William Shakespeare
Ciclo di letture volte ad esplorare l’universo drammaturgico
del grande poeta inglese attraverso importanti “precedenti”
o celebri “riscritture” dei suoi capolavori
sabato 12 dicembre ore 17
VITTORIO FRANCESCHI
Letture attorno a
«La tempesta» tra Auden e Browning:
Il mare e lo specchio
e Caliban upon Setebos
sabato 30 gennaio ore 17
FERDINANDO BRUNI
Letture attorno a
«Amleto» tra Laforgue e Testori:
la pietà filiale e lo “scarrozzante”
BIBLIOTECA DELFINI
Corso Canal Grande, 103
Modena
ingresso libero
Vittorio Franceschi attore, autore e regista teatrale
ha lavorato con i principali Teatri Stabili italiani
(Roma, Genova, Torino, Bologna, Trieste,
Bolanzo, Palermo, Piccolo di Milano).
Nel 2009 ha vinto il Premio della critica per A corpo morto.
Info:
EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE
tel. 059.2136020 [email protected]
www.emiliaromagnateatro.com
BIBLIOTECA DELFINI: tel. 059.2032940
[email protected]
www.comune.modena.it/biblioteche
Ferdinando Bruni fonda nel 1973 il Teatro dell’Elfo
con cui lavora come attore, regista, scenografo
e di cui è direttore artistico insieme a Elio De Capitani.
Nel 2008 la prima parte del suo spettacolo Angels in America ha
vinto i premi ETI per la regia e per miglior spettacolo di prosa.
STAGIONE TEATRALE 2009/2010 TEATRO STORCHI – TEATRO DELLE PASSIONI Modena
Via Ganaceto 129, 41121 Modena
tel. 059/2136011 fax 059/245332
e-mail: [email protected]
www.emiliaromagnateatro.com
INFORMAZIONI E BIGLIETTERIA
Biglietteria telefonica
tel. 059/2136021dal lunedì al venerdì ore 9/13
Teatro Storchi
Largo Garibaldi, 15 – Modena
orari: dal martedì al venerdì dalle 10 alle 14 e sabato
dalle 10 alle 13
Teatro delle Passioni
Via C. Sigonio, 382 – Modena
orari: mercoledì, giovedì e sabato dalle 16.30 alle 19
informazioni e vendita on line:
www.emiliaromagnateatro.com
Circuito di prevendita on line Vivaticket by charta:
www.vivaticket.it
biglietti
TEATRO STORCHI
Platea balconata e palco intero € 24,00 ridotto 10% € 22,00
ridotto Giovani/Anziani € 18,00 ridotto 15% € 20,50
I e II galleria intero € 14,00 ridotto 10% € 12,50
ridotto Giovani/Anziani € 11,00 ridotto 15% € 12,00
Per lo spettacolo: ROBIN HOOD
Platea balconata e palco intero € 28,00 ridotto 10% € 25,00
ridotto Giovani/Anziani € 21,00 ridotto 15% € 24,00
I e II galleria intero € 17,00 ridotto 10% € 15,00
ridotto Giovani/Anziani € 13,00 ridotto 15% € 14,50
Per lo spettacolo URBAN RABBITs
posto unico
intero € 20,00
ridotto Giovani/Anziani € 15,00
ridotto under 14 € 5,00
STORCHI OPERETTA
Platea balconata e palco intero € 24,00
ridotto convenzionati € 20,00
ridotto under 14 € 12,00
I e II galleria intero € 16,00
ridotto convenzionati € 12,00
ridotto under 14 € 8,00
TEATRO DELLE PASSIONI
Intero € 11,00 ridotto 10% € 10,00
ridotto Giovani/Anziani € 8,00
LA DOMENICA NON SI VA A SCUOLA
bambini € 5,00 adulti € 8,00
sconto di € 1,00 sul biglietto per i possessori di
Cartainsieme Conad
Il diritto di prevendita è 8% con arrotondamento a € 0,50
LAST MINUTE: solo on line il giorno di spettacolo 50% di riduzione
sul prezzo intero
Abbonamenti
PASSIONI
con scelta della data di rappresentazione e del posto
valido 6 o 10 spettacoli a scelta su tutto il cartellone del
Teatro delle Passioni
QUATTROCARD
con scelta della data di rappresentazione e del posto
valido 4 spettacoli a scelta dai Cartelloni del Teatro Storchi
e Teatro delle Passioni (escluso i fuori abbonamento,
Robin Hood il musical e URBAN RABBITs) riservato ai
giovani fino a 20 anni, ai possessori della StudentCard
rilasciata dall’Università di Modena e Reggio Emilia, ai
titolari di Carta Doc
CARNET 7
con scelta di titolo, data di rappresentazione e del
posto
valido 7 ingressi a scelta dal cartellone del Teatro Storchi
e del Teatro delle Passioni
CARTATEATRO
carta prepagata a scalare con 12 tagliandi
da utilizzare 2 per il Teatro Storchi e 1 per il Teatro delle
Passioni
(escluso gli spettacoli fuori abbonamento, URBAN
RABBITs e Robin Hood il musical)
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LABORATORIO SHAKESPEARE
edmund dulac
PROSEGUE IL
MODENA
Dopo la realizzazione della mostra Sogni di una tempesta – Le immaginazioni
shakespeariane di Arthur Rackam e Edmund Dulac e del sussidio ipermediale
La Tempesta, il Laboratorio Shakespeare prosegue con la produzione di
altri due sentieri esplorativi multimediali dal titolo:
VIVERE PER RECITARE, RECITARE PER VIVERE: “HAMLET” O LA
TRAGEDIA DI ESSERE IL PRINCIPE DI DANIMARCA
L’AMORE CHE NON MUORE: “ROMEO AND JULIET” O IL RACCONTO
D’AMORE FRA TRAGEDIA ROMANTICA E COMMEDIA SOFISTICATA
Curati da Francesca Talamo, Francesca Vitale e Alessandro Pamini,
agli insegnati e agli studenti, ma per la straordinaria ricchezza dei loro
contenuti, si offrono come occasioni di conoscenza e approfondimento
arthur rackam
dell’Istituto MetaCultura, questi strumenti si rivolgono in particolare
dell’opera shakespeariana, anche per il pubblico e gli operatori.
Per ogni titolo saranno sviluppati infatti due sussidi: uno di avvicinamento
al testo per il pubblico e un secondo specifico per gli insegnanti e gli
operatori.
Particolarmente densi di testi, immagini e sequenze filmate tratte dalle
versioni più interessanti delle opere di Shakespeare fatte dal cinema e
di Shakespeare un «classico» capace di superare ogni confine culturale
e di sopravvivere tanto alle mode generazionali quanto ai tentativi di
storicizzarlo.
Di conseguenza il sussidio valorizza anche tutti quei testi correlabili,
anche contemporanei, che ne hanno ereditato gli insegnamenti e
che perciò aspirano a diventare dei «classici» in grado di parlare, a
qualunque generazione, di quei sentimenti universali che governano le
storie di ogni luogo e tempo.
INFO
Emilia Romagna Teatro Fondazione
Via Ganaceto 129 – 41121 Modena
Ufficio Teatro Ragazzi e Giovani
Tel 059/2136055
[email protected]
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sotto a destra edmund dulac, a sinistra artur rackam
dal teatro, i sussidi si propongono di indagare cosa renda ogni opera
CONVERSANDO DI TEATRO STAGIONE 2009 - 2010
Foyer del Teatro Storchi
sabato 5 dicembre 2009 ore 17,30
venerdì 22 gennaio 2010 ore 17,30
NANNI GARELLA, ALESSANDRO HABER
ALBERTO BERTONI
Incontro con
e la compagnia di PLATONOV
conduce Gianluigi Lanza
Conferenza - conversazione
presenta
LE SIGNORINE DI WILKO
- ingresso libero -
Al termine degli incontri un aperitivo per tutti i partecipanti
Teatro Storchi – Largo Garibaldi, 15 – Modena
INFO
AMICI DEI TEATRI MODENESI Tel. 059/211155 – [email protected] – www.amiciteatrimodenesi.com
EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE Tel. 059/2136020 – [email protected] – www.emiliaromagnateatro.com
In collaborazione con
A NATALE DONA...
CULTURA, DIVERTIMENTO E SOLIDARIETÀ
Dal 1 al 23 dicembre se acquisti due biglietti a scelta tra nove spettacoli
della Stagione 2009/2010 del Teatro Storchi, risparmi fino a 12 euro
e doni 4 euro a EMERGENCY.
Da anni in trincea per aiutare chi ne ha bisogno.
Sono nove gli appuntamenti che potrai mettere sotto l’albero di parenti ed amici: Le signorine
di Wilko, Romeo e Giulietta, Il Dio della carneficina, Le nuvole, Danza di morte, L’Avaro,
Shylock: il mercante di Venezia in prova e le due operette Madama di Tebe, La strada.
Una poltrona a teatro è senz’altro un’idea-regalo originale e gradita. Un biglietto per uno
spettacolo è un passaporto che parla più lingue: significa una bella serata in compagnia,
la possibilità di vedere dal vivo attori famosi, l’occasione di calarsi nell’atmosfera di storie
senza tempo.
Platea Balconata Palco 2 biglietti interi € 36,00
anziché € 48,00 e 4 euro vanno a Emergency
Galleria 2 biglietti interi € 22,00
anziché € 28,00 e 2 euro vanno a Emergency
Se hai diritto ad altre riduzioni 2 euro
ogni biglietto vanno a Emergency
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