n.98 dicembre-gennaio 2009 rotopalco STAGIONE 2009/2010 LE PRODUZIONI ERT IN SCENA Direttore responsabile Eduardo Sammartino Redazione Emilia Romagna Teatro Anna Bergamin, Giovanna Botti, Silvia Pacciarini, Marisa Tucci Redazione Fondazione Teatro Comunale di Modena Lorena Loschi, Fabio Ceppelli Impaginazione e stampa Edicta IL VAUDEVILLE VISTO DA MASSIMO CASTRI IN PRIMA ASSOLUTA LE SIGNORINE DI WILKO DI ALVIS HERMANIS TEATRO COMUNALE LUCIANO PAVAROTTI Progetto OPERAFUTURA: De l’Ombre Eterne Da La signora delle camelie al duo Bostridge/Drake Teatro Storchi Largo Garibaldi, 15 - 41124 Modena Tel. (059) 2136011 - Fax (059) 234.979 email: [email protected] http://www.emiliaromagnateatro.com Teatro Storchi – pubblicazione bimestrale – Largo Garibaldi, 15 – 41100 Modena Poste Italiane s.p.a. – spedizione in abbonamento postale 70% Iscrizione Tribubale di Modena n. 1158/1993. STAGIONE 2009/2010 CALENDARIO DICEMBRE/GENNAIO RIDOTTO TEATRO STORCHI fino al 13 dicembre SOGNI DI UNA TEMPESTA Immaginazioni shakespeariane di Arthur Rackham e Edmund Dulac a cura di METACULTURA Teatro Comunale Luciano Pavarotti Giovedì 3 dicembre ore 21.00 BALLETTO DEL TEATRO DELL’OPERA DI PRAGA La signora delle camelie TEATRO STORCHI dal 3 al 5 dicembre ore 21.00 6 dicembre ore 15.30 PLATONOV di Anton Cechov regia NANNI GARELLA FOYER DEL TEATRO STORCHI 5 dicembre ore 17.30 CONVERSANDO DI TEATRO Incontro con Nanni Garella, Alessandro Haber e la compagnia di Platonov Teatro Comunale Luciano Pavarotti Sabato 5 dicembre ore 21.00 ROYAL PHILHARMONIC ORCHESTRA Pinchas Zukerman violino e direttore TEATRO STORCHI 8 dicembre ore 16.00 LA DOMENICA NON SI VA A SCUOLA Rassegna di Teatro per famiglie CLOWN IN LIBERTÀ BIBLIOTECA DELFINI SHAKESPEARE È COME UN PEZZO DI CARBONE? 12 dicembre ore 17.00 VITTORIO FRANCESCHI Letture attorno a La Tempesta 2 TEATRO STORCHI 12 dicembre ore 21.00 13 dicembre ore 15.30 MY FAIR LADY di Frederick Loewe regia CORRADO ABBATI Teatro Comunale Luciano Pavarotti Domenica 13 dicembre ore 16.00 DE L’OMBRE ETERNE Musiche di Bruno Moretti da Claudio Monteverdi TEATRO STORCHI dal 16 al 19 dicembre ore 21.00 20 dicembre ore 15.30 LA PRESIDENTESSA di Maurice Hennequin e Pierre Veber regia MASSIMO CASTRI TEATRO DELLE PASSIONI dal 27 al 30 dicembre e 1/2/3/5/6 gennaio ore 16.00 LA DOMENICA NON SI VA A SCUOLA Rassegna di Teatro per famiglie RANOCCHIO TEATRO DELLE PASSIONI 9, 12, 13, 15, 16, 19, 20, 22, 23 gennaio ore 21.00 10, 17, 24 gennaio ore 15.30 AMLETO A PRANZO E A CENA da Amleto di William Shakespeare ideazione e regia OSCAR DE SUMMA Teatro Comunale Luciano Pavarotti Domenica 17 gennaio ore 21.00 COMPAGNIA ATERBALLETTO Certe notti Teatro Comunale Luciano Pavarotti Martedì 19 gennaio ore 21.00 FAZIL SAY pianoforte Teatro Comunale Luciano Pavarotti Sabato 23 gennaio ore 17.00 Elektra Invito all’opera Incontro con Manfred Schweigkofler FOYER DEL TEATRO STORCHI CONVERSANDO DI TEATRO 22 gennaio ore 17.30 Conferenza – conversazione con Alberto Bertoni su Le signorine di Wilko Teatro Comunale Luciano Pavarotti Sabato 23 gennaio ore 20,30 Domenica 24 gennaio ore 15,30 ELEKTRA Musica di Richard Strauss Teatro Comunale Luciano Pavarotti Martedì 26 gennaio ore 21.00 SPIRA MIRABILIS Concerto della Memoria e del Dialogo TEATRO STORCHI dal 27 al 30 gennaio ore 21.00 31 gennaio ore 15.30 LE SIGNORINE DI WILKO da Jaroslaw Iwaszkiewicz adattamento e regia ALVIS HERMANIS Teatro Comunale Luciano Pavarotti Venerdì 29 gennaio ore 21.00 IAN BOSTRIDGE tenore JULIUS DRAKE pianoforte BIBLIOTECA DELFINI SHAKESPEARE È COME UN PEZZO DI CARBONE? 30 gennaio ore 17.00 FERDINANDO BRUNI Letture attorno a Amleto platonov (foto raffaella cavalieri) PLATONOV DAL 3 AL 5 DICEMBRE ORE 21.00 – 6 DICEMBRE ORE 15.30 TEATRO STORCHI platonov (foto raffaella cavalieri) di Anton Cechov versione italiana di Nanni Garella e Nina Tchechovskaja regia Nanni Garella scene Antonio Fiorentino luci Gigi Saccomandi costumi Claudia Pernigotti con Alessandro Haber, Susanna Marcomeni, Nanni Garella, Franco Sangermano, Marco Cavicchioli, Claudio Saponi, Silvia Giulia Mendola, Rosario Lisma, Linda Gennari, Matteo Alì, Pamela Giannasi, Vladimiro Cantaluppi produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione, Nuova Scena / Arena del Sole – Teatro Stabile di Bologna Platonov si inserisce in un percorso di rivisitazione dell’opera cechoviana iniziato dal regista Nanni Garella nel 2004 con la messa in scena di Zio Vanja. Sull’onda del successo riscosso la stagione scorsa lo spettacolo arriva a Modena al Teatro Storchi sempre con Alessandro Haber in veste di protagonista. «Il quadro sociale descritto in Platonov - afferma Haber - non è lontano dal nostro in decadenza, dove i rapporti sociali si disgregano. I personaggi hanno perso i punti di riferimento sociali, economici, non hanno un progetto di vita e pensano solo a sopravvivere. Niente di più contemporaneo…». MY FAIR LADY 12 DICEMBRE ORE 21.00 - 13 DICEMBRE ORE 15.30 TEATRO STORCHI testi e liriche Alan Jay Lerner musiche Frederick Loewe traduzione e adattamento Corrado Abbati coreografie Giada Bardelli direzione musicale Marco Fiorini con Antonella Degasperi, Fabrizio Macciantelli, Carlo Monopoli, Raffaella Montini, Francesca Dulio produzione InScena My Fair Lady My Fair Lady, tratto da Pigmalione di George Bernard Shaw, è un musical di Alan Jay Lerner su musiche di Frederic Loewe. La storia è nota, anche per la versione cinematografica realizzata da Cukor con Audrey Hepburn e Rex Harrison, e racconta del professor Higgins, studioso di fonetica che, colpito dai modi rozzi e dall’eloquio senza grazia della fioraia Eliza Doolittle, scommette con un amico che riuscirà in sei mesi a trasformarla in una donna raffinata. «Sognare, amare, cantare, danzare: ecco gli elementi distintivi che diventano linea guida di questa nuova edizione di My Fair Lady» afferma Corrado Abbati. «Pigmalione, è parola, My Fair Lady è musica: l’attenzione quindi si sposta e si interessa non ai conflitti dialettici, bensì a quelli dei personaggi. Si prende atto di far parlare una fioraia come una gran dama, ma per dimenticarsene ben presto e potersi abbandonare alla “favola possibile” di Eliza. Il ritmo si fa serrato, il dialogo brillante e ricco di battute spiritose, i costumi eleganti, raffinati, i movimenti coreografici energici e corali, capaci di amplificare ora i momenti burleschi ora i momenti romantici. Su tutto la musica di Loewe, che sa essere sentimentale e romantica, briosa e trascinante, sempre vitale. A lei spetta una buona parte di quel miracolo che è My Fair Lady, uno dei più famosi e popolari “classici” del teatro musicale che ha la fortuna di essere sempre giovane». 3 la domenica non si va a scuola rassegna di teatro per famiglie 8 DICEMBRE ORE 16.00 TEATRO STORCHI clown in libertà CLOWN IN LIBERTÀ - Spettacolo di clown e musica di e con Leonardo Adorni, Jacopo Maria Bianchini, Alessandro Mori produzione Teatro Necessario Divertimento, risate, e allegria sono assicurati con Teatro Necessario, una giovane formazione di Parma già premiata con numerosi e importanti riconoscimenti, che saprà affascinare il pubblico di ogni età con la sua carica di simpatia. Clown in libertà è uno spettacolo in cui le più disparate arti circensi si sovrappongono e si integrano nel segno della clownerie e dell’improvvisazione tipica del teatro di strada. I tre musicisti dalle poche parole - ma armati dei loro strumenti - sono pronti a divertire, meravigliare e abbracciare i loro piccoli spettatori. Senza un racconto enunciato e senza alcuno scambio di battute, Clown in libertà racconta il pomeriggio un po’ anomalo di tre clown che vogliono allestire uno spettacolo per stupire e infine conquistare il pubblico di passanti. Cercando con ogni mezzo di sorprenderlo, a costo di prevaricarsi gli uni con gli altri, di farsi vicendevoli dispetti, finiranno con il rubarsi ripetutamente di mano gli attrezzi compiendo ripetute evoluzioni. La musica è la vera colonna portante dell’azione e dello sviluppo narrativo; accompagna e scandisce ogni segmento ed ogni azione. RANOCCHIO DAL 27 AL 30 DICEMBRE E 1/2/3/5/6 GENNAIO ORE 16.00 Ranocchio TEATRO DELLE PASSIONI - Teatro d’ombre e attori dall’opera di Max Velthuijs adattamento Nicola Lusuardi, Fabrizio Montecchi regia Fabrizio Montecchi scene Nicoletta Garioni sagome Federica Ferrari (tratte dai disegni di Max Velthuijs) musiche Michele Fedrigotti costumi Sara Bartesaghi Gallo luci Maddalena Maj con Laura Dell’Albani, Domenico Sannino Teatro Gioco Vita in collaborazione con 4 ranocchio Lo spettacolo è tratto dalle opere omonime di Max Velthuijs, uno dei più celebrati autori e illustratori per l’infanzia al mondo, le quali raccontano, con parole e immagini di grande forza ed essenzialità, le vicende di Ranocchio e dei suoi amici. Le figure e le parole di Velthuijs vengono fatte rivivere sullo schermo del teatro d’ombre, trasformate con leggerezza e poesia in delicate storie animate: raccontano le avventure di Ranocchio, e lo fanno affrontando le grandi domande e i piccoli drammi di ogni giorno, quelli dei grandi ma, anche e soprattutto, di chi grande lo deve diventare e si misura ogni giorno con i problemi che il proprio crescere nel mondo comporta. «Gli animali illustrati nei miei libri - ha detto Velthuijs - sono una sorta di me bambino, hanno la loro propria personalità, in cui vi è, però, sempre una parte di me stesso». la presidentessa (foto marco caselli nirmal) LA PRESIDENTESSA DAL 16 AL 19 DICEMBRE ORE 21.00 – 20 DICEMBRE ORE 15.30 TEATRO STORCHI di Maurice Hennequin e Pierre Veber regia Massimo Castri scene e costumi Claudia Calvaresi musiche originali Arturo Annecchino luci Robert John Resteghini suono Franco Visioli regista assistente Marco Plini assistente alla regia Thea Dellavalle con Marco Brinzi, Giorgia Coco, Francesca Debri, Michele Di Giacomo, Federica Fabiani, Alessandro Federico, Vincenzo Giordano, Diana Hobel, Alessandro Lussiana, Davide Lorenzo Palla, Antonio Giuseppe Peligra produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione, Teatro Stabile dell’Umbria La presidentessa di Maurice Hennequin e Pierre Veber, scritta nel 1912, appartiene al genere vaudeville, un genere molto popolare e amatissimo dal pubblico, nato inizialmente con accompagnamento musicale e poi affidato solamente al divertimento delle battute e al ritmo farsesco dell’intreccio. Interessante e rivelatore è l’aspetto della scrittura a quattro mani, una collaborazione utile alla rapidità di composizione e al confronto sulle possibili soluzioni che si rivelano indicatori di un gusto e di una forma. Ciò che è chiaro è quanto l’obiettivo sia la scena, la praticabilità teatrale, perché è in palcoscenico che si risolve tutto quindi non è lo spessore letterario delle battute, né l’introspezione del personaggio, né in fondo la singolarità di un mondo d’autore trasferita sul dramma, è al contrario la creazione di un congegno scenico, per il quale essere in due aiuta, si fa prima e si fa meglio, e si contemplano più punti di vista, per raggiungere un pubblico più largo. Questa “tecnicità artigianale”, questo “fare teatro” sono alla base della scelta del testo. La giovane compagnia d’attori è costituita dagli allievi del Corso di Alta Formazione per Attori di Emilia Romagna Teatro Fondazione, al loro secondo anno, diretti da Massimo Castri, tra i registi di riferimento dell’ente e eccellente maestro. Per questa sessione di lavoro, costituita da un anno di attività, per un totale di 650 ore, il fine didattico era l’autonomia interpretativa dell’attore e Castri e i suoi collaboratori hanno lavorato sull’invenzione del personaggio. Partendo da differenti metodologie e angolazioni, centralità è stata data al corpo dell’attore, fascio di fisicità, voce e ritmo, per puntare all’autonomia creativa, in cui è l’attore a enucleare tutti gli aspetti costruttivi del personaggio e se ne appropria utilizzando i suoi strumenti. In questo senso il vaudeville è esemplare, perché è congegnato come un perfetto orologio scenico in cui sono importanti doti attorali fondanti, come la caratterizzazione, la comicità verbale, il tempo interno, l’ascolto relazionale. Perché, come riportano le Note di lavoro di Thea Dellavalle, assistente di Massimo Castri dal 2001, “sulla scena deve prendere vita una sorta di orchestra composta da diversi strumenti ma accomunata da uno stesso registro di leggerezza: una recitazione d’insieme che sia cioè la somma dell’azione di personaggi singoli molto disegnati e individualmente caratterizzati. Ne La presidentessa non si tratta più di recitare come in un vaudeville, ma di recitare il vaudeville come struttura pura, di mettere in atto la grammatica di linguaggio in tutta la sua complessità, non attraverso la sua citazione.” La storia è ‘piccante’. Un severo Presidente di Tribunale riceve la visita inaspettata di una seducente soubrette, proprio quando la moglie è lontana, insieme all’altrettanto inaspettata visita del Guardasigilli. Per decoro la soubrette viene presentata come la padrona di casa, ma finisce nel letto dell’ospite e l’equivoco sarà portatore di successi per il Presidente. De La presidentessa forse qualcuno ricorderà il bianco e nero della versione cinematografica firmata da Pietro Germi, nel 1952, con Carlo Dapporto, Silvana Pampanini soubrette e Ave Ninchi vera moglie, o la versione attualizzata nel film di Luciano Salce con Gianrico Tedeschi e Mariangela Melato. Precedenti illustri, senza contare le innumerevoli versioni teatrali, precedenti di buon auspicio per i giovani interpreti di questa Presidentessa, alle prese con un terreno a ostacoli dove la perizia e la compiuta appropriazione del mestiere darà ottime prove d’attore. SUGGERIMENTI DI LETTURA Sandro Bajini (a cura di), I capolavori del vaudeville, Mondadori 1988 Georges Feydeau, Occupati d’Amelia, Einaudi 1972 5 DAL 27 AL 30 GENNAIO ORE 21.00 – 31 GENNAIO ORE 15.30 TEATRO STORCHI dall’omonimo romanzo di Jaroslaw Iwaszkiewicz adattamento e regia Alvis Hermanis traduzione adattamento Carla Pollastrelli coreografia Alla Sigalova scene Andris Freibergs luci Paolo Pollo Rodighiero costumi Gianluca Sbicca assistente alla regia Thea Dellavalle assistente scenografa Elena Zykova con Sergio Romano, Laura Marinoni, Patrizia Punzo, Elena Arvigo, Irene Petris, Fabrizia Sacchi, Alice Torriani produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione, Unione Europea nell’ambito del progetto Prospero, Teatro Stabile di Napoli, Nuova Scena - Arena del Sole-Teatro Stabile di Bologna Il romanzo breve di Iwaszkiewicz è un piccolo capolavoro di scrittura e introspezione focalizzato sul tempo, costruito sull’alternanza tra passato e presente, tra realtà, ricordo, percezione e ascolto interiore. La storia racconta di Wiktor, un uomo di 37 anni, che dopo 15 anni di assenza e di sostanziale silenzio, ritorna a Wilko, dove aveva passato due vacanze estive dagli zii frequentando la casa di sei sorelle, preso in una rete tutta femminile di passatempi, idee sul futuro, seduzioni, amore. Wiktor aveva avuto una relazione con Fela, che è morta di spagnola, parlava di futuro e cose importanti con Kazia, andava a cavallo e giocava a tennis con Julcia, civettava con Jola, che gli piaceva più di tutte, dava ripetizioni alle piccole Zosia e Tunia, un tempo troppo giovani per risvegliare il suo interesse e oggi invece donne, Zosia bella e carnale, Tunia che assomiglia alla sua Fela giovanile. Alvis Hermanis aveva già allestito Le signorine di Wilko nel 2000 per il Teatro di Riga. “Ho deciso di riallestirlo perché è un testo che mi piace molto, anche se questa versione sarà completamente diversa dalla precedente, perché grande spazio verrà dedicato alla creazione coreografica. È per questo che ho deciso di lavorare con Anna Sigalova, coreografa con la quale collaboro per la prima volta.” Per ‘coreografico’ Hermanis non intende la danza ma piuttosto l’armonia e la relazione in costante ascolto e attenzione reciproca che deve legare gli attori tra loro e la collaborazione con Anna Sigalova, importante artista russa, nasce proprio dal suo talento duttile e dalla sua esperienza allargata, che va dal balletto alla prosa. “È una delle coreografe più stimate oggi in Russia ed io amo molto le sue creazioni. È un lavoro che sorprenderà chi ha già visto i miei spettacoli precedenti. In questo allestimento sarà centrale l’elemento visivo, estetico, le attrici si cambieranno d’abito molte volte, come in un continuo, e la musica sarà un momento importante del lavoro scenico.” La scena è concepita da Andris Freibergs, lettone, capo scenografo del teatro dell’Opera nazionale, mentre i costumi sono italiani, affidati a Gianluca Sbicca, che dopo esperienze nell’alta moda ha trovato nel teatro il suo terreno creativo. Hermanis, che è nato in Lettonia nel 1965 e dirige il New Riga Theatre dal 1997, è la nuova “rivelazione” che viene dall’ex impero sovietico, così prodigo di talenti. La sua cifra stilistica è la commistione di estetiche differenti, un incrocio di riferimenti e di immagini che fonde Stanislavskij con Brecht, il teatro di marionette con l’iperrealismo. Vincitore di numerosi premi prestigiosi, ospite acclamato dei festival internazionali, è anche attore, autore dei testi e scenografo. Ha diretto spettacoli in Europa ma è alla sua prima esperienza italiana. «Intendo creare il mio lavoro insieme agli attori, come peraltro è mia abitudine fare. Sono molto aperto al loro contributo. Io rispetto molto il lavoro degli attori e mi piacerebbe creare con loro quello che mi piace definire un lavoro collettivo». Unico protagonista maschile è Sergio Romano, che è Wiktor, circondato da sei protagoniste femminili, un universo, Laura Marinoni, che è Jola, Alice Torriani, che è Tunia, Fabrizia Sacchi, che è Zosia, Patrizia Punzo, che è Julcia, Elena Arvigo, che è Kazia e Irene Petris, che è Fela. 6 bozzetti dei costumi de le signorine di wilko LE SIGNORINE DI WILKO E così si trovò in viaggio. Già da molto tempo pensava di visitare quei luoghi, ma non era che un vago desiderio, come il proposito d’intraprendere grandi viaggi quando guardiamo le belle fotografie esposte nelle vetrine dei negozi. No, non rammentava mai il passato, né intendeva realizzare un determinato proposito; non aveva più incontrato nessuno, nessuno dai tempi di quelle lontane vacanze, e non sapeva più niente del luogo verso il quale ora si dirigeva. (pag. 9) Tutti gli avvenimenti di allora erano stati anticipazioni inconsce di esperienze mai compiute. Ma lui ora ha gettato un ponte, ha fatto retrocedere il tempo, ora può essere attuato tutto ciò che allora era stato preannunciato. Aveva goduto una felicità sciocca, da bambini, ma adesso, da uomo maturo, saprà condurre a termine ciò che era rimasto un abbozzo, un disegno maldestro. Sì, senz’altro. Finora ha ben poco realizzato, ma ciò è dipeso da cause di forza maggiore, dalle circostanze. Del resto, se finora ha sempre rimandato tutto, è stato, non vi è dubbio, perché nel subcosciente sentiva che sarebbe ritornato, che avrebbe ancora fatto merenda a Wilko, e il trovarsi qui adesso è diverso, tanto diverso da tutto quello che è stato. (pag. 28) In verità non aveva bisogno di raccogliere le idee, ma i sentimenti. Si aggrovigliavano dentro di lui, era pronto a ripudiare tutto ciò che era stato fino allora e ad accogliere qualcosa di nuovo. Ma cos’era quel qualcosa di nuovo? Sì, lo sapeva: l’amore. Nasceva in lui nonostante tutto ciò che ne aveva pensato fino a quel momento: cominciava a dominare le sue azioni. Ma la cosa più buffa era l’inutilità di quel sentimento che non sapeva dove indirizzarsi, che rimaneva sospeso nel vuoto; insomma, tutto ciò che Wiktor aveva goduto dalla vita e che era appassito, schiacciato sotto i detriti e le pietre del deprimente corso degli avvenimenti quotidiani, ora spuntava fuori come le ortiche da sotto le macerie. (pag.45) «La morte di Jurek ha scompaginato tutto,» pensò, «se n’è andato prima di apprendere l’infimo valore di quanto ci proponiamo e compiamo coscientemente, mentre le cose importanti compiute involontariamente restano da qualche parte dietro a noi e poi ci rincorrono, o peggio, siamo noi a rincorrerle». No! No! Non intendeva rincorrerle: per la prima volta da quando era qui, tornò a pensare al suo lavoro di Stokroc. Un lavoro duro, ma gli sembrò un porto di cose difficili deliberatamente scelte e ben definite. Ciò che qui lo circondava, invece, si trasformava d’un tratto da un mondo di possibilità gioiose in fantasmi di torti non commessi. (pag. 61) Ricordò che doveva partire l’indomani e fu preso da un immenso indescrivibile rammarico. Gli sembrò per un attimo che tutto quanto era reale si fosse confuso allora, quindici anni prima, a sua insaputa. Tanti sforzi, tanta sollecitudine gli erano costati gli anni successivi, e tanto lo avevano sfinito, ed ora si accorgeva che erano polvere. Non gli rimaneva nulla di quegli anni, persino i ricordi della felicità di allora se li era conquistati solo ultimamente. Vide con chiarezza di essere, come si usa dire nelle famiglie borghesi, un fallito. È un gran peccato non sapersi accorgere della propria felicità. E neppure era vero che lo avessero rovinato gli anni della guerra, abbattutisi su di lui come una grandine di avvenimenti grigi che spianano ogni cosa; no, era lui a invocare quegli avvenimenti, voleva esserne dominato. Gli aveva semplicemente fatto paura il pensiero che si potesse vivere altrimenti, e così per quindici anni aveva scacciato l’idea di recarsi a Wilko. Non aveva mai amato nessuno, non perché gli fossero mancate le occasioni, ma solo per vigliaccheria. (pag. 87) Se ne andò senza voltarsi, dapprima con passi piccoli e incerti. Jola si alzò e rimase immobile a guardarlo con le braccia aperte. Si sforzava la debole vista, poi i contorni dell’uomo che si allontanava cominciarono a svanire. Allora diede una scrollatina al vestito bianco e si avviò verso casa, ma no, si voltò ancora. Il passo di Wiktor diventava sempre più saldo e sicuro, la testa sempre più eretta, e quando entrò nella stazione egli dondolava allegramente la cartella pensando che cosa poteva aver fatto Janek a Stokroc durante quelle tre settimane. (pag. 90) da Le signorine di Wilko di Jaroslaw Jwaszkiewicz, Garzanti 1961, traduzione di Franca Wars SUGGERIMENTI DI LETTURA Jaroslaw Iwaszkiewicz, Madre giovanna degli angeli e altri romanzi Brevi, Mursia 1979 Witald Gombrowicz, Ferdydurke, Feltrinelli 1991 7 9/12/13/15/16/19/20/22/23 GENNAIO ORE 21.00 – 10/17/24 GENNAIO ORE 15.30 TEATRO DELLE PASSIONI da Amleto di William Shakespeare ideazione e regia Oscar De Summa costumi Stefania Cempini con Oscar De Summa, Armando Iovino, Roberto Rustioni, Angelo Romagnoli produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione, Compagnia De Summa Torna Amleto a pranzo e a cena di Oscar De Summa, che come una tradizionale compagnia di giro riparte da casa per affrontare altri palcoscenici. Nella passata stagione il progetto era nato all’interno di Teatro Errante, il tendone da circo con cui Emilia Romagna Teatro Fondazione ha portato in regione spettacoli dove mancano sale teatrali, ma il successo di questo Amleto è andato oltre e ha conquistato molto pubblico, molto interesse, insieme a un unanime apprezzamento della critica e in questa stagione avrà una circuitazione nazionale. Una piccola compagnia di comici, sono solo in quattro, mette in scena Amleto adattandolo e riducendolo, mescolando tra loro dinamiche private e regole teatrali. A monte c’è un grande amore per il Bardo, un profondo e sacro rispetto, si “scherza” per raggiungere un obiettivo semplice e molto difficile: “riportare a un livello popolare la tragedia di Shakespeare scritta allora pensando al popolo, tragedia che nel corso dei secoli ha acquisito una serie di letture possibili e di significati intellettuali” dice De Summa. Dell’Amleto non manca nulla, più o meno, neanche nella struttura: la scena si costruisce lì per lì, i costumi sono stati presi in prestito (da Nekrosius, dicono gli attori, e la battuta regala il ricordo, per chi l’ha visto, di un grande Amleto cantante rock), le parti da donna le fa De Summa, Armando Iovino è Amleto, Roberto Rustioni e Angelo Romagnoli fanno gli altri. E Amleto è generoso, anche smontato riesce a dare e il pubblico si diverte, con la risata oppure con il rimando colto. Perché Amleto di Shakespeare rappresenta il Teatro, è una sorta di totem per gli attori che lo devono interpretare e per i registi che lo dirigono, è diventato un’icona il teschio in mano e “essere o non essere” è stato preso in prestito dalle pubblicità. Se tutta l’opera shakespeariana ha ancora vita ed è ancora intenso il significato che trasmette e la logica teatrale che la governa, è indubbio che Amleto è passato nel mito. Con Amleto a pranzo e a cena il mito si rafforza per opposizione, perché il divertimento lo scardina ma lo reinventa, divertendo finisce per fare sul serio e si arriva a toccare un altro aspetto del lavoro molto interessante, quello dell’utilità di Shakespeare, del suo esserci necessario. Scrive De Summa “Nella vicenda, apparentemente lontana, del principe danese emergono così questioni semplici, che riguardano il comune animo umano, e che mettono in luce quanto nulla sia cambiato dentro di noi, quanto quel dentro di noi sia possibile nominarlo anche grazie a Shakespeare, quanto Amleto abiti il nostro quotidiano, costantemente presente a pranzo e a cena”. Bella l’idea di pranzare con Amleto parlando di noi, soprattutto completamente teatrale, perché il Teatro è proprio quello, è la capacità di dar voce a quello che siamo, di rappresentarci, e l’idea di poterlo fare ancora oggi con le parole e le trame di Shakespeare conferma la sua grandezza ma anche il Teatro stesso: se Shakespeare ci è necessario, se lo sentiamo vicino, allora vuol dire che il Teatro ha ancora un senso, che è un linguaggio che possiamo ancora spendere per necessità, non solo per divertimento. Il bello è che lo si capisce ridendo, che è sempre un bel modo di arrivare alle cose. SUGGERIMENTI DI LETTURA Aldo Carotenuto, L’ombra del dubbio. Amleto nostro contemporaneo, Bompiani 2003 William Shakespeare, Il dramma della libertà, Rizzoli 2003 8 amleto a pranzo e a cena (foto rolando paolo guerzoni) AMLETO A PRANZO E A CENA frankenstein (foto marcello norberth) FRANKENSTEIN OSSIA IL PROMETEO MODERNO DAL 4 AL 6 FEBBRAIO ORE 21.00 – 7 FEBBRAIO ORE 17.00 TEATRO DELLE PASSIONI liberamente ispirato a Frankenstein di Mary Shelley scritto e diretto da Stefano Massini scene Laura Benzi costumi Micol Medda, Caterina Bottai proiezioni Maddalena Ammannati, Cristina Andolcetti luci Roberto Innocenti con Sandro Lombardi viso e voce della Creatura e con Luisa Cattaneo, Silvia Frasson, Amerigo Fontani, Alessio Nieddu, Daniele Bonaiuti, Simone Martini, Antonio Fazzini, Roberto Posse produzione Teatro Metastasio Stabile della Toscana, Teatro delle Donne - Centro Nazionale di Drammaturgia in collaborazione con Festival della Creatività 2008 Mary Shelley ha 21 anni quando scrive Frankenstein o il moderno Prometeo nel 1817, il romanzo esce con uno pseudonimo e non raccoglie buone critiche ma diventa comunque un successo e l’identità dell’autrice viene fuori solo alla seconda edizione generando molto stupore, perché “per un uomo era eccellente, ma per una donna è straordinario”. Il romanzo ha origine da un incubo e davvero non si può immaginare una genesi più pertinente. Mary sogna uno studente che si inginocchia di fianco alla creatura che ha assemblato e che dà segni di vita, a quel punto scrive il suo racconto e cerca di trasferirvi tutta la paura provata nel sonno. Tornata a Londra il racconto diventa romanzo ma continua a mantenere lo stesso terrore misto a poesia di quell’incubo notturno che l’ha generato, molto lontano da quello che poi è diventato lo stereotipo. Nel romanzo il protagonista Victor Frankenstein, primogenito di un potente politico, è distrutto dall’improvvisa morte della madre e poiché è sempre stato affascinato dalla medicina e dalle scienze naturali, si avvicina a Paracelso e all’alchimia perché ha un desiderio irrealizzabile, quello della creazione di un essere umano perfetto, intelligente e longevo. Studiando medicina e frequentando i cimiteri dove analizza i cadaveri Frankenstein riesce a dare vita a una Creatura che però non è come aveva immaginato, almeno nell’aspetto esteriore, perché è deforme e senza grazia, con una forza mostruosa e con un’anima che riserva altrettante sorprese. Frankenstein lo rifiuta e lo abbandona ma la Creatura lo ritroverà e le loro vite saranno intrecciate in quel nodo che non si scioglie, costituito dal rapporto padre/figlio. Il Frankenstein di Stefano Massini salta le caricature horror e va alla fonte, a quell’incubo poetico e visionario di Mary Shelley e pone l’accento sull’idea di creazione, sul moderno Prometeo appunto, sul desiderio eterno di allontanare la morte. «La lettura del materiale originale è in questo senso sorprendente» scrive Massini «in primo piano non c’è la ricerca gotica della paura a tutti i costi, bensì la sconcertante umanità della Creatura, scaraventata al mondo con un fardello inestricabile di domande». E la Creatura infatti non ha niente di mostruoso, né di spaventoso, ma piuttosto di estraneo, fuori scala, perché sono il volto gigantesco proiettato sul fondo e la voce di Sandro Lombardi. “Non ti ho chiesto io di farmi vivere” è l’obiezione, disperata e profonda della Creatura, che ci costringe tutti a interrogarci sul significato della vita aprendo fondamentali interrogativi sulla morte. In primo piano non è il mostruoso ma piuttosto l’umano, Victor si fa Creatore per amore della vita, per sconfiggere la morte e il dolore che la accompagna, non c’è morbosità né scienza impazzita ma una poetica e dolente solitudine alla fine di una ricerca di vita. SUGGERIMENTI DI LETTURA Mary Shelley, Maurice, e la capanna del pescatore, Mondadori 2003 Mary Shelley, Metamorfosi:racconti gotici, La tartaruga 2006 9 “THE TABLE OF MY MEMORY” viaggio nelle biblioteche d’occidente in compagnia di William Shakespeare Ciclo di letture volte ad esplorare l’universo drammaturgico del grande poeta inglese attraverso importanti “precedenti” o celebri “riscritture” dei suoi capolavori sabato 12 dicembre ore 17 VITTORIO FRANCESCHI Letture attorno a «La tempesta» tra Auden e Browning: Il mare e lo specchio e Caliban upon Setebos sabato 30 gennaio ore 17 FERDINANDO BRUNI Letture attorno a «Amleto» tra Laforgue e Testori: la pietà filiale e lo “scarrozzante” BIBLIOTECA DELFINI Corso Canal Grande, 103 Modena ingresso libero Vittorio Franceschi attore, autore e regista teatrale ha lavorato con i principali Teatri Stabili italiani (Roma, Genova, Torino, Bologna, Trieste, Bolanzo, Palermo, Piccolo di Milano). Nel 2009 ha vinto il Premio della critica per A corpo morto. Info: EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE tel. 059.2136020 [email protected] www.emiliaromagnateatro.com BIBLIOTECA DELFINI: tel. 059.2032940 [email protected] www.comune.modena.it/biblioteche Ferdinando Bruni fonda nel 1973 il Teatro dell’Elfo con cui lavora come attore, regista, scenografo e di cui è direttore artistico insieme a Elio De Capitani. Nel 2008 la prima parte del suo spettacolo Angels in America ha vinto i premi ETI per la regia e per miglior spettacolo di prosa. STAGIONE TEATRALE 2009/2010 TEATRO STORCHI – TEATRO DELLE PASSIONI Modena Via Ganaceto 129, 41121 Modena tel. 059/2136011 fax 059/245332 e-mail: [email protected] www.emiliaromagnateatro.com INFORMAZIONI E BIGLIETTERIA Biglietteria telefonica tel. 059/2136021dal lunedì al venerdì ore 9/13 Teatro Storchi Largo Garibaldi, 15 – Modena orari: dal martedì al venerdì dalle 10 alle 14 e sabato dalle 10 alle 13 Teatro delle Passioni Via C. Sigonio, 382 – Modena orari: mercoledì, giovedì e sabato dalle 16.30 alle 19 informazioni e vendita on line: www.emiliaromagnateatro.com Circuito di prevendita on line Vivaticket by charta: www.vivaticket.it biglietti TEATRO STORCHI Platea balconata e palco intero € 24,00 ridotto 10% € 22,00 ridotto Giovani/Anziani € 18,00 ridotto 15% € 20,50 I e II galleria intero € 14,00 ridotto 10% € 12,50 ridotto Giovani/Anziani € 11,00 ridotto 15% € 12,00 Per lo spettacolo: ROBIN HOOD Platea balconata e palco intero € 28,00 ridotto 10% € 25,00 ridotto Giovani/Anziani € 21,00 ridotto 15% € 24,00 I e II galleria intero € 17,00 ridotto 10% € 15,00 ridotto Giovani/Anziani € 13,00 ridotto 15% € 14,50 Per lo spettacolo URBAN RABBITs posto unico intero € 20,00 ridotto Giovani/Anziani € 15,00 ridotto under 14 € 5,00 STORCHI OPERETTA Platea balconata e palco intero € 24,00 ridotto convenzionati € 20,00 ridotto under 14 € 12,00 I e II galleria intero € 16,00 ridotto convenzionati € 12,00 ridotto under 14 € 8,00 TEATRO DELLE PASSIONI Intero € 11,00 ridotto 10% € 10,00 ridotto Giovani/Anziani € 8,00 LA DOMENICA NON SI VA A SCUOLA bambini € 5,00 adulti € 8,00 sconto di € 1,00 sul biglietto per i possessori di Cartainsieme Conad Il diritto di prevendita è 8% con arrotondamento a € 0,50 LAST MINUTE: solo on line il giorno di spettacolo 50% di riduzione sul prezzo intero Abbonamenti PASSIONI con scelta della data di rappresentazione e del posto valido 6 o 10 spettacoli a scelta su tutto il cartellone del Teatro delle Passioni QUATTROCARD con scelta della data di rappresentazione e del posto valido 4 spettacoli a scelta dai Cartelloni del Teatro Storchi e Teatro delle Passioni (escluso i fuori abbonamento, Robin Hood il musical e URBAN RABBITs) riservato ai giovani fino a 20 anni, ai possessori della StudentCard rilasciata dall’Università di Modena e Reggio Emilia, ai titolari di Carta Doc CARNET 7 con scelta di titolo, data di rappresentazione e del posto valido 7 ingressi a scelta dal cartellone del Teatro Storchi e del Teatro delle Passioni CARTATEATRO carta prepagata a scalare con 12 tagliandi da utilizzare 2 per il Teatro Storchi e 1 per il Teatro delle Passioni (escluso gli spettacoli fuori abbonamento, URBAN RABBITs e Robin Hood il musical) 11 LABORATORIO SHAKESPEARE edmund dulac PROSEGUE IL MODENA Dopo la realizzazione della mostra Sogni di una tempesta – Le immaginazioni shakespeariane di Arthur Rackam e Edmund Dulac e del sussidio ipermediale La Tempesta, il Laboratorio Shakespeare prosegue con la produzione di altri due sentieri esplorativi multimediali dal titolo: VIVERE PER RECITARE, RECITARE PER VIVERE: “HAMLET” O LA TRAGEDIA DI ESSERE IL PRINCIPE DI DANIMARCA L’AMORE CHE NON MUORE: “ROMEO AND JULIET” O IL RACCONTO D’AMORE FRA TRAGEDIA ROMANTICA E COMMEDIA SOFISTICATA Curati da Francesca Talamo, Francesca Vitale e Alessandro Pamini, agli insegnati e agli studenti, ma per la straordinaria ricchezza dei loro contenuti, si offrono come occasioni di conoscenza e approfondimento arthur rackam dell’Istituto MetaCultura, questi strumenti si rivolgono in particolare dell’opera shakespeariana, anche per il pubblico e gli operatori. Per ogni titolo saranno sviluppati infatti due sussidi: uno di avvicinamento al testo per il pubblico e un secondo specifico per gli insegnanti e gli operatori. Particolarmente densi di testi, immagini e sequenze filmate tratte dalle versioni più interessanti delle opere di Shakespeare fatte dal cinema e di Shakespeare un «classico» capace di superare ogni confine culturale e di sopravvivere tanto alle mode generazionali quanto ai tentativi di storicizzarlo. Di conseguenza il sussidio valorizza anche tutti quei testi correlabili, anche contemporanei, che ne hanno ereditato gli insegnamenti e che perciò aspirano a diventare dei «classici» in grado di parlare, a qualunque generazione, di quei sentimenti universali che governano le storie di ogni luogo e tempo. INFO Emilia Romagna Teatro Fondazione Via Ganaceto 129 – 41121 Modena Ufficio Teatro Ragazzi e Giovani Tel 059/2136055 [email protected] 12 sotto a destra edmund dulac, a sinistra artur rackam dal teatro, i sussidi si propongono di indagare cosa renda ogni opera CONVERSANDO DI TEATRO STAGIONE 2009 - 2010 Foyer del Teatro Storchi sabato 5 dicembre 2009 ore 17,30 venerdì 22 gennaio 2010 ore 17,30 NANNI GARELLA, ALESSANDRO HABER ALBERTO BERTONI Incontro con e la compagnia di PLATONOV conduce Gianluigi Lanza Conferenza - conversazione presenta LE SIGNORINE DI WILKO - ingresso libero - Al termine degli incontri un aperitivo per tutti i partecipanti Teatro Storchi – Largo Garibaldi, 15 – Modena INFO AMICI DEI TEATRI MODENESI Tel. 059/211155 – [email protected] – www.amiciteatrimodenesi.com EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE Tel. 059/2136020 – [email protected] – www.emiliaromagnateatro.com In collaborazione con A NATALE DONA... CULTURA, DIVERTIMENTO E SOLIDARIETÀ Dal 1 al 23 dicembre se acquisti due biglietti a scelta tra nove spettacoli della Stagione 2009/2010 del Teatro Storchi, risparmi fino a 12 euro e doni 4 euro a EMERGENCY. Da anni in trincea per aiutare chi ne ha bisogno. Sono nove gli appuntamenti che potrai mettere sotto l’albero di parenti ed amici: Le signorine di Wilko, Romeo e Giulietta, Il Dio della carneficina, Le nuvole, Danza di morte, L’Avaro, Shylock: il mercante di Venezia in prova e le due operette Madama di Tebe, La strada. Una poltrona a teatro è senz’altro un’idea-regalo originale e gradita. Un biglietto per uno spettacolo è un passaporto che parla più lingue: significa una bella serata in compagnia, la possibilità di vedere dal vivo attori famosi, l’occasione di calarsi nell’atmosfera di storie senza tempo. Platea Balconata Palco 2 biglietti interi € 36,00 anziché € 48,00 e 4 euro vanno a Emergency Galleria 2 biglietti interi € 22,00 anziché € 28,00 e 2 euro vanno a Emergency Se hai diritto ad altre riduzioni 2 euro ogni biglietto vanno a Emergency 13