GREGOR MENDEL Gregor Mendel, viene definito il padre della genetica; egli era un biologo matematico e monaco agostiniano, nato a Heinzerdorf. Nel monastero dove si trovava c’era un orto e fu lì che trovò il materiale per i suoi esperimenti. Egli infatti prese una pianta di pisello odoroso e cercò di verificare le leggi dell’ereditarietà incrociando piantine che avevano soltanto un carattere diverso tra loro, come, ad esempio, il colore del fiore, o del seme oppure la sua rugosità. Nel 1865, Mendel, dopo una serie di studi ed esperimenti condotti con lo scrupolo di un vero scienziato, giunse a tre leggi fondamentali che regolano la trasmissione ereditaria dei caratteri somatici che ancora oggi portano il suo nome. Mendel per primo applicò la matematica, in particolare la statistica e il calcolo delle probabilità, allo studio dell’ereditarietà biologica. Trentacinque anni dopo la scoperta delle leggi mendeliane, saranno l’olandese Ugo de Vries, il tedesco Carl Correnos e l’austriaco Eric von Tschermak (dopo essere giunti alle stesse conclusioni di Mendel) a riconoscere il merito a Gregor Mendel. L’opera di Mendel così riesce a ottenere il posto che gli spetta nella storia della scienza solo nel 1900. Negli ultimi anni di vita Mendel è amareggiato dai fallimenti professionali e personali, in quanto non riesce a riprodurre lo stesso rapporto statistico con altre piante, i cui caratteri erano probabilmente dovuti all’interazione di più geni. Il 6 gennaio 1884 Gregor Mendel morì di nefrite acuta.