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l’idea di Mendel
Il problema che Darwin non era in grado di risolvere era l’origine
delle variazioni, e soprattutto come queste potevano
trasmettersi da una generazione all’altra
I principi che sono alla base dell’ereditarietà sono stati stabiliti dal monaco
Gregor Mendel, anche se sono stati riconosciuti dalla comunità scientifica
solamente agli inizi del 1900. Incrociando con grande cura tra loro diverse
varietà di piante di pisello, egli scoprì che i tratti ereditari sono trasmessi
da fattori discreti, che saranno, in seguito chiamati, “geni”.
pisello
La genetica poneva su un piano scientifico le leggi dell’ereditarietà, e poteva
quindi spiegare la costanza delle caratteristiche di una specie col passare
delle generazioni. Ma allo stesso tempo riconosceva la possibilità di mutazioni,
cambiamenti casuali nell’informazione genetica, e quindi la possibilità
del sorgere di forme nuove.
liscio o rugoso e
...le conseguenze
Esaminando la trasmissione di 7 coppie alternative di caratteri in piante
di piselli, Mendel dimostra che ogni singolo carattere alternativo (ad esempio
il colore verde o giallo) viene trasmesso da un “fattore”, e che i fattori
responsabili dei caratteri alternativi non si mescolano tra loro né si influenzano.
Ogni cellula possiede due alleli (forme alternative dello stesso gene) per ogni
carattere, uno trasmesso dal padre e uno trasmesso dalla madre, che possono
essere uguali o diversi. Un carattere tende a prevalere sull’altro, e per questo
viene detto dominante. Il carattere recessivo si manifesta solo quando entrambe
le coppie del gene sono uguali (recessivo + recessivo).
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1. G. Mendel 2. Il giardino di Mendel
6. Occhi chiari e occhi scuri
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3. Fori della pianta di pisello 4. Muffa
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5. Pomodori
la genetica
un puzzle da risolvere
Nella realtà i meccanismi dell’ereditarietà non seguono fedelmente le regole
definite da Mendel, nel senso che i geni sono delle entità che funzionano
in modo piuttosto complesso:
Con la sintesi tra genetica e teoria dell’evoluzione si è potuta apprezzare
l’importanza di tutte le varianti di una carattere ereditario all’interno di una
popolazione, e non solo delle varianti “più adatte”.
Per sopravvivere ai cambiamenti nell’ambiente una specie ha infatti bisogno
di un’ampia variabilità nel patrimonio genetico.
• Gli alleli di un carattere non sono sempre dominanti o recessivi,
ma possono essere ad esempio co-dominanti.
• La maggior parte degli alleli esiste in più di due forme
(per esempio i gruppi sanguigni: A, B, AB, 0. Il colore degli occhi).
• La maggior parte dei caratteri sono determinati da più geni
che cooperano e interagiscono tra loro.
Né i genetisti né i biologi evoluzionisti furono però
in grado di stabilire quale materia chimica fossero fatti i geni:
se cioè l’ereditarietà fosse trasmessa dagli acidi nucleici
o dalle proteine
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