Abstract del Panel “Secolarizzazione” o “ritorno del sacro

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CANTIERI DI STORIA VI
La storia contemporanea in Italia oggi: ricerche e tendenze
Forlì 22-24 settembre 2011
www.sissco.it
Abstract del Panel
“Secolarizzazione” o “ritorno del sacro”?
Paradigmi interpretativi e itinerari storici
Coordinatore:
Adriano Roccucci
Università Roma Tre
La teoria della secolarizzazione ha costituito a lungo un paradigma interpretativo dei fenomeni
dell’età contemporanea condiviso dalle scienze sociali e largamente adottato dalla ricerca
storiografica. Il modello “più modernità, meno religione” ha dominato il campo degli studi sulla
religione e sui suoi rapporti con la società e con il potere.
Di “rivincita di Dio”, “risveglio religioso”, “ritorno del sacro” si è cominciato a parlare a partire
dagli anni Novanta del XX secolo, con riferimento a fenomeni di protagonismo della religione nella
sfera pubblica, alcuni dei quali in realtà sono stati presenti in tutto il corso del secolo, come è il caso
del fondamentalismo. Non c’è dubbio che la rinascita del religioso sia un fatto della storia negli
ultimi decenni del Novecento; ma occorre anche chiedersi quanto sia rinascita del fatto e quanto,
invece, sia risorgenza di attenzione degli studiosi.
Questi paradigmi interpretativi sono stati oggetto nell’ultimo quindicennio di un significativo
dibattito scientifico a livello internazionale, che ha riguardato soprattutto gli studiosi di scienze
sociali, e forse meno ha coinvolto gli studiosi di storia. Eppure si avverte l’esigenza di un
approfondimento prettamente storico di tali questioni che costituiscono un aspetto non marginale
dell’età contemporanea. In modo particolare la storiografia è sollecitata a allargare l’orizzonte delle
sue indagini e a volgere lo sguardo a mondi altri da quello dell’Europa occidentale, patria di
elezione della secolarizzazione tanto da suscitare la domanda se la secolarizzazione europea non sia
una eccezione.
La discussione su un nodo interpretativo di tale spessore alla luce degli itinerari storici di universi
politici, religiosi e culturali diversi, quali l’Europa cattolica, il mondo statunitense, l’ebraismo,
l’islam e il mondo russo-sovietico, è l’obiettivo del panel.
Elenco dei partecipanti e delle relazioni
Europa patria della secolarizzazione?
Manlio Graziano
Université Paris IV La Sorbonne
Gli Stati Uniti tra religione, secolarismo e uso politico della religione civile
Elisabetta Vezzosi
Università di Trieste
L’ebraismo tra integrazione, sionismo e integralismo religioso
Anna Foa
Università La Sapienza, Roma
Tendenza innata o epifenomeno? Il radicalismo islamico moderno
Paolo Branca
Università Cattolica
Il Novecento russo-sovietico tra ortodossia e bolscevismo antireligioso
Adriano Roccucci
Università Roma Tre
Discussant
Jean-Dominique Durand
Università di Lyon III
Abstract della Relazione
Europa patria della secolarizzazione?
Nell’ambito degli studi del fenomeno che è stato chiamato di “desecolarizzazione del mondo” ci si
interroga molto sulla specificità europea. La domanda non è se l’Europa rappresenti un’eccezione in
un panorama mondiale dominato da un ritorno di protagonismo delle religioni – fatto che viene dato
per scontato – ma perché.
Nel mio intervento affronterò tre aspetti:
1) nel mondo è in corso un processo di “desecolarizzazione”, ma parallelo ad esso sono
ugualmente in atto processi di secolarizzazione: i due movimenti procedono
simultaneamente, anche se non proporzionatamente;
2) i fenomeni delle desecolarizzazione non possono essere studiati con gli stessi criteri con cui
si affrontavano al sorgere del fenomeno; nella società di massa, essi sono mutati
quantitativamente;
3) alla luce di questa specificazione, l’Europa non rappresenta un’eccezione qualitativa alle
tendenze principali in atto, ma solo quantitativa.
La Chiesa cattolica, che rappresenta il cristianesimo occidentale, da decenni ormai ha spostato
l’accento dalla quantità alla qualità: un mutamento strategico che influenzerà in modo deciso i
processi di desecolarizzazione dell’Europa.
Manlio Graziano
Abstract della Relazione
Gli Stati Uniti tra religione, secolarismo e uso politico della religione civile
Benché alcuni stereotipi ormai inflazionati tendano a rappresentare gli Stati Uniti come una
società altamente secolarizzata, libera da vincoli morali e cultrice della libertà al limite della
trasgressione, essi si segnalano come una tra le nazioni più religiose del mondo. Quasi il 90% dei
cittadini afferma infatti di credere in Dio e il 40% sostiene di aver avuto esperienze di fede tali da
rinnovare completamente la propria vita. Ciò che risulta più arduo da comprendere è la straordinaria
pervasività con cui la dimensione religiosa permea da sempre l’universo politico degli Stati Uniti.
Dallo sbarco dei Pilgrim Fathers nella ‹‹terra promessa›› alla retorica del manifest destiny a
giustificazione dell’interventismo estero statunitense, dalla sigla del I Emendamento a garanzia
della separazione tra stato e chiesa alle feroci battaglie nei tribunali per la sua reinterpretazione, la
religione ha sempre costituito una delle chiavi di volta più utili per comprendere le peculiarità
dell’esperienza storica e dell’identità culturale degli Stati Uniti. A partire da questi presupposti
l’intervento intende analizzare il rapporto tra secolarismo, religione e uso politico della religione
civile dopo l’11 settembre 2001 con particolare attenzione alla parabola dei teocons.
Elisabetta Vezzosi
Abstract della Relazione
L’ebraismo tra integrazione, sionismo e integralismo religioso
A partire dagli ultimi due decenni del Novecento, il mondo ebraico muta profondamente aspetto.
Alla sostanziale integrazione che caratterizza le comunità della diaspora occidentale, segnate da una
profonda secolarizzazione, si contrappongono le comunità dell’Est Europa, prive di emancipazione
politica e di integrazione sociale, che scelgono da una parte l’emigrazione di massa nelle Americhe,
dall’altra, con il movimento sionista e le prime ondate di “ritorno” in terra d’Israele, l’affermazione
di un’identità nazionale, anch’essa fortemente laicizzata. La storia del Novecento ebraico, con la
Shoah e prima ancora con il diminuire dell’importanza della diaspora europea a favore di quello che
sarà poi Israele e del mondo ebraico americano, ha forti effetti anche sulla natura e sulle
trasformazioni del mondo tradizionale, con il rafforzarsi delle correnti religiose ortodosse, che nel
nuovo Stato d’Israele, soprattutto a partire dagli anni Settanta del Novecento, confluiranno in parte
nell’ideologia sionista, dando vita a nuove forme di integralismo religioso e politico.
Anna Foa
Abstract della Relazione
Tendenza innata o epifenomeno? Il radicalismo islamico moderno
Uno stato di disagio e di profonda crisi stanno interessando il mondo musulmano e i suoi rapporti
con le altre civiltà. Tra le molte cose che si dicono in proposito manca o resta implicita la questione
di fondo: il radicalismo islamico è soltanto un'espressione deviata e aberrante di una tradizione
religiosa che si poggia su tutt'altri fondamenti, o trova in questa delle cause predisponenti, se non
addirittura i presupposti della sua stessa esistenza? Mi rendo conto che porre la questione in questi
termini comporta rischi e difficoltà, ma credo che vi siano delle buone ragioni per accettare la sfida.
Evitarla significherebbe mantenere il dibattito a un livello superficiale. In secondo luogo una scuola
di pensiero teorizza lo "scontro delle civiltà": benché sia una tesi contestata è innegabile che
sussista una tendenza generalizzata a considerare l'islam uno, se non come il principale, antagonista
della civiltà occidentale.
Paolo Branca
Abstract della Relazione
Il Novecento russo-sovietico tra ortodossia e bolscevismo antireligioso
Nel corso del XX secolo la società russa, dapprima nell’ambito dell’Impero russo, quindi nel
contesto dell’Urss e infine nel quadro della nuova Russia post-sovietica, ha conosciuto una
complessa vicenda nei rapporti tra religione, potere e società. Si sono succeduti, infatti, un impero
ortodosso, un regime antireligioso e, infine, una nuova formazione statale formalmente “laica” ma
che ha cercato nel cristianesimo ortodosso un fattore di identità e una fonte di legittimazione.
Lo studio della Russia in età contemporanea deve confrontarsi con una peculiare ambiguità
dei confini tra il sacro e il profano, il religioso e il secolare, lo spirituale e il materiale, che la ha
caratterizzata nel suo itinerario storico lungo i sentieri della modernità, anche sovietica. È stato
l’esperimento sovietico una esperienza di secolarizzazione? O invece si è trattato di una forma
particolare di società confessionale? Ai fini di una comprensione profonda dei processi storici della
Russia contemporanea, occorre cogliere la rilevanza del fattore religioso e del paradigma di
rapporto tra potere e religione elaborato dalla tradizione ortodossa nella sua specifica variante russa.
La religione, a suo modo paradossalmente, ha giocato nell’universo russo un ruolo rilevante anche
nel corso del Novecento, sebbene questo secolo sia stato segnato in Unione Sovietica
dall’esperimento comunista che del credo antireligioso aveva fatto uno dei suoi cavalli di battaglia.
Adriano Roccucci
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