TITOLO: CONSAPEVOLEZZA SCIENTIFICA E RISCHIO TECNOLOGICO Destinazione editoriale: rivista non specialistica. Svolgimento Lo sviluppo della società umana è stato fin dall’inizio collegato alla sua capacità di aumentare e trasmettere le proprie conoscenze, trasformandole in un aiuto concreto alla propria vita quotidiana. Nella civiltà occidentale, che pone le sue basi nello sviluppo delle città avvenuto in Mesopotamia nel IV millennio avanti Cristo, la conoscenza era originariamente legata alla cultura religiosa. Le scoperte astronomiche, i cicli della vegetazione apparivano come riflessi di una volontà superiore che l’uomo cercava di interpretare e di sfruttare a proprio vantaggio. Tuttavia assai presto alcune scuole filosofiche hanno sentito fortemente i limiti di una concezione che poneva tutto sotto la tutela della religione. Il poeta latino Lucrezio infatti ricorda nel suo poema “De Rerum Natura” il tentativo del filosofo Epicuro di affrancarsi dalla religione: “Quando la nostra vita umana giaceva per terra/turpemente schiacciata da una pesante religione/che mostrava dal cielo l’orribile faccia/sopra i mortali, per la prima volta un uomo mortale,/un Greco, osò contro di quella alzare lo sguardo/e per primo resisterle contro”. La lotta tra istanze laiche e religione, tra sete di conoscenza e rispetto del divino è quindi antica ed ha vissuto varie fasi. Basti pensare alle resistenze che dovettero superare i dotti del Rinascimento, oppure alla condanna subita da Galileo Galilei fino ad arrivare alle lotte della Chiesa contro le istanze della modernità nel XIX secolo. Anche Rifkin nel suo volume “Economia all’idrogeno” riporta alcune di queste fasi e questa opposizione: “Nel corso della storia è sempre accaduto che l’uomo si sia trovato in una situazione di incertezza di fronte a due modi profondamente diversi di interpretare la realtà. Fu senza dubbio questo il caso che si verificò alla fine del Seicento, quando gli scienziati e i filosofi […] misero in discussione alcuni dogmi della Chiesa”. Anche oggi alcune sette religiose cristiane o alcune frange estremiste islamiche mettono in discussione quella parte del sapere umano che non trova riscontro nelle Sacre Scritture. La scienza quindi non è soltanto oggi una maniera di sviluppare l’intelletto umano ma anche il modo per affermare la nostra emancipazione rispetto ad un passato che non smette di tormentarci. Tuttavia per chi vive nel mondo occidentale la conoscenza scientifica è molto di più, possiamo anzi dire che se per gli abitanti dell’antica Atene la filosofia politica rappresentava l’essenza stessa del loro tempo, oggi “nessuno può sentirsi veramente a proprio agio nel mondo moderno e valutare la natura dei suoi problemi - e le possibili soluzioni degli stessi - se non ha un’idea esatta di cosa faccia la scienza” come suggerisce Gribbin in “L’avventura della scienza moderna”. Il rapporto tra scienza e mondo contemporaneo è uno dei problemi che si pongono in questo momento. Difficilmente l’uomo della strada può essere colpito o in qualche maniera preoccupato dagli avanzamenti della scienza ma quando questa si incarna in un oggetto oppure in un servizio la realtà cambia in modo drastico ed irreparabile. Non che questo rappresenti di per sé una novità, l’uomo infatti ha a che fare con la tecnologia da sempre (nel neolitico la ruota era la tecnologia all’avanguardia così come lo è stato il ferro e così via) tuttavia adesso la progressione tecnologica è molto più veloce e quindi difficilmente controllabile anche per la maniera in cui impatta nel contesto sociale. Non esiste infatti una tecnologia che sia “neutra” rispetto al suo utilizzo come afferma anche Pacey: “nello sviluppo della tecnologia moderna, non occorre intendere solamente l’influenza degli strumenti e delle tecniche sulla società, bensì l’intero ventaglio delle «forze reciprocamente interagenti» che ha dato luogo agli spettacolari passi avanti del nostro tempo”. Una delle maggiori preoccupazioni che pervadono il nostro tempo consiste proprio nella difficoltà di chiarire il legame tra lo sviluppo della scienza e lo sviluppo della tecnologia. Fino a pochi anni fa le due cose andavano di pari passo. Einstein sosteneva che la scienza avesse due scopi: il primo era la costruzione di oggetti che miglioravano la vita, “Il secondo [era] per sua natura educativo, agendo sullo spirito”. In questo momento è assai difficile mantenere in piedi il legame educativo tra scienza e persone. Il motivo è semplice, lo sviluppo della tecnologia ha preso una via autonoma rispetto a quello della scienza, grazie all’introduzione dell’informatica che ha permesso di aumentare enormemente le capacità di progettazione, svincolandole da quelle più complesse, educative e responsabili della ricerca scientifica. È un aspetto che sottolinea molto bene il prof. Longo in “Uomo e tecnologia: una simbiosi problematica” quando dice che: “A cominciare dalla metà del Novecento la tecnologia ha assunto una velocità tale da non permettere a volte alla scienza di giustificare e spiegare teoricamente, neppure a posteriori, il funzionamento dei ritrovati tecnologici”. Ai non addetti ai lavori questo potrebbe sembrare soprattutto un problema accademico ma è davvero così? Se consideriamo la scienza non soltanto come insieme di esperimenti di laboratorio ma come attività umana finalizzata al miglioramento civile, morale ed intellettuale dell’uomo non possiamo che essere preoccupati quando l’invenzione tecnologica si slega da questi vincoli che non sono soltanto filosofici ma anche pratici. Infatti nel momento in cui l’introduzione di nuovi oggetti sempre più sofisticati e complessi sfugge al controllo deontologico e intellettuale dello scienziato, l’uomo corre il rischio di creare delle trappole e non degli ausili. Pur senza essere per forza pessimisti è certo che la tecnologia sta impattando in modo fortissimo sulla nostra vita ed è lecito anzi doveroso porsi degli interrogativi. Anche Bill Gates, il fondatore di Microsoft, pensando ad un discorso tenuto ad un summit di lavoro ricorda: “Volevo che il mio discorso non si fermasse agli strepitosi vantaggi offerti dalla tecnologia, ma affrontasse anche i problemi con i quali i dirigenti di un’azienda devono combattere tutti i giorni”. La stessa storia della scienza e la storia dell’uomo dimostrano che ogni tecnologia introdotta, per quanto in modo controllato, provoca degli effetti imprevisti a breve ed a lungo termine. Occorre quindi sorvegliare l’evoluzione dei fenomeni tecnologici nella realtà contemporanea, mantenendoli legati alla consapevolezza scientifica che include anche la percezione delle opportunità e dei limiti dello sviluppo umano.