Speciale terremoti Il paese che trema ma che non crolla 70 Speciale Terremoti A PROVA DI SISMA Per proteggersi dal rischio sisma, che in Italia è concreto, occorre partire da una conoscenza del territorio approfondita. Che parte dal sottosuolo di Andrea Ballocchi «L a sicurezza dipende soprattutto dalla casa in cui abitate. Se è costruita in modo da resistere al terremoto, non subirà gravi danni e vi proteggerà. Ovunque siate in quel momento, è molto importante mantenere la calma». Così prescrive il dipartimento di Protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Tuttavia riesce difficile “mantenere la calma” in Italia che, rispetto al resto dei Paesi del Mediterraneo, «è considerata a sismicità medio-alta: in media ogni 100 anni si verificano più di 100 terremoti di magnitudo compresa tra 5,0 e 6,0 e dai 5 ai 10 terremoti di magnitudo superiore a 6,0», come segnala il rapporto AnceCresme sullo stato del territorio italiano. Sempre da quel rapporto si evidenziava che le aree a elevato rischio sismico sono pari al 44% della superficie italiana (131mila kmq) e riguardano il 36% dei comuni (2.893 unità): sono aree dove vivono 21,8 milioni di persone, ossia più di un italiano su tre (precisamente il 36% della popolazione), e si trovano circa 5,5 milioni di edifici tra residenziali e non residenziali. Non solo: considerando che il 60% degli edifici è stato costruito prima del 1971 (pari a 7 milioni di edifici), ossia prima dell’entrata in vigore delle prime norme antisismiche nel 1974, la situazione non è certo tranquillizzante. Occorre considerare poi che parecchi edifici pur costruiti dopo la prima norma antisismica «potrebbero non essere conformi alla attuale normativa sismica poiché in questi anni la mappa della pericolosità sismica è stata modificata più volte» sottolinea il rapporto Ance-Cresme. Gli eventi sismici più gravi hanno provocato morte e distruzione ma hanno anche avuto un costo pesante in termini economici. La stessa Associazione nazionale costruttori edili ha fatto i conti: il costo complessivo dei danni provocati in Italia da terremoti, oltre che da frane e alluvioni, dal 1944 al 2012, è pari a 242,5 miliardi di euro, circa 3,5 miliardi all’anno. I terremoti sono la voce più sensibile dato che pesano per il 75% del totale. «Solo dal 2010 a oggi si stimano costi per 20,5 miliardi (l’8% del totale), considerando i 13,3 miliardi quantificati per il terremoto in Emilia Romagna», evidenzia l’Ance. Questo lo scenario, che può essere cambiato radicalmente. Come? Mettendo in sicurezza le costruzioni esistenti oltre che realizzando in modo sicuro quelle nuove. Per quanto riguarda le nuove costruzioni, le Norme tecniche per le costruzioni (DM 14 gennaio 2008) segnalano parametri, criteri e valutazioni da tener conto nella progettazione degli stabili, che siano di calcestruzzo e/o acciaio, legno o di muratura. Ma è possibile realizzare (o mettere in sicurezza) case e stabili “a prova di sisma”? E se sì quali sono gli aspetti da considerare? Studiare il sottosuolo, innanzitutto Il primo passo necessario per contare su edifici sicuri parte dal conoscere il territorio fin dal suo sottosuolo. Ne è convinto Ennio Nonni, architetto e urbanista, dirigente del settore Territorio del Comune di Faenza (Ravenna) che allarga anche la visione della conoscenza un po’ più in là di quanto di solito si faccia: «occorre fare pianificazione sul tessuto urbanistico prima ancora che sul singolo edificio». Non è solo un concetto teorico ma l’esperienza pratica fatta proprio a Faenza, capofila di un progetto che coinvolge sei Comuni per la redazione di un Piano strutturale comunale (PSC) associato. Un progetto innovativo, dato che è la prima volta in cui si può contare su analisi approfondite sulla pericolosità sismica locale a scala territoriale, con l’elaborazione della micro zonazione sismica di 2° livello, approvata dai Comuni nella primavera del 2010. Ma la prima vera innovazione riguarda l’estensione di tali indagini nei territori dell’ambito faentino (pari a circa 600 kmq e contando approssimativamente 90.000 abitanti), condotta in parallelo alla progettazione del PSC. È lo stesso architetto e urbanista a spiegarcelo: «Per fornire più dettagliate informazioni su come un sisma si propaga e si amplifica in superficie nelle zone urbane ed urbanizzabili è stata condotta una campagna di sondaggi geologici e di misure geofisiche finalizzata alla redazione di una mappatura di microzonazione tesa ad individuare il fattore di amplificazione sismica dei terreni superficiali, da cui sovente derivano i maggiori rischi in caso di terremoto. Una mappa che diventerà sempre più precisa di anno in anno per la obbligatorietà di realizzare misure geofisiche in profondità in ogni occasione di trasformazione dei suoli». La prima “cavia” di questi studi è stata proprio la piazza monumentale di Faenza, dove è stato fatto il primo carotaggio, a 30 metri di profondità. Un gesto simbolico per uno scopo importante: «instillare nelle persone la consapevolezza che prima di ogni altra cosa c’è il tema della sicurezza – spiega Nonni –. La pianificazione di un comune è importantissima perché parla alla gente. L’idea nostra è quella di partire dalla pianificazione di un comune partendo dallo spiegare cosa succede nel caso in cui avvenga un sisma: e 71 Tekneco Numero 11 | 2013 44 % ▶ Le aree a elevato rischio sismico rispetto al totale della superficie italiana Mappa di pericolosità sismica del territorio nazionale Espressa in termini di accelerazione massima del suolo con probabilità di eccedenza del 10% in 50 anni i criteri Classificazione sismica _ Ecco l’elenco dei comuni e relativa classificazione sismica indicati nell’ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n°3274/03, aggiornato con le comunicazioni delle regioni (fonte: Protezione civile): Zona 1 È la zona più pericolosa, dove possono verificarsi forti terremoti. Comprende 725 comuni. Zona 2 Nei comuni inseriti in questa zona possono verificarsi terremoti abbastanza forti. Comprende 2.344 comuni Zona 3 I comuni inseriti in questa zona possono essere soggetti a scuotimenti modesti. Comprende 1.544 comuni. Zona 4 È la meno pericolosa. Nei comuni inseriti in questa zona le possibilità di danni sismici sono basse. Comprende 3.488 comuni. Con le norme tecniche per le costruzioni del 2008, alle zone sismiche è stata sostituita una definizione puntuale della pericolosità sismica, attraverso la quale è possibile definire l’azione sismica attesa per ogni sito, in funzione della probabilità di superamento della vita nominale della costruzione e delle caratteristiche del terreno. Fonte: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia - Aprile 2004 questo non per ingenerare paure ma per fornire degli strumenti di conoscenza». Passi necessari? « Sono tre: il primo è la microzonazione sismica, per conoscere cosa c’è nel sottosuolo, facendo delle prospezioni in profondità e simulando un terremoto sotterraneo. Queste prove consentono di dire come sono i terreni sottostanti e come si comportano nel caso di evento sismico. Fatto questo si procede alla realizzazione di una mappa della microzonazione. Il secondo lavoro è capire come sono gli edifici, le loro caratteristiche e il loro grado di vulnerabilità sismica. C’è poi da studiare dove si distribuisce la popolazione del centro urbano. Dall’incrocio di questi elementi possiamo immaginare delle situazioni più o meno rischiose nel caso in cui avvenga un evento sismico. Non è un dato scientifico ma probabilistico, ma è già un primo dato conoscitivo». La parola ai geologi Sull’importanza di un’adeguata conoscenza del sottosuolo prima di costruire entrano in gioco i geologi. Come spiega Maria Teresa Fagioli, presidente dell’Ordine dei Geologi della Toscana, «al geologo tocca il compito di caratterizzare il terreno con sondaggi geotecnici e comprendere la fattibilità della realizzazione, oppure far comprendere i criteri di progettazione da seguire, avendo nozioni sia di risposta sismica sia di questioni a carattere idrogeologico». Le tecniche utilizzate? «Si fanno sondaggi o si adotta la spettrometria, o tecniche di geofisica, che ci indicano delle caratteristiche fisiche del terreno da cui possiamo poi risalire a parametri utili o tecniche di fisica. Sono poi entrate anche tecnologie come il software GIS». ◆ LEGGI questo articolo anche sul sito di Tekneco: www.tekneco.it/1129 72 Speciale Terremoti Case sicure, tutto parte dal progetto Le tecniche costruttive sono basilari per la progettazione di case sismicamente sicure. Ma la fase progettuale è cruciale sia per le nuove costruzioni sia per gli interventi sull’esistente. di Andrea Ballocchi Realizzazione di un edificio con sistemi costruttivi anti sisma (cortesia: Alga) P er costruire o rimettere in sesto case a prova di sisma la base su cui si deve fare affidamento è quanto disposto dalla normativa italiana. Partendo dal costruito, essa prevede due livelli di intervento strutturale in zona sismica: uno di adeguamento e uno di miglioramento. le destinazioni d’uso. Gli interventi di miglioramento vengono invece concepiti quali opere in grado di conseguire un maggior grado di sicurezza nei confronti delle azioni sismiche, senza modificare sostanzialmente il comportamento globale dell’edificio. Interventi di adeguamento e miglioramento L’analisi progettuale Nel primo caso si contempla un insieme di opere necessarie per rendere l’edificio in grado di resistere ad azioni di progetto equivalenti a quelle previste per le nuove costruzioni; inoltre gli interventi di adeguamento sono obbligatori solo in occasione di variazioni sostanziali dell’organismo edilizio, riguardanti sia gli aspetti strutturali sia La fase cruciale dove si decide tutto è quella progettuale. Dice Nicola Massaro, dirigente dell’area Tecnologie e qualità delle costruzioni dell’Ance, che proprio riguardo all’aspetto sismico spiega: «Per questa fase ci sono le Norme tecniche per le costruzioni, definite dal decreto ministeriale 14 gennaio 2008, riferimento sia per le costruzioni nuove sia per quelle esistenti. L’impianto normativo contempla innanzitutto la necessità di un’analisi progettuale che deve considerare le varie azioni che possono interessare una struttura, dai carichi alle azioni del vento a quelle dovute ad un eventuale sisma. L’analisi si allarga anche ad altri elementi dell’edificio, ad esempio le tamponature, che hanno funzione portante autonoma ma che concorrono o comunque interagiscono con l’edificio nel caso di sisma. Per le costruzioni esistenti la procedura è analoga, con in più l’esigenza di ricostruire sia la geometria delle strutture che la natura e lo stato di conservazione dei materiali originariamente usati per le strutture. Ciò può richiedere indagini e prove di laboratorio. Solo a questo punto il progettista può stabilire il tipo di intervento eseguibile, se di 73 Tekneco Numero 11 | 2013 —— anche per le costruzioni esistenti è possibile ricorrere all’isolamento sismico. L’intervento può essere realizzato anche durante il normale uso dell’edificio. È in genere necessario uno spazio adeguato tra l’edificio da isolare e i manufatti circostanti; è anche possibile isolare insieme più corpi strutturali creando un’unica sottostruttura di base (parte della costruzione compresa tra il terreno e il sistema di isolamento). introduce una serie di tessuti in fibra di carbonio per rinforzare i pilastri, fasciandoli, o adottandoli per i nodi, i punti d’intersezione tra travi e colonne d’importanza cruciale nella struttura. «L’utilizzo dell’FRP dona una maggiore capacità di deformazione all’edificio che è così in grado di dissipare meglio le forze sismiche. Si tratta della tecnica più utilizzata anche nelle aree colpite da sisma in Abruzzo e in Emilia. Per gli edifici in muratura si può utilizzare invece il sistema FRG (fibre-reinforced grout), che impiega un materiale composito costituito da malte inorganiche con reti in fibra di vetro A.R. (alcali resistente) o in fibra di basalto. Il vantaggio di questa fibra è la minore rigidità che la rende più adatta a edifici in muratura; inoltre, l’utilizzo di malte speciali garantisce il giusto equilibrio termo-igrometrico» conclude Morandini. Ulteriore intervento possibile su una costruzione preesistente, oltre che ideale se prevista su una costruzione nuova, è l’isolamento sismico alla base. Alga, che annovera interventi di rinforzo strutturale per monumenti quali la Torre di Pisa, la basilica di san Pietro o che ha provveduto all’isolamento sismico dei Bronzi di Riace, da anni porta avanti una linea di soluzioni dedicate, tra cui appunto gli isolatori sismici. «L’intervento più radicale è l’isolamento sismico alla base, ossia l’inserimento di isolatori sismici nelle colonne portanti previo taglio delle colonne stesse – spiega il fondatore e consulente tecnico Agostino Marioni – Si tratta di un intervento che permette alla parte dell’edificio sopra gli isolatori, mentre la base può avere una possibilità di movimento in caso di terremoto di circa 30 cm. È particolarmente adatta per costruzioni in cemento armato, non è molto invasiva e non ha costi elevati. Grazie alla loro adozione la struttura acquista maggiore flessiblità e dissipazione energetica». Tra gli isolatori sismici si segnalano in particolare quelli in gomma, in gomma e piombo e gli appoggi a pendolo scorrevole, in cui ci sono superfici di scorrimento. «L’isolatore ha come altra funzione importante non solo quella di permettere lo spostamento ma anche il ricentraggio della struttura nella posizione iniziale», prosegue Marioni. ◆ —— è possibile prevedere, in particolare per le costruzioni in muratura, una serie di interventi “leggeri” e di basso costo, finalizzati al miglioramento della risposta sismica e all’eliminazione di criticità strutturali come, per esempio, interventi tradizionali quali inserimento di catene per evitare ribaltamenti di pareti, tiranti, fasciature o interventi innovativi di semplice realizzazione. LEGGI questo articolo anche sul sito di Tekneco: www.tekneco.it/1130 miglioramento o di adeguamento, necessario nello specifico caso». In sintesi, una volta fatta la valutazione, si possono operare diversi tipi di intervento per incrementare la resistenza dell’intero edificio o rendere più duttili singole parti. Tra gli interventi in grado di modificare il meno possibile il comportamento strutturale degli edifici ci sono varie soluzioni, tra cui Mapewrap EQ System, la “carta da parati” a prova di sisma: come spiega Giulio Morandini, product manager della linea Rinforzo strutturale Mapei: «Si tratta di un sistema internazionale brevettato, che si è avvalso anche di collaborazioni importanti come quella con Bayer, che si presenta come una carta da parati sisma resistente, applicabile sia sulle strutture esistenti sia su quelle nuove e che ha la funzione di aumentare il tempo di evacuazione degli edifici da parte delle persone. Mapewrap EQ System non va a rinforzare strutturalmente l’edificio ma aumenta la resistenza delle partizioni interne. Presenta significativi vantaggi: ha uno spessore pressoché nullo perché è pari a quello della carta da parati; è applicato con un adesivo monocomponente pronto all’uso e applicabile direttamente sulle superfici esistenti senza andare a trattare gli intonaci. Inoltre non rilascia sostanze volatili nocive per la salute». Altra tecnica per il rinforzo strutturale delle costruzioni è quella della fasciatura dei pilastri con materiali specifici. Per gli edifici in cemento armato, Mapei propone il sistema FRP (fibre-reinforced plastic), che Le regole dell’attenzione Come adeguare un edificio _ Una volta che è stata fatta la valutazione dell’edificio, per quanto riguarda l’adeguamento, secondo Rosario Gigliotti dell’Anidis (Associazione nazionale di ingegneria sismica), si possono mettere in opera alcune tipologie di intervento, per esempio: —— interventi locali diffusi, per incrementare la resistenza e/o la duttilità di singoli elementi strutturali o le connessioni tra di essi, che modifichino il meno possibile il comportamento strutturale; —— inserimento di nuovi elementi sismo resistenti (pareti, per esempio). Questo intervento può eventualmente essere associato a interventi locali. Ha il vantaggio di ridurre le azioni assorbite dagli elementi strutturali esistenti, ma richiede un’attenta verifica delle fondazioni esistenti e l’eventuale realizzazione di nuove fondazioni; —— inserimento di controventi all’interno della maglia strutturale. La struttura diviene complessivamente più rigida e i telai in cui vengono inseriti i controventi assorbono una parte significativa delle azioni sismiche, riducendo le azioni trasmesse agli altri telai. Anche in questo caso va posta particolare attenzione agli incrementi locali di sollecitazione sulle fondazioni. Per ridurre le forze di inerzia associate al moto sismico del terreno, i controventi possono anche essere dotati di appositi dispositivi capaci di dissipare parte dell’energia trasmessa alla costruzione dal terremoto; 74 Speciale Terremoti I materiali in gioco nella sicurezza Calcestruzzo, legno, muratura, acciaio: sono questi i principali materiali per realizzare case a prova di sisma. Ecco le loro caratteristiche e il tipo di impiego. di Andrea Ballocchi Ecco le caratteristiche dei principali materiali edilizi e come entrano in gioco per realizzare case sicure o da mettere in sicurezza. Calcestruzzo Economicità, velocità e semplicità di esecuzione: sono stati questi fattori a determinare, a partire dalla metà del XX secolo, la rapida ascesa del calcestruzzo nelle costruzioni, unito all’armatura metallica a creare il calcestruzzo armato. Le Norme tecniche per le costruzioni prescrivono, come spiega Antonella Colombo, della sezione Strutture di Assobeton, «che le costruzioni siano dotate di sistemi strutturali in grado di garantire rigidezza e resistenza nei confronti delle due componenti orizzontali delle azioni sismiche. Se opportunamente progettate, quando sottoposte ad azioni cicliche ripetute (come quelle causate dai terremoti), le costruzioni in calcestruzzo armato sono in grado di dimostrare una adeguata capacità di dissipare energia in campo inelastico senza che ciò comporti riduzioni significative della resistenza nei confronti delle azioni sia verticali che orizzontali. Oltre a resistere alle azioni sismiche, le strutture devono essere in grado di sopportare tutte le altre azioni agenti durante la loro intera vita utile in maniera durevole, garantendo pertanto il servizio per il quale la struttura stessa è stata progettata (carichi gravitazionali, vento, fuoco). Inoltre le strutture devono essere in grado di assicurare una certa performance termica. E il calcestruzzo armato è un ottimo materiale in grado di resistere senza trattamenti aggiuntivi all’incendio, ed è inoltre in grado di assicurare una certa performance termica grazie alla sua elevata massa». L’evoluzione del calcestruzzo negli anni è stata notevole, come sottolinea Uriel Cinti, responsabile assistenza tecnica clienti della Holcim Aggregati Calcestruzzi, «Il materiale che oggi si utilizza è frutto di studi approfonditi: non è più solo il risultato dell’unione di cemento e aggregati, ma si parla di una vera e propria tecnologia del calcestruzzo che deve essere oggetto di scelte e di valutazioni, in sede progettuale, per la scelta dei materiali più adatti in funzione delle applicazioni finali». Acciaio È tra i materiali più idonei in edilizia per le sue molteplici qualità. Come illustra Monica Antinori, responsabile dell’ufficio tecnico della Fondazione Promozione Acciaio, le caratteristiche premianti di questo materiale sono: realizzazione di strutture che possono offrire ampia duttilità globale in rispondenza ai requisiti di progettazione antisismica; la possibilità di impiego negli interventi di adeguamento edifici esistenti in c.a. e muratura; la sostenibilità ambientale; la funzionalità; la durabilità; le potenzialità architettoniche; la rapidità costruttiva; la semplicità di messa in opera e la competitività. «Per quanto riguarda gli edifici esistenti, l’acciaio risulta essere idoneo anche per gli interventi di ristrutturazione e di adeguamento sismico degli edifici in muratura o cemento armato lesionati. L’impiego di elementi in acciaio permette di rispettare, in grande misura, la ricchezza architettonica propria del patrimonio edilizio dei centri storici, senza stravolgere l’identità culturale degli edifici», spiega Antinori, rilevando inoltre che le strutture in acciaio garantiscono la possibilità di assorbire l’energia sismica, utilizzando le elevate riserve plastiche tipiche del materiale, tramite l’uso di dettagli costruttivi decisamente meno onerosi rispetto a quelli che sarebbe necessario prevedere con altri materiali. L’acciaio viene inoltre impiegato nelle costruzioni miste o ibride acciaio-calcestruzzo in grado di abbinare elevata resistenza e rigidezza del c.a. all’elevata duttilità dell’acciaio. Legno È forse il materiale più anticamente utilizzato per le costruzioni, contando su un pregio determinante: la leggerezza. Come sottolinea Annalisa Battisti, responsabile del reparto strutture della Rubner Haus, la leggerezza diventa un valore strategico in caso di terremoto in quanto «il sisma sollecita la massa della struttura e quindi più il materiale è pesante più la struttura sarà soggetta ad azione sismica. Il legno ha un ottimo rapporto tra la resistenza e il peso, pari a 5 volte quello del cemento armato e praticamente equivalente a quello dell’acciaio. Inoltre è anche flessibile e questo fa sì che la struttura risenta meno degli effetti sismici. Infine è duttile nei suoi collegamenti, qualità che consente alla struttura di dissipare l’azione energetica del sisma. Tutte queste qualità fanno del legno un materiale particolarmente indicato in zona sismica dove è in effetti già molto utilizzato. Infatti, sia nella ricostruzione in Abruzzo sia in Emilia stiamo costruendo molto. Inoltre le costruzioni in legno che avevamo già realizzato nelle zone poi colpite dal sisma dell’ Emilia hanno retto benissimo al sisma e sono tutte agibili». Laterizio Dagli antichi Romani a oggi, il laterizio ha vissuto un’evoluzione e ancora oggi è presente in edilizia ed è uno dei prodotti più utilizzati nelle sue differenti forme in tutte le parti della costruzione. Per quanto riguarda le sue caratteristiche e gli utilizzi, spiega Alfonsina Di Fusco, dell’area tecnica Ricerca, innovazione e sviluppo di prodotto di Andil, «Dal punto di vista delle caratteristiche premianti il laterizio viene visto come materiale molto prestazionale non solo in riferimento alle proprietà antisimiche ma anche in termini di risposta ai criteri di efficienza energetica, comfort acustico e resistenza al fuoco come dimostrano, anche, i numerosi 75 Tekneco Numero 11 | 2013 La scuola primaria ‘Garibaldi’, uno dei tre edifici scolastici realizzati nell’ambito della ricostruzione post-terremoto a Soliera (Modena), realizzata dal Gruppo Rubner studi sviluppati negli anni da autorevoli centri di ricerca. È l’insieme delle prestazioni che caratterizza il materiale laterizio come vincente». La sicurezza è intrinsecamente legata alla corretta progettazione/esecuzione e, come ribadisce Andil, la soluzione al rischio sismico (e non solo) in Italia è possibile costruendo case sicure in laterizio contando su prodotti multiprestazionali e di alta qualità, progettate in conformità alle norme tecniche vigenti e realizzate secondo avanzate tecnologie e collaudate modalità esecutive. «Se ci riferiamo alla muratura portante in laterizio, prima di entrare nel merito delle proprietà del materiale, a livello di edificio la condizione prioritaria per la progettazione antisismica delle strutture in muratura - ribadita anche dalle NTC - è che i sistemi resistenti di pareti, solai e fondazioni devono essere efficacemente collegati tra loro al fine di assicurare un comportamento d’insieme di tipo “scatolare”: è questa la prerogativa imprescindibile per una costruzione in muratura “a prova di terremoto”». Il laterizio ha un ruolo da protagonista nelle costruzioni e nella ricostruzione, nel rispetto del preesistente, sia per gli interventi locali di cuci e scuci per le pareti divisorie o di tamponamento, che ancor di più negli interventi di “miglioramento/adeguamento sismico”, tramite demolizione e ricostruzione delle murature portanti. Non solo: «Nella ricostruzione provvisoria il laterizio potrebbe partecipare con sistemi prefabbricati che tuttavia in Italia, ad oggi, non hanno reali riscontri tra i produttori di elementi in laterizio. Nella ricostruzione definitiva, invece, per gli edifici in c.a., si può valutare l’interazione tra telaio e tamponature in modo da utilizzare queste ultime come pareti d’irrigidimento, e integrare gli interventi di miglioramento del telaio con quelli di rinforzo/sostituzione dei tamponamenti danneggiati. La realizzazione, poi, di efficaci collegamenti dei paramenti faccia a vista con i pannelli di tamponatura ed alla cornice strutturale consegue il triplice obiettivo di prevenirne il crollo rovinoso fuori del piano, migliorarne la collaborazione con la struttura in c.a., limitare o eliminare gli sfavorevoli effetti locali». I materiali naturali Per realizzare costruzioni sismicamente sicure entrano anche in gioco i materiali naturali. È il caso del legno, ma anche di materiali più inusuali come la canapa, che abbinata alla calce naturale, presenta grandi vantaggi costruttivi. Ce ne parla Olver Zaccanti, dell’Anab: « tra i materiali ecosostenibili il legno la fa da padrone, elemento principale con cui ricostruire, privilegiando la tecnica costruttiva a telaio in legno e l’utilizzo, come tamponamento, (dell’impasto) di canapa e calce che garantiscono performance termoacustiche, ma soprattutto comfort ambientale elevatissimi». Canapa e calce diventa quindi un binomio utilizzabile sia per costruzioni nuove sia per interventi sull’esistente «perché si possono realizzare degli intonaci coibenti anche di forte spessore, 15-20 cm, i massetti, le coibentazioni di solai e coperture, ma anche le murature di tamponamento – spiega Zaccanti . Inoltre, l’impasto di canapa e calce non abbisogna di sabbia e ghiaia, eliminando la necessità di ricorrere alle cave, ambientalmente impattanti». La canapa e la calce, oltre a essere traspiranti, hanno anche la proprietà di regolazione termo igrometrica naturale dei locali (cioè prelevare l’umidità presente in eccesso per rilasciarla quando l’aria è troppo secca) e battericide. Le strutture in legno, se affogate all’interno di questi elementi, non hanno neppure bisogno di trattamento protettivo. Quindi la Canapa, la calce e il legno sono ottimi materiali naturali per la ricostruzioneriparazione dell’Emilia terremotata e per la riqualificazione dell’enorme patrimonio edilizio esistente in Italia». Un altro materiale è la paglia, materia prima energeticamente efficiente e durevole, che offre ottime prestazioni di isolamento termico ed acustico, come spiega l’associazione Edilpaglia e inoltre resiste alle sollecitazioni sismiche: una casa costruita in balle di paglia è molto flessibile e come tale “si sottrae” al terremoto. È un po’ come abitare in una casa di gomma che con il terremoto si deforma, ma non crolla. ◆ LEGGI questo articolo anche sul sito di Tekneco: www.tekneco.it/1131