Processi irreversibili La nostra esperienza quotidiana è segnata da una moltitudine di processi irreversibili, che cioè avvengono spontaneamente in una sola direzione e non possono essere riprodotti uguali a loro stessi a ritroso ( un vaso che cade e si rompe, una pietanza che cuoce, una persona che invecchia …) La fisica cerca di capire perché il tempo abbia un verso “privilegiato” e perché un processo sia a senso unico. La irreversibilità dei processi termodinamici reali è ciò che determina l’efficienza delle macchine termiche. L’esperienza insegna che molti processi sono irreversibili, anche se la legge di conservazione dell’energia non impedirebbe di per sé che un processo irreversibile potesse essere realizzato in verso opposto. I trasferimenti di energia entro un sistema isolato non definiscono la direzione dei processi irreversibili Anticipazione: Deve esistere un’altra variabile di stato che definisce tale direzione => Entropia Entropia => Se in un sistema isolato avviene un processo irreversibile l’entropia S del sistema aumenta sempre, non diminuisce mai A differenza dell’energia l’entropia non si conserva Prima di parlare di entropia ( che può essere un concetto difficile da assimilare) conviene introdurre il 2° principio della termodinamica, spiegato mediante il funzionamento delle macchie termiche Macchine termiche Conversione di lavoro in calore: In generale se si compie un lavoro L (di qualunque tipo) su un sistema a contatto con un serbatoio, si origina un trasferimento di calore dal sistema al serbatoio senza alterare lo stato del sistema Es: (sfregamento di due pietre in una bacinella d’acqua => lo sfregamento, a causa dell’attriti aumenta l’energia interna delle pietre che tende ad aumentare la temperatura delle pietre,. Tuttavia non appena la temperatura delle pietre diventa superiore a quella dell’acqua si verifica un passaggio di calore dalle pietre all’acqua, che se sufficientemente abbondante non varierà la sua temperatura) Conversione di calore in lavoro: abbiamo bisogno di una trasformazione, o più trasformazioni consecutive, che possano realizzare questa conversione lasciando inalterato lo stato del sistema. Si potrebbe dire : una espansione isoterma ( Q=L e T=0) ma in questo caso lo stato del sistema varierebbe in quanto si avrebbe un aumento di volume ed una riduzione della pressione =>Trasformazione ciclica. Tutte le trasformazioni che implicano un ciclo possono dare una trasformazione di calore fornito in lavoro del sistema ( o vicevers) Macchina Termica: Consideriamo un ciclo termodinamico in cui Qc sia il calore assorbito dal sistema e Qf il calore ceduto. Se Qc >Qf ed il sistema compie il lavoro L positivo, il dispositivo meccanico che fa compiere al sistema il ciclo si chiama MACCHINA TERMICA. Una macchina Termica ha lo scopo di fornire lavoro all’esterno percorrendo più volte lo stesso ciclo. Il lavoro netto del ciclo rappresenta ciò che esce dal sistema ed il calore assorbito dalla sostanza che compie il lavoro ciò che entra Macchine Termiche Una macchina termica è quindi un dispositivo che assorbe energia sotto forma di calore e mediante un ciclo termico trasforma una frazione di questa energia in lavoro meccanico. Es: Centrale elettrica => un combustibile ( es: carbone) viene bruciato e l’energia interna prodotta viene utilizzata per trasformare acqua in vapore ad alta pressione. Il vapore viene convogliato sulle pale di una turbina dove, espandendosi, le tiene in rotazione (parte dell’energia termica viene trasformata in energia meccanica). L’energia meccanica associata alla rotazione della turbina viene trasformata in energia elettrica mediante un generatore elettrico. Per poter comprimere il vapore a bassa pressione lo si raffredda facendolo passare attraverso un impianto di raffreddamento (sottraendo quindi Vapore a bassa calore al sistema) pressione Vapore ad alta Del calore ottenuto bruciando Turbina pressione il combustibile solo il 40% al massimo viene convertito in lavoro meccanico e successivamente in energia elettrica Alternatore Bruciatore Caldaia Impianto di raffreddamento Macchine Termiche(2) Il funzionamento di una macchina termica si basa quindi su una processo ciclico a cui viene sottoposta una determinata sostanza ( acqua, carburante…) detta fluido di lavoro. Gli scambi di calore avvengono almeno a due temperature diverse Le fasi del ciclo sono 1) Fase di assorbimento di energia sotto forma di calore (Qc>0) mediante contatto termico con una sorgente di calore (serbatoio) ad alta temperatura (Tc) L 2) La macchina trasforma parte del calore assorbito in lavoro meccanico L( la macchina compie lavoro) 3) La parte restante dell’energia assorbita viene ceduta sotto forma di calore (Qf<0) ad una sorgente a temperatura più bassa (Tf) => energia “persa” Poiché la macchina compie un ciclo l’energia interna rimane costante Per il primo principio della termodinamica: Eint Qtot L 0 Qtot L dove: Qtot Qc Q f Qc Q f In ogni ciclo Qc è l’energia assorbita in ingresso e L è l’energia (meccanica) utile in uscita; Qf è quindi l’energia inutilizzata Macchine termiche(3) Eint Qtot L 0 Qtot Qc Q f Qtot L Il lavoro L compiuto dalla macchina termica è pari all’energia totale assorbita dalla macchina. L Qc Q f Lavoro della macchina P i Area=Lnet Lnet >0 Se la sostanza utilizzata è un gas, il lavoro totale svolto in una trasformazione ciclica è pari all’area racchiusa dalla curva che rappresenta la trasformazione in un diagramma PV (il ciclo è V positivo se viene percorso in senso orario, negativo altrimenti) Il rendimento della macchina è definito come il rapporto tra il lavoro realizzato ed il calore assorbito dalla sorgente a temperatura più alta (Qc ): Qf Lavoro che esce dal sistema L Qc Q f 1 Calore che entra nel sistema Qc Qc Qc rendimento della macchina Il rendimento è il rapporto tra ciò che si produce e ciò che si “ spende” Il rendimento aumenta al diminuire di |Qf|. Esempio: Una moderna centrale elettrica ha un rendimento del 35% circa e produce energia elettrica erogando una potenza P=1GW. Stimare gli scambi di calore che hanno luogo in 1h di funzionamento nella caldaia e nel condensatore (torre di refrigerazione) Anche se L,Qc e Qf sono riferiti ad un unico ciclo, possiamo considerare che in più cicli avremo comunque valori con le stesse proporzioni. Quindi consideriamo che tali parametri siano riferiti ad 1h di funzionamento. L 0.35 Qc Dove: L Pt 1GW 1h 109W h L 1GW h Qc 3GW h 0.35 Dal primo principio della termodinamica: Qc L Q f Q f Qc L 3GW h 1GW h 2GW h Secondo principio della termodinamica 1 Qf Qc rendimento della macchina Dal punto vista matematico si avrebbe rendimento massimo max 1 quando lo scambio di calore con la sorgente fredda fosse nullo, cioè se si riuscisse a costruire una macchina termica che lavorasse in un ciclo senza che il sistema ceda calore all’esterno : max 1 Qf 0 L Qc Il fluido di lavoro, al termine di un ciclo, sarebbe invariato e la quantità di calore sottratta ad una sorgente di temperatura uniforme sarebbe completamente trasformata in lavoro utile In molti hanno provato a realizzare una macchina di questo tipo, ma senza successo. In realtà l’affermazione che non è possibile realizzare una macchina a rendimento 100% è uno dei modi di formulare il secondo principio della termodinamica: Secondo principio della termodinamica (enunciato di Kelvin-Plank): “Non è possibile costruire una macchina termica che, operando in un ciclo, abbia come unico risultato quello di assorbire energia da una sorgente a temperatura uniforme e produrre una uguale quantità di lavoro. “ Più in generale: “è impossibile realizzare una trasformazione il cui UNICO risultato sia quello di assorbire calore da un serbatoio e di convertirlo completamente in lavoro” Secondo principio della termodinamica(2) NB: una macchina termica con un rendimento del 100% non violerebbe il primo principio della termodinamica È il secondo principio che esclude la possibilità di un ciclo senza trasferimento di energia ad una sorgente a temperatura più bassa . Mentre il primo principio regola la conservazione dell’energia dell’insieme sistemaambiente durante una trasformazione, il secondo stabilisce le condizioni necessarie affinché possano aver luogo le trasformazioni del calore in lavoro meccanico (o energia elettromagnetica). Il secondo principio della termodinamica, espresso nella forma di Klein-Plank è un enunciato di tipo qualitativo, ma non per questo meno rigoroso del primo principio. Trasformazioni reversibili Il secondo principio della termodinamica prevede che non possa esistere una macchina termica a rendimento del 100%, ma non definisce quale sia il rendimento massimo che si possa ottenere. Sicuramente in una macchina termica reale il rendimento può essere migliorato riducendo gli attriti e le perdite di calore durante i vari passaggi del ciclo. Il massimo del rendimento viene definito da una macchina termica teorica detta “macchina di Carnot” dal nome del fisico francese che la descrisse Tale macchina si basa su un ciclo ideale “reversibile” detto Ciclo di Carnot. Una trasformazione da uno stato iniziale i ad uno stato finale f si dice reversibile quando il sistema può tornare nelle condizione iniziale percorrendo lo stesso cammino a ritroso nel quale ogni punto corrisponda ad uno stato di equilibrio Una trasformazione che non è reversibile si dice irreversibile La maggior parte delle trasformazioni naturali sono irreversibili La trasformazione reversibile è un’idea teorica Se però una trasformazione reale avviene molto lentamente in modo da avere il sistema sempre in uno stato molto vicino all’equilibrio e non vi sono processi dissipativi la trasformazione può essere considerata reversibile Esempio: cilindro contenente gas chiuso da un pistone in contatto termico con un termostato. Compressione lentissima (in ogni istante il sistema ha parametri di stato definiti) aggiungendo piombini ( o granelli di sabbia) Espansione lentissima rimuovendo i piombini fino a tornare alla condizione iniziale Macchina di Carnot La macchina di Carnot, è una macchina teorica che utilizza un ciclo ideale e reversibile tra due termostati (ciclo di Carnot). Tale macchina ha il rendimento massimo possibile che rappresenta il limite superiore del rendimento che le macchine termiche reali possono raggiungere: Il lavoro complessivo svolto da un fluido di lavoro durante un ciclo di Carnot è il lavoro massimo possibile per una data quantità di energia fornita al fluido dal termostato a temperatura più alta carnot max Lmax Qc Ciclo di Carnot: Fluido gas perfetto Cilindro chiuso da un pistone mobile 2 Sorgenti di calore (termostati) una calda (Tc) ed una fredda (Tf) Trasformazioni: 2 adiabatiche + 2 isoterme tutte e 4 reversibili Ciclo di Carnot Ciclo di Carnot: pa AB : Espansione isoterma (Tcalda) BC: Espansione adiabatica C D: Compressione isoterma (Tfredda) D A: Compressione adiabatica Si trova che per questo ciclo : Qcalda 1 Q fredda Qcalda T fredda Tcalda T fredda ln VC VD Tcalda ln VB VA Trasformazioni adiabatiche : pV=cost dove =cp/cv pV pVV 1 cost 1 1 TcaldaVB T freddaVC 1 1 T freddaVD TcaldaVA ln VB VA ln VC VD nRTV 1 cost TV 1 cost T fredda Tcalda V B VC 1 1 Q fredda Qcalda B Tcalda ECD 0 QCD Q fredda LCD nRT fredda ln VC VD Q fredda A pb EAB 0 QAB Qcalda LAB nRTcalda ln VB VA 1 p V A VD 1 1 VB VC VA VD T fredda Tcalda pd pc D Va Vd Vb C Vc Tfredda V Ciclo di Carnot Il rendimento di una macchina termica che utilizza un ciclo di Carnot dipende solamente dalla temperatura delle due sorgenti carnot 1 Tf Tc Da questo risultato si ricava che tutte le macchine di Carnot(macchine reversibili) che la vorano tra le stesse temperature hanno lo stesso rendimento (teorema di Carnot). Il rendimento è nullo se Tfredda=Tcalda come ci si aspetta (dobbiamo avere almeno due sorgenti di calore a temperatura diversa). Il rendimento cresce quando Tfredda diminuisce e Tcalda aumenta Il rendimento potrebbe essere del 100% solo la temperatura Tfredda scendesse fino a 0 K (che è impossibile) Il massimo rendimento è minore all’unità Le macchine reali che lavorano su un ciclo in cui si hanno le due sorgenti Tfredda e Tcalda, avranno sempre un rendimento minore del rendimento della macchina di carnot corrispondente. carnot 1 Tf Tc Esercizio: Una delle macchine termiche più potenti mai costruita lavora fra 430°C e 1870 °C. a) Qual è il massimo rendimento teorico? b) Il rendimento reale è del 42%. Quanta potenza fornisce la macchina se assorbe 1.40·105 J di energia al secondo dal termostato caldo? Tfredda =430°C=703 K max 1 Tcalda =1870°C=2143K T fredda Tcalda 703 1 1 0.328 0.672 2143 Qcalda = 1.40·105 J =0.42 L Qcalda 0.420 L 0.420 Qcalda 0.420 1.40 105 J 5.88 104 J L 5.88 104 J P 58.8kW t 1s Macchine frigorifere L’enunciato di Kelvin-Planck si applica anche alle macchine frigorifere. La macchina frigorifera è un dispositivo che opera lungo un ciclo progettato per sottrarre calore al sistema (la cella frigorifera) in modo da mantenerlo ad una temperatura inferiore a quella dell’ambiente. Durante il ciclo di refrigerazione il calore viene disperso all’esterno (che è ad una temperatura superiore) e viene effettuato del lavoro sul sistema (normalmente mediante un motore elettrico) Se Tfredda è la temperatura del termostato freddo e Tcalda è quella del termostato caldo, l’energia assorbita dalla macchina frigorifera è Qfredda (Qfredda >0), l’energia trasferita nel sistema è il lavoro L (L<0) compiuto su di esso, mentre l’energia rilasciata all’ambiente è Qcalda (Qcalda <0) L’efficienza di una macchina frigorifera è legata alla capacità della macchina di estrarre calore Qfredda dal sistema rispetto alla spesa di energia fatta sotto forma di lavoro introdotto nel sistema per questa operazione L’efficienza di un frigorifero, chiamata coefficiente di prestazione, è definita come il rapporto tra l’energia trasferita al termostato caldo (esterno) ed il lavoro richiesto per tale trasferimento Q fredda energia utile energia immessa L coefficiente di prestazione Pompe di calore (condizionatori moderni) Le pompe di calore sono delle macchine frigorifere che hanno la capacità di invertire le sorgenti calde e fredde. Consideriamo i moderni condizionatori installati dentro casa: In estate la macchina opera cedendo calore all’esterno (sorgente Tcalda) e raffreddando l’interno della casa (sorgente Tfredda) In inverno l’interno della casa diventa la sorgente a temperatura Tcalda a cui cedere calore, mentre l’esterno diventa la sorgente a temperatura Tfredda Una pompa di calore ( o una macchina frigorifera) è costituita da un condensatore un evaporatore un compressore ed una valvola di strozzamento. Il ciclo è così composto: Un compressore compie lavoro sul fluido refrigerante (es: freon). Il compressore mantiene un’elevata differenza di pressione tra le due parti di una valvola a strozzatura Quando il liquido evapora nella zona a bassa pressione e bassa temperatura una quantità di calore Qfredda viene ceduta al fluido dall’esterno (ambiente più freddo) provocando un abbassamento della temperatura nel frigorifero. Dalla parte ad alta pressione ed a temperatura più elevata la quantità di calore Qcaldaviene ceduta al fluido all’esterno quando il fluido condensa Fluido a bassa pressione Qfredda>0 Fluido ad alta pressione Qcalda<0 Macchine Frigorifere coefficiente di prestazione Ricordiamo che: Q fredda energia utile energia immessa L L 0 Qcalda 0 Q fredda 0 Il lavoro è compiuto sul sistema Calore sottratto al sistema Calore assorbito dal sistema Qcalda L Q fredda Per il primo principio della termodinamica: L Qnet Qcalda Q fredda 0 L Qcalda Q fredda 0 Sostituendo –L con |L| e -Qcalda con | Qcalda | L Qcalda Q fredda Si ha quindi che il coefficiente di prestazione può essere riscritto: Q fredda Qcalda Q fredda NB. Il coefficiente di prestazione può essere molto maggiore di 1 La macchina frigorifera è praticamente una macchina termica che lavora al contrario. Gli scambi di energia nei due cicli sono invertiti . Esempio Un frigorifero il cui compressore è azionato da un motore da 480W ha un coefficiente di prestazione =2.8. Calcolare la potenza termica scambiata al condensatore ed all’evaporatore Fluido a bassa pressione Qfredda>0 Q fredda L Q fredda L Fluido ad alta pressione Qcalda<0 L Qcalda Q fredda Qcalda L Q fredda dQ dL 2.8 480W Potenza termica scambiata sull’evaporatore: Q fredda L fredda dt dt dQ fredda 1.3kW dt d Qcalda d L dQ fredda Potenza termica scambiata sul condensatore: dt d Qcalda dt 0.48kW 1.3kW 1.8kW dt dt Macchina frigorifera di Carnot Macchina frigorifera ideale: macchina frigorifera che lavora con un ciclo di Carnot inverso. Per un ciclo di Carnot vale la relazione Q fredda Qcalda T fredda Q fredda Tcalda T fredda Tcalda Qcalda Il coefficiente di prestazione max per una macchina frigorifera sarà quindi dato da: Q fredda Qcalda Q fredda max T fredda Tcalda max Qcalda Qcalda Qcalda T fredda Tcalda T fredda Tcalda T fredda T fredda Tcalda T fredda 1 T Tcalda T fredda 1 fredda Tcalda Coefficiente di prestazione di una macchina frigorifera di Carnot Quando la differenza di temperatura tra le due sorgenti è prossima a zero il coefficiente di prestazione teorico tende all’infinito In pratica però la differenza tra queste due temperature limitano a valori al di sotto di 10 Enunciato di Clausius del secondo principio della termodinamica: Il calore non fluisce spontaneamente da un oggetto freddo ad uno oggetto caldo Es.: La pompa di calore per funzionare ha bisogno che venga effettuato un lavoro dall’esterno Entropia Il principio zero della termodinamica introduce il concetto di temperatura. Il primo principio della termodinamica introduce il concetto di energia interna Sia la temperature che l’energia interna sono variabili di stato Il secondo principio della termodinamica introduce un’altra variabile di stato: l’Entropia S Per capire cos’è l’entropia consideriamo la macchina di Carnot: Per tale dispositivo vale la relazione: Q fredda Qcalda T fredda Tcalda Il rapporto tra il trasferito di energia sotto forma di calore e la temperatura a cui tale trasferimento avviene è uguale per le due isoterme. Esplicitando i segni del calore trasferito ( - per il calore uscente dal sistema + per quello entrante) si ha: Q fredda T fredda Q calda Tcalda Qcalda Q fredda 0 Tcalda T fredda Q T 0 Questa equazione si dimostra essere vera non solo per i cicli di Carnot, ma per tutti i cicli reversibili => il rapporto Q/T ha un significato particolare Entropia (1) Consideriamo una trasformazione infinitesima fra due stati all’equilibrio Se dQr è il calore trasferito lungo un cammino reversibile fra gli stati, la variazione infinitesima di entropia sarà data, indipendentemente dal cammino seguito, proprio da questo rapporto : dS dQr T Enropia L’entropia è pari al rapporto tra l’energia trasferita sotto forma di calore durante una trasformazione reversibile e la temperatura a cui tale trasferimento avviene La variazione di entropia durante una trasformazione irreversibile tra uno stato iniziale ed uno finale si può determinare considerando una trasformazione reversibilele tra quei due stati, in quanto l’entropia, essendo una funzione di stato, dipende solo dagli stati iniziali e finali Il segno della variazione di entropia (è questa la variabile significativa, non l’entropia come valore assoluto)è lo stesso del calore trasferito, quindi: Se Il calore è assorbito dal sistema ( Qr >0) => dS>0 Se Il calore è ceduto dal sistema ( Qr <0) => dS<0 Entropia(2) Dimostriamo che l’entropia è una funzione di stato per il caso in cui la trasformazione del gas sia una trasformazione reversibile. In ciascun passo infinitesimo della trasferimento avremo: dQr, dL e dEint dEint dQr dL dQr dEint dL ncv dT pdV dL dEint p nrT V dQr ncv dT nRT dV V dQr dT dV ncv nR T T V Integrando entrambi i membri dell’espressione: f f f dQr dT dV i T ncv i T nR i V f Tf Vf dQr S S f Si ncv ln nR ln T Ti Vi i NB: non abbiamo dovuto specificare il tipo di trasformazione per ottenere la variazione di S L’integrale vale per ogni tipo di trasformazione reversibile tra lo stato i e lo stato f La variazione di entropia fra uno stato i ed uno stato f per un gas ideale dipende solo dalle proprietà degli stati iniziale (Ti,Vi,) e finale (Tf,Vf,) e non dipende dalla trasformazione utilizzata l’entropia S è una funzione di stato Entropia: misura del disordine In meccanica statistica il comportamento di una sostanze viene descritta in termini del comportamento statistico del suo numero di atomi e molecole ( grazie al fatto che tali numeri sono grandi ), la teoria cinetica dei gas è un ottimo esempio di applicazione della meccanica statistica Uno dei principi fondamentali di questa scienza è che: Tutti i sistemi isolati tendono allo stato di equilibrio che corrisponde allo stato con maggior disordine e l’entropia è una misura di tale disordine Consideriamo di lanciare una coppia di dadi (1-6) ed ottenere 7 La combinazione specifica che si ottiene è un microstato ( 1-6 , 2-5, 3-4,4-3,5-2,6-1) La somma dei numeri è un macrostato (7) Macrostato Microstati n. microstati 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 1-1 1-2 2-1 1-3 2-2 3-1 1-4 2-3 3-2 4-1 1-5 2-4 3-3 4-2 5-1 1-6 2-5 3-4 4-3 5-2 6-1 2-6 3-5 4-4 5-3 6-2 3-6 4-5 5-4-6-3 4-6 5-5 6-4 5-6 6-5 6-6 1 2 3 4 5 6 5 4 3 2 1 Per ogni lancio ogni microstato è ugualmente probabile, ma il macrostato 7 è il macrostato più probabile poiché può essere formato da un numero maggiore di microstati Il numero di microstati associati ad un dato macrostato non è lo stesso per tutti i macrostati ed il macrostato più probabile è quello con il maggior numero di microstati possibili Disordine : aumenta con il numero di microstati possibili: 2 è ordinato, 7 è disordinato Entropia e disordine Macrostati altamente probabili sono macrostati disordinati e macrostati a bassa probabilità sono macrostati ordinati Consideriamo una stanza piena d’aria ( azoto ed ossigeno) e confrontiamo due macrostati possibili: Macrostato 1: le molecole di azoto e quelle di ossigeno sono mescolate uniformemente Macrostato2: le molecole di azoto e quelle di ossigeno occupano ciascuna una metà della stanza Esperienza => macrostato 2 è estremamente improbabile => situazione molto ordinata macrostato 1 estremamente probabile => un gran numero di microstati che vanno a realizzare questa condizione => estremamente disordinato NB: in questo caso abbiamo una statistica che una un numero di Avogadro di molecole => legge dei grandi numeri => il macrostato può essere ben previsto Si può prevedere con precisione che se si parte da uno stato di ordine elevato con tutto l’azoto in metà stanza e l’ossigeno nell’altra ( separati da una membrana), si giungerà in breve tempo ad una situazione di configurazione 1 essendo a maggiore probabilità. Tutte le trasformazioni fisiche tendono verso stati più probabili per il sistema ed il suo ambiente circostante Lo stato più probabile è sempre quello con un grado di disordine maggiore Da un punto di vista microscopico si trova che l’entropia è associata al numero W di microstati possibili per un dato macrostato: Equazione dell’Entropia di Boltzamnn S k B ln W W = numero di microstati associati al macrostato la cui entropia è S Le configurazioni con una maggiore molteplicità di microstati sono quelle ad entropia più alta. Entropia nelle trasformazioni reversibili l’entropia è una misura del disordine ed i sistemi fisici tendo verso macrostati a disordine maggiore L’entropia dell’universo aumenta in tutte le trasformazioni naturali Abbiamo visto che la variazione di entropia di una trasformazione reversibile dipende solo dalle proprietà degli stati iniziali e finali ed è data da: f f dQr S dS T i i Cammino reversibile Questo è consistenete con il legame tra entropia e disordine => ogni macrostato ha un suo livello di disordine determinato dal numero W di microstati associati. Il numero di microstati non dipende dal percorso seguito per andare da uno stato all’altro Per una trasformazione adiabatica S=0 => trasformazione isoentropica In un sistema isolato l’entropia S rimane costante durante una trasformazione reversibile Ciclo di carnot => Q T 0 => S=0 Ma l’entropia è una funzione di stato per ogni ciclo reversibile S=0 S dQr 0 T Calcolo dell’entropia Quando un sistema subisce una trasformazione la variazione di entropia S del sistema dipende solo dallo stato finale e dallo stato iniziale La trasformazione può essere reversibile o irreversibile, quasi statica o esplosiva, S dipenderà comunque da i ed f ( e sarà uguale per tutti le trasformazioni da i ad f) La variazione S per passare dallo stato i allo stato f, qualunque trasformazione sia stata usata in realtà, può essere ottenuta considerando una trasformazione tra questi due stati che f f sia reversibile dQr S dS T i i ed il risultato S ottenuto, cioè la variazione di entropia tra i due stati, sarà lo stesso qualsiasi tipo di trasformazione tra i due stati sia stata effettuata È sempre possibile immaginare una trasformazione reversibile che connetta i due stati ( la scelta di quale dipende dalle informazioni su i due stati in nostro possesso) Alcuni esempi Esempio1: Variazione di entropia in un cambiamento di fase Un blocco di ghiaccio di massa 0.120 kg e temperatura 0.0 °C viene immerso in acqua liquida alla stessa temperatura. L’insieme viene lasciato a contatto con l’aria a temperatura ambiente ed agitato in modo che la sua temperatura rimanga a 0.0 ° C mentre il ghiaccio fonde. Determinare la differenza di entropia tra 0.12 kg di ghiaccio e 0.120 kg di acqua a 0.0 °C Trasformazione irreversibile. Immaginiamo una trasformazione reversibile che faccia fondere il ghiaccio. Trasformazione reversibile: L’aria ( ad una temperatura trascurabilmente superiore a 0.0°C) cede calore al ghiaccio lentissimamente ( in modo reversibile) al punto di fusione (273K) La quantità di calore ceduta in questa trasformazione tra lo stato i e lo stato f è determinata dal calore latente di fusione (Lf = 335kJ/kg) Calore totale assorbito durante la trasformazione da Qr L f m 335 0.120kJ 40.2kJ ghiaccio (stato i) ad acqua (stato f) La variazione di entropia sarà: f f dQr 1 L f m 40.2kJ Q r S Sliquido S ghiaccio dQr 147 kJ K T T T T 273K i i Esempio 2: Variazione di entropia in una variazione di temperatura Determinare la variazione di entropia di 1.0 kg di H2O che viene riscaldato su un fornello da 10 a 95°C a pressione atmosferica Per poter descrivere questo innalzamento con un processo reversibile, dobbiamo immaginare di effettuarlo mediante una serie di trasformazione infinitesime di temperatura a pressione costante ( attenzione: stiamo lavorando con un liquido, V rimane pressoché costante) dQr mcp dT f f dQ S dS r T i i S mc p ln Tf Ti Tf Ti mc p dT T Tf Tf dT mc p mc p ln T Ti Ti 1.0kg 4.19 kJ kg K ln 368 1100 J K 283 Esempio 3: variazione di Entropia in una variazione di volume Espansione libera: quanto vale S ? Un gas perfetto inizialmente a temperatura T occupa un volume Vi. Esso compie un’espansione libera nella quale il suo volume raggiunge il valore Vf. Determinare la variazione di entropia Espansione libera: Q = 0, T = 0, L = 0 e Eint = 0 (Vi,Pi,T ) (Vf,Pf,T ) Dobbiamo considerare un’espansione reversibile con temperatura costante => isoterma => Eint=0 => L=Q dQr dL pdV nRT dV V dQr nRTdV dV dS nR T TV V f Vf Vf dV S dS nR nR ln V Vi i Vi Poiché Vf>Vi : S 0 In un’espansione libera l’entropia aumenta Esempio4: Entropia di mescolamento L’entropia è una grandezza additiva: La variazione di entropia di un sistema è pari alla somma delle variazioni di entropia dei suoi sottoinsiemi. Consideriamo un sistema costituito da due quantità di acqua: 1) 0.30 kg inizialmente a 90°C 2) 0.70 kg inizialmente a 10°C Le due quantità di acqua vengono mescolate in un recipiente isolato e raggiungano un equilibrio termico. Determinare la variazione di entropia del sistema ( costituito da 1.0kg di acqua) Sistema isolato => non c’è scambio di calore con l’esterno quindi il calore ceduto dall’acqua a temperatura maggiore deve essere compensato dal calore assorbito dalla quantità di acqua a temperatura inferiore. In questo modo trovo la temperatura di equilibrio: Q1 m1cH 2O T1 m1cH 2O T T1i 0.3kg 4.2 kJ kgC T 90C 1.3 kJ C T 90C Q2 m2cH 2O T2 m1cH 2O T T2i 0.7kg 4.2 kJ kgC T 10C 2.9 kJ C T 10C Q1 Q2 0 1.3 kJ kgC T 90C 2.9 kJ kgC T 10C 0 4.2 kJ C T 146kJ 0 T Calcoliamo separatamente le due variazioni di entropia: f 146 C 35C 4.2 T dQ dT T 308K S1 r1 mc p mc p ln 0.3kg 4.2 kJ kgK ln 207 J K T T T 363 K 1 i T1 f S 2 i T dQr 2 dT T 308K mc p mc p ln 0.7kg 4.2 kJ kgK ln 249 J K T T T 283 K 2 T2 S S1 S2 42 J K Entropia e secondo principio della termodinamica Dall’esempio fatto sull’espansione libera abbiamo visto che in un sistema isolato l’entropia non necessariamente si conserva. Generalizziamo questo concetto: Qualunque trasformazione può essere descritta in termini dei cambiamenti che avvengono nel sistema e nell’ambiente che circonda il sistema. Il sistema e l’ambiente formano un sistema più grande, isolato, detto “universo” Consideriamo le variazioni di entropia del nostro sistema (Ssis) e dell’ambiente (Samb). La somma delle due variazioni è la variazione dell’entropia dell’universo: S sis Samb Suniv Sperimentalmente si trova che: ogni qual volta si determina la variazione di entropia dell’universo si trova che essa o è nulla o è positiva. Enunciato del secondo principio della termodinamica in termini di entropia: In qualunque trasformazione l’entropia dell’universo o aumenta(per trasformazioni irreversibili) o rimane costante (per trasformazioni reversibili) Suniv 0 Entropia e secondo principio della termodinamica-conseguenze L’entropia dell’universo non può diminuire => una trasformazione che faccia diminuire l’entropia dell’universo non può esistere Consideriamo per esempio un flusso spontaneo di una quantità di calore |Q| da una sorgente a temperatura Tf ad una a temperatura maggiore Tc Processo impossibile perché viola l’enunciato di Clausius. Se potesse verificarsi l’entropia dell’universo aumenterebbe, infatti: Variazione di entropia della sorgente a temperatura bassa: Variazione di entropia della sorgente a temperatura alta: Suniv S F SC Q TF 1 1 Q 0 TC TF TC Q S F SC Q TF Q Tc Suniv 0 0 Quindi: il flusso spontaneo di calore da una temperatura più bassa ad una più alta viola anche l’enunciato in termini di entropia Il flusso spontaneo da una temperatura più alta ad una più bassa è un processo irreversibile che non è in contrasto con il secondo principio, ed infatti si può dimostrare che durante questo processo l’entropia aumenta Per un processo nel quale l’entropia aumenta non può esistere il processo inverso, poiché ad esso corrisponderebbe una diminuzione di entropia e violerebbe il secondo principio => processo irreversibile