RILIEVO E RAPPRESENTAZIONE DEL TERRITORIO Teoria delle misure Teoria delle misure Prof. C. R. Fichera Teoria delle misure RILIEVO E RAPPRESENTAZIONE DEL TERRITORIO Considerazioni generali Lo studio degli errori riveste una particolare importanza quando si vogliono effettuare delle misure e si vogliono stabilire: • dei criteri per raggiungere una certa approssimazione • valutare le entità degli errori che si sono commessi • determinare i valori numerici da assegnare alle grandezze misurate. Prof. C. R. Fichera Teoria delle misure RILIEVO E RAPPRESENTAZIONE DEL TERRITORIO Considerazioni generali Nelle misure topografiche lo studio degli errori è importante in quanto la precisione a volte deve essere spinta a limiti molto elevati e solo una scelta accurata di strumenti e metodi, unita a particolari accorgimenti di osservazione, può consentire di ottenere. La teoria degli errori non è comunque solo applicata alle misure di grande precisione bensì a tutte le misure Prof. C. R. Fichera Teoria delle misure RILIEVO E RAPPRESENTAZIONE DEL TERRITORIO Origine della dispersione delle misure La sensibilità di uno strumento è la più piccola quantità di grandezza misurabile con esso • Per un righello millimetrato ad esempio è 1 mm • Per una bilancia graduata in grammi è 1 grammo Prof. C. R. Fichera Teoria delle misure RILIEVO E RAPPRESENTAZIONE DEL TERRITORIO Origine della dispersione delle misure Si definisce precisione di uno strumento il rapporto tra la sensibilità dello strumento e la massima quantità di grandezza che lo strumento può misurare. Si tratta quindi di un numero adimensionale ; la precisione sarà tanto maggiore quanto minore è il numero che la esprime. • Una riga di un metro con suddivisione in 1mm millimetri avrà una precisione di 1000 mm = 10 −3 Una bilancia che può pesare al max 10 kg e avente una graduazione in grammi 1g avrà una precisione di 10000 g Prof. C. R. Fichera = 10 − 4 Teoria delle misure RILIEVO E RAPPRESENTAZIONE DEL TERRITORIO Origine della dispersione delle misure Una delle cause che crea la mancanza di univocità sui valori ottenuti nel ripetere la misura di una stessa quantità di grandezza, risiede nel fatto che noi pretendiamo di aumentare con operazioni di stima la sensibilità, oppure con operazioni ripetitive la precisione. Ad esempio utilizziamo un righello millimetrato e stimiamo in una grandezza da misurare il decimo di millimetro, oppure misuriamo una lunghezza di alcuni metri riportando più volte la riga da un metro, commettendo anche in questo caso delle imprecisioni. Eseguendo le operazioni sopra citate si introducono nelle operazioni di misura dei fattori soggettivi, cioè dipendenti dal modo di eseguire la misura da parte dell’operatore; questi fattori non si mantengono costanti al ripetersi dell’operazione di misura. Prof. C. R. Fichera Teoria delle misure RILIEVO E RAPPRESENTAZIONE DEL TERRITORIO Origine della dispersione delle misure Un altro fattore che genera dispersione dei valori numerici ottenuti ripetendo le misure di una stessa quantità di grandezza è dovuta all’influenza dell’ambiente. (temperatura, umidità, pressione atmosferica ecc..) La nostra grandezza X sarà quindi funzione f di parametri che dipendono dall’ambiente oltre che della quantità di grandezza da misurare G e dall’unità di misura che si adotta U. X = f (G / U , u , v, w.........t ) Quale potrebbe essere quindi il valore di X da assumere? E’ conveniente assumere il valore di X che si avrebbe nel caso in cui tutti i i parametri ambientali hanno valore medio. X = f (G / U , u m , vm , wm .........t m ) Prof. C. R. Fichera Teoria delle misure RILIEVO E RAPPRESENTAZIONE DEL TERRITORIO Origine della dispersione delle misure Si definisce inoltre come errore ε di una generica misura la differenza tra il valore X che corrisponde a quella misura ed il valore X ε = X − X = f (G / U , u , v, w.........t ) − f (G / U , u m , vm , wm .........t m ) Utilizzando elementi di calcolo delle probabilità si può arrivare a dimostrare che gli errori di misura hanno un comportamento ben definito e quindi è possibile determinare formule che ci riconducono ad un valore univoco da attribuire alla quantità di grandezza misurata e al modo di valutarne l’accuratezza. Prof. C. R. Fichera Teoria delle misure RILIEVO E RAPPRESENTAZIONE DEL TERRITORIO Misura di una grandezza MISURA DIRETTA La misura diretta di una grandezza è definibile nel modo seguente : a) si materializzano in numero sufficiente delle quantità uguali ovvero si definiscono delle unità campione; b) si sommano opportunamente le unità in modo da avere una quantità uguale a quella da misurare c) si conta il numero di unità campione contenute nella quantità costruita: tale numero si chiama misura diretta della grandezza. Prof. C. R. Fichera Teoria delle misure RILIEVO E RAPPRESENTAZIONE DEL TERRITORIO Misura di una grandezza MISURA INDIRETTA La misura indiretta di una grandezza è definita da un legame funzionale che lega tale grandezza ad altre grandezze direttamente misurabili: le misure dirette di queste ultime determinano, attraverso il legame funzionale la misura indiretta della prima. Es : Misura indiretta della distanza D fra due punti D = k ⋅ S ⋅ sin 2 ϕ Prof. C. R. Fichera Teoria delle misure RILIEVO E RAPPRESENTAZIONE DEL TERRITORIO Misura di una grandezza MISURE DIRETTE CONDIZIONATE Di norma, le misure dirette che si eseguono sono soggette a condizioni geometriche; ad esempio la somma degli angoli interni di un poligono chiuso di n lati deve essere uguale a (n-2)∗π Prof. C. R. Fichera Teoria delle misure RILIEVO E RAPPRESENTAZIONE DEL TERRITORIO Misura di una grandezza B Valore della distanza AB A AB = 234,34 metri valore esatto ???? NO ogni grandezza misurata è affetta da un ERRORE Prof. C. R. Fichera Teoria delle misure RILIEVO E RAPPRESENTAZIONE DEL TERRITORIO Errori nella misura di una grandezza • ERRORI GROSSOLANI • ERRORI SISTEMATICI • ERRORI ACCIDENTALI Prof. C. R. Fichera Teoria delle misure RILIEVO E RAPPRESENTAZIONE DEL TERRITORIO Errori nella misura di una grandezza ERRORI GROSSOLANI Nell'eseguire una misura si può commettere un errore grossolano, ad esempio, nel misurare una distanza, riportando un'asta graduata può capitare di sbagliare il conteggio delle volte che è stata riportata Tenuto presente che nelle operazioni di rilievo sul terreno, le misure eseguite in un giorno possono essere centinaia, si comprende come un errore grossolano possa verificarsi spesso. Prof. C. R. Fichera Teoria delle misure RILIEVO E RAPPRESENTAZIONE DEL TERRITORIO Errori nella misura di una grandezza ERRORI SISTEMATICI Un errore sistematico tipico è quello che deriva da una imperfetta taratura dello strumento di misura; ad esempio si supponga che un’asta nominalmente lunga un metro sia in realtà lunga un metro più un millimetro: misurando una lunghezza con tale asta si commette un errore di tanti millimetri quante sono le volte che è stata riportata. • Ripetendo la misura il risultato non cambia. • Un tipo di errore sistematico è quindi quello che conserva, al ripetere della misura, valore e segno costanti. Prof. C. R. Fichera Teoria delle misure RILIEVO E RAPPRESENTAZIONE DEL TERRITORIO Errori nella misura di una grandezza ERRORI ACCIDENTALI Ripetendo più volte la misura di una grandezza si può constatare: a) che i risultati cambiano ad ogni ripetizione in maniera che si potrebbe definire accidentale; b) che gli scarti fra un risultato e l'altro sono piccoli e che lo scarto massimo è in genere inferiore ad un certo limite, tanto più piccolo, quanto più la misura è precisa; c) che ripetendo numerose determinazioni, i valori ottenuti tendono ad assumere una stabilità statistica. Prof. C. R. Fichera Teoria delle misure RILIEVO E RAPPRESENTAZIONE DEL TERRITORIO Trattamento statistico delle misure di una grandezza • Consideriamo una popolazione composta da N individui; attraverso la statistica siamo in grado di classificare questa popolazione in relazione ad un suo unico aspetto, quello che interessa l'indagine. • Assumendo ad esempio gli studenti frequentanti il corso di “Rilievo e rappresentazione del territorio”, pensiamo di classificarli in funzione della statura. • Classificare la popolazione vuole dire determinare la forma e il valore Xi (valore argomentale) che l'attributo X assume per ognuno degli N individui che la compongono. Prof. C. R. Fichera Teoria delle misure RILIEVO E RAPPRESENTAZIONE DEL TERRITORIO Trattamento statistico delle misure di una grandezza Dopo avere censito la popolazione si procede al raggruppamento degli individui in classi cioè: a) suddividiamo la differenza fra valore argomentale più alto e più basso in n intervalli, b) attribuiamo ad ogni intervallo un valore argomentale Xi scelto tra quelli compresi nell'intervallo stesso; c) attribuiamo a tutti gli individui compresi nell'intervallo il valore argomentale definito per l'intervallo stesso; d) contiamo il numero di individui Fi compresi nell'intervallo; si ottiene così la variabile statistica ad una dimensione. X1 X2 X3 X4 X5 X6 …………. XN F1 F2 F3 F4 F5 F6 …………. FN dove Σ Fi = N Prof. C. R. Fichera Teoria delle misure RILIEVO E RAPPRESENTAZIONE DEL TERRITORIO Trattamento statistico delle misure di una grandezza Si possono calcolare dei parametri che, pur non rappresentando compiutamente la variabile, danno delle informazioni globali sulle caratteristiche della distribuzione: questi parametri sono i momenti. m k ( X ) = Σ i X ik f i Il momento di primo ordine m1 ( X ) = Σ i X i f i prende il nome di valore medio o media ed è indicato con M. Il momento di secondo ordine. m 2 ( X ) = Σ i X i2 f i prende il nome di valore quadratico medio. Prof. C. R. Fichera Teoria delle misure RILIEVO E RAPPRESENTAZIONE DEL TERRITORIO Trattamento statistico delle misure di una grandezza Consideriamo ora la variabile statistica "scarto", questa variabile si ottiene sottraendo ad ogni argomento della variabile statistica il valore della media; si ha cioè: vi = Xi − M(X ) il momento di secondo ordine della variabile statistica "scarto", assum nome di varianza, è indicato con σ2 ed è dato da: σ2(x) = Σi vi2 fi = Σi (Xi-M)2 fi Alla radice quadrata della varianza σ2 si dà il nome di scarto quadratico medio (σ o sqm.). Le notizie globali valide sulla popolazione si hanno considerando insieme il valore della media ed il valore della varianza attribuendo a quest'ultimo la possibilità di indicare la maggiore o minore dispersione dei valori argomentali intorno alla media. Prof. C. R. Fichera Teoria delle misure RILIEVO E RAPPRESENTAZIONE DEL TERRITORIO Trattamento statistico delle misure di una grandezza Graficamente una variabile statistica può essere rappresentata tramite un ISTOGRAMMA ∑f i /N Xi Prof. C. R. Fichera Xn Teoria delle misure RILIEVO E RAPPRESENTAZIONE DEL TERRITORIO Trattamento statistico delle misure di una grandezza VARIABILE CASUALE DISCONTINUA Consideriamo una popolazione di individui e consideriamo che di essi se ne possa esaminare solo uno alla volta. Ogni individuo deve essere di volta in volta enucleato dalla popolazione in base ad un’estrazione a caso un’operazione cioè che non ha nessun criterio di scelta. Infine ogni individuo dopo essere stato esaminato deve essere reinserito nella popolazione prima di procedere ad una nuova estrazione. Esempio: In un sacchetto ci sono dei dischetti contrassegnati da un numero, si estrae un dischetto se ne esamina il numero e lo si reinserisce nel sacchetto prima di procedere ad una nuova estrazione. Prof. C. R. Fichera Teoria delle misure RILIEVO E RAPPRESENTAZIONE DEL TERRITORIO Trattamento statistico delle misure di una grandezza Questo tipo di operazione sulla popolazione fa sì che ad essa possa considerarsi associata una variabile casuale, costituita da una doppia serie di numeri : i valori argomentali e le probabilità ad essi associate. ⎧ X 1 , X 2 , X 3 ,.................. X ⎨ ⎩ p1 , p 2 , p3 ,..................... p n La probabilità che si presenti un valore è data dal rapporto tra: pi= Numero casi favorevoli Numero casi possibili Anche in questo caso si possono definire la media e lo scarto quadratico medio che in questo caso varranno: M = ∑ X i pi s.q.m = ± Prof. C. R. Fichera 2 ( ) X − M pi ∑ i Teoria delle misure RILIEVO E RAPPRESENTAZIONE DEL TERRITORIO Trattamento statistico delle misure di una grandezza VARIABILE CASUALE CONTINUA Una variabile casuale anziché essere composta da una serie di valori argomentali e dalle rispettive probabilità può essere definita con continuità in un intervallo a-b A Esempio: Una pallina che rotola su di un piano inclinato B In questo caso in tutto l’intervallo a-b esisterà una funzione f(x) in grado di definire la probabilità che un’estrazione a caso porti ad un valore compreso in un intervallo interno ad a-b Prof. C. R. Fichera Teoria delle misure RILIEVO E RAPPRESENTAZIONE DEL TERRITORIO Trattamento statistico delle misure di una grandezza VARIABILE CASUALE CONTINUA Non potrà invece essere definita la probabilità che l’evento porti ad uno specifico valore x perché nell’intervallo a-b esistono infiniti valori e quindi la probabilità (casi possibili/casi favorevoli) risulta nulla. Per una variabile continua si avrà: b pa ,b = ∫ f ( x)dx = 1 a b M = ∫ xf ( x)dx a b s.q.m = ± 2 ( x − M ) f ( x)dx ∫ a Prof. C. R. Fichera Teoria delle misure RILIEVO E RAPPRESENTAZIONE DEL TERRITORIO Trattamento statistico delle misure di una grandezza ANALISI STATISTICA DEI RISULTATI DI n MISURE RIPETUTE Supponiamo di ripetere la misura di una certa quantità di grandezza per un numero elevato di volte siano: • n il numero di misure effettuate • X1,X2…….Xn i valori numerici ottenuti • M la media aritmetica • a-b l’intervallo di dispersione delle misure Prof. C. R. Fichera Teoria delle misure RILIEVO E RAPPRESENTAZIONE DEL TERRITORIO Trattamento statistico delle misure di una grandezza Le misure effettuate possono essere considerate come una variabile statistica; di essi si può costruire l’istogramma. a b a b Prof. C. R. Fichera a b Teoria delle misure RILIEVO E RAPPRESENTAZIONE DEL TERRITORIO Trattamento statistico delle misure di una grandezza a b a b a b Quanto è maggiore l’intervallo a-b di dispersione delle misure tanto più schiacciato risulta l’istogramma, viceversa tanto si stringe l’intervallo tanto più ripido risulta l’istogramma. Dall’esame degli andamenti degli istogrammi si possono ricavare le seguenti considerazioni: I risultati delle misure possono essere considerati come estrazione a caso da una popolazione di misure possibili, rappresentabili come una variabile casuale. Prof. C. R. Fichera Teoria delle misure RILIEVO E RAPPRESENTAZIONE DEL TERRITORIO Trattamento statistico delle misure di una grandezza Più si aumenta il numero delle misure più aumentano i valori argomentali che si verificano; ciò rende lecito introdurre l’ipotesi che la variabile casuale che costituisce la popolazione sia di tipo continuo. L’andamento dell’istogramma rimane lo stesso , vi è quindi una costante di comportamento nella popolazione delle misure possibili che ci permette di affermare che tutte le popolazioni di misure possibili sono pensabili come variabili casuali, in cui la distribuzione delle probabilità è definita da un unico tipo di funzione. Prof. C. R. Fichera Teoria delle misure RILIEVO E RAPPRESENTAZIONE DEL TERRITORIO Trattamento statistico delle misure di una grandezza LA POPOLAZIONE DI MISURE POSSIBILI COME VARIABILI CASUALI NORMALI Ricerchiamo un tipo funzione f(x) che interpoli bene gli istogrammi e che possa essere considerata come la funzione della distribuzione delle probabilità della variabile casuale di media e varianza associabile ad una qualsiasi popolazione di misure possibili. La funzione che risulta più idonea è la curva di Gauss che ha la seguente espressione: f ( x) = 1 σ 2π e 1 ⎛ x− X − ⎜ 2 ⎜⎝ σ ⎞ ⎟ ⎟ ⎠ 2 Dove X e σ sono rispettivamente la media e la varianza della variabile casuale, la funzione rappresenta una curva avente la forma di una campana più o meno schiacciata tra un intervallo di più o meno infinito. Prof. C. R. Fichera Teoria delle misure RILIEVO E RAPPRESENTAZIONE DEL TERRITORIO Trattamento statistico delle misure di una grandezza −∞ +∞ X Si dimostra che: 68% -σ Prof. C. R. Fichera +σ Teoria delle misure RILIEVO E RAPPRESENTAZIONE DEL TERRITORIO Trattamento statistico delle misure di una grandezza DETERMINAZIONE DELLA MEDIA E DELLA VARIANZA IN UNA POPOLAZIONE DI MISURE POSSIBILI quando eseguiamo un’operazione di misura su una certa quantità di grandezza non ci troviamo di fronte ad un unico risultato possibile, ma davanti ad una popolazione di misure possibili; tale popolazione si distribuisce attorno ad un valore X in un intervallo di ampiezza compreso tra -3σ e +3σ Si è quindi adottato come valore significativo il valore centrale dell’intervallo di dispersione. Non essendo possibile eseguire un infinito numero di misure per poter calcolare con esattezza il valore centrale della curva si utilizza la media in quanto è dimostrato che è il valore che maggiormente si approssima al valore centrale della curva. Prof. C. R. Fichera X ∑ M= N i Teoria delle misure RILIEVO E RAPPRESENTAZIONE DEL TERRITORIO Trattamento statistico delle misure di una grandezza X ∑ M = i MEDIA N Abbiamo in questo modo calcolato un valore approssimato di X ora vogliamo vedere come si può stimare il grado di approssimazione conseguito. Diremo allora che così come la media da una stima di X, si ottiene una stima di σ in funzione delle n misure effettuate e della loro media il seguente valore che prende il nome di scarto quadratico medio. σ 2 (x ∑ = σ = − M )2 i n −1 ∑ (x i − M )2 n −1 Momento di secondo ordine : VARIANZA SCARTO QUADRATICO MEDIO Prof. C. R. Fichera Teoria delle misure RILIEVO E RAPPRESENTAZIONE DEL TERRITORIO Trattamento statistico delle misure di una grandezza DIFFERENZA TRA SCARTO QUADRATICO MEDIO E TOLLERANZA Quando si esegue un rilievo molte volte nei capitolati vengono fissati dei limiti di precisione che devono essere rispettati dalle ditte esecutrici dei lavori. La precisione con la quale deve essere eseguito il lavoro è fissata dallo scarto quadratico medio, oppure assegnando un limite massimo di errore che non deve essere superato e che viene indicato con il nome di TOLLERANZA. Quale è il rapporto tra TOLLERANZA e s.q.m.? Ricordiamo che per errore di stima si intende lo spostamento tra la misura dal valore della media, che è il valore centrale dell’intervallo di dispersione delle misure Prof. C. R. Fichera Teoria delle misure RILIEVO E RAPPRESENTAZIONE DEL TERRITORIO Trattamento statistico delle misure di una grandezza Fissando una tolleranza si fissa la massima quantità in cui la misura può discostarsi dal valore della media; in pratica si fissa l’ampiezza dell’intervallo di dispersione delle misure. Se pertanto viene richiesto di determinare la quota di un punto con la tolleranza di ± 2 cm significa che si dovrà operare con una metodologia tale per cui la popolazione di misure possibili sia tutta contenuta entro un intervallo che va da +2 cm a –2 cm nell’intorno del valore di M, che possiamo chiamare quota esatta del punto in questione. Ma per ottenere questo risultato si dovranno effettuare delle operazioni che ci portano ad avere degli errori che stiano al di sotto di un terzo di 2 cm. Generalmente nelle operazioni di misura si assegna uno scarto quadratico medio a priori. Ad esempio si dice che un teodolite ha una precisione di ± 2’’, intendendo con questo che si può sbagliare nella determinazione dell’angolo anche di 6’’. Prof. C. R. Fichera Teoria delle misure RILIEVO E RAPPRESENTAZIONE DEL TERRITORIO Trattamento statistico delle misure di una grandezza • Valore della media stimata : m= x1 + x 2 + x 3 + .... x n n Dm = (234,54 + 234,59+ 234,62+234,52+234,63)/5 = 234,58 metri Valore della varianza della media m Σ i (x i − m ) σ m= (n − 1) n 2 2 v1 =D1- Dm = - 4 cm v12 = 16 v2 =D2- Dm = 1 cm v22 =1 v3=D3- Dm = 4 cm v32 =16 v4= D4- Dm = - 6 cm v42 =36 v52 = 25 v5 =D5- Dm = 5 cm ξvi2=94 (n-1) n = 4*5 = 20 σ2m = 4,7 cm σm = 2 cm Prof. C. R. Fichera Dm= 234,58±2