Svezia partorisce dopo il trapianto dell`utero

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10 .Estero
STAMPA
.LA
DOMENICA 5 OTTOBRE 2014
Vincent
il caso
ALESSANDRA RIZZO
LONDRA
«H
o sempre provato grande dolore
al pensiero di
non poter essere madre. Ma
adesso l’impossibile è diventato realtà». A parlare è la
prima donna al mondo ad
aver partorito dopo un trapianto di utero, una procedura che da’ speranza a migliaia di donne.
Il bimbo è nato in Svezia il
mese scorso dopo 31 settimane di gravidanza, peso un
chilo e ottocento grammi, nome Vincent, perché, dicono i
genitori, la sua nascita è stata
una vittoria. «Appena mi sono sentita il peso di questo
piccolo bambino perfetto sul
petto ho pianto lacrime di
gioia e di sollievo», ha detto la
neo-mamma di 36 anni, che
ha rilasciato un’intervista all’agenzia AP ma ha chiesto di
rimanere anonima.
LA NEOMAMMA
«Soffrivo per non poter
essere madre, adesso
l’impossibile è realtà»
La notizia è stata riportata
dalla rivista medica britannica “The Lancet”. La storia ha
dell’incredibile ma è il frutto
di oltre dieci anni di ricerca
scientifica. La neo-mamma è
nata senza utero, una condizione che affligge una donna
su 4.500, ma ha ovaie funzionanti. Avendo appreso della
ricerca sul trapianto di utero
da parte di un gruppo di studiosi presso l’università di
Goteborg, guidata dal professor Mats Brannstrom, la donna si è iscritta all’esperimen-
Un bambino
e sua madre
all’interno
della clinica
di Göte­
borg, in
Svezia, dove
nell’ultimo
mese è
avvenuto il
primo parto
dopo il
trapianto
dell’utero
EPA
Svezia, partorisce
dopo il trapianto
dell’utero
Primo caso al mondo. La donatrice ha 61 anni
to. L’utero le è stato donato da
un’amica di famiglia di 61 anni
che aveva avuto due figli ma
era già entrata in menopausa.
L’organo è stato trapiantato
con un’operazione durata 10
ore. Dopo circa un anno, avendo appurato che il trapianto
era avvenuto con successo nonostante piccoli episodi di rigetto curati con farmaci, i me-
dici sono passati alla fecondazione, che è avvenuta in vitro.
Le uova erano state raccolte
dalle ovaie della donna e fecondate con lo sperma del
compagno. L’embrione è stato
inserito nell’utero trapiantato
e, tre settimane dopo, il primo
risultato: il test di gravidanza
è risultato positivo. Lo stesso
Brannstrom nutriva dubbi,
considerando che si trattava
di un donatore in menopausa,
ma ha spiegato che la caratteristica fondamentale era che
l’utero fosse sano.
Il bimbo è nato prematuro e
con un parto cesareo perché la
donna aveva sviluppato la preclampsia, una forma grave di
ipertensione, e il feto era in sofferenza. Ma non ci sono state
complicazioni in sala parto. «Il
bimbo ha pianto subito dopo la
nascita e non ha richiesto cure
particolari», ha spiegato Brannstrom. «Ora è tutto a posto e
mamma e piccolo sono a casa».
La procedura dona speranza a migliaia di donne senza
utero, una condizione che può
essere il risultato di una malattia che ne richiede la rimozione, o di una condizione genetica, come per la neo-mamma.
Per il team chirurgico di Goteborg, si tratta di una rivoluzione; secondo i critici è una procedura rischiosa che solleva
questioni etiche sia per i dottori sia per le potenziali neomamme, alle quali resta la possibilità di adottare o di una maternità surrogata.
Per la coppia in Svezia, si è
trattato di un «viaggio duro
durato molti anni, ma adesso
abbiamo un bambino bellissimo», ha detto il papà. «Non è
diverso da qualsiasi altro bimbo, ma un giorno avrà una bella
storia da raccontare».
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