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BAND: NURSERY FOUR
TITLE: Improvised Music for
Imaginary Films
LABEL: IMPROVVISATORE
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BAND: NURSERY FOUR
TITLE: Improvised Music for
Imaginary Films
LABEL: IMPROVVISATORE
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LABEL: IMPROVVISATORE
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LABEL: IMPROVVISATORE
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TITLE: Improvised Music for
Imaginary Films
LABEL: IMPROVVISATORE
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BAND: NURSERY FOUR
TITLE: Improvised Music for
Imaginary Films
LABEL: IMPROVVISATORE
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SENTIREASCOLTARE
http://www.sentireascoltare.com/CriticaMusicale/Recensioni/2006/recensioni/NurseryFour.html
La terza produzione che viene fuori dal cilindro dell’Improvvisatore Involontario è tutta siciliana. Il connubio
amichevole tra l’etichetta catanese e il Collettivo Cuper Santos, con sede a Palermo e direttamente ispirato al
musicista siculo-messicano, partorisce un trio in cui, ancora una volta, lo zampino di Francesco Cusa è
determinante.
Compagni di viaggio dell’estroso batterista sono questa volta il pianista Mauro Schiavone e l’olandese Marko
Bonarius al contrabbasso.
L’idea, come suggerisce il titolo, è quella di creare colonne sonore immaginarie, improvvisando su melodie
note o inventate. A parte, però, qualche titolo simpatico (Evita De Romperte El Peròn; Schoenberg’s Holiday)
e le foto di copertina che riproducono fantasiose locandine di film inesistenti, il disco non va oltre la classica
forma del jazz trio tradizionale. Un’esercitazione improvvisativa in cui, oltre alla possibilità di apprezzare le
capacità dei singoli strumentisti, poco viene concesso all’ascoltatore non radicalmente jazzofilo. Niente a che
vedere con i due lavori precedenti della label in questione, di sicuro più arditi e interessanti.
Chi ama Bill Evans potrà godere del sensuale tocco pianistico di Schiavone (The Log Lady’s Lover; La casa di
Rosa Maria), mentre apprezzerà di certo il variopinto batterismo di Cusa anche chi non è un tecnico. Non
manca neanche quell’importante ironia, caratteristica dei musicisti in questione, che fa da sfondo alle
svariate citazioni cinematografiche e non (That’s All Folks) e qualche accenno di funk (Spike Strikes Black) a
rendere piacevole il tutto.
Ma allora cosa c’è che non va? Semplicemente, manca quell’atteggiamento di apertura alla sperimentazione,
quella fantasia che permette di azzardare, di provare e che qui rimane prevalentemente maniera,
“invecchiando” il tutto.
Jazz. Senza infamia e senza lode.
ANIMA JAZZ
http://www.animajazz.it/modules.php?name=Reviews&rop=showcontent&id=48&PHPSESSID=3cd445d882d
770d0978d18f6c730e926
Il CD "Nursery Four" è un'esplosivo contenitore di colorate emozioni. Per me la più gradevole ed accattivante
uscita discografica di tutta la produzione "Improvvisatore Involontario". Il CD si intitola "Improvised Music
For Imaginary Films" e vede impegnati: Mauro Schiavone al piano, Marko Bonarius al contrabbasso e
Francesco Cusa alla batteria: tre ottimi musicisti sempre "in viaggio", per la loro avvincente ed imprevedibile
"Avventura Musicale". Mauro Schiavone si manifesta con l'ampiezza e l'intuizione di un grande performer,
capace di briosi "voli liberi" ma mai di esibizioni virtuosistiche fini a se stesse. Ogni passaggio, ogni nota è
sorretta da un impianto compositivo maturo e consapevole, avvolto da notevole sensibilità. Ma Bonarius e
Cusa non sono certo "complici da poco", capaci di condividere ogni più piccola e pulsante intuizione.
E' un progetto decisamente contemporaneo, ma senza ricalcare i ripetuti e per me ormai obsoleti canoni del
"Free" degli anni '60/'70. E' presente un grande, quanto piacevole ed interessante riferimento alla grande
cultura classica, ma è anche viva la freschezza improvvisativa, sempre imbevuta di grande, godibilissima
eleganza e vivacità espressiva. L'imprevedibilità che si "sposa" con la solida coscienza della Storia della
Musica, in un'atmosfera di positività inebriante. Forse la migliore espressione pianistica che ho ascoltato in
questi ultimi mesi, supportata da una intuitiva e professionale sezione ritmica che sostiene la briosa e solida
struttura compositiva. Un gran disco, che se i critici "che contano" sapranno giustamente valutare, potrebbe
offrire un gran bel posto di prestigio tra i primissimi posti del "TOP JAZZ".
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BAND: NURSERY FOUR
TITLE: Improvised Music for
Imaginary Films
LABEL: IMPROVVISATORE
INVOLONTARIO - PAG. 9
SANDS-ZINE
http://www.sands-zine.com/recensioni.php?IDrec=697
Francesco Cusa (batterista, compositore, collaboratore di Butch Morris, Paolino Dalla Porta, Elliot Sharp,
Saadet Türköz, Flying Luttembachers, il collettivo di scrittori Wu Ming...) Marko Bonarius (contrabbasso, nato
e 'forgiato' artisticamente in Olanda, lavora e crea con Ernie Watts, Fabrizio Puglisi, Ab Baars...) e Mauro
Schiavone (classe '75, pianista, giovane talent scout esibitosi in compagnia di Diane Shuure, Michael Mantler,
Bob Mintzer e Jack Walrath) formano i Nursery Four, estatico e coinvolgente combo new- jazz, nato dal
circuito artistico di Improvvisatore Involontario: progetto – multi artistico/multi espressivo - di cui narrammo
entusiasti le prime azioni, non molti mesi fa, con le recensioni del trio Switters e dell’altro combo pilotato da
Cusa, sotto il nome di Skrunch.
Imprinting immaginario dove il pensiero creativo incontra a piene mani l’universale mondo della pellicola,
studiando una messa in vita di ‘piccole’ colonne sonore immaginarie per film altrettanto ‘irreali’. Composizioni
che nel segreto dei titoli ripercorrono e omaggiano una gradevole/singolare fetta di storia (reale) della
celluloide:
La Casa di Rosa Maria (ricordate “Rosemary’s Baby” di Polański?) ed Evita de Romperte el Perón, Le Rohmer
du Chabrol e Spike Strikes Black…
Anche osservando la grafica dell’interno copertina, e di ¾ del supporto, la mente richiama altri elementi
cinematografici, come i canovacci grafici, scuola Warner Bros che risaltano dappertutto: emergendo come
sfondo a deliziose e surreali locandine art-decò, recanti i nomi delle composizioni, o meglio delle ‘pellicole
immaginarie’. La gigantesca produzione di Hollywood lascerà il segno, poi, nella personale visione-cover di
That’s All Folks!, posta come apri-pista al disco.
Giocosa e impensierita, legata a piccoli spunti della tradizione (mitteleuropea, yiddish, armonie
orientaleggianti…) la musica del trio si spinge, dall’inizio, in simili scenari: respiri iniziali che sono interrotti
per pochi frangenti da ansie paranoiche, sbucate fuori dai tocchi secchi e minimali inferti al pianoforte (l’intro
di La Casa di Rosa Maria); per poi ridiventare in un baleno melodie care ad un tempo lontano e scordato, il
cui confine con il mondo dei sogni è fragile quanto inutile.
Scampoli di swing e jazz marcato lievitano di spessore nelle interiore di The Log Lady’s Lover e Spike Strikes
Black, con una fragranza di sapore classico nella prima e uno spiccato slancio dentro mood funk-y-eggianti,
nella seconda.
Tutte le composizioni recano la firma collettiva dei Nursery Four, fatta eccezione per “The Little Soldiers Pass
By” (I Soldatini Passano) composta per pianisti principianti, tratta dalla “Scatola Armoniosa” del compositore
Palermitano Antonio Trombone.
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BAND: NURSERY FOUR
TITLE: Improvised Music for
Imaginary Films
LABEL: IMPROVVISATORE
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ALL ABOUT JAZZ
http://italia.allaboutjazz.com/php/article.php?id=777
È un continuo detournement, un gioco a più livelli di ironia e di riferimenti quello messo in campo dai
Nursery Four: ovviamente non sono quattro, ma un trio che unisce negli intenti e nelle “malefatte” il pianista
palermitano Mauro Schiavone, il contrabbassista olandese [ma attivo in Sicilia] Marko Bonarius e l'enfant
terrible della batteria Francesco Cusa.
Incrociando le esperienze delle diverse realtà collettive siciliane di cui i musicisti fanno parte, come
Improvvisatore Involontario o il Collettivo Cuper Santos, i tre hanno raccolto in questo nuovo lavoro una
serie di improvvisazioni ispirate a film immaginari, un progetto che - come si intuisce già dalle “linee
programmatiche” - trova la propria forza nella grande fantasia degli strumentisti.
Titoli come “Evita de Romperte el Perón”, “Le Rohmer du Chabrol” o “Schönberg's Holiday” portano
chiaramente a un rovesciamento della stessa prospettiva progettuale, ridefinendo gli stessi rapporti tra i
materiali sonori con quell'ironia concettuale e esecutiva che ben conosciamo a un certo jazz olandese, ma
che non manca mai anche nei progetti del batterista catanese.
C'è, immediato e forte, il richiamo all'infanzia: non solo nel nome scelto dal gruppo o dal ricordo dei tediosi
esercizi pianistici in età evolutiva che ispirano “I soldatini passano”, ma anche nel guardare al mondo dei
suoni con un incanto beffardo e spietato, in cui beffa e spietatezza nulla tolgono all'incanto [i nostri ben
devono sapere che l'innocenza del fanciullo è un mito per vecchie zie!].
La musica del disco diventa così un percorso ricco di insegne colorate, di negozi di dolciumi, di poetiche
digressioni, di inquietanti disarmonie, con i tre strumentisti che lasciano briglia sciolta a una immediatezza
sonora che non trova pace in alcuna forma definita, ma che vuole curiosare dentro gli scarti ritmici come si
farebbe sotto sottane sconosciute.
Una forza particolare del disco sta comunque nel non disunirsi dal punto di vista espressivo, nel non lasciare
che il fattore gioco schiacci altre energie: da qui partono ad esempio il funk sornione di “Spike Strikes Back”,
la drammatica costruzione di “La casa di Rosa Maria”, la danza profumata della già citata “Evita de Romperte
el Perón”, in un avvolgente disegno in cui è difficile non rimanere colpiti da linee e colori.
Capita così che questi film li si immagini insieme a loro, o forse li abbiamo visti, o forse li avremmo sempre
voluti vedere, ci hanno fatto tanto ridere, piangere forse... sognare?
ARLEQUINS
http://www.arlequins.it/pagine/articoli/alfa/corpo.asp?ch=3444
Questo progetto nasce dall'incontro di tre noti ed iperattivi musicisti dell'ambiente jazz siciliano come il
pianista Mauro Schiavone, il batterista Francesco Cusa ed il contrabbassista Marko Bonarius (olandese di
nascita, stabilitosi in Sicilia nel 2002), musicisti che annoverano una serie mostruosa di collaborazioni e
progetti paralleli di ogni tipo... "Improvised Music for Imaginary Films" prende spunto dall'idea di creare una
serie di colonne sonore per film immaginati e girati esclusivamente nella testa dei Nursery Four: le otto
composizioni di questo cd non ci fanno comunque pensare a dei film ordinari, l'improvvisazione libera dei
Nursery Four spazia con fare nevrotico ed ironico fra jazz, musica contemporanea, funk, manierismi assortiti
e sfide sonore provocatorie ed audaci in un caotico e divertente viaggio sonoro che parte dai giorni nostri
sino ad arrivare ad un passato fatto di polverose immagini in bianco e nero. Fra i momenti salienti di questo
cd è da segnalare la rilettura in dodici minuti del famigerato "I Soldatini Passano", composizione riservata
solitamente ai pianisti principianti realizzata dal compositore Antonio Trombone, "The Log Lady's Lover" in
cui Shiavone ci offre un malinconico e bellissimo esempio della sua sensibilità pianistica, come accade anche
nel vibrante tango di "Evita de romperte el Peròn"; "Spike Strikes Black" si apre con un tono funky
ammiccante per deragliare presto in un travolgente assalto pianistico free-form dall'epilogo quantomeno
brillante, infine la significativa e sarcastica chiusura in quattordici minuti di "Schonberg's Holiday".
"Improvised Music for Imaginary Films" non è precisamente quello che si può definire un disco d'immediato
ascolto, l'approccio divertito ed ironico dei tre Nursery Four è comunque assai delizioso, tanto da invogliare
ulteriormente l'ascolto di questo bel disco.
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BAND: NURSERY FOUR
TITLE: Improvised Music for
Imaginary Films
LABEL: IMPROVVISATORE
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KATHODIK
http://www.kathodik.it/modules.php?name=Reviews&rop=showcontent&id=2424
Francesco Cusa (batterista e compositore, con collaborazioni nel fantastico mondo del jazz - e non - in
compagnia di Butch Morris, Paolino Dalla Porta, Elliot Sharp, Saadet Türköz, Flying Luttembachers, il
collettivo di scrittori Wu Ming...) Marko Bonarius (contrabbasso, nato e 'forgiato' artisticamente in Olanda,
stabilito da qualche tempo in Sicilia, lavora e crea con Ernie Watts, Fabrizio Puglisi, Ab Baars...) e Mauro
Schiavone (classe '75, pianista, da giovane talent scout si esibisce in compagnia di Diane Shuure, Michael
Mantler, Bob Mintzer e Jack Walrath) formano i Nursery Four, estatico e coinvolgente combo new- jazz, nato
dal circuito artistico di Improvvisatore Involontario: progetto di cui narrammo entusiasti le prime gesta, non
molti mesi fa, con le recensioni del trio Switters e dell’altro combo pilotato da Cusa, sotto il nome di Skrunch.
Imprinting immaginario dove il pensiero creativo incontra a piene mani l’universale mondo della pellicola,
studiando una messa in vita di ‘piccole’ colonne sonore immaginarie per films altrettanto ‘irreali’.
Composizioni che nell’intimo dei propri titoli ripercorrono e omaggiano una fetta interessante di storia (reale)
della celluloide:
La Casa di Rosa Maria (ricordate “Rosemary’s Baby” di Polański?) ed Evita de Romperte el Perón, Le Rohmer
du Chabrol e Spike Strikes Black…
Ma anche osservando la grafica dell’interno copertina, e di buona parte del supporto, che la mente richiama
altri elementi cinematografici, come i canovacci grafici, scuola Warner Bros che risaltano un pò ovunque:
apparendo da cornice a deliziose e surreali locandine art-decò, recanti i nomi delle composizioni, o meglio
delle ‘pellicole immaginarie’. La gigantesca produzione di Hollywood lascerà il segno, poi, nella personale
visione-cover di That’s All Folks!, posta come ‘apri-pista’ al disco.
Giocosa, pensierosa e legata a piccoli spunti della tradizione (mitteleuropea, yiddish, armonie
orientaleggianti…) il trio spinge la sua musica, dall’inizio, su queste coordinate: respiri iniziali che vengono
interrotti per pochi frangenti da ansie paranoiche, da tocchi secchi e minimali del piano (l’intro di La Casa di
Rosa Maria) per poi ritornare in un baleno melodie care ad un tempo lontano e scordato, il cui confine con il
mondo dei sogni è fragile quanto inutile.
Lo swing e l’anima cool del gruppo prendono piede con più consistenza nel cuore di The Log Lady’s Lover,
con mood classico ed in Spike Strikes Black, con spiccato animo funky. Tutte le composizioni recano la firma
collettiva dei Nursery Four, fatta eccezione per “The Little Soldiers Pass By” (I Soldatini Passano)
composizione per pianisti principianti, tratta dalla “Scatola Armoniosa” del compositore Palermitano Antonio
Trombone.
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BAND: NURSERY FOUR
TITLE: Improvised Music for
Imaginary Films
LABEL: IMPROVVISATORE
INVOLONTARIO - PAG. 12
JAZZITALIA
http://www.jazzitalia.net/recensioni/improvisedmusicforimaginaryfilms.asp
Vi siete mai chiesti come si faccia a decidere cosa suonare quando si arriva in sala di incisione, ciascun
musicista ha preso il proprio posto, davanti al proprio strumento, indossando la propria cuffia?
"Cartoni animati!" è la frase che il pianista palermitano Mauro Schiavone ha pronunciato in questa
circostanza. E ne è scaturito un cd incredibilmente fresco, divertente e, soprattutto, intriso di jazz e pura
improvvisazione, suonato quasi tutto d'un fiato. I tre protagonisti – con Schiavone sono Francesco Cusa alla
batteria, percussioni e rumoristiche varie e Marko Bonarius, contrabbassista cui si ascrive la titolarità del
progetto – costituiscono un trio stabile, Nursery Four (anche se sono in tre: che c'entrino i "Doctor 3"?) che
in concerto si esibisce senza scaletta, decidendo di volta in volta, a seconda degli input-output-feedback di
ciascuno, come procedere e cosa suonare. L'unica idea di base, come recita il titolo dell'album, Improvised
music for imaginary films, quella di creare musiche come colonne sonore di inventate pellicole
cinematografiche. È infatti così che il trio ha voluto mantenere la stessa "formula" pure per registrare il
primo cd a proprio nome.
Da quello spunto parte il primo brano, That's all folks!, che nelle onde create dalle mani di Schiavone fa
prendere vita ai personaggi di Hanna e Barbera, targati Warner Bros. L'atmosfera cambia radicalmente con
La casa di Rosa Maria, il riscontro potrebbe essere il noto "Rosemary's baby - Nastro rosso a New York" di
Roman Polanski, si fa convulsa, spezzata, ossessiva, da horror appunto. Decisamente da nouvelle vague
l'ambientazione per Le Rohmer du Chabrol, dove il film immaginario riguarda – invenzione nell'invenzione,
quindi meta-invenzione – due registi cinematografici, evocati dal ritmo in tre e dal languido contrabbasso di
Bonarius, suonato con l'archetto (scuola classica olandese!): il risultato è sorprendente, e non si direbbe
manchi una partitura scritta.
Altro contesto inquietante è quello de The Log Lady's Lover, che potrebbe riferirsi alla giovane donna che
passeggia per il celebre serial "Twin Peaks", portando in giro con sé un tronco con cui spesso finisce per
parlare. Quindi un tema che chiunque abbia mai preso lezioni di pianoforte conosce, il più semplice dalla
"Scatola Armoniosa" del maestro palermitano Antonio Trombone, I soldatini passano, ovviamente in chiave
jazz: con la loro interpretazione – rulli di marcia, esplosioni e incalzanti avanzate nei rumori di Cusa, cascate
di note ed accordi dal piano, pedali e contrappunti nel contrabbasso – i tre jazzisti tratteggiano la crudezza,
l'angoscia e le esplosioni della guerra, tutti all'erta nel seguire gli umori che segnano i vari paesaggi sonori.
Per Spike strikes black la citazione è senza dubbio per Spike Lee ed il suo genere "black power", richiamato
nel titolo dal gioco di parole fra "back" e "black": viene ricreato il suono funky anni '70 spavaldo, crudo e
talvolta cruento delle streets dei film di Lee, portato sul disegno del basso sopra cui Schiavone pesta,
assecondato dalle invenzioni ritmiche di Cusa.
Alla vulcanica mente di quest'ultimo si deve il titolo Evita de romperte el Perón, con chiaro richiamo all'eroina
argentina Evita Perón, come testimoniano le cadenze tanguere, che a ballarle sulle inerpicate variazioni del
piano e le trovate percussive del catanese, si rischierebbe davvero la rottura di rotule e peroni! Infine
Schönberg's holiday, perché forse molte cose in musica non sarebbero le stesse senza il serioso compositore
austriaco... e magari anche il presente trio non sarebbe stato così "irrispettosamente" fuori dalle righe e
fantasioso.
Emerge da questo cd d'esordio – che ci auguriamo abbia un seguito – non soltanto l'elevato livello tecnico
dei musicisti, ma pure la loro profonda intesa: sembra vederli darsi un'occhiata, farsi un cenno, battere una
figurazione, suonare una nota o un accordo per trovarsi immediatamente in sintonia sul cosa fare.
Altrettanto singolare è che le varie composizioni siano state battezzate dopo l'ascolto delle takes, sulle
sensazioni che ciascuna suscitava. Da notare, infine, anche le foto del booklet, recuperate dall'archivio di
casa Cusa: si può riscontrare una forte attinenza con i diversi titoli – come in copertina, che nel contrasto fra
il bambino ed il bambolotto sopra l'armadio individua il secondo brano –, senza che tuttavia nessuna sia
stata appositamente scattata per l'occasione, così come i disegni, opere dell'artista Suisse Marocain, al
secolo David Hardy.
Nursery Four contro o in omaggio a Doctor 3, colonne sonore che vengono prima dei film a cui si
riferirebbero se…esistessero, e, a rappresentare i vari temi, immagini che già c'erano prima ancora del disco
stesso. Delirante? La musica lo è altrettanto, ma è anche tutta da ascoltare.
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BAND: NURSERY FOUR
TITLE: Improvised Music for
Imaginary Films
LABEL: IMPROVVISATORE
INVOLONTARIO - PAG. 13
ROCKSHOCK
http://www.rockshock.it/news.asp?id=2423
In Improvised Music For Imaginary Films troviamo prevedibilmente musiche improvvisate per film
immaginari, ma ciò che esegue e compone il talentuoso trio siculo dei Nursery Four non è per niente
prevedibile e scontato
Quella di improvvisare musica per film immaginari è un’idea affatto nuova. L’hanno fatto, ad esempio, gli
storici e imprescindibili Naked City di John Zorn e continuano a farlo i Fantomas di Mike Patton (seppur con
risultati alterni). Cosa ci offrono di diverso gli italiani Nursery Four rispetto a quello che già è venuto?
Fondamentalmente differiscono dalle esperienze di cui sopra per il fatto di essere un trio jazz di
contrabbasso, piano e batteria, il risultato quindi ha un particolare retrogusto vintage ed è scevro dalla
violenza che può scaturire dagli strumenti elettrici.
Nell’iniziale That’s All Folks la musica risulta essere schizofrenica e piena di cambi d’umore, e come suggerito
dal titolo, perfetta per musicare un cartone animato della Warner (quelli di Roger Rabbit). Quindi i titoli dei
pezzi (così come quello dell’album) sono molto esplicativi, quasi che i Nursery Four siano partiti da essi per
improvvisarne una colonna sonora.
Nel titolo di The Log’s Lady Lover si cita un personaggio di Twin Peaks, ecco quindi un bel jazz rarefatto e
noir come piace a Lynch. Chissà cosa succede nella Casa di Rosa Maria il cui inizio misterioso fa da preludio
ad una movimentata musica d’inseguimento che può far pensare a qualche poliziottesco italiano. Mentre
Evita di Romperte El Peron rivisita temi latino-americani per un Evita girato in chiave demenziale.
I tre non mancano di sottolineare le loro origini sicule in I Soldatini Passano, improvvisando attorno ad un
esercizio per principianti composto dal palermitano Antonio Trombone, con risultati esilaranti. Improvised
Music For Imaginary Films alla fine, grazie al suo immaginario e alla sua giocosità, può essere apprezzato
non solo dagli appassionati del jazz più moderno e contemporaneo. 7/10
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BAND: NURSERY FOUR
TITLE: Improvised Music for
Imaginary Films
LABEL: IMPROVVISATORE
INVOLONTARIO - PAG. 14
ALTERNATIZINE
http://www.alternatizine.com/MUSIC%20IN%20ITALY/recensioni[8]/REC.nursery.htm
Terza uscita per la label catanese Improvvisatore Involontario, dopo Switters e Skrunch.
A fare da trait d’union dei tre progetti (e a dirigere la suddetta etichetta) è il batterista e compositore
Francesco Cusa: con lui a comporre il trio intestatario di questo disco troviamo il contrabbassista Marko
Bonarius (un’anima divisa tra la natia Olanda e la Sicilia) ed il talentuoso e giovane (classe ’75) pianista
Mauro Schiavone (tutti e tre i musicisti vantano una lista di collaborazioni da togliere il fiato).
Come recita il titolo dell’album si tratta di 65 minuti di musica – registrata nel 2004 - improvvisata per film
immaginari, secondo un’impostazione cara a diversi musicisti dell’area del jazz d’avanguardia, ma i risultati
sono tutt’altro che scontati.
Capita così che nella musica dei “quattro dell’infermeria” si passi dalle scorribande pianistiche in stile Carl
Stalling (l’indimenticato compositore delle partiture dei più celebri cartoons della Warner Brothers, già eroe
totale di personaggi come John Zorn) di “That’s all folks!” (sei minuti orchestrati come un episodio di Tom &
Jerry, con tanto di citazioni grottesche e deformate di temi e melodie celebri) all’atmosfera cupa di “La casa
di Rosa Maria” (nella quale emerge un pianismo lirico e stillicida, che alterna momenti di stasi ieratica a
frenetici movimenti ritmici, per poi sfociare in una coda più “correttamente” jazzistica, quasi à la Thelonious
Monk).
Ma c’è di più: l’armonia del piano su tempo walzer di “Le Rohmer du Chabrol” (contrabbasso con l’archetto e
crescendo drammatico per il brano più corto del disco), l’atmosfera da film noir di “The log lady’s lover” (col
suo walking bass, batteria con le spazzole e melodia passionale) o la marcetta militare ritmicamente isterica
di “I soldatini passano” (unica composizione non originale, ispirata alla children piece omonima del
compositore palermitano Antonio Trombone) tutta suoni “giocattolo e barattolo”, resa progressivamente
dissonante dal trio.
E ancora il groove di basso e batteria di “Spike strikes back”, col suo pianismo scuro ma ritmico à la
Hancock, l’inseguimento senza sosta dello sketch sud-americano “Evita de romperte el Peron” (titolo al limite
del genio) o la conclusiva suite che chiude l’album “Schoenberg’s holiday”col suo piano drammatico e teso.
Disco particolare, elegante ma giocoso, reso ancor più bello dai disegni dell’artista francese Suisse Marocain
e dalla grafica di Raffaella Piccolo (che già impreziosiva le prime due uscite dell’etichetta).
Terzo strike consecutivo per Improvvisatore Involontario.
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