UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI PALERMO FACOLTA’ DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE PRIMARIA “D ID A T T IC A D E L L A M A T E M A T IC A ” A.A. 2009/2010 DOCENTE PROF. FILIPPPO SPAGNOLO STUDENTESSA CATTANO MARIA APPROCCI AL NUMERO NATURALE ANALISI COMPARATIVA DEI TESTI DI SCUOLA PRIMARIA SITUAZIONE – PROBLEMA PERCORSO SPERIMENTALE IL CONCETTO DI NUMERO NEL BAMBINO IL NUMERO è un concetto complesso che comprende molti aspetti: Conta della numerosità Misura Ordinamento Contrassegno MA ANCHE RIFERIMENTI A SISTEMI SIMBOLICI Il nome del numero Il simbolo che lo rappresenta TUTTI QUESTI ASPETTI CHE SONO SEPARABILI NELLA PERCEZIONE E NELL’USO CONCORRONO A DEFINIRNE IL CONCETTO STESSO. Il PROCESSO COGNITIVO CHE PORTA ALL’ACQUISIZIONE DEL SIGNIFICATO DI NUMERO È GRADUALE E COMPLESSO NON PUÒ ESSERE LINEARE MA COMPOSITO E MULTIFATTORIALE. L’IDEA DEL NUMERO NATURALE SI DEVE AVVALERE DI DIVERSI PUNTI DI VISTA APPROCCIO CARDINALE APPROCCIO ORDINALE APPROCCIO GEOMETRICO APPROCCIO RICORSIVO Si basa sul concetto di insieme: • Insiemi finiti, che contengono un numero finito di elementi • Insiemi equipotenti, che hanno lo stesso numero di elementi Permette di determinare il numero degli oggetti contenuti in un insieme non attraverso un conteggio, ma mediante un confronto con altri insiemi. Il confronto avviene mediante l’uso della corrispondenza biunivoca, per cui è possibile associare ad ogni elemento di A uno e un solo elemento di B e viceversa. A B 4 A è equipotente a B Ciò che emerge in questo procedimento è la considerazione del “tanti quanti” che permette all’allievo di contrassegnare con lo stesso segno gli insiemi che hanno lo stesso numero di elementi e quindi di apprendere correttamente la funzione di simbolo delle cifre. L’ADDIZIONE: tra due numeri naturali cardinali m= card A e n= card B, con A e B insiemi disgiunti (non aventi elementi in comune) viene definita come numero cardinale m+n=card ( A U B). Card A Card B U L’ADDIZIONE: con A e B insiemi non disgiunti ( aventi elementi in comune) viene definita come numero cardinale dato dagli elementi non comuni e gli elementi comuni presi una sola volta Card A Card B Card A U Card B Il numero è dato dagli oggetti contenuti in un insieme ottenuti non attraverso un confronto, ma attivando un processo di conta, per cui esso sarà l’ultimo numero pronunciato corrispondente al numero cardinale dell’insieme. Nell’Approccio ordinale si devono prendere in considerazione : La CORRISPONDENZA BIUNIVOCA La RELAZIONE D’ORDINE Il numero ordinale ha una corrispondenza biunivoca ordinata. Il concetto ordinale di numero si sviluppa attraverso l’uso della relazione d’ordine che consente di confrontare due numeri e poter inserire tra loro i simboli =, <,> Mentre nell’aspetto cardinale il numero è visto sotto forma di quantità, nell’aspetto ordinale è visto sotto forma di sequenza ordinata (primo, secondo, terzo ..) 0 < 1 < 2 < 3< 4 L’ADDIZIONE è un contare da sinistra a destra sulla linea dei numeri. Es. 3+ 1 = 4 0 1 2 3 4 5 6 7 Si basa sul patrimonio esperienziale del concetto di pre-misura che l’allievo ha accumulato in età prescolare e si accompagna alla individuazione del numero con la sua dimensione. Qui il numero indica sempre il risultato di una misurazione e deve dunque essere compreso attraverso la scoperta dell’unità di misura e del suo rapporto con la quantità da misurare . L’unità di misura deve essere della stessa natura della grandezza da misurare. Per il raggiungimento della comprensione e dell’uso consapevole del “numero dimensionato” si propongono le seguenti attività: • RICONOSCERE E COSTRUIRE RELAZIONI D’ORDINE tra oggetti in base ad una grandezza . • OPERARE CONFRONTI FRA GRANDEZZE • I REGOLI IN COLORE: COLORE permettono di abbinare alla misura di lunghezza che varia con il colore un ben determinato numero , ciò facilita la comprensione che l’unità sta un certo numero di volte in un altro numero. Le operazioni con numeri naturali dimensionati devono riferirsi a grandezze omogenee e devono tenere conto delle relazioni di equivalenza. Sia m un numero naturale dimensionato m= misura della grandezza g ed n un numero naturale dimensionato n= misura della grandezza g’. L’ADDIZIONE sarà m+n = mis (g+g’) L'approccio ricorsivo ha alla base l'idea matematica di successione, risponde al bisogno di “AGGIUNGI 1”. Questo approccio è anche detto di Peano perchè nel 1889 egli espose l’Aritmetica in forma di sistema ipotetico-deduttivo, assumendo i concetti primitivi di zero, numero naturale, successivo di un numero naturale e nove assiomi precisando, così, come funziona il sistema di numeri naturali generato da una funzione che associa ad un elemento il suo successivo. GLI ASSIOMI DI PEANO 1. 2. 3. 4. 5. Lo zero è un numero naturale. Il successivo di zero è un numero naturale. Due numeri naturali che hanno lo stesso successivo sono uguali. Lo zero non è successivo di alcun numero. Sia S una classe: se zero è un elemento di S e se ogni qualvolta un numero naturale x sta in S anche il successivo di x sta in S, allora tutta la classe dei numeri naturali è contenuta in S (principio d’induzione matematica). Nell’approccio ricorsivo , data la coppia di numeri naturali a, b l’ ADDIZIONE è l’operazione in cui valgono le due proprietà 2)a+ 0 = a 3)a + b*= ( a + b )* questa definizione permette di mettere in evidenza il carattere ricorsivo . Es. 0 + 1 = 0 + 0* = ( 0 + 0) *= 0* = 1 *successivo ANALISI COMPARATIVA DI TESTI DELLA SCUOLA PRIMARIA Il CONFRONTO DI DUE TESTI DI SCUOLA PRIMARIA È STATA EFFETTUATA SUGLI APPROCCI ALL’OPERAZIONE DI ADDIZIONE. IL TEMPO DELLE CILIEGIE 1 Sussidiario per la classe 1^ primaria AUTORE Germana Girotti Editore Minerva Italica 2006, Milano APPROCCIO CARDINALE APPROCCIO GEOMETRICO APPROCCIO ORDINALE APPROCCIO RICORSIVO MINI MAPPE 2 Schede di matematica per la 2^ classe primaria AUTORE Germana Girotti Editore Signorelli Scuola 2008, Milano APPROCCIO CARDINALE finalizzato alla proprietà associativa dell’addizione APPROCCIO RICORSIVO TABELLA DI SINTESI DEL CONFRONTO TESTI ADDIZIONE IL TEMPO DELLE CILIEGIE 1 APPROCCIO CARDINALE APPROCCIO ORDINALE APPROCCIO RICORSIVO APPROCCIO GEOMETRICO X X X X X X X MINI MAPPE 2 SITUAZIONE - PROBLEMA La didattica tradizionale dell’aritmetica tende a favorire nell’alunno un abito mentale teso alla ricerca immediata della risposta (il risultato). Lo sviluppo del pensiero aritmetico, caratterizzato da operazioni su numeri noti, può provocare nell’alunno il formarsi di stereotipi che lo ingabbia nella ricerca ossessiva del risultato numerico impedendo con ciò l’esplorazione di percorsi mentali diversi per la formazione di un pensiero pre-algebrico che permette di rappresentare e descrivere la realtà attraverso il linguaggio matematico. La situazione problema seguente vuole essere un esempio di formulazione che mette l’alunno nella condizione di distinguere il prodotto dal processo, cioè il risultato dalle scritture che costituiscono una manifestazione articolata del pensiero. Situazione – problema proposta in classe 2^ D della scuola primaria “ Paolo Borsellino” di Palermo La mamma ha comprato due cestini di fragole il primo cestino contiene 32 fragole, il secondo cestino contiene tante fragole quante il primo e 5 in più. Come fai a trovare quante fragole ci sono in tutto? Qual è il numero totale di fragole? Processo Risultato OBIETTIVO DISTINGUERE E RAPPRESENTARE CORRETTAMENTE IL PROCESSO RISOLUTIVO DI UNA SITUAZIONE- PROBLEMA (IL SÉ CHE PENSA) RISPETTO IL RISULTATO DELLA STESSA. ANALISI A-PRIORI È garanzia di scientificità, cioè della riproducibilità dei risultati, vienecondotta sia da un punto di vista epistemologico e storicoepistemologico (analisi semiotica), sia da un punto di vista dei comportamenti attesi (strategie risolutive corrette o errate messe in atto per la risoluzione di un problema ). L’esame delle strategie attese insieme all’analisi dei protocolli, consentono di verificare i processi cognitivi e metacognitivi messi in atto dagli allievi, oltre a costituire un utile strumento euristico; infatti, attraverso il successivo confronto con le effettive scelte fatte dagli alunni, l’insegnante riceve un feedback per rielaborare e modificare il tipo di intervento educativo –didattico . ANALISI A-PRIORI SITUAZIONE/ PROBLEMA Legenda comportamenti previsti comportamenti non previsti S1 Rappresenta correttamente la situazione problema con i diagramma di flusso e poi la risolve in colonna. S2 Rappresenta con il diagramma di flusso in modo errato sommando direttamente 32+ 5, numero delle fragole del 1° cestino con la quantità in più del secondo cestino e poi calcola in colonna. S3 Rappresenta correttamente il problema con un disegno poi la risolve in colonna. S4 Rappresenta in modo sbagliato il problema con un disegno sommando 32 a 5, quantità in più del secondo cestino . S5 Scrive correttamente in riga la somma delle fragole del 1° e del 2° cestino e quindi risolve in colonna. S6 Scrive in riga in modo errato sommando direttamente 32+ 5, numero delle fragole del 1° cestino con la quantità in più del secondo cestino e poi calcola in colonna. S7 Non rappresenta e non risolve operativamente. S8 Risolve direttamente in colonna in modo corretto senza rappresentare in linguaggio matematico. S9 Risolve direttamente in colonna in modo non corretto senza rappresentare in linguaggio matematico TABULAZIONE DATI ALUNNI / STRATEGIE S1 S2 S3 S4 S5 S6 S7 S8 S9 ALBERTO X ALESSIO X ANDREA X ANGELO X ASIA X AURORA X CHIARA X FEDELE X FLAVIO X FRANCESCO X GABRIELE X ILENIA X ISABELLA X JASMINE X MARCO X MARTINA X MATTIA X MICHELA X SARAH X UMBERTO X VALERIA X • • STRATEGIE PREVISTE STRATEGIE NON PREVISTE STRATEGIE RISOLUTIVE DELLA SITUAZIONE PROBLEMA N U M E R O B A M B I N I Nessun bambino risolve direttamente con l’algoritmo operativo senza prima rappresentare, dimostrando, quindi, di avere distinto processo e risultato. L’ obiettivo dell’attività è pienamente raggiunto Diagramma di flusso corretto Diagramma di flusso errato Disegno corretto Disegno errato Rappresentazione in riga corretta Rappresentazione in riga errata Nessuna rappresentazione e risoluzione Risoluzione diretta corretta Risoluzione diretta errata ANALISI QUALI/QUANTITATIVA DELLE STRATEGIE RISOLUTIVE Dal grafico emerge che nessun bambino ha risposto risolvendo direttamente senza rappresentare, mostrando quindi di distinguere le modalità risolutive (processo), dal risultato. La modalità di rappresentazione più utilizzata (42%) è il diagramma di flusso, probabilmente perché è quella più conosciuta,;seguita dalla rappresentazione mediante disegno 29%. È da sottolineare il fatto che di questi ultimi il 24% riescono a risolvere correttamente il problema mentre solo il 9% di chi ha rappresentato con diagramma di flusso risolve correttamente il problema. Infine chi utilizza la rappresentazione in riga presenta la stessa % di risolvere correttamente o in modo errato. Essenziale al fine di rappresentare e risolvere correttamente la situazione/problema è la considerazione del concetto di TANTI/QUANTI dei due insiemi iniziali, secondo l’approccio cardinale al numero. Il grafico evidenzia che solo il 42% dei bambini cioè 9 alunni su 22 giungono alla corretta soluzione, l’insegnante mi spiega che la difficoltà è annidata nel fatto di non aver esplicitato nel testo la doppia domanda: Quante fragole ci sono nel secondo cestino? Quante fragole ci sono in tutto? Oppure Calcola le fragole del secondo cestino. Quante fragole ci sono in tutto? Problema aperto : L’esplicitazione di queste domande avrebbe aiutato i bambini nella soluzione? In conclusione dall’analisi dei dati si desume che quando si esplicita nella formulazione del problema la richiesta di rappresentare la modalità di risoluzione, il 100% dei bambini risponde positivamente e che, almeno , nella scuola primaria del primo ciclo d’istruzione, la rappresentazione iconica sembra essere la strategia risolutiva vincente. PROTOCOLLI SITUAZIONE PROBLEMA RAPPRESENTAZIONE ICONICA soluzioni corrette RAPPRESENTAZIONE ICONICA Soluzione corretta Soluzione errata RAPPRESENTAZIONE CON DIAGRAMMA DI FLUSSO Soluzione corretta Soluzione errata RAPPRESENTAZIONE IN RIGA Soluzione corretta Soluzione errata PERCORSO SPERIMENTALE PREMESSA CONTENUTO ANALISI STORICO-EPISTEMOLOGICA IPOTESI SPERIMENTALE ANALISI A-PRIORI DEI COMPORTAMENTI ATTESI SOMMINISTRAZIONE DI UN TEST SPERIMENTAZIONE SITUAZIONE A-DIDATTICA RIDISTRIBUZIONE DEL TEST ANALISI QUALI-QUANTITATIVA DEI DATI PREMESSA IL PENSIERO ALGEBRICO E IL SUO LINGUAGGIO Il presente lavoro vuole essere una piccola indagine sullo sviluppo del pensiero pre-algebrico negli alunni di scuola primaria. Studi valutativi indicano che spesso gli studenti della scuola secondaria sembrano avere una certa conoscenza dei concetti e delle abilità basilari in algebra però, spesso essi non sono capaci di comprendere e applicare tali conoscenze in situazioni di problem solving. Gli allievi colmano tale incapacità, memorizzando regole e procedure e finiscono così col credere che queste rappresentino l'essenza dell'algebra. CHE COS’È L’ALGEBRA? Comunemente le persone rispondono che è un particolare campo della matematica, in cui si usano “lettere anziché numeri, in pratica una diretta emanazione dell’aritmetica, in cui gli oggetti sono ri-denominati e sottoposti alle stesse regole operative. In questo senso, il discorso dell’algebra si riduce alla sua funzione puramente strumentale, a pura sintassi. Invece l'algebra è strumento di ragionamento e di previsione , è un linguaggio semantico-sintattico adatto a descrivere e formalizzare la realtà . Il pensiero algebrico è considerato - astratto - inscindibile dal linguaggio formalizzato con cui si esprime e dalle sue manipolazioni. Formalismo algebrico Uno degli elementi essenziali dell'algebra è il suo linguaggio, ossia il sistema di segni e regole sintattiche che governano la costituzione e la trasformazione delle espressioni algebriche. Si organizza a partire dal modello aritmetico associando simboli letterali ai numeri, utilizza i segni relativi alle 4 operazioni , il segno di = e la messa in formula ⇒ manipolazioni sintattiche. Il linguaggio algebrico dà la possibilità di esprimere in sintesi informazioni su situazioni di vario genere (matematiche o extramatematiche) , accrescere la possibilità di pensiero, di ragionamento, la comunicazione intenzionale . Una didattica sensata dell’algebra è quella che pone l’algebra come strumento di pensiero. Il problema è permettere che gli allievi imparino a diventare padroni del senso dei simboli che usano, del significato di una formula e delle trasformazioni su di essa. sintattica Il problema va studiato: da un punto di vista epistemologico: dialettica tra aspetti operativi (processi computazionali ) e aspetti strutturali (oggetti astratti ) della stessa nozione oggetto matematico . da un punto di vista cognitivo: lo sviluppo del pensiero algebrico e più in generale matematico è caratterizzato dal passaggio dal momento procedurale a quello strutturale. da un punto di vista didattico: approccio che dia spazio ad operare praticamente e concretamente con i concetti matematici, che utilizzi il gioco e la discussione collettiva tra pari al fine di favorire la costruzione del sapere e l’acquisizione di competenze profonde e generalizzabili . ANALISI STORICO -EPISTEMOLOGICA L’analisi retrospettiva dello sviluppo storico dell’Algebra evidenza un lungo e difficile percorso di crescita di questa disciplina a causa del suo legame con la Geometria e l’Aritmetica. Tantissimi sono gli storici che si occupano di analizzare lo sviluppo dell’Algebra, tra questi G.H. Nesselmann ha cercato di delinearne le tappe fondamentali individuando tre fasi distinte: 1) Fase retorica (anteriore a Diofanto di Alessandria, 250 d.C.):un’Algebra verbale, tutta a parole, senza simboli. 2) Fase sincopata (da Diofanto alla fine del secolo XVI):vengono introdotte delle abbreviazioni per le incognite ma i calcoli sono eseguiti tutti in linguaggio naturale. 3) Fase simbolica (introdotta da Viète, 1540-1603): si usano le lettere per tutte le quantità, incognite o meno, e si “sfrutta” l’Algebra non soltanto per scoprire il valore dell’incognita, come nella seconda fase, ma per provare regole che legano le varie quantità ed esprimere così le soluzioni generali, esplicitare un ragionamento. In Occidente si costituì, quindi, l’Algebra in maniera indipendente dalla Geometria e dall’Aritmetica attraverso la costruzione del linguaggio caratterizzato dalla notazione simbolica. Molti studiosi, trai quali Harper o Sfard, sostengono che nell'apprendimento dell'algebra l'allievo si trovi a ripercorrere il processo storico dello sviluppo del pensiero algebrico e che pertanto si imbatta in ostacoli epistemologici e difficoltà testimoniate dal difficile “rapporto” con l’Aritmetica nel costante sforzo di transizione da procedure computazionali ad oggetti matematici strutturali, per cui per esempio 5+6 si può intendere come processo di calcolo o come il numero 11. CONTENUTO Fin dalla scuola primaria in contesti aritmetici si possono annidare ostacoli concettuali che possono costituire un muro per la promozione del pensiero e del linguaggio algebrico. Tra i diversi aspetti risulta fondamentale per il suo sviluppo : la corretta concezione del segno di uguaglianza RAPPRESENTAZIONE CANONICA E NON CANONICA DI UN NUMERO NATURALE Tra le infinite rappresentazioni di un numero, quella canonica è la più riconosciuta. Pensare un numero significa, per chiunque, pensare alla cardinalità che esso rappresenta. Ma la rappresentazione canonica è opaca di significati, nel senso che dice poco di sé. Per esempio: la scrittura ‘12’ suggerisce un generico ‘numero di cose’. Altre rappresentazioni possono ampliare il campo delle informazioni sul numero stesso: 3×4 evidenzia che si tratta di un multiplo di 3 e di 4; 3x 2x2, che è anche un multiplo di 2; 2×2×3 conduce a ‘2×6’ e quindi al multiplo di 6, e così via. Possiamo dire che ognuna delle connotazioni di un numero aggiunge informazioni utili per approfondire la sua conoscenza, un po’ come avviene per le persone: c’è il nome anagrafico, che è opaco rispetto ad altre connotazioni più espressive del soggetto, date in funzione di altri individui a cui è legato per relazioni familiari e sociali (il papà di…, fratello di … ). È importante portare gli allievi a concepire come legittime rappresentazioni del numero sia quella canonica che ogni altra espressione di cui esso sia il risultato (quella non canonica). Ciò per facilitare l’individuazione di relazioni numeriche e la loro rappresentazione in termini generali. IL SEGNO DI UGUALE Nell’insegnamento dell’aritmetica alla scuola primaria l’uguale è essenzialmente un operatore direzionale : 4+6=10 significa 4 più 6 fa 10, segnando i passi di un percorso operativo che va letto da sinistra verso destra. Quando l’alunno incontra l’algebra, l’uguale improvvisamente assume un significato del tutto diverso, di tipo relazionale. In una scrittura come (a+1)2=a2+2a+1 esso veicola un’idea di simmetria fra le espressioni ai suoi lati: indica che queste, per ogni valore attribuito ad a, rappresentano lo stesso numero. Ancora, in 8+x=2x–5 l’uguale indica l’ipotesi di una equivalenza tra le due scritture per qualche valore di x. Lo studente deve quindi improvvisamente muoversi in un universo concettuale del tutto differente, nel quale è necessario andare oltre la familiare connotazione spazio-temporale segno di uguale. Se per lo studente il numero dopo l’uguale è sempre e soltanto il risultato, questo costituirà un conflitto cognitivo. lo studente, infatti, può nel tempo aver assunto un’immagine di un concetto che può essere stata rinforzata nel tempo da prove ed esperienze ripetute. Ma può capitare che tale immagine si rilevi inadeguata, prima o poi, rispetto ad un’altra dello stesso concetto, non attesa e in contrasto con la precedente. Si crea così conflitto tra la precedente immagine, che lo studente credeva definitiva e la nuova; ciò accade specialmente quando la nuova immagine amplia i limiti di applicabilità del concetto. Legata al “conflitto cognitivo” c’è la mis-concezione, cioè l’ interpretazione errata di un concetto . DOMANDA DI LAVORO Nella scuola primaria l’aritmetica costituisce un pre-requisito che dà senso e portata al pensiero algebrico? Un'eccessiva attenzione sui processi di calcolo impedisce agli allievi di realizzare il processo di generalizzazione e concettualizzazione delle strutture aritmetiche per consentire lo sviluppo del pensiero algebrico? IPOTESI DI RICERCA Se metto in atto una situazione esperienziale che permette di rimuovere le mis-concezioni aritmetiche in relazione agli usi e alle interpretazioni del segno uguale come ordine di operare e renda possibile il suo riconoscimento come rappresentante di una relazione di equivalenza, allora si favorirà la formazione di un modello mentale per pensare l’aritmetica algebricamente. RIFERIMENTI TEORICI TEORIA DELLE SITUAZIONI DI GUY BROUSSEAU Il paradigma della ricerca in didattica, elaborato da Guy Brousseau focalizza l’attenzione sui soggetti e le relative relazioni in una situazione didattica cioè sul triangolo: SAPERE, l’INSEGNANTE, l’ALLIEVO. L’insegnante diventa mediatore nei confronti del sapere : - Deve individuare una buona situazione-problema da proporre agli allievi che provochi cambiamento delle strutture cognitive e quindi apprendimento. - Deve controllare le dinamiche relazionali. - Non deve comunicare una conoscenza, ma favorire una buona devoluzione del problema. La devoluzione si verifica quando lo studente diventa responsabile del proprio apprendimento. NELLA SITUAZIONE A-DIDATTICA L’INTENZIONE DELL’INSEGNANTE NEI CONFRONTI DELL’ALLIEVO NON È ESPLICITATA. L’ALLIEVO DEVE OCCUPARSI PERSONALMENTE DELLA COSTRUZIONE DELLA PROPRIA CONOSCENZA. LA SITUAZIONE A-DIDATTICA LA SI PUÒ CONSIDERARE SINONIMO DI GIOCO DOVE LA POSTA IN PALIO È IL SAPERE SIGNIFICATIVO E CONSAPEVOLE. SCRIVE BROUSSEAU: “ L’ALLIEVO APPRENDE ADATTANDOSI AD UN AMBIENTE CHE È FATTORE DI CONTRADDIZIONI, DI DIFFICOLTÀ E DISEQUILIBRI, UN PO’ COME ACCADE NELLA SOCIETÀ UMANA”. IL CAMPIONE L’INDAGINE È STATA CONDOTTA SEGUENDO IL DISEGNO SPERIMENTALE CHE PREVEDE UN GRUPPO SPERIMENTALE E UN GRUPPO DI CONTROLLO CON SOMMINISTRAZIONE DI TEST INIZIALE E POST-TEST FINALE. LA SPERIMENTAZIONE È STATA SVOLTA NELLA CLASSE IID DELLA SCUOLA PRIMARIA STATALE “ PAOLO BORSELINO” DI PALERMO . LA CLASSE È COMPOSTA DA 22 BAMBINI, DEI QUALI 1 DURANTE LA SPERIMENTAZIONE ERA ASSENTE. LA CLASSE DI CONTROLLLO È LA IIC DELLO STESSO PLESSO SCOLASTICO , COMPOSTA DA 23 BAMBINI, 2 DEI QUALI DURANTE LA PRESENTAZIONE DEL TEST ERANO ASSENTI. alunni assenti 1 alunni presenti 21 alunni assenti 2 alunni presenti 21 IL DISEGNO SPERIMENTALE I Fase Per falsificare l’ipotesi generale l’attività di ricerca si è articolata in tre fasi II Fase III Fase Somministrazione di un test alla classe sperimentale e campione . Il test è relativo ad una serie di espressioni aritmetiche di cui si chiede di verificare l’uguaglianza e capire gli approcci e le soluzioni a cui gli alunni spontaneamente arrivano Messa in atto di una situazione a-didattica nella classe sperimentale Nuova somministrazione del test nelle classi sperimentale e di controllo. TROVA Ciò CHE È VERO E Ciò CHE È FALSO . 12+2=11+13 14+5 = 13+4+2 9=9 8+7= 7+8 23= 10+1+9 11 + 18 + 2= 11 + 20 Il test è un questionario costituito da espressioni aritmetiche di cui si chiede di verificare l’uguaglianza. Sono stati previsti uguaglianze: identità, scambio di ordine degli addendi, associazione di addendi, dissociazione di addendi e non uguaglianze. ANALISI A-PRIORI TEST Comportamenti attesi : effettivamente verificatisi e non verificatisi. S1 IL BAMBINO RISPONDE ESEGUENDO I CALCOLI CORRETTAMENTE E RICONOSCENDO L’UGUAGLIANZA DELLE ESPRESSIONI. S2 IL BAMBINO ESEGUE I CALCOLI IN MODO SBAGLIATO E NON RICONOSCE L’UGUAGLIANZA. S3 IL BAMBINO PUR ESEGUENDO I CALCOLI CORRETTAMENTE ,NON RICONOSCE L’UGUAGLIANZA. S4 RICONOSCE SOLO L’IDENTITÀ E LA PROPRIETÀ COMMUTATIVA, NON ESEGUE CALCOLI S5 RICONOSCE SOLO L’IDENTITÀ NON ESEGUE CALCOLI S6 RICONOSCE SOLO LA PROPRIETÀ COMMUTATIVA, NON ESEGUE CALCOLI S7 RICONOSCE L’IDENTITÀ, LA PROPRIETÀ COMMUTATIVA E LA PROPRIETÀ ASSOCIATIVA / DISSOCIATIVA DELL’ADDIZIONE, NON ESEGUE CALCOLI S8 NON RICONOSCE NESSUNA UGUAGLIANZA S9 SI RIFIUTA E NON ESEGUE LA CONSEGNA Legenda strategie adottate strategie non adottate TABULAZIONE DATI DEL TEST CLASSE SPERIMENTALE IID ALUNNI / STRATEGIE S1 S2 S3 S4 S5 S6 S7 S8 S9 ALBERTO x ALESSIO X ANDREA X ANGELO X ASIA X AURORA X CHIARA X FEDELE X FLAVIO X FRANCESCO X GABRIELE X ILENIA X ISABELLA X JASMINE X MARCO X MARTINA X MATTIA X MICHELA X SARAH X UMBERTO X VALERIA X STRATEGIE RISOLUTIVE TEST CLASSE SPERIMENTALE STRATEGIE ADOTTATE STRATEGIE NON ADOTTATE Soltanto il bambino che verifica l’uguaglianza con i calcoli esatti completa correttamente il test N U M E R O B A M B I N I Nessun bambino verifica con calcolo errato o esatto e non riconosce l’uguaglianza Nessun bambino che si affida alla percezione visiva completa correttamente il test. % strategie test classe sperimentale Esegue calcoli corretti , riconosce l’uguaglianza Esegue calcoli errati non riconosce l’uguaglianza Esegue calcoli corretti non riconosce l’uguaglianza Non esegue calcoli riconosce l’identità e la proprietà commutativa Non esegue calcoli riconosce l’identità Non esegue calcoli riconosce la proprietà commutativa Non esegue calcoli riconosce l’identità, la proprietà commutativa , la proprietà associativa dell’addizione Non riconosce nessuna uguaglianza Si rifiuta Dal grafico si evince che solo il 5% degli alunni ricorre al calcolo per verificare l’uguaglianza, il 76% si affida al riconoscimento visivo di numeri uguali ai due membri del = e non riconosce l’uguaglianza dei numeri scomposti in forma non canonica, fino al rifiuto dell’esecuzione della consegna. TABULAZIONE DATI DEL TEST CLASSE DI CONTROLLO IIC ALUNNI / STRATEGIE S1 S2 S3 S4 S5 S6 S7 S8 DANILO X X X X X X X X X X X X X X X X X X X LORENZO ZAIDA DANIELE JENNIFER SARA ANDREA S. GIORGIO GIORGIA LAURA ANITA CAMILLA CARLA ROBERTO G. EDOARDO NOEMI ALESSANDRO SALVO ROBERTO M. ANDREA G. ALBERTO S9 X X STRATEGIE RISOLUTIVE TEST CLASSE DI CONTROLLO STRATEGIE VERIFICATESI • STRATEGIE NON VERIFICATESI N U M E R O Tutti i bambini che verificano l’uguaglianza con i calcoli esatti completano correttamente il test B A M B I N I Nessun bambino verifica con calcolo errato o esatto e non riconosce l’uguaglianza Nessun bambino che si affida alla percezione visiva completa correttamente il test. STRAEGIE A CONFRONTO Pre-test classe di controllo Pre-test classe sperimentale Anche nella classe di controllo, benchè la percentuale degli alunni che ricorre al calcolo per verificare l’uguaglianza sale al 14%, il grafico risulta quasi sovrapponibile a quello della classe sperimentale : il 71% % degli alunni si affida al riconoscimento visivo di numeri uguali ai due membri del segno = e non riconosce l’uguaglianza dei numeri scomposti in forma non canonica, fino al rifiuto dell’esecuzione della consegna. PROTOCOLLI TEST S4 : Viene riconosciuta l’identità e proprietà commutativa S5 :Viene riconosciuta l’identità S4 : Viene riconosciuta l’identità e proprietà commutativa S5 :Viene riconosciuta l’identità Non capisco perché c’è l’uguale e poi c’è un + nell’altra frase Nei primi ci sono 3 numeri a 2 S7 Riconosce l’identità , la proprietà commutativa e S4 :Viene riconosciuta la proprietà commutativa S5 :Viene riconosciuta l’identità l’uguaglianza di numeri corrispondenti senza calcolo S1 esegue i calcoli correttamente e riconosce l’uguaglianza 23=10+ 11+9 è strano non si fa 11+ 18+ 2= 11+ 20 si può fare Ho fatto i conti a mente 23=10+ 11+9 è F perché il risultato ha detto 23 invece 10+ 11+9 no 11+ 18+ 2= 11+ 20 V perché 11+ 18+2 fa 31 invece 11+ 20 fa sempre 31 S1 esegue i calcoli correttamente e riconosce l’uguaglianza Riconosce l’identità solo come operazione: al 9 prima del segno = aggiunge lo zero SITUAZIONE A-DIDATTICA IL GIOCO: Le piramidi additive IL GIOCO CONSISTE NEL COMPLETARE DENOMINANDO NUMERICAMENTE OGNI MATTONCINO DI UNA PIRAMIDE IN MODO TALE CHE SIA PARI ALLA SOMMA DEI NUMERI DEI DUE MATTONCINI SOTTOSTANTI. QUESTO GIOCO DÀ LA POSSIBILITÀ DI SCRIVERE UNA QUANTITÀ NELLA FORMA CANONICA DI NUMERO O NELLA FORMA NON CANONICA DI ESPRESSIONE NUMERICA E RICONOSCERNE L’EQUIVALENZA. OBIETTIVO DEL GIOCO: Riconoscere e costruire equivalenze fra rappresentazioni differenti in forma additiva di uno stesso numero. I PRE-REQUISITI Prima di svolgere la sperimentazione sono state programmate delle attività preliminari, affinché i bambini potessero acquisire i prerequisiti necessari per partecipare al gioco in maniera significativa. L’ATTIVITÀ PREVEDE. • LA CONOSCENZA DEI NUMERI ENTRO IL 100 • LA CONOSCENZA DEL CONCETTO DI ADDIZIONE • CAPACITÀ DI ATTENZIONE E DI ASCOLTO In un primo momento è stato chiesto alla classe di completare in modo individuale delle piramidi additive rispettando la regola secondo la quale ogni mattoncino in alto è uguale alla somma dei due mattoncini in basso. 1 15 13 5 10 20 12 8 32 PROTOCOLLO PREPARAZIONE AL GIOCO FASI DELLA SPERIMENTAZIONE 1° FASE : CONSEGNA DEL GIOCO 2° FASE: SITUAZIONE DI AZIONE 3° FASE: SITUAZIONE DI FORMULAZIONE 4° FASE: SITUAZIONE DI VALIDAZIONE 5° FASE: ISTITUZIONALIZZAZIONE 6° FASE: RACCOLTA , ORGANIZZAZIONE E RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DEI DATI 7° FASE: CONCLUSIONE, ANALISI QUALI/QUANTITATIVA 1° FASE: CONSEGNA DEL GIOCO L’INSEGNANTE DÀ A CIASCUN BAMBINO UNA SCHEDA IN CUI SONO RIPORTATE LE DUE PIRAMIDI ADDITIVE DA COMPLETARE CON SCRITTURE EQUIVALENTI . VIENE SOTTOLINEATO IL FATTO CHE LE PIRAMIDI DEVONO AVERE MATTONCINI CORRISPONDENTI DELLO STESSO VALORE, MA NUMERI DIVERSI. Due faraoni gemelli hanno deciso di costruire due piramidi additive uguali fatte di mattoncini d’oro, ogni mattoncino ha scritto il suo valore. I faraoni fanno mettere alla base mattoncini identici, ma nell’alzare gli altri due piani si accorgono che non ci sono più mattoncini identici da mettere nell’una e nell’altra piramide. Come possono completare le due piramidi in modo che i mattoncini che si trovano nelle stesse posizioni abbiano lo stesso valore anche se non hanno lo stesso numero? 11 2 30 11 2 30 2° FASE SITUAZIONE DI AZIONE GIOCO: UNO CONTRO UNO • OGNI BAMBINO SI IMPEGNA A COMPLETARE LE PIRAMIDI E SI CONFRONTA CON IL COMPAGNO DI BANCO. • L’INSEGNANTE CONTROLLA LE DINAMICHE RELAZIONALI E NON SUGGERISCE STRATEGIE RISOLUTIVE. 3° FASE SITUAZIONE DI FORMULAZIONE GIOCO: GRUPPO CONTRO UN GRUPPO L’INSEGNANTE DIVIDE GLI ALUNNI IN DUE GRUPPI: A , B CIASCUNO CON UN PROPRIO PORTAVOCE. OGNI GRUPPO DISCUTE, COSTRUISCE IL LINGUAGGIO MATEMATICO PER COMUNICARE LE STRATEGIE UTILIZZATE. INFINE SI ACCORDA E DOCUMENTA LA STRATEGIA VINCENTE CHE SUCCESSIVAMENTE DOVRÀ ESPORRE ALL’ALTRO GRUPPO. 4° FASE : SITUAZIONE DI VALIDAZIONE È IL MOMENTO DELLA DISPUTA IN CUI TUTTI I RAGIONAMENTI SINGOLI VENGONO SOCIALIZZATI, NEGOZIATI E IN CUI VIENE RAGGIUNTA LA CONCRETA CONSAPEVOLEZZA METACOGNITIVA DELLA CONOSCENZA . LA DISPUTA PERMETTE AI BAMBINI DI COSTRUIRE E ACCETTARE IL TEOREMA IN ATTO CHE TRAGHETTA ALLA ISTITUZIONALIZZAZIONE DEL SAPERE. IN QUESTA FASE OGNI GRUPPO VIENE INVITATO AD ARGOMENTARE ALL’ALTRO LE STRATEGIE UTILIZZATE E INDIVIDUARE QUELLE OTTIMALI ATTRAVERSO PROVE E DIMOSTRAZIONI. L’INSEGNANTE ANNOTA ALLA LAVAGNA LE MODALITÀ RISOLUTIVE UTILIZZATE DAI DUE GRUPPI PER FAVORIRE IL CONFRONTO. ENTRAMBI I GRUPPI HANNO COMPLETATO LE DUE PIRAMIDI RIPORTANDO IN UNA LA DENOMINAZIONE CANONICA E NELL’ALTRA LA DENOMINAZIONE NON CANONICA, CIOÈ LA QUANTITÀ NUMERICA SOTTOFORMA DI ESPRESSIONE ADDITIVA, MA NON HANNO TENUTO CONTO DEI NUMERI RIPORTATI ALLA BASE DELLE PIRAMIDI . SI TRATTA DI UNA STRATEGIA DI SOLUZIONE CORRETTA E NON PREVISTA NELL’ANALISI A PRIORI, MOLTO PROBABILMENTE PER IL MIO ERRORE DI NON AVER SPECIFICATO BENE LA CONSEGNA . PROTOCOLLI FASE DI VALIDAZIONE Si tiene conto in parte dei numeri alla base Non si tiene conto dei numeri alla base NEL MOMENTO IN CUI RIFORMULO LA DOMANDA SOTTOLINEANDO LA REGOLA RISOLUTIVA DELLE PIRAMIDI SECONDO LA QUALE OGNI MATTONCINO IN ALTO È DATO DALLA SOMMA DEI NUMERI DEI MATTONCINI ALLA BASE, I BAMBINI SI ACCORDANO SU DUE POSSIBILITÀ RISOLUTIVE. Somma parziale Nessuna somma TEOREMA IN ATTO QUANTITÀ UGUALI POSSONO ESSERE SCRITTE IN MODO DIVERSO 5° FASE: ISTITUZIONALIZZAZIONE È IL MOMENTO IN CUI L’INTENZIONE EDUCATIVO-DIDATTICA DELL’INSEGNANTE DIVENTA ESPLICITA E VIENE FORMALIZZATO IL SAPERE CHE ERA STATO COSTRUITO NELLA FASE PRECEDENTE. L’INSEGNANTE SPIEGA CHE UNA QUANTÀ SI PUÒ TROVARE SOTTOFORMA CANONICA “IL NUMERO UNICO” O SOTTOFORMA NON CANONICA COME ESPRESSIONE ADDITIVA. I BAMBINI INTERVENGONO RICONOSCENDO L’UGUAGLIANZA DELLE QUANTITÀ IN FORMA NON CANONICA COME ESPRESSIONE OPERATIVA. 12 = 6+6 = 10+2= 14-2= 6X2…….. STRATEGIE DEL GIOCO Elenco delle strategie previste e quelle effettivamente adoperate dai singoli alunni che hanno partecipato alla sperimentazione S1: completa una piramide riportando la forma canonica del numero (somma) e l’altra riportando la forma non canonica (operazione di addizione tiene conto dei numeri di base). S2: completa una piramide riportando la forma canonica del numero (somma) e l’altra riportando la forma non canonica (operazione di addizione e non tiene conto o solo in parte dei numeri di base). S3: completa le due piramidi riportando la forma canonica del numero. S4: completa le due piramidi riportando la forma non canonica del numero S5: completa le piramidi applicando una strategia mista sia riportando la forma canonica e non canonica del numero S6: fa calcoli errati e non completa nessuna delle piramidi e rinuncia STRATEGIE PREVISTE STRATEGIE NON PREVISTE STRATEGIE PREVISTE N U M E R O B A M B I N I STRATEGIE NON PREVISTE Dal grafico della % delle strategie adottate nel gioco si evince che la maggior parte dei bambini completa correttamente le piramidi anche se non tiene conto dei numeri alla base (strategia non prevista), probabilmente per mancata chiarificazione. Completa correttamente in forma canonica e non canonica, tiene conto dei numeri di base Completa correttamente in forma canonica e non canonica, non tiene conto dei numeri di base Completa correttamente entrambe le piramidi in forma non canonica Completa correttamente entrambe le piramidi in forma canonica Completa correttamente entrambe le piramidi con strategia mista Rinuncia TABULAZIONE DATI DEL POST-TEST CLASSE DI CONTROLLO IIC ALUNNI / STRATEGIE S1 S2 S3 S4 S5 S6 S7 S8 DANILO X X X X X X X X X X X X X X X X X X X LORENZO ZAIDA DANIELE JENNIFER SARA ANDREA S. GIORGIO GIORGIA LAURA ANITA CAMILLA CARLA ROBERTO G. EDOARDO NOEMI ALESSANDRO SALVO ROBERTO M. ANDREA G. ALBERTO S9 X X Gruppo di controllo Esegue calcoli corretti , riconosce l’uguaglianza Esegue calcoli errati non riconosce l’uguaglianza Pre-test Esegue calcoli corretti non riconosce l’uguaglianza Non esegue calcoli riconosce l’identità e la proprietà commutativa Non esegue calcoli riconosce l’identità Non esegue calcoli riconosce la proprietà commutativa Non esegue calcoli riconosce l’identità, la proprietà commutativa, la proprietà associativa dell’addizione Post-test Non riconosce nessuna uguaglianza Si rifiuta Il confronto Pre-test/Post-test del gruppo di controllo mette in evidenza l’invarianza percentuale del numero di bambini che riconoscono l’equivalenza. Cè stato uno spostamento %, diminuisce il numero di alunni che riconoscono l’uguaglianza nella proprietà associativa TABULAZIONE DATI DEL POST-TEST CLASSE SPERIMENTALE IID ALBERTO ALESSIO ANDREA ANGELO ASIA AURORA CHIARA FEDELE FLAVIO FRANCESCO GABRIELE ISABELLA JASMINE MARCO MARTINA MATTIA MICHELA SARAH UMBERTO VALERIA S1 S2 S3 S4 S5 S6 S7 S8 x x x x x x x x x x x x x x x x x x S9 x x Gruppo sperimentale Esegue calcoli corretti , riconosce l’uguaglianza Esegue calcoli errati non riconosce l’uguaglianza Pre-test Esegue calcoli corretti non riconosce l’uguaglianza Non esegue calcoli riconosce l’identità e la proprietà commutativa Non esegue calcoli riconosce l’identità Non esegue calcoli riconosce la proprietà commutativa Post-test Non esegue calcoli riconosce l’identità, la proprietà commutativa, l’uguaglianza di numeri corrispondenti Non riconosce nessuna uguaglianza Si rifiuta Il confronto Pre-test/Post-test del gruppo sperimentale mette in evidenza il successo dell’intervento didattico e l’aumento percentuale del numero di bambini che riconoscono l’equivalenza, ricorrendo al calcolo da sx a dx e viceversa. COMMENTI DEI BAMBINI SUL POST-TEST Gabriele : “ Ci sono riuscito facendo i calcoli a mente” Alessio: “ 9 è uguale a 9, ma anche tutti gli altri numeri sono uguali anche se sono diversi” Angelo : “ 12+ 2 = 11+ 3 è vero perché si può fare , è la stessa cosa. 1 4+ 5 = 13+4+ 2 è vero il primo perché fa 19 invece l’altro fa sempre 19. 23 = 10 + 1+ 9 è falso è impossibile che 23 è fatto da 10+ 1+9 CONCLUSIONI • • Dall’analisi quantitativa dei dati del gruppo sperimentale emerge che: Gli alunni che non riescono a portare a termine il compito, procedono riconoscendo visivamente identità non fanno tentativi di calcoli , oppure procedono a caso fino ad arrivare all’abbandono. Essi non eseguono la consegna, probabilmente perché non hanno capito bene il compito oppure perché non hanno consolidato il concetto di addizione, non hanno ancora interiorizzato il concetto di distribuzione della quantità. I bambini, invece, che risolvono il compito in maniera corretta, fanno i conti esatti con le dita e in colonna, hanno interiorizzato il concetto di distribuzione della quantità e ritengono possibile il calcolo prima e dopo il segno di uguale.