Tesina: Bene e Male

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Tesina: Bene e Male
Storia: La Shoa, Letteratura italiana: I poeti Maledetti, Filosofia: Hanna Arendt
la banalità del male, Letteratura latina: la Virtus in Seneca, Economia
aziendale: Aspetti negativi e positivi della Globalizzazione, Lingua Francese:
Baudelaire et Les fleurs du mal, Fisica: Magnetismo, poli positivi e negativi,
Storia dell’arte: Il male di vivere in Munch.
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1. Storia: La Shoa
1.1 Olocausto: aspetti generali
1.2 Etica e memoria
1.3 Descrizione del fenomeno
1.4 Campi di concentramento e
di sterminio
1.5 Corpi rinvenuti a
Buchenwald
1.5.1 Bambini liberati
dall'Armata Rossa
1.5.2 Omosessuali
1.5.3 Gli Zingari
1.5.4 Testimoni di Geova
6.7 Misurare la
globalizzazione
6.8 Determinazione
quantitativa della
globalizzazione
6.9 I movimenti Antiglobalizzazione
7. Lingua Francese:
Baudelaire et Les fleurs
du mal
7.1 Une brève
introduction
7.2 Biographie
7.3 La traversée de
l'enfer
7.4 Le poète maudit
7.5 La critique d'art,
critique littéraire
7.6 Le choix du
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romantisme et modernité
1.5.5 I Pentecostali
7.7 Contre
1.6 Funzionalismo contro
"philistinisme
bourgeois"
Intenzionalismo
7.8
L'art
de
1.6.1 L'Olocausto ed il
consenso della popolazione tedesca Baudelaire
7.9.1 Poèmes en
prose
1.6.2 Il negazionismo
7.9.2 Les fleurs
dell'Olocausto
du
mal
1.6.3 Conseguenze politiche
8. Fisica: Magnetismo,
1.6.4 Etica e memoria
poli positivi e negativi
2. Letteratura italiana: I poeti
8.1Il magnetismo:
Maledetti
aspetti
generali
2.1I Poeti maledetti: caratteri
8.2
L'induzione
generali
elettromagnetica
2.2 Verlaine
8.3 La dinamo
2.2.1 Biografie degli autori
2.2.2 Le Romanze senza
8.3.1Funzionamento della
parole
dinamo
2.2.3 Feste galanti
8.3.2 Il
2.3Arthur Rimbaud
magnetismo e le
2.3.1Le illuminazioni
macchine elettriche
3. Filosofia: Hanna Arendt la
8.4 L’alternatore
banalità del male
8.4.1
3.1Biografia dell’autrice
Funzionamento
3.2 Il pensiero della
dell'alternatore
filosofa
8.5 L'elettrocalamita
3.3 La banalità del male
8.5.1 Il
3.4 Primo Levi e Hannah
trasformatore
Arendt
8.5.2 Effetti della
4. Letteratura latina: la Virtus corrente elettrica
8.5.3 Effetto
in Seneca
chimico
4.1 Biografia dell’autore
8.5.4 Effetto
4.2 Pensiero e opere del
fisiologico
filosofo
8.5.5 Effetto
4.3Il probelma della virtus meccanico
in Seneca
8.5.6 Effetto
termico
5Lingua Inglese: William Blake
8.6 Produzione
dell'energia elettrica
5.1William Blake
8.6.1 Centrali
5.2Biography of the
idroelettriche
author
8.6.2 Centrali a
5.3The major works of the
turbogas
author
8.6.3 Centrali
5.4The Divine Image
elettronucleari
5.5Themes and style
8.6.4 Trasporto
6. Economia aziendale: Aspetti dell'energia elettrica
negativi e positivi della
9. Educazione Fisica:
Aspetti positivi
Globalizzazione
6.1 Globalizzazione: una dell’attività motoria
9.1 Attività motoria:
definizione
caratteri
generali
6.2 Gli Aspetti del
9.2 La ginnastica ai
fenomeno
giorni nostri
6.3 Le peculiarità della
9.3 Aspetti negativi
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globalizzazione
6.4 Conseguenze positive
e negative
6.5 Storia della
globalizzazione
6.6 Pro-globalizzazione
(globalismo)
di una mancata attività
fisica
9.4 Aspetti positivi
dell’attività motoria
10. Storia dell’arte: Il
male di vivere in Munch
10.1 Biografia
dell’artista
10.2
L'impressionismo e le
opere di Munch in
mostra
10.3 Munch: l'urlo
1. Storia: La Shoa
1.1 Olocausto: aspetti generali
Il termine olocausto deriva dal greco (holos “completo” e kaustos “rogo”) è stato introdotto verso la fine fine
del XX secolo per riferirsi al genocidio messo in atto dalla Germania nazista di tutte quelle persone ed etnie
considerate “indesiderabili” (omosessuali, ebrei, oppositori politici, zingari, testimoni di geova, pentecostali,
ecc.), secondo le stime fatte dagli storici, si pensa che siano stati sterminati all’incirca sei milioni di ebrei. La
parola olocausto, vuol dire sacrificio; ossia grave rinuncia deliberatamente sopportata in vista di uno scopo.
Per dieci anni il termine è stato adoperato, a seguito dell’editoriale apparso nel 1942 sulle pagine del «Jewish
frontier», per descrivere il sacrificio di vite umane a cui gli ebrei hanno dovuto sottostare sotto il periodo
nazista per arrivare all’ottenimento da parte dalla Società delle Nazioni,ora ONU, del diritto a costituire un
proprio stato in Palestina. In greco indica “tutto bruciato”, si riferiva ai sacrifici che venivano richiesti agli
Ebrei dalla Torah: si trattava di sacrifici di animali massacrati ed inceneriti sull’altare del tempio.
A partire dalla metà del secolo XX il termine
olocausto viene adoperato pure per indicare
massacri o cataclismi su larga scala. A
causa del significato religioso del termine
alcuni, sia ebrei del che di altre fedi, trovano
inadatto l’impiego di questo termine: costoro
giudicano offensivo paragonare o associare
l’assassinio di milioni di ebrei ad una “offerta
a Dio”. A seguito di alterne e contrastanti
vicende politiche,fra cui il problema del
mancato ritorno (alyha) degli ebrei della
dispersione nel neo stato di Israele,
promesso alla fine del prima conflitto
mondiale dall’Inghilterra[non chiaro] il termine
olocausto ha assunto nel tempo una
differente denominazione al fine di assicurare
pure agli ebrei attualmente rimasti fuori dello
stato ebraico (ebrei della diaspora) il diritto di
godere della cittadinanza israeliana.
Il termine Shoah, tratto dal titolo del documentario di 9 ore concretizzato dal regista ebreo Claude Lanzmann
nel 1985 raccontante le vicende storiche del seconda conflitto mondiale, è stato accolto solo ultimamente
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per descrivere la sciagura ebraica di quel tragico periodo storico e allo scopo di mettere in risalto la unicità
rispetto ai molti altri casi di sterminio in massa a cui purtroppo la storia dell' uomo amaramente ci ha abituato.
Shoah (in lingua ebraica), indica “desolazione, catastrofe, disastro”. Questo termine venne accolto per la
prima volta, nel 1938, dalla comunità ebraica in Palestina, in riferimento alla Notte dei cristalli (9-10
novembre 1938). Da allora definisce nella sua completezza il genocidio della popolazione ebraica d’Europa.
Ciò chiarisce come la parola Shoah non sarebbe equivalente di Olocausto, in quanto la seconda si riferisce
al massacro compiuto dai tedeschi nei confronti di ebrei, omosessuali, comunisti, Rom, testimoni di Geova,
dissenzienti tedeschi e pentecostali, mentre la prima definisce soltanto il genocidio degli ebrei. Infine molti
Rom adoperano la parola Porajmos o Porrajmos («grande divoramento»), ovvero Samudaripen
(«genocidio») per descrivere lo sterminio fatto dai nazisti.
In certi ambienti il termine olocausto viene adoperato per descrivere il genocidio sistematico di altri gruppi
che vennero percossi nelle stesse condizioni dai Nazisti, inclusi i gruppi etnici Rom e Sinti (i cosiddetti
zingari), comunisti, omosessuali, malati di mente, Pentecostali (ordinati come malati di mente), Testimoni di
Geova, Sovietici, Polacchi ed altre popolazioni slave (detti nel complesso Untermenschen). Aggiungendo
pure tali gruppi il totale di vittime del Nazismo è stimabile fra i dieci e i quattordici milioni di civili, e sino a
quattro milioni di prigionieri di guerra.
Attualmente il termine viene adoperato pure
per descrivere altri tentativi di genocidio,
commessi prima e dopo il secondo conflitto
mondiale, o più in generale, per qualunque
ingente perdita deliberata di vite umane,
come quella che potrebbe risultare da una
guerra atomica, da cui l’espressione
“olocausto nucleare”.
Mentre attualmente il termine ‘Olocausto’ si
riferisce abitualmente al summenzionato
assassinio di ebrei su larga scala, viene a
volte adoperato per riferirsi ad altri casi di
genocidio, particolarmente quello armeno e
quello ellenico che condusse all’assassinio di
2,5 milioni di cristiani da parte del governo
nazionalista ottomano dei Giovani Turchi tra il
1915 e il 1923.
In ogni modo, il governo turco nega ufficialmente che ci sia mai stato uno sterminio in massa, sostenendo
che la maggior parte delle morti fu generata da conflitti armati, malattie e carestia, durante le sommosse
della prima guerra mondiale; questo sebbene il fatto che molte delle vittime si ebbero in villaggi molto distanti
dal campo di battaglia e che ci siano pesanti indizi che vi fosse stato un tentativo di colpire certe comunità
non-islamiche (malgrado lo sterminio armeno non abbia implicato in quel periodo la comunità armena di
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Istanbul e le comunità ebraiche turche non abbiano subito particolari maltrattamenti, in quanto gruppo
religioso). Durante le prime tre settimane dell’occupazione della Polonia nel 1939 250.000 furono gli ebrei
vittime di pogrom scatenati dai loro conterranei polacchi approfittando del caos generale.
1.2 Etica e memoria
Il senso della Shoah rinvia indivisibilmente al senso del ricordo per il presente, ed alla ribellione al disumano
quale espressione testimoniale di compresenza contro la riduzione a “cosa” perpetrata nei confronti del
nostro vivere, in cui è da riconoscere una nuova e possibile assalto dell’essenza criminale svelata dal
nazionalsocialismo.
Su tale argomento, è significante la riflessione di artefici quali Theodor Adorno, Dietrich Bonhoeffer, Paul
Celan, Primo Levi, Stefano Malpangotti, Friedrich Kellner. Nota vittima dell’Olocausto fu altresì Anne Frank,
una ragazzina ebrea tedesca riparatasi in Olanda con la famiglia, che cessò di vivere nel 1944; ha scritto un
diario divulgato in seguito alla sua morte dal padre, che ha rappresentato una delle più note testimonianze, a
livello internazionale, delle persecuzioni naziste. Emblematica fu altresì la figura della filosofa ebrea tedesca
Edith Stein, sparizione ad Auschwitz il 9 agosto 1942. Edith Stein, trasformatasi al cattolicesimo e santificata
negli anni finali del papato di papa Giovanni Paolo II, incarna difatti la figura dell’ebrea convertitasi al
cattolicesimo che la follia nazista non esita ad opprimere con tutta la sua cieca violenza.
La radicalità dei suoi costumi religiosi (era
divenuta monaca di clausura fra le
carmelitane) e la fierezza delle sue posizioni
condurranno il Reich hitleriano a
perseguitarla e a confinarla ad Auschwitz,
dove della sua presenza non resterà più
traccia. Diverse associazioni rammentano
ancora oggi ai giovani le catastrofiche
conseguenze di quanto accaduto in quel
periodo, pure con premi come l’Austrian
Holocaust Memorial Award. Il 27 gennaio,
anniversario della liberazione dei reclusi
superstiti dal campo di concentramento e
distruzione di Auschwitz, viene ricordato nel
mondo come Giorno della Memoria, in cui
ricordare la Shoah. Oggigiorno il termine
viene adoperato pure per descrivere altri
tentativi di genocidio, commessi prima e dopo
la seconda guerra mondiale, o più in
generale, per qualunque ingente perdita
deliberata di vite umane, come quella che
potrebbe derivare da una guerra atomica, da
cui l'espressione "olocausto nucleare".
Mentre oggigiorno il termine 'Olocausto' si
riferisce abitualmente al summenzionato
assassinio di ebrei su larga scala, viene a
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volte adoperato per riferirsi ad altri casi di
genocidio, particolarmente quello armeno e
quello ellenico che portò all'uccisione di 2,5
milioni di cristiani da parte del governo
nazionalista ottomano dei Giovani Turchi tra il
1915 e il 1923.
In ogni modo, il governo turco nega ufficialmente che ci sia mai stato un genocidio, sostenendo che la
maggior parte delle morti fu provocata da conflitti armati, malattie e carestia, durante le sommosse della
prima guerra mondiale; questo sebbene il fatto che molte delle vittime si ebbero in villaggi molto distanti dal
campo di battaglia e che ci siano pesanti indizi che vi fosse stato un tentativo di colpire talune comunità nonislamiche (anche se lo sterminio armeno non abbia implicato in quel periodo la comunità armena di Istanbul
e le comunità ebraiche turche non abbiano subito particolari maltrattamenti, in quanto gruppo religioso).
Durante le prime tre settimane dell'invasione della Polonia nel 1939 250.000 furono gli ebrei vittime di
pogrom scatenati dai loro concittadini polacchi approfittando del caos generale.
1.3 Descrizione del fenomeno
Le soppressioni di massa venivano condotte in modo sistematico: venivano fatte liste specificate di vittime
presenti, future e potenziali, pertanto come sono state trovate le precise registrazioni delle esecuzioni. Oltre
a questo, uno sforzo notevole fu speso durante il corso dell'olocausto per trovare metodi sempre più efficienti
per assassinare persone in massa, ad esempio passando dall'avvelenamento con monossido di carbonio dei
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Majdanek e Auschwitz; camere a gas che adoperavano monossido di carbonio per gli omicidi di massa
venivano utilizzati nel campo di sterminio di Chelmno. In aggiunta alle esecuzioni di massa, i nazisti
portarono molti esperimenti medici sui prigionieri, bambini compresi. Uno dei nazisti più noti, il Dottor Josef
Mengele, era conosciuto per i suoi esperimenti come "l'angelo della morte" fra gli internati di Auschwitz. La
portata di quello che accadde nelle zone controllate dai nazisti non si conobbe rigorosamente sino a dopo la
fine del conflitto.
Numerose voci e testimonianze di profughi
diedero in ogni modo qualche informazione
sul fatto che gli ebrei venivano assassinati in
grande numero. Pertanto l'affermazione che
tali avvenimenti fossero sconosciuti non è
corretta, alcune notizie filtravano e nel
Novembre 1944 il giurista e studioso polacco
Raphael Lemkin nel suo lavoro Axis Rule in
Occupied Europe: Laws of Occupation Analysis of Government - Proposals for
Redres riportava gli assassini di massa
naziste fatte contro le popolazioni polacche,
russe , indicando tra liquidati nel ghetto e
morti in luoghi sconosciuti, dopo deportazioni
ferroviarie, la cifra di 1.702.500 assassinati,
secondo un dato fornito dallo "Institute of
Jewish Affairs of the American Jewish
Congress in New York" . Si tennero pure
delle manifestazioni come, per esempio,
quella tenuta il 29 ottobre 1942 nel Regno
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Unito; molti componenti del clero e figure
politiche tennero un incontro pubblico per
mostrare il loro sdegno nei confronti della
persecuzione degli ebrei da parte dei
tedeschi.
1.4 Campi di concentramento e di sterminio
I campi di concentramento per gli "indesiderabili" erano sparsi in tutta l'Europa, con nuovi campi creati
prossimo ai centri con un'alta densità di popolazione "indesiderata": ebrei, intellighenzia polacca, comunisti e
gruppi Rom. La maggior parte dei campi era collocata nell'area del Governatorato Generale. I campi di
concentramento per ebrei ed altri "indesiderabili" esistevano pure nella stessa Germania: sebbene non
fossero pensati particolarmente per lo sterminio sistematico, i prigionieri di molti di questi cessarono di vivere
a causa delle terribili condizioni di vita o a causa di esperimenti condotti su di loro da parte dei sanitari dei
campi.
Alcuni campi, come quello di Auschwitz-Birkenau, combinavano il lavoro schiavistico con lo sterminio
sistematico. All'arrivo in tali campi i prigionieri venivano frazionati in due gruppi; quelli troppo deboli per
lavorare venivano assassinati istantaneamente nelle camere a gas (che erano a volte mascherate da docce)
e i loro corpi inceneriti, mentre gli altri venivano impiegati come schiavi nelle fabbriche situate dentro o
intorno al campo. I nazisti costrinsero pure alcuni dei prigionieri a lavorare alla rimozione dei cadaveri e allo
sfruttamento dei corpi.
I denti d'oro venivano estratti (senza
anestesia) e i capelli delle donne (tagliati a
zero prima che entrassero nelle camere a
gas) venivano riciclati per la fabbricazione
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Sobibór e Treblinka II, erano adoperati
unicamente per lo sterminio. Solo un piccolo
numero di prigionieri veniva tenuto in vita per
svolgere i compiti legati alla gestione dei
cadaveri delle persone assassinate nelle
camere a gas. Il trasporto dei prigionieri nei
campi era spesso svolto adoperando convogli
ferroviari composti da carri bestiame, con un
ulteriore elemento di mortificazione e di
malessere dei detenuti. L'antisemitismo era
comune nell'Europa degli anni venti e trenta
(pure se le sue origini risalgono a molti secoli
prima). L'antisemitismo di Adolf Hitler venne
presentato nel suo libro del 1925, il Mein
Kampf, che, al principio ignorato, diventò
popolare in Germania quando Hitler acquisì
potere politico.
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1.5 Corpi rinvenuti a Buchenwald
Il 1º aprile 1933, poco dopo l'elezione di Hitler al cancellierato, il partigiano antisemita Julius Streicher, con la
partecipazione delle Sturmabteilung e mediante le colonne della rivista antisemita Der Stürmer da lui diretta,
organizzò una giornata di sabotaggio di tutte le attività economiche tedesche gestite da ebrei (l'ultima
impresa gestita da ebrei rimasta in Germania venne chiusa il 6 luglio 1939).
Nonostante la fredda accettazione da parte della popolazione tedesca che fece rientrare il boicottaggio dopo
soltanto un giorno, tale politica servì a introdurre una serie di progressivi atti antisemiti che sarebbero poi
culminati nella Shoah. Con una successione di consecutive leggi le autorità tedesche delimitarono sempre
più le possibili attività della popolazione ebraica sino ad arrivare, nel settembre 1935, alla emanazione delle
leggi di Norimberga che, di fatto, estromisero i cittadini di origine ebraica da qualsiasi aspetto della vita
sociale tedesca. L'iniziale politica tedesca di obbligare gli ebrei ad un'emigrazione «forzata» dai territori del
Reich giunse al suo apice nel corso del pogrom del 9-10 novembre 1938, passato alla storia con il nome di
«Notte dei cristalli», quando circa 30.000 ebrei vennero deportati presso i campi di Buchenwald, Dachau e
Sachsenhausen e costretti ad abbandonare, spogliati di ogni bene, la Germania e l'Austria (annessa nel
marzo di quell'anno alla Germania) per poter riottenere la libertà.
Allo scoppio del secondo conflitto mondiale la politica di emigrazione forzata non poté più essere praticata
con successo a causa delle difficoltà imposte dal conflitto medesima. La nuova «soluzione» si basò sul fatto
che in molte città d'Europa gli ebrei avevano vissuto in zone ben delimitate. Per tale ragione i nazisti
formalizzarono i confini di tali aree e imposero una limitazione degli spostamenti agli ebrei che vi erano
confinati, creando i ghetti attuali. I ghetti erano, a tutti gli effetti, carceri nelle quali molti ebrei morirono di
fame e malattie; altri furono uccisi dai nazisti e dai loro cooperatori dopo essere stati sfruttati nell'impiego a
favore dell'industria bellica tedesca.
1.5.1Bambini liberati dall'Armata Rossa.
Nel corso dell'invasione dell'Unione Sovietica oltre 3.000 uomini facenti parte di unità speciali
(Einsatzgruppen) seguirono le forze armate naziste e condussero uccisioni di massa della popolazione ebrea
che viveva in territorio russo. Intere società vennero spazzate via, venendo catturate, rubate di tutti i loro
averi e uccise sul bordo di fossati.
Nel dicembre del 1941 Hitler decise infine di
uccidere gli ebrei d'Europa, durante la
Conferenza di Wannsee (20 gennaio 1942),
molti leader nazisti discussero i dettagli della
"soluzione finale della questione
ebraica"(Endlösung der Judenfrage). Dalle
minute della Conferenza risulta che il dottor
Josef Buhler, segretario di Stato per il
Governatorato Generale, spinse Reinhard
Heydrich ad avviare la «soluzione finale» nel
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proprio distretto amministrativo. Le decisioni
prese a Wannsee condussero alla
costruzione dei primi campi di sterminio
nell’ambito dell'Operazione Reinhard che
provvide alla costruzione ed all'utilizzo di tre
centri messi nel Governatorato Generale:
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fra il 1942 ed l'ottobre del 1943, condussero
alla morte di 1.700.000 persone deportate dai
ghetti mediante l' impiego di camere a gas
fisse e mobili che sfruttavano il monossido di
carbonio per le esecuzioni.
Le «esperienze» maturate nei campi dell'Operazione Reinhard portarono avanti all'ampliamento del campo
di concentramento di Auschwitz, situato abilmente in una zona di facile raggiungibilità ferroviaria, e alla
produzione di quattro nuove grandi camere a gas ed impianti di cremazione presso il centro separato di
Auschwitz II - Birkenau. Ad Auschwitz, per lo sterminio degli ebrei, vennero studiate nuove «soluzioni» che
permettessero di rimuovere il maggior numero di soggetti nel modo più rapido ed efficiente. Negli alti
disposizioni nazisti, in particolare, si mirava al risparmio delle munizioni che diventavano preziosissime per
l'avanzata sul fronte orientale.
Vennero pertanto adoperate le camere a gas, nelle quali il gas Zyklon B (acido prussico) veniva immesso
mediante normali docce: le vittime cessavano di vivere per asfissia nell'arco di 10-15 minuti.
Si calcola che nel corso del seconda conflitto mondiale restarono privi della vita circa sei milioni di ebrei. Le
condizioni di inciviltà e annichilimento della persona sono state ricondotte nelle pagine di Se questo è un
individuo, opera migliore dello scrittore italiano Primo Levi, trasferito ad Auschwitz e per miracolo
sopravvissuto alla prigionia nel campo di massacro.
1.5.2 Omosessuali
Gli omosessuali erano un altro dei gruppi presi di mira nel corso dell'olocausto. In ogni modo il partito
nazista non fece mai nessuno sforzo di distruggere tutti gli omosessuali; in base alle prime leggi naziste,
essere omosessuali in sé non era un motivo soddisfacente per l'arresto, occorreva avere compiuto qualche
atto omosessuale, condannabile in base al paragrafo 175.
Dopo la fine delle SA e il successo delle SS,
però, lo sterminio si aggravò, pure se rimase
sempre limitata ai gay tedeschi, ariani. Erano
questi che rifiutando di unirsi alle donne
intralciavano la crescita della "razza ariana". I
nazisti si disinteressarono in genere degli
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omosessuali maschi di altri popoli considerati
inferiori, per concentrarsi e tentare di "curare"
i maschi gay tedeschi.
Alcuni componenti eccelsi dei vertici nazisti,
come Ernst Röhm, erano conosciuti dai loro
stessi compagni di partito come omosessuali,
il che può rendere conto del fatto che la
dirigenza nazista diede segnali discrepanti su
come trattare con gli omosessuali. Alcuni dei
leader volevano apertamente il loro
massacro, mentre altri si limitavano a
chiedere un consolidamento delle leggi
contro gli atti omosessuali, ma per il resto
consentirono agli omosessuali di vivere come
gli altri cittadini.
Le stime sul numero di omosessuali confinati con il triangolo rosa e uccisi variano molto. Si va da un minimo
di 10.000 sino a un massimo di 600.000. L’ ampio intervallo dipende in parte dal criterio adottato dagli
studiosi per classificare le vittime: se solo omosessuali o altresì prendendo parte ad altri gruppi sconfinati dai
nazisti (ebrei, rom, dissidenti politici). In aggiunta a ciò, le registrazioni delle ragioni per l'internamento
risultano non esistenti in diverse zone.
1.5.3 Gli Zingari
La campagna Hitleriana di sterminio in massa nei confronti dei popoli zigani soprattutto Rom e Sinti
dell'Europa venne vista da molti come un'applicazione particolarmente bizzarra della scienza razziale
nazista. Gli antropologi tedeschi erano confusi dalla incompatibilità che gli zingari erano discendenti degli
originali conquistatori ariani dell'India, che tornarono poi in Europa. Beffardamente, questo li rendeva, in
pratica se non in teoria, non meno ariani della stessa gente tedesca.
Tale dilemma fu risolto dal Professor Hans Gunther, uno dei maggiori scienziati razziali, che scrisse:
« Gli Zingari hanno effettivamente mantenuto
alcuni elementi della loro origine nordica, ma
essi discendono dalle classi più basse della
popolazione di quella regione. Nel corso della
loro migrazione, hanno assorbito il sangue
delle popolazioni circostanti, diventando
quindi una miscela razziale di Orientali e
Asiatici occidentali con aggiunta di influssi
Indiani, Centroasiatici ed Europei. »
Come esito, malgrado le misure
discriminatorie, alcuni gruppi di Rom, incluse
le tribù tedesche dei Sinti e dei Lalleri, furono
risparmiati dalla proscrizione e dalla morte. I
rimanenti gruppi zingari patirono all'incirca
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