savona valbormida IL SECOLO XIX SONO ACCUSATI DI TRUFFA. VISITE UN GIORNO IN MENO ALLA SETTIMANA Primi colpi nel processo ai medici di Cairo Salute La difesa: l’Asl sapeva e le sostituzioni erano programmate GIOVANNI CIOLINA SAVONA. L’Asl savonese sa- peva della gestione su quattro giorni invece dei cinque previsti dalle normative per le visite dei pazienti di medicina di base. Ma soprattutto esisteva un sistema ben chiaro di sostituzione del collega assente. Un programma consolidato e ben chiaro. Sono questi i cardini difensivi degli otto medici-soci di Cairo Salute che da ieri sono alla sbarra con l’accusa di truffa ai danni dello Stato. Uno schema difensivo apparso chiaro fin dalle prime battute di un processo tenuto in un’aula piuttosto gelida del palazzo di giustizia nei confronti di Amatore Morando, presidente dell’associazione di medici di base cairese e dei colleghi Marcello Cadei, Giovanni Perdonò, BenvenutoSerafini,DonatellaBotta, Roberto Rodino, Marcella Calleri, e Laila Marino. E proprio Morando - difeso dagli avvocati Sciacchitano e Brignone - a fine udienza ha reso spontanee dichiarazioni per ribadire il concetto della «regolarità delle sostituzioni». «Il cartello che abbiamo appeso all’ingresso dello studio è stato fatto apposta per evidenziare un modus operandi della Gli uffici di Cairo Salute struttura - ha detto Amatore Morando - Ogni coppia di medici è stato contraddistinto da un colore, colore che è stato sistemato anche sulle porte degli studi ad evidenziare al pazientel’abbinamentotracollega e sostituto». Ma il vero colpo di scena, se cosìsipuòdire,èarrivatoconla testimonianza di Corrado Cirio, agente di polizia giudiziaria e soprattutto paziente di uno dei medici del gruppo. «Abbiamo accertato che ogni medico aveva un giorno alla settimana di ricevimento su appuntamento. E in quell’occasione non era presente. A Cairo tutti sapevano di questa si- tuazione e che in quella occasione avrebbero dovuto rivolgersi al collega che in quel momento era in struttura». Affermazione che per un attimo hanno acceso il sorriso degli imputati, ma che alla lunga si sarebbe rivelato una sorta di primo punto a favore dell’accusa. Si annuncia una decisione difficile per il giudice Filippo Pisaturocheinavviohachiesto (ma non ottenuto) il ttaglio dei testi:«Nonmisembracheledifesevoglianonegareifatti,mal’eventuale rilevanza penale». Attraverso il, luogotenente della finanza Mauro Giurleo ed appunto Corrado Cirio il pm daniela Pischetola ha ripercorso le fasi dell’inchiesta: dall’avvio su un’annotazione fino al blitz da infiltrato nel gennaio 2014 ed ai successivi pedinamenti e filmati sui movimenti dei medici nei giorni incriminati e per dimostrare le loroassenzedallostudio.Siannuncia battaglia fino a luglio soprattutto sull’entità dell’eventuale danno provocato all’Asl (costituitasi parte civile) e sul fatto che l’amministrazione pubblica sapesse dello schemaadottatodaCairoSalute. [email protected] cc BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI DRAMMA ALLA MARINA. L’UOMO RICOVERATO IN RIANIMAZIONE AL SANTA CORONA Precipita dalla barca in rimessaggio gravissimo guardaspiagge varazzino L’incidente mentre il cinquantenne lavorava all’imbarcazione di un amico VARAZZE. Stava lavorando sull’imbarcazione di un amico, quando per un attimo di distrazione è caduto da due metri d’altezza,procurandosiungrave trauma cranico. Antonio Nardenna, cinquantenne varazzino, noto in città per la sua attività estiva da guardaspiaggia,ierimattinaèstatotrasportato d’urgenza al Santa Corona di Pietra Ligure. E’ ancora ricoverato nel reparto di rianimazione in prognosi riservata. Il grave incidente si è consumato nel porto turistico di Varazze, intorno alle 11. Il cinquantenne, in quel momento solo, era impegnato in alcuni lavori di manutenzione sull’imbarcazione da pesca di un amico, appositamente trasportata da una ditta specializzata sul piazzale di proprietà della Marina di Varazze, nella parte di levante del porto, in uso agli armatori e agli artigiani. Probabilmente colto da un attimo di distrazione, l’uomo è scivolato cadendo dalla barca e precipitando a terra. Il forte tonfo provocato dalla caduta, di oltre due metri, ha richiamato l’attenzione di un pescatore che si trovava nelle vicinanze. Accorso sul posto, ha trovato Nardenna steso a terra e in stato confusionale. Immediata è scattata la chiamata ai soccor- Incidente ieri mattina alla Marina di Varazze si: sono intervenuti i militi della Croce Rosa di Celle e il 118. In Marina si sono recati anche i carabinieri e i funzionari dell’Asl per la sicurezza sul lavoro per i dovuti accertamenti. Accompagnato in codice rosso al pronto soccorso dell’ospedale SantaCorona,Nardennaèstato ricoverato nel reparto di rianimazione. Il forte trauma cranicofarebbepensarecheilvarazzino sia caduto di schiena, picchiando al suolo con il capo. Le sue condizioni sono gravi, la prognosi rimane riservata. ARCHIVIO S. SIM. - S. AN. ALTARE. DIMESSI DOPO IL MALORE DELLA SCORSA NOTTE Accendono il braciere per scaldarsi: salvati dal 118 Famiglia marocchina con due bambini intossicata dal monossido ALTARE. Il freddo era talmente intollerabile nel loro alloggio di via Roma, nel centro del paese che, disperati per le conseguenze dei loro figli piccoli (3 mesi e 3 anni) hanno pensato di prendere un braciere con il carbone e accenderlo per cercare di scaldarsi in camera da letto. Ma soprattutto per scaldare loro, le due piccole figlie. I genitori non hanno pensato che il loro ri- medio poteva avere conseguenze drammatiche. Una famiglia marocchina la scorsa notte è infatti rimasta intossicata, per fortuna senza gravi conseguenze, dalle esalazioni di monossido di carbonio. È stata la mamma a capire che qualcosa non andava. La figlia più grande, di 3 anni, dormiva e non riuscivano a svegliarla. Allora la decisione di intervenire e chiamare il 118 per chiedere aiuto. Senza però spiegare la natura del problema della figlioletta. L’equipe 118, con il medico Annalisa Berta e l’infermiere Antonio Russello, ha subito capito che il malessere era dovuto al braciere acceso per scaldarsi. Immediata la decisione di trasportare la famiglia all’ospedale di Savona da dove poi sono stati dimessi ieri. A. P. GIOVEDÌ 12 GENNAIO 2017 19 FERRANIA Filippa, un esposto contro i miasmi In procura con la firma di 608 cairesi LUISA BARBERIS CAIRO. La discarica della Filippa ancora nel mirino. Stufi di respirare miasmi, 608 cairesi hanno firmato un esposto per chiedere l’intervento della magistratura. Da mesi i residenti di località Ferrere e Camponuovo, le aree limitrofe all’impianto, vivono barricati in casa visto che si sprigionano odori nauseabondi causati dal percolato che scaturisce dalla discarica. «L’esposto - spiegano i firmatari – è frutto di una protesta spontanea di chi è stancodeidisagicheladiscarica procura nella vita quotidiana e chiede un intervento alle autorità competenti». Il documento è stato consegnatoaProcuradiSavona,Provincia, Asl2, Comune e carabinieri di Cairo e all’Arpal. «Nonostante la Filippa sia stata per anni decantata come un impianto all’avanguardia – spiega Mino Ferrari, presidente dell’Associazione Salute, Ambiente e lavoro di Cairo -, si stanno verificando tutti gli effetti negativi che avevamo previsto. La situazione sta diventando insostenibile». La segnalazione dei cairesi è peraltro la seconda offensiva in pochi giorni. Il 23 dicembre erastatoilcircolovalbormidese di Legambiente, presieduto dal consigliere di minoranza Giovanni Ligorio, a chiedere alla Procura un’indagine approfondita sulla Filippa che, nel caso in cui si dimostri il mancato rispetto delle prescrizioni legislative ed autorizzative, porti anche al blocco delle attività. Il Comune ha già imposto all’azienda di realizzare una nuova condotta fognaria da 650mila euro per smaltire il percolato, evitando che ristagni nelle vasche. «Stiamo lavorando al progetto–spiegal’azienda-,verrà presentato a giorni in Comune per porre rimedio ai miasmi che sono stati causati da un accumulo eccezionale di acqua in seguito all’alluvione. Le richieste dell’esposto dovrebbero già essere superate dalle delibere comunali». Il 29 dicembre sul tema l’amministrazione ha deciso di investire della questione la Provincia, ente che ha rilasciato l’Autorizzazione integrata ambientale, che dovrà verificare la situazione. Ma per i cittadini firmatari dell’esposto di oggi i problemi non sono guai alluvionali: «I primi miasmi della Filippa risalgono a circa tre anni fa, ultimamente si sono moltiplicati e permangono nonostantesianocessatiglieffetti dell’alluvione. Oggi, odori oltre al limite della sopportazione si percepiscono non solo in prossimità della Filippa, ma in una gran parte di Cairo». cc BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI ALBISOLA Commercio in lutto è morta donna Maria Quarant’anni fa fondò il Mara bar ALBISOLA SUPERIORE. Il commercio albisolese ha perso una delle sue figure di spicco, Maria Nicolini, imprenditrice che aveva aperto il “Mara Bar” in corso Mazzini, gestendolo per oltre quarant’anni. Se ne è andata una donna che, per la sua esperienza e la sua disponibilità, era diventata un punto di riferimento non solo per i colleghi commercianti, ma anche per i giovani che intendevano avviare una nuova attività. A lei si rivolgevano sempreperchiedereconsigli prima di compiere un passo fondamentale nella loro vita. Maria Nicolini aveva aperto il “Mara Bar” negli anni Sessanta insieme con il marito Orlando Giacobbi. Dopo oltre quarant’anni di lavoro ne aveva ceduto la gestione, ma aveva sempre mantenutounocchiodiriguardo,arrivando ad “armarsi” di spazzolone e stracci per andare a dare una mano a pulire: «L’ingresso e il marciapiede davanti sono il biglietto da visita di un pubblico esercizio, se sono puliti e in ordine invitano il cliente ad entrare»,ripetevasempre.Eaigiovani che si lamentano delle difficoltà rispondeva con tono serio: «I tempi erano brutti anche quando lavoravamo noi, ma ci siamo sempre rim- Maria Nicolini boccati le maniche». Una volta in pensione, aveva mantenuto il ruolo di “mamma” di tutti gli esercenti albisolesi, offrendo consigli ma anche ritagliandosi lo spazio per l’affetto del marito. Era una coppia inossidabile, tanto che era facile incontrarli a passeggio in corso Mazzini: lui sempre con un braccio sulle spalle di lei. Dopolascomparsadelmarito, si era dedicata al nuovo ruolo di nonna, seguendo il nipotino Jacopo, nato dall’unione della figlia Giovanna con Franco Fracchia. Il funerale di Maria Nicolini si svolgerà oggi alle 10,30 nella chiesa di San Nicolò, il duomo di Albisola Superiore. Ieri pomeriggio invece si è tenuto il rosario nella chiesetta romanica di San Pietro, che lei adorava. G. V.