NAGIB MAHFUZ
CANTORE DEI VALORI E DELLE MISERIE
DEL SUO POPOLO
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Biografia
Opere
“Vicolo del Mortaio”
“La Trilogia del
Cairo”
“Il ladro e i cani”
Il suo messaggio
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Biografia
Nagib Mahafuz, premio Nobel 1988, nato al Cairo
nel 1912, è il grande vecchio della letteratura
araba.
Nel 1930 si iscrisse alla facoltà di filosofia e
cominciò molto presto a scrivere racconti
pubblicati sulla rivista “Al Magalla al gadida”.Si
laureò nel 1934 e nel ‘39 si impiegò al Ministero
degli Awqad (affari religiosi) dove collaborò per 15
anni. Fu in questo periodo che, influenzato dalle
vicende storiche che gli ispiravano un forte spirito
nazionalistico, decise di dedicarsi alla stesura di
una storia romanzata dell’Egitto “La Trilogia del
Cairo” . Nel ’54, a 42 anni, si sposò dopo molte
esitazioni: temeva che l’impegno familiare lo
potesse distogliere dalla letteratura ; e nello stesso
anno lasciò l’impiego al Ministero per assumere
l’incarico di direttore artistico al Ministero della
Cultura, fu poi direttore del Museo del Cinema.
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Nel 1954 Mahafuz lasciò il lavoro al Ministero degli
Affari Religiosi per assumere l’incarico prima di
direttore artistico al Ministero della Cultura e poi quello
di direttore del Museo del Cinema. Nel ’57 ricevette il
premio di Stato per la Letteratura e nell’88 fu il primo
scrittore arabo a vincere il Premio Nobel.
Il 14 ottobre del 1994 ha subito un attentato ad opera di
fondamentalisti islamici dopo il quale ha rischiato di
perdere l’uso del braccio destro. Con molto impegno e
notevoli sforzi fisici ha continuato a scrivere a mano,
quotidianamente, pubblicando brevi scritti dal titolo:
”Storie del periodo della guarigione” Sebbene debba
osservare misure di sicurezza per i suoi spostamenti,e
nonostante l’età avanzata, continua a frequentare i
caffè insieme ad amici divenuti i suoi occhi e le sue
orecchie sul mondo; segue l’attività di giovani scrittori e
gli avvenimenti sociali, politici e culturali
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Opere
La sua produzione può dividersi in tre fasi salienti:
la prima dal 1939 al 1944 comprende 3 romanzi
sulla storia dell’antico Egitto.
L’ultimo: “La battaglia di Tebe” è particolarmente
interessante per le connessioni che fa tra la storia
antica e le vicende politiche a lui contemporanee.
Il romanzo descrive l’eroica battaglia degli egiziani
e dei loro Faraoni per cacciare gli Hyksos, stranieri
invasori.In realtà vuole denunciare e condannare la
lunga, umiliante occupazione britannica del suo
paese.
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Opere
La II fase dal 1945 al ’50 è detta PERIODO
REALISTA- SOCIALE . Nel ’47 pubblica “Vicolo del
Mortaio”. Ambientato durante la II guerra mondiale,
quando l’Egitto, ancora sotto il controllo britannico,
fu parzialmente occupato dalle truppe italotedesche. Il romanzo è la descrizione spesso
ironica della vita quotidiana in un vicolo del Cairo.
I suoi personaggi vivono miseramente, ai margini
della società, quasi prigionieri del vicolo angusto e
povero dove sembra impossibile migliorare o
evadere. Lo farà la giovane Hamida che,
consapevole della sua bellezza e dello squallido
destino che la attende, varca i limiti del vicolo e si
perde nel falso splendore delle luci della grande
città.
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Opere
Il secondo stadio della carriera di romanziere di
Mahfuz, culminò nel ’56 con l’opera “ La trilogia del
Cairo” in cui studiò i mali socio-politici della sua
terra descrivendoli con lo stile proprio del realismo
e del naturalismo. Da essa emerge una immagine
sconsolata e deprimente di un vasto settore
rappresentativo della società egiziana.
Senza la trilogia, testimonianza della vita politica,
sociale, religiosa ed intellettuale dell’Egitto nei
vent’anni delle due guerre mondiali, quel periodo di
tumulti e sofferenze sarebbe rimasto
indocumentato, poiché non risultano altri romanzi
del genere nella letteratura araba.
Dopo “The Cairo trilogy” non scrisse più nulla per
circa sette anni ( dal ’52 al 59) per un lungo periodo
di riflessione alla ricerca di un nuovo stile.
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Il ladro ed i cani
Con questo romanzo, del 1961, inizia il terzo stadio
dello sviluppo del suo stile.Il romanzo ha per
protagonista un ladro uscito di prigione che, deciso
a vendicarsi di chi ha causato il suo arresto e si è
appropriato dei suoi beni, tenta di farsi giustizia e
finisce con l’uccidere non i traditori ma due
innocenti. Anche la sua fine sarà terribile.
La vicenda si muove a diversi livelli passando dal
quotidiano al sociale e al metafisico. Se a livello
sociale la vicenda è una denuncia dei guasti della
società, a livello spirituale il messaggio è che un
uomo può escogitare un piano malvagio e
perseguirlo, ma la crudeltà del suo operato lo
disorienta e lo distrugge. Qui si evidenzia
l’immanenza della giustizia divina
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Il suo messaggio è rivolto ai problemi della
ingiustizia sociale. Afferma che l’uomo non deve
trascorrere il tempo che Dio gli ha concesso sulla
terra nella futile ricerca dei beni caduchi e della
soddisfazione dei propri interessi: infatti il Nirvana
è una realtà collettiva, i personaggi che vengono
salvati nelle sue opere sono quelli che si pongono
finalità altruistiche e testimoniano una
partecipazione ai problemi del prossimo. Sono
destinati alla dannazione coloro che cercano
soltanto la realizzazione e la salvezza individuale.
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