I L R I S C A T T O La parola r i s c a t t o, dal greco “antilytron

ILRISCATTO
La parola r i s c a t t o, dal greco “antilytron”,
significa “prezzo corrispondente”. Immaginate di
acquistare un chilo di frutta al mercato al prezzo di
€ 1,00. Questa somma, secondo l’aumento del mercato,
rappresenta l’esatto valore o prezzo corrispondente di
quel chilo di frutta.
Quando la parola di Dio usa il termine “antilytron”,
lo applica al sacrificio espiatorio compiuto da Gesù
sulla croce a beneficio del genere umano e con il
significato seguente: il primo uomo, Adamo, era stato
creato perfetto ed esente dal peccato e per riscattare
tutta la progenie umana dal peccato in cui era stato
concepito con la sua caduta, occorreva la vita di un
altro uomo perfetto che potesse soddisfare la giustizia
divina.
L’amore di Dio provvide tale riscatto, o prezzo
corrispondente, nella persona del suo Figliuolo Gesù.
Per questa sua missione salvifica il Signore Gesù viene
definito anche “l’ultimo Adamo” per distinguerlo dal
primo. “Il primo uomo, Adamo, fu fatto anima
vivente; l’ultimo Adamo è spirito vivificante”
(1 Corinzi 15: 45).
Ecco qualche passaggio biblico in cui l’originale
greco del Nuovo Testamento usa la parola
“antilytron”: 1 Timoteo 2:4-6; Matteo 20:28; Marco
10:45
DOMANDE: a) che cosa significa “riscatto” e qual è
la parola greca usata nel N.T.
b) Quando la Bibbia usa questa parola a
che cosa lo applica?
c) Come viene chiamato Gesù in 1
Corinzi 15:45?
d) Citate qualche passo del N.T. in cui
nell’originale greco viene usata la
parola “antilytron”
Questa persona, che con il sacrificio della propria
vita doveva riscattare Adamo e la sua posterità, non
poteva essere scelto tra la razza adamica, perché voi
ricordate che nella lezione precedente abbiamo
imparato che “per mezzo di un solo uomo (Adamo)…
“tutti hanno peccato” (Romani 5:12). Davide scrisse a
proposito che “nessuno…può in alcun modo redimere il
fratello, né dare a Dio il prezzo del riscatto d’esso”
(Salmo 49:7).
Bisognava trovare dunque un essere al di fuori
della progenie umana e l’amore di Dio lo trovò nel Suo
Figliuolo unigenito Gesù Cristo: “Iddio ha tanto amato
il mondo che ha dato il Suo unigenito Figliuolo, affinché
chiunque crede in lui non perisca, ma abbia
vita eterna” (Giovanni 3:16).
DOMANDE: a) Perché colui che doveva riscattare
l’uomo non poteva essere scelto tra i
membri della famiglia umana?
b) In chi lo provvide l’amore di Dio?
Gesù adempì con gioia la volontà del Padre e venne
sulla terra per compiere la sua opera di redenzione con
il sacrificio della propria vita: “guardando a Gesù,
duce e perfetto esempio di fede, il quale per la gioia
che gli è stata posta dinanzi sopportò la croce…” Ed
ancora: “Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, ma
mi hai preparato un corpo…Allora io ho detto: Ecco,
io vengo…per fare, o Dio, la tua volontà” (Ebrei 12:2;
10:6-7).
DOMANDA: Con quale sentimento Gesù si offrì per
compiere l’espiazione del peccato di
Adamo? Cita qualche passo.
Prima che il sacrificio della croce fosse compiuto, la
redenzione dell’uomo veniva tipificata con l’uccisione
di animali (tori, vitelli, becchi, agnelli ecc.) con il cui
sangue il sacerdote levitico faceva la propiziazione (placava,
cioè, la giustizia divina). Questi sacrifici non
toglievano il peccato, ma simboleggiavano il sacrificio
perfetto di Cristo.
In Ebrei 10:4 leggiamo, infatti: “…perché è
impossibile che il sangue di tori e di becchi tolga i
peccati” e in 1 Pietro 1:18,19: “sapendo che non con
cose corruttibili, con argento o con oro, siete stati
riscattati… ma col sangue prezioso di Cristo, come
d’Agnello senza difetto né macchia, ben preordinato
prima della fondazione del mondo”.
DOMANDE: a) Prima della venuta di Gesù com’era
tipificata la redenzione dell’uomo?
b) Potevano quei sacrifici cancellare i
peccati? Cita qualche referenza
biblica.
Prima che Gesù venisse sulla terra e nascesse da
Maria Vergine, ebbe una esistenza preumana, nel
Regno del Padre suo. L’Apostolo Giovanni, nel primo
capitolo del suo Evangelo, lo chiama “LOGOS”, parola
greca che significa “VERBO” o “PAROLA”: “Nel
principio (della creazione) la Parola era (esisteva) e la
Parola era (un) dio. Essa era nel principio con Dio.
Ogni cosa è stata fatta per mezzo di Lei….E la Parola
è stata fatta carne ed ha abitato per un tempo fra noi”
(vss. 1,2,4,14).
Vi sono in queste parole le seguenti verità
principali:
1°) il Logos non era IL DIO, l’ETERNO, ma un
essere potente, cioè UN DIO.
2°) Al principio della creazione del mondo Egli già
esisteva in quanto fu creato prima che i secoli
fossero, nei tempi eterni (Michea 5:1). Il Logos
fu la prima creatura venuta all’essere, “il
primogenito”, “il principio della creazione di
Dio” (Colossesi 1:15; Apocalisse 3:14).
3° Il Logos partecipò all’opera creativa, fu l’Artefice
della creazione di Dio: “senza di Lui neppure una
delle cose fatte è stata fatta” (Giovanni 1:3;
Proverbi 8:30 V.R.I., Colossesi 1:16).
4° Il Logos o Parola non si incarnò, come credono
molti cristiani, ma “è stata fatta carne” che è
cosa, come vedremo, molto diversa.
DOMANDE: a) Spiega i versetti 1, 2, 3, 14 del cap. 1
dell’Evangelo di Giovanni.
b) Specifica quali sono le quattro
conclusioni da trarre.
Vi è una differenza sostanziale tra le due espressioni:
“Verbo incarnato” e “Verbo fatto carne”. Con la prima
espressione, infatti si vuole sostenere che il Logos,
nella sua esistenza preumana, aveva la natura divina,
era una sola cosa con Dio, era Dio stesso e, venendo sulla
terra, conservò quella natura nell’altra umana.
Era, cioè, vero Dio e vero uomo (“teantropo).
L’altra espressione, invece, (il Verbo fatto carne),
denota un cambiamento di natura, una “metamorfosi”
dalla natura spirituale alla natura umana. Gesù dovette,
infatti, lasciare la sua prima natura completamente,
abbassare se stesso, divenire esclusivamente uomo,
uomo perfetto come lo era stato Adamo prima di
peccare (Filippesi 2:8; Ebrei 2:9; 1 Corinzi 15:22,45).
Abbiamo visto che il termine greco della parola
“riscatto” significa “prezzo corrispondente”; ora, un
uomo-dio rappresenta un prezzo superiore a quello
costituito dal primo Adamo e la giustizia divina non
poteva accettare questo baratto perché è perfetta. Essa
richiedeva il sacrificio di un uomo perfetto per la
salvezza di un altro uomo caduto dalla perfezione e di
tutta la sua posterità.
La parola di Dio dice, infatti, chiaramente che “vi
è un solo Dio ed anche un solo mediatore fra Dio e gli
uomini, Cristo Gesù uomo, il quale diede se stesso
qual prezzo di riscatto per tutti” (1 Timoteo 2:5,6)
L’unione di due nature diverse rappresenta un
ibridismo ed è condannata dalla Parola di Dio (leggasi
tutto il cap. 18 del Levitico).
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DOMANDE: a) quale differenza vi è tra le due
espressioni: “Verbo incarnato” e
“verbo fatto carne”?
b) Citate qualche referenza biblica c) Perché la seconda
espressione non può
essere accettata?
d) Che cosa dice, infatti, la Parola di Dio?
e) È ammessa l’unione di due nature in
un’unica persona? Che cosa costituisce?
La dottrina del riscatto è stata preombreggiata
dall’offerta in sacrificio di Isacco che Abramo stava per
compiere, se l’Angelo del Signore non avesse fermato
la sua mano. Ed Isacco divenne, altresì, il simbolo della
“progenie” che, al proprio tempo, benedirà tutte le
nazioni della terra (Genesi 22:16-18). Quella progenie,
nella realtà, è il Cristo, capo e corpo: “Or le
promesse furono fatte ad Abramo e alla sua progenie –
scrive Paolo. – Non dice ‘E alla progenie’ come se si
trattasse di molte; ma, come parlando di una sola,
dice: ‘E alla tua progenie, che è Cristo’”. Aggiunge
poi: “Voi tutti che siete stati battezzati in Cristo vi siete
rivestiti di Cristo. Non c’è qui né Giudeo né Greco;
non c’è né schiavo né libero; non c’è né maschio né
femmina; poiché voi tutti siete uno in Cristo Gesù. E se
siete di Cristo, siete dunque progenie di Abramo: eredi,
secondo la promessa” (Galati 3:16, 27-30).
DOMANDE: a) In quale punto della Bibbia è stato
preombreggiato il riscatto? Qual è il
significato più profondo di quel
grande esempio di fede di Abramo? b) con la parola
“progenie” a chi si
riferisce la Parola di Dio?
Quando è stato compiuto il riscatto? Oppure
poniamo la domanda in altra forma: Quando è stata
soddisfatta la giustizia di Dio per il pagamento del
peccato di Adamo o prezzo corrispondente? La
risposta la troviamo in Giovanni 19:30.
In favore di chi è stato compiuto il riscatto? La
risposta la troviamo in 1 Timoteo 2:6.
Perché è stato compiuto per tutti? La risposta è
contenuta in 1Timoteo 4:10.
Non dimenticate mai che
IL RISCATTO E PER TUTTI !
Beneficerà Adamo del riscatto? Certamente sì. Il
peccato e la morte sono passati a tutti gli uomini per
ereditarietà e non per partecipazione diretta. Così, se
riscatto significa pagamento di un prezzo
corrispondente, quel prezzo (in questo caso si tratta del
sangue prezioso di Gesù Cristo) serve innanzitutto a
cancellare il peccato di Adamo e quindi a risuscitarlo
dai morti e poi anche quello di Eva: “Adamo – scrive
Paolo – non fu sedotto; ma la donna, essendo stata
sedotta, cadde in trasgressione; nondimeno sarà salvata
partorendo figliuoli, se persevererà nella fede,
nell’amore e nella santificazione” (1 Timoteo 2:14,15).
DOMANDE: a) Quando è stato compiuto il riscatto?
b) In favore di chi è stato compiuto?
c) Beneficerà Adamo del riscatto?
d) Da che cosa possiamo trarre questa
deduzione?
TESTIMONIANZA
“CHE LA REMISSIONE DELLI PECCATI, E LA
IUSTIFICAZIONE E TUTTA LA SALUTE NOSTRA
DEPENTE DA CRISTO”.
“Avendo adunque il nostro Dio mandato quel gran
profeta che ci avea promesso, che è l’unigenito suo
Figlio, acciocché esso ci liberi dalla maledizione della
legge, e riconcilii con lo nostro Dio, e faccia abile la
nostra volontà alle buone opere, sanando il libero
arbitrio, e ci restituisca quella divina immagine, che
perduta abbiamo per la colpa de’ nostri primi parenti; e
conoscendo noi che sotto il cielo non è dato altro nome
agli uomini, nel quale ci possiamo salvar, fuori che ‘l
nome di Gesù Cristo: corriamo con li passi della viva
fede a Lui nelle braccia, il quale ci invita gridando:
“Venite a me tutti voi che siete affannati e aggravati, e
io vi ricrearò”. Qual consolazione, quale allegrezza in
questa vita si può assimigliare a quello di colui, il qual,
sentendosi oppresso dalla gravezza intollerabile degli
suoi peccati, ode così dolci e suavi parole del Figliuol
di Dio, che gli promette tanto benignamente di ricrearlo e
liberarlo da così grave peso? Ma il tutto consiste che
conosciamo dadovero la infirmità e miseria nostra,
perché non gusta il bene chi non ha sentito il male. E
perciò dice Cristo: “Se alcuno ha sete, venga a me e
beva”, quasi voglia dire che, se l’uomo non si conosce
peccatore e non ha sete della giustizia, non può gustare
quanto dolce sia questo nostro Gesù Cristo, quanto sia
soave pensare e parlar di Lui e imitar la sua santissima
vita. Se adunque conoscendo la infermità nostra per
l’Ufficio della legge, ecco che Gioan Battista ci mostra
col dito il medico benignissimo, dicendo: “Ecco
l’agnello di Dio, il qual lieva li peccati del mondo”, il
qual, dico, ci libera dal grave giogo della Legge,
abrogando e annichilando le sue maledizioni e aspre
minacce, sanando tutte le nostre infermità, riformando il
libero arbitrio, ritornandoci nella pristina innocenza e
instaurando in noi la immagine di Dio: perciocché,
secondo san Paulo, si come per Adamo tutti moriamo,
così per Cristo tutti siamo vivificati, e non crediamo sia
di maggior efficacia il peccato di Adamo, il quale
abbiamo ereditato, che la giustizia di Cristo, la qual
parimente abbiamo per fede ereditata. Pareva che
l’uomo si potesse dolere che, senza sua cagione, fosse
nato e concetto in peccato nella iniquità dei suoi
parenti, per i quali regnava la morte in tutti gli uomini;
ma ora è tolto via ogni lamento, poiché in quello stesso
modo senza nostra cagione è venuta la giustizia di
Cristo, e la vita eterna per Cristo, e per esso è stata
uccisa la morte”.
(“Scrittori d’Italia – Opuscoli e lettere di Riformatori
Italiani del cinquecento” – Vol. I – Ediz. Laterza 1913).
Questa bellissima composizione si trova in uno
scritto, di autore ignoto, dal titolo: “Del beneficio di
Gesù Cristo crocifisso verso i Cristiani”. Pubblicato a
Venezia nel 1543 venne posto all’indice dal
Sant’Officio romano. Pare che l’autore sia stato un
monaco benedettino negro, che scrisse il trattato in un
monastero della Sicilia, presso l’Etna. Notevole
l’insegnamento del riscatto per tutti e della
giustificazione che sono in perfetta aderenza con la
fede professata dai cristiani millenaristi.
LARISURREZIONEDEIMORTI
I
La dottrina della risurrezione dei morti è senza
dubbio la meno conosciuta ed anche la meno creduta
dalla cristianità, anche se si tratta di una dottrina
biblica al cento per cento, ed il messaggio che da essa
scaturisce, potente ed irresistibile, può essere motivo
di speranza e di consolazione per molti cuori affranti
dal dolore per la perdita delle persone care.
Quando abbiamo l’opportunità di annunziare quel
messaggio, la maggior parte dei nostri interlocutori
manifesta il proprio scetticismo o ci considera persone
dotate di poco senso pratico, per non dire di più. Si
tratta esattamente dello stesso scetticismo di quei
filosofi ateniesi che, dopo avere ascoltato il discorso
dell’apostolo Paolo nell’Areopàgo, “quando udirono
mentovare la risurrezione dei morti, alcuni se ne
facevano beffe; ed altri dicevano: ‘Su questo noi ti
sentiremo un’altra volta’” (Atti 17:32).
Tolti naturalmente i casi di ateismo dichiarato o di
indifferentismo, è davvero grave che dei credenti in
Cristo debbano ignorare, più o meno volutamente, il
messaggio della risurrezione dei morti. Nel ricercare
la causa di ciò, possiamo affermare che essa risiede
nella credenza paganeggiante della immortalità dell’anima e
nel corollario di errori che da essa
scaturiscono, quali l’esistenza dell’anima nei tormenti
eterni dell’inferno, in un luogo di purgamento da cui
possono essere tratti anticipatamente con i suffragi,
quali le preghiere, le messe, ecc., o nel paradiso.
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DOMANDE: a) Qual è la posizione di molti cristiani di
fronte alla dottrina della risurrezione
dei morti?
b) Come si comportano quando ricevono
quell’annunzio?
c) Qual è la causa di tutto ciò?
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II
Cattolici, protestanti, ortodossi e molti movimenti
evangelici recitano il credo cosiddetto apostolico che
contiene un esplicito riferimento alla “risurrezione
del corpo”, ma questo rimane pur sempre una
componente liturgica del culto che non incide nella
coscienza dei credenti i quali pensano che, se la morte
non è una realtà a se stante, ma un passaggio da una
forma inferiore ad un’altra superiore di vita; se
l’anima cioè, con la morte, viene liberata dai legami
restrittivi dell’involucro corporeo, a qual pro
imprigionarla di nuovo in un angusto corpo umano
alla risurrezione? Ě questa, infatti, la constatazione che
Virgilio, nel
libro sesto dell’Eneide, mette in bocca ad Enea.
L’eroe troiano, disceso nel regno dei morti, sulla
sponda del fiume Lete vede molte anime di trapassati
le quali, volando a schiere, non si davano requie.
Incuriosito, ne chiede spiegazione al suo genitore,
Anchise, e da lui apprende che esse volevano
riprendere i loro vecchi corpi terrestri. Al che,
meravigliato, Enea aggiunge: “O padre, adunque
creder si dee che l’alme, che sono qui scarche e libere
e felici, cerchin di nuovo a la terrena salma, di
nuovo a la prigione dei corpi? E qual, misere loro!
empio desire…”.
Perciò abbiamo affermato che la dottrina
dell’immortalità dell’anima ha cancellato
gradualmente dal cuore dei cristiani una delle più belle
speranze dell’umanità, una delle manifestazioni più
gloriose della potenza di Dio che si eserciterà al
proprio tempo per mezzo di Gesù Cristo!
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DOMANDE: a) Perché la dottrina della risurrezione dei
morti viene disconosciuta o quasi
ignorata dalla cristianità?
b) Suffragate questa affermazione con
l’episodio dell’Eneide.
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La parola di Dio considera la risurrezione dei morti
come la sola, l’unica speranza non solo del popolo di
Dio, ma di tutta l’umanità. Scrive l’Apostolo: “…Se i
morti non risuscitano… quelli che dormono in Cristo
sono periti” (1 Corinzi 4:16-19). Perché periti?
Perché la morte, quale salario del peccato, pone
completamente fine a qualsiasi manifestazione
cosciente di vita, fino al tempo stabilito da Dio per la
risurrezione: “Il giorno che tu ne mangerai, per certo
morrai”, disse Iddio ad Adamo. E dopo la
trasgressione, nel riconfermare la sentenza di morte,
aggiunse: “…perché dalla polvere fosti tratto e nella
polvere ritornerai” (Genesi 2:17; 3:19).
Perciò l’apostolo Paolo presenta la risurrezione dei
morti come l’unica alternativa per il ritorno alla vita,
con l’esclusione assoluta di qualsiasi altra prospettiva,
e ciò non solo armonizza con tutto il piano di Dio che
si attua in Gesù Cristo nei secoli ed età, ma spazza via
tutte le false dottrine fiorite attorno alla concezione
pagana dell’immortalità dell’anima, con le relative
speculazioni finanziarie da parte della Babilonia
ecclesiastica.
La credenza in un’anima immortale nell’uomo, che
continua a vivere coscientemente, non solo svuota di
contenuto la dottrina della risurrezione dei morti, ma
menoma gravemente il concetto stesso della espiazione
operata da Cristo sulla croce e che viene
così enunciata nella parola di Dio: “Per mezzo di un
uomo (Adamo) è venuto la morte, così anche per
mezzo di un uomo (Cristo) è venuto la risurrezione dei
morti. Poiché, come tutti muoiono in Adamo, così
anche in Cristo tutti saranno vivificati” (1 Corinzi
15:21,22).
Negare la realtà sostanziale della morte dell’uomo
significa negare praticamente la grave realtà del
peccato e negare il peccato significa negare il grande
sacrificio di Cristo, in quanto, se l’uomo ha un’anima
immortale, se la morte è solo un passaggio verso una
superiore e, in determinati casi, più gloriosa forma di
vita, egli non ha nemmeno bisogno di un Salvatore.
Aggiungiamo ancora che la dottrina dell’immortalità
dell’anima porta ad altre perniciose dottrine: se
l’anima è immortale, essa è increata, indistruttibile,
preesistente alla nascita dell’uomo. Siamo quindi alla
“metempsicosi” insegnata dai filosofi greci Pitagora e
Platone (VI secolo a.C.), ritenuta da Origène, vescovo
di Alessandria del II secolo d. C., creduta oggi da
milioni di buddisti!
Rimaniamo dunque al cristianesimo vero, genuino,
autentico!
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DOMANDE: a) Come considera la Parola di Dio la
risurrezione?
b) Recitare a memoria 1 Corinzi 1b) A quale assurda
conseguenza porta la
teoria della immortalità dell’anima?
Perché?
c) Quale altro pernicioso errore è più
vicino ad essa?
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IV
Le Scritture paragonano la morte ad un sonno al
quale seguirà un risveglio:
“Lazzaro s’è addormentato; ma io vado a svegliarlo”,
disse Gesù (Giovanni 11:12).
“Coloro che dormono nella polvere della terra, si
risveglieranno”, profetizza Daniele (12:2).
“L’uomo giace, e non risorge più; finché non vi
siano più cieli, ei non si risveglierà, nè sarà destato
dal suo sonno”, profetizza Giobbe ( 14:12), ponendo
così la risurrezione alla fine dell’età con la
instaurazione dei nuovi cieli e della nuova terra (2
Pietro 3:13; Apocalisse 21:1).
“Or, fratelli, - esorta l’apostolo Paolo - non
vogliamo che siate in ignoranza circa quelli che
dormono…” (1 Tessalonicesi 4:13).
Squarciamo dunque questo velo di ignoranza e
riponiamo tutta la nostra speranza nelle mani
dell’Eterno Iddio e Padre nostro che ha concesso al5:16-19.
Signor nostro Gesù Cristo il potere della vita. Al
momento fissato, il nostro amato e benedetto
Redentore aprirà con le sue chiavi la grande prigione
della tomba, il sepolcro o inferno della Bibbia, per
liberare i suoi prigionieri e riaccendere in loro la
scintilla della vita: “… l’Eterno m’ha unto… per
proclamare la libertà a quelli che sono in cattività
(schiavitù della morte), l’apertura del carcere ai
prigionieri” (Isaia 61:1) “… Queste cose dice il
santo, il verace, colui che ha la chiave di Davide,
colui che apre e nessuno chiude, colui che chiude e
nessuno apre” (Apocalisse 3:7).
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DOMANDE: a) Di che cosa parlano le Scritture?
Come si esprime Gesù nei riguardi
di Lazzaro?
b) A che cosa viene dunque paragonata
la morte e perché?
c) Chi opererà, al momento stabilito da
Dio, il risveglio di tutti i morti e in
qual modo?
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V
Il tema generale della predicazione apostolica era
imperniato sulla risurrezione di Gesù, come unica
speranza di risurrezione e di vita eterna per tutti gli
uomini. Giovanni scrive che gli stessi Apostoli in un primo
momento non avevano ben compreso la
Scrittura “secondo la quale Egli doveva risuscitare dai
morti” (Giovanni 20:9). E l’apostolo Pietro,
nell’ispirato discorso tenuto il giorno della Pentecoste,
affermò che “Questo Gesù Iddio l’ha risuscitato; del
che noi tutti siamo testimoni” (Atti 2:32).
Se fosse vera la teoria della immortalità
dell’anima, queste ed altre numerosissime
affermazioni della Bibbia non avrebbero senso alcuno.
Perciò la risurrezione dei morti costituisce la
vittoria di Cristo su Satana, il trionfo della vita sulla
morte, di quella vita che, secondo il proponimento
divino, si rinnoverà riacquistando la primitiva
perfezione edenica: ossia l’immagine e la somiglianza
con Dio!
Non vi sarà una unica risurrezione di tutti i morti.
In ordine di tempo, in relazione alla elezione
individuale, vi sarà:
a) la prima risurrezione, alla quale
parteciperanno i santi (la Chiesa);
b) la risurrezione generale di tutti gli altri morti
(Giovanni 5:28-29).
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DOMANDE: a) Qual era il tema centrale della
predicazione apostolica?
b) Quando gli apostoli compresero la
realtà della risurrezione di Gesù?
c) Quali considerazioni ispira la
risurrezione dei morti?
d) Descrivete l’ordine con cui avranno
luogo le resurrezioni.
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VI
LA PRIMA RISURREZIONE. Essa
riguarderà i membri del corpo di Cristo ed avrà luogo
con il ritorno del Signore Gesù:
“Il vostro cuore non sia turbato; abbiate fede in
Dio, e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre
mio vi sono molte dimore; se no ve l’avrei detto; io vo
a prepararvi un luogo; e quando sarò andato e v’avrò
preparato un luogo, tornerò e v’accoglierò presso di
me, affinché dove sono io, siate anche voi” (Giovanni
14:1-3).
La prima risurrezione è chiamata anche
RISURREZIONE DI VITA o MIGLIORE
RISURREZIONE, perché coloro i quali vi faranno
parte non saranno sottoposti al giudizio; essa si
distingue da quella generale, chiamata risurrezione di
giudizio (Giovanni 5:28-29); e avrà luogo “al suon
dell’ultima tromba”; allora “i morti risusciteranno
incorruttibili e noi saremo mutati” (1 Corinzi 15:52).
La stessa cosa leggiamo anche in 1 Tessalonicesi
4:16,17.
“L’ultima tromba”, a cui allude Paolo, è la
settima. Leggiamo, infatti, in Apocalisse 10:7 che
“nei giorni della voce del settimo angelo, quand’egli
sonerebbe, si compirebbe il mistero di Dio, secondo
ch’Egli ha annunziato ai suoi servitori, i profeti”.
Il “mistero di Dio” in questo caso si riferisce alla
glorificazione della Chiesa eletta, dopo la sua
risurrezione; significa “Cristo in noi, speranza di
gloria” (Colossesi 1:26,27).
I risorti dalla prima risurrezione “saranno
sacerdoti di Dio e di Cristo e regneranno con Lui
quei mille anni” (Apocalisse 20:6) Essi sono i
vincitori sul peccato, pertanto, non verranno in
giudizio, ma saranno passati dalla morte alla vita
(Giovanni 5:24); sono “i santi dell’Altissimo” ai quali
verrà dato il giudizio (Daniele 7:21); sono coloro che
giudicheranno il mondo e gli angeli, naturalmente
quelli decaduti (1 Corinzi 6:2,3).
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DOMANDE: a) Com’è chiamata la prima
risurrezione?
b) Quando avrà luogo?
c) Quale sarà l’ultima tromba e quale
evento si compirà durante il tempo
in cui riecheggerà il suo suono?
d) Quale sarà la missione dei
partecipanti alla prima risurrezione?
La Chiesa glorificata, la Nuova Gerusalemme,
sarà il canale, lo strumento di benedizione tra Dio e gli
uomini (Apocalisse 21:1-3).
La Chiesa di Gesù Cristo sarà gloriosa, perché
parteciperà alla natura divina del suo Capo e
Sposo (2 Pietro 1:4).
Se essa oggi è la “vergine casta” (2 Corinzi 11:2),
dopo le sue nozze con l’Agnello, sarà “madre”
gloriosa che genererà, con il suo Sposo e Signore, i
figliuoli della risurrezione, cioè il resto dell’umanità.
(Apocalisse 21:7-9). Perciò leggiamo in Isaia 54:1
queste parole: “Giubila, o sterile, tu che non partorivi!
Da’ in gridi di gioia ed esulta, tu che non provavi
doglie di parto! Poiché i figliuoli della derelitta saran
più numerosi dei figliuoli di colei che ha marito”
(cioè la Babilonia mistica).
“Tutta splendore è la figliuola del re (la chiesa
glorificata) nelle sue stanze (si ricordi la “casa del
Padre” dalle “molte stanze” o “dimore” di Giovanni
14:2); la sua veste è tutta trapunta d’oro. Ella sarà
condotta al re in vesti ricamate, seguita dalle vergini
sue compagne… I tuoi figliuoli prenderanno il posto
dei tuoi padri; tu li costituirai principi di tutta la
terra” (Salmo 45:10, 16).
Gesù disse agli Apostoli: “Io vi dico in verità che
nella nuova creazione, quando il Figliuolo dell’uomo
sederà sul trono della sua gloria, anche voi che
m’avete seguitato, sederete su dodici troni a
giudicare le dodici tribù d’Israele” (Matteo 19:28).
DOMANDE: a) Quale sarà la natura della Chiesa?
b) Perché sarà chiamata madre?
c) Quale sarà la sua missione nel
Millennio?
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LA RISURREZIONE GENERALE - 1^ Parte
Rispondiamo innanzi tutto a questa domanda:
risorgeranno tutti i morti, senza esclusione alcuna?
Leggiamo nella Bibbia affermazioni come queste:
“son morti e non rivivranno più; sono ombre, e non
risorgeranno più; tu li hai puniti, li hai distrutti”
(Isaia 26:14). L’empio “perirà per sempre” (Giobbe
20:7). “l’Eterno distruggerà tutti gli empi” (Salmo
145:20). “Gli empi saranno sterminati di sulla terra”
(Proverbi 2:22) ecc. Come spiegare queste
affermazioni?
Il Nuovo Testamento parla di una duplice
risurrezione: una finale che si realizza con il ritorno
del Signore, e la prima, di ordine morale, che è costituita da
un cambiamento di esistenza, da una vita
nuova in Cristo, da realizzare subito, ora. Il seguace
di Gesù è già risuscitato in Lui (Colossesi 2:12; 3:1) e
vive sin d’ora nei cieli come nella sua città (Filippesi
3:20). L’empio non può giammai sperimentare tutto
ciò; sul piano della prima risurrezione le sue speranze
non esistono, sono distrutte. Egli risorgerà sul piano
umano solo per sentirsi schiacciato dalle proprie
responsabilità, per affrontare il giudizio e pervenire
infine alla redenzione con il riscatto di una esistenza
sbagliata. Quella primitiva esistenza adamitica è
distrutta per sempre ed egli si presenterà davanti alla
giustizia di Dio per essere confuso, ma salvato (Isaia
45:22-24; 1 Corinzi 3:14,15).
Vi è dunque una risurrezione per tutti? La Bibbia
non lascia alcun dubbio in proposito. Essa dice che
Cristo Gesù uomo “diede se stesso quale prezzo di
riscatto per tutti”, perché l’Iddio vivente “è Salvatore
di tutti gli uomini, principalmente dei credenti” (1
Timoteo 2:6; 4:10).
Da questa premessa scaturiscono le seguenti
considerazioni:
- “come tutti muoiono in Adamo, così anche in
Cristo saran tutti vivificati” (1 Corinzi 15:22);
- perché “se per un solo fallo (quello di Adamo)
la condanna si è estesa a tutti gli uomini, così
con un atto di giustizia (compiuto da Cristo Gesù) la
giustificazione che dà la vita s’è
estesa a tutti gli uomini” (Romani 5:18).
- Vi sarà perciò “una risurrezione dei giusti e
degli ingiusti” (Atti 24:15).
Risorgeranno gli abitanti di Sodoma, già distrutti
dal fuoco celeste; risusciteranno i samaritani che, con
il loro sincretismo religioso erano lontani dal vero Dio
(Ezechiele 16:55; Matteo 11:23,24); risorgeranno i
niniviti, distrutti dal giudizio divino (Sofonia 2:13;
Matteo 12:41); risorgeranno i servitori disubbidienti
più o meno consapevoli della volontà di Dio, non per
essere distrutti, ma per ricevere le “poche” o le
“molte” battiture (Luca 12:47,48).
DOMANDE: a) Risorgeranno gli empi? In che senso la
Scrittura afferma che saranno
sterminati?
b) Come sarà la risurrezione generale?
per quale motivo?
c) Tra gli altri, quali popoli
risusciteranno?
IX
LA RISURREZIONE GENERALE - 2^ Parte
In Apocalisse 20:5 leggiamo che la risurrezione
generale avrà luogo alla fine dei mille anni del regno
Cristo e della Chiesa. Se si legge attentamente l’intero
capitolo appare evidente che questo versetto
costituisce una interpolazione (cioè una aggiunta
umana al Sacro Testo). Esso manca infatti del tutto
nel Codice Sinaitico, in quello Vaticano n. 1160 ed in
tutti gli altri più antichi. Cerchiamo qui di dimostrare
che la risurrezione ha luogo all’inizio dei mille anni
del regno di Cristo e non alla fine e che questo periodo
sarà tempo di giudizio per il mondo, giudizio – giova
ripeterlo – che sarà esercitato non solo dal Signore
Gesù, ma anche dalla sua Chiesa, costituita da coloro
che saranno re e sacerdoti. Questo giudizio si
estenderà, come abbiamo già visto, non solo all’intera
umanità, ma anche agli angeli ribelli.
Una prova chiarissima di quanto affermiamo ci
viene offerta da Apocalisse 20:11-14: il Giudizio del
gran trono bianco, dove si prospetta per tutti i
risuscitati che non fanno parte della Chiesa la
possibilità di essere ancora iscritti nel libro della vita.
In altri termini,
- la risurrezione dei santi, cioè la prima (Apocalisse
20:4-6);
- il legamento di Satana perché non seduca più le
genti“ (Apocalisse 20:1-3);
- la instaurazione dei nuovi cieli e della nuova terra
(Apocalisse 21:1,2);
- la discesa della santa Città, la nuova Gerusalemme
(Apocalisse 21:9,10);
la risurrezione generale di tutti i morti
(Apocalisse 21:11-13)
sono avvenimenti che hanno luogo all’inizio e non alla
fine del Millennio. L’apostolo Pietro, nell’affermare
che “noi aspettiamo nuovi cieli e nuova terra, nei
quali abita la giustizia” (2 Pietro 3: 13), colloca
l’evento al tempo del ritorno del Signore ed all’inizio
dell’era messianica o Millennio, come si deduce
chiaramente leggendo l’intero capitolo. Vedasi anche
Isaia 65:17-25.
“Non vi meravigliate di questo; - disse il Signore
Gesù – perché l’ora viene in cui tutti quelli che sono
nei sepolcri, udranno la sua voce e ne verranno
fuori….” (Giovanni 5:28).
Gesù, il Servo dell’Eterno, “Non spezzerà la
canna rotta e non spegnerà il lucignolo fumante…”
Egli è stato costituito per essere “la luce delle nazioni,
per aprire gli occhi dei ciechi, per trarre dal carcere i
prigioni (cioè i morti dalla tomba)” (Isaia 42:3,6,7;
61:1).
Il Signore Gesù instaurerà il regno che avrà
ricevuto dalle mani del Padre, non per distruggere le
creature umane che Egli ha riscattato con il suo sangue
prezioso, ma per disfare “le opere di Satana” (1
Giovanni 3:8); per restaurare tutte le cose alla
primitiva perfezione (Atti 3:21); per liberare tutta la
creazione dalla schiavitù della corruzione e portarla
alla libertà dei figliuoli di Dio (Romani 8:21).
DOMANDE:a) Perché il versetto 5 del capitolo 20 di
Apocalisse è falso?
b) Quando ha luogo il giudizio del gran trono
bianco? Citate gli altri avvenimenti che
apriranno la nuova età.
c) I testi di 2 Pietro 3:13 e Isaia 65:17-25 che
cosa provano, infatti?
d) Che cosa farà il Signore Gesù al momento
opportuno?
e) Quale sarà lo scopo del suo regno di mille
anni?