Lezione/Concerto sulla Serenata op. 8 in Re maggiore Trio

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Il Trio Quodlibet è formato dai musicisti
Mariechristine Lopez (violino), Virginia Luca
(viola) e Fabio Fausone (violoncello). Il Trio si
è costituito nel Conservatorio della Svizzera
Italiana di Lugano nel 2012, durante il
percorso di studio individuale dei tre musicisti.
Qui, hanno studiato con i Maestri Bruno
Giuranna, Stefano Molardi, Enrico Dindo e
Yuval Gotlibovich. Hanno conseguito il
massimo dei voti in tutti gli esami sostenuti
relativi al percorso cameristico. Tutti e tre i
componenti del Trio sono stati vincitori del
Rome Chamber Music Festival diretto da
Robert McDuffie in diverse edizioni. Nel 2015
hanno partecipato al Festival “Sapori Ticino”
di Ginevra (CH) e al Festival “Pablo Casals”
di Prades (F) nella classe del Fine Arts
Quartet esibendosi a Prades e a
Marquixanes. Si sono esibiti inoltre per
Musicadinsieme (MI) ed in diversi recital
cameristici a Lugano (CH). Sempre nel 2015
sono risultati tra i finalisti del concorso “Luigi
Nono” di Venaria (TO). Sono stati
recentemente
invitati
a
esibirsi
per
l’Associazione Amici di Paganini (GE) e per
Rive-Gauche Concerti (TO). Attualmente
studiano presso il Conservatorio della
Svizzera Italiana di Lugano con i Maestri
Enrico Dindo e Yuval Gotlibovich; inoltre, si
perfezionano con la prima viola della
Kremerata Baltica e dell’Orchestra Nazionale
della RAI Ula Ulijona Zebruinate e con il
Quartetto di Cremona presso l’Accademia
“Stauffer” di Cremona.
Lezione/Concerto
sulla Serenata op. 8
in Re maggiore
di Ludwig Van Beethoven
(1770–1827)
Trio Quodlibet trio d’archi
Michele Trenti relatore
Venerdì 8 aprile 2016 ore 17,30
Palazzo Tursi
Salone di rappresentanza
Ingresso libero
Il venticinquenne Beethoven compose la Serenata in
Re maggiore per violino, viola e violoncello in omaggio ad un genere in voga fino a pochi anni prima
(Mozart fu maestro insuperato del genere, con un'ampia produzione di Divertimenti, Cassazioni e Serenate), ma che stava cedendo il passo di fronte all'emergere di urgenze espressive di altro carattere; non a
caso il brano rimase, insieme all'op. 25 per flauto e
pianoforte, l'unico del genere nella produzione
beethoveniana. Tuttavia il giovane compositore volle
mostrare di essere in grado di padroneggiare (e
come!) anche questa forma, attestandosi sul modello
mozartiano: cinque movimenti, ma in se stessi compositi e variegati - il primo e l'ultimo sono incastonati
dalla medesima Marcia, mentre l'Adagio centrale è
interrotto da uno scherzo appena accennato; non
manca un movimento danzante su ritmo di polacca
ed un tema con quattro variazioni. La composizione
fu pubblicata dall'editore viennese Artaria nel 1797,
ed ebbe grande successo, tanto che Beethoven ne
approntò una versione per viola e piano, pubblicata
sette anni dopo come op. 42. Ricca di ispirazione e
vitalità giovanili, la Serenata op. 8 presenta tutti i tratti
richiesti dal pubblico del tempo, dall'originalità di
alcune improvvise bizzarrie (ma non troppo audaci)
alla varietà di trovate timbriche, dalla cantabilità
sentimentale alle affermazioni tematiche perentorie e
un poco retoriche. Molti furono in tutta Europa i
musicisti che trascrissero, per gli organici più diversi,
la Serenata di Beethoven, a riprova del fatto che,
ormai volto a mondi musicali molto più profondi
precorrendo di decenni l'evoluzione del linguaggio, il
genio di Bonn aveva saputo prepararsi un solido
mestiere compositivo sul terreno in cui il pubblico era
in grado di seguirlo e giudicarlo: ed oggi saremo
accompagnati alla scoperta di questo brano e delle
sue ricchezze dalle analisi e dalle esecuzioni del
giovane Trio Quodlibet.
Michele Trenti
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