L’esperienza di tirocinio attivo svolto presso il Liceo Scientifico “G. Galilei” di Nizza Monferrato (AT) ha rappresentato un momento significativo di confronto con la pratica didattica. Gli scarsi livelli d’apprendimento degli studenti italiani nel latino, sono probabilmente da imputare ad un insegnamento dogmatico e poco motivante di tali discipline. A dimostrazione di ciò, in questo lavoro, descrivo una sperimentazione didattica che, utilizzando metodologie accuratamente progettate per accrescere la motivazione degli allievi, proponendo attività che consentano la costruzione degli apprendimenti da parte dei ragazzi, riconosciuti come individui attivi e competenti e inseriti in un contesto sociale e culturale interattivo, ha prodotto un sensibile miglioramento dei loro livelli d’apprendimento. L’attività di programmazione ha richiesto uno studio e un ripasso attento della disciplina. Ho poi cercato di strutturare in modo coerente l’intervento di tirocinio attivo, cercando di proporre un’attività nuova rispetto a quanto abitualmente svolto dalla tutor. L’intento non era chiaramente quello di stravolgere i processi e le strategie note agli allievi, ma solo quello di fornire loro utili spunti di riflessione e approfondimento. Nonostante la scelta dell’autore fosse strettamente vincolata alle esigenze e alle necessità previste dalla programmazione didattica della tutor, ho cercato di strutturare l’intervento con particolare attenzione alle metodologie, nel tentativo di favorire un approccio più attivo e riflessivo all’opera letteraria, tenendo conto della sua estrema complessità e cercando di riattivare la curiosità e la partecipazione degli allievi. La lettura di brani in lingua originale, seguita dalla rispettiva analisi, rappresenta l’oggetto prevalente dell’intervento didattico. I testi in lingua originale sono stati analizzati con cura. Ho cercato infatti di giungere sempre con loro a una traduzione il più possibile attenta e rigorosa, mettendo in evidenza non solo gli aspetti morfologici e sintattici ma anche quelli storici e sociali connessi al testo. Ho potuto riscontrare una partecipazione attiva e costante da parte di un buon numero di alunni: in quasi tutte le lezioni ho ottenuto attenzione e collaborazione. Durante l’effettivo intervento didattico in classe ho dovuto modificare in itinere alcuni aspetti della programmazione: d’altronde è necessario che il docente mostri flessibilità e capacità di adeguarsi al contesto reale entro cui si trova ad operare. Ho ricercato da subito una stretta cooperazione tra alunni e docente, poiché volevo trasmettere l’idea che l’allievo non è solo un ascoltatore, ma una persona che partecipa “alla formulazione dei contenuti nelle interruzioni, spazi, problematizzazioni che continuamente il docente solleva”1. Desidero cioè che gli alunni pervengano ad un “apprendimento significativo”. Il confronto ha permesso di cogliere l’importanza del dialogo argomentato, di porre domande e di cercare possibili percorsi di conoscenza. In questo modo si sono esclusi i rischi 1 Cfr. A. Calvani, Elementi di didattica, Carocci, p. 147. 1 dell’omologazione, che derivano da approcci poco articolati alla realtà; i giovani sono dotati di risorse, di creatività e di spirito critico e la scuola ha la responsabilità di educare e valorizzare tali potenzialità. La didattica basata sul continuo scambio dialettico di domande e risposte genera un costante e proficuo confronto insegnante-alunni: la partecipazione frequente ed attiva dei ragazzi implica un coinvolgimento tale da valorizzare anche le loro potenzialità. Un’impostazione didattica basata poi sulla diretta fruizione ed interpretazione del testo permette inoltre allo studente di servirsene come documento privilegiato, caratterizzato da un intrinseco valore letterario, per l’approfondimento della conoscenza della civiltà che lo ha prodotto. Partendo dal testo, si è quindi cercato di cogliere tali nodi concettuali e di sviluppare nei ragazzi una capacità critica di astrazione e generalizzazione, volendo condurli dal particolare all’universale. L’esperienza mi ha aiutata a capire che è possibile applicare quindi una varietà di metodi didattici per l’insegnamento della letteratura latina al fine di accrescere la motivazione degli allievi e, conseguentemente, di migliorarne i livelli d’apprendimento. I risultati conseguibili non si esauriscono tuttavia nell’acquisizione di conoscenze e competenze disciplinari, ma vanno anche a toccare aspetti come l’interesse, la motivazione, la capacità di lavorare in gruppo, lo sviluppo dei processi cognitivi e metacognitivi, il superamento di convinzioni ed immagini stereotipate. 2