OSTEOTOMIA VENTRALE DELLA BOLLA TIMPANICA (OVB) Marina Martano, Torino INTRODUZIONE – L’osteotomia ventrale della bolla timpanica è la procedura chirurgica di elezione per il trattamento delle patologie di questa porzione dell’orecchio. Sebbene sia possibile eseguire l’intervento in entrambe le specie animali, è eseguita più frequentemente nel gatto, poiché spesso le patologie dell’orecchio medio del cane sono correlate a patologie del condotto uditivo esterno, pertanto l’approccio laterale alla bolla è preferito. L’accesso alla cavità è piuttosto semplice, ma l’intervento in sé non è scevro da complicanze intra- e postoperatorie, ovviabili con una buona conoscenza dell’anatomia della zona e con un’attenta esecuzione delle varie manualità. INDICAZIONI – Tutte le patologie dell’orecchio medio. Polipi rinofaringei del gatto, neoplasie, osteomielite della bolla timpanica, otite media che non risponde alla terapia medica. Per quanto riguarda i polipi rinofaringei del gatto, alcuni Autori consigliano l’esecuzione della OVB in tutti i soggetti che presentano una sintomatologia riferibile a questa patologia, mentre altri riservano tale chirurgia ai soli soggetti che manifestano segni radiografici di coinvolgimento della bolla, segni neurologici, oppure sono portati a visita per recidiva del polipo in seguito ad asportazione per trazione/avulsione5,12,13. In seguito a OVB il tasso di recidiva per questa patologia è invece piuttosto contenuto. In tutti i casi va sempre eseguito l’esame radiografico delle bolle timpaniche con l’animale in anestesia generale. Indicazioni più dettagliate possono poi derivare da indagini più accurate, quali TAC o RMN. TECNICA CHIRURGICA1,2,4,13 – L’animale in anestesia generale inalatoria viene posto in decubito dorsale, con la testa estesa e un cuscino o altro supporto nella zona cervicale, al fine di facilitare la visualizzazione delle bolle timpaniche. La tricotomia della regione sottomandibolare e ventrale del collo deve essere ampia. Dopo accurata disinfezione della parte, si palpa la porzione ventrale della bolla, che appare come un rigonfiamento immediatamente caudale e mediale all’angolo della mandibola. L’incisione cutanea è parallela e laterale rispetto alla linea sagittale mediana, dal lato interessato, a metà tra due linee immaginarie congiungenti una gli angoli della mandibola e l’altra le ali dell’atlante. Mediante dissezione smussa si separa il ventre del muscolo digastrico (laterale) dai muscoli ioglosso e stiloglosso (mediali) e si evidenzia il n. ipoglosso (sulla faccia laterale del m. ipoglosso), che deve essere retratto delicatamente e risparmiato. A questo punto il campo può essere ampliato mediante divaricatori autostatici (Gelpi o Wietlaner) e, una volta palpata la bolla, la si libera dagli eventuali tessuti molli rimasti (m. giuguloioideo nel cane). Per penetrare nella cavità timpanica si può impiegare un chiodo di Steinmann montato su un trapano a mano, facendo attenzione a non penetrare con violenza nella cavità, per non danneggiare le strutture dell’orecchio medio. La soluzione di continuo viene quindi ampliata con una piccola pinza ossivora. Non appena completata l’apertura, è bene effettuare un prelievo sterile per l’esecuzione dell’esame batteriologico e antibiogramma (sempre!). Nel gatto ci si accerta quindi di aver raggiunto entrambe le cavità della bolla timpanica dopo la rottura del setto osseo che le separa quasi completamente. Si procede poi all’esame della cavità e all’effettuazione di eventuali biopsie per l’esame istologico; si esegue quindi la completa pulizia dai residui cellulari e/o dal materiale necrotico e si lava abbondantemente con soluzione fisiologica sterile tiepida. Per evitare l’insorgere di complicanze post-operatorie occorre non essere troppo aggressivi nel curettage della porzione dorso-mediale della bolla, sede degli ossicini uditivi. Nel caso sia necessario il lavaggio della cavità anche dopo la chirurgia, o quando questa risulti infetta e si preveda la formazione di essudato anche nei giorni successi all’intervento chirurgico, è possibile applicare un drenaggio prima della chiusura della ferita4,13. A questo scopo può essere impiegato un drenaggio di Penrose o un tubo fenestrato di piccolo calibro inserito nella cavità e fatto fuoriuscire da una piccola incisione nella regione cervicale ventrale. Il tubo deve essere fissato alla porzione laterale della bolla con un filo da sutura riassorbibile e mantenuto in sede per 3-7 giorni, a seconda della quantità di liquido drenato. Ad esso può essere connesso un vacutainer o altro sistema aspirante chiuso, per mantenerlo attivo ed evitare la contaminazione. L’ancoraggio del tubo alla bolla è necessario per evitare la sua prematura dislocazione. Sulla reale necessità del drenaggio postoperatorio il dibattito è ancora aperto8. COMPLICANZE E PROGNOSI – Le complicanze sono simili a quelle descritte per la TECALBO, ma compaiono con una maggior frequenza, soprattutto nel gatto. La sindrome di Horner, dovuta a irritazione del tronco simpatico, si manifesta in circa l’80% dei soggetti3,5,6, ma generalmente si risolve spontaneamente nell’arco di pochi giorni o settimane; se la condizione, però, persiste per oltre 6 settimane, è possibile che sia irreversibile. I sintomi di otite interna, quali nistagmo, atassia e testa ruotata potranno scomparire solo se manifestatisi dopo la chirurgia; segni preesistenti a questa, invece, difficilmente si risolveranno del tutto, sebbene generalmente siano compatibili con la vita. In generale, comunque, almeno il nistagmo si risolve entro pochi giorni. Di questa evenienza, però, il proprietario deve essere informato preventivamente. Altre complicanze segnalate sono la paralisi del n. faciale, con conseguente assenza dell’ammiccamento, ptosi labiale e lagoftalmo; danni al n. ipoglosso, che comporta ipomotilità linguale e dell’apparato ioideo e danni al tronco parasimpatico, con comparsa di cheratocongiuntivite secca. In alcuni casi in cui sia presente una continuità tra orecchio esterno e medio o la bolla non sia stata adeguatamente ripulita dai detriti, anche l’infezione dell’orecchio medio e interno può complicare il decorso post-operatorio. La OVB è un intervento eseguito prevalentemente nel gatto per l’asportazione di polipi rinofaringei e più raramente per l’asportazione di neoplasie e per la cura di otiti medie. La prognosi, nel primo caso, è decisamente buona, con possibilità di successo superiori al 90%. Per quanto riguarda le altre forme non esiste in letteratura una casistica molto ampia e i risultati, soprattutto per le neoplasie, sono variabili. Nel cane la OVB è stata consigliata quale intervento di salvataggio per la cura di otiti esterne o medie già trattate mediante TECA-LBO e non risolte11, oppure come alternativa alla bullotomia laterale, ma in associazione all’asportazione totale del condotto uditivo10. In questo caso bisogna considerare il disagio di dover cambiare decubito all’animale in corso di intervento per poter avere un accesso adeguato, con conseguente allungamento dei tempi della chirurgia. Un impiego analogo a quello del gatto si ha in caso di polipi infiammatori, evento però molto raro nel cane9. La funzionalità uditiva in seguito a bullotomia ventrale può essere conservata con maggior frequenza rispetto a quanto avviene in caso di TECA-LBO, in quanto la membrana timpanica non viene di norma lesionata, così come la catena degli ossicini, a meno di inavvertiti traumi iatrogeni dovuti al curettage troppo accurato della bolla. Quest’ultima, come descritto in seguito a studi sperimentali nel cane7, rigenera e si riempie di tessuto fibroso già poche settimane dopo la chirurgia. Se tale processo è però troppo marcato, il tessuto neoformato potrebbe inglobare anche la catena degli ossicini, con conseguente diminuzione o scomparsa della capacità uditiva. BIBLIOGRAFIA 1. Arcelli R, Leone F. Otiti nel cane nel gatto. Paletto ed., Milano. 2001. 2. Booth HW Jr. Ventral bulla osteotomy: dog and cat. In: Current techniques in small animal surgery. MJ Bojrab, 4° ed., Williams & Wilkins, 1997. 109-112. 3. Faulkner JE, Budsberg SC. 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