Bruna Zani, Patrizia Selleri, Dolores David, Modelli

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Bruna Zani, Patrizia Selleri, Dolores David, Modelli teorici e contesti sociali, Carocci,
Roma, 2003, pp. 255.
Recensione di Alida Favaretto – 30 giugno 2006
Abstract
The volume deals with fundamental features of Communication. Communication is the
transfer of information from one person to another. Most of us fail to realize that a great deal
of our communication is of a non-verbal form as opposed to the oral and written forms. Nonverbal communication includes facial expressions, eye contact, tone of voice, body posture
and motions, and positioning within groups. It may also include the way we wear our clothes
or the silence we keep. In person-to-person communications our messages are sent on two
levels simultaneously. If the nonverbal cues and the spoken message are incongruous, the
flow of communication is hindered. Right or wrong, the receiver of the communication tends
to base the intentions of the sender on the non- verbal cues he receives.
Il volume affronta aspetti fondamentali della comunicazione. La comunicazione è lo scambio
di informazioni da una persona ad un’altra. Molti di noi realizzano una comunicazione sia
attraverso un linguaggio verbale sia attraverso il linguaggio non verbale. Il linguaggio non
verbale include le espressioni della faccia, la postura del corpo, la posizione nell’ambito del
gruppo. Inoltre può includere il modo di vestirsi e il silenzio. Il linguaggio in ogni caso può
percorrere entrambi i livelli. Giusto o sbagliato il ricevente tende a basare le intenzioni
dell’emittente sulla base non verbale.
Recensione
Il volume è suddiviso in due macro parti. Nella prima parte inerente alle
“Caratteristiche psicosociali dei processi comunicativi” sono proposti i principali
approcci teorici, la comunicazione non verbale, il fallimento della comunicazione e la
differenza nei processi comunicativi tra gli uomini e le donne.
La seconda parte, invece, è dedicata a specifici approcci comunicativi: la
comunicazione in classe, la comunicazione medico-paziente e la comunicazione in
ambito giuridico.
L’interesse delle autrici si concentra soprattutto nell’analisi degli aspetti “cognitivi,
motivazionali, comportamentali che entrano in gioco nella comunicazione”1
Le autrici definiscono “conoscenza” la ricerca e la costruzione di significati trasmessi
attraverso testi, ovvero, attraverso situazioni.
Proprio per questo motivo è necessario distinguere il concetto di “informazione” da
quello di comunicazione, proprio perché il processo comunicativo veicola tipologie di
messaggi complessi. L'informazione si limita a provvedere alla comprensione del
messaggio mentre la comunicazione richiede l'attivazione di un processo
interpretativo dei contenuti del messaggio che viene trasmesso.
La complessità della comunicazione verte sul fatto che il messaggio si offre a una
molteplicità di interpretazioni correlate al modo in cui è stato trasmesso, a come la
situazione ha portato a interpretarlo.
1
Bruna Zani, Patrizia Selleri, Dolores David, Modelli teorici e contesti sociali, Carocci, Roma, 2003, p. 11.
1
La comunicazione è polisemica, cioè può avere molteplici significati; il suo effetto
nel ricevente è il risultato dell'incontro tra ciò che la comunicazione trasmette
letteralmente e ciò che il ricevente riesce a capire.
Dato il presupposto che tra mittente e destinatario esiste una condivisione dei
codici, delle procedure discorsive e dei concetti utilizzati per trattare certi particolari
contenuti, la comunicazione non si pone come semplice trasmissione di
informazioni, bensì come processo di costruzione e co-costruzione di significati.
Lo spazio della polisemia di un messaggio costituisce lo spazio della contrattazione
tra le due parti impegnate nel processo comunicativo.
Secondo Bruna Zani non sussistono significati al di là di quelli riconducibili alle
conoscenze condivise e consolidate in un determinato gruppo sociale e al di fuori di
quelli che possono essere rintracciati nel testo o nelle parole usate dal soggetto
comunicante.
Altresì i nuovi significati che si possono ricavare devono in ogni caso essere
compresi in qualche modo nella cultura dei partecipanti all'interazione.
E in questa prospettiva si parla di cultura come insieme delle conoscenze di chi vive
in un particolare contesto sociale.
Ma cosa costituisce la conoscenza?
Costituisce conoscenza tutto quello che “già sappiamo”: ciò che ci aiuta a
comprendere quanto accade attorno a noi o quanto apprendiamo dai media come,
ad esempio, informazione di fatti, eventi accaduti, storie immaginarie, di fantasia.
Questo complesso viene da noi interpretato al fine di elaborare una
rappresentazione del mondo - o di certe sue aree - entro la quale costruire
un'identità personale e il relativo programma di vita con le azioni da intraprendere o
non intraprendere, come procedere, a quali attribuire importanza
La conoscenza non è mai astratta e sempre possiede un fine, è sempre legata a
uno scopo. Ci serviamo della conoscenza per processare informazioni e
comunicazioni utili in una particolare circostanza.
Perciò, la conoscenza:
• è sempre legata ad un fine;
• è il prodotto della comunicazione come rapporto tra ciò che un testo (o una
situazione) vuole significare e ciò che il ricevente interpreta sulla base delle
sue esperienze precedenti o del suo interesse o delle sue motivazioni e
finalità.
Una componente essenziale della comunicazione è il cambiamento in quanto, dopo
che è avvenuto uno scambio comunicativo, la situazione non è più la stessa di
prima perché è accaduto qualcosa che ha modificato la relazione tra i partecipanti,
ovvero il rapporto tra essi e l'ambiente esterno.
Vengono analizzate le caratteristiche degli insuccessi che cambiano in base ai
contesti sociali in cui si verificano.
Nel relativo processo che porta all’insuccesso intervengono molti fattori legati ai
gradi diversi di intenzionalità e di casualità nel produrre effetti mediante la
comunicazione, a seconda che si tratti di un atto deliberato da parte dell'emittente,
oppure di un'azione non prevista e del tutto casuale.
Si deve anche tenere conto dell'atteggiamento del ricevente e delle sue
caratteristiche nell'interpretare un messaggio; della situazione specifica in cui
avviene la comunicazione; del tipo particolare di contenuto e di forma che vengono
assunti dal messaggio.
Particolare risalto viene dato alla comunicazione non verbale da parte di Dolores
David. La comunicazione non verbale sviluppa importanti funzioni nel
comportamento sociale dell'uomo. L'informazione fornita dalle parole viene a volte
contraddetta o smentita dai segnali non verbali che la accompagnano e quando la
2
comunicazione verbale non è possibile, le informazioni vengono trasmesse
attraverso segnali non verbali.
Quando dobbiamo farci un'idea di una persona, ad esempio, facciamo riferimento,
oltre a quello che dice, ai segnali non verbali che ci manda: il tono di voce, la
mimica del volto, i movimenti, i gesti senza esserne del tutto consapevoli.
Le funzioni della comunicazione non verbale sono molteplici, che può essere
considerata il linguaggio delle relazioni, attraverso di essa si segnalano il tipo di
relazione in corso e i mutamenti qualitativi delle relazioni interpersonali; è il mezzo
principale per esprimere e comunicare le emozioni. Il linguaggio del corpo dà
indicazioni sull'immagine di sé e del proprio corpo e contribuisce alla presentazione
di sé agli altri, fornisce elementi con cui interpretare il significato delle espressioni
verbali.
Cosa rientra nella comunicazione non verbale?
Il sistema intonazionale, paralinguistico e cinesico (ossia il comportamento spaziale,
il comportamento motorio-gestuale, il comportamento mimico del volto, il
comportamento visivo, l’aspetto esteriore).
Nel comportamento spaziale rientrano i segnali di contatto corporeo (inteso come
elemento prossemico), distanza, postura.
Il contatto corporeo è la forma più primitiva di azione sociale. Ci sono molte
differenze interculturali rispetto all'uso e al significato del contatto corporeo e al
modo in cui viene usato.2
Gli aspetti non verbali del parlato (il tono, il timbro, l'intensità della voce, le
pause......), danno indicazioni per la sincronizzazione delle interazioni e per la
metacomunicazione sul discorso verbalizzato. Il silenzio durante un'interazione per
esempio è una forma non verbale del parlato e può assumere significati diversi:
momento di pausa per decidere chi deve ricominciare a parlare, oppure momento di
attenzione nei confronti dell'interlocutore o altro.
Anche l'aspetto esteriore fa parte della comunicazione non verbale in quanto è
l'immagine che abbiamo e che vogliamo dare di noi stessi. Questo giustifica il fatto
che si impieghi tempo, energie e denaro per controllare e migliorare l’aspetto.
L'aspetto esteriore è molto condizionato dal contesto sociale, un certo trucco, un
certo abbigliamento o un certo taglio di capelli risultano, infatti, importanti a
condizione che se ne condivida il significato.
Dolores David è l’autrice del capitolo “Differenze fra donne e uomini nei processi
comunicativi”.
L’autrice si sofferma:
• su quale canale di comunicazione ricorrono più frequentemente le donne e
gli uomini, in base all'obiettivo da raggiungere (per esempio per attribuire
2 L’autrice sottolinea come la distanza interpersonale fornisce informazioni sull'intenzione di iniziare,
mantenere o interrompere un incontro: il movimento verso una persona può essere un segnale di
interazione; allontanarsi dal proprio interlocutore può comunicare l'intenzione di porre fine a
quell'incontro.
L'orientazione indica l'angolo in cui le persone si situano nello spazio, l'una rispetto all'altra. Questo
segnale sembra indicare i rapporti di collaborazione, intimità o gerarchia che si stabiliscono tra due
persone. Due amici intimi o due persone che stanno collaborando, tendono a mettersi fianco a fianco o a
90 gradi. Nei rapporti gerarchici il superiore si colloca di fronte al dipendente. Anche la postura partecipa
al processo di comunicazione. Esistono posture dominanti e posture sottomesse. Il portamento eretto ad
esempio, con il capo piegato all'indietro e le mani sui fianchi può comunicare il desiderio di dominare. Il
modo di camminare, di stare in piedi, di sedersi può comunicare/rivelare stati d'animo e il rapporto che
la persona ha con se stessa, l'immagine di sé. Il comportamento motorio-gestuale è quello più studiato
tra i comportamenti non verbali. I gesti delle mani e i cenni del capo sono indubbiamente quelli che
hanno un peso maggiore nella comunicazione. I cenni del capo in particolare, sono segnali non verbali in
genere molto rapidi e per questo possono sembrare meno importanti, in verità sono molto più importanti
degli altri per il procedere di un'interazione. Un cenno del capo fatto da chi ascolta, è in genere percepito
da chi parla come segnale di attenzione o di assenso, ha perciò valore di rinforzo nel senso che
ricompensa il comportamento precedente e lo incoraggia. (Bruna Zani, Patrizia Selleri, Dolores David,
op. cit., pp. 51-70)
3
incarichi, reclamare o gestire reclami, informare, produrre e diffondere
materiale di lavoro, ecc.);
• su quale configurazione comunicativa viene scelta tendenzialmente da donne
e uomini nello svolgimento delle proprie attività (riunioni ristrette/allargate,
colloqui uno-a-uno, ecc.);
• come
vengono
elaborati,
all'interno
delle
diverse
configurazioni
comunicative, i processi dell'ascolto e del feedback tra donne e donne, tra
donne e uomini, tra uomini e uomini;
• quali sono i “disturbi” alla comunicazione percepiti da donne e uomini, e
come vengono gestiti.
Per dare una risposta plausibile la David analizza quali differenze individuali entrano
in gioco: vale a dire, il ruolo svolto dalle “variabili personali” in questo processo.
Le variabili personali, che appaiono più importanti riguardano l'area del processo
cognitivo e dell'apprendimento sociale. Sono delle variabili personali di
apprendimento sociale cognitivo. Queste variabili possono suggerire il modo in cui
le caratteristiche del singolo soggetto possono influire sull'impatto determinato
dagli stimoli (ambiente, situazioni, trattamenti).
Patrizia Selleri si concentra sulla conversazione in classe. Vengono presentati gli
approcci teorici più rilevanti nella dinamica del processo di insegnamentoapprendimento.
Nel contesto sanitario Bruna Zani si concentra sulla comunicazione medicopaziente: “L’analisi dei processi comunicativi permette di rilevare importanti
informazioni circa i ruoli, gli scopi, i contenuti dell’interazione”3 che, molte volte,
sono influenzati dalle caratteristiche personali.
L’ultimo capitolo, di Patrizia Selleri, è dedicato all’ambito giurico-legale e alle varie
situazioni interattive che si creano nei soggetti a seconda del loro ruolo (testimone,
cliente o imputato).
Il volume, come scrivono le autrici, è stato soprattutto pensato per gli studenti che
frequentano i corsi di psicologia e psicologia sociale. Ciò non toglie che il libro
risulta molto utile per gli educatori e per gli insegnanti dalla scuola primaria alla
scuola secondaria superiore poiché permette di riflettere sui significati che può
assumere la comunicazione nei diversi contesti sociali.
Indice:
Introduzione
Parte prima
Caratteristiche psicosociali dei processi comunicativi
1. La comunicazione interpersonale: principali approcci teorici di Bruna Zani
e Patrizia Selleri
1.1. I modelli teorici
1.2. La pragmatica della comunicazione
1.3. La teoria degli atti linguistici
1.4. Gli approcci di sociolinguistica
1.5. La prospettiva contrattuale
1.6. L’analisi della conversazione
2. La comunicazione non verbale di Dolores David
3
Bruna Zani, Patrizia Selleri, Dolores David, op. cit., p. 185.
4
2.1. Significati e caratteristiche della comunicazione non verbale
2.2. Le funzioni della comunicazione non verbale
2.3. Gli elementi della comunicazione non verbale
3. Quando la comunicazione fallisce di Bruna Zani
3.1. Le caratteristiche della comunicazione problematica
3.2. Livelli di analisi della comunicazione problematica: un modello integrativo
3.3. Contesti e significati della comunicazione problematica
4. Differenze fra donne e uomini nei processi comunicativi di Dolores David
4.1. La differenza sessuale: aspetti generali
4.2. Differenze sessuali nel linguaggio
4.3. Differenze sessuali nella comunicazione non verbale
Parte seconda
La comunicazione in contesti istituzionali
5. La comunicazione in classe di Patrizia Selleri
5.1. Alcuni nodi concettuali
5.2. La condivisione del significato
5.3. Interazione a più voci
5.4. Il contratto didattico
6. La comunicazione medico-paziente di Bruna Zani
6.1. I modelli teorici
6.2. L’asimmetria nel rapporto comunicativo medico-paziente
6.3. Le fasi della consultazione
6.4. Indicazioni operative
7. La comunicazione in ambito giuridico-legale di Patrizia Selleri
7.1. Gli interrogatori e i verbali di polizia: la costruzione sociale di un evento
7.2. Avvocati e clienti
7.3. L’esame dei testimoni
7.4. Gli interventi dei giudici
7.5. La comunicazione persuasiva
Bibliografia
Autori
Bruna Zani insegna Psicologia sociale e Psicologia di comunità presso la Facoltà di
Magistero dell’Università di Bologna
Dopo aver usufruito di un contratto di ricerca dal 1974 al 1981; è stata ricercatore
confermato presso la Facoltà di Scienze Politiche prima e di Pedagogia poi a
Bologna. Professore Associato nel 1989, ha insegnato Psicologia sociale alla Facoltà
di Scienze della Formazione e dal 1993 insegna Psicologia di comunità presso la
Facoltà di Psicologia di Bologna. Dal marzo 2000 è professore straordinario di
Psicologia sociale della Facoltà di Psicologia di Bologna
Membro dell'European Association of Experimental Social Psychology (EAESP) dal
1980 e dell'European Association for Research on Adolescence (EARA) dal 1992.
Membro dell'Editorial Board dell'International Journal of Behavioral Development
(1998-2001) e dal 2002 del Journal of Community and Applied Social Psychology.
5
Membro della Società Italiana di Psicologia di Comunità (SIPCO), della Società
italiana di Psicologia della salute (SIPSA), dell'European Health Psychology Society
(EHPS).
Cariche ricoperte:
Nel periodo 1998-2002 membro dell'Executive Committee dell'EARA
Membro del Comitato Esecutivo della Sezione di Psicologia Sociale dell'AIP
(Associazione Italiana di Psicologia) per il triennio 1999-2001 e Coordinatore della
Sezione per il triennio 2002-2004
Coordinatore del Dottorato di ricerca in Psicologia sociale, dello sviluppo e delle
organizzazioni dell'Università di Bologna dal 1999.
Preside della Facoltà di Psicologia nel triennio 2002/2005.
Presidente della Commissione Didattica di Ateneo per il quadriennio 2005/2009.
Interessi di ricerca:
Psicologia di comunità, aspetti psicosociali del benessere e della salute, il burnout
negli operatori sociali e sanitari; la percezione sociale della malattia mentale; la
comunicazione interpersonale; le relazioni genitori e figli adolescenti; pregiudizi e
relazioni interetniche.
Patrizia Selleri è direttrice didattica assegnata presso il Dipartimento di Scienze
dell’educazione dell’Università di Bologna.
Ricercatore nell’area della psicologia dello sviluppo e dell’educazione presso il
Dipartimento di Scienze dell’educazione di Bologna
Laureata in Pedagogia presso l’Università di Bologna ed in Psicologia presso
l’Università di Padova
Iscritta all’Albo degli Psicologi dell’Emilia Romagna dal 14.11.1989
Interessi di ricerca
Ha condotto studi e ricerche in merito a:
•
•
•
•
•
sviluppo cognitivo
processi di socializzazione in classe
dinamiche legate all’apprendimento scolastico
comunicazione insegnanti–alunni
rappresentazioni sociali di insegnanti ed alunni sul tema della valutazione
scolastica.
Attualmente si interessa di nuove tecnologie per l’insegnamento e di interazione fra
insegnati ed alunni nel corso delle attività quotidiane in classe.
Dolores David è docente assegnata
dell’educazione dell’Università di Bologna
presso
il
Dipartimento
di
Scienze
Bibliografia scelta
Principali pubblicazioni di Bruna Zani:
Ricci Bitti P., Zani B., La comunicazione come processo sociale, Il Mulino, Bo, 1983.
Zani B. (a cura di), Le dimensioni della psicologia sociale, NIS, Ro, 1995.
Leonida Cerchierini e Bruna Zani (a cura di), L'HIV non va a scuola, Bologna,
novembre 2000, CLUEB.
Cagliumi Laura, Antonietta Corradini, Bruna Zani, Incontrare gli adolescenti :
modelli e strategie di intervento, Milano: UNICOPLI, c1993 . - 212 p ; tab. ; ill. (Minori. Studi e ricerche sull'infanzia e l'adolescenza)
6
·Maria Augusta Vicoli, Bruna Zani, I processi di costruzione del giudizio sociale nei
confronti del diverso: il caso del malato di mente, in "Rivista Sperimentale di
Freniatria", volume CXXVI, n.° 3-4, pag. 7-37.
Bruna Zani, Augusto Polmonari (a cura di), Manuale di psicologia di comunità, Il
Mulino, 1996.
Principali pubblicazioni di Patrizia Selleri:
Giosuè F., Selleri P., I problemi assurdi: da errore individuale a costruzione psicosociale; in “Studi di psicologia dell'Educazione”, XII,1-2,122-140, 1993.
Carugati F., Scappini E., Selleri P., What grade should I give? A model of
organization of teachers' judgments of their pupils; in “European Journal of
Psychology of Education”, vol X, n°1, 25-40, 1994.
Carugati F., Selleri P., Il processo di socializzazione; in “Manuale di psicologia
sociale”, Bologna, Il Mulino, 1995 (a cura di A. Arcuri)
Carugati F., Selleri P., Psicologia sociale dell'educazione; Bologna, il Mulino, 1996
Carugati F., Selleri P., Dal soggetto piagetiano agli alunni di scuola; in “Conoscenza,
affetti e socialità”, Milano, Cortina, 1997 (a cura di A. Marchetti)
Carugati F., Selleri P., Écoutez-moi les enfants!; in “Apprendre dans l’interaction”,
Nancy, Presses Universitaires de Nancy, 1999 (a cura di M. Gilly, J.P. Roux, A.
Trognon)
Links
http://www.medicina.unige.it/DIDATTICA/CL/MC%20SPEC/MATERIALE%20DIDATT
ICO/psic%20sociale/1-comunicazione%20interpersonale.pdf
[La comunicazione interpersonale. Slide inerenti alle varie fasi della comunicazione]
http://www.linguaggiodelcorpo.it
[Importanza del linguaggio non verbale]
http://www.centroesserci.it
[Il sito di Marshall Rosenberg in Italia]
http://www.osservatoriosullacomunicazione.com/miscellanea/bibliografie.php
[Miscellanea sulla comunicazione]
http://ulisse.sissa.it/Answer.jsp?questionCod=78839873
[Differenze a livello neurobiologico tra uomo e donna. A cura di Pier Paolo
Battaglini B.R.A.I.N. Center for Neuroscience Dipartimento di Fisiologia e Patologia
Università di Trieste]
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