IL METAMORFISMO ►metamorfismo ► protoliti ▪ trasformazione allo stato solido →rocce originarie ► variabilità delle rocce metamorfiche ▪ mineralogica ▪strutturale -ignee -sedimentarie -metamorfiche ▪ orto▪ para▪ poli- ▪ protolite ▪ distribuzione dei componenti chim. nel protolite ▪ condizioni T ▪ condizioni P ▪ disponibilità e composizione fase fluida ▪ storia deformativa ▪ tempo TIPI COMPOSITIVI DI RIFERIMENTO ▪ Rocce pelitiche (argillose) ▪ Rocce psammopelitiche (sabbie argillose) ▪ Rocce carbonatiche (pure e impure) ▪ Rocce acide ▪ Rocce basiche ▪ Rocce ultrabasiche Carattere isochimico del metamorfismo (con eccezione della fase fluida) DISTRIBUZIONE DEI MATERIALI CHIMICI I due protoliti sotto riportati, pur avendo uguale composizione globale, danno origine a rocce metamorfiche completamente diverse. LIMITI DEL METAMORFISMO I processi metamorfici si sviluppano a temperature ►superiori a quelle della diagenesi, ► inferiori a quelle dei processi magmatici. ♣ La curva a circa 650 -700° C segna l'inizio di fusione nel sistema granitico saturo di H2O SCOPI DELLO STUDIO DI ROCCE METAMORFICHE ►Ricostruzione dell'evoluzione metamorfica e ► definizione dell'ambiente geodinamico Approcci metodologici ▪ Studio degli equilibri di fase ▪ Geotermometria ▪ Geobarometria ▪ Analisi microstrutturale ✵ [Geocronologia radiometrica] FATTORI DEL METAMORFISMO 1) Temperatura 2) Pressione 3) Fase fluida 4) Deformazione 5) Tempo 1) TEMPERATURA: il calore è il fattore più importante . •aumenta l’oscillazione degli atomi attorno alle loro posizioni fisse nel reticolo cristallino ► aumento ► della T • è possibile oltrepassare le barriere cinetiche • aumenta la grana dei cristalli neo- o ri-cristallizzati • aumenta ΔG (le assoc. diventano meno stabili) ↓↓ • possono avvenire reazioni fra minerali (= rocce metamorfiche) e quindi ΔG diminuisce • diminuisce ΔG (le associaz. diventano più stabili) QUANTITÁ DELVOLUME DI ROCCE RISCALDATE E TIPI DI METAMORFISMO → regionali ► Il Metamorfismo è strettamente associato a perturbazioni termiche → locali → metamorfismo regionale → metamorfismo di Tipi principali contatto → metamorfismo di dislocazione o metamofismo delle zone di shear FLUSSO DI CALORE TERRESTRE ►È la quantità di calore emanata dalla superficie terrestre nel tempo Si misura in HFU oppure cal . cm-2 . sec-1 oppure in Wm-2 1HFU = 1 . 10-6 cal . cm-2 . sec-1 = 0.0418 Wm-2 ► 1HFU è il flusso di calore nelle zone cratoniche (stabili); corrisponde ad un gradiente termico di 13°C/km. ► Il flusso di calore varia notevolmente nel tempo e nello spazio in funzione delle situazioni geodinamiche. ►la linea rossa indicata per riferimento il valore di 1HFU a) Valori del flusso di calore superficiale nelle varie situazioni geodinamiche (Wm-2) b) Situazioni geodinamiche corrispondenti. Geoterma →variazione della temperatura con la profondità in un specifico momento temporale Gradiente termico → gradiente misurato normalmente alle isoterme (= superfici di uguale T) Trasferimento del calore → ♣ per conduzione (nella litosfera) oppure → ♣ per convezione (nel mantello) Fonti di calore ► Calore primordiale, ► decadimento radioattivo, ► frizione ♦SITUAZIONI GEOTERMICHE ANOMALE ♦ 2) PRESSIONE Pressione Litostatica Pl = ρ gz ρ = densità media della colonna litostatica g = accelerazione gravitazionale z = altezza colonna litostatica Gradiente geobarico ΔP/ΔZ Pl aumenta 1 Kbar ogni 3.7 km se la densità media è 2.7 g cm-3 Pressione della fase fluida negli interstizi → Pf Pf ≅ PH2O in rocce silicatiche Pf = PH2O + PCO2 +……. Pf ≅ PCO2 in rocce carbonatiche a regime Pf ≅ Pl, perché le rocce non sopportano grandi sforzi differenziali se Pf < Pl → riduzione della porosità → aumento di Pf se Pf > Pl → microfratture → diminuzione di Pf ►Pressione idrostatica ►Sforzo (stress) differenziale → σ1 = σ2 = σ3 → σ1 ≠ σ3 → deformazione ►Effetti sulle associazioni metamorfiche P ► Effetti sulla struttura della roccia 3) FASE FLUIDA Ossidrili in alcune fasi mineralogiche Presenza Inclusioni fluide Reazioni di devolatilizzazione Efficacia di alcuni meccanismi altrimenti non possibili •Stima dalle reazioni di deidratazione in rocce contenenti fasi idrate Quantità Kaol + Qtz 9% Pyph + H2O 5% And/Ky + H2O 0% •Stima dalla idrataz. di rocce anidre 5% Considerazioni geochimiche generali Composizione della fase fluid. Ricerche sperimentali H2O, CO2 C-O-H-S Calcoli termodinamici Metano se c'è grafite Studio di inclusioni fluide CH4, N2, Stato fisico → fluido supercritico T > Tc (Tc = 374.15° C) P > Pc (Pc = 221.13 bar) Localizzazione della fase fluida: lungo le interfacce, nei vacuoli, nelle microfratture. spesso: Porosità originaria < Porosità metamorfica Volfasi reagenti > Volfasi prodotte Esempio: CaCO3 + Qtz → Wo + CO2 crea porosità ≈ 35% Pf > Pl → Microfratture Se la pressione del fluido liberatosi durante una reazione di devolatilizzazione è superiore alla pressione litostatica, la roccia si microfrattura SISTEMA APERTO Molte fratture aperte e alto rapporto fluido/roccia La migrazione per flusso è efficace Velocitàflusso > Velocitàreazione La reazione non controlla il chimismo del fluido LA FASE FLUIDA É CONTROLLATA DALL'ESTERNO SISTEMA APERTO La freccia tratteggiata indica la variazione di XCO2 all’aumentare di T quando il sistema è aperto SISTEMA CHIUSO Poche fratture aperte e basso rapporto fluido/roccia Migrazione per flusso non operante Velocitàflusso << Velocitàreazione La reazione controlla la composizione della fase fluida FASE FLUIDA CONTROLLATA DALL'INTERNO SISTEMA CHIUSO La spezzata tratteggiata indica la variazione di XCO2 all’aumentare di T quando il sistema è chiuso 4) TEMPO ► cinetica delle reazioni; ► pone limiti nell'estrapolazione di dati sperimentali; ► frequentemente (e fortunatamente) non è sufficiente: → quindi rimangono relitti di situazioni precedenti l’ultimo stadio metamorfico registrato. 5) DEFORMAZIONE Influisce, contribuisce e/o controlla: ►La cinetica delle reazioni • energia di deformazione ►La permeabilità della roccia • microfratture, anisotropie planari ► I siti di nucleazione • crescita di porfiroblasti ► L'assetto strutturale ♣ (ri)cristallizz. statica o dinamica MECCANISMI DEL METAMORFISMO Il metamorfismo comporta una sequenza di processi chimicofisici attraverso i quali: La mineralogia nuova mineralogia del protolite si trasforma in una La struttura nuova struttura 1) ATTIVAZIONE 2) MIGRAZIONE 3) NUCLEAZIONE 4) CRESCITA DEI CRISTALLI Questa è una sequenza fenomenologica consequenziale, ma sono possibili sovrapposizioni cronologiche. 1) ATTIVAZIONE Soglia di attivazione: soglia di energia (di attivazione) che il sistema deve superare perché la formazione dell'associazione mineralogica in equilibrio con le nuove condizioni P-T-X possa avvenire → stato attivato Soglia di attivazione: può essere alta o bassa Energia di attivazione: energia termica + energia di deformazione VARIAZIONE DI ENERGIA LIBERA DURANTE UNA REAZIONE 2) MIGRAZIONE Flusso Meccanismi → → → di volume attraverso il reticolo crist →micron lungo i limiti granulari →>>mm →micron Diffusio Intergran. ne nel fluido intergranulare →mm ΔT ΔP Δε ΔX Diffusione: movimento di materia (atomi, Flusso: aumenta col ioni, molecole) nella direzione di gradiente massimo gradiente di potenziale chimico Mobilità relativa degli elementi (in ordine crescente) : Ti, Al, P, Si, Mg, Fe, O, Ca, F, Na, Cl, S, CO2, H2O 3) NUCLEAZIONE La formazione di un nucleo (della dimensione di poche centinaia di atomi) è il primo passo della cristallizzazione di una nuova fase mineralogica stabile. nel pre-nucleo è prossima a quella del neocristallo Configurazione degli atomi nel nucleo è quella del neo-cristallo La stabilizzazione dei nuclei, in competizione fra loro, é legata alle dimensioni (raggio critico) Energia di Diversa per Bassa → Tanti nuclei→ nucleazione ogni fase Alta → Pochi nuclei→ mineralog. Matrice Porfiroblasti 4) CRESCITA DEI CRISTALLI Interessa solo i nuclei stabili Accrezione di nuovi atomi Dendritica Anisotropa Apofisi arborescenti Strato su strato Velocità Anisotropa di crescita Isotropa XX aciculari, tabulari cristalli equidimensionali GRADUALITÀ DEI PROCESSI METAMORFICI ►Grado metamorfico (basso, medio, alto): generale indicazione di temperature crescenti durante il metamorfismo, senza specificare le relazioni che intercorrono fra temperatura e pressione. ►Geoterma: variazione della T con la profondità in uno specifico istante. ♣ Regimi geodinamici diversi sono caratterizzati da geoterme diverse: zone di subduzione, zone di collisione, zone di estensione. → Quindi, la T non varia uniformemente con la profondità INDICATORI DELLA GRADUALITÁ DEI P. M. ♠ Concetto di zone di profondità: Becke (1903) Grubenmann (1904) Epizona Mesozona Catazona ► Ipotizza un costante aumento della T con la profondità ♠ Concetto di minerali indice: Barrow (1883) - Highlands of Scotland – in metapeliti Clorite Biotite Granato Staurolite Cianite Sillimanite Æ(γ) ⇒ Aumento di grana ⇒ ⇒ Aumento di T ⇒ ♠ Concetto di facies metamorfica: Eskola (1915) formulò il concetto di facies metamorfica: “In qualsiasi roccia metamorfica che abbia raggiunto l’equilibrio chimico durante il metamorfismo, a T e P costanti la composizione mineralogica sarà controllata dalla composizione della roccia”. Definizione di Verhoogen et al. (1970): “Una facies metamorfica è un insieme di associazioni mineralogiche associate nello spazio e nel tempo. Esiste perciò una costante e prevedibile relazione fra composizione chimica della roccia e sua mineralogia, a date condizioni ambientali (T-P)”. ► non un singolo ►Ma un insieme di associazioni minerale Quindi Æ che sono collegate ad ► non una uno specifico campo P-T singola associazione ♣ Eskola (1920) propose 5 facies, tutte basate sui suoi studi su metabasiti. Questo collegamento a rocce basiche spiega il nome che egli diede alle facies (ad es. facies degli scisti verdi, facies anfibolitica). Alle 5 facies di Eskola (1920, 1939) ne sono state aggiunte delle altre, e oggi si distinguono le seguenti facies: 1: facies delle zeoliti; 2: facies lawsonite-albite; 3: facies lawsonite-giadeite + quarzo; 4: facies lawsonite—glaucofane. 5: facies delle cornubianiti ad albite + epidoto; 6: facies delle cornubianiti ad orneblenda; 7: facies delle cornubianiti a cordierite + K feldspato. Pf = PTOT 8: facies degli scisti verdi; 9: facies degli scisti verdi glaucofanitici; 10: facies delle anfiboliti ad almandino; 11: facies delle anfiboliti a cordierite. 12: facies delle granuliti. Æ Æ P << 12: facies delle eclogiti. Æ Æ P << PH PH 2O 2O LA NUMERAZIONE NON HA ALCUN SIGNIFICATO SE NON SOLO PER CONSENTIRE IL RIFERIMENTO ALLA FIGURA SUCCESSIVA Non sono riportate nella figura la facies granulitica e la facies eclogitica, perché il diagramma rappresentato è basato sulla condizione PH2O = Ptot, non valida per dette due facies. ♠ Concetto di zoneografia metamorfica: Successione in campagna di zone mineralogiche caratterizzate dalla comparsa di minerali indice o di particolari associazioni mineralogiche • Separa zone attigue con diverso grado metamorfico. • Segna la comparsa di una nuova fase mineral. (es. Bt-in); •Segna la scomparsa di una fase mineralogica (es. St-out); Isograda • Coincide con reazioni metamorfica Univariante Divariante Superficie in 3D Linea netta in campagna Fetta di corpo roccioso in 3D Stretta fascia in campagna • Nessun vincolo geometrico prestabilito con banchi rocciosi (può essere ad essi trasversale) ASSOCIAZIONE MINERALOGICA, PARAGENESI, COMPOSIZIONE MINERALOGICA, COMPATIBILITÀ MINERALOGICA Definizione Minerali singenetici in restrittiva contatto reciproco Associazione Definizione Minerali realmente mineralogica usuale coesitenti Paragenesi Regola Le fasi (F) del delle fasi sistema definito da C elenco di tutti le fasi • Non è un’associazione Composizione mineralogiche • Non è una paragenesi mineralogica presenti in una roccia Studio di riconoscimento Compatibilità delle fasi mineralogiche Ricostruzione → mineralogica realmente coesistenti chemografica LA REGOLA MINERALOGICA DELLE FASI Goldschmidt (1911), applicando la regola delle fasi di Gibbs, riconobbe l’esistenza di una relazione fra composizione chimica della roccia e numero delle fasi mineralogiche rilevabili: V=C–f+v V (varianza) = numero dei gradi di libertà; C (componenti) = Specie chimiche indipendenti necessarie per definire il dato sistema; f (fasi) = Parti chimicamente omogenee e fisicamente separabili; v = numero delle variabili fisiche, comunemente =2 (T e P). Nelle rocce metamorfiche gli equilibri sono generalmente almeno divarianti o a varianza superiore. Infatti, la persistenza di associazioni mineralogiche in volumi di roccia relativamente grandi indica la loro stabilità in un intervallo di P e T. Ne consegue che, durante il metamorfismo, in genere f<C Quindi il numero delle fasi è piccolo. ASSOCIAZIONI LIMITANTI E NON-LIMITANTI associazione limitante: f = C associazione non limitante: f < C ◄▬▬▬▬▬ ♦ ▬▬▬▬▬► ASSOCIAZIONI LIMITANTI Associazione mineralogica divariante (V = 2) con minerali soluzione solida (sostituzioni isomorfe): precisate T e P, l’equilibrio sarà totalmente definito, in quanto nessuna altra variazione del sistema sarà possibile → le fasi soluzione solida avranno composizione fissa indipendentemente dalle variazioni compositive della roccia Le associazioni R e S sono limitanti, mentre M, N, O, O’ sono non limitanti ◄▬▬▬▬▬ ♦ ▬▬▬▬▬► ASSOCIAZIONI NON LIMITANTI Associazione mineralogica trivariante (V = 3) con minerali soluzione solida (sostituzioni isomorfe): anche se T e P sono fissate rimane un grado di libertà → la composizione delle fasi soluzione solida potrà variare; → infatti la composizione delle fasi soluzione solida dipende dalla composizione chimica della roccia, e le associazioni non pongono alcun limite alla variabilità di composizione delle fasi soluzioni solide AUSILI GRAFICI Utili per visualizzare le interrelazioni fra chimismo dei minerali, chimismo delle rocce e compatibilità mineral. diagrammi di composizione o diagrammi chemografici o chemografie: (a 3 o a 4 vertici) Consentono di rappresentare: ► minerali e rocce appartenenti ad un dato sistema chimico; ► situazioni di compatibilità e incompatibilità fra fasi mineralogiche; ► la composizione delle fasi soluzione solida; ► consentono inoltre di intravedere le reazioni metamorfiche possibili. Scelta del diagramma: in base del chimismo della r. e delle fasi osservate Significato chimico di ogni vertice: a seconda delle necessità In questo grafico: lettere maiuscole = fasi mineral.; minuscole = compon. chimici I diagrammi triangolari non si riferiscono necessariamente a sistemi a 3 componenti, ma si possono riferire a sistemi più complessi, per i quali i componenti non rappresentati sono considerati in eccesso, e di conseguenza le fasi corrispondenti sono sempre presenti nelle associazioni mineralogiche. DIAGRAMMI ACF e A’KF VANTAGGI: ►sistema chimico a 7 componenti: ACF → SiO2-Al2O3-FeO-MgO-MnO-CaO-H2O A’KF → SiO2-Al2O3-FeO-MgO-MnO-K2O-H2O • SiO2 e H2O sono in eccesso → quarzo (e H2O) devono sempre essere presenti nelle associazioni mineralogiche; • i componenti femici sono rappresentati come somma FeO+MgO+MnO; • complessivamente rappresenta abbastanza bene molti tipi di rocce (carbonatiche impure, basiche, pelitiche). LIMITI: ► sovrapposizione di minerali di Fe e di Mg; • implicano la presenza di quarzo in tutte le associazioni; • impossibilità di rappresentare fasi a Na; • in rocce carbonatiche impure, la presenza di una fase fluida composta solo da H2O (mentre la presenza di CO2 è importante). Dopo aver calcolato le proporzioni molecolari (= wt%/mol.wt): A = (Al2O3 + Fe2O3) – (Na2O + K2O) (sottraendo Al2O3 dei feldspati alcalini) C = CaO – 3.33 P2O5 (sottraendo CaO in apatite) F = FeO + MgO + MnO (A + C + F = 100) A’ = (Al2O3 + Fe2O3) – (Na2O + K2O + CaO) K = K2O F = FeO + MgO + MnO (A’ + K + F = 100) (sottraendo Al2O3 dei feldspati) DIAGRAMMA AFM VANTAGGI: ►sistema chimico a 6 componenti → SiO2-Al2O3-FeO-MgO-K2O-H2O; • SiO2 e H2O sono in eccesso: quarzo (e H2O) sempre presenti; • sistema rappresentato dal tetraedro: Al2O3-FeO-MgO-K2O; • il campo compositivo delle peliti cade all’interno di questo tetraedro. ► minerali non contenenti K2O: → cadono sulla faccia Al2O3-FeO-MgO (Prl, Ky, And, Sil, St, Cld, Crd, Grt, Chl); ► minerali aventi tutti i 4 componenti: → cadono all’interno del volume del tetraedro; ► allumo-silicati di K2O privi di FeO e MgO: → cadono lungo lo spigolo Al2O3-K2O (Ms, Kfs) Poiché la muscovite è sempre presente nelle metapeliti: ►proiezione dal punto di vista della muscovite ideale ♠ MA IN PRATICA SI OPERA COME IN UN DIAGRAMMA BINARIO J.B. Thompson’s A(K)FM Diagram Biotite (from Ms): KMg2FeSi3AlO10(OH)2 A = 0.5 - 3 (0.5) = - 1 F =1 M =2 To normalize we multiply each by 1.0/(2 + 1 - 1) = 1.0/2 = 0.5 Thus A = -0.5 F = 0.5 M=1 LIMITI: • implica la presenza di quarzo in tutte le associazioni; • implica la presenza di muscovite in tutte le associazioni; • è impossibile rappresentare fasi contenenti Na; ►Dopo aver calcolato le proporzioni molecolari (= wt%/mol. wt): A = Al2O3 – 3 K2O (per ottenere la proiezione sul piano AFM dal punto di vista della muscovite) F = FeO (= FeO –TiO2, in presenza di ilmenite) M = MgO CI SONO ALTRI TIPI DI RAPPRESENTAZ. TETRAEDRICHE LINEE DI CONGIUNZIONE Considerando per semplicità diagrammi triangolari, Linee di congiunzione: • sono segmenti che uniscono punti rappresentativi di fasi coesistenti; • possono suddividere il triangolo in subtriangoli; • la disposizione varia al variare delle condizioni ambientali (P - T); → progressiva migrazione della linea all’interno del diagramma; ► reazione discontinua → cambio brusco della disposizione della linea, per sopraggiunta instabilità della associazione tra due fasi prima coesistenti, per scomparsa o comparsa di una fase; ► reazione continua T = 500° C P = 6 Kb LE REAZIONI METAMORFICHE 1) Solido ⇒ solido • Deidratazione 2) Solido ⇒ solido + fluido • Decarbonatazione Reazioni • Devolatilizzazione metamorfiche 3) Ossidoriduzione ♣ Reaz. di scambio ionico ♠ Inoltre, le reazioni possono essere classificate in. discontinue e continue 1) REAZIONI SOLIDO ⇒ SOLIDO. ► non producono né consumano fase fluida. ►quindi sono indipendenti da PH2O, PCO2, ecc.. a) trasformazioni polimorfe b) ordine – disordine c) soluzione solida d) reazioni fra più fasi (Al2SiO5; SiO2, C, CaCO3). (pirosseno, feldspati). (granato, plagioclasio, mica). (Jd + Qtz = Ab). In generale: ► alti valori di P rendono stabili fasi cristalline più dense (basso volume molare), ► alti valori di T favoriscono fasi a più alta entropia (e più alto volume molare). CAMPO DI STABILITÁ DEI POLIMORFI DI Al2SiO5 2) REAZIONI SOLIDO ⇒ SOLIDO + FLUIDO ► coinvolgono una fase fluida, frequentemente come prodotto. ► quindi sono controllati da PH2O, PCO2, ecc.. Si distinguono: a) reazioni di deidratazione (libera H2O); b) reazione di decarbonatazione (libera CO2); c) reazioni di devolatilizzazione (libera un fluido multicomponente, cioè con H2O + CO2 +……). a) reazioni di deidratazione: all’aumentare della T associazioni a minor grado di idratazione sostituiscono quelle a grado di idratazione maggiore mediante reazioni che liberano H2O: Tipo A ⇒ B + H2O A ⇒ B + C + H2O A + B ⇒ C + D + H2O Esempi Lws ⇒ An + H2O Prl ⇒ Al2SiO5 + 3 Qtz + H2O 23 Ctd + 8 Qtz ⇒ 2 St + 5 Alm + 19H2O Il decorso delle reazioni di deidratazione è influenzato dalla pressione parziale dell’acqua nel fluido: PH2O bassa le favorisce; PH2O alta le inibisce, spostandole a T maggiori. b) reazione di decarbonatazione: liberano CO2 dai carbonati a causa di T crescenti Tipo Esempi La fase A essendo un carbonato ↓ A ⇒ B + C + CO2 A + B ⇒ C + CO2 Dol ⇒ Cc + Per + CO2 Cc + Qtz ⇒ Wo + CO2 Il decorso delle reazione di decarbonatazione è ovviamente influenzato dalla pressione parziale della CO2 nel fluido: PCO2 bassa le favorisce; PCO2 alta le inibisce, spostandole a T maggiori. Esempio: Cc + Qtz ⇒ Wo + CO2 c) reazioni di devolatilizzazione:. esistono anche reazioni che liberano dalle fasi cristalline coinvolte un fluido multicomponente, costituito da H2O + CO2 I Inoltre, a basso grado metamorfico le reazioni di devolatilizzazione possono liberare, in aggiunta a H2O e CO2, anche CH4 e più raramente anche N2, H2, ecc... Ovviamente, anche in questo caso le condizioni alle quali queste reazioni avvengono non dipendono solo da T e P, ma anche dalle pressioni parziali dei componenti il fluido. Il controllo prevalente è esercitato dalle PH2O e PCO2, dato che comunemente H2O e CO2 sono più abbondanti 3) REAZIONI DI OSSIDORIDUZIONE ►Reazioni che tamponano (stabilizzano) la PO2 nel fluido delle rocce metamorfiche. ► Coinvolgono minerali contenenti elementi a valenza variabile (Fe, Mn, Cu). ► Le più comuni coinvolgono minerali di Fe (Fe2+, Fe3+), ed avvengono per adeguare il rapporto fra Fe2+e Fe3+ al variare del grado di ossidazione dell’ambiente Esempio: Magnetite Ematite ⇒ 4Fe3O4 + O2 6Fe2O3 fO2 = fugacità di ossigeno ⇒ pressione parziale di O2 nel fluido ⇒ espressa in numeri logaritmici negativi perché è vicina a zero. Reazioni tampone nel sistema Fe-Si-O. Per ossidazione crescente: QFI ⇒ QFM ⇒ HM in cui: I = iron Q = quarzo, F = fayalite, M = magnetite, H = ematite. ♣ REAZIONI DI SCAMBIO IONICO ► Reazioni che non possono essere bilanciate solo in termini di componenti solido e fluido ma richiedono la partecipazione di specie ioniche disciolte nel fluido intergranulare. 3Ky +6Qtz +2 K+ +9H2O ⇒ 2 Ms + 2 H+ + 3 Si(OH)4 Esempi: 4 Ky + 3 Si(OH)4 + 2 K+ ⇒ 2 Ms + 1 Sil + 2 H+ + 3 H2O 2 Ms + 2 H+ ⇒ 3 Sil + 3 Qtz + 2 H+ + 3 H2O (K+, H+, e Si(OH)4 sono componenti disciolti nel fluido) a volume costante vengono scritte ad Al costante (bassa solubilità) 3Ky +6Qtz +2 K+ +9H2O ⇒ 2 Ms + 2 H+ + 3 Si(OH)4 4 Ky + 3 Si(OH)4 + 2 K+ ⇒ 2 Ms + 1 Sil + 2 H+ + 3 H2O 2 Ms + 2 H+ ⇒ 3 Sil + 3 Qtz + 2 H+ + 3 H2O ♠ REAZIONI DISCONTINUE E R. CONTINUE F=C+1 Reazione ⇒ univariante ⇒ C - F + 2 = V discontinua V=1 Esempio con C = 1 (Al2SiO5) Curva nel campo P T Ky = Sil; And = Ky; And = Sil F = 2 ⇒ V = 1 (univariante) Esempio con C = 6 (KFMASH) Grt + Ms + Chl ⇒ St + Bt + Qtz + H2O F = 7 ⇒ V = 1 (univariante) (K = K, F = Fe, M = Mg, A = Al, S = Si, H = H2O) Lungo una reazione discontinua o univariante: ► una delle fasi reagenti deve scomparire ad una precisa T in funzione della P ► cambia la moda delle fasi mineralogiche, e, per le fasi soluzioni solide, anche la loro composizione. di- o Reazione ⇒ multivariante continua Esempio con C = 6 (KFMASH) ⇒ C≥F C-F+2=V V≥2 Area nel campo P T Chl + Ms ⇒ Grt + Bt + Qtz +H2O F = 6 ⇒ V = 2 (divariante) Chl + Ms ⇒ Bt + Qtz +H2O F = 5 ⇒ V = 3 (trivariante) • Le reazioni continue si svolgono con continuità in un intervallo T-P nel quale reagenti e prodotti coesistono (area almeno divariante). • Diversamente da una reazione discontinua, per una reazione continua nessuna delle fasi reagenti scompare ad una precisa T in funzione di P. • Nel campo P-T, l'estensione del volume roccioso entro il quale avviene una reazione continua è funzione della composizione totale del sistema: ⇒ detto volume ha quindi estensione variabile. • In questo volume cambia la moda delle fasi mineralogiche e, per le fasi soluzioni solide, anche la loro composizione. • Con lo scomparire di una fase si entra in un volume roccioso a varianza maggiore. MICROSTRUTTURE METAMORFICHE Che cosa sono? Sono elementi geometrici riconducibili ai diversi processi operanti durante il metamorfismo, e sono costituiti dalle forme, dalle distribuzioni, dagli aspetti e dai rapporti reciproci dei minerali contenuti nelle rocce metamorfiche. Quale è la scala delle osservazioni? Quella della sezione sottile, compresa tra quella del sub-micron fino a quella centimetrica. Come possono essere studiate? Non solo ramite il microscopio petrografico, Ma anche la microsonda elettronica, il microscopio elettronico a scansione (SEM), la catodoluminescenza, la microtomografia a raggi X, la microsonda protonica (mPIXE), ed entro certi limiti la microscopia a trasmissione elettronica (TEM). In quali categorie principali si possono dividere le microstrutture? In categorie più generali: A) Intracristalline: riguardano le caratteristiche dei singoli cristalli. B) Intercristalline: riguarda le caratteristiche che intercorrono tra più cristalli (di diversa specie o anche della stessa specie). Oppure in categorie più specifiche: 1) microstrutture di reazione 2) microstrutture di sostituzione 3) microstrutture di crescita 4) microstrutture di deformazione e ricristallizzazione 5) microstrutture di orientazione preferenziale Le microstrutture intracristalline: sulla base di quali caratteristiche si possono classificare? •Dimensione dei cristalli porfiroblasti matrice • Inclusioni orientate ⇒ scie d'inclusioni • Fasi espulse ⇒ smistamenti • Zonature chimiche di crescita di diffusione • Estinzione ondulata ⇒ deformazione • Subgranuli ⇒ recupero • Dissoluzione per deformazione per stress normale possono fornire indicazioni sulla sequenza di cristallizzazione rispetto ad una fase deformativa di riferimento ⇒ Pre-, sin-, o postcinematiche. Differenza di grana tra porfiroblasto e matrice Scie di inclusioni in porfiroblasto di granato che marcano vecchie foliazioni Inclusioni in porfiroblasto di andalusite che marcano settori di crescita Le microstrutture intercristalline: sulla base di quali caratteristiche si possono dividere? equigranulare • distribuzione di grana inequigranulare seriale poligonali • geometria dei limiti granulari lobati serrati casuale orientazione dei cristalli di forma preferenziale cristallografica Le microstrutture più specifiche possono essere distinte nel seguente modo: 1) microstrutture di reazione: formazione di una o più nuove fasi mineralogiche all'interfaccia di specifici minerali preesistenti. La reazione può coinvolgere anche una fase fluida (reazioni di scambio ionico) monomineralico bordo di reazione polimineralico 3Ky +6Qtz +2 K+ +9H2O ⇒ 2 Ms + 2 H+ + 3 Si(OH)4 4 Ky + 3 Si(OH)4 + 2 K+ ⇒ 2 Ms + 1 Sil + 2 H+ + 3 H2O 2 Ms + 2 H+ ⇒ 3 Sil + 3 Qtz + 2 H+ + 3 H2O monomineralica singola polimineralica corona doppia ⇒ polimineralica controllata dalla reazione controllata dalla diffusione Simplettite ⇒ concrescimento lamellare e vermicolare di due o più fasi mineralogiche lungo bordi di reazione Simplettiti in corone si formano in fasi soluzione solida soprassature in un ⇒Smistamenti componente Simplettiti possono suggerire - velocità di reazione notevole - limitata diffusione per mancanza di un fluido intergranulare Simplettiti di plagioclasio ortopirosseno e orneblenda tra granato e clinopirosseno 2) microstrutture di sostituzione: sostituzione ampia o totale di una fase mineralogica da parte di un aggregato di cristalli (o un pseudomorfosi ⇒ cristallo) di un'altra fase o più altre fasi mineralogiche. L'aggregato è confinato nei contorni del cristallo sostituito. prograde retrograde Pseudomorfosi di una simplettite di plagioclasio e ortopirosseno su granato Pseudomorfosi di muscovite su un porfiroblasto di staurolite 3) microstrutture di crescita: Mimesi Epitassia ⇒cristallizzazione controllata dalla disposizione di granuli preesistenti nucleazione e crescita di un nuovo minerale secondo una o più direzioni cristallografiche preferenziali del reticolo cristallino di un minerale preesistente di crescita Zonature di diffusione diffusione dei ridisegna la crescita cationi molto ⇒ progressiva di un cristallo (granato) limitata modifica la diffusione dei cationi ⇒ zonatura di crescita facilitata Zonatura di crescita in un porfiroblasto di granato. Le linee uniscono punti di eguale XMg (Mg/Mg + Fe). 4) microstrutture di deformazione e ricristallizzazione rigidi ⇒pongono resistenza Stress ⇒ minerali si deformano differenziale T> ricristallizzazione cambiano = duttili ⇒ forma riorganizzazione in piccoli cristalli Aplite non deformata (Kfs, Ab, Qtz, Ms) Aplite deformata: Qtz, deformato in nastri, e Ab ricristallizza in minuti granuli. Il Kfs, più competente, forma occhi con estinzione ondulata 5) microstrutture di orientazione preferenziale Due tipi Orientazione preferenziale di forma Crescita In un campo di stress differenziale Anisotropia di forma Deformazione ⇒ Rotazione rigida Orientazione preferenziale ⇒ cristallografica Deformazione ⇒ Movimento di dislocazioni Per quali scopi si studiano le microstrutture? ► 1) decifrare i meccanismi dei processi metamorfici. ► 2) decifrare i fattori che controllano la cinetica delle reazioni metamorfiche. ► 3) definire il grado di deviazione dallo stato di equilibrio. ► 4) decifrare la storia evolutiva di volumi di roccia metamorfica. È importante essere consapevoli che: Microstrutture non preservano spiegazioni da sé, ma richiedono una interpretazione. È quindi necessario confrontarle con previsioni teoriche e risultati sperimentali. Ciò richiede una conoscenza delle più comuni caratteristiche termodinamiche e/o petrofisiche. E molta cautela!!! TIPI DI METAMORFISMO Il metamorfismo può svilupparsi ♣ regionale ► a varia scala: ♣ locale ► in differenti ambienti della crosta ♣ REGIONALE ♣ LOCALE ♦ R1 orogenico ♦ R2 di seppellimento ♦ R3 di fondo oceanico ♦ L1 di contatto ♦ L2 di dislocazione ♦ L3 idrotermale ♦ L4 di impatto, ecc. Metamorfismo regionale: ► è legato a perturbazioni termiche di scala regionale; quindi dà origine ad aree metamorfiche molto estese ► è associato a processi tettonici di grande scala, quali collisioni di placche (m. orogenico), espansione dei fondi oceanici (m. di fondo oceanico); subsidenza di bacini profondi (m. di seppellimento) ►la perturbazione termica non è strettamente associata alla messa in posto di corpi magmatici, anche se questi contribuiscono al bilancio calorico; (R1) Metamorfismo orogenico ►é collegato allo sviluppo delle fasce orogeniche (catene montuose) ► é invariabilmente associato a deformazioni → →(sviluppo ed evoluzione di scistosità e di altre anisotropie). (R2) Metamorfismo di seppellimento: ► è un tipo di metamorfismo regionale che insorge quando una sequenza sedimentaria o vulcano-sedimentaria viene depositata in un bacino sottoposto a forte subsidenza; ► non è accompagnato da deformazione significative, né da magmatismo. (R3) Metamorfismo di fondo oceanico: ► si sviluppa nelle zone di dorsali medio-oceaniche, e dipende dai forti gradienti geotermici tipici di queste zone; ► è il più diffuso tipo di metamorfismo idrotermale. (L1) Metamorfismo di contatto: ► è localizzato nelle rocce incassanti di corpi ignei, a contatto con il corpo ’intruso che è stata la causa della perturbazione termica; ► è più frequente come aureole attorno a plutoni granitoidi della crosta alta e media. (L2) Metamorfismo di dislocazione: ► è collegato al calore di frizione in zone di forte deformazione (shear zones). (L3) Metamorfismo idrotermale: ► è il risultato della circolazione di fluidi ricchi di acqua calda lungo fratture e fessure in un corpo roccioso; ► è un importante processo nei campi geotermici; • comporta una modifica del sistema chimico (metasomatismo); EVENTO METAMORFICO ►Un singolo evento metamorfico si riferisce ad una sequenza continua di condizioni metamorfiche (T, P, deformazione) sotto le quali la cristallizzazione metamorfica comincia, continua e finisce. ► Un complesso roccioso può registrare glie effetti di un singolo evento metamorfico o di più eventi metamorfici ♠ monometamorfismo ♠ polimetamorfismo ► Esso tipicamente corrisponde ad un ciclo di riscaldamento e raffreddamento, durante il quale, nel caso di m. orogenico, si verificano variazioni di pressione e di attività e modalità deformativa. ►Un evento m. può comprendere uno (m. monostadiale) o più stadi (o fasi) metamorfici (m. pluristadiale) PERCORSO P-T-t ► Con i soli dati petrologici è difficile distinguere un evento pluristadiale da un polimetamorfismo: necessità di dati radiometrici PRINCIPALI TIPI DI METAMORFISMO ►Descriveremo solo i tipi geologicamente rilevanti 1: facies delle zeoliti; 2: lawsonite-albite; 3: lawsonite-giadeite + quarzo; 4: lawsonite—glaucofane. 5: cornubianiti ad albite + epidoto; 6: cornubianiti ad orneblenda; 7: cornubianiti a cordierite + Kfs. 8: scisti verdi; 9: scisti verdi glaucofanitici; 10: anfiboliti ad almandino; 11: anfiboliti a cordierite. IL CONCETTO DI SERIE DI FACIES Miyhashiro (1961) ha evidenziato che la successione di associazioni mineralogiche può sostanzialmente variare in diverse regioni metamorfiche. Questa variazione punta a diversi regimi di flusso di calore, quindi a diversi gradienti termici, nella crosta durante il metamorfismo. Miyhashiro distinse tre successioni specifiche, dette “serie di facies”, che caratterizzavano tre tipi di metamorfismo a carattere barico diverso (oppure a gradiente termico) diverso: 1) m. di basso gradiente termico (alta pressione) ⇒ Sanbagawa o meglio Franciscan 2) m. di gradiente termico intermedio (pressione media)⇒ Barroviano 3) m. di alto gradiente termico (bassa pressione)⇒ Buchan, Abukuma, Bosost Le 3 frecce disegnate sono indicative delle 3 serie di facies, ma nella realtà ciascuna di esse rappresenta un fascio di gradienti che producono analoghe sequenze mineralogiche. METAMORFISMO REGIONALE IN CONDIZIONI DI PH2O = PL 1) Metamorfismo di basso gradiente termico o di alta pressione e bassa T. Serie di facies ⇒ lungo un gradiente TP molto ripido (= alto P/T) ⇒ f. delle zeoliti ⇒ f. lawsonite-albite ⇒ f. lawsonite- glaucofane ⇒ f. lawsonite- giadeite+quarzo + prehnite e pumpellyite FACIES DELLE ZEOLITI SINONIMI: ANCHIMETAMORFISMO very-low grade, subgreenschist facies metamorfismo incipiente (intervallo di T fra 200 e 350°C). Solo nelle rocce basiche (in presenza di H2O) avvengono significative trasformazioni mineralogiche, bene inquadrabili dal punto di vista P-T. Nelle rocce pelitiche all’aumentare di T: • aumenta la cristallinità dell’illite (misurabile solo in diffraz. RX); • aumenta la riflettanza della vitrinite (sostanza carboniosa); • la clorite si forma a spese di minerali argillosi instabili. ► limite • infer. Anl + Qtz ⇒ Ab + H2O termico • super. Wrk ⇒ An + H2O Ab An Anl Lmt Wrk = = = = = albite = NaAlSi3O8 anortite = CaAl2Si2O8 analcime = NaAlSi2O6.H2O laumontite = CaAl2Si4O12⋅4H2O wairakite = CaAl2Si2O8. 2H2O ► limite barico: laumontite e wairakite Lawsonite CaAl2Si2O7(OH)2.H2O • I minerali della facies zeolitica compaiano caratteristicamente in vene e plaghe • Già bassissimi valori di XCO2 nel fluido destabilizzano le zeoliti Il metamorfismo di alta pressione associato a zone di subduzione è caratterizzato dalla presenza di lawsonite e dalla comparsa, a PT adatte, del glaucofane che, per il suo colore blu, conferisce alla facies anche il nome (facies degli scisti blu). La stabilizzazione della lawsonite avviene a partire dalle pressioni superiori a quelle della facies zeolitica (circa 3 Kb). La lawsonite prima è in associazione con l’albite, poi con il glaucofane, e per la sopraggiunta instabilità dell’albite dovuta HP, con giadeite+quarzo NaAlSi3O8 ⇒ NaAlSi2O6 + SiO2 Campo di stabilità della lawsonite Campo di stabilità di glaucofane e di giadeite + quarzo f. Scisti verdi gl. Campo di stabilità di glaucofane Campi di stabilità di prehnite e di pumpellyite 2) Metamorfismo di alto gradiente termico oppure di bassa pressione (località di riferimento: Abukuma, Bosost, Buchan) 2) Metamorfismo di alto gradiente termico oppure di bassa pressione (località di riferimento: Abukuma, Bosost, Buchan) ⇒ Clorite ⇒ T Biotite Andalusite Sillimanite Zoneografia fitta And Presenza di Crd Grt Assenza di Ky Stabilità Al2SiO5 Cianite Volume molare Entropia Andalusite Sillimanite 44,69 cm3/mol 52,29 cm3/mol 50,23 cm3/mol 236,0 J/K 245,1 J/K 246,9 J/K Problematica collocazione del punto triplo Holdaway (1971) 3.76 kbar 501°C Richardson et al. (1968) 6 kbar 620 °C Greenwood (1976) 4.7 kbar 570°C Solo piccole variazioni di ΔG associate alle reazioni univarianti ⇒ ⇒ grandi incertezze Stabilità della cordierite (Fe,Mg Crd) T = cost Mg/(Fe+Mg) = cost Limite di separazione fra la facies degli scisti verdi e la facies delle anfiboliti a cordierite. Limite di separazione fra la facies degli scisti verdi e la facies delle anfiboliti a cordierite. Metapeliti ricche in Al Metapeliti comuni Metabasiti Facies scisti verdi Ctd Ab + Ep Act + Chl + Ab Facies delle anfiboliti St, (Ctd out) Pl, Crd Hb + Pl, (Chl out) Metabasiti (importanza del tamponamento di fO2) Reazioni importanti per T crescenti: Metapeliti 3) Metamorfismo di gradiente termico intermedio (Metamorfismo Barroviano) Area classica di riferimento: Scottish Highlands studiati da Barrow ⇒ Clorite T–P Biotite Granato ⇒ Staurolite Cianite Sillimanite Zone metamorfiche estese esempio: St-in 550°C⇒ St-out 700°C⇒ Gradiente T =25°⇒ zona St =6 km Isoterme ampiamente spaziate Metabasiti ⇒ assenza di glaucofane e lawsonite Metapeliti ⇒ assenza di andalusite e cordierite Limite di separazione fra la facies degli scisti verdi e la facies delle anfiboliti a granato. Metapeliti Metapeliti ricche in Al comuni Facies scisti verdi Facies delle anfiboliti Metabasiti Ctd Ab + Epd Act + Chl + Ab St, (Ctd out) Pl Hb + Pl, (Chl out) Campo di stabilità della staurolite metabasiti: (importanza del tamponamento di fO2) METAMORFISMO REGIONALE IN CONDIZIONI DI PH2O<<PL GRANULITI ed ECLOGITI Facies granulitica: insieme di associazioni mineralogiche formatesi da qualunque roccia sotto condizioni di alta T e PH2O << Ptot. Roccia granulitica: roccia silicatica di composizione varia senza muscovite, con abbondante plagioclasio e pirosseno. Carattere diagnostico di una roccia metamorfosata in facies granulitica: coesistenza di Opx (iperstene) + Cpx + Pl ⇒ uno solo dei due Px, pur essendo compatibile, non è diagnostico. Rocce granulitiche caratteristicamente affiorano negli scudi pre-cambrici. Si suppone che il metamorfismo granulitico si verifichi nella crosta continentale inferiore fortemente disidrata. In queste condizioni: - metabasiti: l’anfibolo si decompone e compare il pirosseno; - metapeliti: si destabilizza l’associazione Bt + Sill + Qtz e compare Crd + Grt + Kfs + L. Deidratazione per dissoluzione di acqua in fusi anattetici. Ipotesi che CO2 infiltrata dal mantello fortemente diluisca H2O nei fluidi non è confermata da studi isotopici ⇒ forte disequilibrio isotopico. Campo P-T della facies granulitica: la HT è importante, la P no. Limiti T: geotermometri indicano intervallo fra 700 e 1000°C Limite P: plagioclasio stabile ⇒ 5 – 15 Kbar ⇒ a pressioni maggiori si entra nel campo della facies eclogitica Variazione delle compatibilità miner. all’aumento di P in metabasiti 1+2+3+4 = campo compositivo delle roce basiche Per una data composiz. chimica le associazioni diagnostiche cambiano in funzione di P FACIES ECLOGITICA Condizioni di formazione: P alta e ambiente prevalentemente anidro Eclogite: roccia silicatica di composizione basaltica costituita da OMFACITE + GRANATO e priva di plagioclasio. Omph = (Ca,Na)(Mg,Fe,Al)Si2O6 Grt ricco in piropo(Mg) reazione di eclogitizzazione plagioclasio + pirosseno (+ olivina) ⇒ omphacite + granato (+ quarzo) basalto eclogite Altre possibili fasi in eclogiti: Qtz, Ky, Amph (sodico), Phe, Zo, Rut VARI TIPI DI ECLOGITI Gruppo A Bimineraliche, con granato ≈ 55 moli % Prp xenoliti in kimberliti e basalti Gruppo B Con orneblenda (in bande e lenti in gneiss migmatitici) Gruppo C Con glaucofane (come bande e lenti in scisti blu) inoltre: scisti eclogitici (white schists) ⇒ Tlc + Ky + Grt + Phe+ Qtz scisti blu tipicamente associati ad eclogiti ⇒ transizionali con la facies eclogitica Campo PT di formazione delle eclogiti tipo A: Curve di trasformazione gabbro ⇒ eclogite Si possono formare eclogiti anche per cristallizzazione magmatica ad alte pressioni EVOLUZIONE DELLE ECLOGITI tipo A ⇒ decompressione ⇒ idratazione ⇒ decompressione + dratazione reazione di de-eclogitizzazione omphacite + granato ⇒ plagioclasio + pirosseno Omp ⇒ Cpx + Pl Phe + Qtz ⇒ Bt + Pl relitti “armati” Omfacite in granato Coesite in granato (spesso trasformata in aggregato di Qtz microcristallino) idratazione Cpx ⇒ Hbl (in presenza di un fluido ricco in H2O) simplettiti Simplettite: aggregato microgranulare, comunemente di diopside + plagioclasio Esempio: simplettite di plagioclasio e ortopirosseno su granato Relitto di omphacite in orneblenda. Sotto, simplettite di Cpx + Pl a spese di omphacite non protetta. Stabilità dell’anfibolo nelle rocce metamorfiche di composizione basaltica (Ernst & Liu, 1998, American Mineralogist). METAMORFISMO DI CONTATTO Aureola di contatto • Intrusione in regioni crostali perturba lo stato termico delle → più fredde rocce incassanti • Significative quantità di aumento di T all’immediato → calore trasmesso contatto • Aumento di calore sufficiente aureola metamorfica di per innescare reazioni → contatto metamorfiche in planimetria ⇒ in sezione ⇒ ►T più alta al contatto, più bassa lontano zoneografia metamorfica relativamente regolare, → concentrica rispetto al plutone MASSIMA TEMPERATURA E SPESSORE dipendono da vari fattori ► MAGMA: forma, volume, temperatura, quantità di calore e di sostanze volatili; ► ROCCE INCASSANTI: T iniziale, fratturazione, permeabilità, contenuto in volatili; ► MECCANISMO DI TRASPORTO DEL CALORE: pura conduzione vs. convezione; ►PROFONDITÁ DELL’INTRUSIONE, cioè grado di isolamentp termico. MASSIMA TEMPERATURA: ► all’immediato contatto, dipende prevalentemente dalla temperatura del magma Tmax basico acido ≈ ½ TMAGMA quando c’è solo conduzione ≈ TMAGMA quando c’è circolazione convettiva nel magma In ogni caso, la Tmax sarà ►maggiore al contatto con plutoni basici ►minore al contatto con plutoni acidi DURATA DEL RISCALDAMENTO: → importante per lo sviluppo delle reazioni metamorfiche Nel caso di conduzione → t = 0.01 D2 (D = spessore in metri di un corpo stratiforme) Se D = 1 m → 3 giorni Se D =10 m → 1 anno Se D = 100 m → 100 anni Se D =1000 m →10.000 anni Se D = 10000 m →1 milione di anni EFFETTI METAMORFICI PRINCIPALI Cornubianite: roccia a grana minuta, a struttura granoblastica, in genere di composizione pelitica o semipelitica (tipica del metamorfismo di contatto). Facies metamorfiche 1) facies delle cornubianiti ad albite + epidoto; 2) facies delle cornubianiti ad orneblenda; 3) facies delle cornubianiti a cordierite + K-feldspato; FACIES DELLE CORNUBIANITI A: albite + epidoto orneblenda cordierite + K-feldspato NELLE ROCCE METAPELITICHE facies delle facies delle cornubianiti a: Zeoliti albite + epidoto ↓ 300-350 C° anortite + quarzo pumpellyite + → clorite + quarzo epidoto + attinolite caolinite + quarzo → ↓ cordierite + K-feldspato ↓ plagioclasio 800900° C ↓ fusione parziale ↓ f.buchiti → orneblenda orneblenda (→ Opx) → andalusite + quarzo andalusite → sillimanite sanidino → f. sanidiniti staurolite-in staurolite-out cordierite-in cordierite 500-550 C° → wairakite Orneblenda 580-600° C° albite + epidoto → plagioclasio tremoliteattinolite pirofillite muscovite + quarzo → K-feldspato + andalusite METAMORFISMO DI FONDO OCEANICO Modelli di circolazione termoconvettiva dell’acqua nelle rocce dei fondi oceanici Circolazione dei materiali chimici legati alla circolazione termoconvettiva Zoneografia metamorfica possibile nel metamorfismo di fondo oceanico GEOTERMOMETRIA E GEOBAROMETRIA ⇒ due vie 1) Griglie petrogenetiche Via basata su 2) Reazioni di scambio cationico Un insieme di reazioni discontinue → reticolato o griglia petrogenetica (petrogenetic grid) Campo T-P diviso in un numero di settori abbastanza piccoli → efficace per stime T e P Variazioni della composizione di fasi s.s. → sono controllate dalla T e dalla P, e nelle associazioni non limitanti anche dal chimismo della roccia ► Ad esempio, con l’aumento della temperatura: • plagioclasio → aumenta il contenuto in Ca; • granato in metapeliti → aumenta (Fe + Mg), diminuisce (Mn + Ca) (→ zonatura); • staurolite → aumenta Zn; • muscovite → Na aumenta e poi dimin.; Fe e Mg diminuiscono; • biotite → aumenta il Ti, diminuisce Fe/Mg (per poi aumentare rapidamente); • clorite → aumenta Mg/Fe; ► Ad esempio, con l’aumento della pressione: • cordierite → aumenta Mg/(Mg + Fe); • muscovite → aumenta (Fe + Mg); Variazioni compositive della muscovite in funzione della T Variazioni compositive del granato in funzione della T. Problema: i granati sono comunemente zonati GEOTERMO-BAROMETRIA BASATA SU REAZIONI DI SCAMBIO CATIONICO Consente un migliore inquadramento termodinamico e collegamento con la petrologia sperimentale. Il risultato di una stima basata su queste reazioni è un valore puntuale con un errore noto, e non un intervallo di T e/o come nel caso delle griglie petrogenetiche Per ottenere informazioni geotermo-barometriche quantitative: disponibilità di materiale chimico presenza di una fase che → satura il sistema in quel componente Es.: Ca (e Al) in Pl: presenza di Clinozoisite; Na in Ms: presenza di Pg associazioni limitanti composizione delle fasis.s. in → funzione delle sole variabili intensive ripartizione di componenti chimici tra due fasis.s. associate → coefficiente di ripartizione K D ( el ) ΔT Δ S ⎛ X A ⎞⎛ 1 − X B ⎞ XA ΔVΔP ln = ; K ; K D ( el ) = ⎜⎜ = ⎟⎟⎜⎜ ⎟⎟; ln K D = ; D XB RT RT ⎝ 1 − X A ⎠⎝ X B ⎠ ESEMPIO DI UN GEOTERMOMETRO BASATO SU UNA REAZIONE DI SCAMBIO Geotermometro biotite-granato Basato sulla reazione continua di scambio cationico di Fe e Mg tra biotite e granato: Fe3Al2Si3O12 + KMg3AlSi3O10(OH)2 = KFe3AlSi3O10(OH)2 + Mg3Al2Si3O12 almandino flogopite annite KD = (Mg/Fe)granato/(Mg/Fe)biotite piropo Calibrazione sperimentale di Ferry & Spear (1978) Limiti di applicazione: intervallo termico 550-800° C granato: (Ca + Mn)/(Ca + Mn + Fe + Mg) ≤ 0.2 biotite: (AlVI + Ti)/(AlVI + Ti + Fe + Mg) ≤ 0.15 Equazioni alternative → effetto del Ti e Al nella biotite (Indares & Martignole, 1985) Two-Pyroxene Thermometery Not in detail-> (4) CaMgSi2O6 (en) = CaMgSi2O6 (diop) (5) Mg2Si2O6 (en) = Mg2Si2O6 (diop) CMFS-quadrilateral (Nakamura & Kushiro, 1970) ⎛ a Diopside ⎞ 2 Si2 O6 ⎟ (6) K = ⎜⎜ Mg Enstatite ⎟ a ⎝ Mg2Si2O6 ⎠ Diopside Diopside (7) aDiopside = x ⋅ γ Mg2 Si2O 6 Mg2 Si2O6 Mg2 Si2O6 CMS-solvus at high-P (Lindsley & Dixon, 1976 Ternary Feldspar Systems Applications: Natural feldspar composition from volcanics Composition of coexsting fledspars is temperature (and pressure) dependant => Geothermometer Griglie petrogenetiche calcolate con THERMOCALC METAMORFISMO ED EVOLUZIONE CROSTALE Stretta relazione fra: ⇒ ambiente geodinamico ⇒ regime di flusso termico nella crosta ⇒ evoluzione delle serie di facies metamorfiche studio delle rocce metamorfiche ⇒ ricostruzione l’evoluzione geodinamica. Collocamento dei tipi di metamorfismo ⇒ diverso flusso di calore in ambienti geodinamici diversi Studi petrologici per fare ipotesi: Definire l’evoluzione T e P a differenti livelli crostali col passare del tempo. ⇒ ricostruire le specifiche traiettorie P-T-t, diagnostiche per ambienti geodinamici diversi Tre traiettorie P-T-t con forma e significato radicalmente diversi: ⇒ traiettorie orarie ⇒ traiettorie antiorarie ⇒ traiettorie con riscaldamento isobarico Le traiettorie orarie ⇒ progressiva diminuzione di P con simultaneo aumento di T, e successivo raffreddamento ⇒ ispessimento crostale associato a sovrascorrimenti e/o collisione ⇒ gradienti di temperatura intermedia ⇒ metamorfismo Barroviano ⇒ le Alpi Orientali Le traiettorie antiorarie ⇒ aumento di T contemporaneamente all’aumento di P e successivo raffreddamento ⇒ crosta di normale spessore interessata da un apporto addizionale di calore dal mantello ⇒ ingenti quantità di magmi acidi nella crosta intermedia in risposta ad un underplating ⇒ alti gradienti di T ⇒ metamorfismo HT/LP ⇒ nella crosta profonda si colloca il metamorfismo in facies granulitica CONCLUSIONI: ⇒ Decifrare le traiettorie P-T-t è un reale potenziale della petrologia per la ricostruzione dei diversi ambienti geodinamici. ⇒ Non è oggi possibile fare delle moderna geologia senza studiare adeguatamente e rigorosamente le rocce metamorfiche DOMANDE RICORRENTI SUL METAMORFISMO • • • • • • • • • • • • • • • Metamorfismo: definizione ed inquadramento generale. La fase fluida: sua composizione e mobilità, sistemi aperti e sistemi chiusi. I fattori del metamorfismo. I meccanismi del metamorfismo. Le reazioni metamorfiche. Cenni sulle strutture metamorfiche principali. I tipi di metamorfismo. Gradualità del metamorfismo: minerali indice, facies metamorfiche, isograde. Metamorfismo di contatto. Metamorfismo regionale di alto gradiente termico. Metamorfismo regionale di gradiente termico intermedio. Metamorfismo di basso gradiente termico Metamorfismi a PH2O<<Ptot: granuliti, eclogiti. Geotermobarometria. Metamorfismo ed evoluzione crostale.