mantello d'aria sopra la superficie rocciosa è un mezzo ritardante la dispersione del calore accumulato durante il giorno. Pur tuttavia le condizioni ambientali, specialmente nei livelli superiori, sono estremamente difficili e quasi contrarie alla vita di qualsiasi essere vegetale o animale. L a temperatura optimum per queste alghe sembra essere quella di 8-15 C. : quindi si deve supporre che a temperature più basse, alla sera e al mattino, conducano vita latente, riducendo al minimo la respirazione e l'alimentazione. Altre rocce invece molto frequentemente, pur avendo l'umidità adatta e l'esposizione al sole, non albergano alcun consorzio d'alghe : sono per lo più rocce che, prima aride, sono diventate umide fortuitamente per un'anormale decorso di qualche ruscelletto. Col tempo diverranno anche loro sede di litofite, la diffusione effettuandosi molto lentamente e irregolarmente, poiché in questo caso gli unici fattori possibili di diffusione sono l'acqua stessa che casualmente scorrendo dal di sopra potrebbe portarvi qualche alga e il vento che dal basso le trasporta nello stadio di vita latente o di spore durature. A l termine dei nevai e delle vedrette vi sono poi delle rocce che presentano esteriormente uno strato verdastro quasi gelatinoso, che in realtà è formato da una finissima fanghiglia morenica, trasportata e lì depositata dall'acqua che bagna la roccia. Solo raramente osservai in tali facies qualche sporadico esemplare di diatomea. Varie cause climatiche ed orografiche impediscono ed ostacolano il diffondersi delle litofite in alta montagna. I fattori della distribuzione sono molti, tutti non li conosciamo appieno nelle loro azioni ; forse per tale ragione, io credo, associazioni non lontane fra di loro, si presentano con facies diverse. Prescindendo da casi particolari, questi ambienti litofiti ci si presentano per lo più sotto l'aspetto di patina gelatinosa, molto viscida di color verdastro oscuro, molto sottile e difficilmente asportabile con qualsiasi oggetto : è questa la facies più frequente, specialmente nelle posizioni più elevate, delle rocce liscie a forte inclinazione e a media umidità. Invece verso i 2000-2400 m. non è raro riscontrare sulle rocce umide a lento e continuo stillicidio un grosso strato gelatinoso, omogeneo, di colore vario, per lo più tendente al giallo. Mi riferisco ai materiali di Valle Saent n. 3, 11. 4, n. 16 e a quelli raccolti in Valle Venezia contrassegnati nell'elenco col n. 25 e n. 26. C i troviamo in ambiente completamente diverso, a quota altimetrica più bassa, lontani dall'azione dei ghiacci, in piena vegetazione di muschi e fanerogame, che, vivendo nelle fessure della roccia, contribuiscono almeno alla produzione di de0