Preparazione alla verifica di storia Sparta L’evoluzione delle polis greche avvenne sotto diverse modalità: le città costiere, sfruttarono la loro posizione geografica per espandere i commerci marittimi mentre le città dell’entroterra restarono escluse da questa opportunità e di conseguenza avevano economie più arretrate e istituzioni politiche oligarchiche. L’esempio più noto di questo secondo tipo di polis fu Sparta, la cui economia si basava sulla conquista militare; Sparta fu fondata attorno al 10° secolo nella Laconia, regione centrale del Peloponneso, da una tribù di stirpe dorica. Successivamente sparta, espanse i suoi domini fino alla Messenia. L’organizzazione sociale di Sparta rifletteva l’importanza della guerra nella società; il popolo Spartano era diviso in tre classi: gli spartiati, i perieci e gli iloti. Gli spartiati erano gli unici cittadini ad avere diritti politici, erano discendenti dei Dori e proprietari terrieri; entravano a far parte dell’esercito fin da giovani per poi finire il loro incarico a 60anni. I perieci abitavano nella “periferia” del territorio spartano; erano principalmente mercanti e artigiani, militavano come truppe ausiliarie ed erano cittadini liberi, pur non avendo diritti politici. Gli iloti invece erano prigionieri di guerra o discendenti di questi ultimi; non avevano diritti ed erano costretti a lavorare per gli spartiati nei campi. Come detto precedentemente, gli spartiati erano gli unici che avevano diritti politici. Ai vertici della società vi erano i due re, i quali avevano una carica che durava per tutta la vita e che svolgevano funzioni di sommo sacerdote, capo dell’esercito e dello stato. I due re avevano pieni poteri in guerra ma durante i periodi di pace erano gli efori ad avere il potere, 5 magistrati che svolgevano inizialmente una funzione consultiva ma che poi acquistarono potere. I 5 efori venivano eletti dall’Apella, un assemblea di tutti gli spartiati maschi al di sopra dei 30anni. L’Apella eleggeva a vita anche i geronti, una sorta di consiglio degli anziani, composto da 28 spartiati al di sopra dei 60 anni; geronti e i due re formavano assieme la gherusia. Atene Atene è l’esempio più importante di democrazia e di economia basata sugli scambi commerciali. Durante l’età arcaica tuttavia, il potere era mantenuto dall’oligarchia degli eupatridi, composti da varie famiglie (fratrie) di nobili. Fra queste fratrie venivano eletti 9 arconti, 6 dei quali erano meno importanti, prendevano il nome di tesmoteti, ovvero protettori della legge, mentre gli altri tre svolgevano rispettivamente funzioni di sommo sacerdote (basileus), capo dell’amministrazione (eponimo) e capo dell’esercito (polemarco). Tutti i cittadini ateniesi maschi e liberi facevano parte dell’ecclesia, un assemblea che eleggeva gli arconti e aveva una funzione di consulto per le autorità. Nel corso del 7° secolo, il regime politico ateniese subì importanti trasformazioni, principalmente dovuti alla crisi agraria che colpì tutta la Grecia. Un passo importante in questa direzione la fece il legislatore Dracone, con la stesura delle leggi. Ben più importanti furono tuttavia, le riforme dell’arconte solone, eletto nel 594 a.C. Egli suddivise il popolo ateniese in 4 classi basandosi sul censo, ovvero la ricchezza annua prodotta dal singolo cittadino. Le 4 classi erano: 1. Pentacosiomedimni: proprietari terrieri che producevano più di 500 medimni o metreni di grano, vino o olio. 2. Cavalieri: proprietari terrieri che producevano fra i 300 e i 500 medimni o metreni all’anno. Erano chiamati cavalieri perché il loro reddito veniva considerato essere sufficiente per mantenere un cavallo. 3. Zeugiti: proprietari terrieri che producevano fra i 200 e i 300 medimni o metreni. Il loro reddito era considerato sufficiente per mantenere una coppia di buoi. 4. Teti: cittadini con reddito inferiore ai 200 medimni o metreni o nullatenenti. Questa suddivisione influenzava anche la politica e la guerra. Infatti in politica, solo le prime due classi potevano essere selezionate per diventare arconti, solo le prime tre classi potevano entrare a far parte del consiglio dei 400 mentre tutte potevano entrare a far parte dell’ecclesia, l’assemblea di tutti i cittadini con accesso alla politica. In guerra invece, le prime due classi formavano la cavalleria, gli zeugiti erano gli opliti, ovvero soldati dall’armatura pesante, mentre i teti erano soldati dall’armatura leggera oppure venivano arruolati come rematori nelle navi. Queste riforme tuttavia generarono un malcontento dall’aristocrazia, la quale vide i propri poteri diminuire, oltre che agli artigiani e mercanti, che nonostante una buona ricchezza, rimanevano esclusi dalla vita politica, non essendo in possesso di terreni. Questa situazione di instabilità politica quindi, diventò un’occasione per l’ascesa politica di Pisistrato, parente di Solone il quale tuttavia, venne ostracizzato in Tracia, dove lui possedeva miniere. Con i soldi guadagnati dalle miniere quindi, nel 546 tornò ad Atene e, con l’aiuto di alcuni soldati mercenari, prese il potere, dando inizio alla tirannide. Pisistrato promosse una politica a favore delle classi che lo avevano sostenuto, quindi piccoli proprietari terrieri, artigiani e mercanti, attuando una redistribuzione delle proprietà terriere. Per mantenere anche il consenso delle classi sociali superiori tuttavia, fece attuare grandi opere pubbliche, manifestazioni culturali e diede una spinta al commercio, promuovendo la coniazione delle prime monete. Nel 528 a.C., Pisistrato morì e presero il potere i suoi figli, Ippia e Ipparco; tuttavia, il secondo venne ucciso e il primo, grazie a una famiglia aristocratica, la famiglia degli Alcmeonidi, venne ostracizzato. Nel 508 a.C., al potere salì Clìstene, della stessa famiglia degli Alcmeonidi. Fra tutte le riforme di Clìstene, quella più importante fu indubbiamente quella riguardante la riforma amministrativa dell’Attica. Egli divise il territorio in tre zone principali: la città, abitata principalmente da nobili proprietari terrieri, la costa, dove vivevano molti artigiani e mercanti, l’entroterra, occupato dai piccoli proprietari terrieri. Divise poi ognuna di queste zone in 10 trittie, per un totale di 30 trittie. Questa suddivisione fu collegata alla divisione della popolazione in 10 tribù. Anche la politica con Clìstene cambiò: infatti, tutti i cittadini costituivano l’ecclesia, ma gli arconti (10) videro i loro poteri diminuiti, invece del consiglio dei 400 vi era la Bulè, il consiglio dei 500, ed era entrata una nuova istituzione politica, gli strateghi; erano 10 ed erano i comandanti dell’esercito. L’olimpo dei Greci In ogni polis greca vi era un’area sacra destinata alle cerimonie religiose: l’Acropoli. Era generalmente posta su un’altura ed era la parte più antica della città. La religione dei Greci era politeistica; alcuni dei rappresentavano persino delle forze della natura. La sede degli dei greci era sul monte Olimpo. Ogni divinità era protettore di un particolare aspetto della vita quotidiana; infatti, per ottenerne l’aiuto, i greci offrivano agli dei sacrifici di animali o frutti dell’agricoltura. Le divinità erano raffigurate con sembianze umane e venivano descritti con pregi e difetti, proprio come gli umani, con l’unica differenza dell’essere immortali. Gli dei più importanti erano Zeus, padre degli dei, Era, sua moglie, Ade, dio dell’oltretomba, Apollo, dio del sole, Poseidone, dio del mare, Atena, dea dell’intelligenza, Ares, il dio della guerra e altri ancora. I templi della polis sorgevano in luoghi aperti e accessibili a tutti i cittadini. Insieme agli dei dell’olimpo, i Greci veneravano anche divinità locali, considerate protettrici della comunità e della città. I santuari più importanti erano quello di Delfi, quello di Olimpia. I santuari per i greci erano molto più che semplici luoghi dove svolgere riti religiosi, dato che avevano anche funzioni politiche e culturali. Nei santuari inoltre, si stringevano accordi che con il passare del tempo divennero vere e proprie alleanze economiche (anfizionìe) e militari (leghe). Le guerre persiane Al fine del 6° secolo, i Greci avevano ormai raggiunto la supremazia del Mediterraneo. La loro potenza tuttavia era destinata ad andare in contrasto con l’Impero Persiano, che si era già esteso in india e medio oriente, e che aveva in mente di espandersi ulteriormente. Nel 547 a.C. il re persiano Dario sottomesse alcune isole del mare Egeo, rendendo difficoltoso il commercio da parte degli ateniesi. Così, quando nel 499 le isole si ribellarono, Atene intervenì contro i Persiani; fu questo il pretesto utilizzato dal re Persiano Dario per dichiarare guerra alla Grecia. Il re Dario attaccò con una spedizione esclusivamente via terra; l’impero persiano riuscì a conquistare le isole Cicladi ma venne poi sconfitto nella pianura di Maratona dagli opliti di Platea. In questo stesso periodo, la vita politica ad Atene era animata da uno scontro fra Temistocle, il quale sosteneva il popolo e Aristide, il quale sosteneva i proprietari terrieri aristocratici; dopo che Temistocle riuscì a diminuire il potere di Aristide, propose il rafforzamento della flotta e la fortificazione del porto. Alla fine dello scontro politico, vinse Temistocle e Aristide venne ostracizzato dando il via libera al suo avversario. Mentre Atene rafforzava la sua flotta, Serse era succeduto al padre Dario e con questo, tornò la voglia di invadere nuovamente la Grecia. I persiani quindi tornarono all’attacco nel 480 a.C., con una spedizione sia via terra sia via mare. Le prime battaglie ebbero luogo presso capo Artemisio, ma la battaglia più celebre avvenne alle isole Termopili, dove un esercito di 300 spartani e 4000 sodati di altre città, guidati dal re Leonida riuscirono a tenere testa per tre giorni all’impero persiano, permettendo alla flotta Ateniese di riposizionarsi e prepararsi all’arrivo dei Persiani. Dopo aver sconfitto gli spartani alle Termopili, i persiani occuparono Atene, distruggendone l’Acropoli. Nel mentre, gli Ateniesi si rifugiarono sull’isola di Salamina, salvando la flotta. Nello stesso luogo, avvenne la battaglia navale decisiva, dove le navi Greche, piccole e veloci, annientarono le navi dei persiani, i quali dovettero ritirarsi in Tessaglia, per poi ritornare ad attaccare l’anno dopo, nel 479 a.C., subendo nuovamente una sconfitta. Dopo al vittoria Greca sui persiani, Sparta ed Atene erano le città più potenti della Grecia, così, per evitare nuovi attacchi dai Persiani, Sparta fondò la lega Peloponnesiaca, che riunì sotto la sua protezione tutte le città oligarchiche del Peloponneso, mentre Atene fondò la lega Delio-Attica, che riunì sotto la sua protezione tutte le città dell’attica e della ionia. L’imperialismo Ateniese I vantaggi che Atene ottenne dalla vittoria nelle guerre persiane furono il presupposto per la sua supremazia nel mediterraneo. Con la lega delio-attica, Atene ebbe il controllo di tutte le risorse economiche dell’area. In quel periodo, all’interno di Atene, si stavano scontrando due figure politiche: Temistocle, il quale come nel caso prima, sosteneva il popolo, voleva stravolgere la lega delio-attica per rivolgerla contro Sparta; pur di riuscire nel suo intento, era disposto ad allearsi con i Persiani. L’altra figura invece era Cimone, il quale sosteneva i proprietari terrieri e gli aristocratici, che voleva definitivamente sopprimere il pericolo persiano alleandosi con Sparta. Cimone riuscì a vincere lo scontro politico e Temistocle venne ostracizzato nel 471 a.C. Coerente con il suo piano, Cimone dichiarò guerra all’impero persiano, conquistando lo stretto dei Dardanelli e lo stretto del Bosforo, oltre all’importante città di Bisanzio, fermando definitivamente la loro minaccia. Dopo la sconfitta dell’impero persiano, la lega delio-attica, avrebbe dovuto cessare di esistere; al contrario, Cimone decise di mantenerla, continuando a far pagare tutte le città della ionia e dell’attica. Mentre Atene continuava con la sua espansione imperialistica, Sparta conobbe parecchi conflitti interni e ribellioni sociali, che gli Spartiati fecero fatica a reprimere; Cimone allora propose a Sparta il suo aiuto, ma loro, pensando fosse un modo per influenzare il Peloponneso con la democrazia, rifiutarono. Così il prestigio e il rispetto per Cimone iniziò a crollare, fino al punto in cui venne ostracizzato nel 461 a.C. I democratici allora ripresero il potere con Efialte, il quale ridusse gli ultimi poteri degli aristocratici, in particolare quelli dell’areopago e li aumentò all’ecclesia, alla bulè e all’eliea. Efialte fu poi assassinato nel 460 a.C. dai suoi avversari politici. Seguì a lui lo stratego Pericle. In politica estera, Pericle rafforzò ulteriormente la flotta e fece costruire le lunghe mura, che proteggevano il porto in caso di attacco. Nel 459 a.C. Pericle iniziò una nuova guerra contro l’impero persiano, ma venne sconfitto; allora, Pericle si vide costretto a chiamare nuovamente Cimone, capo dell’esercito, che sconfisse i persiani a Cipro. Vista l’impossibilità di espansione, Pericle iniziò a firmare dei trattati di pace, fra cui la pace di Callia con i persiani e la tregua trentennale tra Atene e Sparta. Pericle inoltre, introdusse importanti riforme politiche: la più importante è sicuramente quella del sorteggio per l’assegnazione delle cariche pubbliche con il kleroterion e introdusse la retribuzione dell’attività politica, in modo che tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro ricchezza, possano partecipare alla vita politica.