Terapia del Dolore, Elettrostimolazione, Ionoforesi EFFETTI BIOLOGICI DELLA CORRENTE ELETTRICA Gli effetti biologici principali delle correnti elettriche a scopo terapeutico sono i seguenti: ■ Chimici (fisico-chimici) ■ Eccitomotori ■ Antalgici ■ Trofici 2 EFFETTI CHIMICI Gli effetti chimici della corrente elettrica impiegata nella terapia fisica sono legati allo sfruttamento delle proprietà elettrolitiche della corrente elettrica. Quando quest’ultima scorre in un liquido ed in particolare in un liquido in cui vi sia presente un medicamento in forma ionica, rende possibile la migrazione del farmaco attraverso la cute all’interno del corpo umano. 3 EFFETTI ECCITOMOTORI Gli effetti eccitomotori sono dati dalla possibilità di provocare, in modo diretto o indiretto, una contrazione muscolare. Perché ciò avvenga, occorre che la corrente possieda intensità e durata di impulso adeguate. La contrazione (stimolazione) diretta del muscolo si ottiene grazie ad una stimolazione delle fibre muscolari. Mentre, la stimolazione indiretta viene ottenuta tramite la depolarizzazione del nervo motore. 4 EFFETTI ANTALGICI Gli effetti antalgici della corrente elettrica sono dati da una parte all’interazione della corrente elettrica con i recettori del dolore e dall’altra parte all’induzione da parte della corrente elettrica della stimolazione di sostanze che il nostro corpo è in grado di produrre se opportunamente indotto deputate alla riduzione del dolore (endorfine). 5 EFFETTI TROFICI Gli effetti trofici sono dovuti sostanzialmente all’effetto Joule della corrente elettrica che, ad una certa intensità, è in grado di produrre calore. L’effetto termico provocato dalla corrente elettrica determina vasodilatazione locale e da tale fenomeno discendono diversi effetti benefici 6 ELETTROSTIMOLAZIONE DEL MUSCOLO INNERVATO L’elettrostimoalzione del muscolo innervato trova invece impiego in vari campi della medicina (ortopedica, traumatologica, neurologica, sportiva, estetica). La sua indicazione è precipuamente indicata ai casi di ipotrofia muscolare da non uso, poiché un muscolo che non si contrae si atrofizza, essendo la sua vascolarizzazione legata all’attività contrattile. 7 Non vi è alcuna difficoltà ad ammettere che l’esercizio volontario costituisce la forma più valida di trattamento dell’ipotrofia muscolare, ma non è sempre possibile effettuarla, non è sempre possibile ottenere esattamente la contrazione selettiva di determinati muscoli. 8 I PARAMETRI DA SCEGLIERE NELLA STIMOLAZIONE MUSCOLARE Il tipo di corrente Sostanzialmente, sulla base dell’inquadramento del muscolo se innervato in modo normale o denervato, l’operatore ha due scelte: ■ nel caso di denervazione, le correnti congeniali sono le correnti monofasiche rettangolare, triangolare o triangoloesponenziale ■ mentre, nel caso di muscoli innervati, la scelta cadrà su una delle correnti alternate di stimolazione (IF di stimolazione, Kotz, Bifasica) 9 In via generale, si dovranno mediamente considerare i seguenti valori per la stimolazione dei muscoli normo innervati: ■ Braccio 150 µsec ■ Avambraccio 200 µsec ■ Tronco (suepriore) 250 µsec ■ Tronco (inferiore) 300 µsec ■ Coscia 350 µsec ■ Gamba 400 µsec 10 FREQUENZE ED EFFETTI 1 15 Hz La muscolatura si contrae in modo ritmico. Generalmente viene utilizzato questo range nel drenaggio e nel trattamento degli edemi 15 20 Hz È una situazione “ibrida” costituita da contrazioni veloci, non particolarmente intense ma a volte questa situazione intermedia tra lo stimolo ed il drenaggio è utile in soggetti che mal sopporto la stimolazione pura. 20- 50 Hz Si portano in contrazione prevalentemente le fibre lente. Con questa scelta si riescono a migliorare la qualità alla resistenza alla fatica, alla vascolarizzazione delle fasce muscolari ed è perciò indicata nel trattamento delle ipotonie da non uso e delle amiotrofie. 50 75 Hz Si stimolano le fibre intermedie, praticando un lavoro di rinforzo, di resistenza e di miglioramento delle performance muscolari. È utile nella fase avanzata del trattamento delle ipotonie ed amiotrofie; ed in particolare è utile nell’allenamento e nella pratica sportiva di atleti che sfruttano le performance aerobiche. Oltre i 75Hz Si utilizzano nel trattamento delle fibre veloci e soprattutto nell’allenamento di sportivi che utilizzano le doti di forza e di rapidità 11 ELETTROANALGESIA Quando si applica una corrente continua si determina un accumulo di cariche negative in corrispondenza del catodo e di cariche positive in prossimità dell’anodo. L’iperpolarizzazione delle membrane dei recettori del dolore e delle fibre nervose, che si produce nei pressi dell’anodo aumenta la soglia di stimolazione per cui si ha una inibizione della trasmissione dell’eccitazione. Tale effetto anaelettrotonico viene inoltre aiutato dall’azione sedativa della c.d. galvanizzazione discendente. Studi eseguiti sull’uomo hanno evidenziato che il passaggio della corrente in senso ascendente (catodo in alto) nel midollo spinale ed in genere in una struttura nervosa, determina un aumento dell’eccitabilità, mentre il passaggio della stessa corrente in senso inverso (catodo in basso) ha un effetto antalgico. 12 Tecniche di applicazione Due sono le tecniche comunemente utilizzate: 1. la TENS classica (o convenzionale) 2. TENS tipo elettroagopuntura. La TENS convenzionale è caratterizzata da stimoli di breve durata (60-150 microsec), di debole intensità e di frequenza relativamente alta (80-100 Hz). Agisce stimolando le fibre afferenti di maggior calibro, a soglia più bassa e cronassia inferiore, innescando il meccanismo del gate-control. La sua sede d’azione è quindi prevalentemente midollare, segmentaria. L’analgesia che si ottiene è rapida ma di assai breve durata. 13 La TENS di tipo elettroagopuntura è invece contraddistinta da impulsi di durata maggiore (100 - 250 microsec), di intensità mediamente più elevate e di frequenza bassa (1-4Hz). l’analgesia indotta compare tardivamente, dopo una latenza di almeno 30 min., ma resiste più lungo rispetto a quella ottenuta con una TENS ad alta frequenza 14 LA IONOFORESI Sappiamo che quando si fa passare una corrente unidirezionale attraverso una soluzione acquosa contenente sostanze ionizzabili si verifica una migrazione di ioni verso l’elettrodo di segno opposto: gli ioni positivi (cationi) vengono attirati verso il polo negativo o catodo, gli ioni negativi (anioni) verso il polo positivo o anodo. 15 Dal momento che numerosi medicamenti sono solubili in acqua e si trovano in uno stato ionico è possibile introdurre tali ioni attraverso la cute. La ionoforesi (o dielettrolisi) medicamentosa è una metodica che consente di far migrare all’interno dei tessuti per via cutanea delle sostanze medicamentose in forma ionizzata. Soltanto le correnti unidirezionali hanno tuttavia tale potere ionoforetico, che risulta massimo per una corrente continua, minore per una corrente unidirezionale di bassa frequenza e di lunga durata ed ancora minore per una corrente bidirezionale (es. correnti di media frequenza e correnti interferenziali). 16 La ionoforesi medicamentosa è diventata ormai una metodica largamente utilizzata e numerose sono le sostanze che vengono introdotte per via ionoforetica. E’ naturalmente indispensabile conoscere preventivamente la polarità del farmaco o del prodotto attivo, che deve essere posto in corrispondenza dell’elettrodo di uguale polarità. 17 La corrente viene applicata aumentando lentamente l’intensità sino a determinare una sensazione non spiacevole di formicolio a livello dell’elettrodo attivo. Il paziente deve essere informato della sensazione che dovrà avvertire, così da poter segnalare tempestivamente se comincia ad accusare fastidio o ad avvertire un bruciore. La comparsa di un’ustione è quasi sempre espressione di una tecnica non corretta (intensità eccessiva o elettrodo non omogeneamente posizionato) ma il paziente deve mantenere ferma la regione corporea sulla quale sono stati applicati gli elettrodi. Particolare prudenza deve essere osservata nei soggetti che presentano una diminuzione della sensibilità. 18 [email protected] www.elettronicapagani.com 19