1 Analisi storica e inserimento contestuale 1.2 Le grandi trasformazioni 1.3 Analisi delle permanenze 1.4 L’area di progetto 2.Il Cubo 2.1 Descrizione del volume e caratteristiche formali 3. Criticità urbane 3.1 Percorsi (recinto chiuso) 4. Studio preliminare di inserimento urbanistico e vincoli 4.1 Limiti di densità edilizia 4.2 Limiti di altezza 4.3 Limiti di distanze 5. Architettura e funzionalità dell’intervento 6. Bibliografia 1. Analisi storica del contesto Situata nell’estremità occidentale di Venezia, l’area di Santa Marta è da sempre stata rappresentata come un nucleo isolato. Pianta prospettica del De Barberi Dalla pianta prospettica del De Barberi fino ai catasti ottocenteschi, l’area è sempre stata rappresentata come propaggine, conclusa dall’insediamento monastico di Santa Marta, e strutturata da un ordinato e semplice tessuto urbano definito da corti e da un parallelismo dovuto agli affacci sulle opposte vie d’acqua a nord e a sud. Pianta di Venezia 1729 – IGM Dallo studio delle cartografie storiche, emerge come l’area abbia subito profondi cambiamenti a cavallo tra il 1800 e la metà del 1900 sia per quanto riguarda la propria estensione fisica sia per quanto riguarda le funzioni in essa insediate. Catasto Napoleonico 1808-1811 Nelle planimetrie del Catasto Napoleonico si vede come l’area inizialmente mantenesse, a inizio del 1800 la configurazione di una stretta “penisola” allungata verso ovest, il cui tracciato urbano strutturava i lotti in senso NNO-SSE mentre lo sviluppo delle calli era parallelo alle due vie d’acqua a Nord e Sud. Catasto Austriaco 1838-1842 Solo successivamente, a cavallo tra il 1838 e il 1842, compaiono i primi importanti mutamenti fisici dell’area. A nord infatti, come si può vedere dal Catasto Austriaco, compare per la prima volta la presenza del Campo di Marte, che però rimane ancora separato da Santa Marta grazie alla presenza del Rio dei Sechi; la struttura urbana nel suo complesso, invece, si mantiene inalterata. 1.2 Le grandi trasformazioni 1867-1913 Catasto Austro-Italiano 1867-1913 Le grandi trasformazioni avvengono a cavallo tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Il Campo di Marte viene collegato a Santa Marta grazie all’interramento del Rio dei Secchi e grandi complessi industriali cominciano a sovrapporsi all’edificato esistente andando ad ampliare le rive verso il canale della Giudecca. Il Cotonificio nasce nel 1883 allo scopo di esercitare nel centro storico la filatura del cotone. Il progetto iniziale prevedeva la realizzazione di un complesso che avrebbe occupato anche parzialmente il Campo di Marte , ma alla fine venne costruito un solo edificio lungo il rio San Nicolò che ad oggi ospita la sede dell’Istituto Universitario di Architettura di Venezia. Ad ovest del volume principale, all’inizio del Novecento, vengono edificati nuovi edifici con funzione di magazzini a supporto all’attività del Cotonificio. Di questi alcuni verranno poi demoliti mentre rimarrà la presenza dell’edificio a pianta rettangolare con coperture a shed (denominato oggi “il Cubo”), posto a ridosso del perimetro orientale dell’area del Cotonificio, che attualmente ospita aule e laboratori dell’Università Ca’ Foscari. Aerofoto 1911 L’aerofoto del 1911 mostra come il nuovo complesso industriale del Cotonificio si sia fatto spazio nel tessuto esistente: si noti come il muro perimetrale ad ovest mantenga l’andamento NNO-SSE degli edifici preesistenti limitrofi e si possano ancora vedere nel loro insieme tutti i magazzini a supporto dell’attività del Cotonificio. 1920-OGGI Vista aerea 1930 Tra il 1924 e il 1930, l’Istituto Autonomo Case Popolari realizza a Santa Marta il quartiere “Benito Mussolini” costruendo inizialmente alloggi legati alle maestranze del Cotonificio (1924) e successivamente ampliando l’intervento con nuovi alloggi (1929) secondo il progetto dell’Ing. Paolo Bertanza che caratterizzano ancora oggi l’area. Vista aerea 2010 Come già accennato in precedenza, l’area mantiene un forte carattere residenziale con un diffusi servizi di vicinato giustificati anche dalla presenza delle sedi dello IUAV e di Ca’ Foscari. Questa zona residenziale è circondata e fisicamente delimitata da alti muri che la separano dalle importanti infrastrutture limitrofe quali lo scalo merci ferroviario, la marittima e l’ex gasometro. 1.3 Analisi delle permanenze Dallo studio delle cartografie storiche e lo stato di fatto attuale si possono rilevare alcune permanenze all’interno dell’area di Santa Marta: - i muri perimetrali delle ex aree industriali le altezze degli edifici il sistema delle coperture Questi tre elementi sono ad oggi una chiara testimonianza dei cambiamenti che ha subito quest’area negli ultimi duecento anni. I muri perimetrali Come abbiamo potuto individuare nei paragrafi precedenti, il nuovo complesso del Cotonificio si sovrappone ad un minuto tessuto esistente andando a demolirne una parte. Sovrapposizione catasto napoleonico e austro-italiano – in rosso è evidenziato il perimetro del Cotonificio Sovrapponendo infatti la planimetria del Catasto Austriaco, con quello Austro-Italiano, si nota come l’inclinazione NNO-SSE dell’antica maglia edilizia, viene sostituita dall’andamento Nord-Sud del Cotonificio che a sua volta cerca di collegarsi comunque al contesto mantenendo degli allineamenti con le preesistenze lungo in confini nord e nord-ovest attraverso un muro perimetrale che delimitava l’area del Cotonificio. Si possono individuare due tracciati ben distinti per epoca di realizzazione e conformazione. Aerofoto 1911 – in rosso è evidenziato il muro di recinzione del Cotonificio Aerofoto 1982 – in rosso è evidenziato il tracciato del muro di recinzione del Cotonificio nel 1911 La parte a sud-ovest visibile dalla marittima è il frutto di una variazione di epoca molto recente, successiva alla metà degli anni ’50 dovuta alla demolizione dei vecchi magazzini del Cotonificio con conseguente spostamento del limite della proprietà del Cotonificio. Nell’immagine soprastante, infatti, si può individuare tale variazione: in rosso è indicata la posizione originaria del muro perimetrale nel 1911, mentre la foto dello stato attuale è testimone della sua posizione odierna. Vista dalla marittima del muro perimetrale di età recente Vista dal Campiello del Stendardo del muro perimetrale di età recente Diverso discorso invece si deve fare per la parte di muro a Nord-Ovest. In questo caso, invece, il muro esistente risale alle fasi iniziali della costruzione del Cotonificio e manifesta ancora l’andamento NNO-SSE dell’antico tessuto pre-ottocentesco. Attualmente al muro sono stati addossati una serie di edifici accessori che ne rendono difficile la percezione. Vista del muro perimetrale originario sul lato ovest dell’edificio denomintato il “Cubo” Le altezze Vista della Calle larga Santa Marta Con la loro costruzione verso la fine del 1920, gli alloggi IACP hanno determinato la caratterizzazione dell’area di Santa Marta: si tratta di edifici volutamente realizzati in stile veneziano che presentano un ordinamento regolare attorno a corti e piccoli campielli dalle altezze molto variate. Il nuovo ordinamento ha cancellato definitivamente le tracce storiche del tessuto pre-ottocentesco mantenendone una minima parte solo all’inizio del Rio Terà dei Sechi. Il contesto presenta delle variazioni di altezza degli edifici che variano dai tre ai cinque piani fuori terra , raggiungendo altezze massime di gronda attorno ai 18 / 19 metri. Questa alternanza di quote, con una maggioranza che si attesta sui 4 piani fuori terra, determina una mutevole percezione dell’edificato e si relaziona anche con i preesistenti edifici industriali, specialmente con le due torri del Cotonificio che raggiungono i 24 metri di altezza. Vista della Calle larga Ca’ Matta Vista della Fondamenta Rugheta all’inizio del Rio Terà dei Sechi 1.4 L’area di progetto 4 1 2 6 3 5 Vista aerea attuale 1 Cubo - 2 Cotonificio - 3 Parallelepipedo - 4 Teatro Poli – 5 Aule prefabbricate – 6 Magazzini L’area di progetto si presenta ben delimitata lungo tutto il suo perimetro: - a nord dal fronte edilizio composto dal Teatro Poli e dagli edifici che ospitano uffici e alcune aule dell’Università Ca’ Foscari a est dal lungo corpo di fabbrica denominato “Parallelepipedo” che è stato oggetto di un progetto definitivo già approvato che trasformerà gli attuali laboratori e aule in nuovi alloggi per studenti a sud dal muro perimetrale che separa la proprietà di Ca’ Foscari con la Marittima a ovest dal muro perimetrale di cinta al quale sono addossati vari edifici principalmente destinati a magazzini. Al suo interno, invece risulta molto disarticolata in quanto frutto delle espansioni e successive contrazioni legate alle vicende dell’Ex Cotonificio. Lo spazio centrale dell’area è occupato dal “Cubo”, edificio dei primi anni del Novecento costruito quasi in aderenza ai preesistenti edifici. Rimaneggiato e riadattato negli anni, ad oggi ospita i laboratori e gli studi dei docenti dell’Università Ca’Foscari. L’area sud est è caratterizzata da uno spazio verde delimitato perimetralmente ad ovest dai depositi e magazzini e a sud dal volume delle aule prefabbricate costruito alla tra la fine degli anni ‘80 a i primi anni ’90. Vista del lato sud del “Cubo” Vista dell’interstizio ovest tra il muro perimetrale e il “Cubo” Vista dell’interstizio nord tra il Teatro Poli e il “Cubo” Dalle foto dello stato di fatto si nota come la disposizione dei volumi generi degli spazi residuali tra l’edificio centrale e gli elementi perimetrali. Grande pregio invece ha il fronte dell’edificio Parallelepipedo (rimaneggiato dalla fine degli anni ’80 ad oggi dalle continue modifiche attuate per ospitare le aule e i laboratori) che delimita ad est l’area. Vista del lato ovest del “Parallelepipedo” Fortemente compromessa risulta anche la qualità spaziale tra il “Cubo” e il “Parallelepipedo” dovuta alla breve distanza tra i due edifici oltre alla presenza di nuove superfetazioni di epoca recente. Vista dello spazio compreso tra il “Cubo” e il “Parallelepipedo” 2. IL CUBO L’immobile denominato “Cubo”, sito in calle Lunga Santa Marta nel Sestiere di Dorsoduro a Venezia, attualmente di proprietà dell’Università Ca’ Foscari di Venezia è un edificio novecentesco nato originariamente come magazzino a supporto delle attività del Cotonificio Veneziano di Santa Marta, quest’ultimo ora sede dell’Istituto Universitario di Architettura di Venezia. L’edificazione del “Cubo” è successiva a quella del Cotonificio, realizzato lungo il rio San Nicolò, che nasce nel 1883 allo scopo di esercitare nel centro storico la filatura del cotone. Negli anni successivi, all’inizio del Novecento, nell’area ad ovest del volume del Cotonificio, vengono edificati nuovi edifici utilizzati principalmente come magazzini che subiranno negli anni numerose modifiche, a seconda delle nuove esigenze dell’attività industriale, e di questi alcuni verranno poi demoliti. Catasto Austro-Italiano 1867-1913 La continua evoluzione delle costruzioni all’interno dell’area del Cotonificio, leggibile chiaramente nella successione delle cartografie storiche, dimostra come l’attività industriale abbia sempre ricercato, con il passare degli anni, l’ottimizzazione del processo produttivo. Infatti gli edifici vengono ampliati, modificati, demoliti e nuovamente costruiti in altra posizione con continue modifiche al loro stato originario iniziale andando a incidere sul tessuto urbano senza alcuna valutazione storica o di rispetto delle preesistenze. 2.1 Descrizione del volume e caratteristiche formali L’edificio “Cubo” è un immobile di pianta rettangolare dimensionalmente considerevole: il lato maggiore misura più di 66 metri, il lato inferiore invece circa 44 metri per un’altezza all’intradosso dell’ultimo solaio di 10,67 metri. Si struttura su due livelli con interpiano di circa 5,30 metri sorretto da una struttura in calcestruzzo armato di tipo a telaio e con i tamponamenti in facciata in mattoni a faccia vista. All’oggi i prospetti presentano aperture regolari dalla forma allungata mentre la copertura è interrotta da due pozzi di luce di 5.80 x 4.70 m e presenta 15 lucernari che illuminano il primo piano. Vista aerea 1930 Tale configurazione è frutto di un continuo rimaneggiamento e riutilizzo dell’edificio che originariamente presentava una conformazione molto diversa da quanto possiamo osservare oggi. Una vista aerea del 1930, che illustra la nascita del quartiere Mussolini a Santa Marta, risulta molto utile e efficace per illustrare invece la conformazione iniziale del “Cubo”. La struttura a telaio è chiaramente leggibile e risulta evidente come negli anni trenta il “Cubo” fosse ancora un edificio a pilotis e con solo il livello superiore chiuso da tamponamenti.In copertura invece è evidente come la conformazione degli shed fosse totalmente diversa da quella attuale ( si notano con chiarezza 8 file da 5 lucernari) e risulta essere posizionata su un piano leggermente più basso rispetto al coronamento dell’edificio (si nota infatti la veletta di delimitazione della copertura). Particolare della Vista aerea 1930 Ne consegue che lo stato attuale è frutto di successive operazioni sul manufatto operate a cavallo tra il 1930 e il 1960 (anno della sua chiusura) e successivamente a partire dal 1974 con i lavori di recupero e adattamento a sede universitaria. Durante tutta la vita operativa del Cotonificio, il “Cubo” viene modificato profondamente: - al piano terra con tamponamenti in mattoni faccia a vista vengono chiuse le aperture tra i pilastri che lo trasformano da un edificio su pilotis (come risultava nella foto del 1930) a un blocco compatto (come dimostra la diversità della tipologia del partito murario tra il piano primo e il piano terra) Partito murario piano primo Vista d’insieme dei due piani - facciata ovest Partito murario piano terra - viene rialzata la quota del solaio di copertura, mantenendo la linea di gronda esterna ma perdendo la veletta di protezione interna viene modificato il numero degli shed con molta probabilità vengono modificati anche i tamponamenti al piano superiore per la realizzazione i nuove aperture come testimoniano le differenti soluzioni angolari delle torri sud-ovest e nord-ovest Torre angolare sud-ovest - viene realizzata una struttura a ponte per collegare direttamente il “Cubo” e il Cotonificio passando attraverso il “Parallelepipedo” (demolendone parzialmente la copertura) per facilitare gli spostamenti tra i due edifici. Questo testimonia come l’edificio subisse modifiche continue al mutare delle esigenze tecniche e logistiche dell’attività della fabbrica. Vista del ponte aereo Successivamente, con la trasformazione a sede Universitaria, sono state introdotte ulteriori modifiche necessarie al suo corretto funzionamento per ospitare laboratori, aule didattiche e uffici del corpo docente: - - nella massa edilizia sono stati ricavati due grandi pozzi di luce che servono tutt’ora a illuminare ed aerare il piano terra dell’edificio rendendo utilizzabili spazi altrimenti non vivibili per mancanza di areazione e illuminazione sono state riviste le suddivisioni spaziali interne attraverso l’uso di tramezze per la realizzazione di aule, uffici e laboratori è stato inserito un importante sistema impiantistico che corre a vista lungo tutto il perimetro esterno è stato costruito un nuovo sistema di scale di sicurezza, sempre in facciata, che collegano il piano primo con il piano terra sono stati realizzate nuovi vani scale in calcestruzzo all’interno dell’edificio. Particolare delle scale di sicurezza e delle dotazioni impiantistiche in facciata Le modifiche durante gli anni di attività del Cotonificio e la nuova destinazione a sede Universitaria hanno quindi comportato manomissioni e modifiche formali interne ed esterne che hanno trasformato completamente il carattere originario dell'edificio. 3. CRITICITA’ URBANE 3.1 Percorsi (recinto chiuso) Storicamente l’area è sempre stata introversa e chiusa alla città. Gli unici accessi verso l’esterno erano a nord, per permettere l’accesso delle manovalanze e da sud per l’arrivo delle merci. Quest’asse di percorsi nord-sud si incrociava con il flusso di movimentazione delle merci rivolto principalmente verso il Cotonificio e quindi in direzione ovest-est. Risulta chiaro, quindi, che tutti gli edifici dell’area assolvevano all’unica funzione di servire le attività e la logistica del Cotonificio. Attualmente l’area è ancora un recinto chiuso alla città, anche se la struttura risulta accessibile da nord (atrio e portineria della facoltà) e da sud attraverso il sottoportico del “Parallelepipedo”, accesso questo che porta all’uscita verso la Stazione Marittima ma con un passaggio intermedio obbligato su altra proprietà (quella dello I.U.A.V.). Si nota subito come la vocazione che possiede quest’area quale connettore urbano tra varie parti di città, possa essere rigenerata andando ad intervenire all’interno del Cubo e rendendolo l’elemento cardine delle riconnessioni urbane. Il Comune stesso ha piani di sviluppo che prevedono la rigenerazione di tutta questa parte importante di città a partire anche dal nuovo percorso del metro-tram che prevede il capolinea nelle immediate vicinanze di Santa Marta dal lato della Stazione Marittima. Ciò infatti genererà lo sviluppo di nuovi flussi e nuovi percorsi di accesso alla città. Proprio per questo il Comune ha richiesto che il nuovo progetto rispondesse anche a queste ampie esigenze urbane riferite alla fruibilità dell’area, ai percorsi e ai collegamenti con il tessuto urbano ripristinando la continuità all’interno dell’area. Schema dei flussi del quartiere: in blu il futuro tracciato del metro-tram, in giallo gli attuali percorsi pedonali pubblici 4. Studio preliminare di inserimento urbanistico e vincoli Un attento studio ha portato all’individuazione degli edifici vincolati indicati dalle Norme Tecniche di Attuazione del PRG di Venezia. Si nota come l’unico edificio vincolato sia il “Corpo A Edificio 6” , porto nell’angolo nordest del ambito di progetto (adibito attualmente ad aula didattica) catalogato come Kot delle N.T.A. Per tutti gli altri edifici e’ stata richiesta una verifica dell’interesse culturale a seguito della quale è emersa l’insussistenza dell’interesse culturale. In seguito ad approfondite analisi storiche e contestuali si è deciso di mantenere tutti gli edifici presenti sul fronte nord lungo la Calle Lunga Santa Marta in modo da preservare un fronte urbano consolidato e mantenere la presenza del teatro in quanto attività pienamente integrata nella vita cittadina. Per quanto riguarda gli altri degli edifici presenti nell’area si proponela demolizione e ricostruzione per poter realizzare una nuova configurazione spaziale che permetta una vivibilità e percorribilità degli spazi ad oggi carenti mentre per l’edificio denominato “Cubo”, di cui si è verificata l’insussistenza dell’interesse culturale (D.lgs 22 gennaio 2004, n. 42), è previsto un progetto di recupero per adattarlo alla nuova funzione di residenza universitaria. 4.1 Limiti di densità edilizia La superficie totale dell’area oggetto di intervento è di 8.748 mq con un volume esistente è pari a 38.209mq ; essendo l’indice di edificabilità fondiaria ammissibile nel centro storico pari a 5mc/mq, secondo il DM 2 aprile 1968 n1444, si ricava che la volumetria massima totale del nuovo intervento, includendo anche quella degli edifici che verranno mantenuti, non deve superare i 43.740 mc. Il volume esistente, calcolato secondo quanto previsto dal Regolamento Edilizio (cfr. Glossario allegato al Regolamento Edilizio alla voce Volume Esistente), e come indicato negli elaborati progettuali, è pari a 38.209mc da cui si ricava l’indice di volume esistente che è pari a 4,28 mc/mq. SITUAZIONE ESISTENTE: SUPERFICIE TOTALE AREA OGGETTO DI PROGETTO UNITARIO VOLUME TOTALE ESISTENTE INDICE DERIVATO DELLA VOLUMETRIA ESISTENTE 8.748 mq 38.209 mc 4,37 mc/mq DATI DI PROGETTO UNITARIO: SUPERFICIE TOTALE AREA OGGETTO DI PROGETTO UNITARIO INCREMENTO DI VOLUME PER NUOVA COSTRUZIONE VOLUME DI NUOVA COSTRUZIONE VOLUME TOTALE PROGETTO UNITARIO INDICE DELLA VOLUMETRIA TOTALE DEL PROGETTO UNITARIO 8.748 mq 12,2% 5.319 mc 43.527 mc 4,98 mc/mq Dato il contesto delicato in cui si va ad operare si è deciso di intervenire bilanciando in modo adeguato vari aspetti: il numero di stanze richieste da parte della committenza, il numero massimo di piani fuori terra, le distanze minime tra edifici e l’adeguato studio dello spazio aperto. In questo modo i valori che sono stati ottenuti per la nuova conformazione volumetrica dell’area sono: - volume complessivo dell’intervento di 43.527 mc < di 43.740 mc ammissibili (di cui 5.319 mc di nuova costruzione) - indice di edificabilità fondiaria 4,98 mc/mq < 5 mc/mq come da DM 2 aprile 1968 n1444 - realizzazione di 602 posti alloggio (includendo i 136 posti letto già previsti nel progetto definitivo di recupero del “Parallelepipedo” già approvato e non facente parte del progetto unitario) -incremento di volume rispetto all’esistente pari a 12,2% 4.2 Limiti di altezza Come previsto dal DM 2 aprile 1968 n1444 “per le eventuali trasformazioni o nuove costruzioni che risultino ammissibili, l'altezza massima di ogni edificio non può superare l'altezza degli edifici circostanti di carattere storico- artistico”. L’altezza massima ammissibile è quindi quella dell’edificio dell’Ex-Cotonificio, attuale sede dell’Istituto Universitario di Architettura di Venezia, che nel suo punto più alto misura 24,38 m. Infatti, l’unico edificio confinante di carattere storico-artistico risulta essere proprio l’Ex-Cotonificio in quanto per l’edificio denominato “Parallelepipedo” è stata certificata l’insussistenza dell’interesse culturale (come riportato nell’esito della verifica richiesta al Ministero per i Beni Culturali del 5/5/2010 ). Inoltre l’edificio denominato “Parallelepipedo” non può essere considerato confinante in quanto pur non rientrando all’interno dell’area di intervento, è comunque proprietà dell’Università Ca’ Foscari e pertanto non può considerarsi confinante (per confinante infatti si intende un edificio che appartiene ad altra proprietà). La stessa verifica di insussistenza di carattere storico-artistico è stata certificata anche per tutti gli edifici ricadenti all’interno dell’area di intervento. A seguito di tali verifiche e dopo un attento studio del contesto, si è deciso di optare per una soluzione che rispettasse le altezze generali degli edifici circostanti. Il contesto infatti è costituito da edifici che hanno un numero di piani variabile tra i tre ed i cinque piani; pertanto la soluzione progettuale ha voluto adattarsi al contesto realizzando corpi di fabbrica che potessero rapportarsi alla scala degli edifici limitrofi con un numero di piani variabile tra tre e quattro e non superando i 15 metri nel suo punto più alto. 4.3 Limiti di distanze Seguendo quanto previsto nel DM 2 aprile 1968 n1444, i nuovi volumi si dispongono in modo da mantenere una distanza minima di 10 m tra fronti finestrati. Lungo tutto il perimetro viene rispettata la distanza minima di 5 m dal confine ad eccezione di due punti nella zona a sud dell’area. In questi, per poter realizzare gli edifici a confine, viene stipulata una servitù di costruzione a confine con la proprietà confinante; ciò determina che le facciate lungo il confine presentino dei fronti totalmente ciechi. 5. Architettura e funzionalità dell’intervento Il progetto è frutto di un attento bilanciamento tra spazio aperto e volumi costruiti; è costituito dal riuso del Cubo, da un volume di nuova costruzione e dal mantenimento degli edifici sul lato nord del lotto. Oltre al delicato rapporto spaziale con l’edificio “Parallelepipedo” è stata dedicata particolare attenzione sia nel rapporto volumetrico tra nuovo e preesistenza sia nel trovare la dimensione adatta per la definizione di uno spazio aperto adatto ad accogliere la vita studentesca. L’elemento cardine del progetto è la riqualificazione del “Cubo”che svolge una triplice funzione all’interno dell’area di progetto: - accoglie gli alloggi degli studenti definisce il percorso ad uso pubblico all’interno della sua corte stabilisce al piano terra nuove relazioni tra gli spazi perimetrali aperti ad est, ovest e nord. Per poter accogliere la funzione di residenza universitaria, era necessario ridefinire completamente l’interno dell’edificio e per questo sono stati inseriti 3 nuovi piani fuori terra oltre al piano terra (in sostituzione dei due esistenti che, in virtù dei 5 m. di interpiano, non risultavano compatibili con la nuova funzione) con un sistema distributivo interno che permettesse un affaccio degli alloggi sia all’interno della corte e sia lungo il perimetro esterno. L’inserimento della nuova corte interna permette, oltre all’affaccio al suo interno degli alloggi garantendone le illuminazioni e areazioni necessarie, anche e soprattutto l’attraversamento al piano terra del percorso di uso pubblico che costituisce l’asse nord-sud di attraversamento dell’area. In questo modo il nuovo passaggio pubblico conferisce al Cubo l’importante ruolo di connettore urbano. La facciata esistente viene mantenuta e ripulita da tutte le dotazioni impiantistiche ad oggi presenti e vengono tolti tutti gli infissi esistenti lungo il perimetro. In sostituzione è previsto un nuovo rivestimento che si pone come sfondo uniforme rispetto alla facciata esistente e allo stesso tempo risolve i raccordi tra i marcapiani della facciata esterna e i solai dei nuovi livelli. Il rivestimento viene definito da una serie di pannelli fissi che però in corrispondenza delle nuove bucature si possono aprire svolgendo così anche la funzione di sistema oscurante: in questo modo l’omogeneità dello sfondo permette di far risaltare, all’esterno, la facciata originaria del Cubo. L’ultimo livello sale oltre la linea di gronda originaria definendo un nuovo coronamento arretrato rispetto al filo esterno della facciata esistente che permette di leggere nel suo insieme le peculiarità e le irregolarità del muro perimetrale esterno originario. Per quanto riguarda gli edifici esistenti lungo il fronte nord, vengono mantenuti tutti nel loro aspetto esteriore, ad eccezione dell’edificio 5a per il quale è previsto il rialzamento della copertura per porla in continuità con quella del 5b in modo da poter ricavare delle altezze sufficienti ad ospitare alcuni alloggi per studenti. Al loro interno vengono riviste le partizioni in modo da ospitare al piano terra piccole attività di vicinato mentre al piano superiore gli alloggi per studenti. Il ruolo del teatro Poli, un nodo culturale della vita di questa parte della città è potenziato grazie alla presenza dello studentato che porta in questa zona un alto numero di possibili fruitori. A sud, invece, viene realizzato un nuovo volume a forma di “L” che in parte, con andamento nord-sud, insiste sul perimetro attualmente occupato da una costruzione in pannelli prefabbricati in calcestruzzo armato adibito ad aule e in parte, con andamento est-ovest, si dispone parallelo al Canale della Giudecca. Questo nuovo edificio è costruito in parte in aderenza al muro perimetrale dell’area di progetto (nella parte con sviluppo nord- sud), in parte invece, a distanza di 5 metri dal confine nel lato con andamento est-ovest. La prima parte ha uno sviluppo su tre piani mentre l’altra raggiunge i quattro piani dialogando così con il Cubo. Le facciate sono definite da pannelli tipo GRC (glass reinforced concrete) disposti con andamento verticale per riprendere la scansione delle facciate sia del Cubo sia del Parallelepipedo, e che sottolineano la presenza del nuovo edificio nel rapporto con le preesistenze. I pannelli avranno caratteristiche cromatiche e tattili che dialogheranno con i materiali presenti nell’area e allo stesso tempo denoteranno la loro natura contemporanea. Per quanto riguarda le distanze degli edifici di nuova costruzione dagli edifici confinanti è sempre rispettata una distanza minima di 10 metri dai fronti finestrati. L’individuazione dei nuovi flussi pedonali che insistono sull’area è però l’aspetto principale che ha influenzato la conformazione dei nuovi volumi. Il passaggio nord-sud è stato una delle caratteristiche principali riscontrate nell’area assieme al collegamento est-ovest con il piccolo giardino di quartiere attraverso un varco sul muro di recinzione e un sottoportico. Per quanto riguarda lo spazio aperto questo si divide in percorsi che strutturano gli attraversamenti ad uso pubblico e le aree inerbite. Entrambe definiscono tre ambiti principali: - il grande vuoto centrale le fasce lungo i percorsi principali lo spazio attorno al Cubo Nel primo prevale nettamente la zona inerbita disposta di fronte alle vetrate del bar posto al piano terra dell’edificio a sud. Il secondo prevede un sistema parallelo di fasce inerbite ai lati dei percorsi pedonali mentre il terzo, attorno al Cubo, si configura come area più riservata per gli studenti. Le parti inerbite sono interrotte da vari tipi di piantumazioni e anche solo da un diverso trattamento del manto erboso in modo da rompere la monotonia di un grande piano inerbito definendo così vari ambiti diversi tra loro. L’area è percorribile liberamente in ogni punto e sono studiati tutti gli spazi aperti in modo da non presentare retri o spazi poco adatti alla socialità, caratteristica fondamentale per uno studentato universitario. I percorsi e gli spazi interni all’area universitaria sono aperti all’uso pubblico in quanto il progetto è pensato in continuità diretta con la vita del quartiere e universitaria. Il controllo sociale diurno è garantito posizionando le portinerie negli spazi visivamente strategici mentre in orari notturni è prevista la chiusura attraverso cancelli mobili che garantiscono un’adeguata privacy allo studentato. 6. Bibliografia Archeologia industriale nel Veneto A cura di Franco Mancuso 1990 Silvana Editoriale I catasti storici di Venezia 1808-1913 A cura di Italo Pavanello 1981 Officina Edizioni Atlante di Venezia 1911-1982 A cura di Francesco Guerra e Marisa Scarso 1999 CIRCE – Marsilio Editori Tre Venezie n.9 -1931 Il veneto tra le due guerre: 1918 – 1940 Le città nuove. L’industrializzazione e le trasformazioni dell’agricoltura Tommaso Tagliabue 2010 CIRCE – IUAV – Ca’ Foscari Manifattura Tabacchi. Cotonificio Veneziano Maria Teresa Sega, Nadia Maria Filipppini 2008 Il Poligrafo Venezia, città industriale. Gli insediamenti produttivi del 19° secolo AAVV catalogo della mostra organizzata dal Comune di Venezia 1980 Marsilio Editori Nr Nr Nr Nr Knt Kot Knt* Nd Nd Nd Nd Nd Nd ED-1 - teatro G.Poli ED-2 - teatro G.Poli ED-3 - teatro G.Poli ED-4 - teatro G.Poli ED-5a - Corpo A ED-5b - Corpo A ED-6 - Corpo A ED-7a - Corpo C ED-7b - Corpo C ED-7c - Corpo C ED-8a - Corpo C ED-8b - Corpo C ED-9 - Corpo C AULE SUD - Aule prefabbricate globale Nr CUBO - Corpo B totale tipo AREA SINGOLI EDIFICI mq mq mq mq mq mq mq mq mq mq superficie coperta 4.617 mq 647 mq 398 21 12 81 48 73 202 mq 55 mq 280 mq 56 69 85 282 2.308 mq superficie coperta SUPERFICIE TOTALE AREA OGGETTO DI INTERVENTO stato di fatto h media h media h media h media h media h media h media h media h media h media h media h media 5,72 5,00 2,40 2,85 3,51 3,37 2,73 7,16 8,36 4,94 4,50 4,70 10,31 8,58 5,34 h intradosso m. 8.748 mq 2 1 1 1 1 1 1 2 2 1 1 1 1 1 2 nr piani globale totale totale totale totale totale mq mq mq mq mq superficie edificata 7.829 mq 1.294 mq 398 21 12 81 48 73 633 mq 404 110 280 794 mq 56 69 85 282 492 4.616 mq sup di piano globale indice derivato totale totale totale totale totale mc mc mc mc mc mc mc mc mc mc mc mc mc mc mc mc volume edificato 38.209 mc 4,37 mc/mq 3.701 mc 1.990 50 34 284 162 199 2.720 1.446 460 1.383 3.289 252 324 877 2.420 3.872 24.626 mc volume edificato Nr Nr Nr Nr Knt Knt Kot ED-1 - teatro G.Poli ED-2 - teatro G.Poli ED-3 - teatro G.Poli ED-4 - teatro G.Poli ED-5a - Corpo A ED-5b - Corpo A ED-6 - Corpo A totale globale Nr Nr CUBO - Corpo B EDIFICIO SUD tipo AREA SINGOLI EDIFICI mq mq mq mq superficie coperta 6.114 mq 538 mq 781 mq 202 mq 55 mq 280 mq 56 69 85 282 h media h media h media h media h media h media h media 3,00 3,00 8,36 8,36 4,94 4,50 4,70 10,31 8,58 3,00 134 mq magazzini PT 3,00 3,00 h intradosso m. 8.748 mq 1.890 mq 1.742 mq superficie coperta SUPERFICIE TOTALE AREA OGGETTO DI INTERVENTO progetto 4 3 2 2 1 1 1 1 1 1 3 1 nr piani globale totale totale totale totale totale totale mq mq mq mq mq superficie edificata 13.327 mq 2.152 mq 2.343 mq 404 110 280 794 mq 56 69 85 282 492 134 mq 5.670 mq 1.742 mq sup di piano globale indice derivato totale totale totale totale totale totale totale mc mc mc mc mc mc mc mc mc volume edificato 43.527 mc 4,98 mc/mq 6.456 mc 7.029 mc 1.689 460 1.383 3.532 252 324 877 2.420 3.872 402 mc 17.010 mc 5.226 mc volume edificato singole SENZA CUCINA doppie SENZA CUCINA -A doppie SENZA CUCINA -B totale singole SENZA CUCINA doppie SENZA CUCINA -A doppie SENZA CUCINA -B totale Edificio sud (ala nord-sud) Edificio Ingresso singole con cucina doppie con cucina doppia disabili con cucina doppie piccole con cucina doppie medie con cucina totale singole SENZA CUCINA doppie SENZA CUCINA -A doppie SENZA CUCINA -B totale Edificio sud (ala est-ovest) Edificio Parallelepipedo (FUORI AMBITODI PROGETTO) singole SENZA CUCINA doppie SENZA CUCINA -A doppie SENZA CUCINA -B totale Edificio principale - Cubo tipologia stanze PROGETTO UNITARIO RESIDENZA UNIVERSITARIA SANTA MARTA mq 18,9 30,0 30,0 22,0 25,0 mq mq mq mq mq 15,4 mq 21,3 mq 21,4 mq 15,4 mq 21,3 mq 21,4 mq 15,4 mq 21,3 mq 21,4 mq 15,4 mq 21,3 mq 21,4 mq superficie netta PT 7 23 0 0 9 18 26 14 0 11 9 8 6 3 2 6 0 32 32 0 0 0 0 16 0 26 12 0 16 0 0 13 0 48 64 0 6 0 0 20 4 4 0 30 P1 P2 0 0 0 0 0 32 0 16 0 26 0 13 0 78 2 0 38 P3 0 0 0 0 0 0 0 0 0 26 0 13 0 78 2 0 38 nr stanze nr stanze nr stanze nr stanze nr stanze nr stanze nr stanze nr stanze nr stanze nr stanze nr stanze nr stanze nr stanze nr stanze nr stanze nr stanze nr stanze nr stanze nr stanze nr stanze nr stanze nr stanze TOTALE POSTI ALLOGGIO 18 32 8 6 12 76 2 6 0 8 0 48 0 48 0 45 0 45 8 20 110 138 TOTALE 602 18 64 16 12 24 134 2 12 0 14 0 96 0 96 0 90 0 90 8 40 220 268 nr p.a nr p.a nr p.a nr p.a nr p.a nr p.a nr p.a nr p.a nr p.a nr p.a nr p.a nr p.a nr p.a nr p.a nr p.a nr p.a nr p.a nr p.a nr p.a nr p.a nr p.a nr p.a