Smart Sharing: architettura e tecnica, spazio e risorse

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Smart Sharing:
architettura e
tecnica, spazio
e risorse
Hanspeter Bürgi
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Il progetto Smart Sharing illustra come
è possibile organizzare una condivisione
estesa in quartieri residenziali. L’attuale
fabbisogno di spazio abitativo in Svizzera
si lascerebbe così ridurre da 45 a 35 metri
quadrati a persona generando allo stesso
tempo un valore aggiunto per gli abitanti.
Il concetto si basa su molteplici reti che
si estendono dalle abitazioni al vicinato.
Gli studenti della Scuola universitaria professionale di Lucerna, insieme ad altri 19 gruppi
di universitari provenienti da tutto il mondo,
hanno presentato al concorso d’architettura
e tecnica Solar Decathlon Europe 2014 a Versailles, la loro visione di una forma sostenibile di vivere ed abitare. Il Team Lucerne-Suisse
aveva messo in primo piano, oltre all’architettura solare e alla costruzione ad alta efficienza energetica, anche temi sociali come
il consumo e l’utilizzazione dei beni e l’organizzazione e la distribuzione intelligente delle risorse. Durante due anni di lavoro, i 100
studenti provenienti da 10 dipartimenti della Scuola hanno interpretato piuttosto liberamente le regole di natura prettamente tecnica del concorso. “Smart Sharing – our vision
is your+” è una visione del futuro complessiva della convivenza nelle città che è stata ampiamente discussa oltre il concorso.
Nell’estate del 2014, tuttavia, la giuria internazionale ha dato maggiore peso a temi tradizionali come l’efficienza e la consistenza
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energetica rispetto alla sufficienza o a modelli della sharing economy. Il progetto svizzero ha quindi ottenuto il quinto posto nella
graduatoria complessiva delle 10 discipline
valutate o misurate.
Un valore aggiunto nonostante la riduzione
da 45 a 35 metri quadrati
Il Team Lucerne-Suisse considera esplicitamente la sostenibilità come un principio
olistico che pondera in eguale misura i tre
aspetti società, economia e ambiente. L’idea
forum sviluppo territoriale 02 / 2016 — Ricerca
di Smart Sharing si fonda sul riconoscimento
del fatto che, se da un lato l’efficienza energetica migliora con l’applicazione di misure tecniche, dall’altro il consumo d’energia,
in seguito al continuo aumento del fabbisogno di spazio per persona in Svizzera, continua a crescere. Proprio qui si innesta il concetto Smart Sharing che illustra come grazie
ad un’utilizzazione ottimizzata di spazio, oggetti, servizi, risorse ed energia sia possibile
uno sviluppo più sostenibile. Proposte di soluzioni inedite, concetti innovativi di spazio e
un accesso intelligente agli spazi d’utilizza-
zione comune permettono di ridurre il fabbisogno di spazio a 35 metri quadrati a persona rispetto alla media di 45 metri quadrati
attualmente occupati in Svizzera generando
ciò nonostante un chiaro valore aggiunto per
gli abitanti.
Abitare e lavorare in un ambiente urbano
Il concetto, radicato nel contesto reale di un
eterogeneo quartiere di Lucerna, si articola
su diversi livelli: sul piano della pianificazione territoriale, con una raffinata densificazio-
ne edilizia e sociale nonché un’organizzazione razionale e la condivisione delle risorse; in
ambito energetico, gestionale, sociale e comunicativo ad esempio con un’applicazione
di prenotazione per la condivisione di spazi e oggetti. Grazie ad una struttura dei residenti volutamente molteplice, eterogenea in
quanto a età e condizione sociale, si creano
sinergie che vanno oltre i normali contatti di
vicinato e facilitano il mutuo appoggio diretto tra vicini. Tragitti brevi e allacciamenti ottimali alla rete dei trasporti pubblici, numerosi
parcheggi per biciclette e offerte di car sharing o di noleggio di bici creano un concetto
di mobilità sostenibile. I potenziali energetici rigenerativi delle nuove costruzioni e delle
aree limitrofe sono utilizzati per distribuire in
modo ottimale energia termica ed elettrica.
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Tipi di spazio e connessioni
Nel progetto si descrivono tre tipi di spazio
con diverse utilizzazioni: il cosiddetto my-room è lo spazio più intimo, utilizzato privatamente da una o due persone. L’our-room è la
zona cucina, soggiorno e tinello che a dipendenza del modello di vita è utilizzato da due a
cinque o più persone. Lo your-room serve per
utilizzazioni comuni e flessibili come camera
per gli ospiti, laboratorio, biblioteca, locale
musica o zona fitness da prenotare tramite
app spontaneamente, per breve durata o regolarmente. Funge da collegamento tra i tre
spazi un cosiddetto space+ con una funzionalità più estesa rispetto a un normale corridoio: come zona d’incontro e di collegamento
destinata alla socializzazione e comunica-
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zione con un molteplice potenziale d'utilizzazione, space+ sviluppato su più piani svolge
anche il compito di “zona di cuscinetto sociale” oltre ad adempiere funzioni d’impiantistica dell’edificio come l’aerazione e l’illuminazione naturali.
Con il raggruppamento dei diversi tipi di spazio è possibile creare unità per modelli di vita
e necessità molto diversi. Il prototipo realizzato per il concorso che attualmente ha ritrovato la sua sistemazione nel campus a Horw
(Lucerna) non è una casa, ma un modello del
concetto Smart Sharing e illustra in modo
esemplare tutti i tipi di spazio e i loro collegamenti.
Infrastrutture ed edifici robusti, flessibili e
adattabili
La visione del progetto illustra come è possibile ottenere un valore aggiunto tramite la
condivisione di oggetti, servizi, spazi, ener-
gia e altre risorse. Non si tratta di limitazioni o di rinunce, ma dell’accesso ottimizzato
a risorse naturali, sociali e culturali e della
loro utilizzazione responsabile. L’accento è
posto sulla creazione di valori materiali e immateriali per i residenti. Le relazioni sociali
a livello individuale e collettivo svolgono un
ruolo importante non solo sotto forma di un
disimpegnato scambio comunicativo, ma anche come mutuo appoggio diretto a livello di
vicinato ad esempio per la spesa o la custodia dei bambini. Le costruzioni così concepite
presenti oggi nel contesto urbano a Zurigo e
altrove rivelano la necessità di queste forme
abitative alternative. La riduzione quantitativa della superficie esige modelli abitativi innovativi con nuove forme di valore aggiunto.
Gli spazi devono essere utilizzabili quando ne
sussiste la necessità e occorre l’accesso ad
interessanti offerte comunitarie. Ma ci vuole ancora di più: è importante creare un mix
d’utilizzazioni intelligente nella struttura abitativa e nella zona di quartiere limitrofa con
1964 – 2014:
La diminuzione del consumo energetico per metro
quadrato e il contemporaneo aumento del consumo
di superficie abitativa pro capite si neutralizzano.
2014 – 2064:
l'utilizzazione intelligente dello spazio
(una riduzione da 45 a 35 m2) e delle risorse
45 m2
persona
35 m2
persona
Le visioni di your+ e smartsharing:
1964
2014
35 m2
persona
2064
favorisce uno sviluppo sostenibile.
L’utilizzazzione condivisa dello spazio
La crescita della popolazione e il consumo individuale generano una maggiore necessità di risorse.
L’utilizzazione in condivisione vi si contrappone.
Il nuovo modello di utilizzazione dello spazio
è uno dei diversi settori della visione globale
di una “Società a 2000 watt”.
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2000
watt/persona
6300
watt/persona
2000
watt/persona
1964:
2014:
2064:
4 milioni di abitanti
8 milioni di abitanti
11 milioni di abitanti
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spazi destinati all’alloggio, al lavoro, alla cultura, al tempo libero o addirittura alla produzione con il risultato di ridurre anche i tragitti
nella mobilità quotidiana favorendo il traffico lento. Nuove tipologie di edifici architettonicamente ben concepiti offrono la possibilità di un maggiore sfruttamento. Ne risultano
proporzioni costruttive in parte inusuali con
maggiori profondità strutturali e infrastrutture ed edifici robusti, flessibili e adattabili. Essi
permettono utilizzazioni diverse e si lasciano
adattare con flessibilità ai cambiamenti delle necessità con gradi di destinazione pubblica differenziati.
1 Tetto con pannelli solari e
lucernario (Space+)
2 connessioni verticali
Lo spazio urbano e una moltitudine di reti
In realtà, lo Smart Sharing non è incentrato
sul singolo oggetto, ma piuttosto sulle reti:
una rete sociale di comunicazione basata su
relazioni e contatti analogici, diretti e interpersonali ma che utilizza anche forme digitali laddove appare sensato. Una rete tecnica
dell’infrastruttura degli edifici e dell’insediamento; una rete energetica che include ragionevolmente domande e offerte dipendenti
dalla localizzazione e infine una rete territoriale che produce architettura e crea e collega tra loro spazi privati, semipubblici e pubblici. Questa rete territoriale non concerne
solo l’edificio di per sé, ma anche il quartiere, non solo l’interno, ma soprattutto anche lo
spazio esterno, promuovendo un’utilizzazione attiva e una condivisione comunicativa e
unificante. Ideale in questo senso è una città
che tramite elementi urbani e densificazioni
edilizie crei nuovi luoghi catalizzatori d’identità, che componga i frammenti di qualità di
aree Smart Sharing fino alla realizzazione di
un nuovo insieme e che rafforzi così il valore
della città. (traduzione)
—
3 Piattaforma quale rete sociale
My-room
spazio con bagno per la sfera privata
Our-Room
cucina che può essere condivisa con i vicini
del my-room
Your-Room
spazio d’utilizzazione comune ad esempio
come camera per gli ospiti, sala musica,
biblioteca, spazio fitness
Space +
spazio di collegamento e spazio aperto
per attività, vita quotidiana e lavoro
4 Basamento quale rete tecnica
con impianti tecnici dell’edificio
 Bürgi, Hanspeter; Gallner, Simon (a c. d.):
Smart Sharing – Architektur und Technik,
Raum und Ressourcen: Mehr als ein Projekt
für den Solar Decathlon. Edizioni Quart,
Lucerna, 2015.
Hanspeter Bürgi, *1958, ha studiato architettura al Politecnico di
Zurigo (ETHZ) ed è partner della Bürgi Schärer Architektur und Planung
a Berna nonché professore di architettura e direttore del Dipartimento
di master in architettura presso la Scuola universitaria professionale
di Berna – Architettura, legno e costruzione. Dal 2009 al 2015 è stato
professore di progettazione e costruzione presso la Scuola universitaria
professionale di Lucerna – Tecnica e architettura e in questa veste dal
2011 al 2014 responsabile generale dell’Atelier Solar Decathlon.
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