difesa fitosanitaria delle drupacee PRINCIPALI AVVERSITA’ DEL PESCO marciumi del pesco (Monilia spp., Rhizopus spp.) LA MONILIA STRATEGIA DI DIFESA PREVENTIVA Intervenire in presenza di condizioni favorevoli al patogeno (pioggia - umidità) con 1 trattamento in fase di scamiciatura e con 2 trattamenti in pre-raccolta: il primo a 18-20 giorni dalla raccolta e il secondo a 7 giorni. Allo scopo di ritardare il rischio di resistenza utilizzare i prodotti alternandoli fra le diverse famiglie chimiche. GESTIONE AGRONOMICA ✓ arieggiamento della chioma per garantire livelli minimi di umidità nel pescheto. Per questa ragione è sempre valida la pratica della potatura verde che spesso è trascurata ✓ concimazione razionale ed equilibrata senza eccessi di azoto. Evitare concimazioni azotate nei due mesi precedenti la raccolta ✓ irrigazione proporzionata al fabbisogno idrico delle piante evitando apporti elevati nel periodo precedente lo stacco dei frutti; eliminazione delle mummie presenti in pianta costituenti l’inoculo principale Tab. 1: Agrofarmaci impiegabili nella strategia di difesa contro monilia (i dosaggi indicati si riferiscono all’impiego dei prodotti prima della raccolta) Formulato Dose commerciale g-ml/hl penconazolo Topas 10 WDG ecc 50 14 Con gli IBE max 4 trattamenti complessivi anno cyprodinil + fludioxonil Switch 60 14 Max 2 trattamenti complessivi anno Opinion ecc 20 14 Con gli IBE max 4 trattamenti complessivi anno vari 100 10 - tebuconazolo Dedalus SE ecc 290 - 430 7 difenoconazolo Score 25 EC ecc 20 - 30 7 Thiocur 20 EW ecc 35 7 Chorus ecc 50 7 fenbuconazolo Indar 5 EW ecc 100 3 ciproconazolo Galeo 35 3 Teldor ecc 100 3 Cantus 40 3 Bellis Drupacee 50 – 75 (dose max ettaro 750 g) 3 Principio attivo propiconazolo dodina miclobutanil cyprodinil fenexamide boscalid boscalid + pyraclostribin 60 Carenza Limitazioni e note Con gli IBE max 4 trattamenti complessivi anno Max 2 trattamenti complessivi anno Con gli IBE max 4 trattamenti complessivi anno Max 2 trattamenti complessivi anno Max 2 trattamenti complessivi anno difesa fitosanitaria delle drupacee Formulato Dose commerciale g-ml/hl penconazolo Topas 10 WDG ecc 50 14 Con gli IBE max 4 trattamenti complessivi anno cyprodinil + fludioxonil Switch 60 14 Max 2 trattamenti complessivi anno Opinion ecc 20 14 Con gli IBE max 4 trattamenti complessivi anno vari 100 10 - Serenade max 250 3 - Principio attivo propiconazolo dodina bacillus subtilis Limitazioni Carenza e note Tab. 2: Giudizio sul grado di efficacia delle principali sostanze attive contro Monilia e altri patogeni Principio Attivo Monilia Oidio Bolla Rhizopus Botrytis tebuconazolo ++/+++ + - - - fenbuconazolo ++ + - - - penconazolo + ++/+++ - - - propiconazolo +/++ +/++ +/++ - - difenoconazolo +/++ - + - - ciproconazolo ++ +/++ - - - miclobutanil + ++ - - - fenexamide +/++ - - - ++ cyprodinil ++ - - - ++ cyprodinil + fludioxonil +++ - - - ++ boscalid ++ + - - - boscalid + pyraclostribin ++/+++ ++/+++ - - - dodina +/++ - ++ - + bacillus subtilis + - - - + (Questi giudizi scaturiscono dalle esperienze CReSO e dei tecnici del coordinamento di questi ultimi anni) LEGENDA: Attività del prodotto: - (nessuna attività) + (debole) ++ (media) +++ (buona) NOTA: riguardo l’attività dei prodotti su Monilia fructicola sono ancora in corso le nostre sperimentazioni al momento è prematuro fornire un giudizio definitivo RHIZOPUS Il Rhizopus stolonifer è causa del cosiddetto “marciume molle deliquescente”. Dalle osservazioni e dalle prove condotte dal CReSO su pesco, non sono state evidenziate sostanze attive particolarmente efficaci contro questo fungo e al momento gli accorgimenti di natura agronomica, già riportati per Monilia sp, sono gli unici a essere consigliati. Fig. 1 Attacco di Rhizopus su frutto 61 difesa fitosanitaria delle drupacee 62 difesa fitosanitaria delle drupacee BOLLA (Taphrina deformans) STRATEGIA DI DIFESA PREVENTIVA PERIODO D’INTERVENTO Intervenire nei seguenti periodi: ✓ a completa caduta foglie ✓ rottura gemme in periodi piovosi con temperature oltre i 5 C° ✓ calice visibile Temperature al di sopra dei 25 - 28 ° C interrompono la capacità patogenetica del fungo ✓ E’ necessario che l’atomizzatore sia ben tarato poiché troppo sovente si segnala una presenza del patogeno proprio nelle parti alte della pianta. RACCOMANDAZIONI ✓ Non sono disponibili prodotti curativi. Si consiglia pertanto di procedere all’eliminazione e alla distruzione degli organi infetti Tab. 3: Prodotti e dosaggi consigliati nei trattamenti invernali P.a. Prodotto Dose a hl (ml – g/hl) Dose a ha Attività collaterale ziram Crittam WG ecc 200 3 Corineo tiram Pomarsol 80 WG ecc 200 3 Corineo, Monilia captano Merpan 80 wdg ecc 300 4.5 Corineo Con captano al max 2 interventi l’anno dodina Formulati al 35 % ecc 180-200 2.7 - 3 Monilia - rameici Vari 100 - 125 (rame metallo) - Batteriosi Non ammessi interventi in post fioritura Fig. 2 Foglie colpite da bolla Limitazioni e Note Tra tiram, ziram e captano sono consentiti un numero max di 3 interventi all’anno. Tiram e ziram: sostanze in alternativa tra di loro le quali possono essere impiegate al max di 2 volte l’anno. Il formulato Triscabol DG con la vecchia etichetta può essere commercializzato sino al 9 giugno 2013 e utilizzato sino al 9 ottobre 2013. Fig. 3 Attacco di oidio 63 difesa fitosanitaria delle drupacee OIDIO (Podosphaera pannosa) STRATEGIA DI DIFESA PREVENTIVA ZONE AD ALTO RISCHIO ZONE A BASSO RISCHIO ✓ eseguire un ciclo di 2 - 3 trattamenti a partire dalla fase di sfioritura, intervenendo ogni 10 – 12 giorni. ✓ eseguire 1 intervento specifico tra la scamiciatura e l’ingrossamento dei frutti. CONSIGLI UTILI ✓ Lo zolfo (formulazione liquida) è un ottimo anti oidico e se ne consiglia l’utilizzo dalla scamiciatura fino alla raccolta, compatibilmente con temperature non troppo alte. ✓ Si ricorda inoltre, che lo stesso zolfo svolge un’azione collaterale contro l’eriofide e la monilia ✓ Eventuali trattamenti con alcuni IBE o strobilurine contro la monilia in scamiciatura risultano altresì attivi contro l’oidio! ✓ In caso di gravi attacchi d’oidio si consiglia l’eliminazione dei getti colpiti al fine di ridurre l’inoculo presente RACCOMANDAZIONI I prodotti curativi, IBE e strobilurine, vanno utilizzati con molta attenzione: numerose sono le segnalazioni di resistenze a carico di queste categorie di fungicidi le quali vanno alternate e utilizzate, secondo le linee guida, in un numero non superiore a 4 per gli IBE e 3 per le strobilurine. Cautelativamente si consiglia di limitare le ripetizioni alternandoli con altri prodotti Tab. 4: Sostanze attive impiegabili per la lotta all’OIDIO Principio attivo Formulato commerciale Dose g-ml/hl Carenza propiconazolo Opinion ecc 20 14 fenbuconazolo Indar 5 EW ecc 100 3 miclobutanil Thiocur 20 EW ecc 35 7 penconazolo Topas 10 WDG ecc 50 14 tebuconazolo Dedalus SE ecc 230 - 290 7 tetraconazolo Domark 40 EW ecc 100 14 ciproconazolo Galeo 30 3 Nimrod ecc 50 - 100 14 - bupirimate boscalid + pyraclostrobin quinoxyfen zolfo 64 Limitazioni e note Con i fungicidi IBE non si possono effettuare più di 4 interventi nel corso dell’annata indipendentemente dall’avversità Bellis drupacee (dose max a ettaro: 750 g) 7 Max 3 interventi con le Strobilurine indipendentemente dall’avversità Arius 30 14 Max 3 interventi l’anno Thiopron, Heliosufre, ecc. 300 - 600 5 Azione collaterale su eriofide e monilia 50 – 75 difesa fitosanitaria delle drupacee cydia molesta La difesa contro la Cidia del pesco nei pescheti piemontesi è realizzata per la maggior parte dei casi con il metodo della confusione sessuale. Grazie a questa metodologia la popolazione di Cidia ha subito negli ultimi anni una decisa contrazione e la lotta al fitofago è divenuta più agevole, anche nelle zone notoriamente più a rischio. La confusione sessuale a oggi è il metodo di difesa più utilizzato e interessa circa l’ 80 % della superficie coltivata a pesche e nettarine in Piemonte. Strategie di difesa in appezzamenti protetti o fuori dalla confusione METODO DI LOTTA FUORI CONFUSIONE MEDIO/ELEVATO RISCHIO BASSO RISCHIO I generazione II generazione I generazione II generazione Applicazione dell’ovicida (triflumuron) prima dell’inizio dell’ovideposizione o dell’ovolarvicida (Coragen, Prodigy) ad inizio ovideposizione Applicazione di triflumuron o Coragen se non utilizzati in I GEN o MAC (Prodigy) o thiacloprid (Calypso) ad ovideposizione iniziata, come indicato dal modello matematico Applicazione dell’ovicida (triflumuron) prima dell’inizio dell’ovideposizione o dell’ovolarvicida (Coragen, Prodigy) ad inizio ovideposizione Applicazione di triflumuron o Coragen se non utilizzati in I GEN o MAC (Prodigy) o thiacloprid (Calypso) ad ovideposizione iniziata, come indicato dal modello matematico Successivamente eseguire l’applicazione del larvicida (Fosforganici, Affirm, Laser, Steward ecc) al raggiungimento del picco del volo o da segnalazione del modello matematico dell’inizio fase larvale Successivamente eseguire l’applicazione del larvicida (Fosforganici, Affirm, Laser, Steward ecc) sulla base del controllo dei germogli e frutti (soglia di intervento >3% dei germogli e 1% dei frutti colpiti). Successivamente eseguire l’applicazione del larvicida (Fosforganici, Affirm, Laser, Steward ecc) al raggiungimento del picco del volo o da segnalazione del modello matematico dell’inizio fase larvale Pre-raccolta:eventuale applicazione di prodotti a base di spinosad (Laser ecc) o bacillus thuringensis (vari) CONFUSIONE SESSUALE Data l’applicazione ormai ripetuta negli anni della confusione su questa generazione non è più necessario l’intervento Fig. 4 Germoglio cidiato Applicazione di triflumuron o Coragen se non utilizzati in I GEN o MAC (Prodigy) o thiacloprid (Calypso) ad ovideposizione iniziata, come indicato dal modello matematico Di norma non sono necessari interventi se non in presenza di punte cidiate (> 3 %). In questi casi intervenire con un larvicida. Non dovrebbero essere necessari altri interventi salvo diverse indicazioni derivate dai risultati dei campionamenti, preferendo nel caso l’applicazione, ad inizio II generazione di Alsystin, Coragen o Prodigy o Calypso Fig. 5 Emissione collosa da frutto colpito 65 difesa fitosanitaria delle drupacee Tab. 5: Agrofarmaci da impiegare nella strategia di difesa da Cydia molesta Prodotti Dose cc/hl Carenza (gg) Epoca di applicazione Alsystin® 25 14 Prima dell’inizio dell’ovideposizione I – II GEN ad inizio volo Prodigy, Intrepid, ecc 50 7 Inizio ovideposizione della I e II GEN thiacloprid Calypso 25 14 Schiusura uova – larve giovani di I e II GEN clorantraniliprole Coragen 18 - 20 14 Inizio ovideposizione in I o in II GEN (non più di un applicazione all’anno) Principio attivo OVICIDA triflumuron** metossifenozide OVOLARVICIDI Dursban 75 WG ecc Reldan 22 ecc 70 30 200 15 fosmet emamectina benzoato etofenprox Spada WDG ecc 250 28 Affirm 300 7 Trebon Up ecc 50 7 indoxacarb Steward 16.5 7 spinosad Laser ecc 30 7 bacillus thuringensis Delfin ecc 100 3 clorpirifos etile clorpirifos metile LARVICIDI Su larve giovani di I GEN Su larve giovani di II e III GEN **in attesa dell’inserimento nelle linee guida nazionali - regionali 2013 ANARSIA LINEATELLA La difesa contro l’Anarsia non è necessaria in tutti gli appezzamenti, ma solo in quelli in cui storicamente questo lepidottero è presente. STRATEGIA DI DIFESA PREVENTIVA – ZONE A RISCHIO Trattamento con p.a. fluvalinate (Klartan, Mavrik ecc) prima della fioritura, su larve svernanti. Trattamento insetticida sulle larve di prima generazione (inizio - metà giugno). CONFUSIONE SESSUALE Anche per questo lepidottero è possibile l’applicazione della confusione sessuale (vedi capitolo confusione sessuale e disorientamento) la quale risulta però meno efficace rispetto alla Cydia molesta. Anche con la confusione il trattamento con fluvalinate è consigliabile mentre potranno essere evitati quelli sulla generazione estiva di giugno. Tab. 6: Insetticidi da impiegare nella strategia di difesa da Anarsia lineatella Principio attivo Prodotti Dose (gg) Epoca di applicazione triflumuron** Alsystin® 25 14 metossifenozide Prodigy, Intrepid, ecc 50 7 Prima dell’inizio dell’ovideposizione thiacloprid Calypso 25 14 Inizio ovideposizione clorantraniliprole Coragen 18 - 20 14 emamectina benzoato Affirm 300 7 bacillus thuringensis Delfin ecc 100 3 **in attesa dell’inserimento nelle linee guida nazionali - regionali 2013 66 Su larve giovani di I generazione difesa fitosanitaria delle drupacee AFIDE VERDE (Myzus persicae) STRATEGIA DI DIFESA – ZONE A RISCHIO ZONE AD ALTO RISCHIO ZONE A BASSO RISCHIO Eseguire un primo trattamento in pre fioritura (calice visibile – bottoni rosa), utilizzando una delle seguenti sostanze attive: pirimicarb (Pirimor), flonicamid (Teppeki). Eseguire un trattamento tra la fase di rottura gemme e calice visibile utilizzando una delle seguenti sostanze attive: pirimicarb (Pirimor), flonicamid (Teppeki). Eseguire un secondo trattamento in post fioritura, utilizzando i p.a. in precedenza citati o un neonicotinoide: imidacloprid (Confidor ecc), thiametoxan (Actara), acetamiprid (Epik), clotianidin (Dantop) o spirotetramat (Movento). In post fioritura valutare attentamente la situazione presente nell’appezzamento: comunque l’intervento con un neonicotinoide dovrà essere eseguito (caduta petali - scamiciatura) tale da anticipare la fioritura del melo riducendoil rischio per le api. REINFESTAZIONI ESTIVE In caso d’infestazioni estive, sulla base dell’esperienza maturata, si consiglia di eseguire un trattamento a base di flonicamid (Teppeki) o spirotetramat (Movento). RACCOMANDAZIONI ✓ Evitare condizioni che favoriscono il lussureggiamento. ✓P orre molta attenzione all’utilizzo dei neonicotinoidi dato il loro impatto sulla artropodofauna utile e per il rischio di sviluppare popolazioni resistenti Fig. 6 Larva di Anarsia su germoglio Fig. 7 Germoglio infestato dall’afide verde 67 difesa fitosanitaria delle drupacee Agrofarmaco autorizzato dal Ministero della Salute, leggere attentamente le istruzioni riportate in etichetta. Aficida per Melo, Pesco, Pero, Susino, Pomodoro e Cucurbitacee 68 www.belchim.com Un prodotto di: Europe S.A. difesa fitosanitaria delle drupacee TRIPIDI DELLE NETTARINE (Taeniothrips meridionalis - Thrips major) STRATEGIA DI DIFESA PREVENTIVA – ZONE A RISCHIO PRE – FIORITURA PRE-RACCOLTA (20 giorni prima dello stacco dei frutti) Intervenire con un p.a. appartenente alla famiglia dei piretroidi: ✓ fluvalinate (questo p.a. non è previsto per la lotta ai tripidi nel disciplinare PSR ma contro Anarsia). ✓ acrinatrina (Rufast E – FLO ecc). ✓ alfacipermetrina (Contest ecc). ✓ ciflutrin (Bayteroid EW ecc). ✓ cipermetrina (Ciperthrin Plus ecc). intervenire con spinosad (Laser ecc): questo trattamento risulta fondamentale per le nettarine e in particolare per quelle medio - precoci, maggiormente esposte all’attacco dei tripidi. ✓ deltametrina (Decis ecc). ✓ lambdacialotrina (Karate Zeon ecc) o zetacipermetrina (Furj ecc). Nei casi più gravi è consigliabile intervenire anche nella fase di caduta petali con clorpirifos - metil (Reldan 22, ecc). RACCOMANDAZIONI ✓ Si ricorda che i piretroidi possono essere utilizzati esclusivamente prima della fioritura e che nell’ambito di questa famiglia di agrofarmaci il fluvalinate risulta il meno impattante per i pronubi ✓ Per le pesche i trattamenti contro i tripidi non sono necessari! Fig. 8 Danno su frutto da tripide fiorale Fig. 9 Danno da tripide estivo 69 difesa fitosanitaria delle drupacee MIRIDe (Lygus spp.) Nei pescheti più sensibili, ubicati nelle vicinanze di colture cerealicole, si consiglia di monitorare attentamente la popolazione di miridi con frequenti retinaggi nell’interfila a partire da fine maggio – inizio giugno proseguendo fino alla prossimità dello stacco dei frutti. Al momento non sono disponibili soglie di riferimento per cui si consiglia di valutare innanzitutto la presenza con battute mediante il retino, e di pianificare un trattamento con etofenprox (Trebon Up): unica sostanza attiva prevista dal disciplinare regionale nella lotta ai miridi) all’aumentare delle catture e alla comparsa dei primi danni sui frutti. Fig. 10 Danno da miride su frutto LE BARRIERE ANTI - INSETTO La lotta chimica non sempre è risolutiva e in molti casi è di difficile applicazione vista la concomitanza con l’inizio dello stacco dei frutti. Una valida alternativa ai trattamenti arriva dalla sperimentazione congiunta CReSO e Università di Torino (DISAFA); essa consiste nella costruzione di una barriera fisica avente lo scopo d’impedire l’ingresso dei miridi nel pescheto. Si tratta di una rete antinsetto (maglia 1.4 x 1,7 mm) applicata sui lati del pescheto adiacente a potenziali vie d’ingresso dell’insetto. Dati gli ottimi risultati ottenuti, l’installazione delle reti protettive contro i miridi è consigliabile in tutti quei casi in cui storicamente si osservano evidenti perdite di produzioni. 70 difesa fitosanitaria delle drupacee PRINCIPALI AVVERSITA’ DEL SUSINO IN PIEMONTE Monilia ALLA RACCOLTA (Monilia spp.) STRATEGIA DI DIFESA CONDUZIONE AGRONOMICA DIFESA CHIMICA ✓ Evitare eccessive concimazioni azotate ✓ 1 trattamento dopo la fioritura ✓ Favorire l’aerazione delle chiome con razionali potature non trascurando quelle in verde ✓ 2 trattamenti precedenti lo stacco dei frutti, a 20 e 10 giorni dalla raccolta ✓ Eliminare i frutti mummificati dopo la raccolta Fig. 1 Frutto mummificato Tab. 1: agrofarmaci contro la monilia (i dosaggi indicati si riferiscono al periodo prima della raccolta) Formulato commerciale Dose g-ml/hl Carenza tebuconazolo Dedalus SE ecc 290 - 430 7 fenbuconazolo Indar 5 EW ecc 100 3 propiconazolo Opinion Ecna 20 14 ciproconazolo Galeo 30 - 50 7 miclobutanil Thiocur 20 EW ecc 35 7 fenexamide Teldor 100 3 Principio attivo cyprodinil Limitazionie note Con gli IBE max 4 trattamenti complessivi anno Chorus ecc 50 7 cyprodinil + fludioxonil Switch 60 14 boscalid Cantus 40 3 boscalid + pyraclostribin Bellis Drupacee (dose max ettaro 750 g) 3 Max 2 trattamenti complessivi anno bacillus subtilis Serenade max 250 3 - Polisolfuro di calcio polisenio 1000 30 - polisolfuro di calcio 50 – 75 Max 2 trattamenti complessivi anno 71 difesa fitosanitaria delle drupacee BATTERIOSI DEL SUSINO (Xanthomonas arboricola pv. pruni) STRATEGIA DI DIFESA PROFILASSI PREVENTIVA mediante l’applicazione di prodotti rameici La lotta di tipo preventivo è basata sull’utilizzo del rame il quale, su drupacee, non può essere utilizzato nel corso della stagione vegetativa e comunque la varietà Angeleno mostra una sensibilità elevata a questo prodotto. I trattamenti rameici vanno realizzati in autunno o prima della ripresa vegetativa. ✓ 2 - 3 trattamenti in autunno a partire dall’inizio caduta foglie (es. Poltiglia bordolese 20 % ecc: 500 g/hl) posizionati in concomitanza dei periodi più umidi). L’ultimo trattamento va eseguito a completa caduta foglie e a dose piena: 200 g/hl di rame metallo (es Poltiglia bordolese 20 % ecc: 1000 g/hl); ✓ 1 - 2 intereventi, prima della ripresa vegetativa, a dosaggi contenuti di 30 – 40 g di rame metallo a ettolitro (Es. poltiglia bordolese ecc: 150 – 200 g/hl). Fig. 2 Foglie colpite da batteriosi (Xanthomonas arboricola pv. pruni) 72 difesa fitosanitaria delle drupacee CYDIA FUNEBRANA STRATEGIA DI DIFESA METODO DI LOTTA I generazione II generazione Applicazione dell’ovicida (Alsystin) o di un ovolarvicida (Es Coragen ecc) al raggiungimento del picco del volo o all’inizio dell’ovideposizione Applicazione di un larvicida (Affirm, Spada, Laser ecc) o di un ovolarvicida (Calypso) al raggiungimento del picco del volo FUORI CONFUSIONE Pre-raccolta: Successivamente eseguire l’applicazione di un larvicida Da giugno in poi mantenere un’adeguata copertura con l’applicazione di larvicidi (2 – 3). CONFUSIONE SESSUALE Applicazione dell’ovicida (Alsystin) o di un ovolarvicida (Es Coragen ecc) al raggiungimento del picco del volo o all’inizio dell’ovideposizione se si osservano perforazioni fresche sui frutti procedere con l’ applicazione di prodotti a base di etofenprox, spinosad o thiacloprid, emamectina benzoato (nel rispetto dei tempi di carenza) Di norma non sono più necessari ulteriori trattamenti! Pre-raccolta: se si osservano perforazioni fresche sui frutti procedere con l’ applicazione di prodotti ad azione larvicida. Fig. 3 Frutto cidiato con conseguente emissione di essudato colloso 73 difesa fitosanitaria delle drupacee Tab 2: Agrofarmaci da impiegare nella strategia di difesa da Cydia funebrana FAMIGLIA PRINCIPIO ATTIVO PRODOTTI DOSE cc/hl CARENZA (gg) Ovicida triflumuron Alsystin® 25 14 clorantraniliprole Coragen 18 - 20 14 thiacloprid Calypso 25 14 Spada WDG ecc 220 - 250 14 Trebon Up ecc 50 7 Laser ecc 30 7 Affirm 300 7 Ovolarvicidi fosmet etofenprox Larvicidi spinosad emamectina benzoato EPOCA DI APPLICAZIONE Prima dell’inizio dell’ovideposizione Schiusura uova – larve giovani di I e II generazione Su larve di I e II generazione Per quanto riguarda il metodo della confusione sessuale al momento sono disponibili in commercio i modelli Isomate OFM-rosso (SHIN - ETSU), il quale risulta efficace sia per Cydia funebrana sia per Cydia molesta, e l’Ecodian CF (ISAGRO). Nella tabella seguente si riportano le caratteristiche d’impiego dei due modelli. Tab 3: Modelli di erogatori disponibili per la Cydia funebrana Tipo erogatori SHIN-ETSU Isomate OFM Rosso Flex Fitofago Cydia molesta Cydia funebrana Durata (gg) 150 N° erogatori ha g.ta 600 229 Epoca applicazione Prima dell’inizio del volo della generazione svernante Preferibilmente dalla II generazione. SUMITOMO Ecodian CF 74 Cydia funebrana 45-50 2000 763 Nel caso di una sola applicazione preferibilmente prima del volo della II gen difesa fitosanitaria delle drupacee FITOPLASMI SINTOMATOLOGIA ✓ Riposo vegetativo: gemme a legno. TRASMISSIONE DELLA MALATTIA sviluppo anticipato delle ✓ Fioritura: anticipo della stessa con caratteristica contemporanea presenza di foglie fiori. ✓ Estate: clorosi, arrossamento delle ingrossamento delle nervature fogliari. foglie e ✓ Altri sintomi: necrosi del floema, progressivo disseccamento della pianta, vegetazione affastellata e apoplessia. ✓ Mediante materiale di propagazione infetto ✓ Cacopsylla pruni: nonostante la diffusione della malattia sia spesso imputata a questo psillide i monitoraggi eseguiti in Piemonte non hanno evidenziato una presenza significativa dell’insetto ✓ Non viene trasmesso né durante la potatura né mediante la moltiplicazione con seme. ✓ A livello di singola pianta è possibile che si verifichi il cosiddetto “recovery” o risanamento consistente in una regressione naturale dei sintomi (fenomeno raro). PROFILASSI PREVENTIVA Le misure di lotta contro i fitoplasmi sono esclusivamente preventive e si basano su: ✓ monitoraggio attento dei frutteti per immediata individuazione delle piante colpite e loro estirpo ✓ realizzazione di nuovi impianti con materiale vivaistico sano. Purtroppo, come già detto, il lungo periodo di latenza del fitoplasma può far sì che le stesse piante madri siano già infette e parte del materiale sia propagato ✓ eliminazione dei polloni radicali i quali costituiscono il ricovero preferito delle cacopsille nel periodo che va da fine inverno ad inizio primavera ✓ utilizzo di portainnesti poco polloniferi ✓ lotta chimica contro il vettore tra fine febbraio e metà maggio anche se i risultati non sempre conducono al successo. Inoltre non vi è nessun prodotto registrato contro la Cacopsylla pruni ✓ utilizzo di portainnesti resistenti Fig. 4 A sinistra pianta colpita da fitoplasma, a destra pianta sana Fig. 5 Emissione anticipata di foglie a fine inverno 75 difesa fitosanitaria delle drupacee 76 difesa fitosanitaria delle drupacee PRINCIPALI AVVERSITA’ DELL’ALBICOCCO MONILIA DEI FIORI E ALLA RACCOLTA (Monilia spp.) Questa patologia in certe annate più umide e piovose è causa di significative perdite di produzione. Si verificano con frequenza attacchi nel corso della fioritura con evidenti rinsecchimenti dei giovani germogli. I frutti in fase di maturazione sono altrettanto colpiti nel caso in cui si verifichino condizioni climatiche favorevoli al patogeno. DIFESA DALLA MONILIA DEI FIORI (M. laxa) In condizioni di umidità elevata o di pioggia questo patogeno è in grado di creare danni ingenti alla produzione provocando l’immediato disseccamento dei fiori colpiti. ✓ Un primo intervento in pre – fioritura ✓ Se si sono verificate piogge in fioritura procedere con la ripetizione del trattamento a caduta petali variando il p.a. DIFESA IN PRE - RACCOLTA ✓ Se il decorso stagionale risulta piovoso procedere durante la fase di maturazione dei frutti con uno o più interventi a partire da 20 giorni prima della raccolta Alternare i prodotti a disposizione utilizzando p.a. con diversi meccanismi d’azione GESTIONE AGRONOMICA: VEDI PESCO Fig. 1B Esito di attacco di Monilia in fioritura 77 difesa fitosanitaria delle drupacee Tab. 1: agrofarmaci contro monilia (i dosaggi indicati riguardano l’impiego dei prodotti prima della raccolta) Principio attivo Formulato commerciale tebuconazolo Dedalus SE ecc 290 - 430 7 fenbuconazolo Indar 5 EW ecc 100 3 propiconazolo Opinion ecc 25 14 ciproconazolo Galeo ecc 35 14 miclobutanil Thiocur 20 EW ecc 35 7 fenexamide Teldor 100 3 cyprodinil Chorus ecc 50 7 cyprodinil + fludioxonil Switch 60 14 boscalid Cantus 40 (dose max ettaro 400 g) 3 boscalid + pyraclostribin Bellis Drupacee bacillus subtilis Serenade max 250 3 polisolfuro di calcio Polisolfuro di calcio polisenio 1000 30 Dose g-ml/hl Carenza 50 – 75 (dose max ettaro 750 g) Fig. 1A Frutto colpito da Monilia spp. 78 3 Limitazioni e note Con gli IBE max 4 trattamenti complessivi anno Max 2 trattamenti complessivi anno Max 2 trattamenti complessivi anno Max 4 trattamenti anno difesa fitosanitaria delle drupacee batteriosi dell’albicocco (Pseudomonas syringae pv. syringae) FATTORI PREDISPONENTI RACCOMANDAZIONI ✓ Le precipitazioni piovose: piogge autunnali e di fine inverno favoriscono la diffusione del batterio nel frutteto. Al fine di contenere il più possibile l’instaurarsi della batteriosi, è bene attenersi alle seguenti indicazioni: ✓ non impiantare l’albicocco in terreni poveri, sciolti e ricchi di scheletro; ✓Il freddo: l’intensità dell’attacco batterico è in relazione alla durata e all’intensità del freddo invernale. L’alternanza di gelo notturno e di elevate temperature diurne provoca la formazione di micro ferite sul tronco, vie preferenziali d’accesso per il batterio. ✓ Il suolo: la presenza della malattia è maggiore in terreni con tessitura grossolana, molto sciolti, pH acido, con scarsa dotazione si sostanza organica. Questi terreni sono maggiormente predisposti a stress idrici che indeboliscono la pianta e la rendono più aggredibile dal batterio. ✓ I portinnesti: alcune osservazioni evidenziano come il pesco (in particolare Rubira) diminuirebbe la sensibilità al batterio della varietà innestata: tuttavia si dovrà tenere conto della natura del terreno (sciolto - argilloso) in quanto un portinnesto non idoneo condurrebbe comunque ad uno stato di disagio che comprometterebbe il futuro sviluppo dell’impianto ✓ La varietà: le osservazioni di campo hanno evidenziato una differente sensibilità varietale all’attacco del batterio anche se negli ultimi anni, caratterizzati da inverni molto freddi e umidi, la virulenza dello Pseudomonas, in albicoccheti a elevato “coefficiente di predisposizione”, ha raggiunto livelli tali da rendere poco evidenti e significative queste variabili. ✓ scegliere correttamente il portainnesto sulla base delle caratteristiche pedologiche del terreno; ✓ eseguire la potatura solo nel periodo estivo (dopo la raccolta); ✓ procedere con l’imbiancatura del tronco a inizio autunno. Questo accorgimento, seppur non risolutivo, sembra attenuare l’incidenza della malattia nell’albicoccheto; ✓ intervenire con rame nei periodi di massima sensibilità. Le coperture con i rameici vanno eseguite in autunno da caduta foglie fino alla ripresa vegetativa: questi trattamenti hanno lo scopo di proteggere le micro ferite presenti su rami e tronco (spesso derivanti dal gelo) vie preferenziali d’ingresso del batterio. ✓ nel caso si riscontrino cancri e fuoriuscite di gomma procedere con l’asportazione delle parti colpite (riduzione dell’inoculo in campo) e la successiva protezione delle ferite con rame o mastici protettivi. ✓ Il punto di innesto: ricerche e sperimentazioni francesi hanno dimostrato una correlazione tra l’altezza del punto d’innesto e l’incidenza della malattia: la riduzione della sensibilità è direttamente proporzionale all’altezza dell’innesto. I dati sperimentali CReSO evidenziano che i migliori risultati si sono ottenuti con un’altezza di innesto a 120 cm. 79 difesa fitosanitaria delle drupacee Fig. 2 Esempio di innesto alto su albicocco ed imbiancatura del tronco Fig. 4 Cancro da batteriosi con essudato colloso 80 Fig. 3 Disseccamento di una branca fruttifera in seguito di un attacco da Pseudomonas syringae pv. syringae difesa fitosanitaria delle drupacee forficula (Forficula auricularia L.) PROFILASSI PREVENTIVA ✓ Al momento l’avversità non è contemplata dalle linee guida nazionali, sia perché non esistono prodotti registrati (la forficula è normalmente considerata un insetto utile in quanto predatrice di afidi) e comunque una strategia attuabile non potrebbe basarsi su interventi chimici sui frutti in via di maturazione che è il periodo nel quale l’insetto arreca i maggiori danni. ✓ La lotta può essere attuata applicando colle repellenti sul tronco e/o mediante catture massali: • le colle si sono dimostrate molto efficaci nel limitare la risalita delle forficule in chiome e quindi il danno ai frutti. • le forficule iniziano a salire sul tronco delle piante da frutto verso la fine di maggio, per cui si consiglia di applicare le colle a metà maggio. • la colla deve essere applicata anche su pali, tiranti, e tutto ciò che possa consentire alle forficule di raggiungere la chioma delle piante. • la colla Rampastop® risulta più efficace qualora il tronco sia fortemente screpolato in quanto aderisce meglio; è di rapida applicazione e richiede una sola applicazione durante la stagione. • le catture massali vanno effettuate posizionando sulle branche basali fasce di cartone, giornali arrotolati, o qualunque altro oggetto possa fungere da ricovero per le forficule e procedendo frequentemente a svuotare le trappole e distruggere gli individui presenti. •S ebbene in misura ridotta, le forficule possono spostarsi con il volo, per cui in caso di infestazioni molto elevate l’applicazione di colla repellente alla base del tronco può non essere sufficiente. ✓ Dalle osservazione di campo è stato notato che lavorazioni del terreno del sotto fila e dell’interfila disturbano il normale ciclo biologico dell’insetto riducendone lo sviluppo ma ciò, per evidenti problemi di gestione del suolo non è sempre attuabile. ✓ Le esche alimentari a base di clorpirifos (Centurio) utilizzate contro le nottue e distribuite a partire dal mese di maggio dimostrano un’azione collaterale nei confronti della forficula riducendo i danni alla produzione. Allo scopo di non arrecare danni indesiderati ad altri organismi si raccomanda di porre le esche sotto dei ricoveri (coppi ecc) che possono inoltre funzionare come polo di attrazione alle forficule. Fig. 5 Applicazione di colla quale barriera alle forficule Fig. 6 Danno da Forficula auricularia su albicocche 81 DIFESA FITOSANITARIA DEL NOCCIOLO 82 Makhteshim Agan Italia s.r.l. Via Zanica, 19 - 24050 Grassobbio (BG) - Italia - tel. +39.035.328811 - fax +39.035.328888 - www.ma-italia.it - [email protected]