VERSO UN MODELLO MATEMATICO DI PSICOTERAPIA Uno studio preliminare DR. GIOVANNI IANNUZZO Seminario di Formazione Studio di Igiene Mentale e Psichiatria & Centro di Scienze del Comportamento Introduzione L'utilizzazione della matematica nelle discipline biomediche è prassi ormai consolidata, nel senso della definizione di modelli matematici che riguardino fenomeni di ordine fisiologico e biochimico. Tale approccio sembra potere riguardare anche le funzioni psicologiche ed il comportamento. Una serie di lavori ha implicato lo studio matematico del comportamento psicomotorio (Barnwell et al 1973; Albanese 1974; Albanese et al 1974). Il problema è quello di valutare se simili estrapolazioni possano essere applicate al campo clinico, ovvero se possano servire alla costruzione di modelli matematici che in qualche modo descrivano il funzionamento delle funzioni mentali superiori. Tali funzioni sono descritte da una serie di altri modelli teorici estremamente diversificati: teoria freudiana, teoria delle relazioni oggettuali, psicologia cognitiva; manca a tali approcci la possibilità di disporre di un modello unificante, e se tale modello viene interpretato in termini matematici, si può ipotizzare che non siano in atto disponibili strutture matematiche che consentano l'elaborazione di modelli fondati su elementi relativi a processi psicopatologici o psicoterapici. Gli studi di Langs evidenziano la possibilità che gli scambi comunicativi che avvengono nel corso del processo psicoterapeutico possano essere modellati in base alla teoria G. Iannuzzo: Verso un modello matematico di psicoterapia matematica dei sistemi non lineari (Langs 1980, 1985, 1986). Teoria matematica dei sistemi non lineari e psicoterapia Definiamo un sistema come un’entità che riceve un input e che, in risposta, produce un output. Il modello paradigmatico di questa teoria di un sistema è il computer. Ma anche un essere umano può essere considerato come un sistema, da molti punti di vista. Relativamente alla psicoterapia, l'uomo “funziona” come un sistema, in quanto riceve una serie continua e vorticosa di messaggi (input) dall'ambiente, ai quali risponde (output) con atti comunicativi propri. Se consideriamo ora un sistema lineare (Padulo & Arbib, 1974), che quindi produca l'output Oa in risposta all'input Ia e produce anche l'output Ob in risposta all'input Ib, possiamo scrivere: S(Ia)= Oa S(Ib)= Ob per rappresentare che il sistema S risponde all'input Ia per produrre l'output Oa e all'input Ib per produrre l'output Ob. Qual’è la risposta del sistema alla ricezione simultanea di due segnali Ia e Ib? Se la risposta del sistema agli input Ia e Ib applicati insieme è semplicemente la somma dei due outputs Oa e Ob che occorrono insieme, il sistema è chiamato un sistema lineare. Per un sistema lineare, allora S(Ia + Ib)= S(Ia)+ S(Ib) Per esempio, per O = 3I dove I equivale a 2, O è 6 e dove I equivale a 5, O è 15, e quando I è uguale a 2+5 o a 7, O è 6+15 o 21. I sistemi lineari hanno la proprietà che una comprensione della risposta ai singoli input fornisce immediatamente la capacità di predire la risposta a quegli inputs applicati in maniera concorrente. Ciò è chiamato proprietà o principio 2 G. Iannuzzo: Verso un modello matematico di psicoterapia della superposition, e fornisce ai sistemi lineari una grande predicibilità e regolarità. Gli output dei sistemi lineari possono essere molto complessi ma essi seguono sempre la proprietà della superposition. Al contrario i sistemi non lineari non seguono il principio della superposition e ciò può essere preso come loro fondamentale definizione. Questi sistemi esibiscono risposte molto complesse agli input, includendo random appearing responses (ciò che è spesso chiamato caos) e bifurcation phenomena (Prigogine & Stengers 1984; Haken 1983). In base a quanto accennato sui sistemi lineari e non lineari, possiamo valutare la ragionevolezza della proposta di Lang sul fatto che la teoria dei sistemi non lineari può fornire una utile analogia di importanti eventi che accadono in psicoterapia. Da una parte l'approccio comunicativo di Lang alla psicoterapia psicoanalitica lo prepara a considerare i segnali nel campo bipersonale tra paziente e terapista dal punto di vista dei sistemi. Dall'altra, le risposte di paziente e terapista sono chiaramente non lineari per loro stessa natura; per esempio, due interventi fatti da un terapista danno insieme raramente lo stesso risultato su un paziente, come gli interventi individuali forniti separatamente con risultati sommati nel tempo. Inoltre i cambiamenti del paziente in terapia sono erratici, e ricordano i random appearing responses che possono essere evocati dai sistemi non lineari. Anche, i bifurcation events nei sistemi non lineari possono ricordare lo sviluppo di insight e la risoluzione dei sintomi nel paziente. Descriviamo ora un modello matematico semplificato dello scambio psicoterapeutico. Un modello matematico In una seduta psicoterapeutica una affermazione di un paziente può contenere significati in codice mediante l'uso di meccanismi mentali come lo spostamento, la simbolizzazione o la condensazione. Altre affermazioni possono essere evidenti, altre ancora codificate e al tempo stesso evidenti. Per la jth seduta di una serie psicoterapeutica di sedute, definiamo le seguenti due variabili misurabili: (a) Uj = il numero di risposte dal paziente contenenti significati in codice durante la 3 G. Iannuzzo: Verso un modello matematico di psicoterapia (b) sessione j; Ij = il numero di prompts o interventi del terapista. Ora assumiamo che il paziente genera messaggi in codice in proporzione ai prompts o interventi del terapista, cioè, Uj= Mj x Ij (Equazione 1) dove Mj è la costante di proporzionalità per la seduta j, e rappresenta la responsiveness del paziente agli input del terapista. Cioè, Mj riflette la propensione del paziente a rispondere al terapista con un messaggio in codice. Ci si aspetta che alcuni pazienti produrranno questi messaggi più frequentemente di altri pazienti. Matematicamente, Mj riflette non solo la responsività intrinseca del paziente, ma anche l'abilità dello psichiatra di evocare messaggi in codice. In questo modello molto primitivo, l'abilità e il desiderio dello psichiatra di evocare messaggi in codice sarà assunta costante attraverso le sedute. Il terapista può offrire risposte a interventi in proporzione al numero di messaggi in codice inviati dal paziente, più un numero base di risposte per tenere il dialogo vivo. Allora possiamo scrivere: Ij = ? Uj + ? (Equazione 2) dove i parametri ? e ? sono assunti essere indipendenti dalla seduta. Il parametro ? riflette la quantità di interventi dello psichiatra per ogni messaggio encoded del paziente, mentre ? è un parametro uguale al numero medio di prompts o interventi usati dal terapeuta per stimolare il dialogo mentre il paziente non sta producendo messaggi in codice. E’ ipotizzabile che M possa decrescere in funzione di appropriati interventi del terapista, così che: Mj = Mj-1 - ? Ij-1 (Equazione 3) L’equazione cattura la nozione che l’intervento del terapeuta riduce in 4 G. Iannuzzo: Verso un modello matematico di psicoterapia realtà la tendenza del paziente ad inviare messaggi codificati, possibilmente su base conflittuale inconscia. Il parametro ? , che qui viene assunto come costante, riflette l'efficacia del terapista nel risolvere i fatti inconsci sottesi al messaggio in codice. Le equazioni (1), (2) e (3) implicano un modello molto semplificato di una specifica dimensione del processo psicoterapeutico. Con un modello algebrico estremamente semplificato possiamo scrivere: j-1 ? [UI/II - ? ? (? Uk + ? )] k=1 Uj= -------------------------------------------j-1 1- ? [U1/I1 - ? ?? (? Uk + ? )] k=1 (equazione 4) In questa equazione il termine j-1? ? (? Uk+? ) k=1 si riferisce alla somma (? U1, + ? )+ (? U2+ ? )+ ... (? Uj-1 + ? ). Questa equazione collega U ai precedenti valori di questa variabile e ai precedenti valori del calcolo degli interventi del terapeuta, senza alcun riferimento al costrutto non misurabile Mj. Così questo modello può essere adattato a dati che lo possano confermare o disconfermare. Si tratta di un modello estremamente semplice. Infatti, se la terapia è un processo nel quale gli input del terapista al paziente cambiano i modelli fondamentali di risposta del paziente alla comunicazione successiva, sembra essenzialmente necessario per il processo violare il principio di superposition, cioè essere non lineare. 5 G. Iannuzzo: Verso un modello matematico di psicoterapia Il modello, se adattato con successo ai dati, può fornire nuovi insight sul problema e misure del processo psicoterapeutico. Per esempio il parametro ? ??nell’equazione (3) è una misura diretta dell’efficacia della comunicazione interveniente del terapista. Inoltre il parametro M, che può essere inferito dai dati, fornisce in qualche modo rilevante la misura di quella parte di inconscio profondo del paziente che fa aumentare i messaggi in codice. Usando questi parametri è anche possibile valutare differenti approcci terapeutici. Certamente, la suesposta apparente complessità matematica può essere insufficiente per fenomeni più complessi che non la semplice dicotomia codedencoded. I messaggi possono però essere inseriti in una curva statistica. L’intelligenza artificiale e gli algoritmi per lo studio di patterns di risposta nei colloqui psichiatrici potranno fornire ulteriori suggerimenti. Conclusioni Il processo che chiamiamo psicoterapeutico può essere, almeno in parte modellato, come suggerito da Lang, usando la teoria dei sistemi non lineari, che hanno proprietà simili a quanto osservato nella comunicazione tra paziente e terapista., come nonsuperposition, bifurcation e random appearance. Si può arguire che i dati per costruire modelli debbano essere misure derivate dall’interazione terapeutica. Ulteriori studi informatici potrebbero chiarire meglio il problema. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI ALBANESE, R.A.: An increased role for mathematics in research and practice in psychotherapy. 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