La campagna d`Italia (1796 - 97) Le “Repubbliche sorelle” La

Età napoleonica
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Riassunto
1. L’ASCESA DI NAPOLEONE
La campagna d’Italia (1796 - 97)
Napoleone Bonaparte (nato in Corsica nel 1769), grazie alle simpatie rivoluzionarie (giacobine) e alle doti militari, diventa generale a 24 anni, a cui viene affidato il comando dell’armata
destinata alla campagna d’Italia; essa ha come obbiettivo un attacco offensivo contro
l’Austria, la quale insieme alla Gran Bretagna faceva ancora parte dell’alleanza antifrancese.
Il fronte principale passa dalla Germania, mentre quello secondario occupa gli austriaci in
Lombardia. Intanto che il primo fronte fallisce, Napoleone riesce a occupare la Lombardia.
Nell’ottobre del 1797 l’Austria firma la pace di Campoformio: i Paesi Bassi austriaci, territori
alla sinistra del Reno e la Lombardia vanno in mano alla Francia, la quale cede in cambio la
Venezia (occupato anch’essa da Napoleone).
Le “Repubbliche sorelle”
Tra il 1795 e il 1799 si formano una serie di Repubbliche sorelle: territori francesi, appoggiati
da minoranze che accolgono la Francia come liberatore, nei quali vengono introdotti i principi e le istituzioni rivoluzionarie. Queste Repubbliche, formalmente autonome, sono strettamente subordinate alla Francia militarmente, politicamente ed economicamente: pesanti
prelievi fiscali, confische di beni laici ed ecclesiastici, arruolamento, politica tesa a limitare
l’influenza della Chiesa nella società. Sorgono la Repubblica Batava (1795), Ligure, Cisalpina
(1797), Elvetica (1798), Romana (1798), Partenopea (1799). Piemonte e Toscana vengono
annessi alla Francia. Inoltre la dominanza francese provoca parecchie rivolte popolari (conservazione della libertà religiosa e delle libertà tradizionali).
La campagna d’Egitto: la seconda coalizione (1798 - 1799)
La spedizione in Egitto ha lo scopo di colpire la posizione inglese nel Mediterraneo e minacciare la via delle Indie. Dopo la conquista del territorio, la flotta di Napoleone viene distrutta
dall’ammiraglio Nelson. Si forma dunque la seconda coalizione (Inghilterra, Austria, Russia,
Napoli, Turchia), che porta al crollo delle posizioni francese in Italia e Germania (caduta Repubblica Romana, Partenopea, Cisalpina e insurrezioni in Svizzera). Il riequilibrio è raggiunto
dalla Francia nell’estate del 1799, con la ripresa della Svizzera e la Cisalpina. Nell’ottobre del
1799 Napoleone lascia l’esercito in Egitto e rientra in Francia.
Il regime del Direttorio è debole a causa di vari aspetti: contrastamento delle opposizioni
monarchiche e giacobine solo grazie all’appoggio dell’esercito, incapace di mantenere un
ordine pubblico, difficoltà finanziarie, scarsamente obbedito dai propri generali vittoriosi
(Napoleone), proteste per il continuo reclutamento di soldati, accuse di corruzione. Queste
debolezze e instabilità inducono a progettare un colpo di Stato, per modificare la Costituzione e creare un governo forte, conservando i principi rivoluzionari. Ciò accade il 18 brumaio
1799 e coinvolge soprattutto Napoleone, ponendo così fine al Direttorio e le basi per il nuovo regime del Consolato.
Ottobre 2013
Storia
La fine del Direttorio: il colpo di Stato del 18 brumaio (9 novembre) 1799
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2. IL CONSOLATO
I caratteri del regime consolare
Il Consolato è fondamentalmente un regime autoritario, basato su principi liberali e democratici: sovranità della nazione, uguaglianza civile, garantire libertà fondamentali, separazione dei poteri (legislativo, esecutivo e giudiziario). Il potere esecutivo, che prevale sugli altri, è
affidato a 3 consoli (primo console Napoleone); il potere legislativo è diviso in tre camere:
Tribunato (100 persone), il quale ha il compito di esaminare e modificare i progetti di legge;
Corpo legislativo (300 persone), il cui compito è approvare o rifiutare progetti senza discutere; Senato (80 senatori, scelti a vita in gran parte da Napoleone), al quale è affidato il compito di scegliere i deputati delle altre due camere. In realtà il Consolato è un regime che permette a Napoleone un grande potere personale.
Napoleone intende rafforzare l’unità della Nazione (riconciliazione) lacerata dalla rivoluzione
e consolidare i cambiamenti positivi portati da essa. In questo senso invita nobili ed ecclesiastici a rientrare in Francia (e libera preti refrattari), coinvolge nel suo governo persone di
tutte le tendenze politiche nel passato e adotta misure repressive severe contro gli oppositori. Strumento fondamentale è uno Stato forte, centralizzato e dall’amministrazione efficiente: Napoleone rafforza in senso centralistico l’amministrazione statale (il suo sistema statale
diventa il modello di stato centralistico). Grazie anche ai prefetti, addottati da Napoleone,
esso raggiunge il centralismo voluto più efficacemente. Inoltre Napoleone fa redigere un
nuovo Codice Civile (1804), fondato sui principi della Rivoluzione (uguaglianza civile, abolizione dei diritti feudali, garanzia delle proprietà private, libertà individuali), però limitando
alcune libertà che potevano indebolire la stabilità sociale. Il nuovo CC diventa il modello per
molti nuovi codici civili europei. In campo scolastico, Napoleone pone le basi del sistema
scolastico statale. L’educazione delle elementari e delle scuole medie sono lasciate alla Chiesa, mentre per i livelli superiori vengono fondati licei e università statali. Questo nuovo sistema scolastico ha lo scopo di affinare le conoscenze del nuovo spirito civico e patriottico e
formare le basi di nuovi quadri amministrativi e tecnici; diventa dunque uno strumento importante di governo e dominio. Per quanto riguarda la Chiesa, Napoleone vuole realizzare la
riconciliazione tra lo Stato francese e la Chiesa cattolica: nel 1801 viene firmato il Concordato tra Repubblica francese e Santa Sede. Il Concordato sancisce: fine dello scisma della Chiesa francese (Clero refrattario e costituzionale), riconoscimento della Repubblica francese da
parte della Santa Sede, la Chiesa rinuncia ai beni confiscati, libera diffusione del culto è garantita, la scelta dei vescovi è proposta da Napoleone e ratificata dal Papa, il Clero è stipendiato dallo Stato. Grazie a questi articoli organici, Napoleone rafforza il controllo statale sulla
Chiesa, infatti esso considera la Chiesa uno strumento di governo. Dopo la vittoria contro
l’Austria e la successiva restaurazione della Repubblica Cisalpina e lo sfaldamento della coalizione, viene firmata la pace di Lunéville (1801) tra Francia e Austria. Mentre la pace di
Amiens con l’Inghilterra sancisce il riconoscimento inglese delle conquiste francesi, la restituzione di alcune colonie francesi e olandesi, la rinuncia inglese a Malta e l’impegno francese
di evitare un’egemonia sullo Stato pontificio e sul Regno di Napoli. La pace ha breve durata,
infatti le ostilità inglesi perseguitano costantemente l’epoca napoleonica. Nel 1802, con una
modifica costituzionale (tramite una votazione popolare), Napoleone viene designato console a vita.
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L’opera di Napoleone Primo console
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3. L’IMPERO
I caratteri del regime imperiale
Nel 1804 un’altra modifica della Costituzione dichiara che il governo della Repubblica è affidato a un imperatore. Dopo una votazione popolare e una cerimonia religiosa (con la presenza del papa), il regime imperiale napoleonico ha poso le basi del suo successo. Per ricompensare i suoi fedeli, Napoleone crea una nuova nobiltà; però con il passare del tempo il regime imperiale mostra un carattere sempre più autoritario (Napoleone ha un potere più ampio dei sovrani durante l’ancien regime). Inoltre le misure repressive contro gli oppositori
vengono aumentate (polizia politica, censura, arresti arbitrari,…). D'altronde il regime imperiale incoraggia e sostiene le attività economiche francesi e sviluppa le vie di comunicazione,
che però sono in gran parte annullate dalle guerre e dal Blocco continentale.
Il sistema imperiale napoleonico
Il sistema imperiale di Napoleone si compone di territori annessi alla Francia e di un insieme
di Stati satelliti, garantendo così una completa egemonia su tutta l’Europa continentale. I
territori annessi sono: Belgio, Piemonte e Liguria, Istria e Dalmazia, Ginevra, Giura, Neuchâtel, Vallese, Stato pontificio (1909), Granducato di Toscana (1909) e Regno d’Olanda (1810).
Gli Stati satelliti invece sono: Regno d’Italia (1805), Confederazione svizzera (1803), Regno di
Napoli (1805), Confederazione renana (1806), Regno di Vestfalia (1807), Granducato di Varsavia (1807), Regno di Portogallo (1807), Regno di Spagna (1808), Regno d’Olanda (fino al
1808). Inoltre la Germania subisce di una notevole semplificazione: si passa da oltre 360 Stati
a una trentina; e nel 1806 viene abolito il Sacro romano impero. Negli Stati satelliti vengono
introdotti i principi della Rivoluzione e le istituzioni di tipo francese, completando così la subordinazione politica, economica e militare (in alcuni Stati, Napoleone pone al vertici i propri
fratelli e parenti).
L’Austria deve accettare l’egemonia francese, siccome è stata sconfitta ripetutamente e privata d’importanti territori (Veneto, Istria, Dalmazia, Tirolo, Carniolo, Carinzia, Trieste, territori polacchi). Inoltre nel 1810 Napoleone sposa la figlia dell’imperatore austriaco, Maria Luisa.
Anche la Prussia deve accettare la supremazia francese, giacché anche lei è sconfitta. La Russia ottiene condizioni di pace più favorevoli: accetta l’alleanza con la Francia e l’ingresso nel
Blocco continentale. Per sconfiggere l’Inghilterra, Napoleone addotta l’arma dell’economia;
nel 1806 decreta il Blocco continentale contro le isole britanniche, che vieta a tutti i Paesi
europei di commerciare con l’Inghilterra e le sue colonie. L’Inghilterra reagisce con un controblocco, cercando di impedire i traffici europei con le colonie e i Paesi extraeuropei. Il
Blocco però non ottiene l’effetto sperato e anzi crea maggiori difficoltà alla Francia e ai Paesi
dell’Europa continentale. Scarseggiano drasticamente le materie prime provenienti da Paesi
extraeuropei, facendo soffrire soprattutto i Paesi soggetti all’egemonia francese. Questo
indebolimento del Blocco costringe Napoleone ad adottare una politica sempre più aggressiva, occupando altri territori (Toscana, Stato pontificio, Spagna, Portogallo e Olanda).
L’Inghilterra invece intensifica i rapporti economici con le proprie e altrui colonie e sviluppa il
suo contrabbando con l’Europa.
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I rapporti con le Potenze europee
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La crisi e il crollo dell’Impero
Nel periodo di massima espansione e potenza (1810), l’Impero napoleonico manifesta importanti segni di crisi, sia nella Francia sia nei Paesi a essa soggetto. In Francia il malcontento
è dovuto alla politica anticattolica (occupazione dello Stato pontificio e deportazione di Papa
Pio VII), ai continui reclutamenti di soldati, alle vittime delle guerre, al crescente carico fiscale, ai danni economici portati dal Blocco continentale. Nei Paesi soggetti i movimenti di opposizione sono dovuti all’oppressione politica, alla mancanza di rispetto verso la libertà religiosa, allo sfruttamento economico e militare, alla limitazione degli usi e tradizioni locali.
Mentre il numero dei sostenitori di Napoleone diminuisce, in Spagna si crea una resistenza
armata e in Germania si sviluppa un movimento di resistenza antifrancese, sostenuto dagli
inglesi e ripetuto in Tirolo, dove la rivolta viene domata e si conclude con la morte del loro
comandante Andreas Hofer. Nello stesso anno la Russia si ritira dal Blocco continentale, causando l’inizio della campagna di Russia, voluta da Napoleone per costringerla a rientrare nel
sistema francese. Due anni dopo 600.000 soldati si avviano in Russia, ma essa adotta una
strategia migliore, causando la morte di oltre 550.000 soldati francesi, provenienti soprattutto da Stati soggetti: Napoleone è costretto a una disastrosa ritirata. La sconfitta militare
francese porta alla nascita di una nuova alleanza antifrancese (Inghilterra, Russia, Prussia,
Svezia e Austria), che sconfigge Napoleone a Lipsia (ottobre 1813). Mentre gli alleati invadono la Francia, Napoleone è costretto ad abdicare (1814) e ottiene l’isola d’Elba come principato indipendente; contemporaneamente inizia la Restaurazione della monarchia borbonica
con Luigi XVIII: si ritorna alle circostanze del 1792. La prima pace di Parigi (maggio 1814) fa
terminare le rivalità tra la Francia e gli alleati. Nel 1815, contando sul malcontento provocato
dalla restaurazione, Napoleone abbandona l’isola d’Elba e sbarca in Francia; arrivato a Parigi
promette una democratizzazione del regime imperiale. In tanto però si riforma la coalizione
che sconfigge Napoleone a Waterloo (giugno 1815: fine dei 100 giorni). Luigi XVIII rientra nel
governo e Napoleone viene esiliato a Sant’Elena, dove muore nel 1821. Si instaura dunque la
Seconda pace di Parigi (novembre 1815): la Francia torna ai confini del 1790 ed è costretta a
subire l’occupazione fino al 1818 e a pagare un risarcimento di guerra.
Anche se di breve durata, l’età napoleonica ha avuto importanti conseguenze per l’Europa,
infatti la Restaurazione non riesce a cancellare interamente i profondi mutamenti istituzionali, ispirati dalla Rivoluzione francese e diffusi da Napoleone. L’Europa dopo la Rivoluzione
francese e Napoleone, non ha più quasi nessuna somiglianza con l’Europa pre-rivoluzionaria.
1789 - 1792
1792 - 1793
1793 - 1794
•Ancien Regime
•Monarchia assoluto
•Monarchia
costituzionale
•Repubblica
•Dittatura di saluta
pubblica e Terrore (27
luglio - 9 termidoro)
1830 - 1814
1814 - 1804
1804 - 1799
1799 - 1795
•Congresso di Vienna
(Restaurazione)
•Età napoleonica
(Impero)
•Consolato (Napoleone
Primo console)
•Direttorio, ritorno alla
normalità (18 brumaio
- 9 novembre)
Storia
Fino al 1789
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