in note sparse il suono - Benvenuti su associazionemousike!

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IV edizione
www.associazionemousike.it
… in note sparse il suono …
Festival di musica antica
promosso e organizzato
dall’Associazione Culturale
Il festival “…in note sparse il suono…”, nato nel 2014, prosegue il suo cammino e del tutto
inaspettatamente è giunto alla quarta edizione, aumentando il numero di concerti proposti e
la varietà del repertorio.
Ecco l’esperienza a cui vi invitiamo a partecipare: ascoltare musica antica suonata nello spirito
dell’epoca nella quale fu scritta, su strumenti originali o copie. La vastità del repertorio antico
si può paragonare a uno spazio infinito che propone scoperte e sperimentazioni in grado di
suggestionare l’animo dell’ascoltatore. Ogni musica, non importa se antica o moderna, classica o pop, è un momento nel presente, una possibilità di contatto dell’uomo con la bellezza a
cui non si può restare indifferenti; se la riprendiamo oggi, se la eseguiamo, se la ascoltiamo
con attenzione, se ci lasciamo suggestionare, diventa musica di oggi. E quindi musica di tutti.
Prima dell’inizio del festival sono doverosi alcuni ringraziamenti: a Padre Italo Levo e Padre
Angelo Sapa, per aver sempre accolto con grande ospitalità le nostro proposte concertistiche,
al Centro di Educazione Permanente “S. G. Calasanzio”, per averci sempre sostenuto con
calore e affetto, e al Sindaco del Comune di Carcare, Franco Bologna, per aver creduto sin
dall’inizio nelle potenzialità della musica e della nostra Associazione.
Roberta Pregliasco, Presidente Associazione culturale “Mousiké”
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Sono felice di poter esprimere la mia soddisfazione per la quarta rassegna “… in note sparse il
suono…” promossa dall’Associazione Culturale Mousiké in collaborazione con l’Amministrazione Comunale. In questo periodo di crisi è importante continuare a lottare ancora per la diffusione di valori culturali e artistici impegnandosi in simili intenti.
Franco Bologna, Sindaco di Carcare
La collaborazione tra il Centro di Educazione Permanente “S. G. Calasanzio” e l’Associazione
Culturale Mousiké prosegue ed è arrivata quest’anno alla quarta edizione. Le finalità dei due
enti sono le stesse, gli appuntamenti concertistici annuali organizzati insieme, rispondono
all’esigenza comune di proporre iniziative di valore culturale sul nostro territorio e bene si
inseriscono tra le tradizionali lezioni-conversazioni carcaresi.
Vincenzo Andreoni, Presidente del Centro Culturale di Educazione Permanente
Quarto festival
… in note sparse il suono …
12 APRILE 2017 ore 21 Carcare, CHIESA DEI PADRI SCOLOPI
J. Haydn, Le ultime sette parole di Cristo
Quartetto d’archi storici
Elena Conrado e Daniela Godio, violini
Elena Saccomandi, viola - Margherita Monnet, violoncello
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20 MAGGIO 2017 ore 21 Carcare, TEATRO “SANTA ROSA”
Per sonar di corde
Recital di tiorba - Francesco Olivero
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9 LUGLIO 2017 ore 21 Carcare, CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA
Musiche di F. Schubert, G. Fauré, C. Gounod
Ilaria Zuccaro, soprano e Choeur de l’Art Neuf (Canada)
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6 SETTEMBRE 2017 ore 21 Vispa, CHIESA DEL CUORE IMM. DI MARIA
Musiche di A. Vivaldi, G.B. Pergolesi, M.E. Bossi
Ensemble Giglio Armonico - Roberto Bacchini, organo e direzione
Beatrice Binda, soprano - Elisa Ghezzo e Michele Gianquinto, flauti
Ruta Tamutyte, violoncello
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7 OTTOBRE 2017 ore 21 Carcare, CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA
Per sonar d’organi nel 140° della costruzione dell’organo carcarese
Organo Bianchi 1877 - organista, Gabriele Studer
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17 DICEMBRE 2017 ore 20,30 Carcare, CHIESA DI SAN GIOVANNI B.
M.A. Charpentier, Te Deum per soli, coro e basso continuo
Coro polifonico Cantores Mundi
Orchestra Barocca Triacamusicale & Ensemble Mousiké
Direzione, Mara Colombo
Direzione artistica: Roberta Pregliasco e Federico Demarchi
12 APRILE
CHIESA DEI PADRI SCOLOPI, ORE 21
QUARTETTO D’ARCHI STORICI
1785. José Sáenz de Santamaria alla morte del padre eredita il titolo di marchese
e vuole che la Confraternita della Santa Grotta abbia un’opera appositamente
composta per gli uffici liturgici della Passione; grazie all’intervento di don Francisco Micon, musicista spagnolo, l’opera viene commissionata a Joseph Haydn.
L’incarico è arduo: si tratta, infatti, di un oratorio senza parole ma, allo stesso
tempo, basato su un testo ben preciso, le Sette ultime parole di Cristo sulla Croce.
L’andamento dell’opera richiesta dai committenti è solenne e, per evitare la monotonia, il compositore decide di incorniciare le sette parti —chiamate Sonate—
con una Introduzione e un finale intitolato Terremoto per rappresentare il brano
del Vangelo di Matteo (27, 51-54): “Ed ecco, la cortina del tempio si squarciò in
due, da cima a fondo, e la terra tremò, e le rocce si schiantarono […]. E il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, visto il terremoto e le cose avvenute, temettero grandemente, dicendo: «Veramente, costui era Figlio di Dio»”.
All’interno di questa cornice, le sonate si sviluppano alternando i modi maggiore e
minore in stretto accordo con la situazione che descrivono: come scrive lo stesso
Haydn “ogni sonata e ogni testo sono espressi con i soli mezzi della musica strumentale, in modo tale che essi susciteranno necessariamente l’impressione più
profonda nell’anima dell’ascoltatore” (Lettera del 1787). Si tratta di sette movimenti lenti composti con grande varietà di soluzioni, di ritmi e di dinamica che
riescono a creare un clima di grande intensità e fervore.
Verso la fine del 1786 l’oratorio per orchestra è completo e, in seguito alle prime
esecuzioni di grande successo, probabilmente per lasciare l’esclusiva ai suoi committenti, Haydn decide di ridurre la versione originale per orchestra a quella per
quartetto d’archi, numerata op. 51. A partire dal 1787, dunque, sono a disposizione degli esecutori europei alcune edizioni dell’oratorio, eseguito più volte in numerose città europee.
Il lavoro del compositore sulle Ultime sette parole, però, non si è ancora concluso:
tra il 1795 e il 1796 Haydn aggiunge anche il coro e aumenta l’organico dell’orchestra, portando a compimento un lavoro di riflessione musicale e teologica durato
quindici anni. Il risultato è un’opera che, nonostante le numerose vesti, è straordinaria per il suo grande potenziale evocativo e spirituale: non è un caso, infatti, che
nel suo ultimo concerto da direttore Haydn abbia scelto proprio questo oratorio,
facendolo assurgere, di fatto, a suo testamento spirituale.
Joseph Haydn (1732-1809)
Le ultime sette parole di Cristo sulla croce
Introduzione, Maestoso ed Adagio
Sonata I, Largo
Sonata II, Grave e Cantabile
Sonata III, Grave
Sonata IV, Largo
Sonata V, Adagio
Sonata VI, Lento
Sonata VII, Largo
Il Terremoto, Presto con tutta la forza
Carlotta Conrado, violino
Daniela Godio, violino
Elena Saccomandi, viola
Margherita Monnet, violoncello
Linda Siri, voce recitante
20 MAGGIO
TEATRO “SANTA ROSA”, ORE 21
recital di FRANCESCO OLIVERO
Il programma presentato questa sera è un lavoro di ricerca musicologica dedicata
alla tiorba presentandovi alcune delle pagine più interessanti del repertorio solistico.
La tiorba, o chitarrone, è uno strumento della famiglia del liuto, nato nella prima
metà del ’600, che vede il suo massimo utilizzo per la realizzazione del basso continuo e per l’accompagnamento vocale in compositori come Monteverdi, Caccini e
Rossi. Il programma di questo recital è basato sulla produzione solistica composta
per tiorba, che vede tre importanti compositori: Alessandro Piccinini, Johannes
Hieronimous Kapsberger e Robert De Visée.
Ciascuno di loro ha portato innovazioni nel modo di approcciarsi alla tecnica dello
strumento e all’estetica del periodo in cui vivevano, partendo da un gusto tardo
rinascimentale con Piccinini con la Corrente sopra l’allemanda francese, passando
per le armonie complesse della Toccata Arpeggiata di Kapsberger, per arrivare
sino alle atmosfere di danza e rigorosità della Francia del Re Sole con De Visée.
A. Piccinini (1566-1638), Toccata VI
J. H. Kapsberger (1580-1651), Toccata arpeggiata
J. H. Kapsberger (1580-1651), Toccata V
A. Piccinini (1566-1638), Allemanda francese
A. Piccinini (1566-1638), Corrente sopra allemanda
J. H. Kapsberger (1566-1638), Passacaglia
R. De Visée (1650-1725), Prélude
R. De Visée (1650-1725), Gavotte en rondeau
R. De Visée (1650-1725), Chaconne
J. H. Kapsberger (1566-1638), Canario
J. H. Kapsberger (1566-1638), Capona
A. Piccinini (1566-1638), Ciaccona in Partite variate
Francesco Olivero, tiorba
9 LUGLIO
CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA, ORE 21
ILARIA ZUCCARO e
CHOEUR DE L’ART NEUF (Canada)
Il canto a più voci era conosciuto ai primi cristiani; il desiderio di rinnovarlo senza
alterare la purezza melodica favorì, a partire dal secolo IX, a poco a poco il diffondersi dell'uso di accompagnare il canto sacro (che successivamente prenderà il nome
di cantus firmus) con altre melodie che procedevano parallelamente, nota contro
nota (punctum contra punctum, da cui contrappunto). Nacque in tal modo la polifonia vocale, una delle più importanti novità della musica medievale.
La prevalenza di forme polifoniche e del linguaggio contrappuntistico caratterizza il
periodo di storia della musica che va dal X al XVII secolo.
Nel ’500 la polifonia vocale rappresentò quasi la totalità della produzione musicale,
non teneva conto dell’altezza assoluta delle note, l’unica raccomandazione era di
«avere riguardo a quelli che hanno da cantare, che stiano commodi di tuono, né
troppo alto, né troppo basso» .
L’utilizzo dei castrati nella liturgia - delicata quæstio trattata con riserbo dalla
Chiesa - risolveva cavillosamente quanto prescritto dalla norma ecclesiastica secondo cui l’ordine del ‘lettore’, a cui appartenevano i cantori, doveva essere rivestito
da uomini. La castrazione in seguito cadde in disuso e nel Novecento fu vietata dalla
Chiesa, dove tale pratica era sino ad allora sopravvissuta. Oggi, i ruoli originariamente concepiti per i castrati vengono in genere affidati a contralti o soprani.
F. Schubert (1797-1828), Litanei
F. Schubert (1797-1828), An di Natur
F. Schubert (1797-1828), Ave Maria
F. Schubert (1797-1828), Du bist die Ruh
H. Wolf (1860-1903), Gebet dai Lieder nach Gedichten von Eduard
Morike
G. Faurè (1845-1924), Pie Jesu dal Requiem
C. Gounod (1818-1893), O Divine Redeemer
Ilaria Zuccaro, soprano
Federico Demarchi, organo
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T. Tallis (1505-1585), Te lucis ante terminum
J. Rheinberger (1838-1901), Abendlied
A. Lotti (1667-1740), Crucifixus
G. Holst (1874-1934), Nunc dimittis
A. Bruckner (1824-1896), Os justi
G. Allegri (1582-1632), Miserere
Chœur de l’Art Neuf
Pierre Barrette, direzione
9 SETTEMBRE
CHIESA DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA, ORE 21
ENSEMBLE “GIGLIO ARMONICO”
Lo stile italiano del ‘600 e ‘700 è la proposta del concerto del Giglio Armonico per il
nostro festival. Avremo modo di ascoltare la musica di alcuni dei maggiori compositori italiani dell’epoca.
Il concerto traccia un percorso che propone lo stile vocale e strumentale italiano di
tutto l’arco del Barocco e le sue influenze su compositori e stili di altri ambienti
europei.
Il termine “barocco” (parola che significa “bizzarro”) indica la caratteristica principale dell’arte dell’epoca: la ricerca di tutto ciò che stimola la meraviglia e lo stupore, che suscita grandi emozioni e sentimenti.
Il linguaggio scelto dagli artisti barocchi privilegia tutto ciò che crea contrasti inaspettati, che è spettacolare e grandioso, insolito e inedito.
La musica del XVII secolo rispecchia fedelmente i caratteri generali dell’arte barocca e ne interpreta le funzioni sociali: il gusto per la rappresentazione e l’illusione
spettacolare trovano spazio nel nascente teatro musicale, costituto dal melodramma e dall’oratorio sacro; l’imitazione degli affetti e delle emozioni segna definitivamente il tramonto della polifonia a vantaggio della monodia accompagnata.
È in questo periodo che nascono e si affermano nuovi generi musicali: il melodramma, la suite, il concerto, il balletto e la sonata.
T. Albinoni (1671-1751), Vien con nuova orribil guerra da La Statira
A. Vivaldi (1678-1741), Pastorale
G.B. Pergolesi (1710-1736), Lieto così talvolta da Adriano in Siria
A. Vivaldi (1678-1741), Sonata in mi minore per violoncello e b.c.
A. Vivaldi (1678-1741) Alleluja da In furore
V. Monti (1868-1922) Ciarda trascrizione per ottavino e ensemble
M.E. Bossi (1861-1925) Ave maria
Ch. W. Gluck (1714-87) Che fiero momento da Orfeo e Euridice
G. Rossini (1792-1868) Sonata in la maggiore
R. Bacchini (1971) Ave Verum per soprano e ensemble
Beatrice Binda, soprano
Elisa Ghezzo e Michele Gianquinto, flauti
Ruta Tamutyte, violoncello
Roberto Bacchini, organo e direzione
7 OTTOBRE
CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA, ORE 20.30
recital di GABRIELE STUDER
conferenza introduttiva del M. organaro G. Interbartolo
140° anniversario della costruzione dell’organo Bianchi
La chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista in Carcare conserva un pregevole
strumento edificato esattamente 140 anni or sono dal Cav. Camillo Guglielmo Bianchi (Lodi, 10 ottobre 1821 – Novi Ligure, 7 dicembre 1890) il quale, dopo essersi formato nella bottega Serassi di Bergamo, nel 1848 aprì, in Novi Ligure, la propria fabbrica. La sua attività vide la realizzazione di circa un centinaio di strumenti distribuiti
prevalentemente in Piemonte, Lombardia, Liguria e Turchia. La caratteristica principale degli strumenti di Bianchi risiede nell’altissima qualità dei materiali impiegati
associata a una assoluta precisione progettuale; peculiarità assolutamente presenti
nell’opera carcarese, la n. 56 per l’esattezza, che rappresenta quindi una macchina
sonora tecnicamente invidiabile i cui registri sono in grado di dare vita a una vera e
propria orchestra dalle molteplici potenzialità, grazie anche alla consistente tavolozza timbrica a disposizione dell’organista costituita da poco meno di un migliaio di
canne.
Graziano Interbartolo
Il programma si sviluppa idealmente su “tappe” geografiche: una tedesca e una italiana. Per quanto riguarda l’area germanica ascolteremo opere di Händel compositore, organista e clavicembalista tedesco naturalizzato inglese, uno dei più grandi musicisti tra XVII e XVIII secolo. La sua opera spazia in ogni genere musicale - strumentale e vocale, sacro e profano - e utilizza l'organo, strumento fino ad allora relegato al
mero servizio liturgico, facendogli assumere un carattere nuovo, più mondano e brillante. Di Händel ascolteremo il Concerto Op. 4, n. 6, originariamente composto per
organo solista o arpa e orchestra, e la versione organistica della suite Water Music.
Del compositore piemontese Quirici ascolteremo la Marcia campestra per dopo la
messa, opera pensata prettamente per gli strumenti in stile bandistico-organistico,
adatta alle peculiarità foniche dell’organo Bianchi. Del compositore lombardo Fumagalli ascolteremo la Marcia di Vittoria, opera in stile bandistico-organistico, adatta
alle caratteristiche timbriche degli strumenti ottocenteschi. Il programma ci porta in
area veneziana con il Concerto in Re maggiore di A. Vivaldi, per violino solista e orchestra, trascritto per organo solo da Johann Sebastian Bach.
G. F. Händel (1685 – 1759), Concerto in Si b maggiore Op. 4, n. 6
trascrizione per organo di K. Matthaei
G. Quirici (1824 – 1896), Marcia campestra per dopo la Messa
G. F. Händel (1685 – 1759), Suite n. 2 da Water Music
trascrizione per organo di J. Pittman
P. Fumagalli (1830 – 1900), Marcia di vittoria Op. 80
A. Vivaldi (1678 – 1741), Concerto in Re maggiore RV 229
trascrizione per organo di J. S. Bach
Gabriele Studer, organo
17 DICEMBRE
CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA, ORE 20.30
TRIACAMUSICALE, CANTORES MUNDI e
ENSEMBLE MOUSIKÉ
Il Te Deum è un inno alla SS. Trinità eseguito comunemente al termine del responsorio dell’ufficio delle letture tutte le domeniche (eccetto durante la Quaresima)
nell’ottava di Pasqua e Natale, nelle solennità e nelle feste. È attribuito variamente
a S. Ambrogio, S. Agostino o S. Nicetas, venne trattato polifonicamente dai compositori del XVI secolo e ripreso innumerevoli volte fino ai nostri giorni. Nella Francia
dell’Ancien Régime il Te Deum divenne l’inno obbligatorio nelle grandi cerimonie
ufficiali e numerosi furono i compositori locali che si cimentarono nella sua compo-
sizione.
Di M. A. Charpentier ne restano 4 versioni superstiti, di cui la più celebrata è quella
in Re Maggiore H. 146 per SSAATTBB, coro a 4 voci, trombe, timpani, flauti, archi e
basso continuo composta nel 1690 circa e nota come sigla dell’Eurovisione.
La composizione venne forse eseguita la prima volta per celebrare la vittoria
francese riportata il 3 agosto 1692 nella battaglia di Steenkerque, durante la guerra
che vedeva di fatto il re Luigi XIV di Francia (re Sole) opposto al resto d'Europa. Il
modello a cui Charpentier si era probabilmente ispirato era il Te Deum di JeanBaptiste Lully (1677), come è possibile desumere dal solenne uso delle trombe nel
brano d'apertura. Tutto il suo Te Deum vede alternarsi brani sontuosi eseguiti dal
coro e dall'orchestra a momenti più raccolti in cui intervengono i solisti (da soli o in
varie formazioni) e pochi altri strumenti. Dopo il preludio trionfale (strutturato sulla
base di una fanfara in forma di rondò) interviene il basso (Te Deum laudamus) in
una pagina dallo stile prevalentemente declamatorio, cui poi rispondono il coro e
l'orchestra (Te aeternum Patrem omnis terra veneratur). Nel seguito, si ha un'in-
tonazione prevalentemente marziale introdotta dal Pleni sunt coeli che trova il suo
epilogo e massimo culmine nel Te laudat exercitum. Dopo questo episodio, se ne
alterna un altro dal tono più contenuto (Te per orbem terrarum Sancta confitetur
Ecclesia) cui poi risponde il Tu devicto con l'esaltazione divina per la salvezza dei
credenti. Il movimento successivo è caratterizzato dall'alternanza continuativa tra
un'atmosfera marziale (sostenuta dall'orchestra) ed una più declamatoria (eseguita
dal basso), inneggiante alla futura venuta di Dio, che sfocia in un'atmosfera di intensa tenerezza e di supplica (Te ergo quaesumus) nella tonalità di mi minore. A ciò
risponde il coro con un'invocazione dal tono più solenne (Aeterna fac), con assenza,
però, delle trombe. Nella penultima parte del Te Deum i solisti eseguono un brano
dall'atmosfera raccolta e supplichevole invocante la pietà e la grazia di Dio (Dignare
Domine). La conclusione è affidata alla magniloquenza di In Te, Domine, speravi, non
confundar in aeternum in cui coro, orchestra e solisti si alternano in una pagina dal
tono solenne, affermazione conclusiva della maestà, grandezza e potenza divine.
Marc-Antoine Charpentier, Magnificat H80
per soli, coro e basso continuo
Marc-Antoine Charpentier, Te Deum H146
per soli, coro e orchestra
Mara Colombo, direzione
Evento realizzato in coproduzione con
I Cantores Mundi, creati dalla volontà di M. Bordignon, si
formano a Borgosesia, riunendo gruppi disponibili a sperimentare nuove direzioni di studio, tra il 1960 ed il 1963, e
affrontano un lungo lavoro di perfezionamento vocale con
mentalità e impegno professionali durato fino al 2009, anno
della sua morte. Hanno tenuto concerti nel Nord Italia e hanno inciso per la Ariston il disco
“L’arte corale dei Cantores Mundi”. Hanno eseguito opere dei maggiori compositori dal ’500 a
oggi. Dal 2014 i Cantores affidano il loro futuro alle mani di M. Colombo. Il suo arrivo, dopo l’esperienza pluriennale con l’ensemble vocale “Triaca-musicale” e la creazione del Festival Internazionale di Musica Antica Gaudete!, assicura la continuità del progetto che ha coinvolto nella sua
evoluzione generazioni di coristi.
Il Choeur de l’Art Neuf nasce nel 1990 per volontà del direttore Pierre Barrette. Il suo repertorio è vario: dalla polifonia del Rinascimento, ai gospel, ai
canti popolari del Québec, ma anche alle grandi opera corali con accompagnamento orchestrale. È tuttavia con l’esecuzione di opera sacre a cappella
che il coro è diventato uno dei più rinomati del Québec e si distingue per la sua ricerca di un suono coeso, in grado di riflettere l’armonia interiore che provano i coristi mentre cantano.
Mara Colombo ha studiato Pianoforte, Composizione e Canto ed è diplomata in
Direzione di Coro presso la Civica Scuola di Musica di Milano e in Polifonia Rinascimentale con D. Fratelli nel 2009. Ha intrapreso lo studio della viola da gamba con
R. Prada e attualmente studia con N. Reverte Reche. Ha frequentato numerosi
corsi sulla prassi esecutiva antica, sulla voce solista e sull’ensemble madrigalistico
in Italia e all’estero; ha collaborato alla realizzazione di alcune produzioni discografiche di musica
antica. Dal 1995 è direttore artistico e fondatore dell’Associazione Triacamusicale di Varallo (VC) e
dal 2008 è direttore artistico del Festival Internazionale di Musica Antica Gaudete!
Carlotta Conrado si diploma in violino nel 1999 presso il Conservatorio “Verdi” di
Torino con il massimo dei voti con Marin e Agazzini. Grazie alla borsa di studio De
Sono si perfeziona prima presso la Musikschule di Lucerna con Carmignola, in seguito presso la Musikschule di Lugano con Quarta. Nel 2011 si diploma in Musica da
Camera presso l’Accademia di Santa Cecilia a Roma. Si perfeziona inoltre con il Trio
Altenberg presso la Musikschule di Vienna e poi presso l’Accademia di Pinerolo. Ha fatto parte di
formazioni da camera come il Quartetto di Cremona il Trio Edison, MDI Ensemble Milano, Repertorio Zero . Ha collaborato con diverse orchestre quali: il Teatro alla Scala, la Filarmonica della Scala,
l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, l’Orchestra da Camera di Mantova, l’Orchestra Archi
della De Sono, l’Orchestra Mozart diretta da Abbado. L’interesse per la musica antica la porta a
collaborare con orchestre che utilizzano gli strumenti originali quali l’Orchestre des Champs Elysées, Insula Orchestra e l’Ensemble Balthasar Neumann.
L’Ensemble da Camera Giglio Armonico nasce nel 2012 con l’intento di scoprire e
approfondire il vasto repertorio della musica strumentale e vocale del periodo
barocco e romantico. Questi stili, infatti, raccolgono diversi tipi di scrittura creando
effetti suggestivi in cui il pathos e la serenità si alternano in un percorso alquanto
curioso e coinvolgente. L’ensemble è formato da Beatrice Binda (soprano), Elisa
Ghezzo e Michele Gianquinto (flauti), Ruta Tamutyte (violoncello) e Roberto Bacchini (organo e
direzione). Il Giglio Armonico svolge regolare attività concertistica in tutta la provincia di Varese e
nel resto d’Italia: Bagni di Lucca (LU), Pedenosso (SO), Manarola, Riomaggiore, Corniglia (SP), Pescia (PT), Agno (Svizzera), Bormio e Cepina (SO), Lovere (BG), Milano e Bergamo. Nel maggio 2017
il Giglio Armonico è stato in Inghilterra, protagonista di un Concerto presso la Cattedrale di
Nottingham all’interno del Festival Musicale di San Mary.
Daniela Godio si è diplomata in violino e in violino barocco con il massimo dei voti
presso il Conservatorio “Verdi” di Torino, sotto la guida di Lamberto. Si è in seguito
perfezionata con Krebbers, Accardo, Chumachenko, Rossi. Ha collaborato, in qualità
di concertino dei primi violini, con l’Orchestra del Teatro Regio di Torino, con l’Orchestra dei Pomeriggi Musicali di Milano. Ha effettuato numerosi concerti in duo
con pianoforte e collaborato con alcuni gruppi cameristici (Quartetto Stauffer, Trio
Debussy, Trio di Torino) per importanti festival in varie città italiane (Ravello International Chamber Music Festival, Piemonte in Musica). Ha studiato la prassi esecutiva barocca con Montanari,
Mangiocavallo, Christensen. Ha registrato per Glossa, Opus 111, Hyperion.
Margherita Monnet si è diplomata in violoncello presso il Conservatorio di Cuneo, sotto la guida di Destefano. Si è poi perfezionata con Filippini presso l’Accademia “W.Stauffer” di Cremona e con Polidori presso il Conservatorio di Fribourg.
Ha seguito il corso di violoncello barocco tenuto da Nasillo presso la Scuola di
Musica di Fiesole e, in duo col pianoforte, il corso di musica da camera all’Accademia Internazionale di Musica da Camera del Trio di Trieste. Ha collaborato con numerose orchestre da camera e sinfoniche. Ha fatto parte di diverse formazioni cameristiche. con cui ha inciso dischi e svolto attività concertistica in Italia e all'estero. Con il violoncello barocco si esibisce
regolarmente con l'Ensemble Incamto e con l'Accademia dei Solinghi.
Francesco Olivero è diplomato con il Massimo dei voti in chitarra classica con
Ficco presso il Conservatorio “Ghedini” di Cuneo. Si è specializzato presso l’Accademia “Armonia” di Gessate con Leone e presso il Conservatorio di Maastricht
con Marchione dove ha conseguito un Master in chitarra classica. Attualmente sta
seguendo il Master in strumenti strumenti a pizzico e musica antica al Conservatorio Reale di Bruxelles. Si esibisce regolarmente per importanti festival e associazioni in Italia,
Olanda, Belgio e Austria. Collabora con musicisti di fama internazionale come Poncet, Gliozzi,
Colonna Preti, Eguez, Zanasi, Beasley, Lombardo, Pinardi, Lenaerts, Guglielmo e Semba. Ha collaborato come basso continuo sotto la guida di direttori quali Chiavazza, Claesen, Toni, Ozbic e
Stufford, Achten e Sardelli. Ha registrato il suo primo disco da solista Cd Li Maestri del Chitarrone con etichetta musicale italiana Way Music nel 2016.
Elena Saccomandi si è diplomata presso il Conservatorio di Cuneo sotto la guida
di Massimino. Ha seguito i corsi di perfezionamento con Marin, Arzilli, Creitz,
Giuranna e Zaltron. È risultata idonea alle audizioni dell’Orchestra giovanile di
Genova, dell’Orchestra Giovanile Italiana di Fiesole, dell’Orchestra Filarmonica di
Torino e dell’Orchestra Montis Regalis di Mondovì con le quali collabora regolarmente. Presta la sua attività anche presso l’Orchestra del Teatro lirico di Cagliari, l’Orchestra Filarmonica Italiana e l’Orchestra Nazionale della Rai, l’Orchestra Filarmonica del Teatro Regio, l’Orchestra Milano Classica. Ha partecipato ai corsi di formazione barocca presso l’Academia Montis
Regalis e successivamente ha seguito alcune masterclass con Koopman. Svolge un’intensa attività
concertistica con diverse formazioni barocche fra le quali il duo Ad Libitum, La Venexiana, l’Accademia del Ricercare; intensa l’attività cameristica dal duo, al quartetto, al quintetto d’archi.
Gabriele Studer ha studiato organo e composizione organistica al Civico Istituto
Musicale “Rocca” di Alba prima di diventare allievo di Imbert presso la “Schola Cantorum” di Parigi dove ha conseguito il “Diplôme de Concert” avec la mention “Très
bien à l’unanimité et félicitations du jury” e con cui ha conseguito all’unanimità
presso il “Conservatoire à rayonnement régional” di Versailles il “Diplôme d'Études
Musicales” e il primo premio in Basso continuo. Ha studiato improvvisazione organistica a Parigi
nella classe di Pincemaille e ha conseguito la laurea specialistica con lode in organo presso il Conservatorio “Ghedini” di Cuneo nella classe di Gallizio. Ha frequentato numerose masterclasses di
perfezionamento con Nosetti, Latry, Briggs. Ha tenuto concerti in Italia, Francia, Svizzera e Regno
Unito. Ha inciso un CD dedicato alle opere del compositore italiano Pasini.
L’Ensemble vocale e strumentale Triacamusicale, coordinato e
diretto da Mara Colombo, dal 1995 svolge attività concertistica e
di ricerca nella musica antica privilegiando repertori e autori di
raro ascolto facendo riferimento alle fonti storiche. Oltre all’attività concertistica nell’ambito di importanti rassegne e festival dedicati alla musica antica Triacamusicale ha avuto riconoscimenti a livello Nazionale e Internazionale partecipando a Concorsi di alto
prestigio. Nel 2002, in quintetto vocale, ha realizzato il CD natalizio “Gaudete!” in collaborazione
con il Quintetto di Ottoni Brass Express dell’Orchestra Sinfonica Nazionale Rai di Torino. . Dal 2008
l’Associazione Triacamusicale promuove e organizza il Festival internazionale di musica antica
Gaudete!
Ilaria Zuccaro è diplomata col massimo dei voti in canto lirico presso il Conservatorio “A. Vivaldi” di Alessandria ed è laureata in lettere a indirizzo storico-musicale.
Canta in prestigiose formazioni corali torinesi con cui ha fatto tournée in Italia e
all'estero e ha preso parte a prestigiose rassegne (Piemonte in musica, MITO
Settembre Musica, I Pomeriggi Musicali). Dal 2010 collabora col coro professionale Ars Cantica di
Milano e dal 2012 è uno dei due soprani del quintetto del medesimo. Ha partecipato alle masterclass sull’oratorio barocco tenute da Ferrari e Barthelemy. Tiene corsi di alfabetizzazione musicale
per bambini e adulti e corsi d’aggiornamento per insegnanti. È co-autrice di due volumi sulla
propedeutica musicale. Insegna canto presso l'Associazione Musicaviva di Torino.
Con il contributo di
Dott. Pierangelo Salerno
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